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Autore: BlackSong00    20/11/2014    2 recensioni
“Si sono separati. Lei ha intrapreso la strada di sinistra. Lui, quella di destra. Ma si sono scordati di una cosa: il mondo è rotondo.
Due gocce di acqua perse in un oceano potranno mai rincontrarsi?”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angie, German, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
 
 “Ma ora rido, non piango, perché giuro di stare male per te sono stanco.”

 
 
-Argentina, Buenos Aires-
 
Erano passati almeno dieci minuti dall’ultima chiamata di Violetta che mi diceva di andare urgentemente allo Studio On Beat. Mi era sembrata molto preoccupata e triste, e cio’ non andava per nulla bene. Solo due volte aveva avuto quel tono: quando aveva saputo di sua mamma, e quando…lei era andata via.
Che cosa, allora, poteva provocare tutta quella tristezza in lei? Che cosa era successo di tanto terribile?
Non ci stavo capendo piu’ niente, e, come se non bastasse, sentivo nuovamente quella sensazione. Una sensazione parecchio strana da spiegare. Era come se mi mancasse qualcosa, qualcosa di indefinito.
Nella migliore delle ipotesi, poteva trattarsi solo di un caso assurdo di paranoia, ma…il caso peggiore? No, avrei fatto meglio a non pensarci.
-Papa’! Sono tutti in sala teatro, sbrigati…- disse Violetta, abbastanza triste e con uno strano pallore che regnava sul suo volto.
 

 
-Francia, Parigi-
 
Erano passate da poco le nove del mattino e, come al solito, ero nuovamente in ritardo.
Mi ero fiondata tra il traffico parigino tra quarti d’ora prima e, a causa di un incidente automobilistico, ero ancora imbottigliata in quest’ultimo.
Sistemai lo specchietto retrovisore e sorrisi alla mia figura riflessa: ero davvero cambiata!
I miei capelli castani si intrecciavano perfettamente con i miei colpi di sole biondi, mentre, i miei occhi risplendevano di una strana luce.
In realta’, non era una luce cosi’ strana.
Ero semplicemente felice.
Felice e sodisfatta di me stessa, di quello che ero riuscita a diventare.
Solamente e semplicemente felice e appagata.
Chi l’avrebbe mai detto che un giorno sarei mai andata via da Buenos Aires? Chi avrebbe mai detto che sarei riuscita a stare lontana da Vilu, anche solo per un giorno, senza vederla? Chi avrebbe mai detto che avrei imparato a vedere il mondo con occhi diversi? Chi l’avrebbe mai detto?
Eppure eccomi qui.
Eccomi.
Niente e nessuno avrebbe mai piu’ potuto fermarmi o, peggio ancora, farmi crollare come un vecchio edificio.
Nessuno.
 

-…pertanto questa e’ l’unica soluzione attendibile!- disse Pablo, accomodandosi e con un espressione non per niente convinta.
In realta’, dopo aver ascoltato quelle parole, nessuno di noi lo era.
Tutti eravamo sconvolti e, allo stesso tempo, spaventati dall’ipotetica soluzione al problema.
Silenzio. A quelle parole seguirono solo interminabili minuti di silenzio.
Era strano vedere tutti quei ragazzi in quello stato. Erano sempre pieni di vita e non facevano altro che cantare e ballare, ma, in quel momento, quello sembrava l’ultimo dei loro pensieri.
-Quante possibilita’ abbiamo di riuscire a rimediare con questa soluzione?- dissi, cercando di ignorare il turbine di emozioni che mi aveva risvegliato tutta questa faccenda.
-Le probabilita’ che questa soluzione vada a buon fine e’ molto bassa, quasi pari all’ 1,9%.- risposte Beto, dopo aver fatto volare una marea di fogli contabili in aria.
-Io sono del parere che bisogna provare. Tutto male che niente vada per il verso giusto…abbiamo un po’ di esperienza!- disse Camilla sorridendo timidamente, cercando di animare i suoi amici.
-Forse Camilla ha ragione…- disse Federico.
-Ragazzi, io penso che dovremmo farlo. Non siamo sempre stati uniti? E allora che aspettiamo?- disse Francesca, alzandosi in piedi.
-Si, ma…- cerco’ di ribattere una mamma, forse la mamma di Maxi.
-Niente ma. L’unione fa’ la forza e noi ce la metteremo tutta!- disse Violetta, alzandosi in piedi e seguendo la sua amica.
-Se ne siete convinti, allora e’ tutto okay!- ribatte’ la mamma di Maxi con un gran sorriso.
-Tutti per uno, uno per tutti!- urlarono all’uninsono tutti gli alunni.
-Io credo che sia la scelta migliore!- disse Priscilla, sorridendomi dolcemente.
-Lo spero tanto, lo spero…- dissi, a meta’ tra la felicita’ e la disperazione.
Lo sentivo, lo sentivo. Sentivo che presto tutto sarebbe cambiato, tutto sarebbe stato stravolto. Lo sentivo, eccome se lo sentivo.
 

-Francia, Parigi-
 
Quel giorno la sede di U-Mix FR era particolarmente deserta, nonostante non fossimo nel fine settimana.
Di solito, i corridoi erano inondati di ragazzi che cantavano o suonavano alla rinfusa qalche brano, e le sale, oggi poco popolate, spesso non bastavano a contenere tutti gli "aspiranti artisti".
Nonostante cio', all'interno di quella struttura, c'era qualcosa di magico, qualcosa che legava tutti noi e che ci faceva vivere bene. Qualcosa che faceva sentire tutti a proprio agio, a casa, anche quando la tua casa e' lontana.
Era un posto dove il divertimento e l'allgria erano assicurati, e dove sognare era quesi una regola.
-Buongiorno!- dissi, entrando in sala prove con un sorriso da orecchio ad orecchio.
-Ti fa proprio schifo la puntualita’?- disse Cande, con finta aria di rimprovero.
-Ma come siamo simpatici questa mattina!- dissi, facendole l’occhiolino e dandole un bacio sulla guancia come saluto.
-Scusa del giorno?- chiese Tini, sorridendomi divertita.
-Mi sono solo trovata imbottigliata nel traffico!- dissi, sedendomi su di un divanetto.
-Scusa di riserva?- chiese Lodo, passandomi degli spartiti.
-Ma dai!- dissi, sbuffando e facendole una linguaccia.
-Buondi’!- dissero i ragazzi entrando nella sala.
-Che ci fate ancora qui?- chiese Jorge stranito.
-Em…stavamo per provare?- rispose Tini con il suo stesso tono.
-Non l' avete ancora saputo? Abbiamo una riunione con degli esponenti di U-Mix, pare che ci siano guai in vista…- disse Facundo, come se fosse la cosa piu’ normale del mondo.
-Qualcosa di grave?- chiese allarmata Lodo.
-Non sappiamo ancora niente…- rispose Diego, restando sul vago.
-Che cosa aspettiamo? Andiamo, sono curiosissima!- dissi, con un grande sorriso e scattando in piedi.
Nonostante il mio buon umore, avevo la sensazione che questa “notizia” non sarebbe stata per nulla una “buona notizia”.
Avevo un brutto presentimento, insomma. E, purtroppo, i miei brutti presentimenti sono sempre fondati.

*Angolo autrice*
Ciao a tutti!
Innanzitutto (si, inziero' sempre cosi', che cosa voete farci?) volevo scusarmi per la lunghezza del capitolo, ma in questi giorni sono davvero impegnata.
Comunque, questa volta sono rimasta abbastanza sul vago, non spifferando tutto e tenendo sulla spine anche voi (muahhahah come sono crudele!).
Okay, so che puo' sebrarea abbastanza confuso e bruttino, ma vi possa assicurare che a poco a poco tutte le tessere del puzzle combaceranno!
Pertanto, vi prego di continuare a leggere la ff, perche' tra qualche capitolo tutto avra' senso (non lasciatevi ingannare dall'apparenza!)
Che altro aggingere?
Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia e che mi lasciate tante recensioni!
Baci, BlackSong00

 
   
 
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