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Autore: AlexiaKH    19/11/2014    4 recensioni
Elaia Larxis ora è Alexia. E' stata rapita da Xemnas e Saïx nello stesso giorno dove Heartless e Nessuno cancellarono il villaggio dove ha sempre vissuto. Lei ha una particolarità: un cuore di pura oscurità, senza però esserne soprafatta come chiuque altro, che la rende la prescelta dell'Anti-Keyblade... ovvero la Darkblade. Che ne sarà di lei ora che ha scoperto che non potrà più vivere nella luce?
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Riku, Un po' tutti, Zexyon
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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Giorno 68
 
Ero nella mia stanza, sul mio letto, a guardare la finestra e, mentre stringevo tra le mie mani il fascicolo, chiusi gli occhi e pensai.
Cominciai a pensare a mia madre che se ne andò per sempre, lasciandomi dal nonno.
Cominciai a pensare a come sono stata cresciuta seguendo la via del guerriero.
Cominciai a pensare con la gente del villaggio mi guardava con orrore e disprezzo, mi chiamavano anche "la bimba della sfortuna" e non capii mai il motivo.
Cominciai a pensare a quando Xemnas si presentò alla mia porta come un amico di vecchia data del vecchio.
Cominciare a pensare ai pochi frammenti di memoria che ancora possiedo di quel famigerato giorno 0.
Cominciai a pensare al patto che feci con Xemnas, all'Organizzazione ed ai miei poteri.
Infine... Ripensai alle parole di Ansem... Sul fatto che lui sappia molte cose su di me, più di quante Xemnas vuole farmi credere...
Dopo aver consegnato il mio rapporto, per mia fortuna Xigbar aveva tenuto sott'occhio l'incontro tra Riku e Sora, cercai di discutere con Xemnas di Ansem ma questa volta non ottenni molto, ma in compenso oggi mi è arrivata la missione riguardante la distruzione definitiva del mio mondo... e per qualche motivo mi sento... malinconica.
All'improvviso sentii bussare e, dopo aver risposto, Zexion entrò in camera mia.
"Sei pronta?" Si limitò a chiedermi.
"Lo devo essere per forza, no?" Gli risposi sarcastica.
"Eppure qualcosa ti turba..."
"Da quando riesci a comprendere quello che provo?"
"Da quando ho cominciato a studiare i tuoi movimenti, anche se..." E si avvicinò per scostarmi qualche ciocca di capelli che mi coprivano gli occhi. "... Credo proprio che tu non sia troppo diversa del bambino che ero, quando avevo ancora un cuore."
Rimasi così sorpresa di quell'affermazione che mi ammutolì.
"Conosco quello sguardo: quello di una persona disperata, di una persona che ha perso tutto; in qualsiasi momento, sia quando si ride o si piange, ci sarà sempre quello sguardo nascosto negli angoli degli occhi."
Distolsi lo sguardo per il disagio che mi ha provocato la frase di Zexion, è come se mi stesse leggendo l’anima.
"Fino a qualche giorno fa neanche sapevi distinguere le tue percezioni, da dove viene tutta questa filosofia?" Gli dissi sarcastica.
"Me lo hai fatto ricordare tu: più ti studiavo e più ricordavo sulla mia vita da persona..." Mi disse voltandosi. "Avverti quando sei pronta." 
A quel punto, dopo aver detto a bassa voce "Non ce n'è bisogno." lo seguii fuori e, dopo aver creato il corridoio oscuro, raggiungemmo il mio vecchio mondo. 
L'Antico Tempio.
 
Nonostante mi sentii subito a mio agio, la prima cosa che mi colpì è che ormai quel mondo era completamente privo di colori vivaci: tutto era a pezzi, opaco e tetro. Gli alberi erano tutti morti e il terreno in molti punti presentava delle profonde crepature o addirittura dei buchi.
Non mi lasciai però troppo distrarre dai sensi di colpa, dopotutto la missione chiedeva di far sprofondare questo mondo nel regno oscuro... Una volta per tutte.
Xemnas aveva ragione: ora che lo osservo con i miei occhi, capisco che questo mondo è vicino all'autodistruzione, meglio eliminarlo prima, nel collassare, coinvolga altri mondi.
"Adesso che cosa dobbiamo fare?" Mi chiese Zexion di punto in bianco.
"Per prima cosa devo nascondermi o cambiare il mio aspetto... inutile dire che, se qui è sopravvissuto qualcuno, verrei riconosciuta subito; poi tu devi cambiarti d'abito, con il passaggio di Xemnas, ci sono persone che conoscono il significato del soprabito."
“Ora capisco perché sono stato affiancato a te per questa missione.”
Zexion, mentre mi rispondeva, fece apparire dal nulla un libro grigio e, sfogliandolo, fece scorrere l’indice su parole incomprensibili e delle nubi avvolsero entrambi.
"Così dovrebbe andare." E mi porse uno specchio apparso dal nulla.
Ero diventata irriconoscibile: la fisionomia facciale era completamente diversa, le labbra si erano fatte più sottili, gli occhi color ghiaccio e i capelli erano lunghi e blu elettrico.
"Mi vuoi far passare per tua sorella?" gli chiesi sarcastica; in quel momento mi resi contro che la mia voce aveva un suono più caldo, non la mia classica voce a bassi toni.
"Non esattamente, ma sei libera di interpretare chi vuoi, basta che la copertura sia convincente." mi rispose sistemandosi la camicia.
Guardandolo meglio notai come aveva cambiato abbigliamento: una camicia bianca sbottonata verso i primi bottoni, jeans blu e scarpe da ginnastica. Deve aver scelto un tipo di abbigliamento che, oltre a rispettare il mio stile, rispecchi il suo modo di fare da studioso... e sinceramente non gli stava troppo male.
Entrambi ci incamminammo verso la valle desolata, in silenzio, fino a ad arrivare al villaggio dove sono cresciuta.
"Perché questo mondo si chiama Antico Tempio?" mi chiese all'improvviso Zexion.
Lo guardai perplessa, proprio ora doveva farmi questa domanda?
"C'è una leggenda che narra che il cuore di questo mondo sia in un vecchio tempio all'interno della grande montagna davanti a noi” e gli indicai una montagna altissima e completamente spoglia “… un tempio così vecchio che risale ai tempi dove l'oscurità ancora non esisteva. Pare che chi riesca a trovare la sua entrata sia destinato a diventare uno dei più grandi guerrieri di luce della storia, con un sapere infinito del nostro universo."
"Non è una leggenda così troppo diversa da quella sul primo Kingdom Hearts e sulla creazione dei guerrieri della Keyblade..." cominciò a dire pensieroso." Non ti è venuto mai alcun sospetto?"
"In verità fu proprio Xemnas a svelarmi che queste leggende hanno delle connessioni e, anche se ne conservo solo dei frammenti, mi ricordo di esserci stata in quel luogo... per aprire la serratura e contaminare il cuore del mondo con l'oscurità, quindi ho la certezza che hanno un fondo di verità." Conclusi con un po’ di amaro in bocca
"E per quanto riguarda tuo nonno? Aster Faust?"
"Se per caso mi stai chiedendo se lui ha trovato l’entrata… credo che sia ovvio. Era così ossessionato sulla via del guerriero e sul combattere SEMPRE il male che mi ha reso l'infanzia un Inferno..."
Zexion mi fermò afferrandomi per il braccio e, prima che chiedessi qualcosa, mi indicò una figura maschile che stava uscendo da una delle poche abitazioni non semi-distrutta. Riconobbi subito quella figura: è Zeno, un mio coetaneo e figlio del sindaco... o ex-sindaco.
Guardai Zexion e lui capì al volo quello che avevo in mente: entrambi cominciammo ad avvicinarci a lui. Zeno dopo qualche minuto notò la nostra presenza e subito tirò fuori dalla giacca una coppia di pistole.
"Chi siete?" ci urlò puntandoci le pistole.
Per sicurezza feci materializzare, senza che Zeno se ne possa accorgere, delle custodie, una a testa, con contenenti dei coltelli da lancio.
"Qualunque cosa succeda usa i poteri solo come ultima risorsa, sono stata chiara? In questo mondo la magia è vista come la peste."
Zexion annuì e alzò le mani con fare di arrendersi.
"Mi chiamo Ienzo e lei è mia cugina Seira."
Zeno non abbassò la guardia ma abbassò le pistole e, di conseguenza, Zexion abbassò le braccia.
"Che cosa vi porta qui?"
"Non lo sappiamo, qualche ora fa eravamo su nostro mondo fino a quando dei Heartless ci hanno attaccati." Intervenni io.
"Il vostro mondo è stato distrutto?"
"E' l'unica cosa che possiamo dedurre... purtroppo..." Dissi con tono rammaricato. "Per caso conosci un posto dove possiamo rifugiarci?" 
Zeno rimase un attimo a fissarci... a fissarmi dubbioso, forse c'era qualcosa nel mio modo di fare che gli ricordava me, per poi rinfoderare le pistole.
"Il Protettore ha ordinato a tutti di portare nella sua dimora tutti gli stranieri, quindi vi consiglierei di seguirmi... potrete stare là per ora."
"Il Protettore?" chiese Zexion.
Lo soprannominano ancora in quel modo da setta religiosa?
"Il saggio che ha salvato quello che rimane di questo mondo." disse facendoci segno di seguirlo.
Ubbidimmo e lo seguimmo in silenzio, mentre io mi guardavo in torno ricordando com’era questo villaggio un tempo come se stessi osservando dei fantasmi.
"Cos'è successo?" Inutile dire che tutti e due lo sapevamo ma è meglio sempre chiedere, in modo da non dovermi tradire dicendo cose che in teoria non dovrei sapere.
"L'oscurità ha devastato la nostra terra e, per poco, anche il cuore del mondo. Tutti danno la colpa ad una ragazza che ora è morta ma... niente lasciate stare."
Mi credono morta?
"Ma cosa?" intervenne Zexion.
Zeno sospirò "... la mia famiglia mi ha sempre raccomandato di starle alla larga, che lei è la figlia della sfortuna perché è stata concepita nel Regno dell'Oscurità… che ci fosse oscurità nel suo cuore era palese... ma succederebbe a chiunque nei suoi panni."
"Stai dicendo che ha veramente quasi distrutto il suo mondo ma la stai giustificando?" gli chiesi con tono insistente, dopotutto si stava parlando di me.
"Parliamo di una ragazza che non ha mai visto i volti dei suoi genitori, odiata e temuta da tutti ed ha vissuto sotto la custodia del Protettore, suo nonno... direi che era inevitabile che si facesse soccombere... che l'abbiamo fatta soccombere dall'oscurità. Ora che il mondo è in questo stato, con i miei genitori dispersi... credo di poter capire parte del suo malessere e solitudine."
Sentendo quelle parole avvertii una fitta al mio cuore, Zexion notò subito la mia espressione e mi prese il polso, come se volesse essere sicuro se fossi ancora lucida; mi liberai della presa e lo guardai sorridendo, facendogli capire che era tutto a posto.
Dovrei sentirmi pentita di quello che ho fatto ma... non è così; prima di fare quello che ho fatto la mia vita era un Inferno vero e proprio, dopo quel giorno però non solo sto vivendo meglio... ma ho sentito finalmente quelle parole che desideravo udire da un paio di mesi: non ho indotto io il mondo alla distruzione ma gli abitanti stessi, io sono solo stata il mezzo e non la causa; dovevo veramente portare il mio mondo verso la distruzione per poter essere compresa anche solo in minima parte? A quanto pare si... ed ora è mio preciso dovere dargli il colpo di grazia: in questo modo alcuni abitanti, se avranno ancora abbastanza luce nei loro cuori, verranno catapultati in altri mondi mentre gli altri diventeranno degli Heartless... come giusto che sia.
Nel camminare arrivammo al centro del villaggio, ai piedi di una collina, dove si trova la mia vecchia casa; vidi Zeno indicarci una lunga scalinata, che conoscevo bene, dicendoci che dovevamo andare lì.
  
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