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Autore: _earlygreytea__    17/11/2014    0 recensioni
Il mondo magico non è ancora al sicuro, le fatiche di Harry Potter non sono ancora finite, il signore oscuro non è mai andato via. La bacchetta di sambuco non è mai stata distrutta veramente. E Bellatrix Lestrange è sopravvissuta. Le avventure della nuova generazione con i loro amori, i loro litigi, le loro perdite, le loro vittorie.
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Bellatrix Lestrange, Harry Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Le sette del mattino.
Finalmente Eris prese i libri che le servivano, li mise in una borsa e scese.
La notte non era riuscita a dormire e avere a che fare anche la mattina con le due rosse, era impensabile.
Inoltre, alle sette, non ci avrebbe trovato molte persone, quindi meno sguardi di superiorità e meno battutine sul fatto che sua madre fosse “finalmente” morta.
Scese le scale velocemente, facendo molta attenzione a che strada prendessero loro.
Giunse nella sala grande, le vetrate colorate illuminavano la stanza, e sui tavoli vi erano brioches, pankake, muffin, bacon e altre bontà.
Eris giunse incerta al tavolo dei Grifoni, si sedette di fronte ad un grande vassoio pieno di ogni ben di merlino e prese timidamente un muffin al cioccolato mentre leggeva attentamente la gazzetta del profeta.
BELLATRIX BLACK DECEDUTA STANOTTE NELLA PRIGIONE DI AZKABAN, FINALMENTE GIUSTIZIA AI FAMILIARI DELLE VITTIME.
-Trattieni le lacrime, noi non piangiamo, noi siamo intoccabili, indistruttibili, cerca di tenere un’espressione indifferente.
“ Ma Sev, non la rivedrò mai più!”
-Non mi interessa, per Merlino, vuoi che gli altri ti vedano debole, non possiamo lasciar spazio alle emozioni, per Morgana, non ora!
Prese un grande respiro, e continuando a fissare il giornale, incurvò le labbra in una smorfia fra il divertito e l’indifferente, non poteva apparire debole, non poteva apparire buona.
-Buongiorno principessa, che lezioni hai oggi?
-Ma chi?- rispose secca lei di fronte a un James Potter più bello che mai.
-Come?- rispose lui, confuso dalla risposta della ragazza.
-Ma chi te lo ha chiesto?- disse lei, prendendo la borsa con i libri e facendo per alzarsi velocemente dal tavolo.
-Dai Black, non possono andare tutte così le nostre conversazioni! Sai, potremmo diventare amici, credo che ora come ora tu abbia bisogno di un amico- posando gli occhi sui titoli del giornale.
-Tu non sai di cosa ho bisogno, e certo, non ho bisogno di te!
- Proprio identica alla madre, pensavo che almeno qualche cosa dallo zio Sirius potessi aver preso, invece no, stronza e strana proprio come lei.
La ragazza non ci vide più dalla rabbia.
Si alzò di scatto dalla tavola, tirando fuori la bacchetta e puntandola contro il giovane, facendo pressione con la punta sul collo di quest’ultimo.
-Non azzardarti a parlare di mia madre, perché ti giuro, che non arrivi a fine giornata.
E detto ciò prese le sue cose e si allontanò velocemente dalla sala, cercando il più possibile di reprimere le lacrime calde, impazienti di sgorgare fuori.
Corse tra i corridoi, salì un paio di piani, sbatté contro un paio di ragazzini del secondo anno, corse ancora, arrivò ad una porta, entrò frettolosamente, era un bagno, corse davanti agli specchi che si ergevano sopra gli innumerevoli lavandini posizionati a cerchio al centro del bagno, aprì l’acqua, si sciacquò il viso.
Una volta.
Due volte.
Tre volte.
Le lacrime però, non cessavano di uscire da quegl’occhi, che ora erano mutati, uno infatti, era verde smeraldo, ancora più acceso del verde che tingeva solitamente le sue iridi, mentre l’altro era grigio, un grigio freddo, un grigio spento.
Si guardò allo specchio, e la visione del suo viso rigato dalle lacrima, la visione dei suoi occhi, che le ricordavano costantemente il perché non era normale, la grande maledizione che portava con sé,il trucco sbavato, il mascara colato tutto sugli zigomi, il viso sconvolto.
-Hai intenzione di continuare per molto?
-Lasciami Sev, non è il momento, concedimi cinque minuti, ti prego..- sussurrava la voce di Eris Strozzata dal pianto.
- Cinque minuti, non di più, e vedi di darti una ripulita.
-Secondo te, secondo te sono condannata ad essere sola, per sempre? Vero?! Moriranno tutti, non è così?
-Tutti muoiono prima o poi, e nessuno è mai solo, completamente, tu ad esempio, per quanto mi disgusti questa situazione, hai me.
-Grazie Sev..
-Muoviti signorina, hai difesa contro le arti oscure tra cinque minuti.
 
-Bene ragazzi, io sono il professor Pimpernel, e quest’anno, ci eserciteremo al meglio per superare i GUFO.
Nella stanza era presente un lieve brusio provocato dalle voci degli studenti riguardo agli esami che avrebbero dovuto superare quell’anno.
Il professore, che indossava un eccentrico smoking arancione con un grande papillon blu, si avvicinò alla lavagna e cominciò a scrivere l’argomento del giorno con un’elegante calligrafia:
le maledizioni senza perdono
-Bene ragazzi, chi sa dirmi cosa sono?!
Innumerevoli mani si alzarono, la lezione d’altronde era con i corvonero, e quest’ultimi ci tenevano a far bella figura sin dal primo giorno.
Il professore però, guardando in modo malizioso e un po’ soddisfatto Eris, disse-Signorina Black perché non mi spiega lei che cosa sono?
-Preferirei di no professore, se è possibile.
-Che mancanza di rispetto, non mi faccia credere che vivendo con sua madre non ne sa niente.
-Non ho detto che non conosco la risposta, ho chiesto solamente di non dirla, non mi sento a mio agio.
-E fa bene, un po’ di senso di colpa fa sempre bene- disse infine, decretandosi vincitore di quel veloce colloquio. Infatti il professore era stato servitore di Bellatrix all’epoca, e dopo essere stato perseguitato per molto tempo durante la guerra da lei per aver fatto la spia al dipartimento, era riuscito a uscirne illeso, al contrario della padrona. Perciò l’orgoglio che provava in quel momento era semplicemente dovuto al fatto di sentirsi superiore alla figlia di Bellatrix.
-Comunque, Carl mi dia lei la risposta.
Il ragazzo magrolino, con un paio di occhiali con le lenti a fondo di bottiglia spiegò precisamente ogni cosa, ogni più piccola eccezione e ogni uso delle tre maledizioni senza perdono.
-Perfetto, 10 punti a corvonero.
 
Il suono della campanella annunciò finalmente la fine delle lezione.
Tutti uscirono velocemente dalla classe e solo quando la stanza fu quasi completamente vuota, Eris si accorse che una ragazza dai capelli biondi e gli occhi azzurri, Grifondoro, la stava fissando.
-Si?- chiese Eris, scocciata dalla situazione.
- Alice Paciock- disse lei, con tono più calmo che mai, porgendo la mano all’altra.
-Eris Black.
-Ti piacciono i Franz?
-Come?
-Dico, ascolti i Franz Ferdinand?
-Si, è la mia band preferita perché?
- Perché li adoro anche io, e nel mondo babbano già li conoscono in quattro gatti, pensa in quello magico.
-E perche mi dici questo?- disse Eris, non capendo esattamente dove volesse andare a parare la ragazza,
-Dico solo, che sarebbe bello diventare amica di una persona che ascolta buona musica.
-Ma se io non volessi?!
-Ti capirei, cioè, quante amiche pensi che abbia una ragazza che ascolta musica babbana sconosciuta e legge libri su piante come passatempo!?
-Mhmmh, in effetti non molti … bhe, io leggo libri babbani vecchi e di autori dai nomi impronunciabili- non capiva come, in così pochi minuti, aveva perso completamente il suo tono strafottente, quella ragazza le ispirava simpatia, le ricordava in un certo senso Niki.
-Quindi siamo pari.
-Direi di si.
-Quindi direi che abbiamo abbastanza cose in comune per diventare amiche, come ad esempio il fatto che respiriamo entrambe ossigeno, dico, troppe cose in comune, ti promuovo direttamente come migliore amica.
-hahahahaahhahah, si calmina, direi che possiamo essere amiche, certo.
Aveva riso, non si ricordava più qual era stata la sua ultima vera risata.
-Ti va di andare insieme alla lezione di pozioni?
-Certo.
 
   
 
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