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Autore: anakinskywalker    17/11/2014    3 recensioni
Nico si trova a prendere lezioni di nuoto da un maestro che lui vede come un po' più di un semplice maestro
-sono gradite recensioni!-
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Annabeth Chase, Hazel Levesque, Nico di Angelo, Percy Jackson, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se una persona dentro un messaggio iride potesse toccare quella con cui sta parlando, probabilmente Percy ora sarebbe morto. Gli occhi di Hazel emanavano fulmini, e dalla sua bocca uscivano solamente tuoni. Continuava a parlare e ad urlare in modo così confuso e caotico che il giovane semidio faceva fatica anche solo a comprendere qualche singola parola.
 –Hazel calmati, non capisco se continui ad agitarti in questo modo! È successo qualcosa a Frank?- i suoi occhi color ambra finalmente si fermarono, ed incontrarono quelli verdi dell’altro, ma non esprimevano gratitudine o stima, come erano soliti a fare, anzi, emanavano disprezzo accompagnato da una punta di odio mescolato con amarezza.
-Frank? Che centra Frank ora? Non ti sei accorto di niente? Non hai notato niente di diverso?- il ragazzo la guardò senza capire a pieno ciò che quella cercava di fargli capire.
-Da quanto tempo è che non vedi mio fratello in giro, eh?-
Adesso aveva capito. In realtà aveva capito tutto sin da quando aveva visto apparire il volto di Hazel nell’acqua del lago. Come avrebbe potuto non capire? Erano giorni che non pensava ad altro. Nico era come sparito dal campo, ma nessuno lo aveva visto né entrare né uscire; molti si erano quasi dimenticati della sua presenza, eccetto un ragazzo, Will, della casa di apollo, che ogni tanto chiedeva in giro se avevano sentito qualcosa a proposito del figlio di Ade, ma nessuno gli aveva mai dato una risposta esauriente. Il fatto peggiore era che quando aveva chiesto al figlio di Poseidone cosa fosse successo al mezzosangue scomparso, quello, fulminandolo, gli aveva risposto che lui non centrava niente in questa storia, e che, non conoscendo nemmeno un po’ Nico, doveva smettere di assillare l’intero campo.
Si, erano stati giorni difficili anche per lui, dato che gli era impossibile toccare Annabeth senza pensare all’imbarazzante avvenimento del lago. Ma che fare? Non riusciva nemmeno a guardare la cabina numero 13, e il solo pensiero di affrontare faccia a faccia l’altro semidio lo faceva impazzire, sia dalla paura che dalla voglia infinita e incontrollabile di baciarlo.
-Ti stavo proprio per chiedere come sta Nico, sai niente? Sono giorni ormai che salta le lezioni di scherma.- -L’unica parola che mi ha detto dopo avermi chiamato per la centesima volta senza mai aver detto una parola è stata “Percy”, il che mi ha lasciato supporre che tu sapessi qualcosa che ovviamente io non so, o sbaglio? Sai, vedere mio fratello in quello stato mi ha resa piuttosto nervosa e stressata, e perciò potrei anche avere frainteso..-
Un viso così dolce, così innocente, così puro. Era difficile mentire, ma anche dirle la verità. Percy non era pronto a sconvolgere una ragazza che veniva dagli anni ’40 dicendole che aveva palpato senza rimorsi il fondoschiena di suo fratello e che, per questo, temeva di essere gay.
-Magari ha solo bisogno di un aiuto da parte di un ragazzo. Sai, da quando è morta Bianca mi sono sempre sentito in dovere di essere come un fratello per lui..- quella, dopo essersi asciugata due lacrimone che le avevano bagnato i due zigomi color caramello, gli sorrise e ringraziandolo di cuore gli chiese di salutare e di abbracciare tutti da parte sua, e, scuotendo la mano, scomparve tra le ondicelle dell’acqua.
Bene, ora sapeva cosa doveva fare, l’unico problema era il come. Sapeva che non sarebbe mai riuscito a parlare con il semidio, guardando quel suo viso pallido, smorto, senza aver già qualcosa da dire in mente, perché quel ragazzo, oltre ad aver l’abilità di portare in superficie scheletri e fantasmi, riusciva a confonderlo terribilmente, facendogli dimenticare tutto: da delle semplici e piccole parole, al fatto che aveva una ragazza che amava. Nessuno era mai riuscito a creargli problemi di questo genere, nonostante Percy fosse costantemente circondato da ragazzi affascinanti come Jason, Leo e tutti i figli di Afrodite del campo. A volte gli sembrava praticamente impossibile che tra tutti loro lui si sentisse attratto da un ragazzo magrolino, debole e pallido, che per un certo periodo aveva pure pensato di odiare.
Il dilemma peggiore però era la scelta tra Annabeth o Nico. Aveva paura, Percy aveva tanta paura. Ma capì che qualcosa andava fatto. Chiese ad una ninfa di chiamare Annabeth, che stava lavorando con Leo nella grotta ad un progetto “top secret”, e di farla venire lì al lago. Qualche minuto dopo echeggiarono numerosi passi, che preannunciavano l’arrivo della ragazza. Appena dal folto della foresta sbucò una graziosa mezzosangue con i capelli biondi raccolti in una disordinata coda, Percy sentì una fitta allo stomaco, ma era diversa, era dolorosa, era piena di preoccupazione.
-Mi hanno detto che mi cercavi Testa d’alghe, hai bisogno di una mano per qualcosa?- il ragazzo cercò qualcosa in quegli occhi sereni, qualcosa che lo convincesse, ma non vi trovò niente di rassicurante, niente che lo emozionasse. Una goccia salata gli scivolò lungo il viso: stava per impazzire.
-Percy- fece quella con aria perplessa –tutto bene?-
Si alzò di scatto e la baciò. Non cercò il suo consenso, né che rispondesse al suo bacio, ma continuò per la sua strada. Era arrabbiato, preoccupato, e tutte queste emozioni le stava riversando in quel bacio. Solo dopo tempo si rese conto di farle male, che il suo labbro inferiore stava quasi per sanguinare e che lei, con gli occhi sbarrati e le mani puntate sul suo petto cercava di respingerlo gentilmente.
Si fermò e, respirando affannosamente, la mise a sedere sulla riva del lago, dicendole che andava tutto bene, che era colpa sua, che lei non aveva sbagliato niente; e baciandole la guancia se ne andò.
  
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