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Autore: Jack RedFlag    04/11/2014    2 recensioni
I mugiwara dovranno affrontare una nuova avventura dove, però, il suo tema principale sarà il sentimento contraddittorio che lega in particolar modo due nakama.
L'una cerca di mentire a se stessa o a negare quella che per gli altri é l'evidenza; l'altro vuole soffocare i propri sentimenti che crede non corrisposti.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara | Coppie: Sanji/Nami
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-ragazzi è pronta la cena!- urlò Sanji dalla sua cucina,sapendo con certezza di essere sentito da tutti i suoi nakama. Cena però, a dispetto delle loro abitudini, piuttosto misera: un semplice primo fatto di pasta e sugo speziato. -Sanjiiii ma io ho ancora fame!- si lagnò il capitano come ogni pranzo e cena da ben tre settimane circa a questa parte. -Lo so Luffy ma non ci posso fare niente, le scorte di cibo sono ormai quasi tutte finite. Se vogliamo tirare ancora un po' avanti, dobbiamo mangiare il minimo indispensabile-
-Mi cucini qualcos'altro? Un po' di carne magari!- disse il mugiwara con la sua solita innocenza mentre esplorava le fauci del suo naso col mignolo sinistro.
-POSSIBILE CHE TU NON MI STIA MAI A SENTIRE?!- ringhiò furioso il biondo.
-Oh sopracciglio arricciato, fa' il tuo dovere e versami un po' di saké- intervenne lo spadaccino mentre indicava il suo bicchiere vuoto.
-scordatelo marimo, non sono il tuo cameriere-
-sì che lo sei, è l'unica cosa che sai fare bene!-
-Ah! Senti chi parla. So maneggiare meglio io i coltelli che tu le tue stupide spade!-
-Vogliamo vedere?! Taci o ti taglio a fettine, cuocastro!-
-provaci testa d'alga e ti spedisco in mare con un solo calcio!-
Mentre la stanza veniva invasa da cori, scommesse e risate a causa dei due litiganti, una figura esile dai lunghi capelli rossi, più silenziosa che mai, sgattaiolava fuori dalla cucina.
Sanji, dalle spalle di Zoro, intravide Robin che osservava con aria insolitamente preoccupata la sua sorellina che si era congedata con un semplice 'sono stanca, vado a letto'.
-vorresti dirmi che sei capace di battermi? Ma non farmi ridere!-
Sanji ignorò quest'ultima provocazione e seguì, col suo, lo sguardo di Robin; dall'altra parte vi trovò nient'altro però che una porta chiusa. Mentre cercava di capire il motivo della preoccupazione dell'archeologa, notò che il capitano aveva ripreso a masticare.
-Cosa stai mangiando, Luffy? Non ti ho dato niente-
-Namgnian ishtuo viauo...-
-Quante volte ti ho detto di non mangiare con la bocca piena?!- gli sgridò Usopp, dandogli un pugno.
Notando le difficoltà di Sanji nel capire quello ad il capitano gli stava dicendo, Robin intervenne spiegandogli che la navigatrice aveva ceduto il suo piatto al mugiwara e che sarebbe andata a letto. Ancora una volta, pensò Sanji, ancora una volta non aveva mangiato niente. In un primo momento, aveva arrocciato la sua mancanza d'appetito al fatto che non gli piaceva il cibo che lui cucinava. A causa delle poche scorte rimaste, il biondo doveva limitarsi a ricette semplici che per niente si addicevano ad una principessa dal palato fine come la sua Nami. La pesca poi, non fruttava granché; ma pensò che doveva esserci dell'altro.
 Osservò poi gli altri suoi nakama, non sembravano per niente preoccupati della situazione che per quasi tre settimane si era presentata loro: erano diciannove giorni che non avvistavano un'isola o un qualsiasi pezzo di terra. Il cibo, l'acqua, il carburante e persino le scorte di cola illimitate di Franky stavano per cessare; eppure erano lì che bevevano, cantavano, ballavano a suon di musica che Brook eseguiva con piacere. Anche Robin sembrava non soffrire della situazione, anche se passava giornate intere a decifrare quello strano libro che un anziana, conosciuta sull'ultima isola visitata, le aveva dato. Tutti tranquilli insomma, forse perché si fidavano ciecamente della loro navigatrice. Già, dev'essere questo, pensò Sanji.
-Nami si sente in colpa...- disse l'archeologa dando voce ai suoi pensieri, mentre sorseggiava la sua bevanda calda e fumante.
Sanji riportò il suo sguardo alla bella corvina. -crede che sia colpa sua se ancora non siamo riusciti ad attraccare da qualche parte...- Robin parlava sicura che il cuoco fosse l'unico ad ascoltarla.
-che idiozia...- commentò tra sé il biondo. Non era certo colpa di Nami se erano finiti in quelle strane acque del Nuovo Mondo. Nemmeno il nuovo Log Pose della navigatrice serviva a qualcosa. 
-ed in fondo...- fece ancora l'archeologa -è questo il suo compito, essendo la navigatrice, no?-
La domanda di Robin spiazzò Sanji:come poteva credere che fosse colpa di Nami se si trovavano in quella situazione? Senza rendersene conto, aveva dato voce ai suoi pensieri quasi gridando. Gli altri nakama guardarono sbigottiti la sua reazione nei confronti di Robin; calò il silenzio in cucina.
 Persino Luffy aveva smesso di perlustrare il suo naso.
-aspetta Sanji, non fraintendermi...- replicò la donna, posando la mano su quella del cuoco per cercare di calmarlo; in un'altra occasione, per quel gesto, Sanji avrebbe spruzzato sangue d'appertutto ma quando si trattava di Nami, della sua dolce e meravigliosa nakama, avrebbe rinunciato anche ad entrambe le sue mani per difenderla. In quel momento, senza neanche rendersene conto, guardava truce l'archeologa che capì di aver usato dei termini sbagliati per spiegare la situazione dal suo punto di vista. -... Quello che volevo dirti è che Nami ha tutto il diritto di sentirsi in colpa, anche se di colpe non ne ha. La conosciamo bene tutti noi, è orgogliosa e testarda, anche quando crede di aver commesso uno sbaglio nessuno riesce a convincerla del contrario. Io ci ho già provato ma lei, essendo la navigatrice, sente tutto il peso di questa responsabilità ed io non posso biasimarla...- disse Robin. Nel suo sguardo si poteva ben leggere preoccupazione e rammarico.
-La nostra navigatrice è SUPER!- urlò Franky mettendosi in una delle sue solite pose. -Ho piena fiducia in lei!-
Come Franky, Usopp, Chopper e Brook annuirono sommessamente.
-Yohohoho e chissà, magari dopo quest'avventura, la bella Nami mi farà finalmente vedere le sue mutan..!-
-TACI PERVERTITO!- ringhiò Sanji, dandogli un calcio in pieno volto.
-ahia... La mia povera  guancia... Anche se, essendo uno scheletro le...-
-Le guance non ce le hai. Lo sappiamo Brook!- finì la renna la frase al posto suo causandogli uno stato di depressione istantanea. 
-Non farlo mai più, Chopper... Mai più...-

Finita la cena e lavato i piatti, Sanji posò in un piatto un pezzetto di torta al mandarino che era riuscito a preparare e a nascondere in frigo, per evitare che venisse divorata da qualcuno dei suoi compagni. Pensò che le avrebbe fatto piacere  mangiarla e mettere qualcosa sotto i denti, tralasciando il fatto che sarebbe stata l'occasione ideale per darle un po' di conforto.
Si avviò verso la camera delle ragazze e bussò alla porta dopodiché, ricevuto il permesso, vi si affacciò all'interno. Vi trovò solo Robin intenta a leggere quell'insolito libro; gli spiegò che si trovava probabilmente nello studio. L'uomo diede la buonanotte alla nakama e si diresse verso la stanza che per Nami era la più sicura e silenziosa dell'intera Sunny. In queste tre settimane, pensò Sanji, vi si era rinchiusa spesso per studiare una rotta, un modo qualsiasi per uscire da quelle acque, o semplicemente per starsene un po' da sola e pensare.
Prima di entrare, bussò alla porta senza ricevere risposta. Cercò di fare il meno rumore possibile quando vi entrò. La trovò chinata alla scrivania, con la testa piegata tra le sue braccia, come per proteggersi da chissà quale pericolo. Così indifesa e piccola. Era impossibile, per chi non la conoscesse, credere che una donna così bella e dolce come un angelo, riusciva a tenere al guinzaglio due teste calde come il marino e Sanji; credere che una delle ciurme più pericolose del Grande Blu e del Nuovo Mondo, temesse di farla arrabbiare per evitare di incappare in uno dei suoi poderosi pugni.
Sanji posò il piatto con la torta sulla scrivania, ed osservò i lineamenti del suo corpo che cresceva e rimpiccioliva a causa dei suoi respiri profondi e regolari. Dormiva.
Chissà cosa starà sognando, pensò il cuoco. Lui e Nami che correvano felici in un campo ricolmo di fiori; Nami che lo stringe tra le sue braccia lasciandolo inebriare dal profumo della sua pelle e dal suono della sua voce che sussuravano 'Sono tua Mr Prince'; lui che tempestava di baci il corpo scultoreo della bella Nami.
Erano questi i pensieri ricorrenti del cuoco che anche in quel momento lo rendevano felice a tal punto da paralizzarlo e perdere qualche gocciolina di sangue dal naso.
Un grugnito soffocato della rossa lo fece rinvenire dai suoi sogni ad occhi aperti. La osservava preoccupato ma al tempo stesso felice perché potè accarezzarla con tutta la dolcezza di cui era capace senza che questa lo prendesse a pugni; si chinò su di lei e le diede un rapido bacio tra i capelli, che con grazia le cadevano sulle spalle.
-come sei bella...- sussurrò. Erano passati chissà quanti istanti da quando era entrato, per lui interminabili, ma non aveva comunque intenzione di andarsene.
 Quando si sarebbe svegliata, ragionò il biondo, le avrebbe offerto il pezzo di torta; le avrebbe chiesto di sfogarsi, anche picchiandolo se necessario, e l'avrebbe poi riaccompagnata in camera non prima di averle confessato di quanto fosse fantastica, bella ed eccezionale. La donna che avrebbe sempre voluto al suo fianco; l'unica che lo aveva davvero fatto innamorare. Sanji prese una sedia e l'affianan alla sua destra, continuando a cullarla con la sua mano. La ragazza, forse percependo la presenza di qualcuno, lentamente dischiuse  il suo guscio, alzando la testa e facendo poi un lungo sbadiglio. Si voltò verso il cuoco che continuava ad accarezzarla nonostrante fosse sveglia, quasi come fosse ipnotizzato.
Nami poggiò la testa sulla mano sinistra e restò a fissarlo: -cosa stai facendo?- gli chiese, con un tono che Sanji si sarebbe aspettato rabbioso e offensivo ma che fu tutt'altro. Come colto inflagrante, si fermò spaesato ed intimorito. -Ahm... s-scusa. Ti ho trovata così e non... Beh ecco, non ne ho potuto fare a meno... Perdonami- disse tutto in un sol fiato. La ragazza aveva lo sguardo stanco e delle piccole occhiaie; segno che aveva pianto e non poco.
-Uhm...- fece la rossa, continuando a guardarlo. -ma non ti fermare- disse quando Sanji fece per allontanare la mano dai capelli della ragazza e venne trattenuto.
-C-cosa..?-
Nami, che aveva afferrato il polso di Sanji, riportò la mano sul suo viso chiudendo poi gli occhi. -Ne ho bisogno...- sussurrò, facendo un lungo sospiro.
Aveva un viso caldo, pelle morbida e vellutata. Era la prima volta che aveva l'onore di toccarla. Nami le aveva chiesto di accarezzarla? Aveva capito bene? Il cuore del povero cuoco prese a tamburellare ad un ritmo forsennato nel suo petto; gli mancava il fiato tanto che era emozionato e felice. Oggi una carezza, domani un abbraccio, e poi altre coccole e altri abbracci e ancora coccole..!
D'un tratto la sua mano era bagnata. Questa strana sensazione fece notare al cuoco che la sua bellissima dea stava piangendo. Maledizione, mentre lui perdeva tempo a fantasticare su delle sciocchezze, l'amore della sua vita aveva bisogno di qualcuno che la proteggesse; che le sussurrasse parole di conforto, che le facesse capire che lei non era sola e non lo sarebbe mai stata. Sanji prese il suo viso con entrambe le nami, asciugandole le lacrime; le si avvicinò portando la sua fronte a scontrarsi con quella della rossa.
-Ehi... Calmati piccola- sussurrò, mostrandole un intenso sorriso. Nami levò da terra il suo sguardo incrociando quello del cuoco; trattenne il fiato per un istante. Mai si era ritrovata così vicino alla sua bocca, al suo sguardo; così vicina a lui.
 -Siamo tutti con te, non devi sentirti sola o colpevole di qualcosa...- disse. I suoi occhi erano terribilmente seri e comprensivi. Nami faceva fatica a credere che si trattasse dello stesso irritante Sanji che faceva il cascamorto con qualunque donna carina.
-Ho insistito io per visitare queste acque, nonostante gli avvertimenti di quella anziana signora!- esclamò con voce roca -sono stata una sconsiderata, vi ho messo tutti in pericolo e...-
-E noi ti abbiamo seguito- l'interruppe, alzandole il viso per incrociare ancora una volta il suo sguardo. Nami si ritrovò a fare pensieri che mai prima d'ora aveva fatto sul cuoco. Arrossì leggermente. 
-Tu più di me dovresti sapere che siamo una famiglia e che le decisioni di un singolo nakama sono sempre condivise da tutti. E poi...- con la mano destra spostò il piatto con la torta avvicinandoglielo -ho cucinato questa. Nemmeno una donna straordinaria come te riesce ad avere una mente lucida a stomaco vuoto-
Il profumo che emanava quella torta era fantastico tanto da costringere lo stomaco di Nami a brontolare. La ragazza distolse lo sguardo schiarendo la voce, dall'imbarazzo. -Che ne dici? Ti va un pezzetto?- chiese il cuoco, tagliuzzandone una piccola parte. 
-S-si, anche se non ho fame...- rispose, tradita di nuovo dal suo stomaco che non la smetteva di brontolare.
La risata lenta e profonda di Sanji le sembrò bellissima. Probabilmente era troppo stanca, pensò, stava delirando.
 Il nakama  le porse la fochetta con un piccolo pezzetto di dolce che l'altra s'apprestò ad imboccare.
-cavolo Sanji! È buonissima!- urlò la navigatrice, regalando al cuoco uno dei suoi pochi ma sinceri sorrisi.
-mi fa piacere. Te ne farò delle altre, sempre più buone-
La ragazza annuì soddisfatta mentre divorava la sua torta. Sono riuscita a farla sorridere, pensò il cuoco, posso anche morire adesso. Solo una volta finito di mangiare, i due nakama s'accorsero che stavano ancora, pericolosamente, vicini l'un l'altra.
-ora...- fece incerta la rossa, visibilmente imbarazzata -ora sto bene, grazie Sanji- abbozzò un sorriso. Il ragazzo fece altrettanto, alzandosi prendendo il piatto ormai vuoto e spostando la sedia che aveva preso, lì dov'era prima. -Allora... Beh, devo andare. Ho il turno di vedetta stanotte- disse scocciato. -tra l'altro fa' piuttosto freddo. Sarà dura scaldarsi solo con la sigaretta- fece ironico.La ragazza sorrise
-sarà meglio che io vada a letto- disse, alzandosi a sua volta. -Ti accompagno in camera.-

Nami non credeva che il cuoco sarebbe riuscito a risollevarla in quel modo; che potesse essereo l'unica persona a poterlo fare. Anche Robin le era stata vicino, e tutti gli altri al loro modo. Ma Sanji era riuscita a darle quella sicurezza che mancava di avere ai tempi di Arlong, quando fu soccorsa da Luffy. Non l'avrebbe mai ammesso, forse nemmeno a se stessa, ma stare con quel damerino le piaceva. Sapeva essere ironico, protettivo, comprensivo e soprattutto riusciva a comprenderla. In tutto questo tempo, aveva dato per scontato le sue qualità.
-Eccoci...- fece Sanji, arrivati alla camera delle ragazze. 
-allora buonanotte piccola- disse, dandole un ultima carezza.
-AHIA!- Il pugno della navigatrice era più forte che mai -ma che ti prende?!- chiese supplichevole mentre si massaggiava la povera testa.
-Ti ringrazio per ciò che hai fatto ma spero che la cosa resti tra noi e che tu non ti azzarda a prenderti altre confidenze del genere!- ringhiò, chiudendosi poi la porta alle spalle e lasciando il povero cuoco sconvolto.
-ah, noto con piacere che ti sei ripresa, piccola ...-


-Robin, ancora con quel libro?- chiese Nami mentre si spogliava alla compagna che era impegnata nella lettura, seduta al suo letto. Solo allora notò la presenza della navigatrice. 
-Ciao Nami, vedo che ti sei ripresa- esclamò la corvina notando un insolito risolino sulle labbra. 
-Sì, Sanji mi ha portato una fetta di torta squisita!- 
-È solo per la torta che ti senti meglio?- continuò imperterrita l'archeologa. Nami cercò di nascondere il rossore alle guance causatole nel ricordare le carezze del cuoco ricevute pochi istanti fa'. 
-uhm... Beh, abbiamo parlato un po'.- 
-che vi siete detti?-
Accidenti, Robin quando ci si mette sa essere asfissiante, pensò la rossa.
-Perché tutte queste domande?- andò sulla difensiva -non sarai mica gelosa del mio bel cuoco?- fece sarcastica, lanciando un occhiata accondiscendente. La mora le rispose con un sorriso per poi guardarla incuriosita: -da quand'è che lo ritieni 'tuo'?- Nami rimase interdetta. -Che vuoi dire?-
-l'hai definito 'tuo bel cuoco'. C'è del tenero tra voi due?-
Eccola che riparte all'attacco, si disse Nami. Cavolo, non le si può nascondere niente! Che poi, usare termini simili per definire Sanji non era da Nami. Probabilmente le avrà messo qualcosa nella torta oppure era semplice stanchezza e stress. Sì, ovvio! Non le piacevano certo le sue mani calde, il suo fiato che rendeva piacevole persino l'odore del tabacco che fumava, il suo sguardo, il suo modo di fare, le sue attenzioni, il suo corpo e il suo... -Nami?-
Ok, qualcosa non andava. Per niente!
-A che stai pensando?-
-A quanto siano seccanti le tue domande...- fece brusca, sperando di chiudere in fretta l'argomento. 
-Ok, scusa- rispose Robin, all'apparenza dispiaciuta ma in realtà soddisfatta. Se Nami aveva reagito in quel modo, pensò, qualcosa bolle in pentola. Da dietro al libro, sorrise.
La navigatrice fece per coricarsi quando venne di nuovo interrotta dall'archeologa: -vuoi che prenda io il tuo posto per il turno vedetta?-
-Non è il turno di Sanji?-
-No è il tuo, Nami-
L'archeologa si alzò dal letto e portò con sé il libro. -sarebbe il terzo giorno consecutivo per lui. Ieri si premurò di prendere anche il mio turno. Direi che possa bastare no?-
Che stupido che sei Sanji, si ritrovò a pensare la rossa. -aspetta Robin, vado io- disse, prendendo una coperta soffice dall'armadio. -È il mio turno d'altronde-
-ma sei sicura di stare bene?- chiese ancora la sorellona, stavolta senza malizia. Era davvero preoccupata per lei, visto il suo comportamento di poche ore fa'.
-Si tranquilla, e grazie- detto questo, uscì dalla stanza con di nuovo quel strano risolino sul volto. 
-Forse ci sei riuscito, Sanji...- si disse la mora.
   
 
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