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Autore: GryffinClaw    18/11/2014    0 recensioni
College!AU | Long-fic | Human!Scott - Human!Lydia - Human!Jackson
_._._
Beacon Hills, fine del Liceo.
Stiles, Scott, Lydia ed Allison si preparano al loro primo anno di College.
Insieme a Derek, Licantropo dell'ultimo anno nonché nemesi di Stiles, e ai loro immancabili amici.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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[PoV Stiles]

― Stiles, per caso nel bagno hai trovato asciugamani?

Quando rientro nella nostra stanza, sento come un peso che mi schiaccia il petto. E non credo si tratti del pugno con cui Derek deve avermi frantumato una ventina di costole (ce le abbiamo, venti costole?) quanto il fatto di dover dire a Scott del bagno. Credo di capire come si sente mio padre quando deve telefonare ai parenti di qualche cadavere, adesso.

― Stiles?

Scott è stravaccato sul letto, ovviamente, ma la cosa non mi fa né caldo né freddo se penso che, tra poco, avrà una punizione che nemmeno il Dio degli Inferi in persona avrebbe potuto concepire per lui. O per il più grande serial killer del mondo. O per Derek, che è un po’ la stessa cosa.

― Scott, devo parlarti ― mormoro. C’è qualcosa che puzza terribilmente in questa camera, ma forse è solo l’odore del bagno che si è radicato nelle mie narici e mi sta salendo nel cervello, facendomelo restringere e contorcere fino ad avere la sensazione di sentire ancora quel terribile – ah, no, sono i calzini di Scott. Stessa cosa, insomma.

― Dimmi tutto, amico ― mi dice lui, tirandosi a sedere in una posizione quasi decente.

― Punto uno: brucia quei calzini.

― Cosa?

― Sul serio, bruciali. Puzzano di ― mi interrompo. Non credo di riuscire a trovare un paragone adatto senza finire nel punto due.

Scott sbuffa. Per vivere solo con sua madre, è parecchio disordinato.

― Punto due: c’è qualcosa che devi sapere riguardo il bagno.

Certo, dovrebbe sapere che è largo più o meno quanto l’armadio, alto quanto Lydia senza tacchi e non altrettanto carino; dovrebbe sapere che puzza di un misto di fognature e acqua sporca e qualcosa di non meglio identificato (ma sicuramente tossico); dovrebbe sapere che il lavandino è più piccolo di una bacinella, che il gabinetto è così basso che Denny non riesce a sedersi senza darsi le ginocchia in bocca; ah, e dovrebbe anche sapere che per entrare nella cabina doccia bisogna tenere la porta d’ingresso aperta (altrimenti non c’è spazio per schiacciarsi contro il muro ed evitare di chiudersi le dita nella chiusura scorrevole) e poi non si possono alzare le braccia (cosa che mi porta a pensare – e credetemi, in casi come questi vorrei non pensare, che bisognerebbe insaponarsi a secco prima di esporsi al getto d’acqua – per la cronaca, il getto non è trasparente). Ah, e l’acqua è fredda.

Ma come potrei uccidere così le aspettative del mio migliore amico? Come potrei rubargli la speranza di essere in un posto migliore del nostro Liceo? Non posso. Non io – è Derek quello bravo a uccidere psicologicamente.

― Perché fissi il mio libro di Sociologia?

Ecco, l’ho fatto di nuovo.

― Non lo sto fissando, stavo solo ― mi interrompo, di nuovo. Devo decisamente smetterla di riflettere. O almeno, devo smetterla di farlo in presenza di altre persone.

― D’accordo ― annuisce Scott. Sbaglio o mi sta assecondando? ― E cosa dovevi dirmi riguardo al bagno?

Devo farlo.

― Beh, è un po’…

Non posso farlo.

Ma devo.

Sono o non sono quello forte, in questa stanza? No, in effetti non lo sono, ma in questo caso sono l’unico che può fermare il mio migliore amico dall’andare in quel bagno. Quindi devo agire, se voglio che almeno lui si salvi dai terribili virus che soggiornano tra le mattonelle
luride.

― Non devi andarci ― dico solo. ― Se ci vai, potrebbero accaderti cose orribili.

Scott alza le sopracciglia fino quasi a raggiungere i livelli di Lydia quando mi sente parlare. Solo che le sue sopracciglia sono folte e brutte e piazzate male su un viso non attraente, quindi è molto più spaventoso. Indietreggio.

― Che intendi, Stiles?

― Intendo che potresti andarci giusto un secondo, dargli un’occhiatina e tornare per darmi ragione. Eh?

Non mi sembra d’accordo, ma per fortuna sono le tre.

― Abbiamo l’orientamento ― aggiungo, nel silenzio più totale.

Scott si alza, recupera una maglietta pulita tirandola fuori dalla valigia distrutta, getta quella sporca in un angolo della stanza e mi si avvicina.

― Stiles, sai che puoi richiedere un supporto psicologico? ― mi dice. Non capisco se faccia sul serio o no, ma è comunque preoccupante che uno che chiuda il codice per aprire la valigia nella suddetta valigia dica a me di andare da uno psicologo. O magari dopo aver visto il bagno ne abbiamo bisogno tutti.

― Ci penserò ― dico quindi, alzando le spalle. Odio il College.
 
   
 
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