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Autore: Jack RedFlag    19/11/2014    1 recensioni
I mugiwara dovranno affrontare una nuova avventura dove, però, il suo tema principale sarà il sentimento contraddittorio che lega in particolar modo due nakama.
L'una cerca di mentire a se stessa o a negare quella che per gli altri é l'evidenza; l'altro vuole soffocare i propri sentimenti che crede non corrisposti.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara | Coppie: Sanji/Nami
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-che ci fai qui?- fece Sanji, mentre si accendeva una sigaretta, seduto sotto l'albero di mandarini.
L'aveva sentita arrivare; avrebbe saputo riconoscere tra mille il suo passo felpato che ben si addiceva alla sua fama.
Nami, dal canto suo, rimase stupìta di come questo riuscisse ogni volta ad accorgersi della sua presenza.
-potrei dirti la stessa cosa- rispose, con le braccia conserte e disappunto nel suo tono -é il mio turno di guardia, non il tuo!-
L'uomo cercò di fingersi sorpreso: 
-dici sul serio?-
-non fare il solito gentiluomo e va' a dormire- esclamò la rossa, stringendosi ancor di più nella copertina che aveva sulle spalle.
-non ho sonno...- fece un tiro alla sigaretta, lasciando fuoriuscire il fumo dal naso -prendo volentieri il tuo posto-
Eh no, gli era già grata per quello che aveva fatto poco fa'; a Nami non piaceva apparire debole agli occhi dei suoi nakama, lo sfogo con Sanji era stato un errore.
-non ho bisogno del tuo aiuto- disse -ce la faccio a controllare la nave da sola-
L'uomo le rivolse il suo sguardo, sembrava divertito. 
-non ho dubbi mia dolce Nami, è solo che vorrei rimanere qui se non ti dispiace- scrollò le spalle.
La donna capì ben presto che non c'era verso di schiodarlo da lì; di certo non gliel'avrebbe data per vinta.
Restare, quindi, di nuovo in sua compagnia da soli? Oh andiamo, riprenditi Nami! Che sarà mai? È un tuo nakama, punto. Perché tutta questa apprensione?
La rossa sbuffò sonoramente e prese posto al suo fianco.
-ti ringrazio...- sussurrò tra sé il biondo.
Dopo qualche minuto in cui si malediceva per aver portato solo una misera copertina per scaldarsi, Nami si ritrovò a fissare un piccolo mandarino sul suo albero che aveva una forma atipica.
-l'hai notato anche tu?- disse, accortesi che Sanji guardava nella sua stessa direzione.
-Uhm... Strano eh?- fece il biondo.
 Dopo un istante, gettò in acqua la sigaretta ormai finita e si levò da terra, raccogliendo poi il frutto.
Nell'alzarsi, aveva leggermente urtato la spalla della navigatrice che si fermò a rimuginare sul corpo atletico del suo nakama.
Riflettè che non lo aveva mai visto a dorso nudo come successo molte volte, invece, con Zoro e Luffy.
Chissà com'è, si chiese, rispetto ai due anni passati è diventato molto più robusto.
Ma che razza di domande si poneva?!
Intanto Sanji, per qualche minuto scrutò con attenzione il mandarino, increspando le sue labbra in un sorriso soddisfatto una volta intuito la forma a cui assomigliava.
-guarda Nami...- glielo mostrò -è un cuore!-
Questa rimase sorpresa nel constatare che il cuoco avesse ragione; vedendo lo sguardo incuriosito della rossa, Sanji prese di nuovo posto al suo fianco e glielo rese.
-ti piace?- le chiese, sorridendole. 
Aveva le labbra leggermente imbronciate, per capire come avesse potuto il suo prezioso albero concepire un simile mandarino.
Se lo rigirava tra le mani come se la soluzione di un simile arcano si celasse al suo interno. 
È così bella, si ritrovò a pensare Sanji; è così che giochi col mio cuore, mia dolce Nami: lo tocchi, lo sfiori, mi fai sentire tuo per poi allontanarmi. Mi tieni al guinzaglio, ti fai amare ma non ricambi se non per illudermi; ci ho fatto l'abitudine e per certi versi mi piace...
Ma come quel frutto, prima o poi diventa marcio. Il mio cuore, dolce Nami, prima o poi si stanca d'esser trattato come un gioco.
-dì la verità, è opera tua?- esclamò d'un tratto la rossa, cogliendolo imbarazzato.
-C-come? Opera mia?-
-Sì, una delle tue trovate da damerino per dirmi quelle cose lì...- disse gesticolando con noncuranza.
Per un attimo, Sanji aveva l'impressione che la sua dolce Nami non sapeva cosa significasse amare qualcuno. Certo, lei amava Nojiko e sua madre Bellmer, e amava i suoi mandarini; ma il concetto di amore per Sanji era totalmente diverso dal suo in questo caso.
-Mi spiace ammetterlo mia dolce Nami...- rispose, prendendo un altra sigaretta e, portandosela alla bocca, disse -ma questa non è opera mia. È un caso-
-è il caso vuole che entrambi ci sediamo qua fuori e notiamo questo strano mandarino a forma di cuore?- fece sarcastica.
-Più che caso, lo definirei... Destino-
La rossa lo guardo accigliata.
-Non credo nel destino- si affrettò a replicare con un velo di tristezza negli occhi.
-Perché?- chiese l'altro incuriosito, mentre osservava le mani della rossa che... Accarezzavano il cuore.
-Perché è triste credere che tutto sia già scritto. È triste vivere nella convinzione che qualunque scelta che io compia sia in realtà già stata decisa. Non credi?-
-Beh, questo è un modo triste di vedere la cosa...- rispose il biondo, sbuffando il fumo -dal mio punto di vista, uno strano ragazzo con un bizzarro cappello di paglia in testa mi ha dato l'opportunità di realizzare i miei sogni... Il destino ha fatto in modo di incontrarlo e di intraprendere con lui questo viaggio- continuò, stavolta fissò gli occhi nocciola e intensi della navigatrice incuriositi ed a tratti, potè giurarci, ammirati da lui.
Si sentì quasi in imbarazzo.
-il destino vuole che su quella nave, ci fossi anche tu-
La rossa trattenne per un attimo il respiro, era... nervosa. Non avrebbe retto un'altra delle sue solite dichiarazioni d'amore.
Sanji distolse il suo sguardo e fece una risata amara, come se volesse rimangiarsi e allo stesso tempo gridare al mondo ciò che le stava dicendo.
-E bene, se la mia vita è stata già scritta dall'inizio alla fine, non m'importa; perché questo stesso destino già scritto mi ha dato la possibilità di conoscere dei veri amici, di esplorare terre e mari bellissimi, di incontrare il mio vero amore-
La bomba era stata sganciata e Nami si sentiva così piccola. Possibile che provasse tutto questo per lei?
-E sono felice così- finì poi,poggiandosi anche con la testa al muro e lasciando fuoriuscise altro fumo dalla bocca; Nami posò gli occhi sul cuore che teneva tra le mani.
Ora, anche per lei sembrava che si trattasse del cuore del suo nakama.
-Come fai ad essere felice...- sussurrò la donna in un moto di colpevolezza.
Sì insomma, un po' mi dispiace di trattarlo sempre così; di illuderlo.
Ma non ci poteva fare niente, non era fatta per... amare?
-Delle volte me lo chiedo anch'io- disse, seguito poi da una risata lenta e contenuta.
-Beh se non altro ti consoli con altre donne, eh Sanji?- esclamò con ritrovato vigore colpendolo scherzosamente alla spalla -ho visto come ti affascina Robin, non negare!-
L'intento della rossa è quello di sdrammatizzare la situazione, capì Sanji.
-Robin è davvero una donna bellissima- confermò il biondo sorridendo con lei.
-È incantevole e affascinante!- continuò, allargando vistosamente le narici e formando un cuore al posto del suo unico occhio visibile.
Eccolo qui il Sanji innamorato, pensò la rossa con fastidio.
-Ed è così graziosa mentre beve il suo the prefer... AHIA!-
Nami si massaggiò la mano con la quale aveva colpito in testa il cuoco; il freddo l'aveva intorpidita.
Sanji, vedendola dolorante, si apprestò a soccorrerla racchiudendo la mano tra le sue. Cercò di ignorare il bernoccolo formatosi sul capo.
-Sei gelata mia dolce Nami, devi stare attenta. Le tue mani sono preziose, un giorno disegneranno la cartina del mondo- disse, mentre le sfregava per riscaldarle.
La rossa lo guardava con un velo di tristezza e rabbia negli occhi.
-dici di amarmi, cuoco, ma poi non perdi tempo a fare moine per altre donne-
Sanji la guardò sorpreso: era gelosa?
-so cosa stai pensando e no, non sono gelosa- fece con stizza.
Il biondo non nascose il suo disappunto.
-Ma sono delusa- continuò subito dopo. Liberò la sua mano e con l'altra restituì il cuore di mandarino.
-Non so quale sia il sentimento che ti lega a me, ma di certo non è amore- concluse, stringendo la copertina alle sue spalle mentre si alzava per affacciarsi al mare aperto e respirare un po' di salsedine.
Ne aveva abbastanza del profumo fatto di tabacco e spezie di quell'uomo.
Sanji continuò ad osservarla come un indefesso e cercò di metabolizzare quanto accaduto.
Cosa poteva farci se amava trattare come una dea ogni singola donna? Non lo faceva di proposito, gli riusciva naturale. E poi, lo faceva sentire uomo.
Un uomo DEVE considerarle come esseri speciali da trattare con cura. 
Nami non lo poteva capire, o non si sforzava di farlo.
Lei non era solo una dea, lei era la regina, l'imperatrice del suo cuore!
Sanji la seguì subito dopo, portandosi alle sue spalle e chiudendole ogni via di uscita con le braccia che si aggrappavano alla ringhiera della Sunny.
Nami inspirò di nuovo il suo gradevole odore e chiuse gli occhi nel farlo; gli piaceva tutto sommato, la sua presenza riusciva a tranquillizzarla.
-Lo sai che non è vero, Nami- sussurrò al suo orecchio, facendola rabbrividire.
-C-cosa fai, Sanji?-
L'uomo gettò via la sigaretta e posò le mani sui suoi fianchi prosperosi.
-Voglio te e soltanto te-
La ragazza si ritrovo a girare su se stessa e a ritrovarsi faccia a faccia con lui, a pochi centimetri dalla sua bocca.
D'istinto posò le mani sul suo petto e fu allora che sentì i suoi pettorali tonici, gli addominali scolpiti, e un basso ventre niente male.
Arrossì vistosamente cercando con non troppa forza di liberarsi dall'abbraccio di Sanji.
-Cosa... c-cosa ti viene in... in mente?!-
Il biondo restò in silenzio e prese con il pollice e l'indice sinistro il mento della navigatrice facendole alzare gli occhi verso i suoi.
-Pensi che consideri te e Robin o qualunque altra donna, allo stesso modo? Ti sbagli piccola-
La sua voce era roca e sensuale; Nami non aveva più freddo e non voleva più andarsene da quella presa.
-E allora perché...-
-Forse esagero ai tuoi occhi, ma sono disposto a cambiare, mia regina. Tu sei la mia sirena, il mio All Blue. Il mio sogno, il mio tutto-
Non riusciva più a reggere quella vicinanza, voleva scappare via.
-Sanji io non...-
Le sue labbra sono così morbidi, la sua lingua così calda, la sua bocca così accogliente.
Nami non capì come, ma lo stava baciando ed era come una liberazione.
Finalmente potè assaggiarlo, finalmente potè farlo suo quel cuoco da strapazzo! Ed era dannatamente buono...
Stringeva i suoi capelli e lo attirava a sé il più possibile; le loro lingue si intrecciavano tra loro, si allontanavano per poi ritrovarsi. In quel bacio non c'era nulla di casto o dolce ma pura disperazione nel volersi a vicenda.
Le mani del biondo, però, erano salde sui suoi fianchi; non voleva osare troppo Sanji per paura di mancarle di rispetto. Nami invece tastava il suo corpo nei minimi particolari, mossa da un irrefrenabile curiosità di sapere cosa nascondeva il suo cuoco sotto la solita tenuta elegante che indossava.
Dovevano riprendere fiato, si staccarono ansimando vistosamente.
-Non trattenerti, cuoco...- sussurrò maliziosa la rossa, lasciando scivolare a terra la copertina che sino a quel momento le aveva coperto le spalle.
Si liberò della presa e cominciò a dirigersi in cucina, trascinando per il colletto l'ormai eccitato a mille Sanji, che emanava cuoricini dappertutto.


-Nami? Ehi Nami, svegliati!-
Una voce femminile la fece svegliare di soprassalto e in risposta borbottò con la bocca impastata dal sonno qualcosa di incomprensibile;  lentamente riaprì gli occhi e si trovò ad incrociare lo sguardo della sua sorellona.
-Nami, tutto bene?- fece Robin con aria preoccupata.
-vuoi che chiami Chopper?-
Nami ancora non aveva metabolizzato bene il tutto: si trovava in cucina con Sanji quando lui l'ha distesa sul tavolo e...  si ritrova qui con Robin a tastargli le tempie per capire se avesse la febbre.
Possibile che avesse sognato tutto?
-Robin, dov'è Sanji?- chiese incerta la rossa. Aveva la testa che le scoppiava.
-Sanji è tornato fuori dopo averti portata qui. Dice che stavate parlando quando ti sei addormentata di colpo.  Mi ha chiesto di non farti alzare per nessuna ragione- disse sorridendo.
-Quindi l'ho sognato?!- fece, quasi  terrorizzata all'idea di desiderarlo in quel modo.
-sognato cosa?-
Si portò le mani alla bocca e dopo un 'niente niente' poco convinto, rimboccò le coperte e cadde subito nel sonno più profondo. Doveva essere piuttosto stanca, pensò Robin.
Domani, si promise la rossa, avrebbe dimenticato tutto.
Mentre l'altra cercava di riposare, Robin puntò gli occhi su quel strano mandarino a forma di cuore che Nami stringeva inconsciamente nella mano.
   
 
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