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Autore: rowen91    18/11/2014    3 recensioni
Quando il vero IO emerge, nulla sarà come prima...
Per le giovani tartarughe inizia una fase della loro vita che li segnerà per sempre. Odio, Dolore e Vendetta domineranno le loro scelte. Per ognuno di loro ci sarà una crescita; si renderanno conto che "I peggiore dei demoni si celano dentro".
Genere: Angst, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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25 Dicembre 2014
Tutto era immobile. La neve scendeva leggera tra gli alberi nel buio della notte. Canti natalizi e allegri chiacchiericci  riempivano tutta la valle intorno e le luci colorate degli addobbi illuminavano le candide colline. Ombre si scagliavano con violenza sulla neve fresca. Raffaello era in piedi, impugnando la sua pistola puntata verso in basso. L’uomo inginocchiato ai suoi piedi era bendato e imbavagliato, strette corde gli legavano polsi e caviglie e il suo respiro affannato era spezzato da silenziosi singhiozzi.  “Perché temporeggi Raffaello?” gli domandò una voce calma a pochi passi distante dalla tartaruga “ormai non ci può servire più a nulla”.
Il respiro di Raffaello era profondo, la mano gli tremava appena ma era fermo al suo posto, dritto come un albero. Come il suo vecchio maestro gli aveva insegnato. “Gli avevamo promesso di liberarlo se ci avesse dato tutte le informazioni che volevamo” gli rispose con la pistola puntata ancora verso l’uomo.
“Vero, ma prima di tutto la nostra incolumità. Ci ha visto in faccia. Va eliminato”
“Non firò ulla, o furo!” piagnucolò l’uomo sentendo quest’ultima frase “Fi frego, ascatemi anfare…”
“Fallo Raffaello, non puoi disobbedire agli ordini. Vogliono che tu lo uccida” la voce si avvicinava sempre più verso la tartaruga. Raffaelo non rispose, era impassibile. La neve scendeva sempre più veloce, candendo dolcemente sulle sue spalle e sul suo guscio “Starà zitto, è troppo spaventato per parlare. Ha una famiglia, io credo…”
“Se non lo farai, loro ce la faranno pagare “. Una piccola fiammella si accese per un istante e una lucina come un piccolo braciere ne fece posto, l’uomo ne trasse un profondo respiro e del fumo fuoriuscì dalla sua bocca .”Lo farei io ma...”
“fi frego ascatemi anf…”l’uomo si bloccò. Un boato spezzo il silenzio intorno a loro… Il proiettile gli aveva trafitto il petto dritto al cuore. L’uomo stette un attimo in ginocchio e si accasciò su di un lato privo di vita, fermo, sanguinante. Raffaello gli aveva sparato. I canti e le risate non cessarono.
“Era ora… pensiamo a bruciare il corpo”.  La voce si avvicinò e si affiancò a Raffaello. Un uomo magro e vestito di nero guardava con disgusto il corpo privo di vita in terra, i suo occhi neri come catrame lo squadravano dalla testa ai piedi “Sei stato bravo però, fino a qualche mese fa non l’avresti fatto con una tale facilità”. L’uomo si passò una mano sui capelli castani corti, che  davano un aspetto spietato a un viso già piacevole e dai lineamenti eleganti. “Prendigli la fede. Tienilo come trofeo, ormai ne hai fatti fuori già 7, dovresti fare come me” e mostrò un braccialetto con almeno venti ninnoli ognuno diversi tra loro “Se lo viene a sapere il capo che ho questo bracciale mi ucciderebbe”.
“Spero di essere io a farti fuori” rispose Raffaello mentre gli passa la pistola e si piegava verso l’uomo morto con un movimento lento delle gambe. Il suo viso continuava a non mutare, i suoi occhi verdi erano freddi come il ghiaccio. l’uomo posò la pistola nella custodia e ridacchiò a quella buffa immagine di lui assassinato da una enorme tartaruga armata. Raffaello era ancora piegato verso il corpo morto, incapace di distogliere lo sguardo dalla sua ultima vittima, era come stregato dalla rigidità del corpo. Poi gli tolse la benda dal viso e si soffermò soprattutto sugli occhi lucidi e senza vita che fissavano il vuoto.  Che cosa avrebbero detto i suoi famigliari alla mancata presenza del capo famiglia nel più bel giorno dell’anno… sicuramente la madre avrebbe rassicurato i suoi figli dicendogli che lo avrebbero riabbracciato l’indomani mattina, “Avrà avuto un contrattempo a lavoro” gli avrebbe detto; ma di sicuro il suo istinto di madre e di moglie  le avrebbe detto che qualcosa non quadrava in questa santa notte… Già, la sua famiglia…
“Kevin. l’hai finita quella dannata sigaretta?” Raffaello si rialzò e si diresse a passo spedito verso il bagagliaio del fuoristrada  “Voglio andarmene al più presto”.
“Cosa c’è? Fretta di aprire i regali sotto l’albero?” Rispose Kevin con un tono sarcastico. “Sei stato cattivo quest’anno, non credo che sei nella lista dei buoni” Diede un ultimo tiro alla sigaretta e gettò a lontano la cicca.
Raffaello già aveva svuotato metà tanica di benzina sul corpo morto. Kevin si avvicinò alla tartaruga e si appoggiò con il braccio sul guscio della tartaruga
“Lo accendo io o tu?” disse con non curanza Kevin.
“Tu” rispose Raffaello con freddezza.
“No… fallo tu, tu l’hai iniziato il lavoro e tu lo devi finire”  Kevin prese la tanica mezza vuota e gli porse l’accendino; Raffaello lo prese.
Kevin si stiracchiò e si diresse verso l’auto. Raffaelo rigirava l’accendino tra le mani. Accese la fiammella e si chinò, prese un profondo respirò e dette fuoco al corpo.       i vestiti furono i primi a bruciare e la carne incominciava a carbonizzarsi. Si godeva lo spettacolo anche se la luce delle fiamme illuminavano i suoi occhi disgustati.
Un rumore di clacson lo costrinse ad avvicinarsi alla macchina.
“Sali, muoviti, dobbiamo andare” Sbottò Kevin scocciato mentre riponeva il cellulare in tasca “Ti riporto a casa, devo fare un lavoretto e non devo dare nell’occhio”. “Che missione” domandò Raffaello. “Sai stavi meglio con la fascia sul viso”. Costatò Kevin mentre lo scrutava  “Comunque nulla che tu possa metterci mano, puoi immaginare lo scompiglio che può creare una tartaruga gigante assassina in una chiesa?” Raffaello salì sull’auto irritato e Kevin la accese e mentre partivano verso l’autostrada, Raffaello fissò il corpo bruciante fino a quando non scomparve allontanandosi.
La radio cantava allegra e i commentatori non chiedevano altro su cosa avevano mangiato e ricevuto per natale. Kevin canticchiava allegro ogni motivetto che trasmettevano e Raffaello fissava la neve scendere  nel buio. Di sicuro se si trovava nei tempi andati, avrebbe fatto di tutto per salvare persone innocenti come quell’uomo, ma ora… fa il sicario per uomini più potenti del dovuto... per Raffaello è stata un miracolo poter aver scelto tutto questo, non ha mai e non avrebbe mai avuto alcun ripensamento o alcun rimpianto per questa scelta, ma…
“Lo facevate l’albero?”.
“Cos, cosa?”.
“Si, l’albero di natale, nelle fogne, con i tuoi fratelli”. Gli chiese Kevin mentre guidava “ Da piccolo lo facevo sempre. Sai mi ricordo quando…”.
“Non sono affari tuoi” rispose Raffaello con freddezza, sfriggendo i pugni per il nervoso “e non voglio sapere cosa facevi da piccolo con la tua stupida famiglia”.
“Hey calma. D’accordo non sono affari miei”. Kevin non parlò più. Il silenzio calò per qualche minuto e la  radio mandava la pubblicità di un supermercato a prezzi stracciati. “Questo sarà un freddo natale!” Aggiunse Kevin, la tartaruga sospirò. “Soprattutto per i tuoi fratelli, già me li immagino tutti e tre da soli senza il loro fratellone rompi palle e senza… il vostro caro ratto ormai …” Kevin non riuscì a finire la frase. Lo sguardo di Raffaello si incupì e puntava il sai dritto alla gola del compagno. “Guida e stai zitto”.
“E dai!” ridacchiò Kevin nervoso “lo sai che mi diverto a punzecchiarti”.  Raffaello continuava a puntare il sai alla gola di Kevin. “Un'altra parola su di loro, Kevin, e ti sgozzo”. Kevin conosceva quello sguardo. Raffaello non scherzava.
Il viaggio proseguì con la sola voce della radio a rompere il silenzio dell’auto.
Si fermarono dopo circa un ora di viaggio. In un boschetto vicino alla città, Raffaello  scese dal fuoristrada e si addentrò nel fitto degl’alberi “allora alla prossima tartarugone “ disse Kevin. Raffaello non si girò e prosegui “E a proposito, buon natale a te e a famiglia” e con un ghigno Kevin accelerò di colpo e cose via.
Raffaello lo guardò mentre andava via e, con un rapito movimento del braccio, lanciò una stella contro la ruta dell’auto squarciandola. La macchia sbandò per qualche metro prima di frenare di colpo con un tremendo cigolio. Raffaello, sorridendo, stette qualche istante a godersi lo spettacolo di Kevin che imprecava scendendo dall’auto . “Buon natale anche a te coglione”, poi si voltò verso il fitto dell’bosco e proseguì.
   
 
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