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Autore: Eli_99    18/11/2014    2 recensioni
//STORIA IN VIA DI REVISIONE//
Isabel sa farsi odiare fino alla morte ma anche farsi amare al primo sguardo. Perchè in fondo era questa la particolarità di Isabel o l’amavi incondizionatamente o la odiavi con tutto te stesso.
Questo i ragazzi del Dolce Amoris l’avrebbero scoperto tra poco.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Rosalya, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sorri I'm not perfect'
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Alla scoperta del Dolce Amoris


 
Lei è nel gruppo della classe A,
bloccata nel suo sogno ad occhi aperti
è stato così da quando aveva 18 anni
ma ultimamente il suo viso sembra star
calando lentamente,
sbricolandosi come pasticcini.
- Ed sheeran The team A -



 
Nonostante la sveglia distasse pochi centimetri dal letto, Isabel sembrava ignorare quel fastidioso allarme, che se fosse stato dotato di bocca avrebbe urlato “Svegliati dormigliona, non vorrai fare tardi il tuo primo giorno di scuola!!!”.
La ragazza parve destarsi dal mondo dei sogni, trascinando un braccio sul comodino fece cadere la sveglia, che smise di emettere suoni infernali, ma quando stava per rimettersi a dormire la porta venne spalancata da una testa di capelli rosa: “Isabel Rebekah Wood, alzati immediatamente. Non ti permetterò di tardare o saltare il tuo primo giorno di scuola! Preparati, la colazione è sul tavolo in cucina. Muoviti!” la donna con un rapido movimento del braccio sollevò le coperte che avvolgevano il corpo della sedicenne.
Isabel ringhiò, cosa che la zia interpretò come una resa. Anche se stancamente la vide trascinarsi fuori dal letto, esprimendo con la camminata tutto il suo fastidio.
“Se in questo momento ti vedesse Boris, è così che si comporta una pallavolista? Sai forse dovresti riprendere gli allenamenti sembri un vecchio bradipo!”.
La ragazza ancora nel mondo dei sogni entrò in bagno per uscirne pochi istanti dopo dirigersi verso l’armadio e spalancandone le ante, lasciando intendere alla donna che ormai poteva abbandonare la stanza. Reven però non aveva ancora finito.
“Amore al meno per il primo giorno promettimi che ti metterai qualcosa di carino, quando io andavo al liceo, bei tempi quelli, mi ricordo che era la prima impressione a contare” esclamò appoggiandosi alla scrivania dall’altro lato della stanza, perdendosi per un istante in ricordi lontani.
Isa si fermò ad osservare la trentenne. Per lei era facile parlare, da piccola le raccontava quanto lei e le sue amiche fossero amate da ogni singola persona che incontravano. Da sempre era una donna bellissima, elegante e sempre curata forse un po’ troppo ottimista e sognatrice. Lavorava come commessa in un negozio di abbigliamento ed era sempre perfetta, si prendeva cura di lei e la maggior parte delle volte spendeva più di quanto si potesse permettere in vestiti e profumi.
Erano molti i momenti in cui Isabel si sentiva l’adulta tra le due anche se avevano quasi sedici anni di differenza.
“Va bene, me ne vado ma non fare tardi!” l’avvertì la donna prima di scendere al piano inferiore.
Anche mettendoci tutta la sua buona volontà, la ragazza non avrebbe mai potuto scegliere qualcosa che la zia definisse anche solo lontanamente “accettabile”.
Il suo armadio era popolato da grandi felpe, magliette di vari concerti, leggings e jeans strappati; tutti irrimediabilmente neri e abilmente consumati dal tempo.
Ognuno di essi custodiva ricordi di momenti preziosi a cui Isabel non poteva ancora rinunciare.
Da una scatola prese una vecchia felpa con il logo di una vecchia rock band, di almeno tre taglie più grandi di lei.

Scese le scale lentamente aspettandosi uno dei commenti della zia che non tardò ad arrivare.
“Per quanto tempo intendi ancora nasconderti sotto tutti quegli abiti maschili?”
“Quando tu uscirai con qualcuno che si possa definire degno di te, che magari lavora pure con te oppure tu e zio Boris potreste riprovarci!” replicò tagliente la nipote.
Reven infatti non era conosciuta per la sua fortuna in amore, avendo alle spalle due matrimoni falliti aspettava ancora il vero amore, che avrebbe tranquillamente trovato in Caleb; anche se Boris non dispiaceva alla nipote, faceva stare bene la zia e poi era uno spasso ma l’anno prima avevano deciso che il matrimonio tra loro non poteva più funzionare; decidendo comunque di restare amici.
Ma qualche mese a questa parte un ragazzo che lavorava con Reven manifestava interesse nei confronti di sua zia, ma questa ignorava il ragazzo, come se non esistesse.
“Stiamo parlando di due cose completamente diverse, e poi adesso essere single mi fa stare bene mi fa sentire libera”.
“E a me fanno stare bene i suoi vestiti” concluse Isabel andando in cucina.
Non era stato facile, ma se sua zia era davvero la persona che la conosceva meglio, doveva capire che per adesso aveva solo bisogno di sentirsi accettata, convivere e accettare poco alla volta quel dolore che le dilaniava il petto e non la faceva dormire la notte. Era successo tutto troppo velocemente, sei mesi prima Isabel costretta dagli eventi e una pazza dai capelli verdi aveva accettato quella strana convivenza.
Solo adesso si rendeva conto quanto, l’animo allegro e ottimista della donna le facesse bene, così diverso dalla tensione che albergava a casa sua.

Si incamminò verso la nuova scuola con l’aiuto di una piantina datale qualche giorno prima dalla zia.
Una volta salita sull’autobus prese uno degli ultimi posti vicino al finestrino, alzando il volume delle cuffiette per leggere senza interruzioni ancora una volta “Harry Potter e i doni della morte”. Quella saga l’aveva da sempre catturata e poi era uno dei rari momenti in cui riusciva ad esternarsi dal resto del mondo. Così fece finta di non notare il modo in cui alcune ragazze la stessero deridendo per il suo abbigliamento, non notò l’occhiata schifata dei ragazzi verso il suo libro; semplicemente era indifferente a tutti loro.
“Auguri per il primo giorno, tranquilla io sono qui con te”.
La ragazza ripose il telefono in tasca mentre si apprestava a scendere dal mezzo di trasporto.
Appena davanti al cancello, piegò le labbra in un sorrisino beffardo “Dolce Amoris” parlo tra se “Che nome ridicolo”.
Mentre osservava, l’edifico venne urtata da qualcuno finendo inevitabilmente per terra; non fece in tempo a rialzarsi che riconobbe la voce delle due ragazze che l’avevano derisa sul pullman.
“Certo che ormai questo liceo si abbassa a prendere chiunque” una ragazza orientale dai lunghi capelli neri piastrati a regola d’arte, la stava deridendo con una compagna alta con un fisico ben proporzionato, i lunghi capelli castani raccolti in una coda slanciavano la figura rendendola ancora più magra e seducente.
“Ragazze ma insomma sono questi i modi di trattare la nuova arrivata?!?” a loro si stava avvicinando una biondina vestita di tutto punto che ad ogni suo passo lasciava dietro di se un aroma dolcastro che fece storcere il naso ad Isabel, con un sorriso affabile stampato in faccia.
“Perdona le mie amiche, io sono Ambra e tu sei?”
“Isabel”
“Bene Isabel sarà il caso che io ti spieghi alcune cose, qui sono la reginetta della scuola e secondo tu stamattina hai occupato i posti delle mie amiche, quindi mi sembra giusto che tu gli deva delle scuse”.
Guardò quel gruppo d’oche con tanto d’occhi per poi fare una smorfia infastidita superandole disgustata da quei comportamenti, si allontanò dal trio senza ascoltare le minacce che le urlava dietro Ambra.
Poco prima aveva notato una Lamborghini nera costeggiare il cancello della scuola; doveva sicuramente essere di quella ragazza il classico esempio di figlia di papà con la puzza sotto il naso.
Ancora immersa nei suoi pensieri non si accorse della persona davanti a lei finendo per andarle addosso.
“Dio mio scusami non ti avevo visto” intorno a loro si sparpagliarono alcuni fogli che la sua vittima teneva in mano.
“Non preoccuparti non è successo niente” la ragazza alzò gli occhi per vedere davanti a se l’angelica figura di un ragazzo: occhi ambrati e capelli color oro la fecero partire sul pianeta Isabel.
“Scusami” mormorò ancora coprendosi il viso.
“Non ci siamo mai visti prima ………. ma aspetta tu devi essere la nuova arrivata Isabel giusto?”
Rincuorata dal aver trovato una persona gentile scosse leggermente il capo, chiedendosi come quel ragazzo meraviglioso potesse conoscerla.
“Non mi sono presentato sono il segretario del liceo. Dopo questa brutta caduta mi sento in dovere di farti fare il giro della scuola”
“M-mi scusi……non credevo fosse il delegato, p-pensavo fosse uno student-”
“Ahahah non devi scusarti, anche io sono uno studente ho solo un anno in più di te dopotutto” replicò divertito il biondo “Piacere Nathaniel”
“Isabel”
“Ti ricordo che lo so già” la ribeccò con un sorriso divertito, facendola sentire ancora più imbranata di quello che già non era.

Nathaniel diede ad Isabel una mappa della scuola mentre le faceva vedere ogni aula dell’istituto, segnando a volte delle scorciatoie sulla cartina; nel mentre riepilogando le regole principali.
“Ahhhhhhhh come farò a ricordarmi tutto, questo edificio è enorme!!!” esplose disperata Isabel.
“Ahahah, non è così difficile una volta che ci fai l’abitudine, per il momento devi solo ricordarti di decidere un club a cui iscriverti e portarmi una fototessera per schedare il tuo dossier”
“Una foto?!? Guarda sono sicura al cento percento di averla già data quando mia zia a portato l’iscrizione” protestò la ragazza. Se lo ricordava: sua zia insisteva per farle fare una foto ma alla fine la nipote aveva allegato una suo foto da bambina doveva avere dieci/undici anni in quel periodo aveva appena passato la varicella e portava un orribile apparecchio, per l’occasione si era fatta fare anche due grandi trecce marroni; insomma era venuta malissimo. Ma con il tempo e tanta dura pazienza era migliorata notevolmente, l’apparecchio ora era solo un brutto ricordo e i capelli non erano più di quell’orribile castano.
Ormai la zia si era rassegnata al fatto che una foto così orribile fosse aggiunta al curricolo della sua nipote preferita.
La giornata era iniziata male e stava continuando nel peggiore dei modi, non aveva intenzione di farsi fotografare; nell’ultimo periodo anche il solo guardarsi allo specchio le risultava difficile, cercava di limitare al minimo i contatti tra lei e la sua immagine.
“Mi dispiace ma ho riesaminato più volte il tuo curriculum da cima a fondo e non ho trovato nessuna foto” spiegò pazientemente Nathaniel.
“Mi dispiace ma non ho intenzione di portarti una nuova foto” protestò Isabel.
“Però in quella foto non sei venuta molto bene” il biondo si coprì la faccia con le mani capendo ciò che aveva detto.
“Quindi la foto c’era! Ma perché mi hai detto di non averla trovata” chiese perplessa la biondina.
“Scusami!” assunse un’espressione dispiaciuta “Qualche giorno fa ho portato il tuo fascicolo a casa per esaminarlo meglio, era assolutamente perfetto ma quando l’ho ripreso in mano la foto era sparita, scomparsa. Ho guardato ovunque sotto il letto, l’armadio i comodini persino in bagno ma era scomparsa”
“Forse e dico forse potrei rifarla, anche se non avrei mai creduto che un tipo come te avesse il coraggio di farmi credere che fosse colpa mia” accennò ad un lieve sorriso divertita da tutta quella situazione.
“ti ho detto che mi dispiace. Non avrei mai voluto perderla” sbottò lievemente nervoso.
“Hei stai tranquillo stavo solo scherzando e poi mi hai fatto ridere, ormai non succede da molto tempo”
Nathaniel la fissò come se avesse le antenne, grattandosi il collo leggermente imbarazzato.
“Uhmmm……Grazie. Non sono in molti a dirmelo”
Si sorrisero continuando il giro turistico.

Nathaniel mi spiegò che avrei dovuto iscrivermi ad uno dei molteplici club della scuola, senza accorgermene eravamo davanti alla porta di un aula.
“Questa è la 4°C adesso io devo andare, anche io ho delle lezione da seguire” un po’ afflitta lo salutai entrando nella mia nuova classe.

“Lei deve essere la signorina Wood, la stavamo aspettando” una voce profonda e austera la fece gelare sul posto, davanti a lei un uomo alto e tarchiato stava seduto sulla cattedra scrutandola da cima a fondo.
“Buongiorno sono la nuova alunna Isabel Wood” si rivolse all’uomo con voce talmente bassa che dubitava di essere sentita.
“Ragazzi lei è Isabel sarà vostra compagna di classe fino alla fine dell’anno, bene signorina Wood si presenti” ed ecco la tanto attesa presentazione.
“Sono Isabel Wood ho 17 anni sono stata bocciata in seconda superiore e vengo dall’America” non sapendo cosa dire optò per qualcosa di semplice e coinciso.
Il professore non sembrò capire il suo disagio, perché la spronò a continuare il discorso.
“Visto che la signorina Wood a finito, avete qualche domanda da farle?” la ragazza iniziò a giocare con il piccolo piercing sul lato sinistro del labbro.
“Come mai sei stata bocciata?” le chiese una ragazza seduta in seconda fila con una lunga chioma rossiccia.
“Non ne voglio parlare” la ragazza si tirò giù la mano un po’ afflitta, forse per la risposta troppo scorbutica.
“Qualcun altro?”
“Perché ti sei trasferita qui?” la domanda venne posta da una ragazza dai capelli mori e gli occhi azzurri.
“Avevo voglia di conoscere posti nuovi” Isabel fece una smorfia nervosa, desiderosa di andare a sedersi.
L’uomo le indicò un banco vuoto in ultima fila vicino alla finestra, Isa prese posto nel mentre la lezione continuò; non prestò molta attenzione alla lezione intenta a scrutare i nuovi compagni.
verso la metà della lezione la porta dell’aula venne spalancata ne entrò un ragazzo alto, con un giubbotto in pelle e i capelli rosso sangue.
Da quando era entrato, tutta l’attenzione era stata calamitata su quel ragazzo dall’aspetto ribelle, ben presto Isabel capì il perché. Con tutta la probabilità quello doveva essere il possessore del banco di fianco al suo, o meglio del banco dove in quel momento era seduta.
Visto l’assenza del ragazzo Isa, aveva optato per il posto vicino alla finestra, ma ora ripensandoci e vedendo l’espressione contrariata del compagno non doveva essere stata una grande idea.
“Tu perché sei li?” poi indicandole il banco a fianco le ordinò “Spostati!”.
 
*Angolino Autrice*

Ciao a tutte, questi mesi sono stati fonte di riflessione e ho capito che la storia non poteva funzionare; così mi sono messa d'impegno e poco alla volta sto modificando tutti i capitoli.
In questa mia "grande impresa" devo ringraziare New Moon Black che sta sopportando tutti i miei scleri consigliandomi passo passo quali sono le scelte migliori da prendere; quindi grazie davvero non so come farei senza di te.
devo ringraziare anche Sammy_83 per avermi convinto a non mollare e revisionare la storia grazie davvero.
Detto questo spero continuerete a seguire la storia un bacione
Eli.
  
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