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Autore: Alvin Miller    17/11/2014    3 recensioni
Sembrava un compito così facile, vero? In fondo si trattava soltanto di badare alla Carousel Boutique per un pomeriggio e una notte. Fare le pulizie, annaffiare le piante, nutrire quel dispotico esempio felino di Opalescence.
Unica raccomandazione: stare alla larga da quella gemma recapitata stamani a casa Rarity; pena, il disastro!
Tutto sommato un giochetto da puledrini, eh Spike...?
Genere: Azione, Comico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Pinkie Pie, Rarity, Spike, Twilight Sparkle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Strange Night Hanger.png


1: A Strange Delivery


Era un pomeriggio come tanti altri quello che stava scorrendo quel giorno davanti alla Carousel Boutique. Ordinario, sereno e melodioso; non un solo filo di erba fuori posto, nessun presagio di disavventure nel corso della giornata. Insomma, un giorno di ordinaria Armonia nel colorato villaggio dei pony.

«Caro Spike, davvero non ho parole per esprimere la mia gratitudine per l’aiuto che mi stai dando!» Civettò Rarity, mentre lo stallone autista del suo trasporto stava terminando di caricare sulla carrozza gli ultimi pacchi di vestiti per l’imminente viaggio della giumenta.

«D-di nulla. Lo sai che per te farei qualunque cosa.» Pigolò il piccolo draghetto, stringendosi l’una sull’altra le mani artigliate.

«Sì, lo so. Sei il mio Spikeuccio adorato, ed io sarei davvero persa senza di te!» Aggiunse lei, sorridendogli amorevolmente, consegnandogli sulla guancia arrossita un soffice bacio affettuoso che gli fece saltare per aria un paio di squame dalla schiena.

«Sweetie Belle starà a dormire dagli Apple stasera e io non posso assolutamente mancare a questa sfilata! Se la linea dovesse piacere potrei ricevere richieste praticamente da tutta Baltimare! Riuscite a immaginarlo?! Potrebbe essere la serata più importante di tutta la mia vita!» Spiegò, rivolgendosi stavolta a Twilight.

«Lo sappiamo, Rarity, e spero con tutto mio cuore che tu ce la faccia! Mi spiace soltanto di non poter trovare del tempo per badare alla tua casa. Ho un sacco di lavoro a castello, e per giunta Princess Celestia non fa che mandarmi copie di libri in sostituzione a quelli che perso in biblioteca.» Rispose l’alicorno dell’amicizia con voce rotta.

«Cielo, non dispiacerti affatto tesorino, si tratta solo di un giorno! E poi» si girò nuovamente verso il piccolo assistente «mentre starò via so già che la boutique sarà in ottime zampe.»

Il drago si mise dritto di schiena, col petto all’infuori e le braccia conserte, ghignando superbo per le lusinghe.

L’autista della carrozza si schiarì la gola, richiamando alla sua attenzione la pony bianco-perla. «Signorina, qui è tutto pronto! Possiamo andare!»

«Arrivo subito, mi dia solo un istante!» Estrasse da una valigetta per i trucchi uno specchietto, e lo utilizzò per sistemarsi il fondotinta.

«Sarò di ritorno domattina, giusto il tempo di concludere l’esposizione e di stipulare gli accordi con gli eventuali acquirenti. Spike, le liste sono in cucina. Sai già quello che devi fare, vero?.»

«Sissignora! Chiaro come un ruscello, splendente come uno zaffiro!»

«Meraviglioso!... oh, che sbadata!» Simulò il gesto di colpirsi alla fronte. «Quasi me ne stavo dimenticando: in giornata dovrebbe arrivare un pacco per me. Non è che ti dispiacerebbe… » “ritirarlo al posto mio?”,  ma non concluse la frase, perché subito la sua attenzione venne attratta dal rumore di uno sbatter d’ali che si stava avvicinando da lontano.

«Come non detto, è già qui!»

Le teste si sollevarono al cielo, dove presero a osservare una pegaso postina dal manto grigio che stava calando di quota. La pony andò a sbattere contro il ramo di un albero, finendo invischiata tra le fronde della pianta; cadde poi rovinosamente di fronte ai presenti.

«Bontà Celeste! Derpy, ti sei fatta male?!» Rarity corse a soccorrerla, ma la pegaso dalla chioma canarino fece chiaramente intendere che era tutto a posto.

Come se niente fosse (come se non fosse per nulla precipitata di muso da cinque metri d’altezza) estrasse qualcosa dal suo borsello e invitò la unicorno a firmare per l’avvenuta consegna.

Rarity la ringraziò, afferrando con la magia il pacco rettangolare mentre la postina ripartiva per una nuova meta (finendo, manco apposta, nuovamente abbracciata contro l’albero).

«Che emozione! Non avrei mai creduto che arrivasse così presto!» Esclamò saltellando sul posto.

«Di che si tratta?» Fu la domanda di una curiosa Twilight.

«Questo, amica mia, è il sogno col quale ogni stilista di Equestria vorrebbe svegliarsi la mattina!» Rispondeva mentre scartava con la magia i sigilli del pacco. «Pensa, ce ne sono pochissimi in tutto il mondo! E infatti ordinarlo mi è costato un occhio della testa, ma sapete che vi dico? Ne è valsa ogni singola moneta!»

Il rivestimento fu scartato con solenne eleganza e adagiato lì di fianco mentre la unicorno si accingeva a levitare davanti a loro un curioso bauletto di metallo decorato con trame arabesche, grande quanto un portagioie.

«È… uno scrigno?» S’interrogò Spike interdetto.

«Sciocchino, non è lo scrigno, ma quello che c’è dentro!»

Le carniere arrugginite stridettero lamentose mentre il coperchio si apriva rivelando un’imbottitura rosso pallido sulla quale era adagiata, come una perla, una gemma di taglio ovale grande quanto il pugno del drago.

Tutti si avvicinarono per osservarla meglio, persino l’autista, che si concesse una sbirciata di straforo.

Le pupille di Spike si accesero quando il vellutato aroma di silicati gli invase le ghiandole olfattive, facendogli risalire l’acquolina in bocca.

La gemma era di color acquamarina, con numerosi riflessi viola lungo i tagli che le conferivano un pattern allegro e sgargiante. Allo sguardo si manifestava come la pietra preziosa più pregiata del mondo.

«Visto? Non trovate che sia semplicemente divina?»

«Giaaà…» annuì Spike ipnotizzato, con un rivolo di bave che gli scendeva dalle fauci.

Al contrario di lui, Twilight invece si fece cupa e nervosa. «Rarity… d-dove l’hai trovata… quella?»

«Te l’ho detto, cara! È stato il mio fornitore di fiducia a parlarmene la scorsa settimana! Quando ho capito che poteva sposarsi benissimo con un nuovo abito che sto disegnando questi giorni, mi sono detta che dovevo averla a tutti i costi!»

Estrasse la pietra dal suo letto di seta e fece per studiarla da vicino, ma una forza magica più forte della sua si oppose riportandola nel baule, e quindi richiudendone il coperchio.

«Sei impazzita?! Hai almeno una vaga idea di che cosa sia veramente?!» Tuonò l’alicorno d’improvviso, disattivando il corno.

Spike non fece caso al loro alterco, ma era dispiaciuto del non aver potuto dare neppure un assaggio a quella mistica pietra.

«Credi forse che non lo sappia? Mi offendi Twilight! Non sei la sola esperta di gemmologia in questo villaggio!»

«Non si direbbe, a giudicare dalla leggerezza con cui ne parli!»

«Beh, c’è una ragione se ti ho fatta venire qui oggi… » ribatté furbescamente «voglio sottoporlo all’Incantesimo Denaturalizzante, e voglio che sia tu a farlo!»

L’alicorno si accigliò «I-io? M-ma… »

«Per il mio standard è una magia troppo complessa, lo ammetto. Rischierei di combinare un pasticcio. Ma dopo le tue ultime imprese, sono certa che per te sia un gioco da puledrini eseguirlo! Una volta che avrai finito non ci sarà differenza tra questa gemma e le altre, e io potrò finalmente dedicarmi alla realizzazione del mio grande capolavoro!»

Poco più in là il pony autista chiamò spazientito la unicorno per “invitarla” a montare in carrozza.

«Allora Twi, che cosa ne dici? Lo farai per me?» Cinguettò innocentemente, avvicinandosi al suo muso.

Twilight mugugnò con poca convinzione, l’idea dell’amica non la convinceva per niente. «Dovrei avere qualcosa al riguardo a castello, sì, ma si tratta di un incantesimo difficile anche per me, e se fallissi… »

«Perfetto!! Sapevo di poter contare su di te! Siete i migliori amici che una stilista possa avere!»

La Principessa si lasciò stringere dall’amica, ma questo non la aiutò a dipanare i suoi dubbi.

«Sarà meglio che vada adesso. Spikey tesoro, ti dispiacerebbe portare questa in casa? Lasciala pure da qualche parte in laboratorio, dove ti pare.» Gli chiese scaricandogli tra le braccia il baule metallico.

«Oh, ehm… sì. Nessun problema.»

L’assistente di Twilight si barcamenò verso l’entrata, incrociando lo sguardo diffidente dell’alicorno, che lo seguì per alcuni secondi. Malgrado le dimensioni minute, il peso del contenitore era notevole.

Seguendo le istruzioni dell’amica unicorno – la quale nel frattempo saliva finalmente sulla carrozza e si accingeva a partire per Baltimare – Spike trasportò il carico nella sua sala da lavoro, adagiandola poi sul piano di una delle numerose postazioni per il trucco.

Ansimò per riprendere fiato, mentre si asciugava il sudore dalla fronte.

Si fermò a osservarne poi i dettagli degli intarsi del baule, constatando in primo luogo che non aveva un foro per la serratura di una chiave. Rimase poi stupito dal suo aspetto antiquato e vissuto, cosa che gli conferiva un’aria anacronistica, come se il contenitore e il contenuto avessero viaggiato insieme lungo le vie del tempo per molti e molti secoli.

Attratto dalla sua aura di mistico fascino, decise di aprirlo per osservare con maggior attenzione quei riflessi di luce e quegli intagli da prelibatezza che riverberavano dalla pietra.

L’aroma dei migliori calderoni magmatici si liberò nell’aria non appena il coperchio finì di stridere dall’interno.

L’ovale della gemma era inciso in modo impeccabile, la luce passava attraverso la struttura in modo sublime, e non c’era traccia di opacità in quell’azzurra acquamarina che sembrava destinato al pasto di un Dio.

Per Spike fu una tentazione troppo alta. Non avrebbe mai commesso a Rarity il torto di mangiarla, no, ma nessuno al mondo, neppure Twilight, lo avrebbe sottratto dalla brama incolmabile di concederle un assaggio.

La agguantò con decisione e la sollevò dalla sua imbottitura. Un forte fenomeno di reflazione luminosa, che lui pensò fosse imputabile al sole, lo abbagliò per un momento, mentre spalancava le fauci per adagiarsela sulla lingua.

La tenne in bocca per alcuni secondi, estasiato dalla consistenza del carbonio tra i suoi denti. Il sapore sul suo palato era quello degli opali più pregiati, e poco per volta cominciarono a liberarsi anche i retrogusti del vanadio, che lui aveva gustato solo negli smeraldi più preziosi.

Non era solo la gemma più bella che avesse mai visto, ma anche la più squisita che avesse mai assaggiato, e non poteva comprendere per quale ragione Twilight si fosse agitata in quel modo fuori dalla boutique.

Questo gli fece tornare alla mente che non poteva indugiare oltre nella degustazione. Gli lambiva il cuore pensare di doversi sottrarre a quel gusto divino, ma l’alternativa sarebbe stato affrontare la furia di una Twilight alicorno inferocita.

La sputò dalle zanne e le diede un’asciugata superficiale, quindi la restituì al suo contenitore.

Un crampo allo stomaco fulmineo e improvviso lo paralizzò obbligandolo a stringersi il ventre, per poi passare subito, mentre cercava di convincersi che più tardi avrebbe pasteggiato a volontà con altre gemme.

Come un razzo si diresse verso l’uscita del negozio, ma arrivato nell’atrio finì per sbattere contro la zampa anteriore della Principessa.

«Perché stai correndo in quel modo?» Gli domandò con un sopracciglio rialzato.

«Io? No… cioè. Stavo uscendo… tutto qui… »

Vide quindi il sopracciglio abbassarsi, segno che (forse) se l’era bevuta.

«Dove hai messo la gemma?» Chiese poi apprensiva.

«È lì, nell’altra stanza… ehm… chiusa e al sicuro nel suo scrigno!» rispose sorridendo a denti stretti, con i sudori freddi che gli piovevano dalla fronte.

«Bene, fai in modo che ci resti allora!» Iniziò a percorrere avanti e indietro il corridoio, nervosamente. «Non posso credere che abbia portato quella… “cosa” a Ponyville! Deve essersi bevuta il cervello!»

«Che ha di così sbagliato quella pietra? È così… bella. Sembra molto rara, e… molto costosa… » “e pure incredibilmente saporita” ma se lo tenne per sé.

Twilight si arrestò, e guardò il suo assistente con tono melanconico. «No Spike, non è come credi» disse pensierosa «ti basti sapere che non è niente di quello che sembra!»

Spike la fissava in silenzio, ma non riusciva ad afferrare il punto.

«Insomma, è complicato! Ed è pericoloso! Perciò voglio che tu stia il più lontano possibile da quello scrigno, chiaro? Non devi toccarlo, non devi aprirlo, non devi neppure avvicinarti! Fai le cose che Rarity ti ha detto di fare e basta, almeno fino a stasera!»

«Perché, che succede sta sera?»

«Tornerò qui e lo sottoporrò all’incantesimo! Sono certa di avere quel libro da qualche parte tra gli scaffali. Meno tempo quella cosa sarà a zoccolo libero, meglio sarà per tutti noi!» Quindi si voltò di scatto a puntargli contro lo sguardo. «Pensi di cavartela fino al mio ritorno?»

Lui sghignazzò borioso. «Ho mai combinato dei guai in tua assenza?»

Lei lo fulminò senza pietà.

«Voglio dire… a parte quella volta, e… quell’altra…»

«Spike, questa è una faccenda seria, non si tratta solo di badare alla casa di Rarity in sua assenza! Devo essere sicura di poterti lasciare da solo con quello scrigno senza che ti vengano in mente strane idee!»

«Ti prometto che gli starò alla larga come un gatto starebbe lontano dall’acqua!» La rassicurò.

Twilight allora si prese qualche secondo per riflettere, e si distese. «Bene, allora… ci rivediamo sta sera. Attieniti alle liste e non fare danni, mi raccomando!» Concluse avviandosi all’uscita.

«Tranquilla, sono abituato a peggio!» Ironizzò lui. Una battuta che non piacque all’alicorno, che infatti si voltò subito.

«Dai, su! Stavo scherzando! Hehehe!»


Cinque minuti dopo, Twilight era sulla via del castello, e Spike, rimasto da solo alla Carousel Boutique, si apprestava a leggere la prima delle due pergamene lasciategli da Rarity sul tavolo della cucina.

“Lista delle cose da fare” c’era scritto sopra, che si estese per due metri a terra subito dopo aver rimosso il nastrino che la legava.

Spike iniziò a leggere il testo facendosi sempre più affranto man mano che i punti scorrevano.

Arrivato abbattuto come non mai all’ultimo punto, gli restava da scoprire quale fosse il contenuto del rotolo secondo.

Sfilò il nastro e lasciò scorrere anch’essa a terra.

“Lista delle cose da fare dopo la lista delle cose da fare”.

«Grandioso… » deglutì pesantemente. «Forza Spike. Fatti coraggio e diamoci da fare… »
   
 
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