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Autore: La_Sakura    20/11/2014    8 recensioni
“Cosa sarebbe successo se…?” Quante volte, nella vita ci poniamo questa domanda. Tsubasa non l’ha mai fatto, ha sempre compiuto scelte consapevoli, è sempre stato convinto al 100% delle sue azioni. Fino al suo ritorno in Giappone per il World Youth. Uno sguardo, e tutto viene rimesso in discussione. Da lei.
“Le scelte che compiamo e le loro conseguenze tracciano la storia, disegnano la realtà così come la conosciamo. Costruiscono il mondo che ci circonda. Ma cosa sarebbe successo se una scelta fosse stata diversa?” Liberamente ispirata dalla fanfiction di Melanto “The Bug”, scritta col consenso dell’autrice.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8
 
Quando quella mattina Tsubasa aprì gli occhi, ebbe il terrore di cosa poteva essere sparito dalla circolazione. Si alzò e scese le scale in maniera furtiva, quasi fosse un ladro in una casa non sua.
Non notò nulla di diverso dal giorno precedente, così andò in cucina convinto che i rumori di spignattamento fossero dovuti a sua mamma che preparava la colazione, ma…
«Ciao oniisan! Dormito bene?»
Tsubasa spalancò la bocca osservando la ragazza ai fornelli: oniisan? Cioè, lui era suo fratello? Quindi lei era sua sorella?
«Oh caro, ti sei già svegliato! Sakura voleva farti una sorpresa e prepararti una bella colazione alla francese.»
La giovane annuì e con un cenno del capo indicò la padella in cui stava cuocendo le crêpes.
«Sa… Sakura?!»
Osservò la sua presunta sorella e dovette convenire che assomigliava molto a Natsuko, con lo stesso colore di capelli e la stessa corporatura minuta. Aveva gli occhi di un castano intenso e chiaro, screziati di verde.
«Sì lo so, ti stai chiedendo che ci faccio ai fornelli. Ma ho imparato una ricetta nuova e volevo fartela assaggiare! Sono le crêpes suzettes
«Ha… hai fatto proprio bene.» mormorò lui, sedendosi. La sorella si avvicinò a lui e gli posò nel piatto la prima crêpes.
«Avanti, Tsu-chan. Dimmi com’è.»
Lui ne assaggiò un angolino, non avere un feedback su come cucinava sua sorella di certo non lo aiutava, ma se ne rese conto subito: sua mamma aveva gli occhi spalancati, quasi preoccupati, segno che attendeva da un momento all’altro la sua reazione di disgusto. Che però, non venne. Caspita, erano davvero buone.
«È buonissima.»
«Davvero?!» esclamarono madre e figlia, sebbene con due tonalità di voce differenti. Sakura fulminò la madre per la poca fiducia che mostrava in lei.
«Non puoi immaginare mamma, è davvero buonissima.»
La donna l’assaggiò e dovette convenire col figlio.
«Vi stupisco con effetti speciali.»
Sakura tornò ai fornelli e Natsuko e Tsubasa si scambiarono uno sguardo sollevato.
 
Non sapendo come gestire una sorella, dato che fino al giorno prima non esisteva, Tsubasa si lanciò chiedendo informazioni sull’unica cosa che aveva captato: in cucina era un disastro.
«Mamma era molto sorpresa del risultato delle tue crêpes.»
«Mamma non ha fiducia in me, lo sai.» rispose lei, sdraiandosi sull’erba accanto a lui.
«Non dire così…»
«Ormai me ne sono fatta una ragione, e accetto il mio destino: diventerò una casalinga provetta, così sarà finalmente fiera di me.»
«E invece che vorresti fare?»
Lei si sollevò sui gomiti e fissò il cielo.
«Mi piacerebbe tanto viaggiare… sono la migliore della classe, in inglese… mi piacerebbe imparare altre lingue, vedere il mondo, confrontarmi con culture diverse…»
«Ti vedrei bene con Misaki… - mormorò lui, sovrappensiero, salvo poi pentirsene quando la vide scattare a sedere e fissarlo con uno sguardo tra il terrorizzato e il colpevole - Che c’è?»
«Lo sai…»
«Lo so cosa?» adesso era davvero terrorizzato di aver fatto una gaffe epocale.
«Che sono innamorata di lui dalla prima volta che è arrivato qui a Nankatsu!»
«Aaah… sì… - rispose, come se se ne fosse ricordato solo in quell’istante - Che è stato… poco dopo il nostro arrivo… giusto?» chiese, cercando di far collimare gli avvenimenti del suo mondo con quella realtà distorta.
«Sì, qualche mese dopo… non ricordo di preciso quando, però stavo già meglio.»
Tsubasa si voltò verso la ragazza e la fissò con aria interrogativa.
«Tsu-chan, ma sei connesso oggi? Mi sembri su un altro pianeta. Ci siamo trasferiti a Nankatsu perché c’è il mare, per me… sai, lo iodio…»
«Sì, certo che lo so, solo che non avevo collegato che ci fosse voluto così poco per farti stare meglio.» cercò di difendersi. Sakura se la bevve e tornò a fissare davanti a sé.
Tsubasa ridacchiò, cercando di capire che effetto gli facesse che sua sorella fosse innamorata del suo migliore amico: conosceva bene Taro, mentre di lei non sapeva quasi nulla, ma non si considerava uno di quei fratelli gelosi e oppressivi che mettono i bastoni tra le ruote.
«Che hai da ridere? Tu sei messo molto peggio di me, sai?»
«Ah sì?»
«Sì, caro il mio Tsu-chan. Non capisco cosa aspetti ancora per dichiararti a Nakazawa-senpai.»
Tsubasa la fissò sgranando gli occhi.
«Credi che non me ne sia accorta? Non sono mica scema. Quando andiamo a fare merenda in caffetteria hai lo sguardo trasognato. E non mi raccontare la solita stupidata del “Siamo solo molto amici” perché non attacca!»
«Ti sbagli.» disse lui, convinto.
«Sarà. Ma a scuola gira già voce che adesso che voi senpai avete finito la scuola, Kanda-san le chiederà di sposarlo.»
«E tu come lo sai?»
«Ho le mie fonti tra i kohai.» rispose lei, con l’aria di chi la sa lunga.
Tsubasa si fermò a riflettere: dunque, anche se la versione della realtà era cambiata nuovamente, l’unica costante erano Kanda e Sanae. Ne doveva parlare con la ragazza, ma temeva di insospettire la sorella, soprattutto perché non sapeva che tipo di rapporto intercorreva con lei.
«Dai, oggi ti porto a far merenda alla caffetteria Nakazawa, contento?» gli disse la giovane, dandogli una piccola spallata affettuosa. Lui annuì e le sorrise dolcemente.
 
«Questa è bella!» esclamò Sanae quando Tsubasa, lontano dalle orecchie di Sakura, le aveva raccontato di quella mattina.
«Tu invece hai novità?»
Lei scosse il capo.
«Atsushi c’è ancora, e i miei sono entusiasti del fatto che io Kanda ci sposeremo.»
«Mia sorella dice che è solo una voce, quindi ha già ufficializzato?»
«Sì… - rispose Sanae in un sospiro - E la cosa tremenda è che… più va avanti questa storia e meno mi sento convinta. Forse perché mi ci sono trovata e non ho potuto decidere.»
«Una versione di te l’ha sicuramente deciso, intendo… in questa dimensione. Forse adesso la Sanae di questo mondo è nel nostro mondo e sta già organizzando il matrimonio.»
«Qui ho scelto te e Misaki come testimoni…»
«Sakura dice che siamo molto amici.»
«Sul serio? Chissà… - aggiunse poi la ragazza, fissando la giovane Ozora - Magari sarebbe andata davvero così, se tu non fossi partito per il Brasile.»
«Chi può dirlo? Nel nostro “mondo” ho compiuto questa scelta e ne sono stato molto contento…»
Un rombo preannunciò quello che ormai Sanae e Tsubasa avevano iniziato a riconoscere: la scossa di terremoto partì piano e salì di grado e intensità, fino a far tremare il locale e far cadere piatti e tazzine.
«Giù!» esclamò il ragazzo, chiamando a raccolta la sorella e aiutando sia lei che Sanae a nascondersi sotto un tavolino.
«Tsu-chan…»
Nei suoi occhi rivide lo spavento di Daichi, cosa che fu come una stilettata al cuore per lui: le passò un braccio attorno alle spalle e la attirò a sé, facendole posare la testa sul proprio petto.
Quando l’evento finì, per fortuna nessuno ne uscì ferito, i tre giovani uscirono da sotto al tavolo.
«Non ne posso più di queste scosse. - si lamentò Sakura, incrociando le braccia davanti al petto - ormai è quasi una settimana che andiamo avanti così, e nessuno ha dato spiegazioni.»
Tsubasa e Sanae si fissarono negli occhi, smarriti: quasi una settimana? Cioè praticamente da quando lui era rientrato a Nankatsu.
«Beh? Che avete? Ehi, dico a voi!»
«È successo qualcosa che ti ha colpito quando sono iniziate le scosse?» Tsubasa lo chiese senza distogliere lo sguardo dagli occhi di Sanae.
«Uhm… non mi pare… a parte… aspetta… però… - Sakura si morse il labbro inferiore - Forse è meglio che  ne parliamo in privato, Tsu-chan.»
«No. - la esortò lui - Parla pure.»
«Ecco… - iniziò a mordicchiarsi nervosamente - Misaki mi ha detto che tu e Kanda avete avuto una discussione e che… ecco… lui ti ha accusato di provarci con Sanae.»
«Che cosa?!» esclamarono i due all’unisono. Sakura arrossì e abbassò lo sguardo.
«Non ti arrabbiare con Taro, Tsu-chan. Avevo sentito la voce da una kohai e l’ho costretto a raccontarmi la versione dei fatti.»
«E che ti ha detto?» la incalzò il fratello.
«Che Kanda non era d’accordo sul fatto che voi due foste i testimoni di nozze di Sanae, però non poteva farci nulla, che però ti avvertiva di stare lontano da lei altrimenti ti avrebbe reso la vita un inferno.»
Sanae alzò un sopracciglio.
«Il Kanda di questo mondo è parecchio nervoso, pare avere poca fiducia in me.»
«Anche nell’altro mondo mi ha attaccato, pensando che ci provassi con te.»
«Pensi che…»
Sakura li osservò con gli occhi sbarrati: questo mondo?
«Mi sono persa qualcosa?»
Tsubasa la osservò e si intenerì a osservare lo sguardo smarrito della sorellina. Si avvicinò a lei e le posò una mano sulla spalla.
«Che rapporto abbiamo, io e te, Sacchan?»
«Fino a ieri avrei detto perfetto, ma oggi… non ti riconosco più. Inizio a pensare che stanotte tu abbia battuto la testa.»
Lui annuì, si guardò con Sanae e tornò ad osservare la sorella.
«D’accordo, ti spiego tutto…»
Seduti in un angolo della caffetteria, lontano da occhi indiscreti, Sanae e Tsubasa raccontarono alla giovane Ozora tutto quello che stavano vivendo da una settimana circa a quella parte. Quando ebbero finito, la ragazza rimase in silenzio per un po’ prima di parlare.
«Quindi nel “vostro mondo” - mimò le virgolette con le dita - io non esisto?»
Lui non rispose, si limitò a osservarla con aria colpevole.
«Beh, almeno non sei solo. Chissà che guai combineresti. - cercò di sdrammatizzare - Ma voi credete che i terremoti siano collegati a tutto questo?»
«A questo punto tutto è possibile…» mormorò Sanae, sconsolata. Tsubasa passò lo sguardo da lei alla sorella, quindi sospirò: era proprio un bel guaio.
 
Bene, ecco a voi la mia piccola Sakura Ozora.
Mi sembra doveroso introdurla: Sakura nasce nel lontano 1990, suppergiù, dalla fervida immaginazione di una bimbetta innamorata follemente di Holly&Benji.
Nel corso degli anni è evoluta (tipo Pokémon xD), è cambiata, è cresciuta, si è tolta di dosso i panni della MarySue ed è diventata ciò che è ora.
Su EFP ha fatto poche apparizioni, per lo più dalla penna gentile di Agatha e Karon, mentre su ELF potete trovare già più tracce di lei, in alcuni sprazzi che ho pubblicato nei mesi scorsi.
È una parte di me, siamo cresciute insieme e insieme abbiamo pianto per la partenza di Tsubasa per il Brasile, gioito per la vittoria del World Youth, e stiamo aspettando trepidanti la nascita dei nipotini XD Taka-sensei permettendo.  
Perché introdurla nella storia? Perché il What if riguarda Tsubasa, e questo è il mio personal canon, quindi ho pensato “Perché no? Magari li aiuta”
Grazie per il vostro sostegno, vi voglio bene, sempre
Sakura ;)
   
 
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