Hola a todos!
Innanzitutto volevo
ringraziarvi per le recensioni ricevute nello scorso cap, è la prima volta che
lasciate 6 recensioni per un solo cap da quando sto pubblicando questa fic
quindi non potevo non festeggiare aggiornando prima! ^^
Volevo avvisarvi che questo
capitolo segna l’inizio di una nuova parte del racconto: quella dei “Casini”,
dei litigi, delle dispute… Del caos, in poche parole! Quindi preparatevi ad
entrare nel vivo della storia a partire dal cap 18!
Detto ciò, grazie a coloro
che hanno recensito:
Giulietta_Cullen:
Innanzitutto grazie per aver esaudito la mia richiesta ^^ Riguardo Debora, beh,
ho cercato di costruirla con un carattere “Umano”, nel senso che commette
errori come tutti noi, quindi fare un po’ la “pettegola” andando a dire al suo
amato ciò che le è stato riferito fa parte di questo piano prestabilito,
sarebbe noioso se fosse perfetta, non credi? ^^ E riguardo Niko e Deb insieme,
come dico sempre… Chi vivrà vedrà! xD Grazie
mille,spero di continuare a leggere le tue recensioni!
Vero15Star: Concordo
perfettamente con te, Niko è stato un vero idiota, ma dopotutto è come tutti i
suoi colleghi maschietti , anzi, forse il fatto di essere un artista lo rende
ancora più idiota visto che si preoccupa delle telecamere, del pubblico e bla,
bla, bla… Grazie mille, spero che questo cap ti sia piaciuto come avevi
intuito!
Giulls: Cara fedele amica di Mean
Girls! Continuo a ribadire che le tue recensioni sono un vero toccasana per me,
quando le leggo resto con lo sguardo intrappolato al pc e rido per minimo dieci
minuti…! “Daniele
come personaggio non è che abbia fatto una bella entrata nella storia, ma non
temere, Deb sa cosa fare” intendo che visto che Daniele non ha fatto una bella
impressione, manterrà il suo carattere ma Debora saprà come comportarsi nei
suoi riguardi. “Si, spero ti siano piaciute!” ... ti prego....ti supplico...ti
scongiuro oh mia fedele amica di mean girls...nn dirmi che è stato DANIELE...ti
prego!!” ehm, tesoro, voglio lasciarti la sorpresa
leggendo il cap… Il bacio tra Deb e Max?! O_O Penso che volevi scrivere Deb e
Niko, giusto? Comunque, come ho detto a giulietta_cullen… chi vivrà vedrà! xD
Spero che il cap e le anticipazioni ti piacciano!
Sweet_Baby_Love: Grazie mille!
Eh si, i prossimi capitoli saranno capitoli di vera e propria guerra, hai inteso perfettamente!
Niko e Deb intesi male? Vedremo, anche perché
quei due non si capiscono mai… xD
_New_Moon_: Grazie!
Tranquilla, sono la prima ad ammettere che Niko è un’idiota , non farti questo
tipo di problema, ihih, cara fedele lettrice! ^^
Giunigiu95: Grazie, spero che
anche questo capitolo ti sia piaciuto! Spero continuerai a farmi sapere cosa ne
pensi!
Penso che aggiornerò giovedì
o al massimo sabato, ok?
Bacioni,
la vostra milly92.
Capitolo 17
Che Ci Fai Tu Qui?!
Il giorno seguente fu uno dei
più intensi di quell’esperienza, ma non tanto per il contenuto quanto per le
emozioni e gli sbalzi d’umore vissuti.
“… Ma sai, noi Gold Boyz
siamo tutti single” mi stava dicendo Giuseppe a colazione, mentre metà dei
coinquilini dormivano ancora. Io mi ero svegliata molto presto, ansiosa del
compito che mi era stato affidato circa Claudio, e cercavo di trovare una
soluzione su come fare per farlo socializzare.
“Chissà perché…!” ironizzai,
mentre mangiavo una vaschetta di yogurt alla fragola.
“Cosa vorresti dire?!”
chiese, stando al gioco.
Scrollai le spalle, e poi in
quel momento mi ricordai che non era vero: Andrea non era single grazie a
Rossella… Lui sapeva o lo ignorava per davvero?
“No, ora mi dici!”
“Bah, io penso che almeno tu
ce l’avresti la ragazza se andassi dal barbiere ogni tanto, ihih” risposi,
accennando ai suoi capelli ricci, abbastanza voluminosi.
“Spiritosa!”
“Dai, scherzo! Anzi in realtà
ti invidio, magari ce l’avessi anche io quei ricci!” feci, indicando i miei
capelli mossi.
Giuseppe era il componente
dei Gold Boyz con cui riuscivo a parlare
liberamente, era socievole,spiritoso, un po’ come Francesco ma meno “Clown”, così
trascorremmo la colazione ad insultarci, finché non arrivò Claudio in cucina,
con indosso una maglia con il simbolo di superman e i pantaloni del pigiama.
“Ciao” lo salutai fin troppo
cordialmente.
“Ehi, superman!” fece
Giuseppe.
Claudio lo guardò storto,
prendendo dei cereali dalla scatola e iniziando a mangiarne una manciata.
“Scherzavo, amico!” si scusò
l’altro, sbuffando quasi. Aveva ragione dopotutto!
“Hai dormito bene?” chiesi,
con la voce simile a quella di mia nonna quando mi chiede se mi sono piaciute
le sue polpette.
“No, il cuscino era troppo
scomodo e le lenzuola non erano perfettamente stirate, oltre al fatto che sono
abituato a dormire in lenzuola di seta…” fu la sua risposta, come se stesse
dicendo qualcosa di ovvio.
Ma chi era, il principe
William?!
Scambiai un’occhiata con
Giuseppe, prima di rispondere: “Ah, ma certo” e rituffarmi nel mio vasetto di
yogurt.
“No che non è certo, voi
credete che io sia pazzo, viziato e spocchioso, vero?”
“Forse solo un po’ la seconda
ipotesi” esclamò Giuseppe. “Scusa, ma qui non siamo in un hotel a cinque
stelle…”
Per tutta risposta, Claudio
si alzò, senza degnarci di uno sguardo, e uscì dalla cucina.
“Ehi, ma che ho detto?”
chiese il ragazzo. “Qui non si può nemmeno essere sinceri…”
“’Giorno a tutti!” disse la
voce di Niko, il che mi fece sobbalzare e mi spinse a passarmi una mano tra i
capelli e sedermi più composta, mentre cercavo di non ripensare alle parole che
mi aveva detto il giorno prima, “Ma che gli è venuto a quel Claudio? Per un
pelo non mi è venuto addosso!”
“Niente, la sindrome degli
ultimi arrivati che si credevano di venire in un hotel a sei stelle” rispose Giuseppe, mentre io annuivo.
“Ah, life coach, ci sei anche
tu!” fece Niko, dopo aver annuito, sorridendomi.
“Si per tua sfortuna” risposi
facendo una smorfia.
“Scherzavo! Dormito bene?” mi
chiese, prendendo posto e dandomi un pizzicotto sulla guancia destra dopo
avermela accarezzata.
“Più o meno” risposi,
fingendomi indifferente.
“Uh, hai avuto anche tu
problemi con il cuscino scomodo e le lenzuola, perché non erano di seta?”
enfatizzò Giuseppe, strappandomi un sorriso.
“Si, ahah!” risposi.
“Cos’è questa storia?” chiese
Niko.
Gli spiegammo tutto,
facendolo rimanere di sasso. “Quello sta male” concluse, per poi avvicinarsi al
frigo e prendere la confezione di latte.
“Se vuoi posso farti io il
latte” mi offrii, senza sapere da quale parte del mio subconscio proveniva
quella mia offerta.
Si voltò, osservandomi.
“Davvero? Grazie!”
“Figurati” sorrisi,
avvicinandomi a lui e prendendo la confezione per poi prendere il pentolino e
accendere il gas.
“Cavoli, c’hai proprio la
cameriera, eh?” dichiarò Giuseppe, stiracchiandosi.
“Eh, si, e pensa che lo fa
gratis…”
“Guarda che potrei anche
metterci del veleno, lì dentro…!” sogghignai.
La nostra discussione intelligente fu interrotta dal
cinguettio di Rossella ed Andrea, che entrarono abbracciati in cucina. Appena
ci videro si staccarono, arrossiti.
Io e Niko, che sapevamo, ci
scambiammo un’occhiata, mentre Giuseppe fece finta di nulla, ma alla fine,
mentre prendevano posto, chiese: “Sicuri che voi due non avete nulla da dirci ,
piccioncini?”
Rossella divenne scarlatta,
ma la conversazione fu deviata grazie a Samanta, che entrò tutta pimpante.
“’Giorno!” esclamò, “A mezzogiorno verrà il life coach dei Locos Sounds, hanno
lasciato l’annuncio nella sala prove!”
“E tu sei andata in sala
prove?!” chiese Andrea curioso.
“No, me lo ha detto Annah,
stanno provando…”
“A quest’ora? E poi non sono
nemmeno stati assegnati i brani…” obiettai, spegnendo il gas e prendendo un
bicchiere.
“Ma che ne so, si sa che
quelli so’ strani!” rispose lei prendendo posto e scrollando le spalle.
Che i Locos Sounds fossero
davvero strani ce ne accorgemmo qualche ora dopo, mentre Giulia si lamentava
del brano assegnato solo perché non avrebbe potuto vestirsi elegantemente,
Richard fu scovato a fare delle strane mosse davanti lo specchio
dell’ingresso,dicendo: “Ma quanto sei bono! Quanto! E’ solo questione di tempo
prima che tutte le ragazze ti saltino addosso!”, Amedeo balbettava da solo tra sé e sé, Annah
si ingozzava di Nutella poco prima di pranzo e, ciliegina sulla torta, Claudio
scriveva una richiesta alla produzione, mentre Salvatore dei “Dj” cercava di
metterlo sulla buona strada.
Chissà cosa stava
richiedendo… Coinquilini più “normali” rispetto a lui?!
Poco dopo l’assegnazione dei
brani, in cui a Niko fu affidato “Feel” di Robbie Williams, me ne stavo nella
mia stanza, a ripensare al pasticcio in cui mi ero messa. Come avrei fatto a
far socializzare Claudio con gli altri se la prima ad avere problemi con lui
ero io?!
Alzai lo sguardo, e notai le
rose che avevo ricevuto, più appassite che mai. Mi avvicinai, rileggendo il
biglietto. Parole bellissime, certo, ma che mi riportavano lontano con il pensiero,
al mio ex ragazzo, ai nostri momenti più belli trascorsi insieme, al modo
brutale in cui ero stata mollata, al periodo di quasi depressione che mi aveva
causata…
Quasi assorta in questi
pensieri non sentii nemmeno la porta aprirsi e non vidi Niko entrare.
“Ehi, ci sei! Non mi hai
risposto mentre bussavo!”
Sobbalzai, scrutandolo e
mettendolo a fuoco quasi con una certa difficoltà.
“Scusa, ehm, io…”
“Pensavi all’ammiratore
sconosciuto?” mi chiese, indicando le rose, a cui ero vicinissima.
“Diciamo, più che altro al
mio ex” risposi vaga, alzandomi e sedendomi sul letto.
“Beh, capita, anche io a
volte penso alla mia ex…”
“Non me ne hai mai parlato,
sai? Hai sempre fatto discorsi in generale!” feci, più che altro per distrarlo
dalla discussione sul mio ex ragazzo dato che non mi andava di parlarne.
“Vuoi che te ne parli?”
“Se ti va…”
“Ok! Si chiamava, anzi, si
chiama, Alexandra, e mi ha lasciato perché è dovuta partire per uno scambio
culturale in Francia…”
Quelle parole mi fecero
rimanere stupefatta: sapevo chi era!
“Cosa? Alexandra? Francia?”
chiesi. “Ma… è una del tuo forum! Bionda, occhi azzurri…”
“Si, è lei! Sta nel mio
forum?!” chiese illuminato dalla notizia.
“Si, e sapessi quante ne ha
scritte su di me…” dichiarai. Era la famosa xgirlx90 che aveva scritto commenti
poco gentili su di me. La conoscevo tramite Internet perché prima di andare a
Music’s Planet partecipavo al forum ogni tanto.
“Cosa?”
Gli raccontai del suo
commento e di tutto il resto, facendolo rimanere a bocca aperta. Alla fine se
ne uscì con uno: “Stronza!” che mi fece compiacere un po’.
“Va beh, chi se ne frega…”
obiettai.
“Me ne frega, non devono
permettersi di dire cose false su di te, specialmente offendere in quel modo!”
Non potei non sorridere
vedendolo così indignato, ad essere onesta. Cosa potevo farci? Mi piaceva
sempre di più, e la rivelazione del giorno prima mi aveva fatto rimanere male,
anche se sapevo che sarebbe andata a finire così.
“Ragazzi, venite, è arrivato
il nuovo life coach!” disse Rita emozionata, irrompendo all’improvviso nella
stanza.
“Ok, veniamo” dicemmo
insieme, per poi guardarci e scoppiare a ridere.
“Chiunque sia questo, ricorda
che tu sei la migliore life coach e non pensare a quello che ti dicono gli
altri” mi disse, mentre stavo per uscire dalla porta.
Mi bloccai, presa dalla
dolcezza con cui erano state pronunciate quelle parole. Lo guardai, e notai che
il suo sguardo era simile a quello di qualche settimana prima, quando stava per
baciarmi. Cosa gli prendeva, diamine?! Perché a volte era così dolce per poi
subito contraddirsi?!
“Ehm…” risposi, incapace di
simulare alcun suono.
“Cosa c’è?” mi chiese,
avvicinandosi e chiudendo la porta.
“Niente, dai, andiamo” cercai
di svignarmela, ma lui, più veloce di me, si parò davanti la porta.
“Dimmi, sembri… strana”
“Io? No, ma che”
Ci guardammo per un lungo
istante, prima che lui dicesse: “Scusami”
“Per cosa?”
“Per questo che ho detto, so
di essere contraddicente a volte, sappi che l’ho detto perché le penso”
dichiarò.
“Si, va bene, so cosa intendi,
so che non fai così perché ti piaccio o cose così, so che lo dici perché ti va
dirlo, però… Che cavolo, mi ci fai rimanere sempre come una scema! Ti prego,
non giocare con me” dissi queste parole con voce quasi implorante, non ce la
facevo più, era come se una parte di me continuasse ad illudersi di potergli
interessare minimamente. Ma, allo stesso tempo, con quelle parole gli avevo
quasi rivelato completamente i miei sentimenti.
Però lui non mi chiese nulla,
annuii, aprendo la porta e facendomi segno di uscire.
“Chissà chi è questo nuovo
life coach!” disse, con voce più allegra.
“Oh, si, chissà” feci,
cercando di suonare vivace e spensierata. “Oggi abbiamo le prove, vero?”
“Abbiamo?” rise. “Hai
intenzione di fare un duetto?”
“Ma scemo!” lo spinsi lievemente,
facendo una smorfia. “In senso… vabbè, meglio che sto zitta!”
“Si, brava, stai zitta!”
“Antipatico!”
“Bisbetica!”
Continuammo a fingere di
litigare per tutto il corridoio; era una delle cose più strane: spesso
riuscivamo a superare momenti critici comportandoci subito come se non fosse
successo nulla.
Una volta nell’ingresso
notammo che tutti erano intorno al nuovo arrivato, di cui riuscivo solo a
scorgere la chioma bionda.
“… Si, grazie, spero di
essere un buon life coach!Oh, guarda chi è arrivata, finalmente, ti fai sempre
attendere!”
Udendo queste parole mi
voltai, e dalla folla, sorridente e quasi trionfante uscì Daniele, che si stava
avvicinando con passo vellutato, sorridendo quasi con soddisfazione.
“Daniele?! Che ci fai tu
qui?!” domandai.
Ero sbalordita, con la bocca
aperta e l’impressione di aver sbagliato stanza,anzi, casa. Cosa ci faceva lì?
Sembrava che tutti potessero essere life coach da un giorno all’altro!
Daniele se ne stava davanti a
me, radioso, mentre tutti ci guardavano curiosi. Continuavo a fissarlo
incredula.
“Vi conoscete?” chiese
Samanta.
“Si, ho avuto l’opportunità
di conoscerla quando è ritornata nella nostra città la scorsa settimana” spiegò
con nonchalance. “Non mi saluti nemmeno?” aggiunse con un sorriso ironico.
“Oh, si ciao” dichiarai,
avvicinandomi e salutandolo con i formali baci sulle guance prima che lui mi
abbracciasse. Sentivo lo sguardo di tutti fisso sulla nuca, ed era una
sensazione che non mi piaceva affatto, nemmeno durante le prime time mi sentivo
così. Per
tutta risposta, Daniele disse, in stile recitazione poesia, con perfetto
accento inglese: “When you're gone the pieces of my heart are
missing you ,when you're gone the face I came to know is missing too, when
you're gone the words I need to hear to always get me through the day and make
it ok. I miss
you. Ma ora avremo tanto tempo per stare
insieme…”
“Sei stato tu?” esclamai
sbalordita, ricollegando quella canzone alla rose e cercando di fingere di non
aver sentito l’ultima affermazione.
“Si, spero ti siano
piaciute!” rispose.
“Piacere di conoscerti!”
Stavo per rispondergli,ancora
confusa per tutto quello che stava accadendo, ma la voce di Niko ci aveva
interrotti.
“Piacere, io sono Daniele!” rispose
lui, porgendogli la mano e concentrandosi nell’imitare una faccia sicura.
“Lo so, io sono Niko” rispose l’altro, fingendosi ancora più sicuro.
“Lo so” ripetette Daniele, imitandolo senza batter ciglio.
Li guardai, e vidi che si
stavano scambiando uno sguardo mentre si stringevano la mano, che sembrava
proprio di sfida mentre gli altri sussurravano ancora per la questione delle
rose. O era solo la mia impressione?
Qualche Anticipazione:
“Certo che lo fa, e ti dirò
di più: lui lo fa per avere popolarità davanti le telecamere, io lo faccio
perché mi piaci” disse convinto, spostandosi anche lui di un posto.
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“E di che, anzi, quando
litigherete sarò lieta di aiutarti ad inventarti qualche buona scusa”
ironizzai.
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“Si, mica c’è una pizzeria
qui vicino?” chiese subito Annah, e dovemmo sforzarci per non ridere. La
lezione della lampo non le era bastata…
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Non ebbi il tempo di vedere
nient’altro che mi sentii afferrare da lui e voltarmi, faccia a faccia, prima
di sentire le sue labbra posarsi sulle mie e sentire la sua presa farsi più forte
attorno alla vita.
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“No… Io… Se dovessi
scegliere… Sceglierei te…”