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Autore: _Laine    14/11/2014    1 recensioni
Alla morte dei genitori, quattro fratelli si ritrovano improvvisamente tra le mani un'eredità da capogiro. Sorgono problemi e nascono tensioni, i sentimenti vengono nascosti e le frustrazioni sfogate nei modi più sbagliati.
Ognuno dei fratelli Westmore aveva qualcosa da nascondere; i loro segreti potevano portarli in alto e realizzare i loro sogni, oppure trascinarli nel fondo del baratro.
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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6. Aidan



 
La villa che Mr. Hudson desiderava era ancora un abbozzo nella mente di Aidan, ma il facoltoso cliente si era già figurato davanti agli occhi il risultato finale.
«Qui vorrei mettere un gazebo circondato dalle piante, dove poter trascorrere del tempo in compagnia di parenti ed amici» spiegò l'uomo, gesticolando senza sosta. «E laggiù sarebbe il posto ideale in cui installare la piscina.»
Aidan ascoltò attentamente le indicazioni, mentre Charlie Harper prendeva appunti su un bloc-notes. Il ragazzo gli ricordava in qualche modo un giornalista intento ad intervistare una celebrità ed appuntare tutte le sue risposte.
Pensando che in quel momento fosse alquanto buffo, Aidan notò però che il "collega" ci sapeva decisamente fare. Egli infatti aveva chiesto a Mr. Hudson di chiudere gli occhi ed immaginare nei particolari che risultato volesse ottenere, e l'uomo aveva cominciato a descrivere tutti i dettagli, il numero di stanze e persino lo stile dell'arredamento che prediligeva. In questo modo il lavoro sarebbe stato molto meno difficoltoso ed era più semplice accontentare il cliente.
«D'accordo» concluse Charlie. «Credo che abbiamo abbastanza informazioni per ideare un progetto. Per ora la ringraziamo.»
«Grazie a voi» rispose Hudson con un sorriso formale ed una stretta di mano ad entrambi. «Ci sentiamo presto!»
Una volta che l'uomo si fu allontanato, Charlie fece una proposta: «Che ne dici se andassimo fuori a pranzo?»
Aidan accettò senza esitazioni. Anche se lo conosceva solo da pochi giorni, si era reso conto di apprezzare molto la compagnia di Charlie; i due avevano pressoché la stessa età e molti interessi in comune perciò, nei momenti di pausa, il tempo trascorreva veloce in sua compagnia.
«Perfetto, hai in mente un posto in particolare?»
Aidan ci rifletté un istante e concluse che sì, in fondo poteva portarlo nel locale preferito di Harriet e mostrargli dunque parte della sua vita. «Dipende. Ti piacciono gli hamburger?»
 
«Avevi dannatamente ragione. Qui il cibo è delizioso!»
«Non scherzavi quando dicevi che stavi morendo di fame, Charlie
» commentò Aidan, ridendo.
Appena il cameriere aveva portato i piatti al loro tavolo, Charlie si era letteralmente avventato sul suo hamburger. Sembrava che non mangiasse da settimane.
«Spesso vengo qui a mangiare con mia sorella» spiegò Aidan. «È il nostro ristorante preferito in assoluto.»
Charlie lo ascoltava attentamente, mentre masticava con impazienza. Poi, una volta terminato, disse con serietà: «Mi sarebbe piaciuto avere un fratello o una sorella.»
«Devo dire che è bello, adoro le mie sorelle» commentò, evitando accuratamente di includere Sean. «Ci siamo sempre fatti forza a vicenda, specialmente dopo ciò che è accaduto a mamma e papà...»
«Ho saputo ciò che è successo e mi dispiace tantissimo» Charlie aveva lasciato momentaneamente perdere il suo piatto e guardava Aidan con espressione triste. «Per quel che può valere, sappi che puoi contare su di me per qualsiasi cosa.»
Aidan sapeva benissimo che si tratta di una di quelle frasi di circostanza che si dicono in questi casi. Ma fu comunque un piacere sentire che Charlie esprimesse la volontà di rendersi utile.
«Grazie, lo apprezzo davvero.»
I due continuarono a parlare a lungo, finché non convennero che fosse ora di tornare in ufficio e cominciare a stendere un progetto.
Fu solo quando i due salirono in auto che scoprì che Elizabeth aveva cercato di contattarlo al cellulare. Che strano, di solito lascio sempre la suoneria ad un volume piuttosto alto. Possibile che non abbia sentito nulla?
Pensò si trattasse solamente di una distrazione, poi si disse che, se fosse stato urgente, la sorella l'avrebbe richiamato.
Nel pomeriggio, Aidan e Charlie si preoccuparono di raccogliere le idee e trascriverle in modo da avere un chiaro quadro delle richieste del Signor Hudson. Le ore trascorsero senza che i due ragazzi se ne rendessero conto.
Ad un tratto il cellulare di Aidan squillò, questa volta forte e deciso.
«Ellie, che succede? Sono ancora...» Dall'altra parte si udiva una musica assordante. «Ma che diamine sta succedendo lì?»
«Aidan, per favore, puoi tornare a casa? Abbiamo un problema e non sappiamo cosa fare...»
«Ma di cosa si tratta? Sono ancora qui con Charlie Harper, abbiamo un lavoro da sbrigare.»
«Ti prego» la voce della sorella sembrava rotta dal pianto. «Harriet è fuori controllo, ha bevuto e...»
Quelle poche parole gli bastarono per cambiare subito idea e, rispondendo con un secco «Arrivo subito» comunicò a Charlie che era sorta un'emergenza e doveva scappare.
«Lascia che ti accompagni! E non preoccuparti, riprenderemo domani.»
Aidan lo ringraziò e i due salirono ancora una volta sull'auto di Charlie.
 
Il tragitto dell'ascensore verso l'attico non gli era mai parso così interminabile. Appena le porte si aprirono, Aidan si precipitò verso la porta d'ingresso, che era già spalancata.
«Ma che cazzo fai?!» Harriet aveva un tono aggressivo che non le apparteneva. «Riaccendi subito quel dannato stereo!»
«Per favore, calmati!» Ellie guardava esterrefatta la sorella minore. «Perché non ti siedi e mi racconti con calma quello che è successo?»
Aidan vide Harriet barcollare fino all'impianto stereo ma, invece che alzare il volume, si voltò di scatto. «Non c'è molto da dire, sono stata licenziata. Contenta?»
Detto ciò accese nuovamente la musica e le note di una canzone metal invasero di nuovo l'appartamento.
Aidan, che sino a quel momento aveva assistito impotente alla scena, si svegliò improvvisamente dallo stato di trance in cui era caduto e, col cuore che gli batteva a mille, esclamò: «Ma che diavolo sta succedendo?!»
«Finalmente sei qui! Non sappiamo cosa fare» disse Shannon, comparendo dal corridoio. «Abbiamo cercato di fermarla in tutti i modi, ma non c'è verso di convincerla a calmarsi.»
«Non l'ho mai vista così» aggiunse Ellie con gli occhi lucidi ed arrossati.
«Va bene.» Il ragazzo cercò di mostrarsi fermo e risoluto e fece per staccare la spina dello stereo ma, mentre si inginocchiava per compiere l'operazione, vide con la coda dell'occhio la sorella perdere l’equilibrio, cadere rovinosamente a terra e scoppiare in lacrime.
«Io non ho fatto nulla di male!» riuscì a dire tra i singhiozzi. «È tutta colpa di quella stronza di Ms Campbell e quella mocciosa di sua figlia... Non è stata colpa mia!»
Istintivamente Aidan si sedette per terra accanto a lei e la cinse tra le sue braccia, mentre la sorella continuava a singhiozzare.
«Ellie, sai dove possa aver trovato questa bottiglia di vodka?»
«No» rispose la ragazza. «Quando sono entrata in casa era già in queste condizioni.»
«Dove sei stata?»
«Miller voleva vedere le riprese delle telecamere installate nell'edificio, in modo da scoprire chi avesse scritto quelle parole nell'atrio.»
«Quali parole?» chiese nuovamente, pensando che la sorella avesse perso il lume della ragione.
Ellie spalancò gli occhi. «Stai scherzando? Non hai visto qui fuori? Qualcuno ci ha lasciato una bella sorpresa e James Miller sta indagando per trovate il colpevole.»
Aidan era costernato. Com'è possibile che non me ne sia accorto?
«Porto Harriet in camera sua» disse infine, sollevando la ragazza senza sforzo. «Dopodiché scenderò per capire cos'è successo.»
Mentre saliva le scale, Harriet aveva smesso di piangere e ora si teneva stretta al fratello maggiore. Di tanto in tanto emetteva suoni confusi, ma non pronunciò alcuna parola.
Mentre la adagiava sul letto, Aidan osservò quel viso corrucciato, il trucco sbavato e quei capelli chiarissimi più arruffati che mai. Nonostante tutto, la trovava comunque bellissima.
«Devi riposarti» le sussurrò, per poi dirigersi silenziosamente verso la porta.
«Resta qui.»
In un primo momento credette di essersi immaginato quelle parole, dettate solamente dalla sua immaginazione e le sue speranze. Ma poi Harriet le ripeté e aggiunse: «Per favore, abbracciami.»
Inutile dire che non se lo fece ripetere due volte; in fondo quella ragazza aveva solamente bisogno di conforto, e non era il caso di lasciarla sola in un momento così buio.
Perciò trasse un profondo respiro, si coricò accanto alla sorella e la strinse in un affettuoso abbraccio.
«Mi hai spaventato a morte, oggi» spiegò, inspirando il suo profumo. Sentì odore di alcol e pino silvestre. «Ti prego, non farlo mai più. Intesi?»
La ragazza non rispose e si limitò ad annuire.
«Non so cosa farei se ti perdessi.»
Il cuore cominciò a battergli forte nel petto e ad un tratto temette che potesse scoppiare.
È ora di scoprire le carte, fatti coraggio e diglielo.
Ma sapeva che in questo modo nulla sarebbe più stato come prima.
Fallo e basta, non potrai vivere per sempre con questo peso.
«Ora che siamo solo noi quattro sei la persona più importante della mia via e se dovesse accaderti qualcosa ne morirei. So che le mie parole ti sembreranno sbagliate e orribili, ma non posso più vivere in questo modo, chiedendomi cosa succederebbe se tu non sapessi mai la verità. Harriet, credo di essermi innamorato di te.»
Trattenne il fiato ed attese una risposta, che tuttavia non arrivò. Aidan non sapeva se la ragazza si fosse addormentata o lo stesse volutamente ignorando, o ancora se fosse rimasta talmente sconvolta da smettere di parlare completamente.
«Non sono uno stupido, mi rendo conto che i miei sentimenti per te sono sbagliati, ma avevo bisogno di raccontarti tutto, per poi voltare pagina e non pensarci più.»
«Mmh» fu l'unica risposta che ottenne. Era quasi certo che si fosse addormentata.
Quando ne ebbe la conferma, si alzò lentamente dal letto per non disturbare la sorella, poi le rimboccò le coperte e, in religioso silenzio, si diresse verso la porta.
Una parola incomprensibile uscì dalla bocca di Harriet e Aidan le si avvicinò nuovamente. Se si fosse trattato di una risposta alla sua confessione, aveva bisogno di sapere cosa ne pensava.
«...Cosa hai detto?» le sussurrò all'orecchio.
La risposta, se tale poteva essere definita, gli diede il colpo di grazia.
«...Sean.»
  
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