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Autore: Zayle    19/11/2014    6 recensioni
"Des" bisbigliò lui rigirando la sigaretta tra le dita "il tuo nome, mi sono sempre chiesto cosa significhi."
Lei lo guardò mentre spegneva la sigaretta con un sorriso tirato.
"Daisy è l'equivalente di Margherita. E' il nome di mia nonna. Ha origini italiane e voleva che mi chiamassi come lei."
"Ah il fiore!" esclamò lui sorridendole "Ti sta bene"
"Cosa intendi?" chiese lei confusa.
"Perchè sei bella, come i fiori. Forse anche di più" disse alzandosi e lasciandola lì con i suoi pensieri.
Daisy. Zayn. Voglia di vivere. Voglia di amare, paura di farlo. Paura di perdere ancora.
Un segreto che cambierà la sua vita per sempre.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5.
 
La musica era forte all’interno della stanza tanto da far tremare le casse delle stereo dalle quali usciva il suono. Zayn, nella sua camera, era steso sul pavimento intento a compiere l’ultima serie di addominali. Gli piaceva allenarsi nella sua stanza da solo con la musica che gli trasmetteva un forte adrenalina. Finita la serie si  alzò da terra e allungando il braccio spense lo stereo sulla mensola sopra di lui, quindi camminò verso l’armadio per prendere dei vestiti puliti da indossare dopo aver far fatto la doccia.
Per tutto quel tempo si era imposto di non pensare. In realtà, il suo pensiero era solo uno, un chiodo fisso da un paio di settimane dal quale non riusciva a staccarsi, un pensiero dai lunghi capelli castani e dal sorriso più bello che avesse mai visto.
Fino a qualche tempo prima  non si era mai preoccupato delle ragazze, aveva avuto un paio di storie ma niente che fosse durato più di una settimana o due a causa delle ragazze che lo mollavano perché lo consideravano troppo noioso.  Il ragazzo non prendeva mai le critiche delle ragazze in modo serio, perché loro non lo conoscevano veramente, ma, quando aveva guardato Daisy e lei aveva guardato lui aveva sentito qualcosa di diverso: un profondo buco nello stomaco come se lei fosse riuscita a leggerlo dentro e a vedere il vero Zayn.
Daisy però per lui era un mistero ma era sicuro che lei non mostrasse la vera sé in presenza di altri ma fosse solo una maschera. Avrebbe voluto conoscere tutto di lei anche se sentiva già di conoscerla come nessun altro.
Dopo quello che era accaduto il venerdì sera, Zayn l’aveva vista per pochissimo tempo perché durante la settimana si era ammalata con febbre alta, per come aveva detto Ashley  era una cosa che le capitava spesso e nel giro del fine settimana sarebbe stata bene di nuovo ma la preoccupazione di Zayn si fece sentire quando la sera precedente non si era presentata al Breath insieme ai ragazzi del vicolo anche se Ashley gli aveva assicurato che stava meglio.
Ovviamente tutti i piani di non pensarla per Zayn andarono in fumo. Uscito dal bagno vestito e con i capelli asciutti guardò fuori dalla finestra e vide il sole che scendeva sempre di più nel cielo prossimo al tramonto così prese delle coperte dall’armadio e una felpa, recuperate le chiavi uscì per posizionare tutto nel bagagliaio dell’auto. Sedutosi sul sedile davanti mandò un messaggio a Mike dicendo che quella notte non sarebbe tornato e cominciò a guidare.
 
 
Arrivato nel vialetto della casa, dopo aver fatto sosta al supermercato, scese dall’auto sbattendo con violenza la portiera. Era nervoso, il cuore cominciò a battergli forte e le mani gli sudavano un po’. In quel momento pensò di aver agito d’impulso e che sarebbe dovuto tornare a casa ma in seguito decise che, per come stavano le cose, non aveva niente da perdere.
Suonò il campanello e si sistemò la felpa ma ci vollero un paio di minuti prima che qualcuno aprisse la porta. Una donna di mezz’età era sulla soglia. I  capelli castani e mossi e gli occhi verdi, lei gli sorrise e quel gesto sembrò a Zayn molto familiare.
 
“Salve signora io…” Zayn si fermò perché la donna aveva bloccato le sue parole con un gesto della mano.
 
“So chi sei, lei è di sopra, sono contenta di  conoscerti” disse la donna facendo largo per far entrare il ragazzo.
 
“Piacere mio signora…” Zayn esitò non conoscendo il nome della donna di fronte a se.
 
“Margherita” disse la donna stringendo la mano che il ragazzo le aveva appena alzato per poi lasciare che salisse le scale.
Era stato un momento strano, pensò Zayn mentre si aggirava per i corridoi della casa con un nodo allo stomaco. Tutte le stanze avevano la porta aperta così lui sbirciò per vedere se Daisy era presente ma non la vide. Arrivò alla fine del corridoio e vide una porta chiusa di quella che probabilmente era la camera della ragazza. Alzò la mano e bussò sbattendo il pugno contro la porta ma non sentì niente. Bussò di nuovo, questa volta più forte e dall’interno della camera sentì un ‘Avanti’ così afferrò la maniglia per abbassarla, il cuore che gli batteva in gola e le mani leggermente tremanti, ma tutte le sensazioni di paura e timore scomparvero quando la vide.
Stesa a pancia in su, guardava il soffitto con i capelli lunghi sparsi sul letto troppo grande solo per lei, indossava dei blue jeans con una felpa grigia chiaramente di qualche taglia in più. Avrebbe voluto stendersi accanto a lei e ascoltare la musica dagli stessi auricolari che lei stava usando in quel momento. Chissà cosa pensava mentre le note della canzone entravano nelle sue orecchie per produrre la melodia.
Daisy abbassò lo sguardo dal soffitto per vedere chi fosse sulla soglia e Zayn vide sul suo volto un leggero sorriso mischiato a un pizzico di stupore. In quel momento a Zayn sembrò di vedere la vera Daisy senza veli nel suo rifugio e le sembrò così bella da togliergli il fiato e pensò a quanto le fosse mancata nonostante fossero passati pochi giorni e nonostante tra loro non ci fosse ancora niente. La vide tirare via dalle orecchie le cuffie per poi iniziare a fissarlo mentre lui era fermo dentro la stanza.
 
“Vieni qui” disse  Zayn quasi in un sussurro e lei si alzò lanciando l’i-pod sul letto per poi correre verso il ragazzo e abbracciarlo.
 
“Ciao Des” le disse mentre le baciava i capelli e le stringeva le spalle. Quel momento gli ricordò quando era più piccolo ed era solito consolare sua sorella quando piangeva a causa dei litigi dei loro genitori accarezzandole i capelli finchè le lacrime non erano finite. Nonostante tutto quello che provava per la ragazza che aveva tra le braccia era diverso, non era solo istinto di protezione e un amore innocente, c’era qualcosa in più.
 
“Sei vivo” disse Daisy ridendo interrompendo i suoi pensieri.
 
“Anche tu come vedo” le rispose ridendo insieme a lei. Si separarono e lui notò che lei aveva il naso rosso e i suoi occhi erano leggermente lucidi, dettagli evidenti della febbre appena passata.
 
“Come stai?” le chiese Zayn dopo aver smesso di ridere. Lei lo prese per mano e lo fece camminare fino al letto dove gli fece segno di sedersi e così fece. La sua mano era grande in confronto a quella della ragazza che era piccola e calda.
 
“Ora bene” rispose “Come mai sei qui?” continuò per poi recuperare l’i-pod dal letto per spegnerlo e arrotolare intorno le cuffiette.
 
“Sono passato per sapere come stavi, non ho il tuo numero e in questi giorni non ho potuto contattarti  e poi volevo sapere se ti andrebbe di fare un gita” disse lui parlando velocemente a causa del nervosismo. A Daisy comparve un sorriso sul volto.
 
“Sono completamente guarita” disse lei per poi alzarsi e accendere la luce nella stanza che era diventata abbastanza buia.
“Che genere di gita?” domando poi, ma Zayn era impegnato ad osservare i muri della stanza tappezzati di poster e foto che prima aveva ignorato.
 
“Ti piacciono?” Chiese Daisy attirando la sua attenzione. Lui annuì guardando ancora le foto concentrandosi particolarmente su una. Essa era stata scattata da una barca e catturava l’alba.
 
“Quella l’ho scattata quando avevo quindici anni, mio nonno mi aveva portato sulla barca” gli disse mentre si avvicinava a lui.
 
“E’ bellissima” disse a bassa voce. Lo pensava davvero, quella foto gli trasmetteva molta tranquillità e raccontava una storia, esattamente come le altre. Era davvero brava e in quel momento l’immaginò intenta a trovare la giusta angolazione o il punto di luce perfetto per scattare la foto. Scacciò il pensiero ricordando ciò che voleva fare.
 
“Penso che ti piacerà il posto in cui andremo” disse Zayn mente lei tirava fuori da un cassetto un paio di calzini per poi indossarli sui piedi che prima erano nudi.
“Non ti ho ancora detto che sono disposta a venire!” esclamò Daisy alzando un sopracciglio e incrociando le braccio al petto.
 
“Prendi un’altra felpa e tutto ciò che ti serve per stare fuori, non accetto un no come risposta”
 
“E va bene” disse infine lei facendo finta di sbuffare. Zayn la osservò attentamente mentre prendeva una zaino rosso nella quale infilò una felpa, il suo i-pod e un bauletto nero piccolo. Spostò il suo sguardo lungo il suo corpo; il fisico slanciato ma allo stesso tempo minuto, le mani ossute con le dita lunghe e le unghie mangiucchiate che spostavano una ciocca di capelli caduta sul viso portandola dietro le orecchie mentre si abbassava per raccogliere dallo zaino di scuola il pacchetto di sigarette per poi girarsi e rivolgergli un sorriso. Lui sorrise a sua volta mentre le studiava il viso leggermente allungato e le guance morbide, gli occhi contornate da lunghe ciglia e la bocca carnosa e di nuovo si ritrovò a pensare a quanto fosse bella e dovette reprime il desiderio di abbracciarla di nuovo ma non lo fece per paura di rovinare tutto.
Da quando qualcuno era per lui così importante da avere paura? Lui che non aveva mai avuto paura di niente?
 
“Pronta” disse Daisy interrompendo i suoi pensieri. Zayn si alzò dal letto, prese con una mano la borsa e fece scivolare l’altra dentro quella della ragazza per poi scendere insieme le scale.
Quando arrivarono all’ingresso vide Margherita che li aspettava.
 
“Mi raccomando, fate i bravi” disse lei baciando la ragazza sulla fronte. Daisy rise.
 
“Ciao nonna” disse infine Daisy mentre Zayn sorrideva alla donna facendo un cenno di saluto con il capo.
 
“Aspetta!” esclamò Daisy mentre vide Zayn che girava la maniglia per uscire dalla casa. In quel momento un groppo si formò nella gola del ragazzo al solo pensiero che lei avesse cambiato idea.  “Ho dimenticato una cosa, aspettami in macchina” continuò infine e Zayn annuì.
 
Pochi minuti dopo aver sistemato lo zaino di Daisy con i suoi Zayn si sedette accendendo il motore per far riscaldare l’auto. Quando chiuse la portiera Daisy era davanti a lui che scendeva a due a due gli scalini mentre teneva in mano un CD.
 
“Scusa, non riuscivo a trovarlo” disse lei mentre entrava nell’auto.
Zayn aguzzò la vista. Il Cd era ‘The Fray’ uno dei suoi preferiti e si chiese come mai lei avesse scelto proprio quello.
 
“Ho visto il poster nella tua camera” disse come per rispondere ai suoi pensieri.
 
“Ora chi è che legge nella mente?” chiese lui alludendo a una delle loro precedenti conversazioni. Lei rise e poi inserì il cd nello stereo.
 
“Questa è la mia preferita” disse Zayn allungando la mano per alzare il volume mentre partiva per le strade.
You found me era trasmessa a tutto volume nell’abitacolo dell’auto e guardando fisso davanti a sé iniziò a cantare.
 

Lost and insecure, you found me, you found me
Lying on the floor surrounded, surrounded…
 
Finì di intonare il ritornello per poi sorridere e voltarsi verso Daisy che lo guardava con aria stupefatta.
 
“Cavoli! Sei bravo” disse battendo un pugno sulla spalla di lui che sorrise di nuovo. Stava sorridendo così tanto ed era solo grazie a lei.
 
“Qual è la tua canzone preferita?” le chiese Zayn ripensando alla pila di cd nella sua camera.
 
“Mmh” disse lei abbassando lo sguardo sulle sue mani “Wake me up when september ends, è la mia preferita da quando avevo undici anni”
 
Zayn si voltò con un po’ di stupore:“Ti piacciono anche i Green Day?”
Lei annuì. “Sono stato ad un loro concerto due anni fa” continuò lui “è stato strepitoso”.
La ragazza alzò lo sguardo che teneva ancora sulle mani e si aprì in un sorriso.
“Ho i video a casa, puoi venire a vederli qualche giorno” propose Zayn. Vide la sua espressione stupita come se le stesse proponendo una delle attività più belle del mondo.
Lei annuì e si sporse di lato per dargli un veloce bacio sulla guancia.
 
Dopo un’ora trascorsa in auto Zayn si fermò in un vicolo dove c’erano alcune case fatte in legno. Il tragitto era stato piacevole, alternavano i momenti di racconti e risate a momenti di silenzio in cui si limitavano ad ascoltare la musica.
Si guardò intorno, quel posto per lui così familiare gli era mancato, era qui che passava le estati prima che i suoi genitori si separassero. Le imposte, anch’esse in legno, erano tinteggiate di verde, il portico era ricoperto di foglie e alle estremità della porta e delle finestre del piano di sotto erano presenti delle ragnatele e le uniche luci provenivano dai lampioni che si trovavano alla fine della strada.
 
“Vieni dai” disse lui scendendo dall’auto. Lei lo seguì e lo aiutò a svuotare l’auto da tutto ciò che avevano portato che si riduceva a due zaini e due grandi coperte.  Zayn prese con fatica le chiavi della casa dalla tasca anteriore dei jeans che infilò nella serratura leggermente arrugginita. La porta si aprì con uno scatto aprendo a loro una distesa di nero.
Cercò l’interruttore a tastoni e quando la luce invase la stanza Zayn notò che la casa era esattamente come la ricordava. Arredamento rustico, un grande lampadario appeso al soffitto che illuminava ogni piccola parte della stanza al centro della quale era presente un tavolo di plastica bianco con sei sedie.
Zayn si voltò verso Daisy che era rimasta sulla porta mentre si guardava intorno con aria confusa.
 
“Non ti ho portato qui per vedere la casa ma quello che c’è dietro” disse Zayn pensando cosa si stesse chiedendo, intanto lei aveva lasciato cadere delicatamente gli zaini sul pavimento in legno.
Lui tornò indietro e stese la mano in modo che lei l’afferrasse per portarla sul retro.  Quando aprì la piccola porta verde scuro vide gli occhi di Daisy illuminarsi per il panorama davanti a loro. Una piattaforma adagiata sul terreno sabbioso che continuava per una decina di metri e poi il mare. 
Il cielo era scuro e di conseguenza anche il mare che lasciava una schiuma bianca quando si infrangeva contro la riva e gli scogli. Il vento era poco e la temperatura piacevole, una tipica giornata d’autunno.
Zayn si voltò a guardare Daisy. Il mare per quanto fosse bello, non lo sarebbe mai stato quanto lei.
 
“Grazie” sussurrò lei distogliendo lo sguardo dal mare e portandolo sulle sue scarpette da ginnastica.
 
“Non devi ringraziarmi” le rispose Zayn pensando davvero che non ce ne fosse motivo. L’aveva portata in quel posto perché voleva che lei conoscesse una parte di lui e anche perché sapeva che le sarebbe piaciuto. Non si aspettava ringraziamenti o nient’altro voleva solo che lei fosse felice esattamente come lo era quando aveva aperto la porta sul retro. La lasciò sul portico per entrare in casa e prendere gli zaini e le coperte, quando uscì si fiondò sulla sabbia avvicinandosi il più possibile al mare. A metà strada si girò per vedere se lei lo stava seguendo e infatti era così.
Posizionò la prima coperta sulla sabbia e lasciò accanto gli zaini per avanzare sulla spiaggia e trascinare dei grandi pezzi legno vicino a loro poi si mise a scavare.
Qualche minuto dopo aveva terminato e alzando la testa si asciugò la fronte da alcune gocce di sudore, notò che Daisy lo osservava e le sorrise. Accese il fuoco come suo padre gli aveva insegnato quando era ancora un ragazzino e poi si sedette accanto a lei sulla coperta.
 
“T-ti piace?” chiese Zayn. Vide che Daisy  guardava il mare immersa nei suoi pensieri, le gambe piegate e attaccate al petto, la testa appoggiata sulle ginocchia. Lei scosse la testa per scacciare i pensieri.
 
“E’ bellissimo” rispose senza tanti giri di parole. In effetti aveva ragione, non c’erano tante parole da aggiungere.
 
“A cosa pensavi?” chiese Zayn osservando il cielo che iniziava a punteggiarsi di stelle.
 
“Stavo pensando a Luke e Ashley” rispose lei esitante e lui la esortò a continuare. “Ashley non capisce cosa loro siano e non ha il coraggio di parlargli per mettere in chiaro la situazione” continuò Daisy alzando le spalle.
 
“Alcune cose…” stava dicendo Zayn ma lo squillo di un telefono lo interruppe.
 
“Scusa” disse Daisy cercando di prendere freneticamente il telefono dalla tasca. Quando guardò lo schermo il suo volto si fece bianco e deglutì all’improvviso.
 
“Des… Des stai bene?” chiese lui preoccupandosi.
 
“E’ tutto okay” rispose lei alzandosi “torno subito”.
Zayn rimase a fissarla mentre lei camminava sulla spiaggia, chiaramente innervosita, mettendosi le mani nei capelli. Avrebbe voluto sapere chi era che la turbava così tanto ma sapeva che lei non avrebbe mai parlato, almeno non quella sera e lui doveva accettarlo.
Qualche minuto dopo lei ritornò, era seria, si sedette di nuovo questa volta molto più vicina di prima come se cercasse protezione. Zayn la guardò e lei annuì facendogli capire che andava tutto bene anche se non ne era molto sicuro.
 
“Scusami io…” stava per dire qualcosa ma si interruppe “cosa stavi dicendo?”
 
Lui le sorrise. “Stavo dicendo che alcune cose vanno fatte e basta”.
A quelle parole Daisy alzò gli occhi dalla sabbia e li fissò su Zayn.
 
“Qualsiasi cosa?” gli chiese. Lui annuì e quando si voltò le labbra di Daisy erano sulle sue.
Sentì un calore all’interno del petto che pian piano si espandeva per tutto il corpo. Le sue labbra erano morbide, delicate. Portò le mani sul viso di Daisy per accarezzarla ma poi si separarono. Non si era mai sentito così bene come il quel momento.
Lui sorrise e lei con lui.
Non sapeva cosa realmente significasse ma era stato così bello, un momento che gli sarebbe rimasto impresso nelle mente e nel cuore. Sicuramente aveva capito che quello che provava per Daisy era reale e non frutto della sua immaginazione.
Lei si mise i capelli dietro le orecchie, aveva le guance rosse e gli occhi leggermente lucidi, gli appoggiò la testa alla spalla e Zayn la accolse avvolgendola con un braccio.
 
“Raccontami di te” disse lei in sussurro. Lui esitò, voleva fidarsi di lei così iniziò a raccontare.
 
“Sono nato in America, e lì che i miei genitori si sono incontrati, mia madre è americana mio padre ha origini pakistane. Ho vissuto lì con loro e le mie tre sorelle fino a due anni fa.
Venivamo qui tutte le estati, è proprio su questa spiaggia che ho incontrato Mike, avevamo entrambi dieci anni. Amavo e amo questo posto, ogni anno contavo i giorni per tornare qui ma, due anni fa, i miei genitori si sono separati. Le mie sorelle sono rimaste in America con mia madre mentre mio padre è in giro per il mondo. Io non volevo dare ragione a uno dei due in particolare così ho deciso di venire a vivere qui. Quando i genitori di Mike l’anno saputo mi hanno offerto di vivere con loro.  Ora eccoci qui” Zayn cercò di riassumere in modo più convincente i suoi diciannove anni di vita omettendo lo strazio che aveva provato durante la separazione dei genitori. Si fidava di Daisy ma non si sentiva pronto a condividere questi momenti con qualcuno che non fosse Mike.
 
“Quindi tu e Mike non siete veramente cugini” affermò lei annuendo. Probabilmente aveva già avuto qualche dubbio, in fondo lui è Mike erano fisicamente e caratterialmente troppo diversi per avere un legame di parentela. Nonostante ciò Zayn pensava che si potessero creare dei legami forti, come quelli familiari, anche con persone all’inizio estranee. Era proprio questo che era successo con Mike.
 
“Mike è il fratello che non ho mai avuto” continuò Zayn per farle capire quanto fossero uniti. Lei annuì, sembrava capirlo, capirlo davvero e lui ne fu felice perché non c’era stata volta che qualcuno rispettasse il suo allontanamento dalla famiglia. Lui amava la sua famiglia, amava la sua sorelle, ma non se la sentiva di schierarsi con uno dei due genitori perché in fondo nessuno dei due aveva torto e nessuno dei due aveva ragione. Sapeva che i suoi genitori si volevano ancora bene, erano infatti rimasti in buoni rapporti, ma non riuscivano ad andare d’accordo e avevano preso la decisione migliore per tutti: la separazione. Lui però aveva deciso che l’America non era il suo posto, nonostante fosse nato e cresciuto lì, lui considerava casa il luogo in cui trascorreva le vacanze estive, voleva iniziare una nuova vita e per questo si era trasferito a Bradford.
 
“Ti capisco sai? Hai fatto ciò che era meglio per te” disse lei accarezzandogli la mano. Lui sorrise e la guardò, in quel momento pensò che l’avrebbe baciato di nuovo ma non successe niente. Anche lei rimase a osservarlo con uno sguardo di ammirazione.
Zayn girò la testa per rivolgere l’attenzione al mare, Daisy stava ancora accarezzando la sua mano e tutto gli sembrò così bello che avrebbe voluto che quel momento durasse per sempre.
 
“Parlami di te” disse lui stendendosi sulla coperta portando lei giù con se. Ora lui teneva un braccio sotto la testa e l’altro intorno alle spalle della ragazza che aveva appoggiato la testa sulla spalla di lui.
 
“Non saprei da dove iniziare” sussurrò Daisy alzando lo sguardo verso il cielo colmo di stelle.
 
“Inizia da quando eri piccola, non so raccontami qualcosa” le rispose alzando anche lui lo sguardo al cielo. Daisy iniziò il suo racconto, la voce bassa quasi un sussurro. La ascoltò quando gli disse che sua madre era morta quando era una bambina e che suo nonno l’aveva seguita quando era appena un adolescente. Sentì il suo tono farsi più freddo quando parlava del padre che ora viveva in chissà quale città e che a lui, di lei, importava poco niente e sentì il suo tono diventare amorevole mentre gli parlava di sua nonna che l’aveva cresciuta e non l’aveva mai lasciata sola. Lui le accarezzò i capelli.
 
“Mi dispiace” disse lui, ma subito dopo averla pronunciata si rese conto della stupidità di quella frase. Lui non aveva colpa, quelli che dovevano dispiacersi erano coloro che l’avevano lasciata.
 
“Non dispiacerti, non è colpa tua” ribattè lei come se gli avesse letto nel pensiero “le persone hanno questa tendenza ad andarsene, nessuno resta per sempre.”
Luì sospirò, avrebbe voluto dirle che le persone che ti amano davvero restano per sempre ma poi si rese conto che il per sempre non esiste. Nessuno può vivere per sempre di conseguenza non può neanche amare per sempre.
Uno strano rumore lo sollevò dai suoi pensieri. Quando si girò verso Daisy per chiederle se lo sentiva anche lei vide che sbatteva i denti e tremava a causa del freddo.
 
“Sarà meglio entrare” disse lui alzandosi e allungando una mano verso di lei affinchè la afferrasse per tirarsi su. L’aria si era fatta più fredda e una leggera brezza soffiava sui loro visi. Zayn raccolse tutto ciò che avevano portato fuori e si avviò verso il portico di casa.
Quando entrarono diede un’occhiata al telefono e notò che mancava poco alla mezzanotte. Il tempo era trascorso così velocemente e non se n’era reso conto.
 
“Hai fame? Dovremmo mangiare qualcosa” propose lui anche se il suo stomaco era completamente chiuso.
Lei fece segno di no con la testa.
 
“Dovresti mangiare, anche poco ma dovresti” insistette Zayn pensando che era guarita da poco e aveva bisogno di rimettersi in forze.
 
“Okay” disse infine lei.
Zayn prese due panini dallo zaino, quelli che aveva comprato al supermercato e gliene porse uno. Lei lo afferrò e gli fece un sorriso tirato. Era diventata pensierosa e Zayn non poté fare a meno di chiedersi se stesse pensando al bacio che gli aveva dato e se si fosse pentita. A quel pensiero il ragazzo sentì una forte fitta allo stomaco e deglutì forte, lei lo notò e gli prese la mano per portarlo al tavolo di plastica dove entrambi si sedettero.
Lui la vide togliere il panino dalla carta in cui era avvolto e dargli un piccolo morso.
 
“E’ buono” gli disse sorridendo. Lui sorrise a sua volta notando che ora lo sguardo di lei non era più perso nel vuoto.
 
“Tu ci credi nel destino?” le chiese d’un tratto Zayn.
 
“No, io credo che ognuno di noi faccia le proprie scelte che portano a delle conseguenze” rispose lei dopo aver ingoiato un pezzo di panino.
 
“Ognuno è artefice del proprio destino” disse lui guardandosi le mani e poi il panino ancora intatto sul tavolo.
 
“Esatto cervellone” rispose lei ridendo.
 
“Secondo me alcune cose devono accadere e basta, non importa in che modo, ma succedono comunque” disse lui mettendosi la mano davanti alla bocca coprendo uno sbadiglio.
Lei annuì.
 
“Sono piena” gli disse rimettendo il panino nella carta. Ne aveva mangiato metà.
“Per quando riguarda la questione del destino” continuò “ne riparleremo sicuramente, ora dovresti riposare, sembri molto stanco”
Zayn sorrise per poi farle strada nella camera da letto.
 
“Tu puoi sistemarti qui, io vado di là” disse lui esitando. L’aveva portato nella camera delle sorelle. Le pareti in legno erano colorate di un rosa chiaro dove erano appese alcune  mensole vuote. Un letto matrimoniale e uno singolo erano al centro della stanza, le lenzuola erano verde chiaro con dei copri letto dello stesso colore con una fantasia a cuori fuxia. C’era anche un armadio che però era vuoto, evidente segno del fatto che la casa non fosse stata abitata da tempo.
 
“Ti sveglierò prima dell’alba” continuò dopo aver tossito. Detto questo uscì dalla stanza lasciando la porta aperta. Si diresse in quella che una volta era stata la sua camera, ora oltre al letto non c’era più niente, tutto era stato portato dove abitava attualmente. Le pareti erano dipinte di un rosso sulla quale c’erano dei segni lasciati dalle cornici e dai poster. Osservò la stanza pensando a quanto gli fosse mancata e ricordando quando,  molti anni prima, lui e Mike si sedevano per terra per giocare a carte o per costruire modellini con i Lego. Ora la sua vita era cambiata e si trovava in quella casa con una ragazza, amica di Mike. Non aveva ancora parlato con lui della sua situazione con Daisy anche perché lui stesso non sapeva come stavano le cose ma era sicuro che lui l’avrebbe appoggiato in qualsiasi momento.
Si sedette sul letto e si tolse le scarpe e poi sfilò la felpa rimanendo in jeans e a petto nudo, tolse il cellulare della tasca e lo mise sotto al cuscino per poi stendersi. Guardò il soffitto e pian piano la stanchezza si impossessò di lui, le palpebre si fecero pesanti e si addormentò.
 
Uno stano rumore da sotto il cuscino riportò Zayn alla realtà dal mondo dei sogni. Alzò la testa dal cuscino strofinandosi gli occhi con la mano per poi allungarla sotto il cuscino e prendere il cellulare. Esso segnava le tre e mezza del mattino e continuava a vibrare. Il numero di Daisy comparve sullo schermo lui strisciò il dito e rispose alla chiamata.
 
“Des, dove sei?” le chiese con la voce ancora assonnata.
 
“Io… io sono ancora qui, puoi venire da me? Ti prego” gli chiese a sua volta
 
“Arrivo” le rispose lasciando cadere il telefono sul letto per poi correre tra i corridoi bui arrivando da Daisy.
La camera era buia, dalla finestra filtrava un raggio di luna che permetteva di distinguere solamente le sagome.
 
“Des che succede?” disse lui fiondandosi sul letto vicino a lei.
“I-io… promettimi che non riderai” disse lei. Era coperta fino alla vita, indossava una maglia a maniche corte ma Zayn non riuscì a capire cosa ci fosse scritto sopra.
 
“Prometto” disse lui avvicinandosi ancora di più a lei.
 
“Non riuscivo a dormire allora volevo venire a chiamarti ma ho paura del buio, cioè quando sono in un posto completamente buio vado in panico e non sapevo come chiamarti” gli disse.
 
“Hai paura del buio?” le chiese lui incredulo. Non aveva mai visto conosciuto una ragazza per lo più diciannovenne che avesse paura del buio. Lei annuì. Zayn , notò, che l’espressione sul viso di lei era cambiata, era più tranquilla e serena. Il ragazzo si stese su un fianco accanto a lei sotto le coperte.
 
“Okay, okay sono qui” disse infine lui. Notò che lei lo stava fissando e lui fece lo stesso, fece scivolare la mano sulla sua spalla per accarezzarla, la pelle era liscia e setosa al tatto poi alzò lo sguardo fissando i suoi occhi in quelli di lei. Avrebbe voluto così tanto baciarla, provare quello che aveva provato qualche ora prima sulla spiaggia.
 
“I-io…” balbettò Zayn senza staccare i suoi occhi da quelli di lei.
 
“Alcune cose vanno fatte e basta Zayn” sussurrò lei.
Il ragazzo deglutì e le accarezzò il viso, poi si avvicinò annullando la poca distanza che c’era tra i loro corpi e la baciò. Fu un bacio diverso dal precedente che era stato dolce e inaspettato. Era un bacio passionale, pieno di aspettative e desiderio. Zayn fece scivolare la lingua sulla bocca di Daisy che leggermente si schiuse per continuare il bacio che sembrò durare all’infinito, Zayn si sentì il petto in fiamme, sentiva i loro cuori battere all’unisono.
Si fermarono per riacquistare fiato, lei lo guardò e gli sorrise, era così bella da far pensare a Zayn che non fosse reale, lui l’abbraccio e la tenne stretta al suo petto con fare protettivo poi le bacio la testa con trasporto.
 
“Buonanotte Des” sussurrò infine.
 
“Notte Zayn” rispose lei appoggiandosi sulla sua spalle per cadere, pochi minuti dopo, in un sonno profondo.




Spazio Autrice 

Buonasera ragazzi e ragazze,
lo so che probabilmente mi avevate data per dispersa o che alcuni di voi si sono dimenticati di me e vi chiedo enormemente scusa per questo ritardo nel postare il capitolo ma sono stata molto impegnata con lo studio e ho avuto a casa dei problemi abbastanza gravi che hanno avuto la priorità su tutto. Insomma è stato un periodo no e nonostante sapessi già cosa scrivere nel capitolo non avevo nè il tempo nè la voglia di scriverlo. Mi dispiace.
Per farmi perdonare ho cercato di scrivere un capitolo molto più lungo degli altri.
Sinceramente non ne sono molto convinta, soprattutto sulla prima parte, ma non potevo aspettare all'infinito per postare quindi l'ho fatto e basta.
Come avrete visto questo capitolo è dal punto di vista di Zayn. Ho deciso che ogni tanto ce ne sarà uno così per far capire cosa prova il ragazzo e leggere la storia da entrambe le faccie. In questo capitolo scopriamo molte più cose sul misterioso Zayn e si hanno tre momenti molto importanti.
I primi due sono quelli del bacio, il terzo è il momento della telefonata a Daisy. 
La persona che ha fatto la telefonata è personaggio che sarà nominato dai capitoli seguenti in poi e senza di lui il resto della storia non esiste. 
Spero di leggere i vostri commenti sul capitolo e spero che siano positivi.
Ringrazio tutti quelli che seguono, recensiscono e leggono la storia sappiate che per me siete molto importanti.

Ci sentiamo presto.
Un bacio, la vostra Zayle xx 



 


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