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Autore: thatswhatfriendsarefor    18/11/2014    12 recensioni
Dopo essere stata ferita al funerale di Roy, Kate si rifugia nella baita di suo padre e in se stessa.
Riuscirà davvero a rimanere da sola?
La nostra personalissima versione della 4x01 o meglio una ipotetica 3x25
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'E se l'inizio fosse stato diverso?'
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Capitolo 4 – Sorrisi inaspettati

 

No, non ce la faccio ad affrontarlo adesso. Devo trovare il modo di sopravvivere a questa giornata. E possibilmente di tenere il battito del mio cuore sotto il livello di guardia, ché qui ne va della mia salute fisica e mentale. Il dottor Culliford ha detto niente stress e io sono qui da sola con Castle. Con l’uomo che ha detto di amarmi e per cui io nutro un sentimento profondo mai provato prima.  

Su Kate, niente giri di parole, sii sincera almeno con te stessa. Tu ami Rick, giusto? Oddio, sì… Ma ora non ci posso pensare. Usciamo dalla baita e, voltandomi, vedo che c’è l’auto di papà parcheggiata fuori. La osservo perplessa. Castle deve avermi letto nel pensiero – come spesso succede – e dichiara: “Tuo padre ha insistito affinché prendessi la sua macchina. Ripensandoci, credo che avesse ragione. Le strade per arrivare quassù non sono esattamente adatte alla mia Mercedes.”

“Nemmeno alla tua Ferrari, mi sembra…” gli rispondo, cercando di mantenere la conversazione su argomenti neutrali. Mamma mia, che fatica…

“Vero! Come hai avuto già modo di sperimentare, la Ferrari scivola meglio sulle strade di città. A proposito, ricordami di non fartela guidare mai più. Mi è bastata l’esperienza di qualche mese fa… Sei una forza della natura al volante, detective Beckett, lo sai? Anche se devo ammettere che ne è valsa la pena: eri uno schianto con quel vestito. Allora, dove mi porti?” chiede lui con il suo solito entusiasmo contagioso.

“Mmmm, vediamo. Potremmo andare al laghetto. Ci andavamo sempre quando ero bambina. E’ lì che papà mi ha insegnato a pescare.” Gli sorrido. Un sorriso spontaneo che mi esce inaspettato. Mi rendo conto che è sincero, come non mi accadeva da tempo.

“Kate Beckett sa persino pescare?!” Mi guarda con lo stupore dipinto sul volto. “Ma tu sei una continua fonte di sorprese! Aspetta che questa me la devo segnare da qualche parte… Ah, comunque non preoccuparti troppo per la mia presenza. Sai, dovrò lavorare un po’… devo portare a termine il romanzo. Quindi, appena rientriamo in casa, me ne starò buono buono in un angolino con il mio computer. Non ti accorgerai nemmeno che sono qui!”

“Non ti angustiare, Castle, non sono in grado di fare lunghe passeggiate…” Sospiro. “Avrai tutto il tempo di scrivere. Piuttosto, sai quando torna mio padre?” E’ assurdo che sia io a chiederlo a lui, ma mi sembra di essere l’ultima a sapere le cose in questo momento. A proposito, più tardi voglio chiamare l’irreprensibile avvocato Beckett e farmi dare una spiegazione per questo bello scherzetto.

“Credo debba rimanere in città almeno un paio di giorni… mi ha chiesto di portarmi un cambio… davvero, Beckett, se ti senti a disagio ad avermi intorno mi cerco un’altra sistemazione” punta i suoi fari dentro i miei occhi e credo che potrei sciogliermi qui seduta stante.

Accidenti, perché sono così fragile?

Non posso nemmeno dare la colpa ai medicinali, oggi non ne ho presi. Ci deve essere qualcosa in quella pomata, questa è l’unica spiegazione. Devo essermi persa per qualche secondo nel suo mare perché lui mi stringe delicatamente un braccio e mi chiama: “Kate, tutto bene?”

Mi riscuoto dal torpore nel quale ero caduta e gli dico: “No, figurati, puoi stare alla baita. Puoi dormire nella stanza di papà. Allora, andiamo?”

Lo vedo che si guarda intorno, pronto a cogliere qualsiasi variazione sia nella natura che ci circonda sia nel mio modo di muovermi. Passeggiamo in silenzio finché non arriviamo alla pista di pattinaggio.

“E’ qui che è stata scattata quella tua foto con i pattini?” Diamine, si ricorda tutto…

Scuoto la testa e rispondo: “No, eravamo a Brooklyn”

“Hai più pattinato, Kate?” mi chiede Castle.

“No, da ragazzina lo facevo spesso ed ero anche piuttosto brava. Ma non ho più rimesso i pattini ai piedi dopo la morte di mia madre. E tu? Sai pattinare?” Altro argomento di conversazione neutrale, ce la posso fare.

“Quando Alexis era piccola per un po’ abbiamo avuto una tata canadese che ha insegnato a entrambi a pattinare sul ghiaccio e a giocare a hockey. Tata Susan era grande come un armadio e più forte di me, ma con la mia zucca era un angelo. Dovevi vedere quante risate si faceva Alexis ogni volta che finivo con il sedere per terra!” come sempre, quando parla di sua figlia gli si illuminano gli occhi. Dio, come si fa a non amare un uomo così? Poi mi viene in mente quello che mi ha raccontato papà di quel giorno.

“Come sta Alexis?” gli chiedo.

“Adesso bene. Si è spaventata, sai… insomma… per quello che è successo al funerale di Roy” dichiara, quasi sussurrando.

“Mi… mi dispiace per come ti… vi ha trattato Josh” non so perché ma sento il bisogno di scusarmi per il suo comportamento, come se ne fossi in qualche modo responsabile.

“Non devi dispiacerti. Aveva ragione, è colpa…” Risponde rabbioso.

“NO” lo interrompo quasi gridando. Mi fermo e mi piazzo davanti a lui. Almeno questo glielo devo. Di sensi di colpa ne ho già io a sufficienza per tutti. “Lui non aveva nessun diritto di aggredirti. E comunque non sei stato tu a premere quel grilletto, Rick. Se sono arrivata a questo punto nell’indagine per scovare chi c’è dietro l’omicidio di mia madre è anche per merito tuo, non certo per colpa tua. Chiaro?”

“Uh… un po’ dello spirito della vecchia Beckett sta tornando a galla!” esclama lui, piacevolmente sorpreso da questa mia sfuriata.

In effetti io stessa sono colpita dalla mia reazione. Nell’ultimo periodo sono stata apatica e sicuramente molto diversa dalla mia vera essenza.

“Sono stata ferita ma non mi hanno eliminato, Richard Castle, ricordatelo bene” gli rispondo a tono.

Sì, la vicinanza di quest’uomo è un vero toccasana per me.

E, inaspettatamente, sorrido di nuovo.

Riprendiamo a passeggiare e in breve tempo raggiungiamo il lago.

“E’ meraviglioso, Beckett!”

“Vero. Hai visto quanti colori? Sembra di stare in un quadro.” Ho sempre adorato questo posto, in qualsiasi momento della giornata e in tutte le stagioni. Mi ricorda vagamente il paesaggio del Canada. Ci sono andata qualche volta in vacanza con i miei.

Comincio ad essere un po’ stanca.

Non ho mai camminato così tanto con mio padre ma oggi, parlando con Castle, il tempo è volato e non ho sentito nessun affaticamento. Solo ora mi rendo conto di quanta energia mi doni quest’uomo semplicemente con la sua presenza.

“Ci stanno bene anche i tuoi colori in questo dipinto. I tuoi occhi, per esempio, hanno gli stessi toni del sottobosco” afferma con naturalezza, spiazzandomi totalmente. Come fa a usare sempre le parole giuste al momento giusto? Ah, già, dimenticavo il piccolo particolare che lui è uno scrittore. Ma così facendo mi manda ancora più in crisi. Come se non lo fossi già a sufficienza.

Deve essersi accorto che ho cambiato espressione, così mi propone di rientrare a casa, anche perché fra poco farà più fresco.

Infilo le mani nelle tasche della giacca che ho indossato e riprendiamo la via della baita. Camminiamo l’uno accanto all’altra in silenzio. Nella mia mente si rincorrono centomila pensieri. Dovrò condividere pochi metri quadri con l’uomo che ha dichiarato di amarmi e del quale ho scoperto di essere innamorata, ma a cui ho detto che non ricordavo nulla.

Una bugia enorme, colossale.

Non posso continuare a mentirgli. Sto per aprire bocca quando il mio cellulare squilla. Il display mi informa che è mio padre.

Quel Giuda traditore.

O forse lo dovrei ringraziare?

Credo di aver sorriso di più da quando è arrivato Castle che nelle ultime due settimane.

Mi scuso con Rick e mi allontano di qualche passo per rispondere alla chiamata.

“Katie, tutto bene?” mi chiede lui guardingo.

“Papà… ma cosa ti è venuto in mente?” gli dico abbassando il tono della voce.

“Tesoro, quella che si nasconde nella baita a leccarsi le ferite non è la mia bambina. Ho giocato il tutto per tutto per riaverla indietro e ho scommesso su Rick. Sono sicuro che la sua compagnia ti farà bene. Me lo hai detto tu stessa, no? Ha portato la leggerezza nella tua vita in passato. Vedrai che lo farà di nuovo.”

“Papà…” cerco di interromperlo ma lui riparte: “E poi ho verificato che non ci sono armi in casa, per cui lui non corre rischi!” Sollevo gli occhi al cielo. Ora ci si mette anche mio padre a fare battute di spirito.

“Quando ritorni qui?” gli chiedo. Non so nemmeno io cosa sperare: da una parte questa intimità improvvisa con Rick mi spaventa, dall’altra mi attrae terribilmente.

“Probabilmente domani. Goditi la sua presenza, Katie. E… sii sincera con lui. E’ una brava persona, abbiamo parlato un po’ stamani e mi è piaciuto. E poi glielo devi. E vi meritate entrambi un po’ di serenità. Da quanto mi è sembrato di capire, non è stato facile nemmeno per lui…”

Papà chiude la telefonata e io sposto lo sguardo su Rick. Ero talmente concentrata su me stessa che non ho pensato a quale impatto potesse avere avuto su di lui tutta questa vicenda. Se prova davvero quello che ha detto di provare per me al cimitero, deve essersi sentito morire. Io, al posto suo, sarei stata malissimo nel vedere spegnersi davanti ai miei occhi qualcuno che amo.

Mi avvicino a lui e, di impulso, lo abbraccio.

Lì per lì si irrigidisce, poi sento che si rilassa e le sue braccia mi avvolgono. Nascondendomi nel suo maglione, gli sussurro: “Perdonami…”

“Perdonami? Per cosa?” mi chiede lui con un tono di voce dolce, non allentando minimamente la presa.

“Ti ho mentito”

 

Angolo delle autrici

La vicinanza di Rick porta immediati effetti benefici a Kate che realizza di amarlo e decide di raccontargli finalmente la verità. Riuscirà a dirla fino in fondo?

Come reagirà Castle?

Come sempre dobbiamo ringraziarvi per l’affetto con cui ci seguite. Le vostre recensioni ci riempiono il cuore di gioia e ci fanno venire la voglia di scrivere ancora ;-)

A venerdì

Debora e Monica

 

  
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