Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: FiammaBlu    20/11/2014    4 recensioni
L' ebook è scaricabile dal mio profilo autore. Revisione ultimata! Grazie a tutti coloro che continuano a leggerla! :)
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Cosa sarebbe accaduto se nel numero 28 Masumi Hayami fosse riuscito a confessare a Maya di essere l'ammiratore delle rose scarlatte? Leggete la mia versione di questo "what...if" ^_^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ultima revisione: novembre 2015

 

11. Lande dimenticate



Quella notte Maya non dormì affatto, complici le ultime notizie dei telegiornali che avevano previsto per il giorno dopo, quello della prima, un violento tifone. Si svegliò nervosa e irritabile, tanto che neppure Rei riuscì a calmarla. Raggiunsero insieme la Sala Ugetsu e lì trovarono anche le altre amiche della compagnia Tsukikage, che le fecero i migliori auguri per lo spettacolo della sera. Maya si abbandonò agli abbracci assorbendo tutto il loro calore.

La mattina il tempo rimase abbastanza stabile, ma poco prima di pranzo il cielo cambiò drasticamente e il vento si alzò impetuoso. Borbottii sommessi serpeggiavano fra attori e tecnici, tutti si ponevano la stessa domanda: il tempo gli avrebbe permesso di andare in scena?

- Non preoccuparti Maya, andrà tutto bene - la voce rassicurante di Yu la raggiunse alle spalle e lei sentì la sua mano stringerle la spalla. Annuì in silenzio mentre guardavano fuori dalla finestra, il vento sollevava foglie e sacchetti che sbattevano qua e là fuori controllo.

Verrai mio ammiratore? E… porterai qualcuno con te? O verrai solo per me come hai fatto le altre volte?

Il pensiero di avergli consegnato due biglietti solo per vedere cosa avrebbe fatto la folgorò facendola arrossire. Perché penso queste stupide cose?! Non capisco cosa mi stia accadendo…



Le ore passarono lente e il tempo peggiorò sempre più. Verso le diciassette iniziò a piovere incessantemente e la corrente mancò due volte. Ormai erano tutti rassegnati a rimandare lo spettacolo perché nessuno si sarebbe presentato. Kuronuma, che passeggiava nervosamente avanti e indietro, borbottava e imprecava senza sosta.

Un tuono squassò l’aria e fece tremare i vetri. Qualcuno urlò e la corrente andò via di nuovo. Fuori il cielo era così scuro per il tifone che sembrava notte e solo i lampi creavano quell’intermittenza fastidiosa che permetteva di vedere qualcosa. Alcuni attori indossavano già gli abiti di scena e Maya si era avvolta in un accappatoio pronta per il suo costume.

- Vi voglio tutti dietro il palco! - gridò Kuronuma all’improvviso facendoli sobbalzare.

- Ma… - obiettò una voce e lui si girò di scatto.

- NESSUN MA! - gridò di nuovo e tutti fuggirono, Maya e Yu compresi.

La luce tornò e Maya osservò la platea della Sala Ugetsu dal palco vuoto e silenzioso. Un tuono potente scosse l’edificio e arrivò fino a loro.

Anche se il soffitto era molto in alto si sentiva perfettamente la pioggia sferzante. Tutti gli attori si radunarono, sedendosi sul bordo del palco, mentre Kuronuma prese posto su una delle poltrone della prima fila.

- Signor Kuronuma… - Maya si fece avanti, titubante, ormai era l’ora in cui avrebbe dovuto iniziare lo spettacolo e non era arrivato nessuno. Il regista sollevò gli occhi roventi pronto a ribattere, ma le doppie porte della sala si spalancarono improvvisamente facendo alzare lo sguardo di tutti i presenti.

L’alta figura di Masumi Hayami occupò lo spazio, la pioggia che cadeva dal suo impermeabile fradicio bagnò il pavimento.

Signor Hayami!

Maya sentì il cuore in gola, che batteva così veloce da annebbiarle la vista. Gli corse incontro, dimenticando l’etichetta e di essere vestita solo con un accappatoio. Sakurakoji provò a trattenerla, ma non ci riuscì. Risalì la scalinata centrale finché, ansimante, non gli fu davanti.

- Ragazzina… ho forse sbagliato orario? - le chiese bruscamente, spostando lo sguardo verso Kuronuma, quando si rese conto di come fosse vestita.

Maya…

Il regista incrociò le braccia al petto sorridendo in modo misterioso. Guarda, guarda chi abbiamo qui… addirittura in mezzo ad un tifone...

- Buonasera, signor Hayami! - la voce potente di Kuronuma li raggiunse fino in cima alla sala.

- Si-Signor Hayami? Che ci fa qui?! - gli chiese lei con occhi spalancati e il cuore che batteva per la corsa e… e cosa? L’emozione di averlo visto? La certezza che sarebbe venuto perché gliel’aveva promesso? E’ venuto! Nonostante il tifone, è venuto qui! E’ solo… sarà venuto per me?

Masumi spostò lo sguardo su di lei iniziando a scendere le scale.

- Non dovevate mettere in scena uno spettacolo? - le fece notare con voce tagliente. Maya lo seguì rendendosi conto che era completamente bagnato. Ha camminato in mezzo al tifone per venire fin qui?

- Ma… - provò lei a replicare sempre seguendolo lungo le scale e inciampando più volte.

- Avanti, ragazzina, sono venuto fin qui per vederla. Signor Kuronuma, vuole ancora vincere quel premio o no? - domandò togliendosi il soprabito e sedendosi. Maya si fermò a fianco della poltrona lungo il corridoio e lo fissò stralunata. La voce del regista rimbombò per il teatro vuoto mentre dava ordini a destra e a manca.

- Ragazzina, faccia del suo meglio… - le disse voltandosi con sguardo glaciale - Se la sua interpretazione non mi piacerà, me ne andrò - la sfidò sapendo bene l’effetto che avrebbero avuto le sue parole. Immediatamente lo sguardo di Maya si fece acceso e raccolse la sfida.

- Mi guardi, signor Hayami! Guardi la mia Jane! - rispose lei irrigidendosi e sotto lo sguardo intenso di Masumi corse lungo la scalinata sparendo poi dietro le quinte verso il suo camerino.



Quando Maya apparve sul palco con un ululato terrificante e i cacciatori cercarono di catturarla, Masumi rimase sbalordito e per un attimo pensò che fosse completamente nuda. E’ solo un costume di scena… niente altro… solo un costume…

Rimase sconvolto dall’intensità dell’emozione che lo colpì nel vederla con quel costume. Scacciò dalla mente quelle immagini e si concentrò sulla rappresentazione. Era impossibile non farsi trascinare da quello spettacolo dinamico e dalle interpretazioni frizzanti di tutti gli attori, Maya e Sakurakoji per primi.

Sono affiatati… hanno un modo di guardarsi… come può essere solo recitazione? Quando sono insieme dominano la scena…

Un boato immane scosse l’edificio, ma nessuno, attori e spettatore, parvero accorgersene. La corrente tremò per un secondo, ma non andò via.

Masumi vide in quella Jane ciò che Maya doveva aver imparato in quei giorni nel parco di Nakatsugawa: il suo sguardo, i suoi movimenti, le sue espressioni, tutto di lei faceva dimenticare Maya Kitajima e calava lo spettatore nel mondo selvaggio di Jane, nel suo dolore acuto per la morte della sorella, la prigionia, i primi tentativi di avvicinamento di Stewart.

Sakurakoji interpretava il ruolo con grande intensità ed era chiaro, soprattutto a lui che l’aveva osservato per tutti quegli anni, ciò che provasse realmente per Maya. Il modo in cui Maya cambiò il suo atteggiamento durante i mesi di analisi di Stewart lo stupì ancora una volta, la signora Tsukikage aveva visto subito le potenzialità di quella giovane attrice e non era stata smentita. Jane passò da un’iniziale forma di ribellione e aggressività ad un comportamento più mansueto, poi era incuriosita, infine accettò quell’uomo che le faceva visita ogni giorno. Sei incredibile Maya, la tua recitazione è così coinvolgente che impedisce allo spettatore di distrarsi e lo tiene incollato alla poltrona, fremente di sapere cosa accadrà…

Stewart cercò di insegnare a Jane a comportarsi educatamente e soprattutto la differenza tra l’essere un animale e un umano. Il braccio di ferro fra i due sembrava non portare a niente finché Masumi, sbalordito, assisté ad un mutamento netto dell’espressione di Jane, soprattutto dei suoi occhi, quando capì quella differenza annusando il foulard azzurro di Stewart e riconoscendone l’odore. Jane gridò incerta il suo nome, stentando sulle lettere appena imparate, di quell’uomo che l’aveva accudita per tutti quei mesi, realizzando chi fosse realmente e accettando la sua nuova condizione. Maya spostò lo sguardo spalancato e pieno di meraviglia su Stewart che la fissava sbalordito e felice, poi lui l’abbracciò stretta.

Masumi avvertì quel senso di vuoto freddo, come ogni volta che gli era capitato di vederla in atteggiamenti intimi o di estrema confidenza con altri uomini, che a lui erano negati. Questa situazione non potrà mai cambiare, inoltre è naturale che si innamorino, recitano e trascorrono insieme ogni giornata, sono affini e lui… lui l’ama, è evidente…

Ormai Jane era pronta per tornare dalla sua famiglia dopo la rieducazione di Stewart e il suo grido di disperazione riempì il teatro quando l’antropologo se ne andò.

Ti invidio… invidio intensamente la libertà e la passione con cui vivi le mille vite sul palcoscenico, in quel mondo d’arcobaleno… non avevo mai neanche pensato di poter ammirare così qualcuno prima di conoscerti e ora basta un solo tuo sguardo per immobilizzarmi… Ragazzina… tu mi hai rapito il cuore!

Il sipario calò e, come a segnare quella conclusione, un tuono si abbatté fragoroso all’esterno, ricordando a tutti il tifone che imperversava su Tokyo. Quando il riverbero terminò, Masumi espirò tutta l’aria che aveva inconsapevolmente trattenuto riaffacciandosi alla realtà ed uscendo dal sogno che lei aveva tessuto. Iniziò a scendere le scale centrali applaudendo e un lieve sorriso gli increspò le labbra.

- Avanti signori, vi sto chiamando alla ribalta! - li incitò, sempre battendo le mani. Il sipario si aprì e tutti gli attori in fila si inchinarono. Masumi si fermò davanti al palco ignorando il fastidio degli abiti ancora zuppi, passò lo sguardo su tutti gli attori, quasi evitando Maya e si fermò su Kuronuma, in piedi alla sinistra del palco, che si stava avvicinando.

Maya incrociò il suo sguardo per un attimo, il cuore che batteva follemente sia per l’emozione dello spettacolo sia perché c’era solo lui a vederla, il suo ammiratore... Perché sono così nervosa? Vorrei tanto che gli fosse piaciuta la mia Jane!

- Ottima interpretazione, fate del vostro meglio anche alle prossime rappresentazioni - si congratulò e Kuronuma espirò visibilmente sollevato. Era consapevole di quanto valesse il giudizio del giovane Presidente della Daito Art Production e di come i giornali avrebbero preso un suo commento positivo.

- Non mancheremo, signor Hayami - gli confermò lui deciso con gli occhi che brillavano pieni d’emozione - Ci farebbe l’onore di intrattenersi con noi a festeggiare? In fondo questa è la nostra prima, anche se un tifone avrebbe voluto intromettersi! - e scoppiò a  ridere. Gli attori si sparpagliarono dietro il palco mentre il signor Kuronuma e il signor Hayami parlavano fra loro camminando verso la sala dove era stato allestito il rinfresco. Maya sentì una mano sulla spalla e voltandosi incontrò il volto disponibile e sorridente di Sakurakoji.

- Andiamo, Maya, raggiungiamo gli altri - mormorò sommessamente. Lei annuì e lo seguì oltre le quinte, con il cuore che ancora non accennava a placarsi.



Uscì dal camerino, ma era troppo emozionata e ansiosa di incontrarlo anche se sapeva che avrebbe significato doversi sorbire le sue battute pungenti. Il cuore le batteva freneticamente mentre si dirigeva alla sala dove sentiva già la voce potente del signor Kuronuma che rideva. No… non posso andare… cosa mi dirà? Mi prenderà in giro come al solito e poi… e poi io non saprei che dirgli…

Si fermò nel mezzo del corridoio deserto e scuro, gli occhi bassi e le mani in grembo, quando all’improvviso avvertì una presenza, sollevò lo sguardo e incontrò gli occhi azzurri di Masumi Hayami.

- Ragazzina… ha intenzione di stare lì impalata ancora a lungo? Che le prende, le mancano forse i boschi dei Carpazi? - le disse schernendola e avvicinandosi. Maya sentì immediatamente il cuore accelerare e la rabbia salirle fino alla lingua.

- Signor Hayami! - sibilò coi pugni chiusi pronta a ribattere a qualsiasi scorrettezza lui stesse per dirle. Era quasi arrivato davanti a lei quando un tuono intenso le fece stringere gli occhi per il fragore e, appena li riaprì, intorno era completamente buio.

- Oh… - mormorò e sentì alcuni passi che le indicarono che lui si era avvicinato.

- E’ spaventata? - le chiese, la voce molto vicina e Maya sentì il cuore balzarle in gola, non per lo spavento, ma per l’emozione. Ma che mi prende?

- No… No, grazie - gli rispose in un sussurro. La scena le ricordò improvvisamente quel giorno nella sua villa, quando era bendata per Helen Keller e lo incontrò per la prima volta. Avvampò nell’oscurità al ricordo di quanto era stata felice di aver capito che quell’uomo sconosciuto davanti a lei, che non poteva vedere, era il suo ammiratore. Il suo abbraccio fu così gentile e protettivo...

La corrente non sembrava intenzionata a tornare e Masumi ricordò di aver intravisto sulla sinistra del corridoio alcune grandi casse basse. Nonostante gli avesse detto che non era spaventata la sua voce aveva tremato. Allungò una mano e prese la sua. La sentì muoversi, ma la trattenne con fermezza, tirandola con sé.

- Ci sono delle casse alla sua destra - le disse cercando di mantenere la voce ferma mentre quel tocco aveva fatto riemergere tutte quelle emozioni e quei sentimenti che da tanto tempo teneva nascosti. Ringraziò solo l’oscurità che gli aveva permesso di toccarla senza dover mascherare ciò che provava e che non era sicuro, questa volta, di riuscire a tenere celato.

Maya sussultò quanto sentì la mano grande che avvolse la sua. Era calda ma ferma, come qualche settimana prima a teatro. Perché ogni volta che c’è lui accade qualcosa? Sempre sarcastico, eppure si preoccupa per me…

Lo seguì docilmente senza fare resistenza e pochi attimi dopo lui si fermò, la prese gentilmente per le spalle e la fece girare. Lei lo lasciò fare e sentì la cassa dietro di sé, così si sedette. Lui fece altrettanto e Maya udì lo scricchiolio del legno e il frusciare dei suoi vestiti.

- La ringrazio per essere rimasto fino alla fine - Maya si decise a infrangere quel silenzio teso. Masumi sobbalzò all’udire la sua voce ancora una volta così dolce e riconoscente.

- La preferisco quando morde, ragazzina, un tono così dimesso non le si addice! - rispose Masumi scoppiando a ridere - La sua interpretazione di Jane è stata eccellente - aggiunse poi, stupendola.

La voce sembrava sincera ma l’oscurità celava ogni cosa quindi non avrebbe potuto sapere quanto fosse stato sincero.

- Se lo pensa davvero, ne sono felice, signor Hayami - gli rispose serenamente, era ciò che pensava ed era grata che quel buio nascondesse il suo imbarazzo.

Lui scoppiò a ridere di nuovo e lei aggrottò la fronte indispettita. Ma sono così ridicola? Uff…

Masumi si rese conto che la risata che gli era uscita era stata liberatoria e nascondeva un po’ di nervosismo. Era la prima volta che gli capitava di restare così con lei, tutt’intorno a loro era completamente buio, i soli suoni che si udivano erano quelli generati dal tifone all’esterno, ma lì erano al sicuro. Strisciò le dita sul palmo che aveva stretto la sua mano e desiderò farlo di nuovo. La spaventerei e non capirebbe affatto…

- Lo penso davvero, ragazzina - replicò infine appoggiandosi al muro dietro. Maya lo sentì muoversi e si voltò, anche se non riusciva a vederne i contorni.

- Ogni volta che lei sale su quel palco dà vita ad una magia, lo sa? - le disse dopo qualche minuto di silenzio. Era l’oscurità a dargli il coraggio di dirle quello che pensava davvero?

Maya si voltò verso la direzione della voce, spalancando gli occhi e arrossendo, ma rimase in silenzio. Meno male che non può vedermi…

- Riversa una tale energia nelle sue interpretazioni da trasmettere allo spettatore ogni emozione e fargli immaginare il contesto della rappresentazione. Odio, rabbia, indifferenza, felicità, dolore, speranza, amore… - sussurrò quasi l’ultima parola e Maya avrebbe voluto allungare una mano e toccarlo, ma si fermò perché lui riprese a parlare - Lei indossa ogni maschera in modo perfetto, dimenticando sé stessa, è vero? - le chiese voltandosi anche se sapeva che non avrebbe potuto vederlo.

Maya rimase scioccata da quella sua riflessione a voce alta. Quanto l’aveva osservata negli anni? Quanto aveva capito di lei per dirle ora una cosa così intima e personale? Era cosciente di averle letto direttamente dentro l’anima?

- Sì… ha ragione, signor Hayami. Come fa a saperlo? - osò chiedergli, complice quella sorda oscurità. Santo cielo come mi batte il cuore! Sono così emozionata perché mi approva!? Ho sempre voluto che l’ammiratore delle rose scarlatte potesse apprezzarmi per la mia recitazione e quanto ho voluto che me lo dicesse! E ora… ora lui è qui con me e mi sta parlando in questo modo!

- I suoi occhi - rispose semplicemente Masumi immaginandosi il suo sguardo luminoso.

- I miei occhi? - ripeté lei senza aver capito. Com’è strano, signor Hayami…

- Sì - lo sentì fare una pausa, come se soppesasse la risposta - Quando lei è Maya Kitajima, il suo sguardo è sempre limpido e luminoso - Maya avvampò così tanto che si portò le mani al volto ricordandosi solo un attimo dopo delle tenebre che li circondavano - Quando indossa una delle sue maschere i suoi occhi cambiano completamente ed è in quel momento che nasce il suo personaggio -

Maya si alzò di scatto e lui non sapeva cosa aspettarsi da quella reazione repentina. Ho esagerato, ragazzina? Mi sono lasciato trascinare dalle tenebre così fitte che ci separano…

Si alzò imitandola e si avvicinò lentamente, intuendo dove fosse dal suo respiro accelerato. Sei spaventata? Ti ho spaventato?

- Non volevo metterla a disagio, sembra che qualunque cosa io dica lei… - ma avvertì la sua piccola mano che afferrò la manica della giacca umida per la pioggia.

- No! - sussultò - No, signor Hayami, è solo che… nessuno ha mai notato queste cose di me… io… lei mi ha sorpreso, ecco… - riuscì a confessargli con voce tremante. Sentì la mano di lui coprire la sua e il cuore le schizzò in petto, fuori controllo. Perché oggi sento un’emozione così forte? E’ lui… lui che ha potuto tutto questo, il punto in cui sono arrivata è solo grazie a lui!

- Stupisca tutti alla replica di domani come ha incantato me oggi - le disse con voce dolce e malinconica. Maya lo sentì scuotere l’impermeabile e probabilmente infilarselo. Un tuono rombò all’esterno e poi uno dentro di lei fece sobbalzare il suo cuore quando sentì che le prendeva la mano, ma il tocco era completamente diverso da quando l’aveva accompagnata alla cassa poco prima.

- Ci rivedremo alla premiazione e da lei mi aspetto solo una vittoria - la sua voce era vicinissima, appena davanti a lei, rimase pietrificata, poi sentì qualcosa fra le dita e lui le chiuse la mano intorno.

- Ho sempre desiderato farlo di persona - sussurrò Masumi e, nonostante l’autocontrollo che si era imposto, il suo cuore palpitante sembrava pensarla in modo completamente diverso. Non cambierà mai niente per me, Maya… mai… anche se tu dovessi provare solo riconoscenza...

Maya trattenne il fiato per l’emozione quando comprese cosa stava stringendo fra le dita. Accostò l’altra mano e sentì quella di lui che la lasciava. Le dita tremanti sfiorarono i petali vellutati della rosa di cui si immaginò immediatamente il colore scarlatto. No… Non se ne vada, la prego...

- Aspetti! - lo chiamò avendo avvertito la nota di commiato nella sua voce.

Masumi si fermò, non poteva più restare lì, così vicino a lei, avrebbe commesso un’imprudenza.

Maya allungò entrambe le mani, cercandolo nelle tenebre. Un tuono potente schioccò nell’istante in cui trovò il suo braccio e ci si aggrappò. Gridò per lo spavento, afferrandolo e andandogli incontro mentre lui, d’istinto, la tirò verso di sé.

- Va tutto bene - le sussurrò emozionato stringendola fra le braccia. Maya lo teneva stretto e tremava. Sollevò una mano e le accarezzò i capelli con il cuore che batteva all’impazzata nel petto. Il suo corpo minuto era completamente aderente al suo e a lei non sembrava dispiacere. Maya...

- Mi… mi scusi - balbettò appoggiando la guancia al suo torace caldo, la camicia era ancora umida per la pioggia.

- Era solo un tuono - sussurrò ancora lui facendola rabbrividire.

Perché tutto d’un tratto la sua voce mi sembra così dolce e calda… e le sue braccia intorno a me… così protettive...

- Grazie… grazie di tutto, signor Hayami - mormorò sollevando il volto nelle tenebre, nella mano sulla sua schiena teneva ancora stretta la rosa.

Masumi si staccò lentamente, non avrebbe voluto lasciarla, ma restare abbracciato a lei più del dovuto avrebbe potuto complicare ogni cosa e lei avrebbe sicuramente frainteso i suoi intenti.

- Ci vediamo alla premiazione - le sussurrò all’orecchio in modo molto più intimo di come avrebbe voluto, ma non riuscì a trattenersi.

Maya sentì il distacco e ne soffrì inspiegabilmente. Non riuscì a replicare niente, strinse la rosa al petto e la luce tornò all’improvviso illuminando il corridoio vuoto. Spalancò gli occhi, un’unica lacrima scese lungo la guancia e avvicinò la rosa al naso inspirando il suo dolce profumo. Poi chiuse gli occhi e piangendo lasciò che tutta la tensione scivolasse via.



Il tifone passò lasciando danni notevoli in tutta la città, ma la sera seguente la Sala Ugetsu era completamente esaurita. C’erano attori famosi, la giuria del concorso, il Presidente dell’Associazione Nazionale per lo Spettacolo, decine di giornalisti e un mormorio basso serpeggiò quando Ayumi Himekawa fece la sua entrata. Lentamente, ignorando sguardi e richieste di fotografie, raggiunse il suo posto e si sedette compostamente in fremente attesa dello spettacolo. Maya non vedo l’ora di vederti sul palco! In questo spettacolo ci sono tre probabili candidati alla Dea Scarlatta e so che il Presidente Hayami ieri, nonostante il tifone, è venuto a vederti qui! Deve essere proprio uno spettacolo impressionante… Avanti Maya, fammi vedere come si vince un premio con una possibilità così bassa come la vostra!

Mai entrò nel grande atrio pieno di gente e rimase sbalordita dalla quantità di attori famosi presenti e di giornalisti che zigzagavano qua e là. Raggiunse timorosa il suo posto, non era sicura di volerli vedere recitare. Tutti declamavano le doti di quella Kitajima, ma l’unica cosa che la spaventava era Sakurakoji. Le aveva detto che non era più interessato a Maya eppure non gli aveva creduto fino in fondo, una parte di sospetto aleggiava ancora intorno al suo cuore. A volte lo vedeva assorto, spesso lo sorprendeva a fissarla, anche mentre mangiavano o durante le pause delle prove. Ma lui negava ogni volta, ripetendole che erano solo colleghi, che recitavano insieme e che non c’era niente altro che li legasse a parte il teatro. Si accorse che le tremavano le gambe così si impose di restare serena e guardare lo spettacolo.

Mizuki Saeko, aiutata da un collaboratore, varcò la soglia della sala le cui poltrone rosse spiccavano come rubini, e spinse la sedia del signor Hayami fino al suo posto riservato. Una maschera li aiutò e in breve lei poté guardarsi intorno. C’era un gran fermento, individuò immediatamente il Presidente dell’Associazione Nazionale e i giudici del concorso da cui “Lande dimenticate” era stato escluso; Onodera della Ondine; la Himekawa. Le era sinceramente dispiaciuto non poter aver accompagnato il signor Masumi alla prima come le aveva chiesto, ma quando era iniziato il tifone lui l’aveva esonerata. Sarebbe stata davvero curiosa di vedere la reazione di Maya. Signor Masumi… ieri è voluto andare a tutti i costi a vederla recitare… Cosa è realmente disposto a fare per lei? Ed io non posso dimenticare ciò che ho visto nei suoi occhi quando l’ho incontrata fuori dalla Daito e l’aveva vista con Eiko Nakamura, né quando le ha portato i biglietti… due biglietti… cosa volevi fare Maya?

Spostò lo sguardo in tralice sul padre del suo principale che scrutava la platea con la fronte corrugata. Quell’uomo sarebbe sempre rimasto un mistero per lei: se le risultava difficile scrutare nel cuore di Masumi Hayami, farlo in quello del padre Eisuke era praticamente impossibile. Era ben consapevole di cosa legasse l’anziano Presidente alla “Dea Scarlatta” e alla signora Tsukikage, ma adesso quell’interesse per Maya Kitajima l’aveva insospettita. Quella mattina aveva ricevuto una telefonata dove le chiedeva espressamente di accompagnarlo a teatro quella sera, chissà perché poi proprio lei…

L’avviso risuonò per tutto il teatro scuotendola dai suoi pensieri e spostò lo sguardo al sipario. Le luci si abbassarono e le pesanti tende vennero tirate.



Maya espirò tutto il fiato e si impose la maschera di Jane. Devo dare tutta me stessa! Devo vincere quel premio e raggiungere Ayumi per concorrere alla “Dea Scarlatta”! Signor Hayami, non la deluderò, vedrà! Tutto ciò che ha fatto per me non sarà stato vano, saprò ripagarla di ogni aiuto che mi ha dato e di ogni singola rosa che mi ha donato!

Salì sulla pila di mattoni di cemento che simboleggiava i Carpazi e affrontò i cacciatori. Il suo ululato terrificante scosse gli spettatori calandoli immediatamente in quell’ambientazione selvaggia. Un brusio sommesso ripeteva praticamente la stessa domanda: era davvero una ragazza, quella? Maya era troppo immedesimata nella parte, lottò, graffiò, sfuggendo ai suoi catturatori finché all’improvviso, involontariamente, il suo sguardo andò in cima alla sala e vide, netta, la figura inconfondibile della signora Tsukikage.

E’ tornata! E’ qui e mi sta guardando!

Per poco, quel fugace pensiero pieno di terrore e responsabilità rischiò di farle perdere la maschera perfetta che aveva indossato. Poi, memore delle parole del signor Hayami del giorno prima, scacciò ogni pensiero e si concentrò su Jane.

Ayumi vide gli occhi di Maya perdere per un attimo quell’aria vuota e selvaggia che l’aveva così colpita e seguendo la direzione voltò la testa e vide la signora Tsukikage. E’ qui!

Nessun altro si accorse della distrazione di Maya, erano tutti troppo impegnati a seguire lo spettacolo e la sua incredibile immedesimazione. Il regista Onodera, nonostante lo stupore, mantenne un certo contegno e mormorò un commento acido.

Mizuki rimase incantata dalla sua forza e dal fatto che facesse dimenticare a tutti che in realtà era una ragazza e non un animale. Spostò lentamente lo sguardo sul signor Eisuke e rimase scioccata dal suo volto rapito e attento.

Mai li osservò senza staccare gli occhi, riconobbe la bravura di Maya Kitajima e comprese ciò che probabilmente attirava così tanto Sakurakoji. Sembra che Yu sia davvero coinvolto dal talento di quell’attrice e non dalla ragazza… Che mi abbia detto la verità?

La platea ammutolì alla scena in cui Jane si rese conto di essere umana annusando l’odore di Stewart sul foulard e scoppiò in un applauso fragoroso quando gridò il suo nome alla fine della rappresentazione. Il pubblico in piedi continuava a chiamare gli attori alla ribalta e Maya e Sakurakoji si guardarono allibiti incrociando lo sguardo con Kuronuma, che annuiva serio.

- Sakurakoji… - mormorò mentre il frastuono del pubblico le riempiva gli orecchi - Devo andare… ho visto… la signora Tsukikage… io devo uscire di qui! - gli disse stringendogli un braccio. Yu spalancò gli occhi per la sorpresa, poi annuì.

- Vieni… andiamo - le disse quando il sipario calò.

Si cambiò rapidamente in camerino e uscì di corsa. Nell’atrio tutti aspettavano Maya Kitajima, ma quando lei passò cercando la signora in mezzo alla folla, non badò a nessuno di loro e nessuno la riconobbe. Uscì di corsa all’esterno e trovò Ayumi.

- Ayumi! - sussultò scontrandosi con lei.

- Maya! -

- L’hai vista anche tu? La signora?! - chiese guardandosi freneticamente intorno, imitata dalla rivale.

- Sì! Ma sembra che se ne sia andata… - mormorò Ayumi calmandosi e rassegnandosi - Complimenti per la tua Jane, non avrei saputo come interpretarla, sinceramente - aggiunse porgendole la mano - Non vedo l’ora di sapere se questo ti frutterà un premio -

- Grazie! Mi impegnerò ad ogni replica, Ayumi, ti prometto che lotterò fino in fondo! - rispose Maya stringendole la mano con fermezza.

La signora Tsukikage osservò le due ragazze nascosta nell’ombra e si rese conto che il momento era quasi giunto.

Maya, manca poco alla scadenza, ma dopo ciò che ho visto stasera… i tuoi occhi Maya, i tuoi movimenti… sei pronta per la “Dea Scarlatta”!



All’interno i giornalisti erano assiepati intorno al regista Kuronuma che stava parlando con i giudici e il Presidente dell’Associazione circa l’ammissione dello spettacolo al concorso e Maya lo sentì ridere di gusto. Alla fine, signor Kuronuma, sembra che ce l’abbiamo fatta!

- Signori, vi chiedo di tornare fra cinque giorni per vedere nuovamente “Lande dimenticate”! Voglio esplorare tutte le possibilità che questo spettacolo può offrire! - e spostò lo sguardo su ognuno di loro, sfidandoli.

- Sembra interessante, signor Kuronuma - commentò annuendo l’anziano Presidente dell’Associazione Nazionale dello Spettacolo.

Maya osservò il gruppo assiepato e inevitabilmente lo sguardo percorse tutto l’atrio splendidamente rinnovato e ancora una volta l’unico volto che gli apparve fu quello del suo donatore di rose scarlatte.

Ora non è più un’ombra… è nitido il viso che immagino, ha i suoi tratti e, per quanto possa sembrarmi assurdo, questa è la realtà… Ma io proprio non riesco a capirla, signor Hayami… Perché sembra tenere a me, se trattiene mia madre, curandola è vero, ma per farmela incontrare alla fine di uno spettacolo così da creare clamore? Non immaginava quanto io volessi incontrarla? Perché distrugge la compagnia Tsukikage e poi aiuta la signora con le spese mediche? Perché poco prima di salire sul palco per “Gina e i cinque vasi azzurri” mi disse che meno avversari ci sono e meglio è per poi dirmi quanto la mia interpretazione le sia piaciuta? E perché ha favorito “Isadora” per poi ristrutturare questo teatro e permettermi di recitare qui? E per quale ragione ieri è venuto alla prima nonostante il tifone? Signor Hayami io proprio non la capisco…

I suoi pensieri furono bruscamente interrotti dai giornalisti che vennero attirati dal commento di uno di loro che l’aveva riconosciuta. Le domande si susseguirono rapide e Maya provò estrema gratitudine quando Sakurakoji le venne in soccorso sostenendola con le risposte e con la sua vicinanza.

A distanza, Kuronuma osservò i due giovani con evidente soddisfazione.


   
 
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