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Autore: Klaineinlove    20/11/2014    3 recensioni
Dopo la morte di sua moglie, Burt decide di tenere Kurt al sicuro. Diventa molto protettivo nei suoi confronti facendolo studiare a casa e permettendogli raramente di uscire. Con il tempo Kurt cresce restando all'oscuro della realtà che lo circonda.
Le cose cominceranno a cambiare quando Blaine Anderson entrerà lentamente nella sua vita.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dopo quel giorno del bacio, erano passati altri giorni, altri giorni composti da altri timidi baci da Kurt e da baci rubati da Blaine.

Kurt si liberò della fasciatura al braccio una settimana dopo, e i due ripresero ad uscire all'insaputa di Burt.

Un pomeriggio andarono in biblioteca e Kurt si lasciò andare un urletto, ricevendo un'occhiataccia dalla bibliotecaria, quando Blaine lo aveva sorpreso sistemando un libro davanti ai loro volti e poi lasciarsi andare in un lungo bacio.

A Kurt piaceva baciare. A Kurt piaceva baciare solo Blaine, era capitato anche di sognare di baciarlo e il risveglio fu piuttosto duro nelle parti basse.

Un altro giorno i due rischiarono di tornare a casa Hummel in ritardo, perché erano finiti in una gelateria e avevano condiviso un gelato e dopo un frullato, erano tornati dieci minuti prima del rientro di Burt.

Le telefonate si erano allungate, parlavano per ore nonostante si fossero visti per tutto il pomeriggio, ma Kurt faceva battute stupide e Blaine non la smetteva di ridere, cosa che faceva sorridere la madre di Blaine che lo sentiva ridere forte da dietro la porte

e aveva anche ascoltato qualche “buonanotte piccolo mio” cosa che le aveva fatto sciogliere il cuore ma che non avrebbe mai ammesso di aver ascoltato.

 

**

 

“...mi chiedevo: c'è una festa nella mia scuola tra due settimane, ti va di venire?”

Kurt e Blaine erano seduti all'interno di un bar, Kurt mangiucchiava delle patatine mentre Blaine si godeva una bibita

“A che ora sarebbe?”

“E' dalle nove di sera.”

“Blaine non posso uscire a quell'ora, mio padre è in casa”

Blaine sorrise malizioso “Eh no. E' il giorno in cui tuo padre e Carole escono per la loro cena. Venerdì!”

Gli occhi di Kurt si illuminarono “Ricordi quando escono?”

“Certo! Ti ascolto quando parli”

Kurt sorrise e poi rubò la bibita di Blaine bevendo dalla sua cannuccia

“Lasciamene un po'” si lamentò in modo scherzoso Blaine.

Con il tempo passato insieme aveva iniziato a notare il cambiamento di Kurt: se prima era un ragazzo insicuro che non trovava le giuste parole da dire, adesso era un ragazzo molto più sicuro di se, capace di provocare anche un tipo come Blaine.

“Abbiamo altre due ore, cosa facciamo?” si chiese Kurt ridando la bevanda a Blaine

“Dobbiamo fare qualcosa che non hai mai fatto”

Kurt roteò gli occhi “Ne sono tante. Non ho mai guidato l'auto, non ho mai cantato su un palco con un pubblico che mi applaude, non metto piede in un museo da circa dieci anni...”

“Forse posso soddisfare una delle tue richieste!” lo interruppe Blaine alzandosi e uscendo di corsa seguito da un Kurt confuso.

 

**

“Che ci facciamo nella tua scuola?” Chiese Kurt guardandosi intorno mentre erano nei corridoi del Mckinley.

“A quest'ora il professore Will Shuester tiene il glee club”

“E quindi?”

“Volevi esibirti su un palco? Forse possiamo fare qualcosa”

Blaine si avvicinò ad una porta e bussò

“Salve scusatemi se vi interrompo, volevo chiedere una cosa al professore”

Blaine si avvicinò a Will Shuester e sussurrò qualcosa nell'orecchio, poi il professore si rivolse ai suoi alunni.

“Ragazzi c'è un piccolo cambiamento di programma, vorrei che voi ascoltaste questo ragazzo”

Blaine si girò e tornò alla porta “Kurt, entra!” lo tirò per un braccio e lo sistemò al centro dell'aula coro.

Kurt guardò con occhi sbarrati stile bambi tutti quei ragazzi che lo fissavano. Vide le sue amiche e c'era anche Finn.

“Blaine...pss cosa devo fare?”
“Volevi un pubblico? Allora canta. Loro ti ascolteranno”

Kurt deglutì e le sue mani cominciarono a sudare, si voltò vicino al pianista e sussurrò la canzone...

“Salve, mi chiamo Kurt Hummel e canterò Memory dal musical Cats”

Le note di Memory risuonarono nella sala, la voce di Kurt partì con note basse, poi prese forza e la sua voce si stabilì, chiuse gli occhi e cantò di fronte al suo pubblico che applaudì con forza, alzandosi in piedi a fine canzone.

Una lacrima cadde dagli occhi di Kurt e il ragazzo per la prima volta si sentì vivo. Fissò Blaine, era lì immobile che lo guardava, senza applaudire, poi si allontanò ed uscì.

“Sei stato spettacolare Kurt!” urlò il professore, ma il ragazzo uscì dalla sala per cercare il moro

“Blaine!” lo trovò con la testa contro un armadietto e una mano sugli occhi

“Stai bene?”

Blaine alzò la testa e sorrise “Sì...certo che sì! Solo che...mi hai commosso Kurt, mi hai commosso e no-non volevo che gli altri mi vedessero”

“Non devi vergognarti di esprimere i tuoi sentimenti Blaine”

Blaine annuì, poi tornò serio “Devo dirti una cosa. Dopo il nostro primo bacio, la sera sono stato al bar gay di Lima. Lì c'erano alcuni ragazzi e adulti”

Kurt annuì per nulla preoccupato

“Un ragazzo mi si è avvicinato, mi ha offerto un drink e ho accettato”

“Oh...va bene”

Blaine si passò una mano sulla fronte “Kurt, quel ragazzo ci ha provato con me”

Lo sguardo di Kurt si incupì.

“Ma io sono andato via. Non è successo niente”

“Perché allora mi stai dicendo questo?” chiese con tono calmo l'altro ragazzo

“Perché voglio che ci sia sincerità nel nostro rapporto.”

Il cuore di Kurt perse qualche colpo “Vuoi che siamo una coppia fissa? Fidanzati?”

Blaine sorrise “Se vuoi”

 

**

 

La sera quando Burt tornò a casa, sentì un odore provenire dalla cucina.

“Papà ciao! Lavati le mani, è quasi pronto. Spero ti piaccia, ho preso delle ricette da Internet. E' pollo con della salsa particolare, ma non avevamo limone e-”

“Cos'è tutto questo?” urlò Burt “Kurt non devi mettere le mani vicino al fuoco e sopratutto...internet? Come hai avuto l'accesso?”

“Papà abbiamo il wifi e ho imparato ad usare il pc durante le lezioni. Sei troppo duro con me, rilassati non è successo niente” disse Kurt con noncuranza mentre assaggiava la salsa che aveva preparato.

“Kurt! Ti ho proibito delle cose e tu devi ascoltarmi”

Kurt poggiò il mestolo sul marmo della cucina e si voltò verso Burt

“E' così? Devo stare lontano dal mondo esterno, lontano dai fornelli, dal computer...dalla vita, solo perché tu hai paura? Mi dispiace papà ma io non voglio stare più a queste regole. Mi stai rovinando l'adolescenza.

Cosa succederà quando morirai eh? Io sarò un adulto idiota che non sarà nemmeno capace di allacciarsi le scarpe!”

“Chi ti ha fatto fare questi ragionamenti eh? Chi ti ha detto queste cose? Kurt io devo proteggerti-”

“Oh ma piantala papà! Vuoi sapere cosa succede? Mi sono innamorato. Sto insieme ad un ragazzo”

“Kurt ma cosa stai dicendo...” Burt si sentì le gambe tremare tanto che dovette mantenersi sullo schienale della sedia.

“Ogni giorno, dopo le lezioni io esco. Vado in giro con il mio attuale ragazzo. Lui mi vuole bene, mi ha insegnato tante cose e mi fa sentire libero”

“E' il ragazzo dell'officina, vero? Quello stronzetto”

“Sì papà è lui e sono così felice di averlo conosciuto, non mi sono mai sentito così vivo, mi hai fatto sentire come un animale chiuso in gabbia per colpa tua. Ti odio!”

Kurt corse verso la porta l'aprì e uscì senza guardarsi le spalle.

 

**

 

Camminò per un po', ma il freddo cominciò a gelargli le ossa, era passata forse mezz'ora così decise di rientrare in casa.

Quando arrivò vide fuori il vialetto di casa sua un'ambulanza e c'erano i due anziani vicini.

Kurt si avvicinò e vide i paramedici portare sulla barella suo padre.

“Papà!” Urlò avvicinandosi a lui.

“Dobbiamo portarlo subito in ospedale, ha avuto un infarto” disse uno dei paramedici

“Abbiamo sentito le sue urla, ti chiamava figliolo, e poi è caduto a terra” spiegò la vicina ma Kurt ormai non riusciva a sentire più niente, la sua testa era frastornata e lui non sapeva cosa fare.

 

Mentre l'ambulanza si allontanava, Kurt tornò in casa e prese il cellulare componendo il numero di Blaine.

“Ti prego, vieni a casa mia”

 

 

Un'ora e mezza dopo, Kurt era in ospedale con Blaine cercando la stanza di Burt. Attesero nella sala fino a quando il dottore non arrivò comunicando a Kurt che suo padre era in coma e non sapevano con certezza quando si sarebbe svegliato.

 

“E' tutta colpa mia. Tutta colpa mia. Ho urlato contro di lui, l'ho spaventato confessando di essere uscito tutti i giorni. E se...se-”

“Non pensarlo nemmeno, Kurt!” Blaine lo tirò in un abbraccio. “Si sveglierà e avrai la possibilità di scusarti con lui”

“Ho sbagliato tutto. Non dovevo uscire di casa, non dovevo fare queste cose” blaterò in lacrime il ragazzo.

“No, hai fatto solo quello che desidera ogni adolescente”

“Non so stare senza di lui in casa, come faccio? Oggi è stata la prima volta dopo anni che ho acceso il gas della cucina. Sono un incapace e sono un idiota perché ho fatto avere un infarto a mio padre”

Blaine passò le mani sul volto di Kurt asciugandogli le lacrime.

“Ci penserò io a te, andiamo a casa”

“Voglio stare con lui”

“E' inutile stare qui, domani mattina prometto che verremo da lui”

 

Una volta tornati a casa Hummel, Kurt si rannicchiò sul divano senza vedere cosa stesse facendo Blaine. Immaginò che gli stesse preparando un bagno o mettendo a posto il casino che avevano lasciato in cucina. Invece Blaine tornò con una borsa, che Kurt ricordava di avere nel suo armadio, piena di vestiti.

“Vieni, ti porto a casa con me”

 

**

 

Quando Blaine rientrò a casa, sua madre era sul divano a leggere un libro. Non aveva mai detto a Blaine che l'aspettava, preoccupata, ogni volta che usciva e quando Blaine la beccava sveglia, lei fingeva di dover fare uno spuntino notturno o che quel libro era troppo interessante per interromperlo.

“Sei a casa presto” disse la donna appena lo vide.

“Mamma, ho bisogno del tuo aiuto” Blaine si voltò e prese Kurt per mano.

“Lui è Kurt, il mio ragazzo. Ha bisogno di stare qui con noi per un po'” 

   
 
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