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Autore: diejungs    18/11/2014    5 recensioni
"La perspettiva di vita, il punto e l’angolo esatto dal quale si può apprezzare la freschezza, gli avvenimenti e dettagli di una mattina, possono cambiare a seconda di quanto tempo Do Kyungsoo possa dimenticarsi che è un nuovo giorno e che deve alzarsi dal suo letto."
(Kaisoo)
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: D.O., D.O., Kai, Kai
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Parte 3

 
                                                                        ☁
 
 
Il suono delle gocce distruggendosi contro le piastrelle del suo bagno ha funzionato come una distrazione persistente, scaricando i suoi pensieri come l’acqua scarica nella doccia e finisce con lo sbattere contra un limite o cadendo su un bordo o un angolo.
 
Sono respiri spezzati, pianto quel che esce dal suo essere ogni volta che fa il primo passo sotto l’acqua fredda e tagliente. E le docce di Kyungsoo durano due o tre ore, mentre sua madre è al lavoro. O riempie la vasca fino all’orlo e sprofonda nell’acqua sgretolando le sue emozioni, perché non vuole pensare più. Non vuole che ci siano più nuvole né nebbia intorno a lui, né fidanzata da odiare, né sensazioni d’amore, né un amico. Cerca di costringersi, veramente lo fa, a dimenticare l’abitudine delle braccia avvolgendolo, ed il calore di Jongin, i sorrisi, liste e film al cinema, profumi, sussurri.
 
Non conta i giorni, ma forse è una settimana da quell’ultimo giorno di classi nella biblioteca.
 
Quella specie di aggiustamento che avevano fatto in inverno sembrava funzionare, ma adesso si rende conto che prima o poi i difetti del piano si noterebbero. E che modo per farsi notare.
 
Kyungsoo si addormenta nell’acqua fredda della vasca pensando in quel pomeriggio, che sembrava perfetto e che avrebbe potuto essere il primo a godersi se le cose avessero continuato bene. Non è come se Kyungsoo non fosse rotto per allora; lo era tanto come adesso.
 
Il fatto più triste di quel giorno è stato che aveva camminato lentamente verso casa sua, aspettando che Jongin lo raggiungesse nonostante non sentisse passi dietro di lui né chiamare il suo nome. Camminava lento sapendo che Jongin non lo cercava, perché la speranza di un forse se lo costringeva. Dopo tutto, quello fanno le persone innamorate; cose stupide e  senza fondamento.
 
 
                                                                ☁
 
Kyungsoo non rispose nessuna chiamata o messaggio durante quella settimana né quella che proseguì. Non uscì neanche da casa e tanto meno dalla sua stanza. E allora era una sera di sabato noiosa nella quale aveva programmato invitare Jongin a dormire, e dopo un mezzogiorno di martedì nel quale sarebbero andati a mangiare un gelato. Così passò come un salto il giovedì che sarebbe dovuto essere pieno di risate nel parco, o un venerdì di qualche film in anteprima. Non successe niente di quello ed i bagni di acqua fredda fecero il loro effetto, perché in qualche giorno della settimana –non sa esattamente quale- svegliò alle prime ore del mattino con febbre. Il suo letto era attraente, ed ogni volta che usciva dal bagno non prendeva neanche un asciugamano e si lasciava dormire tutto bagnato sotto le coperte.
La sua disconessione totale dal mondo per due settimane complete pure ebbero i suoi effetti, ovvio.
 
Sono le sette del pomeriggio e sua madre apre la porta abbastanza da lasciar entrare la sua testa. Kyungsoo distoglie lo sguardo dalla televisione e lo posa in lei, che sospettosamente gli sorride.
—Hai visite.
Lo sguardo di Kyungsoo ritorna alla tv, indovinando di chi si tratta.
—Posso contagiarlo, digli che ritorni a casa sua.
La donna sospira ma non se ne va.
—Non fare così, già stai guarendo. Inoltre Jongin ti ha persino portato una sorpresa.
—Si? Che carino da parte sua. —Kyungsoo prende il telecomando e spegne la tv, girandosi sul suo letto senza dover continuare a guardare verso la porta. C’è una breve pausa prima che sua madre ricominci a parlare.
—Non so cosa sia successo tra voi due, ma non gli dirò di no al ragazzo quando è solo preoccupato per te, Kyungsoo.
La porta viene chiusa e Kyungsoo si prepara mentalmente per l’esplosione d’emozioni che arriveranno. Probabilmente cattive, ma c’è un piccolo posto per la possibilità di qualche buona. Speranze stupide, un’altra volta.
 
I passi sulle scale sono chiari e sgretolano ogni muro d’indifferenza che ha provato a formare in tutto quello che si riferiva a Jongin. Non è come se avesse dato un risultato di successo, era inutile. La porta si apre.
—So che sei sveglio, Soo. —Parla avvicinandosi al suo letto e sedendosi sull’orlo di esso. Le parole provocano un effetto deja vu, ricordandogli quella volta che era all’ospedale per colpa del suo incidente.
—Ti ho portato qualcosa che so che ti piacerà, perché ad entrambi piace.
 
Non c’è risposta né movimento, e Kyungsoo non è sicuro se desidera Jongin vicino o lontano da lui. Troppa ambiguità che lo confonde; ed in un instante vuole vedere se è cambiato qualcosa in quel periodo di tempo o continua esattamente uguale, e all’altro immediatamente vuole piangere e mandarlo a cagare. Ed i desideri di sentire il suo corpo più grande sostenendolo è bisogno, e parole piene di satira e offensive si accumulano nella sua gola anche.
—Ma potremmo mangiarlo solo se ti siedi bene, sai.
—Cos’è?
—Dolce di fragole con caramello e crema.
 
Kyungsoo si alza lentamente, scoprendo la metà del suo corpo dalle lenzuola fino a rimanere seduto. Un brivido percorre il suo corpo, colpa della febbre che ancora non va via del tutto.
 
Timidamente trova gli occhi di Jongin, ed è vergogna immediata trovarlo con i capelli spazzolati in un modo diverso, ad un lato lasciando vedere la sua fronte, usando una camicia chiara e pantaloni scuri che gli si adattano perfettamente. Ma il sorriso, quel sorriso che è rivolto solo a lui arriva dritto al suo cuore, che perdona, che sveglia quella conquista per Jongin di nuovo.
Kyungsoo guarda quello che ha sulle mani e c’è una scatola di pasticceria chiusa e con disegni eleganti. Jongin l’apre con attenzione a non toccare quello che c’è dentro e tira fuori i dolci. Cinque pezzi.
 
—Io solo mangerò uno, gli altri sono per te e tua mamma. —Chiarisce il ragazzo.
Mangiano in silenzio, godendosi quel piacere che è per entrambi mangiare quel pezzo unico e delizioso.
—Mi dispiace. —Dice Jongin quando non c’è nient’altro da mangiare. Il ragazzo con la febbre senza coraggio per vederlo di nuovo, temendo per la propria salute cardiaca.
Kyungsoo scuote la testa, in realtà non c’è niente di cui scusarsi, pensa. La sua coscienza essendo portata lontano per l’odore del nuovo profumo che usa Jongin, uno più maturo, come la sua apparenza.
Le persone non dovrebbero avere il diritto di cambiare così tanto in pochi giorni.
 
—Che giorno è oggi?
—25.
—Ci eravamo messi d’accordo che la prossima settimana saresti rimasto a casa mia. —Mormora a denti stretti, insicuro di cosa dire o fare mentre la mano di Jongin si avvicina alla sua lentamente,
—È vero.
—V-verrai? —sente le punte delle dita sfiorare le sue nocche.
—Certo.
 
La mano di Jongin tra le sue ciocche di capelli arruffati è rilassante, e la febbre invece di abbassarsi, aumenta.
 
 
                                                               ☁
 
L’ansia divora Kyungsoo per dentro quando sono le due della notte passate, e Jongin ha già sbadigliato per innumerevoli volte durante la notte. Le paci sono state fatte, lo sono da quando Jongin ha detto il sapore del dolce che gli ha portato quando continuava ad essere raffreddato, ma non è ancora pronto per quello. Ha pianto cento di lacrime nella divisa di Jongin, si è appeso al suo collo per ore, e persino seduto sulle sue gambe più di una volta. Ha sentito le sue labbra sulla sua fronte e testa, le sue dita viaggiare sulle sue guance, collo e mani. Ha dormito con lui sul suo letto, ha sentito il suo alito nelle sue orecchie,le sua mani sulla sua vita e schiena. Ma il divario di non vedere Jongin lo ha colpito con tale forza che adesso solo vederlo in faccia gli provoca un calore immenso e sfiorare il suo braccio fa che il suo stomaco salti dal suo posto.
 
La sua mente ha bloccato il fatto che Jongin ha ancora una ragazza, che non è stata nemmeno menzionata. Non è più sicuro di quanto affetta nella sua vita, perché Jongin è di nuovo al suo fianco, e quello è ciò che importa per il momento, a quanto pare.
 
—Andiamo a dormire, Soo. È tardi. —La testa di Jongin s’appoggia sulla sua spalla e Kyungsoo morde l’interno della sua guancia rimanendo immobile.
—Va bene.
Jongin si stiracchia un po’ e da un bacio veloce e fugace sul collo di Kyungsoo prima di mettersi in piedi con un salto e stirarsi un’ultima volta. Il ragazzo scioccato, solo reagisce mettendosi in piedi, spegnendo la televisione e mettendosi tra le lenzuola nel suo letto guardando verso il muro.
Jongin lo accompagna in meno di un respiro, ma gli da il suo spazio del letto, e Kyungsoo sente la delusione al rendersi conto che aspettava un po’ di più.
 
—Soo? —Mormora dopo alcuni minuti.
—Hm?
—Ti sono mancato?
Kyungsoo lascia scappare una risatina irreprimibile per la domanda così casuale che ha fatto Jongin.
—Che razza di domanda è quella?
—Non lo so. Ma non ridere. È da un po’ che non ti chiedo qualcosa. —Dice Jongin muovendosi e avvicinandosi un po’. Kyungsoo sente i loro piedi toccarsi.
—Rispondi comunque.
—Credo di sì.
—Credi? —Kyungsoo percepisce per il contrappeso nel letto, come Jongin alza la sua testa per cercare di intravedere il suo viso nel buio inutilmente, e dopo la lascia cadere sul cuscino arreso —Che razza di risposta è quella?
—Una sincera.
—Non essere bugiardo.
Allora un petto caldo si appoggia contro la sua schiena, ed un braccio forte si avvolge timidamente al suo torso. Jongin appoggia la sua testa contro la parte posteriore della sua. —Sai? Ho sempre voluto fare questo. —Jongin si muove contra di lui finché non c’è spazio tra i loro corpi, e passa il suo altro braccio tra la sua vita ed il materasso, avvolgendolo completamente.
—P-perché?
—Perché sei molto basso e magro. Ti adatti perfettamente tra le mie braccia —Jongin lo stringe in una specie di abbraccio che gli toglie il respiro e fa impazzire i suoi ormoni— Vedi?
Se Jongin potesse vedere il suo viso, se la stanza non fosse buia, probabilmente farebbe un commento su quanto rosso era diventato. Anche se il suo cuore lo tradisce comunque.
—Non volevi dormire? —dice Kyungsoo.
—Diciamo che il sonno è andato via.
—Bugiardo.
 
—Kyungsoo?
—Hm?
—Cosa ne pensi di quel programma che ti ho fatto vedere il mese scorso? Quello degli animali domestici strani. Non è geniale, eh?
 
 
                                                             ☁
 
Brezza, riposo. Si trovano seduti con le gambe incrociate nel parco in cui avrebbero dovuto andare una settimana e mezza fa, molto verde, molto pulita, ma il giorno non importa. I piani possono essere spostati sempre quando si compiano come devono, ovviamente. Non è como se si stessero cancellando in qualche momento, non lo hanno mai fatto. Kyungsoo chiude i suoi occhi, assorbendo i raggi del sole che scende tra le foglie dell’albero insieme a loro.
—Cosa pensi? —Parole lo fanno ritornare in sé stesso. Kyungsoo apre e chiude gli occhi un paio di volte prima di guardare Jongin e rispondere.
—Non lo so. Te?
—In —Jongin muove la sua testa e le sue labbra si arricciano —Kyungsoo? —Il ragazzo apre gli occhi indicandogli di continuare, ma Jongin scuote la testa— No. Voglio dire, penso a quello. In come si sente Kyungsoo.
 
—E cos’è Kyungsoo?
—Ancora non ce l’ho chiaro, è —le mani di Jongin prendono le sue improvvisamente e tirano da lui, finché i suoi palmi stanno premendo contro il materiale della sua camicia, sulla parte addominale di Jongin —È questo.
Kyungsoo guarda le sue mani essendo premute tra quelle di Jongin e la sottile stoffa che copre lo stomaco del ragazzo, calore scalando come ogni giorno fa quando Jongin fa cose come quelle.
—Non lo capisci? —gli chiede a bassa voce, ma Kyungsoo solo pensa a quanto sia stupendo il profumo dei capelli di Jongin e la sensualità del momento. Con il respiro del più alto accarezzando le sue guance.
Ma un’idea idiota lo prende e la dice senza pensare.
—Sei incinta?
—Ah?
Entrambi scoppiano a ridere e Kyungsoo di più perché lo ha detto lui, e per la melodiosa e contagiosa risata di Jongin tintinnando sui suoi timpani fino a qualche posto nel cervello.
—Certo che no. Biologicamente impossibile. —Continua a ridere ad ogni parola finché riesce a calmarsi. —In cosa stavi pensando?
—Non lo so. Ma, la sai una cosa? —Kyungsoo sospira ed al momento di rimuovere le sua mani, Jongin lascia andare solo una. Allora continua. —Non ti capisco, Jongin.
Kyungsoo si muove sul suolo fino a rimanere insieme a lui, appoggiandosi contro il tronco dell’albero e lasciando riposare la sua testa sulla spalla del più alto.
—Vuoi sapere qualcosa senza senso, Soo? —Kyungsoo annuisce e Jongin stringe un po’ la sua mano. —Neanche io mi capisco.
 
E le loro mani non si lasciano, come se perdessero l’altro se lo facessero. E Kyungsoo si lascia assorbire dalla sua nuvola, bianca e pulita. E non importa se Jongin ha una ragazza, si dice, non importa. E l’unica cosa che odora è l’inizio dell’estate ed il profumo di Jongin. E forse sí, cosí si sente godersi un bel pomeriggio.
 
 
                                                             ☁
 
—Jongin?
—Hm? —Le braccia di Jongin abbracciandolo, respiri tranquilli sul suo collo, a punto di addormentarsi.
 
—Quanto tempo è che, lo sai, stai con la tua ragazza adesso? —È un sussurro temoroso, vago, molto vago.
—Quale ragazza?
 
—Non scherzare così.
—Non scherzo. —Parole concise che provocano un’esplosione, una scarica. Incredibile.
 
—Nessuna ragazza?
—Nessuna ragazza.
 
Ed è lì presente, è il formicolio che percorre e che nasce nel più profondo del suo petto, nel suo cuore, e si espande per il suo corpo, sullo stomaco, sulle sue estremità. È un impulso di vari giri, che muove i muscoli del suo viso facendolo sorridere di gioia. Sono anche ricordi, e dolci di fragola con caramello e panna moltipilicati per un milione. Sono esercizi di matematica, foto, dolore e Jongin.
Quello che aveva sempre voluto, nelle sue mani e difronte a lui. La combinazione perfetta di piacere e qualcosa di misterioso. Kyungsoo ce l’ha.
 
Sí, è quello, è il colpo, è un po’ di felicità.
 
 
 

 

                                            ☁☁☁
                                             Epilogo

 
 
Quando Kyungsoo apre gli occhi è già mattino, si muove sul letto senza volersi alzare, e copre la sua testa sotto le lenzuola per impedire che la luce esterna lo infastidisca, la prima cosa che passa per la sua testa è stupido Jongin. Perché nuovamente ha dimenticato di chiudere le tende della stanza prima di andare a dormire.
Stira braccia e gambe riluttante, allentando i suoi muscoli per poi rilassarli e soffocare uno sbadiglio. Affaccia i suoi occhi fuori dalle lenzuola e vede un mattino soleggiato ed il paesaggio di edifici e più edifici con verde sparso come piccole macchie. Kyungsoo sorride, è un bel mattino.
 
Quando si alza la prima cosa che fa è verificare l’ora, e ridere della gran quantità di esse che ha dormito, perché tra un po’ sarà l’ora di pranzo. Jongin gli ha contagiato la sua abitudine di dormire troppo gli ultimi mesi, o forse ha a che fare con il fatto che rimangono svegli fino molto tardi facendo, beh, già sai cosa fanno due persone che si amano fino tardi.
 
Kyungsoo raccoglie i vestiti sul pavimento, sporchi, per metterli nella lavatrice, il suono della doccia arriva alle sue orecchie quando apre la porta della stanza. Jongin dovrebbe essere al lavoro.
—Jongin, perché sei ancora qui?! —urla attraverso la porta e la colpisce.
Può sentire la risata di Jongin dentro la doccia, rimbalzando tra le mura del bagno.
—Mi stai cacciando?!
—No! Ma è tardi! —Kyungsoo apre la porta del bagno per non dover continuare a urlare. La tendina della doccia è chiusa e per un attimo si sorprende per essersi illuso di non vedere Jongin. Senza niente.
—Ho chiesto una giornata libera, Soo. Davvero non sai che giorno è oggi? —parla Jongin dall’altro lato della tendina.
—Certo che sí.
Kyungsoo allora, arreso, chiude la porta e sospira largamente.
—Ti amo! —Sente mentre cammina verso la stanza del fondo dove si trova la lavatrice e ruota gli occhi. —Non ruotare gli occhi!
Kyungsoo ride.
 
Mentre toglie le cose dalle tasche del pantalone di Jongin, si sorprende di quanta spazzatura possa portare senza farlo notare. Ci sono bollette piegate, la lista della spesa di due settimane fa, una nutella?(*), il resto delle ultime cose che hanno comprato ieri –latte e cereali, richiesta di Kyungsoo-, più bollette, e chiavi dell’appartamento, il portafoglio e oh geniale, Kyungsoo scopre la sua sorpresa d’anniversario, perché ha appena trovato due biglietti d’aereo per chissà dove nelle tasche di Jongin con la data di quel giorno e con l’ora di ritorno verso sera.
 
Con attenzione di non perdere i passaggi né rovinarli, apre il portafoglio di Jongin per lasciarli lì. Sul punto di chiuderlo, tuttavia, la sua curiosità s’impadronisce delle sue mani e si chiede cosa avrà il suo ragazzo nel portafoglio.
 
Ci sono varie carte, denaro, ovviamente, e da una tasca chiusa ne toglie vari fogli. Lì guarda velocemente e si rende conto che sono i biglietti di ogni film che sono andati a vedere qualche volta al cinema. Un sorriso sciocco si posa sulle labbra di Kyungsoo, uno innamorato. Lascia tutto al suo posto e vede l’ultimo taschino. C’è una piccola foto di lui, stampata, e ruota gli occhi, ma comunque ride un po’. Ce n’è anche un’altra, di entrambi, e Kyungsoo decide prenderla in prestito, per tenerla nel suo protafoglio. Dopo gli dirà a Jongin.
 
Come se Jongin si arrabbiasse per una cosa del genere.
 
C’è un angolo di foglio che chiama la sua attenzione, è un foglio di carta piegato in varie parti, e Kyungsoo lo apre con attenzione. Quando lo apre, sente come il suo interno si scioglie intenerito.
 
   Kyungsoo è capace di:                                              
   Sorridere davvero: ad ogni minuto                                
   Ridere: con le mie storie e stupidaggini                       
   Aggrottare la fronte: molto spesso                                
   Arrossire: troppo                                                                                             
   Piangere:è un piagnucolone, il mio piagnucolone       
   Rilassarsi: sulla mia spalla, ovviamente                       
   Sospirare: ogni volta che mi vede?                             
   Godersi un bel giorno: insieme, tutti sono bei giorni  

  Lista di emozioni/sentimenti:
   
Paura: adorabilmente sì.
   Angoscia: purtroppo sì.
   Rabbia: per colpa mia.
   Dolore: mi dispiace.
  Tristezza: mi dispiace, di nuovo.
  Gelosia: colpiscimi, Soo.
  Odio: credo mi abbia odiato, qualche volta.
  Amore: Molto amore! Un sacco!
  Felicità: si? Io lo sono      
Non bisogna dimenticarsi di aggiungere più cose alla lista!

Kyungsoo ride leggermente, con voglia di piangere perché sì, è bellissimo che Jongin abbia ancora quello. Passi si avvicinano dal corridoio e si gira per vedere Jongin bagnato con un asciugamano avvolgendo la sua vita.
—Non ho nascosto bene il mio regalo.
 
Jongin sorride, Kyungsoo sorride.
 
Ed è già scritto nella vita di Kyungsoo, che non importa più la perspettiva, o il punto, o l’angolo esatto dal quale possa godersi ogni mattino, pomeriggio o notte. Non ci sono più variabili da cui dipenda né condizioni. Perché con Jongin, non importano più le perspettive, i punti o gli angoli; con Jongin, non importa da dove veda la sua vita, perché tutto sarebbe unicamente felicità.
 
 
 
 

                                                         Fine
                                                          ☁

 
 
(*) nutella: in realtà era ‘dulce de leche’ (dolce di latte, oddio, suona brutto in italiano) che sarebbe una specie di nutella ma, non so, più cremosa e con un gusto diverso. Ma dato che non sapevo come tradurlo, ho messo nutella perché praticamente si usano per le stesse cose (e per ingrassare YUPPI) 



N/T:
ED È FINITO ;; *prende fazzoletto* Giuro che mentre scrivevo la fine mi scendeva una lacrimuccia. La storia è bellissima, vero? Beh, a me piace un sacco; è una delle mie kaisoo preferite sinceramente. Spero sia piaciuta anche a voi, perché il finale è una delle cose più belle che esistano in questa vita. Ringrazio tutti, inanzitutto l'autrice per avermi dato il permesso per poter tradurre questa fanfiction (lei è così carina~ sono una sua fan lol), il computer per aver fatto un buon lavoro (si, grazie ._.), mia nonna per avermi portato biscottini irrompendo nella mia stanza mentre io nascondevo disperatamente tutte le cose gay visibili (?. Ah~ scherzo! Ringrazio VOI per aver letto la storia. Ai lettori fantasma (lo so che ci siete, vi voglio bene aksldj), alle persone che hanno messo la storia tra le preferite e le seguite (ma io vi adoro ;; ) e alle personcine che hanno recensito (oddio, vi amo), siete state carinissime nel lasciare il vostro parere♥  Quindi qui finisce~Veramente, spero abbiate potuto apprezzare la storia:) Sicuramente tradurrò altre storie della stessa scrittrice, ma intanto ho già 'pronti' (ho il permesso dell'autore) altre due kaisoo. So, se volete ci leggiamo una prossima volta. Vi adoro bellissimi mortali, statemi bene♥
  
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