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Autore: Cee4    17/11/2014    1 recensioni
Un pasticciaccio rom-com insolito in SeoulCity
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, G-Dragon, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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aine 5 Era l'una del pomeriggio. Aine aprì gli occhi e vide Ye-rin affianco a lei con uno di quei sorrisi pronti a strapparne altri mille.
-Ouch!-.
-Ai-chan, non ti muovere. Cosa c'è? Un po' d'acqua, del succo, ti aiuto ad andare in bagno, non so...Per fortuna hai dormito un po'. Hai riposato bene?-.
Lei allungò il braccio verso l'amica per rassicurarla. Aveva solo bisogno di ritornare padrona del proprio corpo e voleva smettere di esserlo del tempo altrui. Rimri stava facendo i salti mortali per starle vicino e così tutti gli altri amici,  sin dalle prime ore in ospedale, sin dal momento dell'incidente.
Ah, già, l'incidente. E la promessa fatta a lui.
Aine afferrò, annoiata, una ciocca di capelli  mentre la gamba destra, costretta nel gesso, le pizzicava da morire. Gli eventi si ripetevano ormai nella sua mente più volte.
Quella sera all'Octagon, uno scherzo concretizzato in un'offerta seria. Una passeggiata a Jamsil di buon mattino, due domeniche a venire.
Un adesivo a forma di smile sulla data stabilita ed un piccolo buco allo stomaco ogni volta che ci dava un'occhiata.
La promessa, d'altronde, era stata inavvertitamente la causa dell'incidente.
Quattro giorni prima,  Aine aveva raggiunto l'appartamento di Jiyong. Era già notte inoltrata, ma doveva riportare i capi appena presi dalla tintoria.
La lavanderia Lee&Syon era stata sempre svizzera nelle sue consegne. A posteriori, probabilmente, si sarebbe potuto dedurre che quello era il primo segno di qualcosa da evitare.
Tutto il corpo di Aine era stanco, ma la sua  mente era impegnata ad organizzare mentalmente le successive sedici ore. Amava essere occupata e controllare i dettagli.
Tirò fuori
le chiavi, giocherellandoci per trovare quella giusta.
Non appena sbloccò la porta, dalla tromba delle scale, proprio dietro di lei, risuonarono grida acute quella che sembrava essere una fuga precipitosa.
"Oppa! Saranghae! Oppa!", Aine era stata in grado di distinguere quelle poche parole quanto più la fonte si avvicinava. Il suo cuore cominciò a battere rapidamente nel  petto, temendo che tipo di cosa  barbarica e  pazza  avesse potuto creare tali urla terrificanti. Rapidamente, aprì la porta, pronta a sfuggire ad incontri spiacevoli.Però, non appena ebbe guardato indietro vide  una figura familiarefarsi strada dritto verso di lei. 
-Aspetta
!-, Jiyong gridò, allungando una mano verso Aine per chiedere aiuto.
-Forza-, rispose lei tirandolo rapidamente dentro con sé.
Entrambi riuscirono a distinguere frasi come "Dov'è finito?", "Non è sceso a questo piano", "Oppa!Jiyong Oppa!"., "No, sicuro è qui.Naeyon aveva detto che l'appartamento era il 17-B".
Aine si portò una mano alla bocca, per tentare di attutire il proprio singhiozzo.
-Okay, puoi lasciar stare, non siamo mica in qualche film horror-, Jiyong le sussurrò dandole una pacca sulla spalla.
-Oh, credo di essermi fatta un po' trasportare dalla situazione-. Lei lo guardò chiedendosi cosa diamine ci facesse lì. Cioè,era casa sua ma non doveva che essere di ritorno il giorno dopo. Non era previsto neanche questa volta. -Hai fatto quattordici rampe di scale tutte di filata?".
Lui si limitò ad annuire stendendo avanti ed insietro il collo, a sinistra e a destra, come se ciò fosse parte della sua quotidianità. -Mi preparo al trekking settimana prossima, no?!-.
-Capisco-.
-Avresti del...-.
-Cibo? C'è una porzione di maccheroni e formaggio e del kimbap in frigo-.
Jiyong la guardò sospettoso, incerto per la seconda volta se lei non avesse qualche potere. Perlomeno, era inquietante ed incredibile come avesse quel potere con lui.
-Ok, ora vado-.
-Ci sono le...-.
-.Le ho sentite andarsene-.
-Aine-sshi, puoi sentire così chiaramente? Anche attraverso una porta blindata con tanto di password e doppia serratura?-.  Jiyong era ancora più sbalordito. In più, non voleva rimanere da solo.Qualcuno per almeno dieci minuti, almeno dieci. Aine poteva rimanere per almeno dieci minuti.
-, il mio udito è il migliore tra tutte le persone di mia conoscenza-. Lei affermò con orgoglio, quasi a dover essere ricompensata per una tale capacità. Invece, ricevette una risata morbida prima di un leggero spostamento d'aria.
-Sei strana-. Lui la guardò dall'alto in basso, standole di fronte, con quel sorriso accattivante capace di far arrossire persino le sottane pallide della regina d'Inghilterra.
-E' meglio che vada-.
-Sì-.
Stettero impalati per qualche secondo davanti la porta, scrutandosi a vicenda e segliendo su quale sarebbe stato il metodo consono di  salutarsi.
Fu la voce di Jiyong a rompere il momento. -Bene, buonanotte-.
-Buonanotte, Jiyong-sshi-.
Aine scosse la testa ritornando alla stanza di casa sua. L'immagine di lui chiara si mischiò a quella delle due ragazze che, no, non se ne erano andate.Le avevano chiesto di  GD oppa, un passo falso e giù dalle scale.
-Aine-chan!-.
-Mmm-.
-Mi ascolti?-.
-Ye-rin, sì, sarebbe  impossibile non farlo-.
-Dovresti ritornare a studiare-.
-Non farmi da madre-.
-Almeno dovresti cambiare lavoro-.
-Non sono mica nell'esercito-.
-Ainechan, non ne vale la pena-.
-Cosa?-.
-Lui-.
-Chi?-.
-Voglio dire, Sooha gli vuole bene ma non si è neanche preoccupato di mandare un messaggio-.
-Mi ha portato in ospedale. Non è tenuto a fare nulla più di questo. Non sono mica alla fine dei miei gloriosi giorni-.
Yerin la lasciò in silenzio, sapendo che non avrebbe avuto senso continuare quel discorso. L'amica era la maestra delle strategie di evitamento e fuga sicchè avrebbe solo peggiorato le cose.
Aine fissò il suo cellulare,poggiato sul comodino, attaccato al filo dell'alimentatore. Non era il caso di pretendere nulla, non c'era motivo di desiderare qualcosa da qualcuno così simile a lei nel non avere una casa.
Solo, un bigliettino da leggere, una virgola in un messaggio l'avrebbe distratta.
L'avrebbe potuto sentire vicino, amico, come quando le aveva fatto quella promessa. Ad ogni modo, lei era abituata alle tempeste, ai sassi, ai calli.
Era abituata ormai alla carne viva che rimane alla fine di ogni fantasia.

^^^^
Hi there! *waves*
Ritornata con un microcapitolo, spero vi piaccia e che per Natale (molto prima kkk) il Jiyong di questa storia mandi almeno un cesto di frutta ad Aine, leggermente acciaccata.
Sono sempre benvenuti i commenti.


 





   
 
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