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Autore: darknesraven    21/11/2014    1 recensioni
Mi chiamo Shane Haner Sullivan (e no, questa non è una Jimmy x Brian) e sono nella merda fino al collo
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Siamo al cimitero di Huntington Beach. Michelle con i capelli neri mi tiene per mano e mi fa appoggiare delle rose nere sulle tombe dei miei genitori. Mi accarezza il capo e mi sorride.

«Andiamo a casa.» il piccolo me annuisce e guarda Michelle con gli occhi adoranti.

«Oggi zio Bri torna a casa?» mi ricordo questo giorno. Avevo da poco compiuto quattro anni e Brian non tornava a casa da giorni.

«Non lo so, Shane. Zio Bri non sta tanto bene.» il piccolo me annuisce e continua a camminare in silenzio al fianco di Michelle. Passano solo pochi istanti ed il piccolo me torna a parlare.

«Ma torna, vero?» Michelle sospira.

«Cosa vuoi dire?» il piccolo me abbassa lo sguardo.

«Non va da papà, vero?» Michelle si ferma e si inginocchia davanti a lui.

«Shane, che cosa te lo fa pensare?» il piccolo me abbassa ancora di più il capo e biascica qualcosa di incomprensibile.

«Shane, non ho capito.»

«Lui vuole tanto bene a papà, ma non voglio che mi lascia solo perché io voglio chiamarlo papà.» sta piangendo. Michelle gli sorride e lo stringe al petto.

«Puoi chiamarlo come vuoi, Shane.» il piccolo me annuisce e Michelle gli asciuga le lacrime, sorridendo.

 

I colori cambiano e ci ritroviamo nel salotto di casa Haner. Il piccolo me sta disegnando sul tappeto. La porta si apre e Brian appare sulla porta. il piccolo me si alza in piedi e stringe il disegno al petto. Michelle gli sorride ed il piccolo me si avvicina a Brian e gli tende il disegno. Brian gli sorride e lo prende sgranando gli occhi. Su un angolo del foglio ci sono due angeli e Brian deduce che siano James e Leana, mentre al centro del foglio ci sono loro. Brian e Michelle stanno sorridendo tenendo per mano uno Shane che sorride solare. In realtà Brian non lo ha mai visto sorridere così. Sorride al piccolo me e gli scompiglia i capelli.

«è un bel disegno.» il piccolo me annuisce e fa una piccola smorfia.

«Mi aiuti a finirlo?» Brian lo guarda sorpreso. Non lo aveva mai richiesto nei suoi giochi. Annuisce e si sdraia sul tappeto con lui. Il piccolo me gli porge un pennarello azzurro e gli indica il disegno.

«Scrivi mamma e papà.» Brian annuisce e di fianco ai due angeli scrive le parole richieste dal bambino. Il piccolo me scuote il capo e sorride.

«No, non quella mamma e quel papà.» Brian aggrotta la fronte ed il bambino si torce le mani in grembo. Sembra terrorizzato.

«Shane, cosa c’è?» il bambino abbassa il capo e prende un respiro enorme.

«Possochiamartipapà?perchèseicomeunpapàetivogliobenecomeaunpapà.» Brian spalanca gli occhi e prende le manine del piccolo me tra le sue. Questo non me lo ricordavo.

«Shane, prendi un respiro e ripeti da capo che non ho capito.» il bambino abbassa ancora di più lo sguardo e prende un respiro enorme.

«Posso chiamarti papà? Perché sei come un papà e ti voglio bene come a un papà.» abbassa ancora di più lo sguardo ed aspetta una risposta di Brian che lo guarda con la bocca spalancata. Si riprende solo dopo un paio di minuti ma il piccolo me ha già le lacrime agli occhi. Brian gli fa alzare il viso ed un lacrimone esce dagli occhi del bambino.

«Puoi chiamarmi come vuoi Shane.» lo tira in braccio e gli bacia la fronte. «E ti voglio bene anche io.» il piccolo me lo guarda adorante e gli stringe le braccia al collo facendo sprofondare la faccia nel suo petto. Brian culla il piccolo me con uno sguardo da ebete, sta sorridendo. Dopo molti minuti il piccolo me si stacca e corre a riprendere il disegno ed un pennarello. Si siede davanti a Brian e tira due frecce dalle parole mamma e papà verso i disegni che rappresentano la famiglia Haner. Brian gli accarezza la testa e gli sorride.

«Shane, però non devi dimenticare papà James e mamma Lea. Anche loro ti vogliono bene.» il piccolo me annuisce convinto ma poi si gira sorridendo verso Brian.

«Però loro sono in cielo e non possono tornare, gli voglio bene, ma voglio tanto bene anche a voi. Vi voglio bene uguale.» Brian annuisce e sorride ancora.

«Sono felice di fare il tuo papà.» il piccolo me si arrampica sulle sue gambe e Brian è ancora più sorpreso, non era mai stato così espansivo con lui.

«Tu non fai il mio papà, tu sei il mio papà.» Michelle scoppia a ridere e Brian la segue.

 

Tutto torna bianco e James mi sorride ancora.

«Ti voleva bene e te ne vuole ancora. Aveva paura ma ora non ne ha più.» io lo guardo e sospiro.

«Allora che cosa ha cambiato le cose?» James mi guarda basito.

«Non te lo ricordi? Sei stato tu.» io spalanco gli occhi.

Tutto comincia a ruotare e torna a colori. È notte e sono nella mia camera. Nell’altra stanza sento Michelle e Brian urlare.

«Ha picchiato un bambino Michelle! Non puoi sempre difenderlo!»

«Lo so Brian, ma avrà avuto i suoi motivi, solo cerchiamo di capirli.»

«Potevo capire se quel bambino lo avesse insultato o cose del genere, ma gli ha solo detto che erano all’asilo insieme!»

«Brian, sai cosa gli è successo in quell’asilo di merda. È ovvio che abbia reagito.»

«Era un suo coetaneo, non la sua maestra!»

«Lo so, Bri. Forse glielo ha ricordato.»

«Forse quello che ha passato l’ha reso cattivo verso il suo passato.»

«Cattivo è una parola grossa Brian.» un urlo dalla stanza del piccolo me li fa sobbalzare e corrono entrambi nella sua stanza. Il piccolo me ha già 9 anni ma ha bagnato il letto ed è seduto con gli occhi spalancati.

«Shane, che è successo?» a sentire la voce maschile di Brian il piccolo me urla ancora di più, e si spinge verso la testiera del letto, allontanandosi dalle braccia di Brian.

«No, via, via. Va via.» gli occhi Brian si scuriscono, feriti. Sento distintamente il suo cuore perdere un battito ed una lama puntarsi dentro di lui. Michelle si avvicina al piccolo me e tende le braccia verso di lui ma anche questa volta si scansa.

«No maestra, no.» Michelle sospira e comincia cantare una ninna nanna. Lentamente il piccolo me si calma e Brian si tranquillizza. Tende una mano verso Shane sorridendo ma il bambino si sposta ancora.

«No, vai via.» Brian lascia cadere il braccio e si alza. La testa bassa ed un’altra lama conficcata nel petto. Esce dalla porta e scende in cucina dove prende una bottiglia di jack daniel’s e comincia a bere. Al piano di sopra il piccolo me sta ancora tremando ed è accucciato sul cuscino. Michelle sta ancora cantando ma gli occhi del bambino sono persi nel vuoto.

«Io non sono cattivo.» la donna scosse il capo.

«No, non lo sei.» tende le braccia verso di lui ed il piccolo me si rifugia tra le sue braccia. Michelle comincia ad accarezzargli i capelli e lentamente il bambino smette di tremare.

«Shane, perché hai picchiato quel bambino?» il piccolo me scuote il capo.

«Non lo so. Avevo paura di lui.»

«Perché?» il bambino alza le spalle.

«Non lo so.» Michelle continua ad accarezzargli il capo. «Che cosa hai sognato?» il bambino scuote la testa.

«Non me lo ricordo.» al piano di sotto un rumore di vetri infranti fece sobbalzare il bambino che coprì la macchia sul materasso col lenzuolo.

«Papà mi odia, vero?»  

n.d.a.
eccomi ancora qui a rompere gli zebedei. Mi eclisso subito sperando che il capitolo vi sia piaciuto. Spero di sapere che cosa ne pensate, ma forse non otterrò risposta. Vi saluto e ci vediamo al prossimo capitolo.
Drakness Raven
 

  
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