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Autore: marcella92    20/11/2014    3 recensioni
E se Lori tornasse a Honolulu? E se i Five-0 avessero messo su famiglia e, oltre ai casi, dovessero districarsi anche con i problemi di casa? Cosa succederebbe se Steve si innamorasse davvero?
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Lo so, Lo so, dovevamo incontrarci al pranzo del Governatore, ma non è colpa mia se il mio informatore voleva vedermi a quell'ora!” disse Steve, rincorrendo Lori nell'ufficio dei Five-0.

“Almeno avresti potuto avvertirmi, erano tutti lì ad aspettare te, il grande eroe, e tu non ti fai vedere!” rispose la donna.

“Ti ho già chiesto scusa, la prossima volta ci sarò. Che mi sono perso?”

“Niente di che, vari discorsi, brindisi, bla bla bla...il buffet però era buono.”

“Non me lo dire, si è perso il pranzo dal Governatore...” disse Danny, entrando in quel momento.

“Esatto, ma l'ho già rimproverato.”

“Danno, che succede?” chiese Steve.

“Un'altra denuncia di scomparsa, sempre la stessa storia: ragazza asiatica tra i sedici e i ventitrè anni. Reiko Iwata, ventuno anni, faceva la cameriera, è sparita due sere fa e le sue coinquiline hanno chiamato la polizia.”

“Dobbiamo fare qualcosa, è la decima in tre mesi!” disse Lori.

“Vengo adesso dall'ufficio del Governatore, ha detto che il caso è nostro, e di risolverlo il prima possibile.” rispose Danny.

“Perfetto, chiama Chin e Kono, riunione tra cinque minuti.”

Dopo che Danny fu uscito, Steve prese Lori per la vita, ma lei provò invano a divincolarsi.

“Mi sembra di non baciarti da una vita.” disse l'uomo, avvicinandosi.

“Davvero? Erano solo tre ore fa, l'ultima volta che ho controllato.”

“Ho paura di non ricordarmi come si fa...”

“Se vuoi ti aiuto io...”

Le loro labbra stavano per toccarsi quando furono interrotti da Kono.

“Oh, scusate...” disse, coprendosi gli occhi sorridendo “Noi vi staremo aspettando di là...”

“Sì, scusa, arriviamo subito.”

Il gruppo si riunì attorno al computer.

“Kono, puoi farmi vedere dove vivevano, dove lavoravano e dove sono state rapite le ragazze?”

“Certo, ecco qua: vivevano distanti, non credo si conoscessero, ma lavoravano tutte nella stessa zona di Ala Moana, ed erano tutte cameriere, donne delle pulizie o bariste.”

“Quindi è probabile che i rapitori le scelgano mentre sono al lavoro.” disse Chin.

“Magari sono dei clienti dei posti dove lavoravano...” rispose Danny, osservando la mappa.

“Forza, al lavoro, andiamo a interrogare i proprietari dei vari locali.” concluse Steve.

 

La squadra passò più di due ore entrando e uscendo dai locali e hotel di Ala Moana, ma sembrava che nessuno avesse notato niente di strano, tranne la sparizione: le ragazze erano brave, serie, ma dopo un po' di tempo sparivano senza avvisare, senza portare niente dagli appartamenti, né vestiti né altri oggetti personali.

Fu Lori ad avere fortuna dopo vari tentativi: il proprietario di un locale le riferì che Reiko, l'ultima ragazza scomparsa, qualche sera prima della sparizione era stata avvicinata da due uomini, anch'essi asiatici, ma che li aveva respinti in malo modo. L'uomo le disse anche che era da qualche settimana che li vedeva, e li ricordava perchè uno dei due aveva una grossa cicatrice che gli attraversava la faccia.

“Ottimo lavoro Lori. Kono, controlla se riusciamo ad ottenere qualcosa dalle telecamere di sorveglianza, poi confrontalo con motorizzazione, immigrazione, tutto quello che serve.” disse Steve, mentre le abili mani di Kono già volavano sulla tastiera.

“Ecco, guardate lì” disse Chin, osservando le immagini di Reiko che rifilava un pugno all'uomo con la cicatrice “Ehi, ha un bel destro!”

“Ora isolo l'immagine e controllo i riscontri.” disse Kono.

Dopo pochi secondi, i Five-0 avevano l'identità dei due: Takeo e Hiroshi Kayama, giapponesi di trenta e ventisette anni, con una fedina penale che farebbe impallidire Al Capone, con crimini che andavano dal furto, allo stupro al rapimento.

“Sembrerebbero affiliati della Yakuza, con un curriculum del genere. Questo spiegherebbe la loro libertà di movimento sull'isola, saranno sicuramente coperti da qualcuno” disse Steve, per poi rivolgersi a Kono “So che ti peserà molto, ma non potresti...”

“Chiedere ad Adam? Ci proverò, ma non credo otterrò molto. Non parla volentieri di queste cose, lo sai.”

“Lo so, e ti ringrazio anche solo per il tentativo.” Kono annuì, allontanandosi per chiamare il marito.

“Ehi, Steve, guarda. Qui risulta che i Kayama hanno un piccolo motoscafo noleggiato fino a venerdì al porto turistico, che dici, vado a controllare?” disse Chin.

“Sì, ma avvisa anche Duke, avrai sostegno nel caso succedesse qualcosa. Kono, hai saputo niente?”

“E' stato difficile, ma Adam mi ha detto che i Kayama sono famosi nella Yakuza, vengono assoldati per i lavori sporchi, soprattutto rapimento e prostituzione, perchè non lasciano tracce, ma a Hiro non piacevano, perciò non so dirti di più.”

“Quindi è molto probabile che le ragazze siano già finite in qualche bordello...se avessi quei due tra le mani per qualche minuto rimarrebbe ben poco.” disse Danny arrabbiato.

“Calma, calma. Ora aspettiamo Chin, poi vedremo cosa fare.” lo tranquillizzò Lori.

“Dopo mezz'ora, Chin tornò alla base, e riferì che i due fratelli erano arrivati, avevano preso qualche provvista al negozio del porto e poi erano ripartiti. L'uomo, osservandoli con il binocolo, li aveva visti accostarsi ad uno yacht di trenta metri, il Sun Odyssey, dove c'erano altri uomini ad attenderli.

“Forse erano armati, ma non sono riuscito a capirlo.” concluse Chin.

“Grazie Chin. Kono, tu controlla a chi appartiene la barca. Allora, sappiamo che i Kayama vivono sulla barca, che vengono qui a fare rifornimento e probabilmente anche a cercare le loro vittime...e se le tenessero rinchiuse nello yacht per poi portarle in Giappone?”

“E' troppo distante, anche per una barca di quelle dimensioni.” rispose Danny.

“Magari si incontrano con qualche cargo in acque internazionali” ipotizzò Lori.

“Forse.” rispose Steve, guardando in lontananza.

“Oh no, quello sguardo non vuol dire niente di buono...” disse Danny.

“C'è un unico modo per saperlo, dobbiamo salire su quella barca.”

“Ecco, lo sapevo. E io che speravo in un miglioramento visto che sta con te...” continuò sconsolato Danny, rivolgendosi a Lori, che aprì le braccia sconsolata.

“Dico davvero, l'unico modo è quello!” continuò Steve.

“No, quello è l'unico modo che conosci tu!”

“Danny, Steve ha ragione, non possiamo perquisirli senza mandato” disse Chin “Anche perchè il governatore non ci autorizzerebbe mai.”

“Capo, ho scoperto di chi è lo yacht” disse Kono, attaccando il telefono “Ci ho messo un po' perchè la barca è di una società fantasma che fa capo ad un'altra, e via dicendo, u po' come le scatole cinesi. Comunque, sono risalita al nome Nobu Utamuru, amministratore delegato di tre compagnie giapponesi e braccio destro di una delle famiglie più influenti della Yakuza.”

“Brava Kono. Senti, controlla se per caso una delle compagnie ha qualche nave di passaggio intorno alle Hawaii, diciamo entro quattrocento miglia.”

“Fammi controllare...ecco: la Morning Star, un cargo filippino che appartiene a una delle compagnie di Nobu passerà a duecentodieci miglia da qui domani alle 8.30, secondo il suo piano di navigazione.”

“Perfetto, abbiamo ancora un po' di tempo. Devo chiamare Joe, ci vediamo tra poco.” detto questo, Steve uscì e telefonò al vecchio comandante.

“Ehi Joe, che ne dici se, entro qualche ora, trovassi una barca per una battuta di pesca in notturna?”

“Ragazzo, sicuro di sentirti bene?”

“Se passi al Five-0 ti spiego tutto.”

In dieci minuti l'uomo era lì.

“Allora? Che passione ti è venuta per la pesca notturna? Credevo avessi una fidanzata.”

“Dobbiamo controllare uno yacht, ma non abbiamo il permesso e non ce lo daranno mai, quindi dobbiamo arrangiarci da soli: ci aiuti?”

“Va bene, ma mi devi una cassa di birra. Ci vediamo tra un'ora al porto.”

Steve rientrò in ufficio, dove venne accolto dalle facce perplesse dei colleghi.

“Si può sapere dove sei stato?” chiese Danny.

“A organizzare una gita in barca per stasera.”

“Cosa?”

“Tra qualche ora, tu, io, Chin, Lori e Joe andremo al porto e partiremo per avvicinarci allo yacht, quindi preparatevi.”

“E io capo?” chiese Kono.

“Tu mi servi qui, dovrai coordinarti con polizia e guardia costiera, oltre a rimanere costantemente in contatto con noi.” rispose il comandante

“D'accordo, ma la prossima volta lasciate a casa qualcun altro.” rispose la donna, un po' offesa.

“Ok, pronti a partire tra un'ora. Ah, non siate tirchi con le armi, ho l'impressione che ci serviranno.” L'uomo si girò per andare a prepararsi, ma fu bloccato da Lori.

“Steve, ma sei impazzito? Tralasciando le leggi che infrangeremo, hai pensato ai rischi? Se ci ferissero o ci catturassero? Quella gente non ha scrupoli, lo sai.”

“Lori, ti fidi di me?”

“Sai già che ti affiderei la mia vita.”

“Allora fallo, fidati. Pensa a quelle ragazze, stanno rubando loro la vita a vent'anni, dobbiamo fare qualcosa.

“Hai ragione, ma ho un brutto presentimento.”

Steve si intenerì e l'abbracciò.

“Non preoccuparti, ci riusciremo.”

“Sai una cosa? Se tu non fossi così testardo, credo che non ti amerei così tanto.” disse Lori, fissandolo intensamente, e Steve le restituì il sorriso, dandole un dolce bacio sulle labbra.

 

Dopo un'ora Joe chiamo Steve, per dargli informazioni sulla barca.

“Allora, ho affittato una barca da pesca, ho controllato che avesse una stiva abbastanza grande per tutte le armi che so già ti porterai dietro. È a tre posti dalla barca dei Kayama, e da quando sono qui non ho visto movimento, ma forse approfitteranno del buio. A che ora arrivate?”

“Fra poco è l'imbrunire, volevo aspettare almeno che calasse del tutto il sole, così, per non correre rischi, quindi verso le ventuno dovremmo esserci. A più tardi, Joe. Grazie.”

“Ragazzi, ho controllato: stasera mare calmo e niente luna, clima perfetto per un'abbordaggio, quindi cercate di non complicare la cosa più del necessario.” disse Kono, preoccupata.

“Cugina, so che lo fai perchè vorresti venire anche tu, ma non attacca.” rispose Chin, controllando il fucile.

“Steve, cosa dobbiamo portarci?” chiese Lori.

“Tutto quello che vi sembra necessario, forse qualcosa di più. Non sappiamo cosa ci troveremo davanti, ma non credo che sia gente che si fa sorprendere disarmata, quindi...” rispose l'uomo, facendo scattare la sicura della pistola.

“Perfetto. Devo chiamare Grace e salutarla per l'ultima volta? Devo fare testamento in questa ultima mezz'ora? No, dimmelo, così mi preparo.” disse Danny.

“Avanti, dici sempre le stesse cose! Sarà la millesima operazione pericolosa che facciamo, un po' di fiducia!” rispose Steve.

“Lo so, ma con te non c'è mai da fidarsi...”

 

Alle ventuno spaccate il gruppetto stava salendo a bordo della barca da pesca noleggiata da Joe, portando due grosse sacche da viaggio.

“Viaggiate pesanti stasera?” chiese Joe, aiutando Lori a salire.

“E tu? Niente giocattoli?” gli chiese Danny.

“Non preoccuparti per me ragazzo, ho i miei trucchi.”

“Ehi, Joe, movimenti dei Kayama?” chiese Steve.

“Ancora niente. Li ho visti arrivare mezz'ora fa, ma devono ancora tornare. Nel frattempo potresti spiegarci il piano, che ne dici?”

“Allora, pensavo di arrivare a qualche metro dalla barca, poi controlliamo la sorveglianza sul ponte e, appena possibile, li abbordiamo, possibilmente senza fare rumore.”

“Mi piace. Chiaro, semplice e potenzialmente mortale: sì, è decisamente nel tuo stile.” commentò Danny.

“E poi?”

“Poi controlleremo lo yacht, cercheremo le ragazze, arresteremo i cattivi e torneremo a riva il prima possibile.”

“Perfetto. Ehi, guardate! Stanno tornando.” disse Chin, guardando verso il molo, dove i due fratelli, accompagnati da tre ragazze visibilmente ubriache, si apprestavano a salire in barca, per poi partire velocemente.

“Altre vittime, sicuramente. Lasciamogli qualche minuto di vantaggio, poi partiamo anche noi.”

Joe aspettò finchè vide scomparire la barca nel buio, poi cominciò a d inseguirla, tenendo d'occhio il radar, che la segnalava davanti di circa un miglio. La navigazione fu breve, e in poco tempo arrivarono in vista dello yacht, che si stagliava bianco sul fondo nero della notte. Videro i due fratelli avvicinarsi fino a toccare lo scafo, poi, aiutati da due uomini armati, fecero salire le ragazze e assicurarono la barca allo yacht. In quel momento, dopo aver mandato i Five-0 a nascondersi, Joe decise di avvicinarsi di più, arrivando così vicino da riuscire a vedere i lineamenti asiatici degli uomini di guardia. Non appena videro la barca, questi alzarono le armi, urlando a Joe di allontanarsi.

“Scusate, non pensavo fosse così pericoloso avvicinarsi ad uno yacht! Trasportate qualche vip?” chiese l'uomo.

“Non sono affari suoi. Ora si allontani, per favore.”

“Va bene, va bene, ma abbassate le armi, mi fanno un po' paura.” l'uomo diede gas ai motori, poi si allontanò passando davanti alla prua dello yacht, dove vide altri due uomini di guardia. Si allontanò fino a non essere più in vista, poi richiamò la squadra.

“Ho visto quattro uomini di guardia, ma credo ce ne siano di più. Non mi posso avvicinare di nuovo, altrimenti quelli sparano sul serio, quindi prendete il tender, andate a remi fino allo yacht e ci salite in silenzio. Opterei per babordo, è meno illuminato. Ragazzi, tra un'ora voglio vedere il segnale, altrimenti me ne vado, chiaro?”

“Chiarissimo. A tra poco.” detto questo, i quattro, armati di tutto punto e infagottati in abiti neri e giubbotti antiproiettile, si calarono nel tender e cominciarono a remare verso la maestosa barca che avevano davanti. Toccarono lo scafo con un leggero suono sordo, poi Danny si alzò per controllare che non ci fosse nessuno in quella parte del ponte e, trovatolo vuoto, fece segno di salire. Il gruppo si divise, Chin e Lori andarono a tribordo, mentre Danny e Steve continuarono a babordo. Si trovarono davanti una guardia che aveva appena finito il turno, quindi fu facile disarmarla e mandarla a dormire in una cabina vuota, senza destare sospetti. I quattro si ritrovarono a poppa dello yacht, dove c'era l'entrata del salone principale, in cui si vedevano i fratelli Kayama che parlavano in video conferenza con un altro asiatico. I Five-0 decisero che, per agire indisturbati, dovevano prima eliminare tutte le guardie, quindi salirono al piano superiore, dove trovarono altre guardie, ma non furono fortunati come prima: questi, non appena li videro, aprirono il fuoco, richiamando anche gli altri. I Five-0 si erano ritrovati in mezzo ad un fuoco incrociato, così cercarono di ripararsi gettandosi al piano di sotto. Atterrarono pesantemente, e Lori notò che Chin aveva del sangue che gli scorreva sulla faccia.

“Chin, sei ferito!”

“Non è niente, solo un graffio. Voi state bene?” chiese, ricevendo cenni di assenso da tutti.

“Allora, ormai sapranno che siamo qui, perciò fate il doppio dell'attenzione di prima, potrebbero nascondersi dappertutto. Danny, tu e io proveremo ad entrare senza farci vedere per cercare le ragazze, mentre voi due dovreste controllare il perimetro, ve la sentite?”

“Certo che sì. Mi raccomando, fate attenzione.” disse Lori, avvicinandosi a Steve per baciarlo.

“Forza allora, ci vediamo tra poco.”

Steve e Danny scesero una piccola scaletta e si ritrovarono in un corridoio poco illuminato, da dove arrivavano suoni attutiti. Continuarono fino alla fine, e si trovarono davanti una porta chiusa con un lucchetto, che Steve provvide subito a scassinare. Dietro, i due trovarono uno spettacolo raccapricciante: dieci ragazze, sporche e denutrite, tutte addormentate, legate a delle brandine di ferro. Steve stava per avvisare gli altri della scoperta, quando udì nell'auricolare una scarica elettrostatica, e una voce fredda che gli parlava.

“Non so chi siate, ma so che siete più di due: se entro due minuti non sarete sul ponte superiore, ucciderò la bionda e l'hawaiano.” Steve e Danny, sconsolati, lasciarono cadere le armi e si avviarono verso il ponte. Non appena giunsero sul ponte, trovarono Chin e Lori inginocchiati, senza armi e senza giubbotto antiproiettile e con le mani legate: due guardie li afferrarono e riservarono loro lo stesso trattamento. Una volta in fila davanti alla porta, il gruppo fu raggiunto da Takeo Kayama, che, ridendo sprezzante, cominciò ad interrogarli.

“Chi siete?” chiese a Danny, ma, non ricevendo risposta, venne atterrato da un colpo del calcio di un fucile alla mascella.

“Vediamo se va meglio con la bionda...allora? Chi vi manda? FBI? Polizia?” l'uomo prese Lori per i capelli, e Steve, accecato dalla rabbia, si lanciò su di lui, ma venne fermato da una delle guardie con un pugno nello stomaco. Furono interrotti da un uomo che disse qualcosa a Takeo, che guardò i Five-0 e poi il mare.

“Chi c'è assieme a voi? Sappiamo che avete una barca qui intorno, chi c'è? Vi avverto, se non parlerete darò l'ordine ai miei uomini di fare fuoco.” Nessuno parlò, così Takeo ordinò di sparare ad altezza uomo. La guardia eseguì l'ordine e si sentirono i proiettili rimbalzare sulla tuga della barca da pesca, che evidentemente Joe aveva fatto avvicinare. Non vedendo movimento, Takeo accese il potente riflettore della barca, e Joe fu veloce a nascondersi, ma non abbastanza, infatti una guardia colse un movimento dietro delle casse sul ponte, e fece fuoco: finita la scarica, Joe venne fuori con le mani in alto e del sangue sulla camicia. Takeo abbaiò un ordine in giapponese, e delle guardie spinsero di malo modo i Five-0 sulla loro barca, che Joe era stato obbligato a far avvicinare: la squadra fu fatta allineare sul ponte, sotto tiro, mentre le guardie perquisivano la barca, uscendone con le due borse semivuote, in cui avevano nascosto le armi. Poi furono fatti scendere nella stiva, dopo essere stati perquisiti, e Takeo li accompagnò di sotto: quando vide che erano seduti tutti per terra, stretti, con le mani legate e sangue incrostato addosso, sogghignò malignamente.

“Credevate davvero che non sapessi chi foste? I famosi Five-0, ormai tutti i criminali vi conoscono, è che, a differenza degli altri, io non vi temo...comandante, i suoi occhi dicono che dovrei farlo, ma al momento non sono io quello bloccato in una stiva puzzolente con le mani legate...vorrei dire che è stato un onore, ma credevo che lo stato delle Hawaii si tutelasse meglio, non con una squadra di fantocci. Addio signori.” detto questo, l'uomo si chiuse la porta alle spalle e la bloccò dall'esterno, poi, dopo aver detto qualcosa ai suoi, ritornò sulla yacht. Poco dopo, i Five-0 sentirono il rumore dei motori che partivano, man mano allontanandosi. Passò qualche minuto, poi Steve ruppe il silenzio.

“Lori, la prossima volta che non darò retta al tuo intuito, ti permetto di tirarmi un destro dei tuoi.”

“Lo farei con molto piacere anche ora, ma qui dentro c'è così poco spazio che ho le ginocchia in gola.”

“Ragazzi, state calmi. Steve, riesci a muoverti di poco verso destra?”

“Sì, ma...”

“Perfetto. Sotto quella cima c'è una cassetta d'emergenza, riesci a raggiungerla?”

“Presa.”

“Ora aprila e cerca la torcia.” dopo qualche secondo l'ambiente fu illuminato da una luce verdognola, che dava a tutti un aspetto spettrale. Come prima cosa, la squadra sciolse i nodi che stringevano i polsi di tutti, poi Lori ispezionò le ferite di tutti: Chin aveva un taglio sul cuoio capelluto, dove un proiettile lo aveva preso di striscio, Danny aveva una guancia completamente tumefatta e del sangue rappreso su naso e bocca, Joe aveva un buco in una spalla, dove il proiettile l'aveva attraversata e Steve aveva l'impronta di una scarpa sullo stomaco e del sangue non suo sul collo.

“Ragazzi, vi è andata molto bene, potevate morire tutti quanti.” disse Lori, finendo di fasciare la spalla di Joe “Joe, ti servirebbero dei punti, ma non ho l'occorrente, quando torneremo chiamiamo subito Malia, ok?”

“Certo, grazie Lori.”

“Non vorrei fare il guastafeste, ma se non ci trovano quelli della guardia costiera, credo che passerà un po' di tempo prima di rivedere il porto di Honolulu.” disse Danny.

“Lo so, dobbiamo trovare un modo per uscire di qui. Joe, non hai, che so...un cacciavite, un piede di porco, della dinamite...”

“Ragazzo, credi che saremmo ancora qui se avessi avuto una di quelle cose?” rispose l'uomo.

“Io ho solo una pistola da caviglia.” disse Chin, estraendola dallo stivale.

“Perfetto! Potremmo sparare alla serratura!” disse Danny.

“No, se non vuoi morire. Il proiettile rimbalzerebbe indietro e colpirebbe uno di noi, qui dentro è troppo piccolo.” rispose Steve.

“Steve ha ragione, dovremmo forzare la porta ma...”

“Ehi, hai aperto quel lucchetto, prova con la porta...” disse Danny.

“Hai ragione...aspetta che prendo il coltello dalla tasca...” dopo qualche contorsione, Steve recuperò un coltellino svizzero sfuggito alla perquisizione, e, assistito da Lori che reggeva la torcia, provò a forzare la serratura, inutilmente. Takeo l'aveva danneggiata da fuori, rendendola inservibile.

“Niente, dobbiamo cambiare strategia. Allora, ricapitoliamo i modi in cui non possiamo uscire...”

“Scusa, non sarebbe meglio pensare a quelli per uscire?” chiese Danny sarcastico.

“Se ne trovi uno, fammelo sapere...” rispose Steve. In quel momento, la torcia scivolò di mano a Lori, e rotolò verso Chin, seduto a terra nella parte opposta della stanza.

“Chin, punta la luce verso di me.” disse Joe, venendo illuminato da un fascio chiaro “Ragazzi, mi spiace dirvelo, ma quei bastardi vogliono farci colare a picco.”

Effettivamente tutti, dopo la rivelazione, si resero conto che il pavimento non era più dritto sotto i loro piedi, ma già abbastanza inclinato.

“Lo sapevo, lo sapevo! Dovevo fare testamento!”

“Magari lo fai quando torniamo, che ne dici? Ora concentrati e prova a pensare ad un modo per uscire di qui.” disse Chin a Danny, mettendogli una mano sulla spalla.

“Prima di tutto dobbiamo trovare un modo per respirare, altrimenti saremo incoscienti prima che ci ritrovino...Joe, che c'è dietro quella grata?”

“Non lo so, proviamo a toglierla.” dopo qualche minuto e due unghie rotte, Lori, quella con le mani più piccole, era riuscita a togliere la grata, che aveva rivelato una piccola apertura da cui arrivava dell'aria fresca.

“Certo, non è molto, ma almeno non moriremo per asfissia.” disse Chin, con leggero ottimismo.

“Giusto, giusto. Moriremo annegati e divorati dagli squali...che bella prospettiva!” disse Danny.

“Propongo una votazione, alzi la mano chi vuole che Danny non apra la bocca finchè non usciamo di qui.” disse Lori, e tutti alzarono la mano.

Per il poco possibile, i cinque esplorano la stiva, e compresero quello che già sapevano, ma che non volevano accettare: quella stiva era praticamente sigillata dall'esterno, e non c'era via di scampo se non con una fiamma ossidrica che, purtroppo, non era nel kit d'emergenza di Joe: tutti però si rendevano cono che non rimanevano loro molte ore prima che la nave affondasse, infatti il pavimento ormai era molto inclinato, tanto che tutti facevano fatica a stare in piedi.

“Ora posso parlare e dar voce ai pensieri di tutti?”

“Assolutamente no, te l'ho detto. Puoi parlare solo se proporrai delle idee intelligenti.”

“Allora sto zitto e mi rintano qui a pensare a Grace finchè l'oblio dell'oceano non mi catturerà.”

“Sentite, sono stanco di sentire questi discorsi, Kono non ha nostre notizie da un po', ci cercherà, avviserà la guardia costiera, la polizia, l'esercito, smuoverà tutta l'isola per cercarci.” disse Lori.

“Hai ragione...speriamo che se ne renda conto al più presto possibile...”

 

Ma dopo due ore non era arrivato ancora nessuno, e la barca era ormai pericolosamente inclinata. Lori e Steve erano abbracciati, cercando di condividere quegli ultimi momenti insieme, dicendo cose non dette, sognando un futuro che forse non sarebbe arrivato. Ad un certo punto, Steve alzò la testa di scatto, guardando prima Lori e poi i suoi compagni di prigionia, per poi tornare con lo sguardo su Lori.

“Sposami.”

“Cosa?”

“Sposami.”

“Perfetto, l'ossigeno sta finendo e Steve comincia a delirare...” disse Danny, a metà tra il preoccupato e il divertito.

“Dico sul serio. Non posso morire senza aver condiviso almeno qualche attimo di vita da marito e moglie con te” disse Steve, rivolto a Lori, con uno sguardo convinto “Joe, tecnicamente sei il capitano della barca, i testimoni li abbiamo...sposiamoci!”

“Sai che questo non varrà niente vero?” chiese Joe, stupito.

“Sì, ma se continua così non avremo problemi, no?”

“Allora...va bene. Ragazzi, mettetevi uno di fronte all'altro e datevi la mano.”

“Ehi, Joe, aspetta un attimo, servono gli anelli.” disse Chin, frugando nella cassetta degli attrezzi, estraendo due guarnizioni.

“Perfetto. Allora, vuoi tu Lori, prendere Steve come tuo legittimo sposo, in salute e malattia...”

“Se di salute ne rimarrà...” disse Danny sottovoce, facendo ridacchiare tutti.

“Dicevo, nella gioia e nel dolore, in salute e malattia, per tutti i giorni della tua vita?”

Lori, con un sorriso che illuminò la piccola stiva, rispose sì, infilando la guarnizione all'anulare di Steve.

“E tu, Steve, vuoi prendere Lori come tua legittima sposa, nella gioia e nel dolore, in salute e malattia, per tutti i giorni della tua vita?”

“Lo voglio.” e anche Steve infilò la guarnizione al dito di una commossa Lori.

“Se i testimoni hanno qualcosa da dire parlino ora o tacciano per sempre.” e Joe, sorridendo, guardò Chin e Danny “E allora, con il potere conferitomi da...va beh, lasciamo perdere...io vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa.” E Steve baciò Lori come non aveva mai fatto, come se fosse davvero l'ultima volta.

“Beh, allora, cari sposini, dove andrete in luna di miele?” chiese Joe, nascondendo una risata.

“Mah, pensavamo di andare in un posto in cui non c'è acqua e non ci sono barche...che ne dite, nel deserto del Sahara ci saranno degli hotel a cinque stelle?” rispose Lori ridacchiando.

In quel momento, l'acqua cominciò a filtrare da sotto la porta, facendo capire ormai che mancava meno di un'ora all'affondamento della barca.

“Ragazzi, io non ve l'ho mai detto, ma...vi voglio bene, davvero.” disse Danny.

“A me l'avevi già detto.” rispose Steve.

“Anche io. Siete la mia famiglia, folle, complicata, disordinata, ma sempre famiglia. Ragazzi, spero di rivedervi, prima o poi.” disse Joe.

Piano piano l'acqua continuava a salire, e tutti cominciavano a sentire freddo, quando all'improvviso Chin si riscosse.

“Ehi, sentite...sembra il rumore di un motore.”

“Stai delirando, è l'acqua fredda...ehi, no, ora lo sento anch'io!” disse Danny euforico.

Kono, dopo due ore in cui non aveva ricevuto notizie, aveva cominciato a fare telefonate a tutta Honolulu. Aveva poi avvisato la guardia costiera, dicendo di controllare il braccio di mare che avrebbero dovuto percorrere i suoi colleghi. Alla fine, dopo quattro ore e sei telefonate che andavano dal furioso all'isterico all'ufficio del governatore, era riuscita ad ottenere il permesso di far volare gli elicotteri della guardia costiera e di mandare una nave della marina alla ricerca dei Five-0 dispersi. Finalmente, dopo un'ora e mezza a mollo, e altre due rinchiusi, Joe, Steve, Lori, Danny e Chin furono liberati dalla piccola stiva e caricati immediatamente in elicottero: nessuno di loro era gravemente ferito, ma erano stati in un ambiente con poco ossigeno, che li aveva indeboliti molto, e poi dovevano farsi disinfettare le ferite e controllare possibili colpi nascosti. In un attimo atterrarono sul tetto dell'ospedale, dove li aspettava, tra gli alti, Malia,pronta a tirare le orecchie al marito: quando lo vide, però, con la faccia insanguinata e l'espressione stravolta, ogni proposito di rimprovero sparì, per lasciare posto ad un'indescrivibile senso di sollievo nel saperlo sano e salvo. I Five-0, una volta ricuciti e sistemati, vennero raggiunti da Kono, sconvolta quanto loro e felicissima di vederli: li avevano messi tutti nella stessa stanza, altrimenti, dissero i medici, non ci sarebbe stato un attimo di pace in reparto, così, quando Kono entrò in stanza, notò la guarnizione alla mano di Lori.

“Ragazza, cosa ci fai con quella guarnizione? Avevano finito i punti di sutura?” disse, abbracciandola, per poi accomodarsi accanto a lei sul letto.

“Mi dispiace ma questa è la mia fede nuziale...io e Steve ci siamo sposati!!!!!” disse Lori, sorridendo.

“Cosa???? E quando???”

“Circa un'ora prima che ci trovassero...ehi, a proposito, noi non possiamo stare qui! Dobbiamo fermare i Kayama, chissà dove saranno ormai!” disse Steve, alzandosi di colpo, e così facendo la flebo si strappò dal braccio, facendo sgorgare parecchio sangue.”

“Ecco, questa verrà inserita tra le cose più stupide mai fatte da Steve McGarrett.” disse Danny, suonando il campanello dell'infermiera, proprio mentre Malia entrava nella stanza.

“Steve! Che hai fatto?!? Torna subito a letto e allunga il braccio.” L'uomo, obbediente, si rimise a letto e aspettò pazientemente che la donna lo medicasse, poi diede istruzioni all'infermiera di attaccargli un'altra flebo nell'altro braccio, minacciandolo che lo avrebbe addormentato se non fosse stato immobile.

“Posso parlare? Allora, quello che volevo dirvi prima che il capo rischiasse il dissanguamento è che ho già avvertito la marina e la guardia costiera, e, pochi minuti fa, mi hanno detto che hanno avvistato lo yacht e il mercantile e che procederanno all'arresto tra poco. Dovranno fermare lo yacht prima, e poi arriveranno al mercantile.”

“Avvisali che facciano attenzione e che preparino l'infermeria per accogliere una dozzina di ragazze ferite e malnutrite...quindi eviterei di sparare cannonate sullo yacht...”disse Chin.

“Sarà fatto cugino, anzi, vado subito, sempre che nessuno tenti il suicidio mentre esco.” disse Kono, uscendo dalla stanza.

“Finalmente ho finito il turno, così posso scortarti a casa e assicurarmi che non ti muova dal letto finchè non lo dico io. Ragazzi, siete liberi di andare, basta che firmiate il modulo di dimissioni. Steve, Joe, voi dovreste finire la flebo tra un quarto d'ora, poi siete liberi. Ah, Steve, Lori, congratulazioni...ma voglio venire ad un vero matrimonio, mi raccomando!” Disse Malia, aiutando Chin a indossare la giacca.

Kono rientrò in quel momento, dicendo che la marina aveva fermato lo yacht, e che solo un Kayama era sopravvissuto all'arresto, mentre le ragazze erano tutte vive, anche se alcune erano conciate davvero male, e presto sarebbero state trasportate all'ospedale. Malia, dopo aver sentito questo, guardò il marito.

“Lo so, lo so, devi andare. Io rimarrò qui assieme alla squadra.”

Appena Malia e Kono uscirono, per tornare rispettivamente al lavoro e dal marito, Lori si diresse verso il letto di Steve, che le fece spazio accanto a sé.

“Ragazzi, capisco che è la prima notte di nozze, ma non potreste trattenervi?” disse Danny.

“Ah ah ah...”

“Non costringetemi ad intervenire ragazzi! Lori, puoi dormire con Steve, ma non stancarlo troppo!” disse Joe, ridacchiando.

“Voglio solo dormire abbracciata a mio marito, posso?”

“Certo che sì...anzi credo che dormiremo tutti, anche se non abbracciati a Steve.” concluse Chin.

I Five-0, dopo un'ultima risata, si sistemarono nei letti e caddero in un sonno profondissimo, aiutato anche dalle dosi di calmante somministrate a tradimento alla squadra dalle infermiere, che conoscevano benissimo il temperamento delle squadra.

 

Chiedo umilmente perdono, è davvero troppo che non aggiorno, ma ho avuto davvero molto da fare, cercherò di rispettare i tempi da ora in poi, lo prometto. Comunque, spero che il capitolo vi piaccia, e soprattutto ringrazio tanto i nuovi followers Jessy_24_NV, Sassina1968 e cionci167 che mi ha messo addirittura tra i preferiti. Vi ringrazio e a presto, speriamo!

 

  
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