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Autore: Xecestel    14/11/2014    0 recensioni
Bene, per quanto possa sembrare un modo di pensare superstizioso e a tratti complottista, gli eventi che andrò a narrare che hanno influenzato la vita della località chiamata Splendid Bay sono iniziati proprio dopo la morte di Aldred Stevenson, quando il grande impero economico della Stevenson Corp. cominciò a vacillare.
Genere: Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Non era la prima volta che metteva piede a Splendid Bay, negli ultimi anni aveva spesso goduto del sole e delle spiagge di quel bellissimo villaggio turistico. Arrivò all'ingresso della cittadina accompagnato da sua figlia.
Già, sua figlia. Era infatti parecchio anziano, aveva ormai superato gli ottanta, ed era rimasto vedovo pochi anni prima. Cominciò a frequentare Splendid Bay proprio per riprendersi dalla depressione in cui cadde dopo il lutto e per passare i suoi ultimi anni usando i risparmi di una vita di fatiche per rilassarsi.
In quanto villaggio turistico, Splendid Bay ha solo un parcheggio per le auto all'esterno del cancello principale, rendendo l'intera cittadina una grande area pedonale. Questo, in ogni caso, impedì alla giovane donna di accompagnare il venerando padre fino alla reception.
“Sicuro che non devo accompagnarti?” continuava a chiedergli preoccupata, ma la risposta era sempre la stessa.
“Prenderò la navetta, parte dal parcheggio delle auto e arriva alla reception sulla spiaggia. Impiega solo 10 minuti”.
Arrivata la navetta a mezzogiorno in punto, i due si salutarono e l'anziano turista salì sulla navetta elettrica, ripose le valige su un sedile e si sedette su quello di fianco. Le porte si chiusero e il mezzo partì.
Vuoi per l'età, vuoi per la stanchezza del viaggio, dopo pochi minuti il povero vecchietto si addormentò profondamente, sicuro comunque del fatto che l'autista lo avrebbe svegliato una volta giunto a destinazione.
Si risvegliò 15 minuti dopo. Probabilmente il suo sesto senso gli fece capire che qualcosa non andava e che il viaggio stava durando troppo.
Guardando l'orologio si rese effettivamente conto che era passato fin troppo tempo da quando erano partiti e decise di guardare fuori dal finestrino accanto al suo sedile.
Autostrada.
“Mi scusi” chiese rivolto all'autista preoccupato “Dove stiamo andando?”.
Nessuna risposta.
Ripose la domanda alzando la voce, ma senza risultato.
A fatica si alzò dal sedile e camminò mantenendo l'equilibrio fino alla postazione dell'autista. Si affacciò al piccolo finestrino che separa i posti dei passeggeri dalla postazione di guida ma si rese conto con sgomento che essa era vuota.
Nessuno teneva il volante.
Spaventato si spostò rapidamente verso il suo sedile per rendersi conto di un dettaglio che inizialmente non l'aveva colpito affatto: la navetta era completamente vuota.
Guardando fuori dal parabrezza vide che stavano per entrare in una galleria priva di illuminazione, in un'autostrada completamente deserta. Confuso cercò di aprire la porticina che chiudeva il sedile dell'autista, solo per scoprirla chiusa a chiave.

Nel frattempo l'entrata della galleria era stata varcata.
Nel buio più assoluto, il povero vecchietto non poté fare altro che reggersi alle maniglie di sicurezza del mezzo per non cadere a terra e chiuse gli occhi per qualche minuto, sperando di trovarsi in un brutto sogno. Quando li riaprì, qualcosa era effettivamente cambiato.
All'esterno della navetta non c'era più una galleria buia, ma un'enorme caverna illuminata solo da un lago di lava incandescente. La temperatura all'interno del piccolo autobus, innalzata in buona parte anche dal riscaldamento della carrozzeria, spinse l'uomo a sbottonarsi i primi bottoni della camicia per trarre almeno un minimo sollievo.
Tornò a sedersi guardando spaventato fuori dal finestrino. Il cuore cominciava a battergli all'impazzata.

La strada, iniziata a due corsie e ora proseguita con solo una, grande appena abbastanza da far passare la navetta, proseguiva in discesa, sempre più pericolosamente vicina al lago di lava sottostante, ma proprio quando il bus stava per immergersi nel liquido incandescente, l'uomo chiuse nuovamente gli occhi.

Passò un intero minuto.
Quando li riaprì, la navetta stava sfrecciando a tutta velocità in una strada immersa nella lava. Sfidando tutte le leggi della natura, la strada proseguiva per almeno un chilometro in un tunnel all'interno del liquido, senza che nessuna struttura lo sorreggesse. L'uomo gettò un lungo sospiro. Non riusciva a capire cosa diavolo stesse succedendo, ma non poteva far altro che accettare la cosa e calmarsi, se voleva evitare di morire per un attacco cardiaco.
Ma proprio quando sembrava starsi rilassando, sentì un poderoso urlo all'esterno. Non era un urlo normale, sembrava terrorizzato, ma allo stesso tempo rimbombante, come se provenisse dalle profondità della terra. Nuovamente preoccupato, fu costretto ad affacciarsi dal finestrino.
Riusciva a vedere solo il tunnel di lava, che emetteva una luce tanto accesa da quasi accecarlo, tanto che decise di bollare quell'urlo come semplice frutto della sua immaginazione. Proprio quando stava per staccarsi dalla lastra di vetro che lo separava dall'esterno, una misteriosa figura emerse dalla lava e andò a schiantarsi contro la navetta proprio davanti a lui, gettando l'urlo udito prima.
Essa restò attaccata alla carrozzeria abbastanza a lungo da permettere al vecchietto di esaminarla per bene dopo essersi ripreso dallo spavento. Spavento che si trasformò in terrore quando si rese conto che si trattava di un essere umano (difficile dire in quelle condizioni se si trattasse di un uomo o una donna) completamente carbonizzato.
Il vecchietto prese le valige e fece per spostarsi in un altro sedile per non dover più assistere a quell'orrido spettacolo, ma proprio quando impugnò la maniglia del suo trolley il corpo carbonizzato girò la testa come per fissarlo. Gli occhi terrorizzati dell'uomo incontrarono le orbite cavate della misteriosa figura per almeno mezzo minuto, finché la bocca di quest'ultima non si aprì in un nuovo, poderoso, grido e la figura non si staccò da sola dalla carrozzeria della vettura per nascondersi nuovamente in mezzo al tunnel di lava.
Il cuore gli scoppiava nel petto dalla paura.

Difficile dire quanto tempo era passato, ormai. La navetta aveva proseguito senza sosta in questo tunnel con un unico passeggero che aveva deciso di sedersi in fondo alla vettura e chiudere gli occhi fingendo che le continue grida non esistessero neanche. Improvvisamente, però, qualcosa decise di cambiare.
Le grida, che finora erano state isolate e intervallate da parecchi minuti l'una all'altra, cominciarono a farsi più frequenti, finendo quasi per assommarsi tra loro in vari momenti, impedendo al vecchio villeggiante di ignorarle ancora. Si affacciò dal lunotto posteriore per controllare cosa stesse accadendo all'esterno, vedendo solo la lunga scia dei cadaveri carbonizzati che erano caduti dalla carrozzeria dopo essere usciti dalla lava e lì si contorcevano come se fossero destinate a sentire il dolore della morte per l'eternità, impedite a morire.
Di colpo, la navetta tremò pericolosamente. Una decina, no, forse una ventina di corpi carbonizzati erano saltati ai lati della vettura, ma a giudicare dal calore emanato dal tettuccio interno era facile supporre che alcuni di essi fossero caduti anche dall'alto. Ormai rassegnato al terrore, il povero vecchietto chiuse gli occhi e si fece piccolo piccolo nel suo sedile, finché, pochi minuti dopo, tutte le figure non iniziarono ad urlare contemporaneamente e muoversi scuotendo la piccola e leggera navetta che sembrava poter ormai capovolgersi da un momento all'altro.
Terrorizzato all'idea di finire nella lava, l'uomo cominciò a battere con forza sui finestrini, cercando di far perdere la presa ai corpi carbonizzati. Qualcuno effettivamente finì per staccarsi e cadere sull'asfalto, ma erano troppi per un uomo solo e alla fine ebbero la meglio, facendo cadere la navetta dentro la lava.
Di nuovo, il povero vecchio chiuse gli occhi in preda al panico.

Quando li riaprì, la navetta stava sfrecciando sulla piccola stradina dentro la caverna con il lago di lava, come se nulla di tutto ciò a cui il vecchio aveva assistito dentro quel tunnel di lava fosse stato reale. Sprofondò sul sedile più vicino tentando di dimenticare quell'orrendo spettacolo. La sua mente andò a sua figlia, la sua unica figlia, che era stata tanto cara da volerlo accompagnare a piedi fino alla reception e che lui aveva salutato per preferire la navetta elettrica. La sua figlia, l'unica gioia rimasta nella sua vita, che molto presto avrebbe potuto dargli dei nipotini e renderlo di nuovo felice e che invece forse non lo avrebbe mai più rivisto. E non aveva neanche potuto abbracciarla un'ultima volta.
I suoi occhi iniziarono a lacrimare.
Era terrorizzato.
Forse era morto appena la vettura si era messa in moto e questo era l'inferno, o era una prova per la sua anima per vedere se la sua Fede fosse all'altezza del Paradiso.
La navetta riprese improvvisamente a subire dei tremori. Ormai stanco e in lacrime il povero vecchio si affacciò nuovamente dal finestrino, solo per vedere altri corpi carbonizzati che si agitavano in mezzo alla lava sotto la strada e che tentavano di afferrare le ruote della vettura con le mani, finendo per tranciarsele di netto. Non era uno spettacolo cruento come può sembrare: non vi era sangue, solo pezzi di carne e pelle duri come il legno che schizzavano ad ogni mano che veniva staccata dal suo braccio. Probabilmente, immaginò il vecchio, quei corpi erano li da talmente tanti anni che perfino il sangue era ormai carbonizzato.
Tuttavia la paura non tornò. Adesso si sentiva al sicuro: finché le ruote della navetta avessero continuato a girare, quei mostri non avrebbero potuto fargli nulla. E in ogni caso, la carica della batteria era probabilmente illimitata, considerato che ormai erano lì dentro da almeno un paio d'ore e di certo si sarebbe già dovuta scaricare. Ma proprio quando l'uomo cominciò a rilassarsi in questa idea, il motore perse dei colpi e la vettura rallentò gradualmente.
L'uomo cominciò a scuotere la testa con movimenti brevi e rapidi, continuando a ripetere “no, no, no” a bassa voce. Ma questo non impedì alla navetta di arrestarsi.
Batteria scarica.
L'uomo strizzò violentemente gli occhi, sperando che ancora una volta appena li avrebbe riaperti si sarebbe trovato in un altro luogo, magari proprio nella reception di Splendid Bay. Ma il vecchietto fu deluso dalle piccole oscillazioni della vettura, che veniva scossa a destra e a sinistra dalle mani dei corpi carbonizzati, troppo bruciati per avere muscoli, ma troppo forti per essere dei cadaveri. In breve tempo le oscillazioni si intensificarono, mentre il vecchio si affacciava alla porta per guardare cosa stesse accadendo: un centinaio di mani tenevano saldamente le ruote e scuotevano l'intera carrozzeria, mentre altri corpi carbonizzati schizzavano fuori dal lago di lava e si schiantavano sulla carrozzeria, aumentando la forza di oscillazione.
Sommerso dalle grida infernali, reggendosi appena in piedi a causa dei movimenti e con gli occhi annebbiati dalle lacrime di terrore, il vecchio si fece forza tra una maniglia di sicurezza e l'altra, prese il martelletto di emergenza e sfondò il lunotto posteriore, per lanciarsi fuori dal mezzo finalmente fermo. Alzandosi a fatica e dolorante, si voltò verso la navetta, che nel frattempo arrestava le sue oscillazioni. Le orbite cavate dei cadaveri ambulanti fissarono in silenzio il vecchio per un po'. Tutti i corpi lasciarono la navetta per rituffarsi nella roccia fusa e lasciare che, inspiegabilmente, essa ripartisse.
L'anziano vide quindi il mezzo che fino a pochi minuti prima lo aveva lasciato preda dei demoni dell'inferno, riprendere la sua corsa verso quella che sembrava essere l'uscita dalla lunga galleria. Mosso da un naturale moto di adrenalina, il vecchio cominciò a muovere passi rapidi e decisi verso l'aria aperta, convinto che forse aveva vinto questa prova ed era pronto ad uscire e trovarsi a Splendid Bay. O in Paradiso, magari, ma ormai non aveva alcuna importanza, ciò che contava era uscire. Ma come spesso capita in questi casi, la paura mista all'adrenalina accecò la ragione dell'uomo, impedendogli di rendersi conto del pericolo che correva in quella stretta stradina, ancora circondata dalla lava abitata da strani mostri carbonizzati.
E infatti, improvvisamente, uno di essi gli saltò in spalla, bloccandogli i movimenti.
Il vecchio cercò di mantenere l'equilibrio, ma la stanchezza gli impedì di reggersi sulle gambe e cadde rovinosamente a terra. Si dimenò per liberarsi da quella morsa incandescente, ma si trovò ben presto cinque mani nere come la morte che lo afferravano da destra e lo trascinavano verso il ciglio della strada. A causa del corpo che lo abbracciava, era impossibile opporsi a tale movimento.
Le lacrime di paura erano l'unica cosa che gli davano sollievo dal caldo infernale in cui era immerso.
Ma ben presto, furono destinate ad evaporare.
Nel momento in cui l'uomo cadde nella lava.
Cominciò a contorcersi e urlare, grida di terrore che riuscivano misteriosamente a rimbombare nel lago in cui si trovava, trasformandosi in urla infernali, grida che non potevano fermarsi. Il suo corpo si fece rapidamente nero, il sangue si asciugava, i vestiti si riducevano in cenere, i capelli cadevano, gli occhi si asciugavano e si staccavano dalle orbite.
E in poco tempo, era morto carbonizzato.
Ma, nonostante ciò, il suo corpo continuava a contorcersi e gridare, destinato forse a farlo per sempre.

La navetta raggiunse la reception, la carrozzeria era stata riscaldata a puntino dal calore del sole di mezzogiorno. Come spesso capitava a questi orari del giorno, essa era priva di passeggeri. Ma stavolta c'era qualcosa di diverso.
Un piccolo trolley abbandonato sul sedile.
L'autista guardò l'orologio. Erano le 12:10.
Come sempre, aveva impiegato solo 10 minuti.



Note di Xaririen

Mi sono reso conto che non avendo voluto aggiungere per scelta stilistica delle note in fondo ai miei racconti, non ho mai spiegato nulla riguardo L'ultima vacanza di Splendid Bay. Non voglio stare qui a spiegare il racconto, non serve a nulla e credo potrebbe facilmente essere visto come nocivo per il racconto stesso, però voglio comunque parlare della raccolta di racconti in sé.
Perché ho deciso di scriverla? Perché da quando mi sono avvicinato al mondo dei racconti brevi mi sono soprattutto avvicinato, come il mio avatar su questo sito testimonia, al mondo del macabro descritto dallo scrittore Howard Phillips Lovecraft, che per chi non lo conoscesse è uno dei più importanti scrittori horror. Proprio a causa di questa mia ispirazione e anche per il mio amore verso questo genere ho deciso di fare questo salto e tentare di scrivere una raccolta di racconti horror il più possibile ispirati allo stile e ai temi trattati dallo scrittore americano.
Non so se leggendomi qualcuno riesca anche solo lontanamente a ravvisare qualcosa di lovecraftiano, ma sono consapevole del fatto che ho appena iniziato e ancora devo esercitarmi in tal senso. Ciò che spero è che alla fine chi leggerà questa raccolta capirà al volo la mia ispirazione, come tributo a questo grande scrittore.

Detto questo, riguardo al racconto non dirò nulla, come già detto, ma mi sento comunque di ringraziare con tutto il cuore la mia fidanzata per aver impiegato il suo tempo, invece che a divertirsi, leggendo questo racconto e facendomi da beta-reader.

   
 
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