~<< Alan dove sei? >> Riconosco la voce di Lodovica che sta richiamando il cugino che è proprio di fronte a noi << Lodo sono quiii >> io e Jorge ci lanciamo uno sguardo quando lo sentiamo gridare << Ah eccoti…ma che stai facendo? >> una volta arrivata accanto al cugino Lodovica si volta verso di noi << E voi? >> chiede inarcando un sopracciglio << Ehm…noi.. >> apro la bocca per parlare ma balbetto dicendo cose senza alcun senso compiuto << Stavamo mostrando la casa a tuo cugino! >> Dice Jorge sorridendo e poi si avvicina ai due che sono fuori la porta, Lodo lo guarda dubbiosa << E perché? >> << Perché così non si sarebbe perso e poi tuo cugino è così simpatico, mi piace stare con lui >> Jorge va dietro Alan e lo abbraccia cingendogli il collo e avvicinando la sua guancia a quella del bambino, Alan chiude un occhio per la troppa vicinanza di Jorge, d’un tratto Jorge lo solleva di peso con il solo braccio destro che avvolge ancora il piccolo corpo di Alan, il bambino si aggrappa con entrambe le mani all’avambraccio di Jorge per timore di cadere << Wuho! Che fai?! Mettimi giù! >> si lamente lui spaventato << Lo porto in camera mia Lodo, voglio mostrargli una cosa >> senza attendere una risposta Jorge si allontana a passo svelto lasciandomi da sola con Lodovica << No Jorge aspetta, mio cugino è sotto la mia responsabilità…Jorge! >> le parole della mora volano al vento, per qualche istante ha ancora il capo rivolto nella direzione in cui sono spariti i due, dopo poco la sua attenzione viene concentrata su di me. Mi strofino le dita cercando di calmarmi, devo riuscire a rispondere a qualsiasi domanda voglia farmi. << Perché la luce spenta se volevate mostrargli la camera? E perché in due? >> okay, ci siamo, Lodovica osserva con attenzione ogni mio movimento, so che non si è bevuta del tutto ciò che gli abbiamo detto, lo capisco dal modo in cui mi sta studiando << Perché eravamo appena entrati, Jorge voleva portare tuo cugino a fargli fare un giro per la casa, io stavo venendo in cucina ma…siccome ho visto che c’era qualcuno in un momento intimo ho deciso di cambiare rotta e sentendo le loro voci sono venuta qui >> calco con attenzione le parole che raccontano la scena in cucina in modo da concentrare il discorso da un’altra parte, così sorrido maliziosa a Lodo sapendo di aver colpito e affondato. Sì sono sicura che è stata una buona idea raccontare della scena in cucina. Lodo vaga con lo sguardo imbarazzata ma cerca di non darlo a vedere << Okay, torniamo dagli altri >> << Ehm…sì…va tu, io vado a prendere il cellulare nella mia stanza >> << Okay >> Lodovica aspetta che io esca e chiuda la porta per poi dirigersi verso il salone, io la seguo ma poi mi divido da lei per salire le scale che portanto alle stanze superiori. Vado verso la stanza di Jorge e apro la porta senza neanche pensarci due volte << Dai! Dimmi cosa vuoi! >> lo sprona l’adulto << Dimmi perché nessuno deve sapere che state insieme >> il piccolo Alan è in piedi sul letto di Jorge, quest’ultimo invece gli parla da poco più lontano << Alan, per favore, non devi dire a nessuno quello che hai visto, neanche a tua cugina >> lo supplico anche io avvicinandomi a Jorge << Voglio sapere perché! >> << Non è importante il perché! >> il mio ragazzo alza un po’ il tono di voce, segno che sta perdendo la calma. << Hey Jorge… >> la porta della stanza si apre cogliendo tutti di sorpresa, Francisco entra e in un primo istante guarda solo Jorge << Che fine hai fatto? >> poi i suoi occhi si spostano su di me e infine su Alan. Il suo sguardo diventa confuso, ha poggiato il braccio destro intorno al collo di Jorge e le sue pupille continuano a muoversi da me al bambino << Sorellina, non ti avevo chiesto di portarmi qualcosa per nutrirmi?...Che cosa state facendo tutti qui? >> mio fratello mi guarda << E-ecco…i-io… >> con mio fratello è più difficile mentire << Ero…ero venuta a vedere Alan! >> dico di colpo, Francisco sembra ancora più perplesso di prima << Il fatto è che ho portato Alan nella mia stanza a giocare e siccome né tua sorella né Lodovica pensano che io sia in grado di badare ad un bambino mi vengono a controllare a vicenda >> risponde Jorge, come al solito ha quella sua estenuante capacità d’attore che ti confonde
Ho la fronte poggiata al petto di Jorge sotto le coperte, sollevo di poco il capo e noto che lui ha lo sguardo pensieroso << Jorge? Che hai? >> resta immobile per qualche secondo poi si decide a guardarmi << Non mi piace mentire, soprattutto alle persone che amo >> sgrano gli occhi << Neanche a me piace ma per ora è meglio che nessuno sappia di noi Jorge >> cerco di farglielo capire perché una parte di me teme che questo ragazzo preso da un momento di follia possa rivelare il nostro segreto ai quattro venti << Francisco mi odierà >> allungo la mano sinistra per accarezzargli la guancia << All’inizio probabilmente sì ma poi capirà. Lui ci vuole bene Jorge >> << Te che sei la sorella ma io… >> << Per lui sei come un fratello sono sicura che ti perdonerà quindi non farti strani e stupidi grattacapi mentali okay? Ci sono già io per questo ricordi? Adesso non metterti a fare il complicato >> lui ride e nega col capo << Tranquilla anche se facessi tutti gli sforzi di questo mondo non riuscirei mai a superarti >> sgrano gli occhi e apro la bocca sorpresa trattenendo una risata << Heyyy che vorresti dire?! >> << Che sei la persona più complicata di questo mondo Sweety ammettilo, c’è solo una cosa più complicata di te >> << Cosa? >> si muove per spostarsi sopra di me, poi a un soffio dalle mie labbra sussurra << Noi >> sorrido restando in silenzio per qualche secondo e poi dico << Abbiamo sconvolto il mondo >> << Tu hai sicuramente sconvolto il mio >> si protende su di me per darmi un leggero bacio a fior di labbra << Anche tu hai sicuramente sconvolto il mio…e mi piace >> << Mai provata una sensazione più bella >> il mio sorriso diventa più ampio all’ascoltare quelle parole << Mai? >> << Mai >> conferma per poi impadronirsi della mia bocca imprigionandola in uno di quei baci che alla fine ti lasci assenza più fiato, quei baci che potrebbero durare in eterno e anzi, niente ti renderebbe più felice. << Buona notte Sweety >> << Buona notte >>.
Il giorno seguente, come suggerito da Cande, decidemmo di andare a fare un pic-nic nel parco, mangiammo dei panini e restammo a parlare del più e del meno, Francisco era steso sul prato con il capo sulle ginocchia della sua ragazza, Lodo era poggiata col capo nell’incavo del collo di mio cugino, Jorge era steso sull’anca sinistra con il capo nel palmo della mano accanto a me. << Andiamo sulle giostre? >> propone Francisco << Sip!! >> mi alzo subito in piedi seguita da Candelaria << Io ci sto! >> << L’ultimo che arriva alle altalene offre il gelato a tutti >> Jorge si alza immediatamente in piedi << Heyy Jorge non vale! >> mio fratello gli corre dietro seguito da Diego << Aspettatemi!!! >>. << Ha detto ultimo giusto? Quindi…non comprendeva anche noi no? >> domanda dubitosa Lodovica << Nah, sono cavalieri non farebbero mai pagare noi >> le risponde Candelaria << Hey dolcezze voi siete comprese >> uela Jorge facendo sì che noi ci lanciamo uno sguardo per poi iniziare a fare una corsa verso le altalene, Lodo è ultima ad arrivare << Non è giusto! Loro sono partite prima! >>
È mezzanotte ma nessuno dei due ha sonno, sono poggiata col capo sul suo braccio sinistro ed entrambi osserviamo le nostre mani giocare l’una con l’altra, i polpastrelli della sua mano destra accarezzano il palmo della mia sinistra fino ad arrivare a congiungersi con le mie dita ed intrecciarsi. << Jorge? >> << Mmm? >> non lo guardo, continuo a tenere gli occhi sulle nostre mani e credo che anche lui lo stia facendo << Tu…quando hai fatto l’amore per la prima volta? >> domando credendo di sapere già qual è la risposta << Non l’ho mai fatto >> e non è esattamente la risposta che mi aspettavo, sollevo il capo per riuscire a vedergli il volto, lui non sposta il suo sguardo dalle nostre dita << Per me…è sempre stato solo sesso. Sarah doveva essere la prima ma dopo la sua morte…già sai che volevo stare lontano dall’amore quindi diciamo che è diventata una forma di sfogo all’inizio, poi è diventato un gioco. Insomma per farla breve non ho mai fatto qualcosa di così intenso come “fare l’amore”. Non ricordo neanche il nome della prima ragazza con cui l’ho fatto >> una parte di me è felice di avere quella notizia ma un’altra è spaventata. E se dovessi deludere le sue aspettative? Io sono inesperta mentre lui…oddio chissà con quante lo ha fatto. Lo voglio sapere? No, non voglio. Anche perché probabilmente sarebbe un numero così grande che neanche lo ricorda. Oh mio Dio ma perché ho preso questo discorso? Oh sì giusto, perché sono una stupida sadica. << Sweety? >> << Co-cosa? >> balbetto scossa dai miei pensieri. << Devi smetterla di pensare di non essere abbastanza per me, perché tu sei tutto okay? >> accenno un sorriso non del tutto convinto << Okay >> con uno scatto si fionda sopra di me per far sì che le nostre labbra possano unirsi, fa affondare le nostre mani intrecciate nel cuscino e con un gesto toglie il suo braccio sinistro da sotto il mio capo. Tuttavia sono ancora leggermente tesa per la conversazione che abbiamo appena terminato. Sento premere le sue labbra sulle mie con forza come se pretendesse una risposta più chiara, più sicura, lui sa che sono tesa, riesce ad avvertirlo. Mi sto sforzando per riuscire a baciarlo con la stessa intensità ma è come se il mio cervello, i miei pensieri, mi stessero mettendo un freno. D’un tratto sento la sua mano sinistra addentrarsi sotto la stoffa del mio pigiama, a quel punto sgrano gli occhi e poggio istintivamente lascio la sua mano e poggio la mia destra sulla sua per fermarlo, chino il capo mettendo fine al nostro bacio, non voglio guardarlo negli occhi, non voglio neanche vedere il suo volto deluso in questo istante << Sweety… >> continuo a vagare con lo sguardo per la stanza oscurata dalla notte. << Sweety >> mi richiama, questa volta però poggi il pollice sul mio mento e il resto della mano sotto di questo, quanto basta per costringermi ad incrociare i suoi occhi. Lo guardo e non riesco a leggere la sua espressione, sospira e si alza sedendosi sul letto << Vieni qui >> mi dice tendendomi le mani, le afferro e lui mi fa sollevere per poi sistermi in ginocchio dinnanzi a lui. << Scusa…i-io non ci riesco proprio >> chino nuovamente lo sguardo << L’altra volta me lo hai permesso >> osserva lui << L’altra volta…io non so cosa mi è preso >> << Lo so io >> al suono di quelle parole sollevo gli occhi e mi decido ad incrociare i suoi. Resto in silenzio aspettando che continui il suo discorso e lo fa. << L’altra volta ti sei lasciata andare alle tue emozioni, ai tuoi sentimenti. Questa volta eri concentrata su altro, troppo concentrata. È tutto qui Sweety >> solleva l’indice destro per indicare la mia testa << Il tuo è solo un blocco psicologico e te lo dimostrerò >> << Come? >> << Con il tuo aiuto Martina. Smettila di pensare, goditi il momento e lascia…lascia che il tuo cuore faccia quello che senti >> << Hai troppa fiducia nel mio cuore, non credi? >> sorrido guardandolo << Ce l’ho perché lo conosco meglio di chiunque altro, ce l’ho perché mi appartiene >> le sue parole mi lasciano senza fiato prende nuovamente la mia mano sinitra e l’avvicina alle labbra per baciarmi il palmo, sento un formicolio che parte dalla mano stessa per poi estendersi lungo tutto il braccio. Lui mi si avvicina e credo che stia per baciarmi ma invece nasconde il suo volto nell’incavo del mio collo per poi lasciarmi un altro bacio proprio in quel punto, allo stesso tempo pone la mano che ha appena baciato sul suo petto, all’altezza del cuore << Lo senti?... >> sussurra al mio orecchio << Tu non ti fidi del mio cuore? Perché lui ti appartiene >> inspiro forte chiudendo gli occhi la sua bocca inumidisce la mia guancia destra con dei piccoli baci in punti precisi della mia pelle. Sento il battito del suo cuore accelerare sotto il palmo della mano e so che sta battendo all’unisono con il mio, come se fossero un tutt’uno. Afferra i bordi della maglietta del mio pigiama, lo so, ma non mi interessa, la solleva lentamente con delicatezza e allora apro gli occhi, sollevo le braccia aiutandolo affinché riesca a togliermi quell’indumento e così lo poggia sul materasso accanto a noi. Mi sento un po’ in imbarazzo, le mie pupille fissano le mie ginocchia e stringo il lenzuolo bianco del letto nei pugni delle mani facendolo avvicinare lentamente al mio corpo come per coprirlo, quando lo sollevo con la stessa lentezza per farlo arrivare al mio petto lui mi blocca con la sua mano destra << No! >> mi fa posare lentamente le mani con il lenzuolo sulle mie gambe mentre continua a fissare il mio busto coperto solo dal reggiseno. Schiude la bocca per inspirare << Sei uno spettacolo >> << Dai, non prendermi in giro >> dico roteando gli occhi << Non ti sto prendendo in giro tu…tu non te ne rendi conto. Vieni qui >>. Si alza dal letto e mi tende la mano sinistra << Devo alzarmi? >> mi lamento per fargli capire che non ho voglia di farlo << Si! Vieni qui >> il suo tono non ammette repliche così lo accontento, metto la mia mano nella sua, mi alzo in piedi sul materasso e dopo due passi tocco il suolo. Jorge mi accompagna davanti allo specchio della sua stanza << Che stai facendo? >> chiedo confusa, mi lascia la mano e si posiziona dietro di me poggiandomi le mani sulle spalle << Riesci a vedere il tuo riflesso? >> mi sussurra all’orecchio, osservo attentamente l’immagine sullo specchio che mi è dinnanzi. << Sì >> rispondo senza distogliere lo sguardo da questo, vedo Jorge poggiare il mento sulla mia spalla sinistra << Non guardare me, continua a guardare te >> obbedisco e guardo negli occhi il mio riflesso, sento come i polpastrelli delle sue dita scivolano sulle mie braccia trasmettendomi piccole e potenti scariche elettriche al passaggio. Deglutisco, faccio fatica a concentrarmi sulla mia immagine con lui che fa…che fa…questo. << Hai un corpo perfetto Martina. Sei la cosa più bella che abbia mai visto in tutta la mia vita >> continuo a restare in silenzio e seguo con lo sguardo i movimenti delle sue mani, lascia i miei polsi e le poggia sui miei fianchi facendo sì che il mio stomaco si contorci e il suono del battito del mio cuore rimbombi anche nella mia testa. << Guardati, non ho parole per descriverti >> solleva lentamente le mani, con delicatezza come se fossi un oggetto fragile che potrebbe rompersi. Osservo attentamente i suoi gesti, il mio ventre, quando arriva al bordo del reggiseno si ferma, fa scivolare le sue braccia per stringermi a sé e sento il contatto della mia schiena nuda contro il suo petto, pelle a pelle. Mi stringe forte, quasi avesse paura a lasciarmi andare << Dio Martina, tu non puoi capire cosa mi fai provare >> mi bacia il collo e io sorrido << Tutte queste belle parole solo per portarmi a letto Blanco? >> dico scherzando << Sei un pervertito >> scuoto il capo mentre lui continua a darmi piccoli baci lungo la spina dorsale << Senti chi parla…sei tu che non voleva stare con me perché aveva paura di non riuscire a fare l’amore con me e sei sempre tu quella che ha introdotto questo discorso poco fa…pervertita >> sgrano gli occhi e resto a bocca aperta guardandolo attraverso lo specchio, lui ha raggiunto il mio orecchio destro e lo vedo sorridere maliziosamente, trattengo una risata e poi mi volto verso di lui cingendogli il collo con le braccia. << Scherzi a parte Sweety, tu non hai la più pallida idea di quanto io in questo istante stia lottando contro me stesso per non fare quello che vorrei >> la sue espressione è seria e so che non sta mentendo << Magari…un pochino puoi anche lasciarti andare >> sussuro ad un soffio dalle sue labbra, lui non se lo fa ripetere due volte, mi bacia con foga riuscendo a cogliermi di sorpresa, non mi aspettavo qualcosa di così intenso, schiaccia il mio corpo in modo che i nostri ventri si scontrino, non mi lascia vie di fuga e posso sentire la sua forza in quel gesto, ho le mani poggiate sulle sue braccia, le stringo intorno ai suoi muscoli e non posso credere ancora che lui sia mio. Solo mio. Quando sento le sua stretta diventa leggermente più larga ne approfitto, con un salto avvolgo le gambe intorno alla sua vita, lui mi afferra saldamente impedendomi di cadere, le mie braccia adesso stringono il suo collo e le nostre bocche continuano a baciarsi in un modo così frenetico che quasi potrebbero prendere fuoco. D’un tratto sento la sua lingua scontrarsi con la mia, non mi dà fastidio, è la prima volta che ci baciamo così devo dire che è una cosa piacevole e…e ancora più intensa del normale. Sento come se la lava stesse percorrendo ogni fibra del mio corpo, Non mi sono mai sentita così è come se avessi perso il controllo del mio corpo, eppure pensavo di aver provato questa sensazione l’ultima volta che ci siamo baciati sul letto ma…ma no questo è ancora più forte, è sorprendente come questo sentimento riesca a diventare più forte ogni volta. Sento che mi sta poggiando sul letto, la sua mano destra accarezza ripetutamente la mia coscia con movimenti lenti, andando avanti e indietro. Il mio corpo sta tremando, la mia mano destra scivola fino alla parte davanti del suo collo, so di aver finito l’aria nei polmoni ma non riesco a smettere. La bocca si sposta sul mio collo e credo di poter finalmente recuperare fiato ma non è così perché i suoi baci mi tolgono il respiro, mi dà un leggero morso sul petto poco distante dal merletto azzurro del reggiseno, respiro e inspiro forte, molto forte mentre lui continua a baciarmi, si allontana e prima che me ne renda conto lo spingo per poter mettermi a cavalcioni su di lui e riprendere possesso delle sue labbra, l obacio con avidità, con foga esattamente come un’attimoa fa, la sua mano sinitra percorre la mia schiena e l’altra resta ferma sulla mia cosci, ho entrambe le mani sul suo volto come per tenerlo fermo, faccio in modo che la mia lingua prema sul suo palato così da costringerlo a gettare il capi all’indietro, imitando i suoi gesti di prima allontano le mie labbra dalle sue e lo pso sulla sua guancia, gli lascio una scia di baci arrivando al suo orecchio, mordo il suo lobulo e lo sento inspirare, quando mi allontano, lui volta il capo verso di me e dai suoi occhi capisco sta cercando le mie labbra, lo accontento e torno a far sì che le nostre labbra facciano contatto. Sento le sue mani stringere le mie gracili braccia con forza, e d’un tratto arrivando ai miei gomiti mi allontana e si stacca bruscamente allontanandosi da me << Basta Sweety, basta. Ti prego >> ed è una supllica, tiene gli occhi chiusi e la sua fronte e poggiata alla mia. Entrambi respiriamo affanosamente e cerchiamo di recuperare quanta più aria possibile << Che-che ho fatto? >> chiedo confusa << Se avessimo continuato così non so per qaunto ancora avrei potuto reggere. Sono pur sempre un ragazzo >> rido << Che…vuoi dire? >> << Sai benissimo…cosa stavi facendo >> sussurra tra un sospiro e l’altro e capisco il significato della frase << Ancora un po’ e non so se avrei trovato la forza di fermarmi >> gli accarezzo lo guancia e noto che sembra davvero preoccupato << Scusa… >> sussurro sentendomi un po’ colpevole per quella situazione << Non devi chiedermi scusa Sweety, è stato più eccitante di una corsa sull’Audi A9 a tutta velocità >> rido per quell’affermazione << Wow mi stai paragonando ad un’auto >> << Non un’auto qualsiasi e lo sai >> << Sip! Jorge io… >> << Passo a passo Sweety. Ti garantisco che prima o poi ti sentirai sicura al 100%...e solo allora faremo il grande passo >>. Mi dà un bacio sulla fronte poggiando le mani sulle mie guance e poi mi guarda negli occhi << Ti amo Sweety >> sorrido, un sorriso a trentadue denti << Anch’io ti amo Jorge >> gli schicco un bacio sulle labbra e poi sollevo le coperte e per infilarmici sotto << Metti questa >> Jorge prende la maglietta del mio pigiama e me la infila, poi mi stringe a sé ed insieme cadiamo in un sonno profondo.
Il giorno seguente è domenica. Sono le 16:00 e mi è venuta fame, Diego Fran e Jorge sono andati insieme non so dove e io ho invitato Cande e Lodo a venire qui. Dovrebbero arrivare tra poco, vado in cucina a prepararmi il pancarré con la nutella, in casa ci siamo solo io, Anahi, Cassandra, Lola che sarebbe la cameriera e Fernando. Quest’ultimo entra in cucina, la sua vicinanza non mi fa più lo stesso effetto di prima, adesso provo solo ripudio per questo essere mostroso, non mi fa più paura, per qualche strana ragione mi sento abbastanza forte e sicura di me da non temerlo. Forse la ragione è che la protezione di Jorge la sento anche a distanza, come se fosse sempre con me anche quando non c’è fisicamente. Apre il frigorifero e prende una bottiglia di succo, lo seguo con la coda dell’occhio, << Spostati >> mi ordina pretendendo di poggiare il bicchiere dove io ho messo il barattolo di nutella << Spostati tu, il bancone è grande >> dico decisa a non muovermi di lì << Cosa?! >> Frernando sembra sorpreso dalla mia affermazione, l’ho davvero lasciato senza parole tuttavia si riprende abbastanza in fretta, mi afferra il polso destro, la mano in cui tengo il coltello << Puoi ripetere? >> lo guardo negli occhi decisa a non dargliela vinta << Sopstati tu, il bancone è grande. E non toccarmi Fernando! Perché se Jorge lo viene a sapere tu sei morto e sepolto. Mi sono spiegata? Inoltre sono io quella armata di un coltello e ti assicuro che non ho paura di usarlo su di te >> mi libero dalla sua presa con un solo scatto, chiudo il barattolo di nutella e metto il coltello in bocca mentre sistemo tutto al porprio posto << Sei molto sicura di te >> dice lui guardando il suo bicchiere vuoto e dal suo tono so che questo non gli piace << Esatto Fernando. Puoi farmi quello che vuoi, dirmi quello che vuoi, mandarmi tutte le scatole che vuoi ma adesso non ti temo più >> mi dirigo verso la cucina ma la sua voce ripugnante mi ferma ancora << Mandarti cosa?... >> mi guarda inclinando un sopracciglio << Il computer Fernando. So che me lo hai mandato tu >> << Non so di cosa tu stia parlando >> << Il notebook Fernando! Quando sono arrivata qui! Non so dove lo hai preso o come sei entrato in possesso di quel computer però lo hai fatto e me lo hai spedito per “posta” >> faccio le virgolette in aria per essere ironica << Io non ti ho mandato nulla. Perché avrei dovuto farlo? Su quel computer c’erano cose che avrebbero potuto causarmi dei problemi…sarebbe stato sciocco da parte mia fare una cosa del genere non credi? Dov’è adesso quel computer? >> lui sembra davvero agitato per la mia confessione e io sgrano gli occhi << L’ho rotto >>. Si rilassa visibilmente, un sorriso compiaciuto si estende sul suo volto << Perfetto. Con permesso >> mi passa accanto uscendo dalla cucina mentre io resto ferma lì, come un sasso. Non può essere, DEVE essere stato lui a mandarmi quel computer, per forza! Insomma lui…non…non è possibile cioè voglio dire…cosa cavolo significa tutto questo?! Se non è stato lui allora chi potrebbe essere stato? CHI?! CHI SAPEVA?!...Chi sa?...
*Angolo autrice*
Yeyyy chicasss purtroppo sono senza internet da una settimana *pianto disperato* ora sono a casa di mia zia e qui per fortuna INTERNET VIVE. LoL...quindi ho potuto postare il capitolo ma non ho ancora potuto rispondere alle vostre fantastiche recensioni...non avendo internet vedrò quello che posso fare nelle brevi ore in resto qui. Oraaa parlando del capitolo vi è piaciuto? *-* mmm...l'inzio, hai visto frago? Avevi ragione tuuu lol...e beh la scena più bella credo che sia stata uguale per tutte lol vi è piaciuta??? Non so ditemi voi...lascio parlare/sfogare i vostri scleri se ne avete... Poiiii ora faccio un saltonei messaggi diretti e poi vedo anche le vostre recensioni cerco di rispondere e di leggere qualche ff che mi avete chiesto, soprattutto quelle che mi avete dedicato che a proposito siete dolcissime 😍😍😍 vi mando un bacio enorme! E cercherò di essere più presente (in senso ironico dato che non ho internet ç______ç)
Ah già! Nuovo misterooooooooo zan zan zannn chi avrà mandato il pc a Tini?...a voi le opzioni u.u baci chicasssssss 💕❤💗