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Autore: Despicable Meggs    17/11/2014    3 recensioni
Erano tutti al lavoro, felici di aver quasi finito la giornata e la settimana. Potevano rilassarsi, divertirsi e non pensare al lavoro. Finché qualcosa non sconvolgerà i loro piani. Qualcuno entrerà in ufficio in cerca di Ziva. Cosa vorrà da lei? Sarà venuto per portare buone o cattive notizie? Come reagirà lei a tutto questo? Una cosa è certa, tutti i suoi colleghi saranno lì per lei. Specialmente Tony, che l'aiuterà ogni giorno ad affrontare tutti i cambiamenti della sua vita. E chissà magari anche lui sarà uno dei cambiamenti. FF TIVA, perché per me sono come una droga, meno angst di quella del mercoledì ma non leggera come quella del venerdì! XD Spero vi piaccia! Buona lettura :3
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 19

"Allora ci vediamo oggi pomeriggio, Anja" disse Ziva lasciando la bambina a scuola.
"E poi cosa facciamo? Giochi insieme a me?" le chiese.
"Ma certo, troveremo qualcosa di super divertente da fare" rispose.
"E Tony? Viene anche lui?" domandò ancora.
"Lui arriva più tardi, come al solito" le spiegò.

Anja annuì, soddisfatta dalle risposte di Ziva.

"Adesso vado, amore. Divertiti" concluse Ziva dandole un bacio.

Quella mattina Tony era andato direttamente al lavoro, dopo essere passato da casa a prendere altre cose che gli servivano.
Stava praticamente vivendo a casa di Ziva e iniziava a portare molte delle sue cose là.
Quando Ziva arrivò in ufficio stavano già tutti lavorando tranquilli.

Avendo problemi nel fare progressi con il caso di Silas avevano deciso di occuparsi anche di altro.
Anche se a Ziva la cosa non piaceva troppo, non poteva che accettare la situazione. Era inutile perdere intere giornate girando a vuoto.

Tuttavia a metà mattinata qualcosa successe.
Avevano messo in giro la foto di Silas e apparentemente avevano ricevuto una segnalazione.

"Ragazzi... Stazione dei treni centrale, abbiamo una segnalazione" disse McGee quando il suo computer iniziò a suonare.
"Cosa?" rispose Ziva sorpresa.

Iniziava a perdere le speranze di trovarlo.

"Prendete le vostre cose, andiamo là" disse immediatamente Gibbs.
"Si capo" rispose Tony convinto.

Presero le loro cose e corsero alla macchina.
Erano eccitati e anche in parte spaventati. Sapevano che Silas era bravo, ma avevano voglia di prenderlo e farlo pagare per ciò che aveva fatto.

Per tutto il viaggio in macchina Ziva non disse una parola, era concentrata a pensare a quello che sarebbe potuto succedere e anche a come comportarsi nel momento in cui lo avrebbero trovato.
Il suo istinto sarebbe stato quello di andargli incontro e tagliargli la gola, ma decise che si
sarebbe comportata da vero agente dell'NCIS. Avrebbe fatto lavoro di squadra e lo avrebbero condannato.

Tony le prese la mano e la guardò.
Immaginava cosa stesse passando per la sua testa e voleva starle vicino. E in fondo anche lui non vedeva l'ora di concludere questa storia.

Arrivarono in stazione e corsero nel luogo della segnalazione me lì non c'era nessuno.
Guardarono vicino a quel punto, dentro un treno fermo e anche dentro i bagni. Ma di Silas non c'era l'ombra.
Ora dovevano capire se era una segnalazione falsa o Silas era già andato via dalla stazione.
Andarono nella postazione della sicurezza e chiesero di visionare i video delle telecamere. Li avrebbero portati all'NCIS e li avrebbero guardati per capire cosa fosse successo.

Ma Tony riuscì a vedere la delusione sul volto di Ziva, erano così vicini a risolvere la situazione e ora tutto era svanito.

"Amore, la prossima volta lo prendiamo" le disse una volta tornati in ufficio.
"Volevo che fosse oggi la volta giusta, Tony" si lamentò Ziva.

Tony prese Ziva per mano e la portò in bagno.
C'erano persone attorno a loro e voleva avere un po' di privacy per parlare con lei. Si chiusero dentro e Ziva si appoggiò con la schiena al lavandino.
Tony le si mise davanti e le prese la mano.

"Zee, analizzeremo i video e magari capiamo di più" la incoraggiò lui.
"Avrei preferito trovarlo lì, picchiarlo e arrestarlo" disse lei decisa.
"Quello anche io" rispose Tony sorridendo nel vedere quanto fosse scocciata.
"Però lo sai che non funziona sempre così. Alcuni si fanno prendere subito e altri richiedono più tempo. Ma alla fine li prendiamo sempre" aggiunse.

Ziva annuì sapendo che Tony aveva ragione.
Ma non era per nulla convinta, lei lo voleva in galera per sempre.

"Io voglio finire tutto questo. Sia per Anja che per me. Lo sai come è stressante aspettare mentre cerchi di fare giustizia per la tua amica?" rispose.
"Lo posso immaginare, Ziva" disse lui.
"E sono triste perché Monique era la mia migliore amica e sono sicura che lei, al mio posto, avrebbe già trovato l'assassino" aggiunse.
"No, questo non è vero. Non è colpa tua se Silas è bravo a nascondersi" le disse sinceramente.

Ziva si passò una mani sulla faccia e prese un bel respiro.

"Vorrei solo andare in vacanza finché questa storia sarà risolta" confessò.
"Occhioni belli..." bisbigliò lui abbracciandola.

Si accoccolò su di lui e lo strinse forte.

"E dimmi,dove ti piacerebbe andare?" le chiese.
"A Parigi, vorrei che mi riportassi là" rispose.
"Allora immaginati mentre camminiamo sotto la Tourre Eiffel, di notte mano nella mano" le disse accarezzandole i capelli.
"È una bella immagine" rispose più rilassata.
"E adesso immaginati mentre andiamo in camera e io ti spoglio" aggiunse lui.
"Sei il solito, Tony" disse Ziva dandogli un leggero pugno.
"Hey, io ti coccolo e tu mi picchi?" si lamentò.
"Continua le coccolo ma non pensare al sesso per un momento" rispose Ziva tornando ad abbracciarlo.

Uscirono dal bagno una volta che Ziva fu tranquilla e tornarono alle scrivanie dove Gibbs e Tim li aspettavano.

McGee stava visionando i filmati della telecamera e in effetti si vedeva un uomo che poteva essere Silas. Ci assomigliava molto e a meno che non fosse una grande coincidenza era lui.

"Comunque ora dobbiamo cambiare i nostri piani. Aspetteremo che sia lui a venire da noi o ogni volta che ci avviciniamo lui scapperà" disse Gibbs.
"Capo sei sicuro di questo?" chiese Tony non convinto.
"È giusto così" intervenì Ziva.

Non le piaceva la cosa, si rischiava che lui arrivasse ad Anja. Ma essendo realistici quello era l'unico modo per il momento.

"Saremmo molto cauti con Anja, voglio che uno di voi sia sempre con lei a meno che non sia a scuola" disse Gibbs.
"Lei sarà al sicuro" aggiunse.

Dopo essere stata a prendere Anja a scuola, le due tornarono a casa. Dovevano divertirsi insieme come le aveva promesso la mattina.

"Io voglio che mi fai i capelli con i ricci come i tuoi" disse Anja mentre facevano merenda.
"Come i miei?" domandò Ziva un po' preoccupata.

Non ne era capace. Sapeva fare le cose semplici, non arricciarle i capelli. Non si era mai posta il problema, visto che lei aveva i capelli così al naturale.

"Cosa ne pensi se andiamo dal parrucchiere domani? Ci facciamo lavare i capelli e te li faccio fare con i ricci come i miei" le propose.
"Davvero possiamo?" chiese entusiasta.
"Certamente. Andremo assieme per un pomeriggio tra ragazze. Ci faremo così belle che Tony dovrà portarci fuori a cena" rispose Ziva.
"Un giorno la mia mamma mi aveva portato dal parrucchiere. E lo sai perché? Aveva detto che i capelli per essere belli bisogna tagliarli ogni tanto" disse Anja.

Ziva sorrise.

"Aveva ragione. Allora io e te domani andremo a farci belle" rispose Ziva.
"Però adesso dobbiamo decidere cosa fare oggi pomeriggio" aggiunse.
"Facciamo il gioco che mi hai comprato l'altro giorno!" esclamò Anja.

Erano andare al supermercato e avevano comprato una scatola dentro la quale c'era il necessario per costruire delle piccole statuette con il gesso che poi si potevano dipingere con le tempere.
Ziva glielo aveva comperato dicendole che era una cosa che doveva fare con lei e Tony.

"Mi sembra un'ottima idea. Però prima di iniziare ti metto una vecchia maglietta di Tony addosso così non sporchi i vestiti" le disse.

Si sedettero al tavolo della cucina e Ziva si preoccupò di mettere una tovaglia in plastica in modo da non sporcare troppo.
Si sedette accanto ad Anja e insieme iniziarono a mischiare acqua e polvere di gesso e versare il liquido negli stampi.

"Facciamone più di uno, così intanto il primo di asciuga e lo possiamo colorare" disse Ziva.

Come previsto da Ziva, dopo cinque minuti Anja era sporca ovunque è ringrazio di averle messo addosso la vecchia maglietta di Tony.
Stavano versando un po' di liquido in uno stampo a forma di farfallina quando il campanello suonò.

"Tony è già tornato?" chiese Anja distraendosi e facendo cadere un po' di gesso sulla tavola.
"Non credo. Vado a vedere, tu fai attenzione a non sporcarti troppo amore" rispose Ziva.

Quando aprì la porta capì chi era.
Era l'assistente sociale che era già stata a trovarli tempo prima, le aveva detto che sarebbe ripassata per altri controlli di routine.

"Salve. Laura giusto?" disse Ziva ricordandosi dì lei.
"Esatto. Sono venuta a farvi una visita, spero sia un buon momento" rispose.
"Ma certo, entri pure. Solo non le do la mano perché sono piena di gesso, io e Anja stavamo creando delle statuine" le disse.
"Oh, sembra divertente" commentò lei.
"Anja lo trova molto divertente, venga siamo in salotto" rispose facendo strada.

"Patatina, ti ricordi di Laura?" disse Ziva entrando.

La bambina volse lo sguardo verso le due donne e fissò Laura.

"Si, sei la signora che è già venuta a trovarci" rispose.
"Esatto è tornata per fare due chiacchiere con noi. Perciò ora vieni che diamo una ripulita veloce" disse cercando di farla alzare dalla sedia.
"Ma no! Dobbiamo prima finire di mettere il liquido qui o si asciugherà" si lamentò la bambina.
"Finiremo dopo, tesoro" le rispose.

"Oh, no. Vi prego finite quello che stavate facendo. Io vi osservo, così imparo e poi lo faccio con la mia bambina" disse Laura che voleva vederle fare qualcosa assieme.
"Grazie" bisbigliò Ziva sorridendo.

Finirono di riempire gli ultimi due stampi con Anja che era al settimo cielo.
Si prese il tempo anche di spiegare a Laura come si faceva.

"Bene, ora togliamo la maglietta e ci laviamo le mani e la faccia velocemente che Laura è qui per noi" le disse portandola in bagno.

Ziva ripulì la bambina e la sistemò in modo da renderla presentabile.

"Ziva, non è venuta per portarmi via vero?" chiese Anja un po' preoccupata.
"No, amore mio. Ti ricordi l'ultima volta? Lei vuole solo vedere se tu stai bene qui con noi" le spiegò Ziva.
"Oh... Io sto benissimo con te e anche Tony" disse.
"E io sono molto felice di questo, lo andiamo a dire a Laura?" rispose Ziva.
"Si, perché io voglio stare sempre sempre con voi" disse Anja decisa.

Tornarono in salotto e Ziva fece accomodare Laura sul divano. Lasciò Anja con lei e andò a preparare un caffè.

"Sei cresciuta dall'ultima volta che ci siamo viste" le disse Laura.
"Perché mangio tanta pappa, Ziva è brava a cucinare" rispose Anja.
"Molto bene. E vedo che ti fa anche divertire molto" disse riferendosi a quello che stavano facendo prima che lei arrivasse.

Anja sorrise immediatamente.

"Io con Ziva mi diverto tanto e anche con Tony. Io voglio stare con loro per sempre" rispose convinta.
"Sono molto felice che ti piaccia stare qui" commentò Laura.

Le piaceva andare a fare i controlli in famiglie in cui si vedeva che i bambini stavano bene, come nel caso di Anja.
Ziva tornò poco dopo con due caffè e un succo di frutta per Anja.

"È alla pesca, come piace a te" le disse.
"Grazie, Ziva" rispose lei prendendo il succo.

Ziva le sistemò i capelli mentre beveva tranquilla dal suo bicchiere speciale. Era uno di quei bicchieri con il beccuccio in modo che Anja non facesse cadere il contenuto se si distraeva per un momento.
Dopo averle sistemato un ciuffo di capelli, Ziva la guardò sorridendo e le diede un bacio sulla fronte.

"Mi sembra che abbiamo una bambina tanto coccolata qui" disse Laura vedendo con che tenerezza Ziva si prendeva cura di lei.
"Certo che mi fa le coccole, Ziva è la mia mamma" affermò Anja non rendendosi nemmeno conto dell'importanza di quello che aveva detto.

Ziva rimase senza parole e dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per non mettersi a piangere.
Le diede un altro bacio sulla testa e le fece una carezza, non poteva parlare in quel momento o sarebbe esplosa.

"Ziva, dov'è il ciuccio?" chiese Anja smettendo di bere.
"Nella borsa, sul letto della mia stanza" rispose lei cercando di riprendersi.
"Lo vorrei" disse la bambina.
"Vuoi andarlo a prendere tu? O vado io?" chiese Ziva sapendo che ad Anja piaceva fare le cose da sola.
"Vado io" disse lei alzandosi in piedi e correndo in camera.

Ziva ne approfittò per lasciarsi sfuggire una lacrima. Era davvero emozionata, anche se Anja continuava a chiamarla per nome aveva appena parlato di lei come sua madre.
Laura tirò fuori un fazzoletto dalla borsa.

"Tenga" le disse.
"Grazie e mi scusi" rispose Ziva.
"È la prima volta che lo dice?" chiese la donna.
"Si, in questo modo si" rispose.
"È molto affezionata a lei e anche a Tony, si vede" commentò Laura.

In quel momento Anja tornò, già con il suo ciuccio in bocca.
Ziva non la lasciò sedere ma la prese subito in braccio, mettendola sulle sue ginocchia.

"Anja, hai detto che Ziva è la tua mamma. Però io so che avevi un'altra mamma prima" disse Laura.

Aveva bisogno di capire se le era stato spiegato bene quello che era successo e quello che sarebbe avvenuto ora.
Anja guardò Ziva, ogni volta che si nominava Monique si agitava e aveva bisogno di essere rassicurata.

"Io ho due mamme. La mia prima mamma è morta e adesso è in cielo e ha chiesto a Ziva se posso stare con lei. Quindi Ziva è la mia seconda mamma e io sto per sempre qui" disse semplicemente.
"Mi sembra un buon compromesso" commentò Laura soddisfatta della risposta.

Aveva appena che Anja sapeva quello che le stava succedendo e non stava semplicemente dicendo cose aveva sentito dire da altri.

"Dov'è il suo fidanzato?" chiese Laura curiosa.
"È al lavoro. Lui resta fino a sera mentre io ho ridotto l'orario per poter stare con Anja al pomeriggio" spiegò Ziva.
"Tony resta in ufficio e poi torna a casa e mangiamo la pappa assieme. E mi legge anche le favole" si intromise Anja.

Laura rimase ancora con loro, facendo domande a Ziva e lasciando anche intervenire Anja, finché la bambina non le interruppe.

"Ziva... Devo andare al bagno" disse lei.
"Ora amore?" chiese Ziva.

Non che avesse di problemi, ma Laura era lì e non voleva farla attendere troppo.

"Ho aspettato tanto e fa male il pancino ad aspettare" rispose.
"Allora andiamo adesso" disse lei.
"Ci mettiamo poco" aggiunse rivolta a Laura.

"Non vi preoccupate, io ora vi saluto. Ho già visto a sufficienza anche per oggi. E come ho detto la scorsa volta non ci sarà alcun problema" disse lei andando verso la porta.
"E mi saluti tanto Tony, spero di vederlo la prossima volta" aggiunse andando via.

Dopo aver portato Anja in bagno, le due si rimisero all'opera con le loro statuette in gesso. Le prime che avevano fatto erano già asciutte, così si misero a dipingerle.
Tuttavia Ziva, dopo quello che la bambina aveva detto, non poteva fare a meno di fissare Anja e sorridere.

"Perché mi guardi così?" chiese Anja dopo un po'.
"Così come?" rispose.
"Mi fissi e sorridi" spiegò Anja.
"Sono felice per quello che mi hai detto" disse Ziva.
"Che cosa ho detto?" domandò Anja confusa.
"Hai detto che sono la tua mamma" rispose Ziva.
"Perché è vero. Tu fai tutto quello che faceva la mamma prima di morire, quindi sei tu la mia mamma ora" ripeté Anja.
"Grazie" le disse.

Anja sorrise e tornò a dipingere.
Per lei era normale quello che aveva detto, lo pensava nella sua testa da tanto tempo. Non sapeva che per Ziva invece era una cosa molto importante e con un grande significato.

Quando Tony tornò a casa, la prima cosa che fece Ziva quando furono da soli fu raccontargli cosa era successo con l'assistente sociale.

"Sei emozionata, vero occhioni belli?" chiese lui.
"Molto, è stata una sorpresa fantastica" commentò osservando Anja che era seduta sul divano a guardare i cartoni.
"Non si è nemmeno resa conto di quanto mi abbia fatto felice" aggiunse.
"È troppo piccola per capirlo" rispose Tony baciando Ziva.
"Lo so. Vai a farle un po' compagnia mentre finisco di preparare la cena" disse lei.
"Abbiamo fatto le statuette in gesso, ne ha una da regalarti" aggiunse.

Non appena Tony si sedette sul divano, Anja si alzò per portargli il suo regalo.

"È un cuoricino perché ti voglio bene" disse lei.
"Ti voglio bene anche io, pancake" rispose.

La bambina rimase in silenzio per un po', poi tornò a rivolgersi a Tony.

"Oggi ho detto ama Ziva che è la mia mamma e lei è stata molto felice" disse.
"Me lo ha detto, è stata una cosa molto bella da dire" rispose lui.
"Volevo dirti che tu sei il mio papà, se vuoi" disse Anja.

Adesso fu il turno di Tony a rimanere senza parole.
Ma Anja lo stava guardando e si aspettava una risposta, quindi dovette riprendersi in fretta e rispondere.

"Certo che lo voglio, amore" rispose lui prendendo Anja in braccio.
"Mi stai fissando e sorridendo anche tu" constatò lei.
"Perché sono felice" rispose.
"Come Ziva" disse Anja.

Lei li stava guardando dalla cucina e si commosse di nuovo alle parole di Anja.
Se era importante per lei sentirsi dire che era la mamma, per Tony sentirsi dire che era il papà doveva esserlo ancora di più.

Quella sera la misero a letto assieme e rimasero con lei entrambi mentre Tony leggeva la favola della buona notte.

"Dorme" constatò Tony vedendo Anja russare leggermente.
"Sembra un angioletto mentre dorme" disse Ziva.
"Ma è un diavoletto quando è sveglia" commentò lui.
"Però oggi ha detto che sono sua madre" rispose Ziva.
"E che io sono suo padre" aggiunse Tony.

Si guardarono entrambi e, dopo aver dato un delicato bacio sulla fronte ad Anja, uscirono dalla sua camera.

"Non so se stanotte potrò dormire, continuerò a pensare a quando lo ha detto" disse Ziva mentre andavano in camera.
"Meglio se riposi o domani Gibbs si arrabbia perché sei addormentata sul lavoro" scherzò lui.
"Giusto. Con quelle parole, Anja, mi ha fatto dimenticare che oggi al lavoro è andato tutto storto e non abbiamo preso Silas" commentò lei.
"Lo prenderemo presto, vedrai. Non credo resterà nascosto ancora per molto" disse Tony.
"Se vuole Anja per curare il figlio malato non aspetterà tanto. Dobbiamo stare pronti" rispose lei.
"Ed è per questo che ora dormiremo abbracciati. Così saremo pronti a tutto" disse Tony sdraiandosi e tirando Ziva per un braccio.

Si accoccolò su di lui e lo lasciò giocare con i suoi capelli.
Ziva intanto gli accarezzava il petto, sbadigliando.

"Perché non dormi, occhioni belli?" le disse.
"Voglio stare un po' con te" rispose lei.
"Saremo insieme anche se dormiamo. Chiudi gli occhi e riposati" le disse.
"Buona notte, Zee" aggiunse.
"Notte Tony" concluse lei lasciandosi andare.








Note dell'autrice:

Buon inizio settimana :)
Come vi avevo detto pubblico oggi, poi per questa settimana sparisco e ci rivediamo lunedì prossimo perché domani mattina parto per Londra :)

Questo è stato un capitolo a metà, un po' di caso e un po' di family... Spero vi sia piaciuto.
Presto Silas arriverà e vedremo cosa succederà XD

A prestoooo
Baci, Meggie.
  
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