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Autore: Sherlock Holmes    16/11/2014    1 recensioni
Holmes è stato avvelenato. La sua morte è prossima…
O forse… così non è?
Genere: Commedia, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Irene Adler, John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tenendomi lo stomaco con la mano sinistra, cercando così (inutilmente ed infantilmente, ad esser sincero) di arginare il dolore sempre più intenso, salii la gradinata del Grand Hotel, che mi portò fino al secondo piano dell’albergo.
Fino alla stanza 256.

Deglutii a fatica.
Il momento era giunto.
Di certo, dato il mio trapasso imminente, non avrei avuto altre occasioni…
Sì.
Dovevo farlo.
Subito.

Così, ormai deciso, racimolai le mie forze; e… bussai alla porta traghettata con il numero 256.

Attesi meno di un istante.
Irene Adler spalancò l’uscio della sua camera.
E i suoi occhi verdi incontrarono i miei.

Ah, Dio… Dovevo essere impresentabile…! Pallido come un cencio; le labbra completamente disidratate…

Non appena La Donna mi vide, un sorriso le si dipinse sulle labbra.
Era… lieta di vedermi?
 - Buon… Buon pomeriggio, Irene…- articolai, a fatica.
Forse, solo in quel momento si accorse del mio pallore… Difatti, il suo viso mutò espressione.
- Sherlock… Ma che ti è successo?- mi chiese, preoccupata, prendendomi delicatamente il braccio e facendomi entrare nella sua stanza.
A quel contatto, il mio cuore aumentò repentinamente i suoi battiti…
- Non… credo di avere molto tempo…- esalai.
Irene fece tanto d’occhi.
- Che… significa, Sherlock?-
Dovevo dirglielo. Senza mezzi termini.
- Irene…-
Le presi la mano, tenendola fra le mie, tremanti.
- Io… Io ti amo.-

Tre parole.
Tre parole che mi parevano pesanti come macigni si rivelarono semplici ed, addirittura, naturali da dire… anzi, da dirle.

La fissai con intensità, cercando nel suo sguardo un rifiuto od una approvazione…
Beh, non trovai né l’uno né l’altra.
Semplicemente, Irene si sporse verso di me… annullò la distanza fra noi…
E mi baciò. Con passione estrema.
Allontanò le sue labbra dalle mie solo dopo un secondo bacio; dolce.
- Ce ne hai messo di tempo, Sherlock, per ammetterlo…!-
Mi sorrise, gaia, per poi baciarmi una terza volta.
- Anticipo la tua richiesta… o vuoi esprimerla…?- mi chiese.
Ovviamente, sapeva che desideravo conoscere ciò che lei provava veramente verso me…
- Stupiscimi, gioia…- esalai, debolmente.
Lei mi carezzò la gota, senza cancellarsi il sorriso dal volto.
- Io amo te, Sherlock. Te e solo te…- mi sussurrò – Uh, e adoro quando mi chiami “gioia”.- aggiunse, teneramente.
Fece per baciarmi, ma… una smorfia di dolore mi si dipinse in viso; il che la fece desistere.

Fu un attimo.
E la consapevolezza colpì la mia amata come un fulmine.

- Ho… appena capito perché… mi hai… rivelato il tuo amore per me… solo ora…- esalò La Donna, portandosi una mano alle labbra.
Io annuii.
- Sto… morendo, Irene.- sibilai, mestamente, fissandola tristemente. – Mi hanno… avvelenato.-
Lei scosse la nuca, disperata.
- No, Sherlock. Tu non morirai.- affermò, seria.
Afferrò in immediato il suo soprabito dal pouf, con un movimento fluido.
- Vieni con me.- fece.
Mi prese poi la mano, trascinandomi fuori dalla sua stanza.
Giunta con me di fronte all’ingresso dell’hotel, prese il mio viso fra i suoi palmi.
- Io ti salverò, Sherlock Holmes.- mormorò, puntando i suoi occhi nei miei – E questa è una promessa.-
  
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