Rick
sembrava lo sposo più
calmo che Jim avesse mai visto in tutta la sua vita. Stava conversando
con il
Giudice di Pace come se questi fosse un ospite invitato a una semplice
cena.
Ma
poi Jim con la coda
dell’occhio vide una gamba dei pantaloni di Rick muoversi,
come se lui stesse
ballicchiando, sebbene fosse fermo in piedi, e comprese che lo sposo
non era poi
così rilassato come voleva apparire. Il signor Beckett non
riusciva a capire se
l’agitazione fosse dovuta ai nervi o
all’eccitazione.
“Rick,
spero che tu non
abbia ripensamenti all’idea di sposare Katie”
scherzò Jim avvicinandosi a lui.
“No”
rispose fin troppo
velocemente e con fin troppa enfasi, smentendo la sua calma apparente.
“No.
Sono pronto, Jim”
“Mi
fa piacere saperlo”
Rick
rise un po’ impacciato.
“Non so se sia il caso di ammetterlo, ma in tutta
onestà, Jim, sono pronto a
sposare Kate da almeno tre anni”
Il
padre della sposa fece
una risatina. “Vedo dunque che la tua è una
decisione impulsiva!” ci scherzò
sopra per trattenere l’improvvisa ondata di emozione
scatenata da quella frase.
Quest’uomo – Jim lo sapeva bene –
guardava Katie come il miracolo che essa
aveva sempre rappresentato per lui, sin dal primo momento in cui gliela
avevano
messa fra le braccia all’ospedale, più di trenta
anni fa, quando era solo un
fagottino strillante e con il visino rosso. Sì, Richard
Castle era quello
giusto per Katie, si meritava sua figlia più di qualsiasi
altro essere al
mondo.
E
in quel momento Jim sentì
che l’ultimo, vago, inespresso dubbio scaturito
dall’inspiegabile scomparsa di
Rick era svanito per sempre. Rick Castle amava Katie, l’aveva
aspettata, stava
al suo fianco nonostante il pericolo, la sosteneva e la proteggeva da
tanto
tempo. E in nessun modo quest’uomo l’avrebbe
volontariamente lasciata
all’altare, né tanto meno sarebbe sparito per due
mesi senza una parola.
Rick
fece una risatina e poi
si adombrò, incontrando gli occhi di Jim. “Siamo
arrivati al momento del
matrimonio in cui c’è il discorsetto “se
fai soffrire mia figlia ti uccido”?”
Jim
fece finta di essere
sorpreso: “No, assolutamente no”
Rick
sorrise e Jim assunse
un’espressione impassibile, con la quale cercava a stento di
trattenere una
sonora risata: “Questo è il discorsetto
“se la fai soffrire ti faccio sparare
da Javier e Kevin”
Rick
sbatté gli occhi un
paio di volte e poi scoppiò a ridere, seguito da Jim:
“Giusto, naturalmente.
Avevo dimenticato che hai il tuo team personale di poliziotti che fanno
il
lavoro per te!”
“E’
chiaro”
Il
sorriso svanì dalle
labbra di Rick, che raddrizzò persino le spalle per darsi un
tono e dichiarò
con voce seria: “Amo davvero Kate, tantissimo. Farei
qualsiasi cosa per lei”
Jim
pose una mano sulla
spalla dell’uomo di fronte a sé: “Lo so,
Rick. Lo so da anni. E non mi
preoccupo per quello”
“Grazie”
Jim
esitò, poi aggiunse
sotto voce: “Sarò orgoglioso di considerarti mio
figlio. E so che, se la mamma
di Katie fosse qui, la penserebbe allo stesso modo”
Rick
sbatté gli occhi
rapidamente, distolse lo sguardo e poi si schiarì la gola:
“Grazie, Jim”
aggiunse con la voce rotta per l’emozione. “Questo
significa tantissimo per me”
“E
so che non lo hai mai
fatto però se vuoi, da oggi in poi, puoi chiamarmi
papà”
Rick
inghiottì a fatica.
“Io… io potrei farlo qualche volta.
Grazie”
Con
la coda dell’occhio Jim
colse un movimento in lontananza e vide che Martha era appena uscita
dalla
casa, seguita da Alexis. “Sembra che Katie sia
pronta” osservò e Rick si voltò
per guardare sua madre e sua figlia. E il sorriso che si
aprì sul volto
dell’uomo disse tutto – amore, felicità,
speranza e sicurezza si dipinsero sul
suo volto. Sì, Rick era decisamente più che
pronto a sposare Katie.
Martha
e Alexis si
avvicinarono sorridendo e Martha incontrò lo sguardo di Jim,
facendogli un
impercettibile cenno con il capo. “E’
pronta” confermò quando li raggiunse e
dette un bacio sulla guancia di Jim, facendo uno dei suoi tipici gesti
teatrali
che sarebbero sembrati affettati per chiunque ma che su Martha in
qualche modo
sembravano sempre naturali.
Jim
sorrise, strinse
dolcemente la spalla di Martha e si chinò per baciare Alexis
sulla guancia.
Quelle due donne sarebbero state la famiglia di
Katie – e da adesso anche la sua. E fu felice di sapere che
Katie stava per
entrare in un nucleo
tanto amorevole.
“Allora
deduco che è tutto a
posto” disse rivolgendosi ai tre.
Alexis
sorrise, passando un
braccio intorno alla vita di suo padre. “Andiamo,
papà, faremmo meglio a
metterci al nostro posto”
Jim
si fermò ad osservare
Rick che lasciava un bacio delicato sui capelli di Alexis, mormorandole
alcune
parole all’orecchio, e sorrise. Ecco un’altra cosa
che amava di Rick: era
certamente un padre amorevole. Katie non avrebbe potuto scegliere un
uomo
migliore come genitore dei suoi futuri nipoti, si disse Jim.
Il
padre della sposa entrò
in casa e si diresse al piano di sopra nella stanza che era stata
temporaneamente destinata a Katie per prepararsi al grande evento.
Bussò
delicatamente alla porta semiaperta. “Katie?”
Lei
si voltò e gli sorrise,
sebbene ci fossero ancora tracce di lacrime sulle guance della donna.
“Entra,
papà”
A
Jim mancò il respiro nel
vederla. “Oh, Katie, sei bellissima”
sospirò.
Katie
sorrise. “Grazie,
papà”
Ed
era davvero bellissima.
Il completo pantaloni bianco era molto più semplice e meno
formale di un
vestito da sposa e l’acconciatura e il trucco di Katie questa
volta non avevano
beneficiato delle lunghe ore e delle sapienti mani di chi
l’aveva aiutata in
occasione di quel matrimonio mancato. Ma nonostante questo era
meravigliosa. E
lui poté ammirarla liberamente, senza quegli intensi ricordi
che lo avevano
assalito la volta precedente, vedendola indossare l’abito di
Johanna. Era stato
felice che Kate lo portasse, sapeva che anche a Johanna avrebbe fatto
piacere,
ma era stato più difficile di quanto si aspettasse. Vedere
sua figlia – tanto
somigliante alla madre – nello stesso abito che aveva
indossato Johanna, quello
stesso vestito con cui lei aveva camminato lungo la navata della
chiesa, gli
aveva fatto rivivere quell’evento come se fosse successo solo
pochi mesi prima
e non come un ricordo risalente a oltre trent’anni fa.
Oh,
Johanna, se tu potessi vedere la nostra piccola Katie adesso…
Sentì un improvviso nodo alla gola: gli mancava Johanna, gli
mancava il modo
con cui sua moglie avrebbe abbracciato sua figlia, come le avrebbe
sistemato i
capelli e il trucco, tolto un’improbabile piega dal corpetto
di pizzo solo per
avere una scusa per stare accanto a Katie in questi ultimi minuti prima
di
affidarla a un altro uomo. Gli mancava il modo in cui Johanna lo
avrebbe preso
in giro per quella commozione che gli velava gli occhi e gli incrinava
la voce,
anche se sarebbe stata poi la prima a mettersi a piangere.
Una
giostra di immagini e di
ricordi gli affollarono la mente – la sua preziosa bambina,
Katie che dormiva
nella culla; una testarda Katie che, a cinque anni, insisteva di essere
ormai
cresciuta e pertanto non più bisognosa della lucetta
notturna; una Katie
adolescente, accoccolata a sua madre sotto una coperta dopo che uno
sciocco
ragazzetto le aveva spezzato il giovane cuore; la Katie ribelle (per
Jim era
sempre Katie, mai Becks), tutta vestita di nero; Katie e Madison,
sedute con le
teste vicine, a ridacchiare su qualcosa che era successo a scuola quel
giorno.
Katie magra e con quell’espressione spettrale il giorno del
funerale di
Johanna. Katie nella sua uniforme, appena entrata in polizia. Katie
quasi
totalmente devastata e severa quando gli disse che non poteva perdere
un altro
genitore ma che, se lui non si fosse mantenuto sobrio, non lo avrebbe
mai più
visto – l’unico ultimatum che aveva funzionato e
che aveva spinto Jim sulla
lunga via della disintossicazione. Katie che rideva mentre gli
raccontava degli
aneddoti su Rick nei primi anni della loro collaborazione.
Jim
sbatté gli occhi, riportandosi
mentalmente al presente, e si schiarì la gola:
“Sei pronta?”
Lei
rilasciò un respirò e
annuì. “Sì, tutto pronto. E’
che… vorrei che mamma fosse qui”, ammise
dolcemente.
Jim
sospirò. Si era
ripromesso di non piangere ma naturalmente sentì le lacrime
che gli colmavano
gli occhi. Ricacciò l’emozione giù per
la gola. “Sarebbe così felice per te,
orsacchiotta” riuscì a dire, chiamandola con il
soprannome che usava quando era
piccola, senza nemmeno accorgersene.
Lei
sorrise a quel
nomignolo. “Lo so”
“E
darebbe il tormento a te
e a Rick su quando ci regalerete dei nipotini” aggiunse,
cercando di sorridere.
A
Katie scappò una risata
tremolante. “Oh sì, sarebbe proprio nel suo
stile”
“Le
piacerebbe Rick e lo
approverebbe, proprio come faccio io” aggiunse, ricordandosi
improvvisamente di
una conversazione avuta tantissimi anni prima con Johanna a proposito
di uno
dei ragazzi di Katie al tempo del liceo, quando si erano lasciati
andare a speculazioni
su come sarebbe stato il futuro marito della loro
unica figlia. O, per essere più precisi, Johanna aveva
esternato ad
alta voce i suoi pensieri mentre Jim aveva
mantenuto la ferma convinzione che nessun uomo sarebbe mai stato degno
della
sua preziosa bambina. Jo si era limitata a prendere in giro suo marito,
ricordandogli quanto fosse intelligente la loro Katie e pertanto in
grado di
incontrare quello giusto e sposarlo. E come sempre, pensò
Jim, Johanna aveva
avuto ragione. Katie aveva incontrato quello giusto e stava per
sposarlo. “E’
un brav’uomo e ti ama”
Oh.
Oh wow. A
Jim mancò nuovamente il respiro di fronte al modo in
cui l’espressione di Katie era cambiata: un sorriso radioso
si era aperto sulle
sue labbra e le aveva illuminato gli occhi. Aveva visto sua figlia in
ogni
stato d’animo, le era stato accanto in alcuni dei suoi
momenti più felici e in
quelli più tristi. Ma non l’aveva mai vista
così sollevata e… stranamente
serena come in quel momento.
“E
lo amo anch’io, papà,
tantissimo” confessò.
Jim
non riuscì a trattenere
una risata: “Lo so, Katie, ce lo hai scritto in
faccia!”
Le
si avvicinò e la
abbracciò intensamente, chiudendo gli occhi di fronte a
quelle lacrime
pungenti. E pregò con ogni fibra del suo corpo che a Katie e
Rick fossero
concessi molti, moltissimi anni di felicità. E
pensò a Johanna. Veglia su di
loro, Jo, disse fra sé e sé.
E
per quanto fosse assurdo,
gli sembrò di sentire la risata di Johanna e di vederle un
sorriso sul volto.
Sentì la sua felicità per Katie e in qualche modo
seppe che, ovunque fosse, lei
approvava.
Si
tirò indietro e depose un
bacio sulla fronte di sua figlia. “Andiamo, qui
c’è qualcuno che si deve
sposare”
Sorrisi
e lacrime si
alternarono sul volto della giovane donna. “Ti voglio bene,
papà” sussurrò,
abbracciandolo per un altro secondo.
“Ti
voglio bene anch’io,
tesoro” le disse in modo quasi burbero.
La
sposa si passò una mano
sulle guance per rimuovere le lacrime che erano rimaste, poi gli
regalò un
sorriso e lo prese a braccetto. “Sono pronta” disse
prendendo il semplice
bouquet che Alexis aveva preparato.
Sì,
era pronta.
E
insieme, lui e Katie si
incamminarono attraverso la casa verso Rick e la sua famiglia che li
aspettavano all’esterno. Verso il futuro della sua bambina.
E
Jim era felice.
La
sua bambina stava per
sposare l’uomo giusto, un uomo che l’amava, e dopo
tutto cos’altro può desiderare
un padre per la propria figlia?
Nota
della traduttrice
Qualora
non si fosse capito, nutro un amore sviscerato nei confronti di Jim
Beckett e
mi piacerebbe tanto vederlo di più in tv. Quando ho scoperto
questa ff su
fanfiction.net mi si è aperto il cuore! Bingblot mi ha
concesso l’onore di tradurla
in italiano ed eccola qui.
Grazie
dunque all’autrice e, come sempre, al mio angelo custode e
alla sua penna verde.
Un
abbraccio,
Deb