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Autore: Cassie Forbes    15/11/2014    1 recensioni
“L’Aleph“ è «un punto nell’Universo che contiene tutti gli altri punti, presenti, passati, piccoli e grandi» ed è il titolo di un romanzo dello scrittore brasiliano Paulo Coelho. Cosa c'entra ai fini della nostra storia? C'entra. Perchè, a volte, quando si sopravvive a esprienze traumatiche, si perde e si guadagna qualcosa. E questo è proprio ciò che succede a Mia Joly, francese, parente con una importantissima famiglia di cacciatori: gli Argent. Un evento tragico farà traslocare la nostra ragazza a Beacon Hills dove, si sa, la vita non è mai troppo tranquilla. Ci sono lupi, misteri e, beh, morte.
Siete almeno un po' curiosi, vero?
PS: Va detto che questa storia è nata su sollecitazione di una persona cui devo un ringraziamento speciale. Grazie Giulia!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ANGOLO AUTRICE: Grazie a Giulia per la presenza, il supporto e il parere che non mi fa mai mancare. Grazie a voi che leggete. Vi lascio al secondo capitolo e qualche stranezza in più! C.
 
 
«Mia, Mia mi senti?».
«Tesoro, è tutto a posto. Apri gli occhi. ».
«No.»-dico scuotendo il capo violentemente.
«Mia, andiamo. Aprili. Ed esci dal letto, sei lì da cinque giorni!».
«NO!»-tuono, tirandomi le coperte su fino a coprire la testa. Non volevo aprire gli occhi, non volevo vedere. Non volevo che nessuno vedesse. Sapevo cosa succedeva quando qualcuno moriva, soprattutto qualcuno che mi era vicino. Non che le altre morti non mi toccassero, questo non era mai successo. Ma questa volta era diverso, tutto era diverso. Allison era mia cugina e la mia migliore amica da sempre. Le nostre madri erano sorelle, siamo cresciute qui a Parigini insieme fin quando gli Argent non si sono trasferiti in America, nella cittadina di Beacon Hills. A quanto pare, c’è un gran bisogno di cacciatori al mondo. E così abbiamo continuato a crescere insieme ma a distanza, non che questo fosse un problema per noi: ci raccontavamo tutto delle nostre vite, di come le nostre vite avessero alti e bassi e, beh, le solite cose. Ally era più giovane di me di qualche anno, io ne ho 20,  ma quanto a dolori della vita, penso che fossimo quasi pari. Lei aveva perso sua madre e sua zia, io mio padre e mia sorella. E me stessa, ma questo lei non lo sapeva. Nessuno al di fuori del nostri circolo di cacciatori lo sapeva.
«La mamma è uscita. Hai intenzione di restare lì sotto per sempre?» - la voce di mio fratello Matt arriva al mio orecchio sinistro, segno che si è sdraiato al mio fianco.
«Forse.»- rispondo sussurrando- «Sarebbe così grave?».
«Forse.»- ride Matt al mio fianco. «In questo caso, dirò allo zio Chris che non vuoi parlare con nessuno…» - lo sento alzarsi ma in un frazione di secondo mi scopro e gli balzo addosso, lasciando scoperto il viso e, così, i miei occhi.
«Oh, Mia…»- la voce di mio fratello sembra non tradire eccessivo nervosismo, ma i suoi begli occhi verde scuro sì. Il viso con dipinta un’espressione di compassione si sposta alla porta della mia stanza, dove qualcuno sta bussando.
« Mia, posso entrare? Sono lo zio.»
« Certo.»– rispondo asciugandomi gli occhi e afferrando il mio fedele paio di occhiali da sole. – « Non è ancora pronto per vedere questo. » – spiego a Matt rispondendo alla sua occhiata interrogativa.
 


Zio Chris passa tre ore a riassumermi tutti i fatti che hanno portato alla morte di Allison cinque giorni fa. Nel frattempo riceve messaggi e un paio di chiamate da Scott, il primo grande amore di Ally, ma non risponde. Il ragazzo che è venuto qui con mio zio, Isaac, aveva iniziato a frequentare mia cugina poco prima della sua morte: il suo viso è distrutto, gli occhi perennemente lucidi. Ogni tanto interviene a colmare qualche vuoto nel racconto dello zio, ma per il resto parla pochissimo.
«Angela mi ha raccontato cosa ti è successo l’anno scorso. E cosa puoi fare da quando è successo.»- dice a un certo punto mio zio, dopo aver fatto uscire Isaac dalla mia stanza.
Sospiro. Ovviamente mia madre glielo ha raccontato, dopotutto è di famiglia, è un cacciatore e ha appena perso sua figlia. Probabilmente voleva confortarlo.
«Ti ha detto tutto? »- chiedo indicando gli occhiali. Ecco perché non era rimasto troppo stupito quando li avevo indossati.
«Quindi immagino che tu sia qui anche perché vuoi sapere qualcosa in più… Giusto?»- lui annuisce, gli occhi lucidi. Poi mi stringe la mano e mi guarda fisso negli occhiali.
«Se te la senti. Non voglio costringerti o forzarti. Solo io voglio sapere se… Se potesse avere una sorte diversa, ecco. Lei era la mia bambina…»- e poi, d’improvviso, le sue barriere crollano e scoppia in un pianto disperato. I ruoli si ribaltano: se quando sono morti mio padre e mia sorella ero io raggomitolata tra le sue braccia a piangere con singhiozzi spezzati, ora è lui, con la testa sulla mia spalla, a sfogare tutto il suo dolore.
 
 

«Ancora niente?»- la voce di Derek mi prende alla sprovvista, ero talmente concentrato a ripetere “rispondi rispondi” come un mantra che non me ne sono accorto.
«Nulla. Non risponde da una settimana. Dove sarà andato?».
«Parigi.»- Deaton ci illumina entrando all’improvviso nel loft di Derek.
«Parigi? Chris Argent a Parigi?»- sono sbigottito. E’ partito senza avvisare, portandosi dietro Isaac. Hanno lasciati tutti noi a navigare nel dolore dopo la morte di Allison e Aiden.
«Parigi…»-sussurra Lydia sognante, il viso rivolto alla finestra. Fuori piove a dirotto. E’ la prima parola che dice da cinque giorni. «Hanno dei parenti lì. Allison mi parla…»- si interrompe, mordendosi il labbro e scuotendo il capo. «Mi parlava. Mi parlava spesso di sua cugina, la figlia della sorella di sua madre. Probabilmente è andato da loro.»
«Ma certo, Mia Joly! E’ sua nipote. Ecco perché è andato lì.»- Deaton annuisce, ma lo sguardo è assente, come se stesse dialogando tra sé e sé.
«E quindi?»- chiede il padrone di casa, intuendo che sotto ci sia più di quanto il veterinario non dica. Come sempre del resto.
«Quindi… Devo andare. Ne riparleremo!»- e in un attimo, il caro dottore, svanisce.
 


«Non c’era altra possibilità, zio. Mi dispiace.»- rispondo, dandogli le spalle per asciugare la lacrima che scorre lungo la mia guancia. Guardo il fazzoletto e anche questa volta è tinto di rosso. Non so perché mi aspettassi un esito diverso. Mi volto di nuovo verso di lui e gli restituisco la collana di Ally, ma lui me la rimette in mano.
«Tienila. Sono certa che vorrebbe l’avessi tu.»- sorride triste. Mi addolora vederlo così a pezzi: la nostra famiglia ha perso così tanto in questi ultimi anni… Così decido di raccontargli anche l’altra metà di quello che ho appena visto.
«Zio… Ho detto che non c’era altra possibilità. Intendevo in questa vita. »- lascio galleggiare le parole per dargli il tempo di assorbire il colpo e capire. D’un tratto i suoi occhi si illuminano per un breve istante e si spalancano, diventando ancora più grandi e, se possibile, ancora più azzurri.
«Vuoi dire che…».
«Sì.»- annuisco con un lieve sorriso- «Voglio dire che in un’altra è felice. Sta bene. E’ al college, è innamorata… Ha una vita felice. So che è complicato. »- aggiungo - «Credimi, capisco la tua confusione meglio di chiunque altro»- sorrido davvero, alzando gli occhi al cielo. Mio zio, mia madre, Isaac e Matt restano tutti in silenzio per un po’. Nonostante la mamma e mio fratello siano abituati da un anno a questa “cosa”, so che anche per loro ogni volta è strano. Come per me. Solo che per me è anche doloroso, lacerante e stancante da morire.
«Sei stanca.»- afferma infatti Matt guardandomi negli occhi. Gli occhiali protettivi ormai non servono più, tutti qui ormai conoscono il mio segreto.
«E’ vero, perdonami, ti ho fatta stancare. Ti lascio riposare.»- zio Chris e il licantropo si alzano, ma, prima di uscire, mio zio si gira, mi guarda in modo strano e sorride. «Sei ancora una buona cacciatrice?»- mi chiede quasi divertito.
«Ehi, guarda che potrei offendermi!»- ribatto ridendo - «Dopotutto è una cosa di famiglia. Certo che sono ancora in gamba!».
«Allora cosa ne diresti di tornare con me a Beacon Hills, tra un po’, quando ripartirò? Abbiamo bisogno di molto aiuto, a quanto pare laggiù sta scoppiando l’inferno.»
«Tanto per cambiare»- ribattiamo all’unisono io e Isaac.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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