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Autore: Nazori chan    20/11/2014    1 recensioni
Dopo la morte di Ubo e Pakunoda e l'abbandono del ragno da parte di Hisoka, la Phantom Troupe si è ripresa il suo capo e si prepara a tornare allo splendore di prima; Kuroro ha scelto le nuove zampe a sostituire quelle mancanti, cosicché il ragno possa tornare a tessere la sua tela perfetta.
Sayura è il nuovo numero 9, e sta per ritrovarsi con una vita che, per lei, sarà ai limiti del sopportabile.
Il nuovo, pericoloso obbiettivo del ragno, i vecchi rancori che riaffiorano, un amore insensato, la misteriosa e irrompente presenza del numero 4 della brigata.
Tutto ciò che Sayura potrà, sarà restare in balìa di un destino tanto crudele quanto inaspettato.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Feitan, Genei Ryodan, Kuroro Lucifer, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Violenza
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“Non ti azzardare a rifarlo” sibilò Sayura stizzita, tirandosi giù la gonna fino al limite del possibile.
“Altrimenti?”
“Altrimenti…” Sayura ci pensò un po’, su quale fosse la minaccia più efficace. “Torno da Ivex e le starò attaccata come una cozza, così tu avrai fallito l’ordine del capo. F.a.l.l.i.t.o.”
Anche quello doveva averlo infastidito. In effetti, notò Sayura, Feitan trovava irritate un bel po’ di cose. Troppe per passare una giornata senza minacciare, direttamente o indirettamente, qualcuno.
“Se lo farai” sibilò lui, probabilmente pronto ad una minaccia. Inaspettatamente, sembrò pensarci un paio di secondi prima di rispondere. “Ti succederà sicuramente qualcosa di brutto. Ivex porta unicamente guai.”
“Perfetto. Adoro i casini.”
“Sono serio.”
“Secondo me invece sei solo geloso che qualcuno possa portarsi a letto tua sorella oltre te. Insomma, quel poverino decapitato nel bar ne è la prova vivente… no, scusa, questa era una pessima cosa da dire. Ne è la prova morta.”
Ecco, lo aveva DAVVERO detto. E lo aveva DAVVERO infastidito.
“Ti interessa mia sorella?” chiese infine, anche se appariva davvero tentato dall’estrarle qualche organo dal corpo per poi gettarli nel fango.
Sayura arrossì. Le parole le erano uscire involontariamente, lei non era quel genere di ragazza che si interessa a qualcuno. Tantomeno non del suo stesso sesso e con problemi seri di comportamento.
“No, affatto” si affrettò a negare, tentando di mantenere una voce piatta e controllata. “Anzi, sì; mi interessa il suo strano modo di comportarsi. Ed il suo carattere ha un che di affascinante. Avrei voluto diventare una psicologa, anni fa, è ovvio che abbia una certa propensione a queste cose.” Sospirò, cercando delle parole che quasi si vergognava a dire. “Ma se intendi se vorrei far sesso con lei, assolutamente no. Ho altre preferenze.”
Feitan ne sembrò quasi sollevato, anche se non del tutto convinto.
“Meglio così.”
Sayura sperò che fosse finita lì. Quel tappo era tremendamente inquietante, e anche se da un lato la affascinava, dall’altro ne era intimorita come le era successo raramente. Provava sentimenti contrastanti, ed era sicura che il tempo non le avrebbe schiarito le idee né impedito di trovarlo sempre più contorto.
Anche se portava quell’alto bavero, Sayura intuì che aveva aperto bocca per dirle qualcos’altro, prima che fossero entrambi interrotti.
“Quindi sei riuscito a recuperare Sayura, Feitan?” domandò Kuroro pacatamente, seduto a leggere un grosso tomo all’ombra di un albero.
“Come avevi chiesto, capo.” Gli rispose lui, stranamente accigliato.
“Ottimo.”
Ci furono degli attimi di silenzio tombale, prima che Feitan facesse comparire un ombrello di nen, che usò per sparare a Kuroro.
Il capo lo schivò senza problemi, sedendosi sul ramo più basso dell’albero.
“Feitan, che stai…”
“Non è il capo, guardalo meglio” si affrettò a rispondere lui, senza distogliere lo sguardo dall’altro. Sayura fece come le aveva detto, e con sorpresa si accorse che Feitan aveva avuto ragione. Quella persona era più minuta di Kuroro, dai capelli castani anziché neri e perfettamente in ordine. Il cappotto foderato di pelliccia era scomparso, sostituito da vestiti più provocanti.
“Che diavolo hai appena fatto?” domandò Sayura, palesemente scioccata, senza toglierle gli occhi di dosso. “Sono abbastanza sicura che prima tu fossi Kuroro. Stesso aspetto, vestiti… persino la vostra aura era la stessa… io… sono pazza?”
“Incredibile, vero?” gongolò la ragazza, atterrando a pochi metri da loro. “Volevo continuare con la recita, però. Trasformarmi nel capo è piuttosto difficile, sapete? Beh, fa nulla. Torniamo al covo?”
Si incamminarono insieme, senza che qualcun altro dicesse una parola.
“Erano i tuoi poteri nen, quelli?” chiese poi Sayura, curiosa.
“Già.” Le rispose semplicemente Ivex, che non sembrava intenzionata a darle informazioni oltre quella. Sayura evitò di chiederle altro, anche perché erano quasi arrivati al vecchio palazzo che il Genei usava come base temporanea. Si rivolse invece a Feitan, che non aveva aperto bocca.
“Come hai capito che non era il capo?”
“Il libro. Kuroro l’ha già letto.”
“Ah.”
Mancavano all’incirca sei ore all’incontro prefissato da Kuroro, e prima di allora Sayura era seriamente intenzionata a togliersi di dosso i vestiti che Ivex le aveva prestato per andare a pranzo.
“Ci vediamo dopo” salutò, non appena furono arrivati all’ingresso, e pochi istanti dopo si era già fiondata al piano di sopra, chiusa nella sua stanza, nella speranza di potersi finalmente fare una doccia senza che qualcuno la assaltasse con strane proposte.
“Certo che questi tipi sono proprio inquietanti.” sbuffò, sfilandosi i vestiti e buttandoli a casaccio sul pavimento.
 
“Ci siete tutti?” domandò Kuroro quando anche Nobunaga e Franklin salirono all’ultimo piano del palazzo, illuminato dalla luna ben visibile nel cielo notturno.
Sayura era seduta sul muretto di cemento che delimitava il terrazzo su cui si trovavano, lo stesso su cui si era appisolata la notte prima, che le sembrava incredibilmente lontana dopo tutto quello che le era accaduto quel giorno. Si era messa il più lontano possibile da Feitan, che la stava ignorando ma di tanto in tanto le lanciava occhiate indagatorie, e da Ivex, troppo impegnata a tirare sassolini giù per i quattro piani per notarla.
Kuroro era di fronte a tutti loro, con in mano un vecchio tomo rilegato di pelle.
Il fatto che rimanessero tutti in silenzio confermò che non mancava nessuno dei ragni all’appello.
“Abbiamo un nuovo obbiettivo” cominciò il capo. “Qualcosa di ben più prezioso di tutti i tesori che abbiamo ottenuto fin ora.”
“Pensavo che i tesori inestimabili cominciassero a scarseggiare in questo mondo.” Commentò Nobunaga, lisciandosi il pizzetto.
Kuroro sorrise e anche se era lo stesso di sempre, nel suo volto c’era un qualcosa di stranamente entusiasta.
“Infatti, se il mondo fosse solo questo, non ci sarebbero più particolari avventure per ladri del nostro calibro.”
Machi sussultò, comprendendo quello che il boss voleva intendere.
“Stai dicendo che…”
“Nel continente oscuro.” La interruppe lui, con la sua solita compostezza glaciale. “I libri e le leggende parleranno del Genei, dei membri qui presenti, come dei primi ladri che abbiano mai rubato al mondo quasi sconosciuto agli esseri umani.”
Per degli interminabili istanti, nessuno parlò.
“È la prima volta che ci esponiamo così tanto.” Commentò Shalnark, pensoso. “Abbiamo sempre avuto buone possibilità di successo. È strano che tu stia rischiando in un’azione che ha ottime possibilità di portarci tutti alla morte, capo.”
“La cosa vi preoccupa, per caso?”
Le opinioni dei membri erano evidentemente contrastanti. Non era tanto l’idea di morire a dargli fastidio, piuttosto quella che il ragno sarebbe potuto scomparire con loro. Eppure nessuno di loro sembrava eccessivamente preoccupato, c’era una sorta di eccitazione nei loro sguardi, quella che solo delle persone veramente pericolose possono avere.
La risata sommessa di Ivex era l’unico rumore presente nell’aria.
“Cosa ne pensi, Ivex?” le chiese Kuroro, evidentemente curioso della sua risposta.
La ragazza era seduta sulla ringhiera che finiva di cingere il piano laddove il muro di cemento finiva, e non sembrava minimamente preoccupata dal poter cadere di sotto.
“Che potremmo morire tutti quanti, e il Ragno cesserebbe di esistere.” Commentò, anche se non era seria come gli altri membri che pensavano la stessa cosa. “È interessante, davvero una bella idea, capo.”
Il suo sguardo brillava dello stesso inquietante entusiasmo di quello di Kuroro, solo che in lei c’era qualcosa di ancora più sinistramente misterioso. “Seguirò i tuoi ordini fino all’inferno, ovviamente. Soprattutto se saranno tutti così folli.”
Shalnark alzò le mani, evidentemente compiaciuto. “Vale la stessa cosa per tutti, è ovvio. Dobbiamo seguire gli ordini della testa, indipendentemente da tutto il resto.”
“Una gran bella sfida, non c’è che dire” commentò Phinks.
“Se lo dice il capo, non ci resta altra scelta” aggiunse Shizuku, che come gli altri non sembrava particolarmente dispiaciuta dalla decisione.
“Bene. Dividetevi in gruppi da due o tre. Per salire sulle navi dirette al continente oscuro potrete utilizzare gli stratagemmi che preferite, ma è consigliabile che ci facessimo assumere tutti per come guardie del corpo. Ultimamente sei principi di un paese stanno cercando uomini che li proteggano nel viaggio nel continente. Adempierete agli incarichi scelti fino all’arrivo, fingendo di non conoscere nessuno tra di noi. Una volta sbarcati, fuggiremo per ritrovarci e cominciare il nostro lavoro. Tutto chiaro?” spiegò, al che tutti espressero la propria approvazione.
Kuroro volle inoltre che sia Cortez che Sayura fossero abbinati a membri con più esperienza, quindi si vennero a formare le coppie: Phinks-Feitan-Sayura, Nobunaga-Shalnark, Franklin-Shizuku-Cortez, Bonolenov-Kortopi.
“Machi e Ivex verranno con me.” terminò. Machi annuì rispettosa, Ivex sbuffò.
“C’è un motivo particolare per quest’ultimo abbinamento?” chiese, gettando la testa all’indietro, i capelli liberi nel vento notturno.
“Per evitare che tu combini casini, ovviamente.” le rispose compostamente il capo, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. “Vedo benissimo che hai qualche brutta idea in mente.”
Ivex non sembrò esserne infastidita, sorrise invece compiaciuta dal modo in cui Kuroro l’aveva capita.
“Come vuoi.” rispose semplicemente, con un’alzata di spalle.
Appena la riunione fu terminata i vari gruppi formatisi presero ognuno la propria strada, chi partì subito come Bonolenov e Kortopi e chi invece preferì passare un’ultima notte di relax prima di prendere la strada per imbarcarsi per il nuovo mondo.
Sayura raggiunse Phinks e Feitan, che stavano scendendo al piano di sotto.
“Quando dobbiamo partire?” chiese, diligente.
“Domani all’alba.”
Phinks le diede un colpetto di sollecitazione sulla schiena. “Per essere il tuo primo raduno con il Genei, è un inizio piuttosto movimentato. Vedi di non intralciare nessuno.”
Lei ribattè con un sorriso orgoglioso. “Ho poca esperienza, questo è vero. Ma sono piuttosto forte.”
“Così si dice, ragazzina.”
Sayura si chiuse in camera, decisa a sistemarsi per bene prima di partire. Feitan era scomparso dicendo che avrebbe rimediato un mezzo di trasporto prima dell’ora per cui si erano accordati di partire, Phinks invece aveva detto che avrebbe chiesto a Shalnark delle condizioni necessarie per diventare guardie del corpo.
Qualcuno bussò alla sua porta, quindi la ragazza finì di sfilarsi gli stivali e si avviò alla porta, scalza.
Aprendola, si rese conto con un certo sollievo che non era nessuno da cui poteva aspettarsi guai.
“Capo!” esclamò vedendo Kuroro, fermo con la schiena poggiata contro il muro di fronte. Un brivido le percosse la schiena, assieme ad un amaro timore.
“Non è un illusione di nuovo, vero? Sei davvero il capo?”
Kuroro sembrò sorridere nella penombra, evidentemente consapevole di ciò che intendeva.
“Ivex ti ha già creato problemi a quanto vedo, in meno di una giornata che vi conoscete. Ho mandato Feitan a fermarla proprio per questo.”
La ragazza sbuffò, cercando di dimenticare quello che era successo nel primo pomeriggio, soprattutto la conversazione con Feitan.
“Suppongo tu sia qui per un motivo, comunque. In cosa posso aiutarti, capo?” rispose lei cambiando discorso, con un sorriso di disponibilità. Era appena entrata nel ragno, rendersi utile era la cosa migliore che poteva aspettarsi per il resto della giornata. O anche per la settimana intera, visto che quella aveva tutta l’intenzione di figurarsi come un periodo di convivenza forzata con un feticista della tortura e un grosso simil-scimmione senza sopracciglia.
“Niente. Volevo solo darti un consiglio, in quanto nuovo membro. L’ho già riferito a Cortez.” Kuroro era calmo come al solito, come se invece di essere il capo di un gruppo di assassini in partenza per un luogo di morte sicura, fosse stato un semplice capo ufficio. “Come assassina dovresti già saperlo, ma non diffidare mai dell’istinto. Puoi fidarti dei membri del ragno, ma non contare mai troppo su di loro. Siamo compagni, ma dobbiamo saper agire perfettamente da noi.”
Sayura annuì, seria. “Fin ora ho sempre contato solo sulle mie capacità. Riuscirò a collaborare con gli altri, ma preferirei comunque mantenere una mia autonomia.
Kuroro non le rispose, allontanandosi.
“Capo, posso chiederti un’ultima cosa?” lo fermò, con una certa curiosità. Il cenno che le fece la incitò a parlare.
“Come mai mi hai abbinato proprio a Feitan e Phinks?”
Il rumore delle tende scosse dal vento notturno che entrava dalla finestra rompeva il silenzio del palazzo, dove evidentemente nessun ragno dormiva per prepararsi a partire, mentre qualcuno era invece già andato via.
“In realtà, inizialmente avrei voluto che fossi tu a venire con me. Ma mettere insieme Ivex e Feitan avrebbe significato una probabile guerra tra i due, e abbinandola a qualcun altro avrebbe sicuramente creato complicazioni. Tenendo conto della tua solitudine abituale, ho pensato che metterti con loro due, che sono abituati ad agire di proprio, non ti avrebbe dato problemi. Sbaglio?”
“No, penso di no. Inoltre… l’avevo già notato prima, ma Ivex è già entrata in contatto con la brigata prima, vero? Inizialmente ho pensato che fosse perché lei e Feitan erano fratelli, ma ormai non ne sono più così sicura.”
Il sorriso del capo le sembrò essere quello di una persona che nasconde una potente arma, ma non può far a meno di esserne fiera. Si riscosse dicendosi che doveva essere la sua immaginazione, dovuta alla sua insaziabile curiosità e al suo intuito come psicologa.
“Lei era un ragno, anni fa. Ma a quel tempo era ancora una ragazzina, dunque si comportava come tale.”
Rimasta sola, Sayura cominciò a pensare ad un modo per ammazzare il tempo per le seguenti tre ore, prima dell’incontro fissato con Feitan e Phinks per partire.
 



ANGOLO D'AUTRICE
eee.. sono pazzescamente in ritardo.
avevo anche il capitolo pronto da un pò, però urrà, il mio fedele pc ha deciso di andare in vacanza senza chiedere la mia opinione a riguardo. dopo questo sono abbastanza sicura che la nostra relazione non sarà più come prima, mi sento profondamente tradita...
anyway, e finalmente si è scoperto cosa diamine vogliono rubare i nostri cari, carissimi e inquietante Ragni.
in realtà non penso che Kuroro si sbilancerebbe così tanto, ma era l'idea più esaltante che mi venisse in mente. e poi volevo tenermi in tema il manga. A tal punto, come saprete, Togashi ha deciso, tanto perchè di soldi e fama non gliene mancano, di prendere una paura. Ancora. Speriamo almeno che non siano tre fot*dfdghjsa*i anni come l'ultima volta. quindi, non potendo seguire la storia originale per mancanza di storia originale, me la inventerò di sana pianta. Cercando comunque di inserirmi nei sobborghi del modo contorto di pensare del sensei.
Metterò il prossimo capitolo entro l'inizio del prossimo mese, anche se non l'ho ancora finito.
*le balle di fieno rotolano*
ciao a tutti... chiedo nuovamente venia per il ritardo.... ciao anche alle balle di fieno.
e grazie per le ultime recensioni.
baci,
Nazori chan

 
  
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