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Autore: AlekHiwatari14    16/11/2014    2 recensioni
Storia ispirata a quella precedente di My Life like a Vampire.
Un tempo, quando erano bambini, i Sakamaki fanno i conti con i loro problemi. Problemi che li ha portati ad essere ciò che sono, ma se qualcuno incrociasse il loro cammino e in quel passato eviterebbe i loro cambiamenti, come diventerebbero i Sakamaki? Chi e/o cosa li farà cambiare? E sopratutto, perchè?
Raccontata con gli occhi e le emozioni dei Sakamaki, ma sopratutto di Subaru, e preparatevi ad entrare nel loro passato per vedere e comprendere passo dopo passo i loro cambiamenti e le mille e più avventure che li aspettano con un nuovo personaggio del tutto imprevedibile.
Buona lettura.
Genere: Commedia, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa, Subaru Sakamaki, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My Life like a Vampire'
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Capitolo 18



***
Kou
***


Mi svegliai ritrovandomi lurido e bagnato, ma era normale visto che mi trovavo a casa. So che è un pò strano chiamare casa delle fogne, ma quello era il mio unico rifugio. Non avevo nessuno. Mia madre e mio padre mi hanno abbandonato qui qualche anno fa. Dissero che dovevo stare dov'ero venuto. Non capivo cosa volessero dire, ma neanche mi importava. Volevo vivere la vita a modo mio e non sapere niente di loro. Dopotutto non ricordavo neanche i loro volti come neanche da quanto tempo sto per le strade e per le fogne. Guardavo, impaziente, quel cielo che era sopra di me che riuscivo ad intravedere dalle grate delle fogne. Ogni giorno, appena mi alzavo, correvo lì cercando di vedelo, ma le grate me lo impedivano come sempre. Improvvisamente, udii una voce dolce e femminile dire:

?:Il cielo è una cosa meravigliosa e irraggiungibile, non ti pare?

Sorpreso mi voltai lì dove avevo udito quella voce. Era una bambina dell'età mia. Aveva una maglia lunga che arrivava alle ginocchia tutta bucata nera, era scalza e piena di cerotti e bende. Aveva gli occhi azzurri e i capelli lunghi castani. Non sembrava essere trascurata e sporca, anzi....emanava un odore di rose e ciliegie stupendo, mentre invece io puzzavo come una pantegana. 

Kou:Chi sei?
Rita:Mi chiamo Rita e sono venuta per farti vedere il cielo.
Kou:Il cielo?

Chiesi scendendo dalle grate e andando verso di lei.

Rita:Si...presto avrai vestiti puliti, una famiglia che ti vuole bene...
Kou:E' impossibile. Io...non sono accettato da nessuno. 
Rita:Non è vero. Presto verranno i soldati e ti troveranno. Anche se faranno un gesto orribile, dopo ti portaranno in orfanotrofio. 
Kou:Un gesto orribile?
Rita:Si, ma io non ti abbandono. Sono venuta per accompagnarti. Non temere.

Disse dolcemente prendendomi le mie mani sporche di fango. Sembrava che non gli facessi schifo come di solito faccio alle persone.

Kou:Chi sei? Un angelo?

Domandai vedendola troppo dolce nei miei confronti. Era pulitissima e da quel che sapevo solo gli angeli odorano di rose, era bella e protettiva. La piccola rise.

Rita:No, almeno non credo. 
Kou:Io mi chiamo Kou.
Rita:Lo so. 

Rispose accarezzandomi il viso e spostandomi il ciuffo dall'occhio destro. Mi guardava con quegli occhi piena di meraviglia. Incominciarono a farsi lucidi vedendoli.

Kou:Che fai?
Rita:Ti guardo. Guardo...ciò che sei prima di andare lì.
Kou:Lì dove?

Continuai a chiedere. La piccola fece uno strano gesto. Si avvicinò e con le lacrime agli occhi mi baciò l'occhio destro. 

Kou:Ma...cosa...?

Balbettai confuso. Improvvisamente si udirono degli spari.

Rita:Kou? Dobbiamo andare.

Annuii ed uscimmo da quella fogna. Dovevamo scappare da quelle armi e quella guerra. Mentre correvamo ci imbattemmo in un gruppo di soldati. Pensavano fossimo ribelli così incominciarono a sparare a caso. Spararono una madre e un figlio, probabilmente erano i soldati in cerca di ribelli e li avevano sparati come un esempio.

Kou:Ho paura!
Rita:Non aver paura. Andrà tutto bene.

Disse abbracciandomi. Quei soldati si avvicinavano sempre di più e non appena videro il mio volto e quello della piccola ci trascinarono in orfanotrofio. Urlavo. Non volevo che mi staccassero da lei. Era l'unica persona che aveva affetto nei miei confronti pur conoscendola da poco. Era l'unica che non mi aveva scacciato sentendo il mio fetore. L'unica che era protettiva con me. La piccola vedendo che urlavo venne da me staccandosi dall'addetta.

Rita:Ehi, calmati! 
Kou:Cosa vogliono farci?
Rita:Nulla. Solo ciò che ti avevo predetto. Tranquillo. Ci vediamo dopo.

Rispose abbracciandomi e baciandomi la guancia per poi allontanarsi con le addette. Mi condussero in un bagno dove incominciarono a spogliarmi e mi immersero in una vasca piena di schiuma e acqua. Odorava di pulito, quel pulito che non ho mai avuto fino a quell'istante. Incominciarono a lavarmi e mentre una mi strofinava la schiena, un'altra mi strofinava i capelli.

Addetta1:Mamma mia! Ma da quant'è che non si lava?
Addetta2:E' un trovatello. E' normale che sia così sporco.
Addetta1:Si, ma abbiamo cambiato l'acqua già tre volte.
Addetta2:Tranquilla, dopo questo bel bagno voglio vedere se puzza ancora di sudiciume come prima.
Addetta1:Fortuna che non ha i pidocchi.
Addetta2:L'hanno trovato e portato giusto in tempo.
Kou:Cosa sono i pidocchi?

Chiesi vedendo le addette che mi lavavano. Incominciarono a ridere, forse per la mia ignoranza, chissà. Dopo quel bel bagno mi diedero dei bei vestiti puliti. Odoravano di sapone ed erano belli caldi appena usciti dalla lavanderia. Indossai quegli abiti e li adoravo. Sembravo un aristocratico. Avevo la camicia a maniche lunghe bianca con un fiocco rosso al collo e un pantaloncino con le bredelle grigio e marrone. Dopo aver indossato quegli abiti, gli addetti mi portarono in un grande salone dove lì rimasi incantato. Rita, la bambina che avevo conosciuto, aveva un abito principesco rosa con molte increspature bianche e un fiocco rosa tra i capelli. Era praticamente stupenda, se solo non avesse avuto quel colorito così bianco-latteo, ma evidentemente lo aveva perchè non era umana. Doveva essere per forza un angelo per sapere tutto quello che stava succedendo ancor prima di accedere. Mi avvicinai a lei con il sorriso sulle labbra.

Kou:Ehi!
Rita:Come siamo belli.
Kou:Ma la più bella siete voi, madame.

Dissi facendo il galante, come fanno gli aristocratici, prendendole la mano gelata e baciandogliela. La piccola rise.

Rita:Che fai? 
Kou:Il gentiluomo.
Rita:A me sembri solo uno stupido aristocratico senza modi.
Kou:Oh...grazie, madame.

Risi. Era bello vederla ridere. Era strano. Quella piccola riusciva a prendermi e non sapevo come facesse. In quell'orfanotrofio mi sentivo un re. Mi davano da mangiare, mi lavavano, mi vestivano con abiti puliti e profumati, mi davanto tante altre belle cose che non avevo mai immaginato di aver avuto. Sopratutto uno come me che viene dalle fogne luride. La sera, fuori all'orfanotrofio, mi misi a parlare con Rita. Mi piaceva e le volevo realmente bene. Riusciva a capirmi con un gesto senza che parlassi.

Rita:Hai visto che bello?

Chiese guardando il cielo.

Kou:Si. E' stupendo. Come facevi a sapere che qui avrei avuto tutte queste belle cose?
Rita:Certe cose si sanno e basta.
Kou:Sai.... Penso che l'orfanotrofio sia come il cielo. Bello.
Rita:Beh...per te lo è, per altri invece no.
Kou:Per te non lo è?
Rita:Si, lo è, ma.....non ancora per molto.
Kou:Che vuoi dire?

La piccola mi prese per mano e sospirò:

Rita:Non ti lascerò fartelo fare.
Kou:Cosa?

Aveva un comportamento strano. Continuava a fissare il mio occhio destro. 

Kou:Ho qualcosa che non va?
Rita:E' tutto ok e....solo che....mi spiace.
Kou:Ti spiace per cosa? 

Sembrava amareggiata. Si alzò e tornò dentro senza dire una parola. Era strana, ma il giorno dopo capii il motivo della stranezza. Venni portato in un "club" che mi divisero da lei. A causa della guerra che stava succedendo, il paese aveva bisogno di denaro, proprio come l'orfanotrofio. Per guadagnare denaro facile per finanziare la guerra, il club aveva scelto bei bambini come me dall'orfanotrofio e li offriva come merce e "intrattenimento" per aristocratici. Quando arrivai in quella lussuosa casa, venni affidato ad un bambino aristocratico dove mi guardò con malizia e cattiveria.

Kou:Piacere, io sono Kou.
Bambino:Non mi interessa il tuo nome!!

Esclamò spingendomi a terra.

Kou:Ma che fai?
Bambino:Voglio divertirmi con te.

Così venni frustato, tagliato, picchiato e torturato. Ero talmente torturato che i  miei lividi e le mie ferite non avevano il tempo di guarire. Non volevo pensare a quel pestaggio doloroso. Pensai che volevo credere nelle belle cose e che un giorno sarei stato felice come aveva detto Rita, ma ero debole. Alla fine, ho accettato che la situazione era un inferno e mentre io cercavo qualcosa per fermare quell'inferno, qualcun altro era preoccupato per l'assenza di Rita.

***
Karlheinz
***


Eccomi qui sul luogo del delitto. Qui la mia piccola è morta. In questo villaggio. Perchè mi trovo qui? Voglio vedere il suo piccolo corpo e fargli una degna sepoltura, ma queste indagini stanno da 2-3 giorni e ancora non hanno trovato nulla. Ci sono tanti corpi bruciati e carbonizzati. Fino ad ora ancora non ho trovato nulla di lei. Niente, neanche i resti dei vestiti. La cosa mi sembra assurda. Richter, mio fratello, mi sta aiutando nelle indagini. Crede che non l'abbia capito che lo fa per portare notizie della mia piccola a Cordelia e festeggiare con lei la morte della mia adorata figlia. Tsk...che uomo assurdo e infame, peccato che io sono molto peggio di lui. 

Mukami:Signore? Non c'è traccia della piccola.

Mi informò il mio subordinato e segretario Mukami lasciandomi di stucco.

Karlheinz:E' impossibile che non ci sia traccia. 
Mukami:Signore? Siamo sicuri che non sia riuscita ad uscirne? Ricorda qualche particolare che possa esserci d'aiuto?

Chiese facendomi venire in mente Red Rose che era accanto al corpo dell'amico di mio figlio Shu al momento dell'incendio.

Karlheinz:Adesso che ci penso...che ci faceva lì?
Mukami:Chi?
Karlheinz:C'era Red Rose.
Mukami:Red Rose?

Domandò facendo voltare Richter che si avvicinò a noi.

Karlheinz:Si. E' una donna che è venuta alla festa di mio figlio Shu. Ora che ci penso aveva salvato un bambino, ma....è assurda l'ipotesi che sto pensando.
Richter:Quale ipotesi?
Karlheinz:Nessun vampiro riuscirebbe a cambiare forma diventando adulta e anche se avesse questo tipo di potere è praticamente assurdo pensare che quella donna è la mia Rita. Anche perchè si mostrava molto matura per come si comportava, non arrivava mai alla maturità di Red Rose. La mia piccolina è ingenua e dolce, mentre Red Rose è una tentatrice professionista e doppiogiochista. Quindi escludo che sia lei.
Mukami:Però....se non ricordo male, ha detto che aveva gli stessi occhi di vostra figlia.
Karlheinz:Si..ma.....

In quel momento incominciai a pensare al confronto tra le due. Era strano. Una parte di me voleva che Red Rose fosse mia figlia, ma l'altra parte non lo accettava. La vedevo troppo donna per essere una bambina di 7 anni. Così presi la mia decisione.

Karlheinz:Mukami? 
Mukami:Si, signore?
Karlheinz:Fate delle ricerche. Vedete se c'è una donna chiamata Red Rose tra i vampiri e portatemi tutte le ricerche.
Mukami:Certo,signore.

Rispose mettendosi all'opera mentre  io me ne tornai a casa. Reiji e Shu erano a pezzi. Da quando Rita se ne è andata nessuno conduce più la vita di prima. L'unico che stranamente è rimasto intatto è Subaru, anzi...si sveglia nella mattinata e va sotto alla torre,come ogni volta,per vedere Christa. Sembrava che con Rite era in rapporti migliori rispetto agli altri fratelli, ma era come se non se ne fosse mai andata da lui. Beatrix, per far riprendere Reiji e Shu aveva deciso di passeggiare un pò con loro. A casa non c'era nessuno apparte Subaru che continuava a guardare su quella torre e Cordelia che educava Ayato e si faceva cantare una canzone dal Kanato. Aveva un aria così felice quella perfida strega. Non volevo vederli, così decisi di andare a lavoro per scoprirne di più. Intanto, a mia insaputa, qualcosa accadeva nel viale vicino alla torre. Cos'era? Fatevelo spiegare da Subaru. 
A presto. Karlheinz
   
 
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