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Autore: crazyfrog95    21/11/2014    15 recensioni
Tutti odiavano Naruto Uzumaki. Lui era un demone, un mostro, e perciò andava evitato a prescindere. Ma Naruto era molto più che un semplice dodicenne. Un potere ancora più grande del Kyuubi era sepolto in lui, un'abilità perduta da secoli... Con l'aiuto del Terzo Hokage, del buffo Jiraya, dei suoi amici, e magari di... qualcuno di speciale, riuscirà a emergere dal baratro della sua solitudine, e a realizzare il suo sogno?
Salve! Questa storia mi è venuta in mente sintetizzando tutto ciò che non mi piace della storia originale, e modificandolo come piace a me. i protagonisti saranno abbastanza OOC: Naruto sarà più sveglio, Sasuke più amichevole e Sakura meno inutile. È la mia prima storia, ma non vi chiedo assolutamente di essere pietosi nelle recensioni. Anzi, vi chiedo di criticare e farmi presente tutto ciò che secondo voi non va, farò tesoro delle critiche cercando di migliorare. Detto questo, buona lettura :)
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Hiruzen Sarutobi, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Jiraya/Tsunade, Sasuke/Sakura
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rikudou Legacy - Gli Eredi delle Sei Vie'
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La Valle dell'Epilogo


 

«Che diavolo stai facendo, Sasuke!?»
Naruto spezzò la calma che si era creata tra loro con quella rabbiosa domanda. Non voleva accettarlo, non poteva neanche concepire l'idea che il suo migliore amico, quello che per lui era un fratello, avesse deciso di tradire il villaggio. Sasuke non rispose, restò alcuni secondi ad occhi socchiusi, come se stesse meditando.
«Perchè mi hai seguito, Naruto? Cosa ti cambia che io ci sia o no? Che cosa ti spinge a volermi al villaggio con voi?»
Naruto lo ascoltò sconcertato. Ma stava scherzando o cosa?

«Mi stai prendendo in giro?! Sasuke, tu per me sei come un fratello, io scalerei le montagne pur di farti tornare a casa, e non ho intenzione di lasciarti andare! Ho promesso a Sakura che avrei fatto tutto ciò che era in mio potere per riportarti al villaggio, e ho intenzione di farlo, anche a costo di romperti tutte le ossa!»


Sasuke aveva ascoltato tutto con attenzione, voleva sentirlo un'ultima volta, sentirsi dire da qualcuno di essere importante, prima di rinunciare a tutto.
«Mi dispiace, Naruto, ma è questo ciò che devo fare. Se voglio ottenere la mia vendetta, Orochimaru è l'unico che può aiutarmi. E poi...»
Non riuscì a terminare la frase, un poderoso pugno di Naruto lo interruppe avventandosi sulla sua guancia, e lo spedì a schiantarsi contro una roccia lì vicino. Non se lo aspettava, ma non provò quasi dolore. L'evoluzione del Segno Maledetto lo aveva reso più forte e più resistente.
Naruto non si fermò, e con espressione iraconda continuò a colpirlo, ma Sasuke non indietreggiava. Si limitava a parare i colpi, senza nemmeno sforzarsi di schivare. A un certo punto, bloccò l'ennesimo pugno del biondo senza apparente sforzo, e lo afferrò per la gola.

«Incredibile... È questo allora il vero potere del Segno Maledetto...»
I segni neri che coprivano metà del suo volto sembravano fremere, alimentati dal suo istinto per la lotta. Con un movimento repentino scagliò Naruto sull'altra parete di roccia, dove questo rimase aggrappato con la tecnica di arrampicata verticale.

Naruto non si aspettava una simile potenza, il Segno Maledetto lo aveva reso molto più forte di prima. Allora era questo che cercava, e Orochimaru lo aveva attirato con un assaggio di quel potere.
Ma non sarebbe bastato a fermarlo. Lo avrebbe riportato a casa a qualunque costo! Il momento di quiete fu interrotto dal contrattacco dell'Uchiha.
«Arte del Fuoco: Tecnica della Palla di Fuoco Suprema!»

L'ondata di fuoco scatenata era molto più grande dell'ultima volta, e Naruto la schivò veramente per un soffio. Sasuke lo guardava con aria soddisfatta, mentre risaliva la roccia e tornava di fronte a lui.
«Straordinario... non ho neanche bisogno di attivare lo Sharingan...»
Parlava a bassa voce, come se non fosse rivolto a Naruto ma a sè stesso. Poi, d'un tratto, rialzò lo sguardo sul biondo.

«È una strana coincidenza che dobbiamo affrontarci proprio in questo luogo. Sai, Naruto, questa gola è chiamata Valle dell'Epilogo, poichè è qui che Hashirama Senju, il Primo Hokage, sconfisse Madara Uchiha.
Quando vinse e ottenne il titolo di Hokage, fece erigere queste due statue per commemorare la potenza del suo avversario e quello scontro leggendario.
E ora ci troviamo esattamente nella stessa situazione: due eredi dei clan Senju e Uchiha che si affrontano nello stesso luogo...»


In effetti, pensò Naruto, lui si trovava proprio sulla testa dello Shodaime, mentre la roccia su cui era in piedi Sasuke doveva essere quella che raffigurava Madara Uchiha. Persino nel suo aspetto come statua, quel guerriero leggendario emanava una grande aura di potere.
Ma non sarebbe andata come pensava lui. Non si sarebbe lasciato intimorire dal suo avversario.

«Io non ho intenzione di tirarmi indietro, perciò preparati a tornare a casa con me!!»
E si lanciò nuovamente contro Sasuke, che era pronto ad intercettarlo.
Schivò il pugno grazie allo Sharingan, che aveva attivato in quel momento, e colpì il biondo con un calcio, parato da quest'ultimo. Naruto si aspettava un attacco frontale, ma Sasuke lo fregò: finse un attacco da destra, e invece lo colpì a mano aperta sullo stomaco.
In quel momento, Naruto sentì le forze calare improvvisamente. Si guardò lo stomaco, dove era apparso un sigillo a forma di Sharingan.

«Mi dispiace, Naruto. Tu sei come un fratello per me, e non voglio farti del male, ma non ti permetterò di intralciarmi. Questo sigillo bloccherà il tuo flusso di chakra, e non te ne libererai facilmente: solo uno Sharingan può annullare quel sigillo. Ci penserà il maestro Kakashi, quando ti ritroveranno...»


E il moro si voltò, avviandosi verso la sua meta, lasciando l'Uzumaki a terra mentre perdeva i sensi.
Tutta quella fatica, il sacrificio dei suoi compagni di squadra, la promessa fatta a Sakura... Tutto inutile, perso in modo tanto stupido... Non meritava di diventare Hokage, se non era capace di tener fede a una promessa...
Tutto iniziava a farsi più buio, mentre le forze gli venivano meno...

"Patetico..."

Quella voce così antica e potente ebbe l'effetto di risvegliarlo. Riaprendo gli occhi si ritrovò davanti alla gabbia di Kurama, che lo fissava con un misto di disprezzo e trepidazione.
«Non sei capace nemmeno di tenere testa al tuo amico... E tu dovresti essere il mio Jinchuuriki? Mostrami un po' di grinta, se vuoi che io inizi a rispettarti!»
Naruto lo guardò con espressione disperata.
«Cosa posso fare, Kurama? Non ho più nessun potere, non so come fermarlo!»
Kurama gli rispose, palesemente irritato.
«Non immagini nemmeno quale fortuna tu abbia che io sia sigillato dentro te. Sai bene qual è l'unico modo...»
Lunghe spire di chakra rosso iniziarono a fluire attraverso le sbarre della gabbia, dirette verso Naruto. In quel momento, l'Uzumaki capì.
Il sigillo di Sasuke aveva bloccato il suo chakra, non quello del suo demone. Non voleva ricorrere al chakra di Kurama, ma non aveva altra scelta. Perciò si lasciò avvolgere da quell'energia rossa traboccante di potere.


Riaprì gli occhi e si rialzò.
«Dove credi di andare?!»
Stupefatto, l'Uchiha si voltò nuovamente verso il biondo.
Non poteva crederci: aveva sigillato il suo chakra, non doveva essere nemmeno in grado di muoversi! E invece era lì, in piedi davanti a lui, circondato da un'aura di energia rossa che aveva assunto la forma di due orecchie da felino vicino alla sua testa, e una lunga coda di chakra rosso dietro la schiena. I suoi occhi erano diventati rosso sangue, i segni sulle guance più marcati, i canini acuminati e le unghie più lunghe. Il suo stesso atteggiamento, con quella postura piegata in avanti, ricordava quello di una belva.

Senza che il moro potessa fare nulla per evitarlo, Naruto si lanciò ad una velocità impressionante contro di lui, e lo scaraventò giù dalla roccia mandandolo dritto in acqua. Sasuke emerse tenendosi a galla con la tecnica di camminata sull'acqua, e Naruto lo raggiunse a pochi metri di distanza. Quello si che aveva fatto male, anche con la resistenza che il Segno Maledetto gli aveva conferito, aveva accusato pesantemente il colpo.
Si fissavano senza dire una parola, con espressione truce, pronti ad attaccare. A Sasuke sfuggì una piccola risata.

«Sei davvero formidabile, Naruto. Essere tuo compagno di squadra mi ha fatto capire quanto un rivale può essere utile per comprendere e superare i propri limiti. Dopotutto, è inutile negarlo, entrambi abbiamo sempre voluto affrontarci al massimo della nostre possibilità, e ora non ci sono nè Kakashi nè Sakura a fermarci. Ma non ti permetterò di intralciarmi, oggi io supererò questo limite. È vero, tu sei speciale, ma io...»

Mentre parlava, il Segno Maledetto lo ricoprì completamente, e il suo aspetto iniziò a mutare. La pelle si fece scura, i capelli grigi e lunghi, e due enormi mani demoniache spuntarono dalla sua schiena, facendogli da ali, che l'Uchiha utilizzò per fluttuare a mezz'aria. Gli occhi ora erano su fondo nero, ma lo Sharingan era ancora ben visibile, unica cosa rimasta inalterata del suo aspetto.
«...sono più speciale di te.»

Come se qualcuno avesse dato il via, i due si scagliarono l'uno contro l'altro con tutta la loro ferocia. Come attratte da quella concentrazione di potere, grosse nuvole nere si addensavano nel cielo, prima sereno, e annunciavano un'acquazzone imminente.
Nella tempesta incombente, i due iniziarono ad affrontarsi.



"Devo sbrigarmi, sta per scoppiare un temporale, e allora perderò le loro tracce!"
Kakashi correva a perdifiato per le foresta, diretto verso il luogo dove i suoi due allievi stavano combattendo.
Era partito dal villaggio circa un giorno prima, accompagnato da un'equipe medica che si era fermata lungo la strada per curare i ragazzi coinvolti negli scontri con i membri del Quartetto del Suono.

Avevano tutti sconfitto i loro avversari, ma avevano subito ferite di diversa natura.
Quelli messi peggio erano Choji e Neji, gli unici che avevano affrontato i loro avversari senza il supporto di uno dei ninja della Sabbia. Il loro intervento era stato vitale, avevano aiutato Shikamaru, Kiba e Rock Lee giusto in tempo per evitare che perdessero la vita.
Ciò che aveva salvato Neji dalla morte era stato il supporto di Shino, che però non gli aveva impedito di riportare una ferita piuttosto grave, mentre Choji, che aveva sconfitto Jirobo da solo, era quasi collassato a causa dell'enorme dispendio di energie che le tecniche segrete del suo clan richiedevano.

Ora, guidato dall'olfatto di Pakkun, si stava dirigendo verso il luogo in cui Naruto stava cercando di riportare inidetro Sasuke. Aveva una bruttissima sensazione, e accelerò il passo...


I due genin della Foglia si accasciarono contro le pareti rocciose che avevano scavato con l'ultimo loro impatto.
Tanto Sasuke quanto Naruto erano esausti: mentre il primo stava per finire il chakra per colpa dell'enorme dispendio di energie dovuto al Segno Maledetto al secondo livello, il secondo stava subendo gli effetti collaterali che il chakra del Kyuubi aveva su di lui, perdendo sensibilità a un braccio e soffrendo per le bruciature causate da una Tecnica del Drago di Fuoco che lo aveva colpito poco prima.

Nello stesso momento, i due avversari decisero di chiudere l'incontro con un'ultima, decisiva mossa.
Sasuke caricò un Mille Falchi nella mano sinistra, che grazie al potere del Segno Maledetto era diventato nero, e crepitava di potere molto di più del solito. Analogamente, Naruto preparò un Rasengan nella mano destra, che sfruttando il chakra del Kyuubi aveva assunto un colore rosso vermiglio.

Un tuono squarciò il cielo, e i due si avventarono l'uno contro l'altro.
«NARUTO!!!»
«SASUKE!!!»
Le due tecniche si scontrarono con una potenza devastante, che fece tremare il terreno circostante. Per qualche istante i due rimasero bloccati in una presa di forza, poi la traiettoria delle loro tecniche cambiò, portando in vantaggio Sasuke.
Il Rasengan di Naruto lo colpì sul coprifronte, aprendo un lungo squarcio sul simbolo di Konoha, mentre il Mille Falchi del moro colpì il biondo al fianco, mozzandogli il respiro.


I due ricaddero a terra, su un isolotto al centro del fiume. Naruto giaceva sulla schiena, prossimo a rimanere privo di sensi, mentre Sasuke lo osservava da vicino, pieno di rimorso per ciò che era stato costretto a fare. Il coprifronte cadde dalla sua testa, posandosi sul petto dell'Uzumaki.

«Mi dispiace, Naruto, non c'era altro modo. L'ho promesso a Sakura, e lo prometto anche a te: tornerò. Quando la mia vendetta sarà compiuta tornerò al villaggio, e resterò con voi.»
Naruto lo guardò con la vista annebbiata, poi svenne.
Sasuke si rialzò, barcollante, e si incamminò nuovamente verso la direzione nella quale Kimimaro lo aveva indirizzato. Le parole che gli aveva rivolto Itachi l'ultima volta che l'aveva visto risuonavano nella sua mente:

«Quando sarai pronto, quando avrai i miei stessi occhi, vieni a sfidarmi.»

"Vedrai, Itachi... Quando ti troverò, rimpiangerai di avermi lasciato in vita quella notte..."
E sparì, incamminandosi nel folto degli alberi.


Kakashi sbucò nella Valle, scorgendo la figura dell'Uzumaki sdraiato a terra, privo di sensi.
«Naruto!»
Lo raggiunse subito, constatando che era ancora vivo. Il maltempo aveva però cancellato ogni traccia, ora era impossibile raggiungere Sasuke.
"Maledizione, sono arrivato troppo tardi..."
Perciò Kakashi si diresse nuovamente verso il villaggio, amareggiato da quell'esito, portando l'allievo biondo in spalla.
La sua mente era immersa nel rimorso, lui era stato il maestro di Sasuke, e non era riuscito a impedire che la sua sete di vendetta lo spingesse a tradire il villaggio.

«M-maestro Kakashi...»
La voce flebile di Naruto lo riportò alla realtà.
«Non parlare, Naruto, sei ferito, cerca di risparmiare le forze.»
Era tutta colpa sua. I suoi allievi si erano affrontati con tutta la loro forza, e lui non era stato capace di impedirlo. Come era accaduto con il Sandaime e Orochimaru, lui aveva fallito come maestro.
«Mi... dispiace...»
Naruto cadde nuovamente nell'oblio, mentre l'argenteo viaggiava a tutta velocità verso Konoha.



Nell'oscurità della Valle dell'Epilogo, due occhi rossi avevano osservato con attenzione tutto il combattimento.
"Sei diventato forte, fratellino. Presto arriverà il momento di sfidarci..."

Itachi si riavviò verso il luogo da cui era venuto, immerso nei suoi pensieri.
Le nuove abilità di Sasuke lo incuriosivano, ma il Segno Maledetto di Orochimaru complicava i suoi piani.
Se quella serpe aveva messo gli occhi su Sasuke, sicuramente lo aveva fatto per la stessa ragione per la quale lo aveva fatto con lui anni prima, ovvero rubargli il corpo.

Confidando che Sasuke sarebbe riuscito a opporsi alla volontà di quella serpe, Itachi si diresse verso il nascondiglio dove il suo compagno di squadra lo attendeva.



 

   
 
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