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Autore: Maiko_chan    14/11/2014    9 recensioni
Un "nuovo" ninja arriva a Konoha.
Dovrà integrarsi nel gruppo dei nostri eroi portando non pochi scompigli e, a un passo dalla guerra contro l'Akatsuki, la nuova risorsa sarà indispensabile. Tra intrighi, nuovi personaggi e un'amore perduto - o no? -, la storia principale sarà abbastanza sconvolta anche se la seguirò a grandi linee.
Prima fanfic, mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate.
[Estratto dall'ultimo capitolo]
Concentrati e mantieni la calma, Minoru.
Sentì un fischio quasi impercettibile e, ancor prima che Pakkun gli intimasse di muoversi, lui scattò verso il punto da cui era partito. Si abbassò, schivando un proiettile esplosivo che deflagrò dopo qualche secondo, ma lui era già addosso all’uomo che l’aveva lanciato. L’individuo, preso alla sprovvista, indietreggiò, estraendo un kunai. Minoru fu più veloce di lui, piantando l’arma nel suo petto, all’altezza del cuore. Kihou cadde a terra, esalando il suo ultimo respiro.
Meno uno.

{NaruHina + SasuSaku & Others}
[Storia ABBANDONATA]
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio | Coppie: Hinata/Naruto
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 13



Minoru si voltò, scrutando i dintorni. Estrasse un kunai, impugnandolo con forza. Gli scagnozzi di Kabutomaru non erano molti, ma non sapeva di cosa fossero capaci. Al suo fianco Pakkun rimaneva in attesa, fiutando l’aria.

«Arrivano, ragazzo.»

Udì un lungo e prolungato sibilo e pian piano una nebbia artificiosa calò su di loro. Minoru però non la ricollegò al Sanbi e Pakkun, a conferma di ciò, ringhiò in direzione degli alberi.

La visibilità calò finché non riuscì più a vedere a un palmo dal naso. Digrignò i denti, mentre la sua spalla iniziava a bruciare. Si obbligò a mantenere la calma e si concentrò sull’udito, ripercorrendo con la mente gli insegnamenti di Naruto-nii.

Concentrati e mantieni la calma, Minoru.

Sentì un fischio quasi impercettibile e, ancor prima che Pakkun gli intimasse di muoversi, lui scattò verso il punto da cui era partito. Si abbassò, schivando un proiettile esplosivo che deflagrò dopo qualche secondo, ma lui era già addosso all’uomo che l’aveva lanciato. L’individuo, preso alla sprovvista, indietreggiò, estraendo un kunai. Minoru fu più veloce di lui, piantando l’arma nel suo petto, all’altezza del cuore. Kihou cadde a terra, esalando il suo ultimo respiro.

Meno uno.

Il ragazzino si appiattì contro il fusto dell’albero, cercando di fare il minor rumore possibile. Udì un guaito alla sua destra e balzò in quella direzione, serrando gli occhi. Percepì Pakkun agitarsi, ancorato saldamente alla gamba del ninja traditore. Non ci pensò due volte: trafisse il basso ometto con un altro dei suoi kunai. Anche Kigiri spirò per mano sua. Il cagnolino mollò la presa del corpo quando lo sentì ricadere inerme sul terreno e si avvicinò istintivamente a Minoru.

Meno due.  

Strizzò gli occhi, portando la mano alla sua saccoccia dietro la schiena, in allerta. L’aria iniziava a diventare irrespirabile. Concentrò la sua attenzione sui rumori circostanti, affidandosi anche all’odorato di Pakkun. Passarono secondi, minuti, ore, Minoru non riusciva quantificare per quanto tempo rimase immobile.

«Dietro di te!»

Eluse l’attacco, spostandosi di lato, e avvertì l’arto del nemico sfiorargli la nuca. Si avventò su di lui, ma si scontrò con qualcosa che non avrebbe mai potuto prevedere: la pelle di quel ninja era viscida. Sgusciò via e lui colse una risatina di scherno. Fece perno sulla gamba destra per poter balzargli addosso, ma ancora una volta gli scivolò dalle mani.

«Tutto qui, ragazzino?» lo derise, ridendo sommessamente.

Minoru digrignò i denti, punto sul vivo. Si impose di non fare nulla di affrettato, ripercorrendo con la mente ciò che aveva toccato poco prima. Non era la pelle di un animale, sembrava un fluido sconosciuto. Aveva la consistenza dell’acqua, ma era più compatto, come gelatina.

Ripercorri con la mente ciò che sai dell’avversario e attua un’efficace contromossa.

Un liquido scivolò dai suoi capelli, depositandosi sulla sua maglietta. Portò una mano alla spalla, saggiando la consistenza di quella sostanza. L’avvicinò al proprio naso, ma non sentì nessun odore. Allora l’assaggiò con la punta della lingua.

Un’idea si formò nella sua mente e, per poterla attuare, diede un colpetto a Pakkun il quale, intuendo le sue intenzioni, si rifugiò dietro un albero.  

«Hai paura, vero?» sibilò con voce flautata Nurari, scivolando sotto forma di pozza d’acqua. «Potrei ucciderti in un attimo…»

Minoru non rispose alla provocazione, attento a non farsi prendere di sorpresa. Iniziò a muovere le mani, componendo velocemente un susseguirsi di sigilli. Pecora, cinghiale, cane…

Udì distintamente un nuovo fruscio e avvertì l’avvicinarsi di una presenza. Aprì gli occhi, balzando all’indietro e completando la serie:
… gallo e coniglio.

«Raiton: Tecnica dei Quattro Pilasti!»

Delle colonne si innalzarono attorno all’avversario, racchiudendolo in una trappola quadrata. Nurari aveva ripreso le fattezza originali per poter attaccare Minoru e grande fu la sua sorpresa quando si trovò circondato da quattro pilastri. Le scariche elettriche iniziarono subito dopo. Le urla di dolore del ninja squarciarono l’aria e il ragazzino si allontanò, seguito da un ammirato Pakkun. Finalmente uscirono dal bosco, tornando a respirare aria pulita.

«Non dobbiamo più preoccuparci degli scagnozzi di Guren…» affermò Minoru, massaggiandosi assente la spalla.

Il cagnolino si accigliò, scrutandolo con scetticismo.

«Ma quel tale che hai intrappolato è ancora vivo» e per sottolineare il concetto, un urlo più acuto dei precedenti fluttuò fra loro.

«Non vivrà ancora a lungo; la gelatina di cui è ricoperto è salata ed è, quindi, altamente conduttiva. Morirà per la potenza amplificata dei fulmini» spiegò il ragazzo, accennando un sorriso.

«Notevole…» mormorò Pakkun, stupito da tanta arguzia.

Le urla di dolore cessarono – meno tre –, ma un boato lacerò quell’apparente tranquillità. Minoru e Pakkun si scambiarono un’occhiata preoccupata, dirigendosi verso il luogo da cui proveniva.

Mai voltare le spalle al nemico.

Venne sollevato, la gola stretta nella ferrea morsa del ninja traditore e il cane fu sbalzato lontano da un calcio di quell’individuo. Gli mancava l’aria e la presa granitica dell’uomo faceva malissimo. La spalla tornò a bruciare e lui cercò – inutilmente –  di liberarsi.

«Adesso morirai, mocciosetto» dichiarò, continuando a stringere.

Minoru boccheggiò, inerme, e si concentrò sul viso squadrato del ninja per non perdere lucidità. Strinse i denti e iniziò ad accumulare chakra. 

Rinji ghignò, estraendo un kunai dalla saccoccia.

«Farò meno fatica a trafiggerti adesso, non trovi?»

Avvicinò pericolosamente l’arma al petto del ragazzo e Minoru capì che doveva agire immediatamente se voleva salvarsi. Con fatica portò una mano a lambire il polso di Rinji, il quale non se ne preoccupò, convito che fosse l’ultima disperata azione del giovane. Ma appena le dita del ragazzo toccarono la sua pelle venne sbalzato all’indietro, cadendo supino sul terreno.

Minoru crollò a terra, ansimando. Tenne d’occhio l’uomo, che ancora non accennava a rialzarsi.

La risata graffiante di Rinji spezzò il silenzio e lui stette allerta, pronto ad attaccare. Il ninja traditore si mise a sedere, contemplando il suo polso bruciacchiato. “Ingegnoso… Mi ha tramortito con una scarica di fulmini partita dai suoi punti di fuga” rifletté, impressionato.

«La prossima volta non sarai così fortunato» sentenziò, alzandosi.

Poi sparì, così com'era arrivato.

Minoru si guardò intorno con il fiatone, cercando l'avversario. Non rispuntò fuori così poté tirare un sospiro sollevato, ma si riprese mentalmente: se lo avesse saputo Naruto-nii lo avrebbe strigliato ben bene per la sua inettitudine. Sarebbe dovuto rimanere all'erta.

Si rialzò e si incamminò verso il punto in cui era stato scagliato Pakkun. Lo trovò in mezzo alle fronde, un po' ammaccato.

«Il mio tempo è scaduto, ragazzo» dichiarò il cagnolino, uggiolando per il dolore «Non vi sarei d'aiuto in questo stato. Meglio che vada.»

Minoru annuì, scompigliandosi i capelli.

«Buona fortuna.»

Uno sbuffo e Pakkun non c'era più.

Minoru sospirò, tornando sui propri passi. Doveva andare a dar man forte agli altri, l'esplosione di poco prima l'aveva messo in agitazione.

Mai desiderò così intensamente di avere Fuyumi accanto.

 
***
 
Naruto schivò nuovamente gli shuriken di cristallo, rifugiandosi contro un albero, mentre Kakashi usava i suoi kunai per difendersi. Il combattimento era in stallo già da un po’ dato che Guren attaccava ripetutamente con armi a lungo raggio per tenere a debita distanza i suoi avversari. Era una strategia vantaggiosa per la donna, visto che entrambi erano più pericolosi in combattimenti ravvicinati.

Kakashi si abbassò cercando, con l’aiuto del suo Sharingan, una via di fuga nell’incrollabile difesa di Guren ma quando cercò di avvicinarla una miriade di armi di cristallo gli vennero scagliate contro. Sperò che Naruto avesse qualcosa in mente e gli si avvicinò con un balzo.

«Suggerimenti?»

Il ragazzo ci pensò un po’ su, infine scosse la testa in segno di diniego.

«Ci vorrebbe Minoru…» dichiarò, pensando con apprensione al suo giovane allievo «Dobbiamo farci strada insieme, collaborando. Potremmo combinare fuoco e vento per confonderle le idee.»

Kakashi annuì, azzardandosi a dare un’occhiata oltre il tronco. Puntualmente degli shuriken si conficcarono nel legno.

«Speriamo bene.»
 
Naruto scattò verso la donna, iniziando a comporre dei sigilli a velocità impressionante con una sola mano, mentre l’altra teneva stretto un kunai con cui respingeva le armi della donna. Kakashi, coperto dall’azione del ragazzo, uscì allo scoperto attaccando senza esitazione.

«Katon: Tecnica della Palla di Fuoco Suprema!»

L’enorme palla di fuoco si diresse verso Guren la quale però era già pronta a schivarla. Balzò in alto, lasciando che il fuoco la superasse.

«Fuuton: Potente Ondata di Vento!»

Un’improvvisa folata la spinse verso il basso, dove Kakashi l’aspettava pronto scontrarsi con lei. La donna volteggio nell’aria, componendo velocemente dei sigilli.

«Arte del Cristallo: Lame del Cristallo di Giada!»

Sul suo braccio si formò una lunga lama di cristallo che andò a scontrarsi con il kunai dell’argenteo, dando vita a un serrato combattimento: Kakashi cercava di anticipare le mosse di Guren per poterla cogliere di sorpresa mentre lei, implacabile, provava a penetrare la sua difesa in modo da colpirlo con l’affilatissimo filo dell’arma. Il copia-ninja venne fortuitamente salvato dal tempestivo intervento di Naruto, che riuscì a sviare un fendente diretto alla nuca. Si separarono con un balzo e Guren si pulì la guancia dal sangue che fuoriusciva da una delle ferite inflittale dall’uomo.

Naruto non le lasciò tempo per riprendersi: si scagliò contro di lei, sorprendendola e riuscendo a lesionarle un arto. La donna contrattaccò, ma con la coda dell’occhio vide Kakashi sopraggiungere in aiuto del ragazzo. Strinse i denti e lanciò dei kunai verso l’argenteo che però schivò abilmente. Naruto approfittò del momento e caricò l’avversaria un Rasengan; fu così veloce che la donna non lo vide neanche arrivare. Guren si schiantò contro un masso, sputando sangue, la carne dello stomaco bruciata dalla devastante tecnica. Un rivolo carminio scivolò sul suo mento, ma non si diede per vinta.

Non avrebbe mai potuto prevedere ciò che sarebbe accaduto.

«GUREN!»

Yukimaru si lanciò verso di lei,  cogliendo alla sprovvista sia la donna che i ninja di Konoha. Il ragazzo le si parò davanti, gli occhi spalancati dal terrore, il labbro inferiore che tremava incessantemente. Accertatosi delle sue condizioni si rivolse verso i due uomini, sfidandoli con lo sguardo. Guren si lasciò scappare un gemito, cercando di bloccare l’emorragia senza successo.

Naruto e Kakashi osservano impietriti il ragazzino che cercava disperatamente di aiutarla a rimettersi in piedi, mormorando a bassa voce parole sconnesse. Poi un’ombra uscì dalla foresta e si avvicinò ai due, in mano un kunai sporco di un lucido fluido rossastro.

«Rinji! Aiutami a portarla via!» strepitò Yukimaru, muovendosi frenetico.

Naruto scattò in avanti, pronto a fermarli, ma venne bloccato da Kakashi il quale scosse la testa, facendogli cenno di aspettare ancora un attimo. Il ragazzo si liberò dalla presa, guardando attentamente i loro avversari. Si ricordò delle parole dei suoi due allievi e ricollegò quello smunto ragazzino con colui che avevano incontrato ai piedi di quell’albero di camelie. Trattenne la foga, ma percepì che qualcun altro stava per arrivare. Portò una mano alla sua saccoccia, digrignando i denti; era ancora troppo presto.

Rinji soppesò la figura della donna morente per qualche secondo, il kunai stretto nella sua mano. Alzò gli angoli delle labbra nel suo solito sorriso sbilenco e alzò un braccio verso Yukimaru che sorrise, credendo che volesse aiutarlo, ma l’uomo gli diede un potente pugno in pieno volto, che ebbe l’effetto di farlo capitombolare a terra.

Guren urlò, addolorata per quel ragazzino a cui si era tanto affezionata. Rivide la donna che aveva ucciso cadere assieme a lui – sua madre – e il rimorso tornò a dettare ordini nel suo animo dilaniato. Fece perno sulle gambe e si rialzò cercando di colpire l’uomo con uno shuriken di cristallo. “Basta un graffio, solo uno…” pensò, scagliandosi contro di lui. Rinji fu più veloce e con un devastante calcio la colpì allo stomaco; Guren sputò una grande quantità di sangue e i suoi occhi si fecero più opachi.

«No!»

Yukimaru si avventò sull’uomo, ma venne scostato in malo modo e cadde nuovamente sul terreno. Rinji sollevò la donna per il bavero ridendo, una risata che fece accapponare la pelle a tutti i presenti.

«Sai, Guren…» iniziò, portando il suo volto davanti al proprio «Non pensavo che sarebbe stato così semplice eliminarti, ma per questo devo anche ringraziare i due valorosi ninja della Foglia.»

Ghignò verso i due uomini e Naruto strinse i denti, rivolgendogli un’occhiata furente, pronto a intervenire. Scambiò un veloce sguardo con Kakashi, un fulmineo movimento d’iridi, riportando poi la propria attenzione sulla scena che erano costretti a guardare.

«Orochimaru-sama ti ucciderà, bastardo…» sibilò Guren, in un rantolo di dolore.

Rinji si aprì nuovamente in una risata strafottente e avvicinò le labbra al suo orecchio

«Orochimaru è morto» scandì, in tono derisorio «È Kabuto, adesso, a dettare ordini.»

Guren sgranò gli occhi, incredula, scuotendo decisa il capo.

«Sta zitto, maledetto! È impossibile che Orochimaru-sama sia morto!» strepitò, dimenandosi.

Rinji non le ripose, senza mai perdere il suo sorrisetto sghembo, ed estrasse un affilato kunai pronto a infiggerle un colpo mortale.

Accadde tutto molto velocemente, senza che nessuno potesse far nulla.

Naruto partì all’attacco con un Rasengan nel momento in cui l’uomo fece partire il suo braccio, ma arrivò troppo tardi; un’enorme e massiccia katana trafisse il corpo di Rinji e Guren in un sol colpo, nell’esatto istante in cui Yukimaru si lanciava verso la donna che ormai reputava sua amica.

Per un attimo vi fu il silenzio elettrico, poi un boato e infine un urlo di disperazione.

Il Rasengan di Naruto si scontrò con la massiccia pelle dell’uomo a cui apparteneva la katana, sfrigolando; la potenza immessa nella sua tecnica si era scontrata con la difesa di ferro del nukenin.

Guren ricadde a terra, il petto squarciato, mentre il corpo senza vita di Rinji rimaneva infilzato dalla spada. Yukimaru si gettò su di lei, le guance solcate da lacrime salate, incredulo. La donna respirava ancora, sebbene avesse molte difficoltà. Alzò lo sguardo verso di lui, opaco e prossimo alla morte, sorridendo appena. Mimò una frase con le labbra, prima di abbandonarsi all’oblio. Per un attimo Yukimaru pensò che stesse semplicemente riposando, ma immediatamente quella piccola speranza venne spazzata via dalla realtà: il piccolo urlò, addolorato, e il suo chakra s’innalzò in cielo, una colonna di potere. Poi il boato di un verso animalesco scosse l’aria, con il successivo arrivo di un uomo con la medesima cappa del proprietario della katana.

Kakashi incontrò lo Sharingan del nukenin, storcendo le labbra da sotto la sua maschera. Scorse Naruto iniziare un serrato combattimento con l’uomo dalla carnagione azzurra – Kisame – , consapevole che di li a poco la situazione sarebbe precipita. Poi ci ripensò: poteva andare peggio di così?

Come non detto.

Lo stesso Sambi decise di fare la sua apparizione e Minoru, arrivato nel medesimo istante, pensò che erano nei guai. O meglio, erano fottuti. Vide il suo maestro coinvolto in un combattimento con un uomo possessore di un’enorme katana, mentre Kakashi e l’altro nukenin si guardavano costantemente negli occhi, Sharingan attivo. Poi un nuovo urlo di dolore lo spinse a rivolgere la sua attenzione sul ragazzino che avevano incontrato lui e Fuyumi, con il corpo di una donna riverso in un pozza di sangue. Riuscì a distinguere le lacrime che solcavano le sue guance scarne e capì che il Bijuu era stato attirato dal chakra di Yukimaru, non capendo il perché.

Attaccò.

 
***
 
Fuyumi percepì l’enorme quantità di chakra liberato a pochi chilometri dalla base di legno, volgendosi ansiosa verso una delle finestre.
Lei e Shizune erano arrivate un paio d’ore prima, e da allora non avevano avuto un attimo di riposo. Neji, Sakura, Yamato e gli altri non avevano mai cessato di agitarsi, febbricitanti. Erano intrappolati in delle illusioni molto efficaci, che sfinivano il loro fisico.

Se, da una parte, Fuyumi si era rassicurata quando Katashi-san aveva fatto la sua apparizione, dall’altra aveva solo aumentato la sua preoccupazione per Minoru. Erano poche le volte in cui erano rimasti separati e questa non era sicuramente una delle situazioni in cui lei riusciva a sentirsi al sicuro senza di lui. O meglio, non concepiva il pensiero che fosse lì, al sicuro, mentre Minoru rischiava la vita. Di nuovo. Senza che lei potesse essergli d’aiuto.

Shizune la richiamò all’ordine e Fuyumi si mosse come un automa, ponendo un panno bagnato sulla fronte di Sakura, la mente che divagava.

Tornerai da me anche questa volta, vero?

 
***




 
Salve a tutti!

Eccomi di ritorno con il nuovo capitolo, ovviamente con un ritardo stratosferico xD 
Non l'ho neanche riletto, perdonatemi se trovarete degli errori di distrazione ma sono leggermente fusa ù-ù
Ed indine sono arrivati anche Kisame e Itachi! Come se non bastasse in questo capitolo ho fatto fuori un sacco di gente uhuhuh 
Okay, no, so' fuori. 
Sarà che di solito a quest'ora sono nel mio letto a leggere, ma oggi i sensi di copa per non aver aggiornato mi si sono ritorti contro all'interrogazione di Economia Politica, qundi è solo colpa vostra se mi hanno messo solo 6- ù-ù 
Okay, no, sto davvero male.
Basta, mi dileguo, pronta a ricevere i vostri insulti - una recensioncina fa sempre piacere, sì *_* 

Un bacionee <3 

Maiko_chan
 
   
 
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