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Autore: ChrysTheElf    21/11/2014    0 recensioni
Vi avviso che questo è il seguito di "L'Ultima Porta Del Mondo". Fatto salvo questo...
Il tempo per Ruby rallentò. Altri uomini vestiti di nero, con una grande R rossa sul petto come quelli che aveva da poco sconfitto, uscirono sul ponte di prua. Erano preceduti da degli Houndoom, che non appena all’aperto iniziarono a soffiargli addosso fiumi di fiamme. Si scansò, ma il fuoco era troppo espanso, lo costrinsero a cadere di sotto. Fu allora che, in automatico, richiamò Swampert e liberò Swellow. Cadde per una ventina di metri, per poi essere afferrato al volo dal suo pokémon: era salvo, almeno per ora.
Seguì la nave da sotto, per non essere visto. Questa, in prossimità del Monte Pira, fece partire un fascio di luce. Un portale enorme si aprì, e la nave lo attraversò. Ruby la seguì.
Era quasi a casa. Mancavano ancora 30 metri circa dal cancello, quando intravide qualcosa di sconcertante. Qualcosa che avrebbe segnato per sempre la sua vita. Una nave volante era appena comparsa attraverso una sorta di enorme disco azzurro luminoso. Un ragazzo, in groppa a quello che poteva sembrare un gigantesco piccione, stava precipitando davanti a lui.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Giovanni, Nuovo personaggio, Ruby
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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- Questa storia fa parte della serie 'I due mondi del futuro'
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La città si stendeva a perdita d’occhio fino all’orizzonte. Per poterla osservare meglio era anche salito su un albero, e aveva scoperto che era esattamente come se l’era immaginata: palazzi in vetro, cemento e acciaio, case più piccole in normali mattoni, il tutto dava un’ atmosfera tecnologica, ma con un velato tocco retrò. All’apparenza, nessun segno che fosse stata attaccata da invasori provenienti da un’altra dimensione.
Ma in tutto questo c’era qualcosa che non andava. C’era troppo silenzio. Era impossibile che una città grande come quella fosse sempre così tranquilla. Un paio di macchine ogni tanto, e raramente dei pedoni. Tutto qui, nessun altro in giro.
Si percepiva una presenza opprimente che obbligava la gente a rimanere chiusa in casa. Anche quei pochi passanti che giravano con delle borse della spesa avevano uno sguardo assente e non parlavano con nessuno. Meglio per lui, in fondo, almeno non venne notato. Il suo piano poteva cominciare.
 
Giovanni era nervoso. James tardava ad arrivare, e lui doveva parlargli. Non era andato tutto come previsto, già riusciva ad intravedere i problemi sorgere all’orizzonte. Tutto quanto fatto fino a quel momento rischiava di venire compromesso per una sciocchezza.
James entrò, la testa china in segno di scusa.
-Mi perdoni, signore. Ho avuto dei problemi con alcuni dei miei sottoposti. Non si ripeterà più.-
-Non ti preoccupare, non è questo il problema.- Il suo tono era calmo, profondo, un po’ come se una lama di ghiaccio ti attraversasse lentamente la schiena -Quel ragazzo, Ruby, è riuscito ad arrivare fin qua. E, prima che tu possa definirlo impossibile, sappi che ho avuto personalmente questa informazione da una delle nostre spie.-
James rimase attonito. Come aveva potuto, quel ragazzo, seguirli fin lì? L’aveva fatto precipitare personalmente dall’aereo. Forse era più in gamba di quanto avesse pensato. La prossima volta si sarebbe assicurato di ucciderlo, e addio a tutti i problemi.
-Lasci che me ne occupi io, signore.-
-Mi pare ovvio. Sennò perché ti avrei chiamato qui?-Beh, certo. Logica ferrea.
-Le porterò buone notizie, signore. Abbia fiducia.-
Con questa frase James si congedò. Giovanni rimase ancora a pensare a come Ruby potesse essersi salvato cadendo da 200 metri d’altezza, prima di accendersi un sigaro, mettere in funzione il giradischi sulla scrivania, e spegnere momentaneamente il cervello.
“Ah, Bach...” Pensò, aspirando la prima boccata.
 
“Almeno è un modo di combattere la noia” Si disse. Era fatto così. Per lui pensare ad un piano per salvare il mondo era solo un modo come un altro per ammazzare il tempo. Ormai non c’era più quasi nulla che lo attirasse sul serio. Aveva vinto tutti i fiocchi delle Gare Pokémon di Hoenn, aveva sconfitto il Team Magma e il Team Idro, ed infine, non pago e assetato più che mai di vittoria, era diventato il nuovo campione battendo sia Rocco sia il suo maestro Adriano.
Mentre tutti attorno a lui discutevano animatamente sul da farsi, Ruby si ritrovò a pensare a Sapphire. Così, senza un vero motivo la ragazza gli era tornata in mente, facendolo assalire dalla nostalgia e dall’ansia. Ma c’era davvero bisogno di un motivo per pensare alla propria ragazza?
D’un tratto preoccupato, iniziò a porsi delle domande che non facevano che spaventarlo di più: Stava bene? Si sarebbero più rivisti? Non sapeva nemmeno se sarebbe stato in grado di sconfiggere Giovanni... Ma gli venne in mente quel che avrebbe detto lei: “Che fai, perdi tempo? Non dovresti concentrarti sul piano? Non t’importa salvare questo mondo?!?”
Questi pensieri lo scossero improvvisamente. -Hey, ragazzi!- Tutti si voltarono stupiti -Mi ripetete tutto dall’inizio?-
 
Trascorso il minuto passato a tirargli dietro pensando che del piano non glie ne potesse fregar di meno, decisero di ripetergli l’idea.
Il concetto di base era semplice: agire in concomitanza con gli adulti. Luke era riuscito a sentire quantomeno quando avrebbero avuto intenzione di colpire, quindi sapevano bene quando avrebbero dovuto muoversi. Se poi loro avevano intenzione di attaccare dal cielo, loro li avrebbero colpiti via terra. Quelli del Team Rocket avevano stabilito la loro base nel palazzo del Governatore, mantenendo tra l’altro la sorveglianza. Unita per di più a tutti gli allenatori che avevano dalla loro, diventava praticamente impossibile coglierli di sorpresa, tranne per un modo: la via più scontata, più banale e più prevedibile. Un attacco frontale.
L’idea era questa: posizionarsi di fronte al palazzo in posizioni sparse, come dei comuni passanti, e al via spaccare tutto. I pokémon di Ruby avrebbero dovuto starsene tutti nascosti in un vicolo appena davanti alla casa, per poi attaccare contemporaneamente allo scattare del piano. L’obbiettivo era distruggere l’intera facciata del primo piano, per poi fare irruzione e permettere a Clive e Ruby tentare di raggiungere lo studio di Giovanni all’ultimo piano. Solo loro due avrebbero proseguito fin lì, gli altri sarebbero rimasti a creare casino ai piani inferiori.
Semplice e suicida. Come poteva Ruby non approvarlo?
 
Io: Perdonoperdonoperdonoperdonoperdonoperdono, chiedo scusa a tutti per il ritardo! Problemi scolastici: sono finito dal preside, mi hanno messo in castigo, ma sono riuscito ad attenuare la pena. Nel frattempo, l’intenzione che avevo di far uscire un capitolo ogni sabato di questa storia, e un capitolo al lunedì di questa... Beh, ho dovuto accantonarla per un po’.
Luke: Siamo tornati!
Crow: Finalmente.
Drew: Continuo a non apparire.
Clive: Fattene una ragione.
Ruby: Non si capisce il senso di questa conversazione.
Prof. Layton: Ce n'è uno?
Arianna: In teoria non dovremmo parlare del capitolo?
Flora: Non lo stanno facendo, in un certo senso?
Io: E io che speravo in qualcosa di serio... Vabbeh, per oggi basta così! Il prossimo capitolo uscirà il prima possibile, quindi continuate a seguire, recensite, e... a presto!
   
 
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