Anime & Manga > Capitan Harlock
Segui la storia  |       
Autore: lovespace    21/11/2014    8 recensioni
- Dopo un duro combattimento Harlock si ritrova a dover portare sull’Arcadia un ufficiale medico. Una donna alla quale si sente misteriosamente legato. Perchè? Tra colpi di scena ed avventure il tempo svelerà la sua verità. - Come le onde del mare nel loro immutabile fluttuare a volte rendono ciò che hanno sottratto alla terra, in egual maniera le onde del destino, nel loro divenire dal passato al presente, talora restituiscono quello che un tempo ci hanno portato via. –
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Come le onde del mare nel loro immutabile fluttuare a volte rendono ciò che hanno sottratto alla Terra, in egual maniera le onde del destino nel loro divenire dal passato al presente, talora restituiscono quello che un tempo ci hanno portato via.

 

                                                                                  12

 

 

CARNE E SANGUE

 

Quando Harlock rientrò nei suoi appartamenti, Helèn aveva appena finito di asciugarsi i capelli, era nella camera da letto, e stava usando un oblò come specchio per pettinarli.

Sentendolo arrivare, lasciò andare la lunga chioma sulla schiena e si voltò appena, prima di girarsi del tutto verso di lui e regalargli un sorriso luminosissimo che gli si impresse sulla retina.

Harlock, come era nella sua natura, si irrigidì. Non era abituato ad avere qualcuno in quegli spazi da sempre solo suoi.

Lei lo comprese. “Scusa… forse dovremmo riattivare la funzionalità di camera mia” disse impacciata, sentendosi improvvisamente di troppo.

“Non occorre” rispose lui, rivolgendole uno sguardo indecifrabile, voltandosi e dirigendosi verso il tavolo dove lei aveva preparato una cena spartana e leggera.

Mangiarono svogliatamente senza dire nulla. L’aria era pesante, gli accadimenti passati e le decisioni future la rendevano tale.

Harlock era teso, il viso contratto, la testa lontana oltre i pensieri. Helèn si chiese dove fosse e per spezzare il silenzio chiese. “Che intendi fare?” Quella situazione che li vedeva lì da soli era strana, a tratti imbarazzante.

“Da ciò che ho visto il lavoro è tanto, prima lo faremo e meglio sarà. Devo capire cos’è ancora funzionante a bordo e cosa no e scoprire dove sono gli altri, dove li hanno portati”. Disse d’un fiato serrando le labbra. 

“Sei preoccupato?”

Harlock rispose dopo un profondo respiro.

“Si, lo sono… soprattutto per Meeme”.

Helèn abbassò lo sguardo sul piatto, avrebbe dovuto immaginarlo. Bevve d’un sorso il vino che lui le aveva versato e che fino a quel momento non aveva toccato. Quel gesto non sfuggì ad Harlock.

“Grazie per quello che hai fatto, non deve essere stato facile”.

La donna chinò la testa. “No, non lo è stato. Mi sono ritrovata nuovamente sola, credevo che non mi sarebbe mai più capitato e invece...” scosse il capo “Ho temuto di impazzire”.

Harlock la guardò interrogativo. “Anche quando mi sono risvegliata dalla criogenesi ero sola, disperatamente sola”. Strinse i pugni sul tavolo. Harlock mise una mano sul pugno stretto, quasi a voler sciogliere quel nodo. Non portava i guanti ed Helèn percepì tutto il calore,  la sua forza, e la protezione di quella mano gentile.

Si guardarono un istante. Harlock aveva il viso stanco e gli occhi lievemente cerchiati. Helèn non poté fare a meno di ripensare a tutto il resto del suo corpo. Abbassò il capo per sfuggire a quello sguardo penetrante che sembrava come voler trovare e poi sfogliare il libro dell’anima che era dentro di lei. Quello che provava per lui era definitivamente cambiato, ma avrebbe fatto quanto in suo potere per ricacciarlo, soffocarlo dentro alle pareti troppo strette del suo cuore.

Harlock si alzò muovendo qualche passo verso la grande vetrata. Vi rimase braccia conserte, fissando un punto indefinito. Vestito di abiti neri, la figura snella e slanciata, completata dalle spalle larghe e morbide, si stagliava bellissima contro il riflesso del vetro. Anche così accigliato e impenetrabile era superbo, pensò Helèn.

Riponeva in lui grande speranza, l’aveva già fatto, ma avrebbe messo la vita nelle sue mani altre mille volte. Del resto cosa era stata la sua vita senza di lui fino a quel momento? Si trovò a chiedersi.

Lo raggiunse e facendosi forza chiese “Perché sei così preoccupato proprio per  Meeme?”

Se ne stavano li, entrambi le braccia conserte in un atteggiamento di chiusura mentre dall’esterno arrivavano gli esiti luminosi del lontano brillamento* di una stella. Saette e strali si abbattevano sull’Arcadia che se ne restava immobile, incrollabile spettatrice.

Helèn carezzandone la figura con lo sguardo rifletté su come ora non provasse alcuna paura. Di come si sentisse tanto più protetta e sicura sull’Arcadia adesso che lui stava bene.

Attraversavano la magnetosfera di un corpo celeste, un flusso di particelle elettricamente cariche dava vita ad uno spettacolo splendido di luce e colori. Lampi e bagliori si susseguivano rapidi illuminandoli a tratti per poi svanire e lasciare il posto a colori meravigliosi che andavano degradando dall’indaco al blu più intenso. Come se ciò che accadesse fuori fosse speculare di ciò che in realtà accadeva ai due occupanti dell’Arcadia.

“Lei è l’unica non terrestre”. Le rispose serio.

“E’ la tua compagna? ” chiese Helèn d’un fiato. Harlock abbozzò uno stanco sorriso.

“No, lei è la mia migliore amica e sì, una fedele compagna di viaggio. E’ forte ma anche indifesa”.

“La troveremo vedrai ed io ti aiuterò!” Helèn aveva pronunciato quelle parole con trasporto mettendosi davanti a lui. Harlock allungò una mano sfiorandole con due dita teneramente una guancia.

Le loro ombre si fusero sul grande pavimento per un gioco di luci. Helèn inconsapevolmente le separò, allontanandosi di colpo e toccandosi istintivamente il viso come se un dardo di fuoco l’avesse sfiorata. Andò accanto al camino, sperando che la sua luce avrebbe mascherato il suo rossore.

Fino a quella sera aveva trascorso le notti su di una sedia accanto a lui. Braccia incrociate sul petto guardando le fiamme disse “Se non ti spiace io dormirei qui”.

“No!” rispose secco lui, voltandosi a guardarla. “Userai il mio letto”.

“No! Il letto è tuo e tu… tu sei convalescente”. Fece lei quasi allarmata.

“Io sto bene ed il letto è enorme. Possiamo usarlo tutti e due senza darci fastidio. Dobbiamo riposare bene, ci attende tanto lavoro da domani”. Disse voltandosi nuovamente.

Helèn sospirò ma tacque. Non voleva sembrare una sciocca. I suoi occhi affogarono brevemente tra le fiamme poi raggiunse il grande letto in legno.

Di spalle, si tolse solo il grande maglione sotto cui aveva un body scollato, tenendo gli aderenti pantaloni della tuta termica, era imbarazzatissima ma cercò di dissimulare. Si sistemò sul bordo più estremo del letto cercando di occupare meno spazio possibile, continuando a dare le spalle ad Harlock e rischiando ad ogni respiro di cadere per terra.

Sentì lui armeggiare con i vestiti, poi avvertì il movimento del letto, si irrigidì. Non si voltò quando sentì. “Notte”.

“Notte”. Rispose, pensando che non sarebbe mai riuscita a dormire con accanto il respiro di lui. Invece la stanchezza la vinse. Sognò.

Sognò di essere sull’Arcadia prigioniera della sua bara criogenetica di vetro e metallo.

Harlock davanti a lei era legato, i colpi lo ferivano e lei non poteva fare nulla per aiutarlo. Nulla. Gridava, dava calci e pugni alla teca in preda alla disperazione allo sgomento ed all’impotenza ma era tutto inutile. ‘Noo lasciatelo, vi supplico. Harlock… Harlock!’. Gridava disperata ed inerme con quanto fiato aveva.

“Helèn, Helèn svegliati! Sono qui! Apri gli occhi! Sono qui!”

Helèn strappata da quell’incubo straziante ci mise alcuni istanti per realizzare. Il cuore le batteva furibondo.

Harlock, spostatosi su di lei la scuoteva per le spalle.

Realizzò di essere sveglia. Lo sguardo nello sguardo di lui, si calmò. Il respiro tornò piano regolare. Vederlo così vivo e forte, provato ma bellissimo, al punto che era lui ed aiutare lei, le fece realmente capire che davvero ormai il peggio era passato. Le immagini di quei lunghi giorni le passarono davanti agli occhi. L’Arcadia desolatamente vuota, lui legato e sanguinante, esanime in fin di vita, morente.

Ed ora. Ora era così vicino e la teneva tra le braccia. Percepiva l’odore del suo respiro tiepido ed il tepore della pelle del torace. Non le importò cosa avrebbe pensato, gli carezzò dolcemente il viso, la mano tremante. E mentre le lacrime scorrevano via, si strinse forte a lui, passandogli le dita tra i capelli felice di sentirlo vivo e caldo su di sé.

Tutto quello che aveva passato, la tensione accumulata in quelle ore infinite, le notti insonni, le violente emozioni, si sciolsero definitivamente in quell’abbraccio così intimo e senza timori.

Harlock era un uomo dotato di grande sensibilità aveva compreso tutto quello che Helèn aveva dovuto sopportare. Il suo cuore fu inaspettatamente pervaso da una grande tenerezza per quella giovane donna. Così la strinse forte, felice di tenerla tra le braccia senza saperselo quasi spiegare. Sentiva il corpo di Helèn tremare sotto al suo. Sollevò il capo per guardarla sciolta in quell’abbraccio e in quelle lacrime. Gli parve così piccola e indifesa, lontana dall’immagine che aveva di lei, si chiese come fosse possibile. Un sentimento nuovo pervase lentamente il suo essere, dilagante ed incontrollato. E non era solo gratitudine era qualcosa di buono e luminoso di profondo e forte. Era qualcosa che seppe, mai più sarebbe riuscito a rinchiudere dietro sbarre di ghiaccio.

“Non piangere Helèn ti prego, il peggio è passato”.

Il cuore di Helèn stava per esplodere la sua verità. Tutto quello che non era riuscita a dirgli stava per esondare dalle pareti di carta della sua anima. “Scusami per queste lacrime e perdonami, perdonami se puoi, io… avrei dovuto essere con te… al tuo fianco”. Non riusciva a scandire le parole, le emozioni gliele portavano via. “Io… non avrei mai, mai permesso che ti…”

Lui la interruppe. “Helèn io sono vivo solo grazie a te”.

Helèn scuoteva piano il capo, facendo cenno di no. Lui glielo bloccò prendendole il viso tra le mani.

Lei avvertiva le dita lunghe ed affusolate sul viso.

“Sei bellissima e sei coraggiosa, sei tenera e sei forte, non ti arrendi mai, sei tenace e dolcissima, sai solo dare senza chiedere mai. Non è stata colpa tua ed io non permetterò che tu viva con questo rimorso. Io so cosa vuol dire vivere con un rimorso che ti strazia l’anima. A te non lo permetterò”. Le ultime parole Harlock le aveva sussurrate, quasi soffiate sulla sua bocca.

Quindi posò le labbra sulle sue quasi a suggello di ciò che aveva detto.

Quello doveva essere. Ma il tenero tepore delle accoglienti labbra di lei lo tradì e si rese conto di volere di più. Aprì piano le labbra per appropriarsi delle sue. Lentamente il bacio si fece spontaneamente e dolcemente più esigente, non immaginava d’avere tanta sete di lei. Con lenti movimenti della bocca si impossessò delle labbra di Helèn baciandole con crescente voluttà. Lei le schiuse naturalmente reclinando lievemente la testa mentre ogni singola parte del suo corpo s’andava liquefacendo. Harlock continuava a tenerle il viso avvinto tra le mani quasi temesse di perderla. Lei chiuse gli occhi quando sentì la sua lingua farsi largo cercando la propria, investita da sensazioni di una intensità tale che ne ebbe paura. Le sue labbra erano calde ed invitanti, il suo sapore, il tepore della sua pelle un luogo dove tornare e rimanere.

Si abbandonò completamente a quel bacio in cui mise tutta se stessa. Avvertiva i muscoli del corpo di lui tendersi a contatto col suo. I loro corpi, i loro cuori, i loro respiri vibrarono insieme meravigliosamente per un lungo momento durante quel bacio dolce ed appassionato. Lui avvertì il respiro di Helèn farsi più veloce, il suo corpo sussultare. Quelle labbra, quella bocca che ora danzava languidamente con la sua, quella donna che teneva vigorosamente stretta a sé erano vita. Ne avvertì netto il sapore. I loro respiri si fusero armonicamente divenendo lentamente uno.

Poi lui di colpo staccò il viso dal suo, affondandolo nel cuscino. Il respiro affannoso. “Scusami”. Sussurrò cercando di tornare padrone di sé.

Il respiro veloce, Helèn percepì netto il cuore di Harlock battere all’impazzata sul suo seno che ne assecondava i movimenti. Comprese. Lui non lo reputava giusto. Sgusciò lentamente e dolorosamente via dalle sue braccia, rannicchiandosi in un angolo estremo del letto sentendosi orfana di quell’abbraccio forte e protettivo. Si sentì improvvisamente indifesa, come privata di uno scudo. Cercò lentamente di riprendere possesso del suo corpo. Sentì che lui fece altrettanto.

Harlock occhi stretti combatteva col vuoto dilagante a cui mai si sarebbe abituato e che ora percepiva. Col nulla amaro che era tornato ad impossessarsi di lui. Mentre il sapore di lei lentamente lo abbandonava.

L’indomani quando Helèn aprì gli occhi, notò che come due magneti erano entrambi tornati a cercarsi al centro del letto ed erano quasi abbracciati.

Trattenne il respiro. Lui dormiva. Si chiese come sarebbe stato se… arrossì. Alzò lo guardo per ammirarlo, il volto sereno, semi nascosto da un ciuffo ribelle, il respiro regolare, lo aveva guardato per ore mentre lo aveva vegliato, ma non si sarebbe stancata mai di seguire i contorni perfetti e gentili di quel nobile volto dai tratti dolci e antichi. Ripensò al loro bacio. Ed al solo ricordo il suo corpo si accese.

Si alzò piano.

Dopo una visita alle cucine si sedette ai piedi della vetrata. Erano molto vicini ad un grosso pianeta. Ammirava estasiata le onde danzanti verdi iridescenti dell’aurora boreale che quella mattina le donava. Avvolta in una coperta, una tazza di caffè nero fumante tra le mani, gli occhi rapiti da quello spettacolo.

Così la scorse lui mentre infilava un pesante maglione. Si bloccò col maglione sulle braccia prima di farlo passare sulla testa, inchinò lievemente il capo per permettersi di guardarla meglio.

Le si avvicinò. “Anche io non mi stanco mai di questa meraviglia”.

Lei sorrise imbarazzata e fece segno ad un’altra tazza da cui usciva un esile filo di vapore. Lui sedette accanto a lei sul pavimento. Bevve guardandola.

La luce creava spettacolari riverberi sui loro visi. Ed Harlock seppe d’aver già vissuto quel momento con lei. Seduti vicini a guardare… a guardare cosa? Quando?

Volendo interrompere quello strano deja vu che non sembrava aver senso le chiese all’improvviso. “Cosa avresti fatto se fossi morto?”

Helèn voltandosi, lo guardò profondamente, allargando lievemente le narici per la stilettata che quella domanda le provocò, attese un attimo. Solo il fatto di vederlo vivo innanzi a se le permise di rispondere. “Tu… sei… morto”.

Harlock attonito per quella inaspettata rivelazione restò in silenzio, fissandola.

Helèn distolse lo sguardo. “Sei un uomo di carne e sangue Capitan Harlock, benché la tua grandezza ti renda tanto di più”.

Poi aggiunse. “Qualcosa ti ha richiamato qui, non so cosa e sei tornato”. Sorrise debolmente, avrebbe voluto dire ‘sei tornato da me, ma non lo fece’. Invece disse “Qualcosa che devi portare a termine, non so cosa sia… ma  di qualunque cosa si tratti io sarò al tuo fianco”. Gli regalò uno dei suoi sorrisi carichi di vita e di speranza e si allontanò.

Nella mente di Harlock continuò a lungo a risuonare quella semplice e cruda verità ‘Sei un uomo di carne e sangue Capitan Harlock!’

 

 

 

NOTE

*Brillamento  di una stella è la violenta eruzione di materia che esplode dalla fotosfera di una stella, creando spettacolari protuberanze solari.

Questo capitolo è per Micia Sissi, che si chiedeva come sarebbe stato l’amore tra H&H spero che questo ‘assaggio’ ti piaccia ;-p

Una citazione alla Mizu ‘baciologa’ ;-D

Un grazie alla MEGA B-Beta. ‘Sei GRANDE-GRANDE’.

Ed un grazie cicciotto alla Angelfire che mi ha spiegato come allegare le immagini che ho voglia di condividere con voi tutte che mi seguite.

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Capitan Harlock / Vai alla pagina dell'autore: lovespace