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Autore: AlekHiwatari14    16/11/2014    1 recensioni
[Preceduto da My Life like a Vampire.]
Rita Sawada, una giovane che scopre di essere un vampiro quando un tempo, prima che la fantasia si scontrasse con la realtà, pensava fosse un essere noto nella realtà come "umana".
Ed è stata proprio quel mescolarsi che l'ha condotta lì, a vivere insieme a quei amabili vampiri di nome Sakamaki & conoscere gli altri vampiri come i Mukami.
L'unico problema è che lei è tormentata. Il suo cuore è tormentato. E stavolta, tra intrighi amorosi, lotte e sopratutto sangue, molto sangue a lei negato da tempo, si troverà di fronte a scelte su scelte.
Il suo cuore troverà pace? Il potere di cui ha bisogno per essere un'eccellente essere, noto a tutti i viventi consapevoli di quella realtà come 'intoccabile', lo troverà?
Riuscirà a diventare un vampiro completo e a dar pace al suo cuore? E l'amore della sua vita, chi è veramente?
Tutto questo lo scoprirete solo leggendo! Buona lettura.
Genere: Commedia, Generale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kou Mukami, Laito/Raito Sakamaki, Nuovo personaggio, Subaru Sakamaki, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My Life like a Vampire'
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Capitolo 24 - Il passato dimenticato.


Ero in aula a seguire podologia, ma tutto pensavo al di fuori della lezione. Mi sentivo terribilmente turbata per ciò che era successo. Karin, che era accanto a me, se ne accorse.

Karin:Ehi, tutto bene?
Rita:Si. Sono solamente un pò confusa. Tutto qua.

Il fatto che avevo morso Louis, che fossi un vampiro e che non sapevo nulla su di me, il fatto che Kou era così premuroso, che mi sentivo terribilmente a disagio in quella situazione e che lui sapesse il mio segreto, mi faceva un pò paura. Non volevo deludere i vampiri, sopratutto Raito visto che già era depresso di suo. Che avrei dovuto fare? Dovevo incominciare a comportarmi come un vampiro, ma non sapevo affatto come ci si comportasse e non volevo neanche ferire Louis. 

Rita:Che devo fare?

Mi chiesi appoggiando la testa sul banco sconfitta.

Karin:Ma che hai? 
Rita:Nulla.
Karin:Davvero? Invece degli appunti continui a scrive "che fare?" e dici che non hai nulla.
Rita:Scusa. Sono solo un pò confusa.
Karin:Confusa di cosa?
Professore:Silenzio in aula!!!

Rimproverò il professore vedendoci parlare.

Rita:Ne riparliamo dopo.

Dissi sbattendo nuovamente la testa sul banco continuando a cercare una decisione valida ad entrambe le cose. Dovevo comportarmi da vampiro senza intaccare Louis e i Sakamaki. Cosa avrei dovuto fare? Continuai a chiedermi come il mio solito essendo un eterna indecisa. Uscimmo dall'aula e mi avviai all'armadietto per prendere i libri di anatomia quando all'interno trovai una lettera.

Rita:Una lettera? 

Mi chiesi prendendola. Era tutta imbustata e odorava di fragola. Aveva il petalo di una rosa rossa che la chiudeva.

Karin:Oh... hai un ammiratore??
Rita:Ma va! Qui nessuno mi fila! Chi vuoi che mi scriva?
Karin:Non so. Forse qualcuno che ti ha visto. Magari nel corso di anatomia di ieri.
Rita:Non ne ho idea, ma penso sia uno stupido scherzo. Nessuno sa dov'è il mio armadietto, a parte tu e Kou. Sicuramente sarà stato lui.
Karin:E che ne sai che non ti abbia visto qualcuno mentre posavi i libri?
Rita:Non lo so.
Karin:Che aspetti ad aprirla?

Curiosa aprii la lettera infastidita pensando che fosse uno scherzo, ma ciò che trovai al suo interno mi lasciò senza fiato. Quella lettera mi colpì profondamente. Chiunque l'aveva scritta doveva avere un cuore fragile e sicuramente mi conosceva da tempo. Perchè? Nella lettera c'erano scritte testuali parole:

Lettera:"Angelo mio, so che non dovrei scriverti, ma sentivo il bisogno di farlo e dirti i miei sentimenti. Vorrei donarti la luna, ma essa non è nulla di che al tuo confronto. Tu sei l'essere più bello che abbia mai visto. Sei un angelo caduto dal cielo venuto a salvarmi nelle mie giornate buie e senza senso. Oh...dolce e prezioso amore. Oggi è un giorno come un'altro, ma posso dirti che sei sempre nei miei pensieri fin dalla prima volta che ti ho visto. Sei in tutte le cose faccio, ti vedo da per tutto... Detto così è scontato dire che io sia innamorato di te, dopotutto già lo sai... Sai che per te ho gioito, ho provato a rischiare, ho provato ad aprirmi e ad essere me stesso con te, ma c'è qualcosa che va sempre storto... per questo ho sofferto e soffro ancora. Abbiamo vissuto periodi intensi, che l'amore stava nascendo, crescendo e improvvisamente... mi sono accorto che quell'avvicinamento era tutto un illusione e lì crollo. Tu sei l'unica che ha il mio cuore. Sei speciale, come da tanto tempo ormai, ma non sembra sia lo stesso per te. Con gli altri ti comporti come se fossero Dei, mentre io per te sono una sottospecie di barbone che potrebbe anche morire da un momento all'altro. Non so perchè, ma nonostante i litigi, i momenti buii, sento che siamo molto vicini, che tra noi c'è qualcosa di grande, ma c'è anche qualcosa che impedisce che scoppi la scintilla... Forse è colpa mia, che ancora non mi rassegno all'idea che tu sia di un altro o è colpa dei miei atteggiamenti troppo diretti e perversi. Perdonami della lettera così lunga, ma volevo che sapessi che ti amo davvero. Che il mio ti amo non è uno qualsiasi, ma è sincero e va al di fuori di tutti i limiti esistenziali. Ti amo perdutamente. Vorrei che tu fossi mia, ma tu stai con lui e non riesco accettarlo, o meglio NON POSSO accettarlo. Vorrei essere al posto suo, accarezzarti, baciarti e star sdraiato sul tuo grembo coccolandoti con tutto l'amore che ho dentro, ma so che testarda come sei non lo lascerai mai. Quindi se mi vorrai ti chiedo solo una cosa. Tentami, amami, desiderami, ti prego, ho bisogno di te. Amore mio. Ti amo. Potrei morire per te. Baci, Anonimo."

Leggendola risposi alle domande di Karin che mi assillava chiedendomi chi era.

Rita:Anonimo.
Karin:Chi è anonimo?
Rita:Come chi è? E' sconosciuto.
Karin:Che sta scritto?

Gli passai la lettera sospirando.

Rita:Deve essere uno scherzo di Kou. Solo lui potrebbe scrivere una cosa del genere.
Karin:Si, ma non è la sua scrittura. Questa è una scrittura più decisa, la scrittura di Kou a volte è praticamente indecifrabile.
Rita:Davvero?
Karin:Si, scrive talmente piccolo che neanche lui si capisce. Questa scrittura, invece, è grande e chiara.
Kou:Di che parlate?

Chiese venendo verso di noi con le mani nelle tasche e la cartella a tracollo.

Rita:Divertente caro, peccato che io non ci casco.
Kou:Di che stai parlando?
Rita:Su questa! L'hai scritta tu, vero?

Dissi mostrandogli la lettera. Il vampiro la lesse guardandomi sorpreso.

Kou:Wow...hai già un ammiratore.
Rita:Piantala! Lo so che sei stato tu!!

Il vampiro sospirò e prese il quaderno dallo zaino mostrandomi la sua scrittura.

Kou:Ti pare mia per caso?

Karin aveva ragione. La scrittura di Kou neanche io riuscivo a decifrarla, ma avrebbe sempre potuto usare qualcun altro per scriverla. Magari non l'avrebbe scritta lui direttamente, ma un amico.

Rita:Scusa, ma allora chi l'ha scritta?
Kou:Senti, io non sono stato. Preferisco parlare in faccia che fare stupide lettere e poi, anche se fossi stato io, non vedo il motivo per cui dovrei dirtelo. Dopotutto sta scritto anonimo, non credi?
Rita:Allora sei stato tu!
Kou:Non voglio perdere tempo con te, ci vediamo in aula.

Rispose mettendosi le mani dietro alla nuca e passeggiando per i corridoi. Mentre si allontanava guardai quella busta. C'erano molte cose che non capivo e quella stupida lettere era solo la ciliegina sulla torta nella mia vita confusa. Vedendolo andare, con la lettera tra le mani, decisi di seguirlo. Lo seguii fino ad arrivare in giardino dove riuscii a fermarlo.

Rita:Ehi! Fermati!!
Kou:Ah...che vuoi ancora? Ti ho detto che non l'ho scritta io.
Rita:Non è questo che dovevo dirti.
Kou:Cosa c'è allora?

Chiese voltandosi verso di me che mi avvicinai.

Rita:Aiutami!
Kou:Aiutarti? In cosa?
Rita:Non so come ci si comparta un vampiro, ma ho bisogno di diventarlo visto che lo sono.
Kou:Cioè...vuoi che ti insegni ad essere un vampiro?
Rita:Si.
Kou:Assurdo.

Disse ridendosela.

Rita:Ehi! Non ridere! E' una cosa seria!
Kou:Senti, potrei anche aiutarti, ma come ho già detto non prometto niente a nessuno. Già è troppo che non dico ai Sakamaki che sei un vampiro.
Rita:Ti prego!! Farò tutto quello che vuoi!!

Esclamai giungendo le mani supplicandolo.

Kou:Tutto quello che voglio dici?
Rita:Si, tutto.
Kou:Tutto tutto?

Annuii e il vampiro mi guardò dalla testa ai piedi con aria pensierosa e maliziosa.

Kou:Ok, mi aiuterai a superare gli esame e farai tutto ciò che ti dico?
Rita:D'accordo.
Kou:Affare fatto. Mi aiuterai con gli studi e gli esami ed io ti aiuterò a comportarti da vampiro, mantenendo il segreto ovviamente.
Rita:Oh...grazie.
Kou:Per prima cosa devo conoscere il tuo passato per sapere che vampiro sei. Ne parliamo dopo la lezione di microbiologia, ok?
Rita:Che? Perchè dovresti sapere il mio passato?

Chiesi allarmandomi. Il motivo? Non sapevo niente del mio passato, apparte qualche sospetto del sogno che feci su Solitaria di quand'ero piccola, non sapevo altro. Ricordavo astento ciò che era successo prima che arrivassi qui su Vampire. Ebbene si! Anche se non sembra ho una memoria che fa schifo. Ricordo poche cose, diciamo quelle che mi colpiscono di più e non ne capisco il motivo, ma quando ricordo qualcosa la ricordo nei minimi dettagli. Sono strana. Lo ammetto. A volte non mi capisco neanche io. Il vampiro si voltò verso di me con aria incuriosita e con le mani in tasca.

Kou:Scusa, ma se non so qual'è il tuo passato come vuoi che sappia che vampiro sei?
Rita:Kou...il problema è..che non so neanche io il mio passato.
Kou:Bene.

Disse con aria delusa pensando che lo volessi prendere in giro.

Kou:Così non collabori per niente. Se non mi dici il tuo passato come vuoi che io sappia il tuo essere?
Rita:Kou, davvero non lo conosco. Se solo ci fosse un modo io....
Kou:Ok, non c'è problema. 

Interruppe voltandosi verso l'entrata dell'aula.

Kou:Ne riparliamo dopo anatomia.
Rita:Ma c'è microbiologia dopo.
Kou:Qual'è il problema? La saltiamo.
Rita:Cosa?
Kou:Vuoi sapere il tuo passato o no?

Chiese facendomi rimanere perplessa. Andammo a seguire anatomia e a fine lezione si alzò con la cartella a tracolla tendendomi la mano.

Kou:Allora? Vieni?
Rita:Si, aspetta! Devo prendere la borsa!

Risposi prendendo da terra la cartella. Il vampiro mi prese per mano facendo voltare tutti, che incominciarono a guardarci con sospetto e a chiedersi dove andavamo, mentre ci allontanavamo. Mi condusse in una stanza buia. Era l'aula di astrologia dov'ero andata con Raito il giorno prima. Era sempre stupendo vedere tutte quelle stelle, ma quella stanza si rivelò essere tutt'altro che l'aula di astrologia di come mi aveva riferito Raito.

Rita:Ma questa è l'aula di astrologia.
Kou:Aula di astrologia? 

Il vampiro incominciò a ridersela.

Rita:Che hai da ridere?
Kou:Ma quale aula di astrologia? Questa è la stanza degli innamorati.
Rita:Cosa? 
Kou:Tutto quello che succede qui, rimane qui dentro e non esce fuori da queste mura.
Rita:E che dovremo fare noi due qui dentro?

Chiesi incominciando a pensare male, ma i piani di Kou erano tutt'altro di quello che pensavo.

Kou:Semplice. Questa stanza è chiamata stanza degli innamorati perchè scopre tutti i sentimenti e il passato delle persone che entrano. E' come una sottospecie di prova d'amore e vedono tutto con le stelle.
Rita:Con le stelle?
Kou:Si. Per questo ti ho portata qui. Non sai il tuo passato ed hai bisogno di saperlo per essere un vampiro completo e per vedere dove dobbiamo lavorare.
Rita:E perchè dovresti esserci anche tu?
Kou:Ragionaci un pò! Purtroppo, questo coso funziona solamente con due persone e poi, così, vedrò con i miei occhi ciò che è successo, senza che me lo racconti tu. Non ti pare?

Mi incamminai guardando quelle stelle, attendendo il momento che aspettavo. Quello di vedere il mio passato. Kou mi venne dietro sussurrandomi:

Kou:Sei pronta?
Rita:Si, penso di si.

Il vampiro mi abbracciò da dietro baciandomi la guancia e improvvisamente, dinanzi a me, apparirono delle immagini. Era la mia vita passata. Lì compresi il motivo di ciò che era successo e che io avevo combattuto e anche molto per vivere. Proprio come aveva fatto la persona che mi  stava abbracciando...

***

Davanti a me c'era il volto di quella donna. Sembrava la madre di Subaru. Mi teneva stretta a se. Le immagini erano piuttosto sfogate e confuse. Improvvisamente, vidi il sangue nella culla dov'ero e il contatto delle mie dita sporche con la bocca. Vidi tutto quello che avevo passato nella villa Sakamaki i primi giorni di vita fino al mio arrivo su Alien Terra. Cioè le cose che già sapevo, ma che non ero sicura fossero realtà. Lì, su Alien Terra, ero arrivata in un ospedale. La persona che chiamavo mamma quand'ero lì stava partorendo, ma aveva perso il suo piccolo partorendo. Non appena mi videro sola e abbandonata fuori alla clinica decisero di darmi a lei fingendo che fossi nata prima dei 9 mesi. Quella persona, che consideravo ormai mia madre, mi prese in braccio e mi vide gracile com'ero.

Madre:Non ti lascerò mai più. Non ti farò mai soffrire. Te lo prometto.

Disse accarezzandomi il volto in lacrime. Le immagini si spostarono al mio primo biberon. Lo buttavo per aria e volevo sempre dormire. Mangiavo poco e dormivo sempre. Ad un certo punto si videro i dottori che parlavano con lei rivelando che ero anemica. Probabilmente per la mancanza di sangue che avevo. Più crescevo e più impossibile era la mia riuscita di vita. Ero bianca come latte e i miei occhi luccicavano al buio, tanto che al mattino li tenevo sempre chiusi. Mia madre mi teneva al buio per permettermi di aprirli e girare un pò, gattonando per casa. Improvvisamente si videro le immagini di mia madre che piangeva seduta a tavola per farmi mangiare, mentre parlava a telefono con i dottori.

Madre:No! Non può essere! No! Non può morire! Lei deve vivere.

Sentivo che urlava.

Madre:No, non mi interessa! Non voglio altri bambini! Voglio lei e deve vivere! 

Urlò attaccando il telefono in faccia al dottore.

Madre:Mangia a mamma. 

Piangendo cercò di darmi a mangiare, ma non volevo. Dopotutto ero un vampiro e non mangiano molto, ma volevo confortarla così incominciai a mangiare e a sforzarmi solo per quello.

Madre:Brava la mia bambina.

Purtroppo, incominciando a mangiare più del prevvisto, il mio metabolismo non era abituato. Dopo 2 mesi con quella persona mi vennero le convulsioni febbrili e ogni 15 giorni circa ci trovavamo in ospedale perchè non riuscivo a respirare. I dottori continuavano a dire che ero anemica e che avevo 1 possibilità su 1000 di vita. Avevo il sangue a zero quasi. Non avevo neanche la forza di giocare, ma fingevo di star bene per non far preoccupare mia madre che già aveva i problemi suoi con la famiglia che non andava d'accordo e che papà non era mai a casa. Ogni giorno fingevo un sorriso anche se stavo male per farla star bene. A sua insaputa avevo creato un varco in camera mia, dove potevano venirmi a trovare i miei fratelli dell'anima, e ogni giorno venivano e giocavamo insieme, raccoglievano il mio sangue per analizzarlo e mi informavano degli altri mondi. Loro sapevano che ero debole e anche il motivo. Non potevo continuare a nutrirmi da aliena non essendolo, ma dovevo per quella persona che mi dava tanto. Cercavo di resistere il più che potevo, finchè un giorno non mi portò quella carne. Era la carne equina. Aveva un odore irresistibile. Mentre la cucinava usciva il sangue che era rimasto intrappolato nella carne e così, bevendo ogni giorno quel sangue ripristinai il mio, ma ero ancora molto debole. Avevo 5 anni ed ebbi l'ultima convulsione febbrile. Fu quella che rovinò la mia esistenza e il motivo per cui ricordavo poco del mio passato. Mentre giocavo non ci vidi più. Il cuore pulsava poco per aver mangiato più del dovuto. La convulsione durò 30 minuti, giusto tutto il tempo da casa fino all'ospedale più vicino. I medici escludevano una mia riuscita di vita e se ci fosse stata riuscita, sicuramente il mio cervello era stato intaccato, ma non fu così. Davanti a me si presentò una donna vestita con una tunica e un cappuccio nero, con osse ovunque e un ascia in mano. Era proprio lei, la morte. 

Morte:Così piccola e già qui.
Rita:Aspetta! Non posso morire!
Morte:E perchè mai non puoi?
Rita:Sono un intoccabile e gli intoccabili fanno i patti con la morte proprio come i vampiri, o sbaglio?
Morte:Tu sei entrambi, o sbaglio?
Rita:Esatto. Quindi ho il diritto di vivere.
Morte:Per vivere dovrai darmi qualcosa in cambio dolcezza. Non lo sai?
Rita:Cosa vuoi?
Morte:Ci sono delle cose che posso far morire. Ricordi, sicurezze, amore, fortuna, vita. Decidi. Cosa vuoi che ti tolga?
Rita:Toglimi i ricordi!
Morte:Bene.

Disse sorridendo impugnando l'ascia e buttandomela addosso. Lo schianto mi svegliai di colpo. Stranamente ricordai cos'era successo, ma non ricordavo nulla della morte e di ciò che era successo prima di quel giorno. Pian piano i miei ricordi svanivano e le prove diventavano sempre più ardue. Dopotutto non ero di quel mondo. Ricordavo stranamente tutto, ma solo le cose che rimanevano impresse nel mio cuore rimanevano intatte come se non fosse passato secondo. Nonostante ciò la vita andò avanti. A 10 anni, come ogni vampiro che si rispetti, divenni donna affrontando le prime fasi dello sviluppo. A 11 ebbi il primo amore, ma con rammarico dopo una settimana seppi che era fidanzato con me e con un'altra spezzandomi il cuore. Subito dopo a scuola fui picchiata dalla mia migliore amica. Tutto questo sempre a 11 anni, quand'ero alle medie. Avevamo fatto sia le elementari che l'asilo insieme. La cosa che mi fece male non fu l'essere presa a botte, ma il motivo per cui l'aveva fatto. L'aveva fatto perchè una professoressa, schizzata di mente che voleva farmi avere traumi a livello psicologico, gli aveva promesso che avrebbe avuto il voto in più all'esame se mi avesse picchiato. Dopo tutte queste esperienze in campo amoroso e in quello dell'amicizia, avevo sempre la speranza nel cuore di trovare l'amore della mia vita, proprio come le amicizie giuste, ma non fu così. Incontrai amici che mi fecero conoscere un idiota. Quell'idiota mi fece uscire fuori di senno. Di solito non bado all'aspetto esteriore, ma bado alle parole e ai gesti delle persone, ma con lui ero diventata tutt'altro. Ero  vanitosa, dolce, amabile complice, passionale tentatrice e amante, ma mi spezzò il cuore dopo essersi preso gioco di me, ma lì il problema fui io. Ero diventata troppo superficiale, cosa che di solito non ero. Dopo 3 mesi volle la prova d'amore e gliela diedi stupida com'ero diventata. Mi utilizzò per avere la libertà dai suoi genitori perchè solo con me poteva scendere. Mi chiamava "ancora di salvezza". Il motivo? Avevano sospetti che fosse gay ed io ero il ripiego. Lo amavo perdutamente, tanto da accettarlo anche se fosse stato bisex, ma dovetti lasciarlo quando successe quella cosa in quel giorno. Eravamo in vacanza con i suoi sulla spiaggia. Le onde del mare erano alte. Non sapevo nuotare, ma riuscivo a mantenermi a galla anche se a fatica. Non volevo buttarmi, ma lui non so come mi convinse per poi spingermi, mentre l'onda arrivava verso di me. Non so come riuscii ad uscire da quella situazione intatta. Quando uscii dall'acqua cercando di stare calma per non farlo impaurire, ma la reazione fu tutt'altro. Aprii gli occhi e lo vidi con un aria sorpresa che dalla spiaggia mi venne vicino dicendomi: "Ma come? Non hai avuto neanche un pò di paura?" Sentendo quelle frasi mi sentii male, ma cercai di trattenermi. Una volta arrivata a casa raccontai tutto ai miei, mandandolo a quel paese e lui venne a casa fingendo di voler far pace, ma appena dissi che era finita incominciò a infangarmi davanti a mia madre e a mio padre dicendo che era stato con me e che io l'avevo voluto. Che già l'avevo fatto prima di lui quando, invece, lui era stato il primo. Dopo quella storia mi ripromisi che nessun don giovanni, come nessun ragazzo più, mi avrebbe ammaliato e sarebbe entrato nella mia vita. Infatti, decisi di rimanere single e dedicarmi completamente all'università e in futuro al lavoro che avrei svolto, fino a quel giorno che arrivò il bus e incominciò la mia stramba avventura tra i mondi.


***

Subito dopo le mie immagini del passato comparirono quelle del passato di Kou. Entrambi eravamo sorpresi. Entrambi avevamo affrontato dure prove ed eravamo ancora lì. Mi voltai verso di lui che era ancora scosso dalle immagini che aveva visto. Gli accarezzai il volto dicendogli:

Rita:Ne hai passate di tutti i colori, eh?
Kou:Pensavo che il mio passato fosse orribile, ma il tuo mio batte in pieno. Come hai fatto a vivere con gli alieni? Nessun vampiro sarebbe resistito in quella situazione. Sei... per caso... un angelo?
Rita:Ma va!!

Esclamai ridendo e spingendolo.

Kou:Ora capisco perchè hai resistito tutto questo tempo senza sangue.  Deve essere stata dura per te. Vieni qui!

Disse afferrandomi il braccio e conducendomi tra le sue braccia, abbracciandomi amorevolmente con le lacrime agli occhi.

Kou:Non ci credo. Tu....sei stata così forte ad affrontare quei mostro. Stavi per.....e per fortuna.... sei viva e vegeta. 
Rita:Kou....
Kou:Se non ti avessi conosciuto non avrei mai capito la parola affetto. Non so perchè, ma con te non riesco ad essere egoista ed egocentrico come sono di solito. Tu riesci a riempiermi ed a capirmi con un solo sguardo.
Rita:Kou...

Ero sorpresa. Era così dolce che non capivo come aveva fatto a passare tutto quello che aveva passato in quell'orfanotrofio e chi stupida madre l'avrebbe abbandonato così piccolo e gracile com'era. Il vampiro piangeva, mentre mi teneva stretto a se, dicendomi tutto ciò che provava per me. In effetti eravamo uguali, anche in minima parte. Anch'io ero contenta che lui fosse li e che l'avessi conosciuto. Dopo tutto quello che ha passato poteva anche rimetterci le penne. Voleva diventare vampiro come i suoi fratelli, ma non voleva morire. Non ne aveva la forza proprio come me. Non ho mai avuto voglia di morire, avevo voglia di vivere con tutto che la sfortuna e i guai mi perseguitavano, che ero anemica, che non mangiavo, che ero debole, che avevo bullismo di ogni genere, ma comunque continuavo a vivere e a sperare nell'amore, proprio come lui che nel suo incoscio amava la vita anche se era dura viverla. Ricambiai l'abbraccio e il vampiro mi scoprì il collo odorandomelo e infilando le sue zanne bevendo il mio sangue. Probabilmente era il suo modo per consolarsi e per confortare, chissà. Gli accarezzai i capelli e, anche sentendomi debole, glielo feci fare visto che aveva le lacrime agli occhi. Ne aveva bisogno. E mentre noi eravamo in quella stanza, al bar stava succedendo il putiferio.

Raito:COSA??
Kanato:NOOOO!! Il mio dolce!!

Esclamò vedendo di nuovo il suo dolce rovinato da Raito, stavolta dalla coca cola che stava bevendo e l'aveva sputato su di lui e sul suo dolce.

Kanato:Ma c'è l'hai con il mio dolce?
Raito:Ma fanculizzati tu e il tuo dolce!
Ayato:Che succede?

Chiese avvicinandosi con Yui ai due vedendo che litigavano.

Raito:Secondo te che potrà mai succedere? Guarda tu stesso!!

Alterato lanciò il giornale che cadde nelle mani di Yui. Per la seconda volta eravamo finiti sul giornale, ma stavolta io e Kou regnavamo in prima pagina. La foto era quella di quando eravamo nei corridoi e lui cercava di sapere se ero o no un vampiro. Quando appoggiò la sua fronte alla mia.

Yui:Che carini!!
Raito:Carini un corno!!!
Kanato:Deve esserci sicuramente un motivo. Lo sai che Rita non si comporta così. Deve essere qualche fotomontaggio.
Ayato:Concordo. Poi la conosciamo. Per quanto un pervertito, come te, ci provi lei, non cede mica?
Raito:Lo so, ma sembrano così intimi in questa foto!!
Karin:Intimi?? Parlate di Kou e Rita?

Chiese avvicinandosi al tavolo.

Raito:Ma sbaglio o tu sei Karin, la sorella di Ren?
Karin:Si, sono proprio io. Seguo i corsi con Kou e Rita.
Ayato:Davvero?
Karin:Si, approposito. Potete dare questi appunti a Rita? 
Raito:Certo, perchè?

Domandò prendendo il quaderno dalle mani della ragazza.

Karin:Ha saltato microbiologia.
Raito:In che senso?
Kanato:E' impossibile.
Yui:Già, lei non salta mai una lezione.
Karin:Si, infatti non è stata colpa sua, ma di Kou. 
Ayato:Kou?
Karin:Già! Appena è finito il corso di anatomia, si è alzato al cambio professori e ha trascinato Rita fuori.
Kanato:Come?? 
Raito:Spiegati meglio! In che senso l'ha trascinata fuori?
Karin:Sembrava molto una fuga amorosa. Da quello che ho sentito li hanno visti entrare in quel posto li.

Informò pensierosa incominciando a dare sospetti ai vampiri.

Yui:Quale posto?
Karin:Nella stanza degli innamorati.

Al nome del posto, Raito si alzò di scatto diventando una belva insieme al fratello Kanato.

Raito:COOOSAAAA??!?
Kanato:Che ci fanno nella stanza degli innamorati??
Karin:Ah...Non chiedetelo a me! Io ne so meno di voi.
Raito:Non la passerà liscia!!
Ayato:Raito! Aspetta!!

Esclamò vedendolo andare infuriato verso la stanza, intanto lì dentro Kou aveva appena finito di bere il mio sangue.

Kou:Scusa. Non volevo.
Rita:Tranquillo.

Dissi abbottonando il fiocco alla gola.

Kou:Senti, so che è stupido dirtelo, ma... non credevo che tu...
Rita:Tranquillo. Lo so che sei molto sensibile e fragile. 
Kou:Da questa stanza non deve uscire nulla di quello che è appena successo, ok? Nessuno deve sapere che sono....
Rita:Sensibile? Tranquillo.

Risposi sorridendo. Il vampiro mi abbracciò.

Kou:Grazie Chèri! Sei la migliore amica che ho.
Rita:Beh..anche tu sei un buon amico.
Kou:Davvero?

Annuii e il vampiro sembrò arrossire abbassando la testa.

Kou:E' la prima volta che qualcuno me lo dice. Vogliamo uscire?

Chiese con testa bassa prendendomi la mano. Annuii ed uscimmo. Appena aprimmo la porta ci trovammo nei corridoi.

Rita:Sicuro che non lo dirai a nessuno?
Kou:Tranquilla, nasconderò la cosa. Ah..approposito....quasi dimenticavo...

Disse fermandosi e prendendo dalla tasca un biglietto.

Kou:Questa è la ricevuta della bibliotecaria. Avevo dimenticato di dartelo. 
Rita:Grazie.

Risposi afferrando quel biglietto.

Kou:Ho preso il tuo numero da lì. Posso tenerlo?
Rita:Certo che puoi. 
Kou:Non ti da fastidio?
Rita:Ma che dici? Anzi...mi fa piacere così possiamo sentirci.
Kou:Allora più tardi posso chiamarti?
Rita:Certo, perchè no?
Raito:Che scena amorosa.

Interruppe guardandoci disgustato. Sembrava che avessi fatto qualcosa di male. Che aveva? Cosa avrà mai pensato di me e di Kou? E sopratutto di chi è quella lettera che ho ricevuto? Scopritelo nel prossimo capitolo. A presto, dalla vostra Rita.
   
 
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