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Autore: ClaireTheSnitch    21/11/2014    7 recensioni
Nel 1971, molte cose stanno cambiando alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Un gruppo conosciuto come i Malandrini muove i primi passi nel castello e diventa inconsapevolmente il punto di partenza di una leggenda.
Tuttavia, tra di loro, Sirius e Remus sono destinati a qualcosa di più grande.

L'evoluzione della wolfstar, dal 1971 al 1996. E' un progetto estremamente ambizioso, ma sono emozionatissima.
Buona lettura, e che la wolfstar sia con voi!
[Avvertimenti: il rating è in evoluzione, dal momento che la storia è ancora in corso.]
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Due -
Grifondoro contro Serpeverde
 
 
Anno 1971, novembre
 
Sirius agitava la bacchetta con aria piuttosto svogliata, facendo levitare di fronte a sé le scarpe slacciate e la cravatta rosso e oro. Le lezioni sarebbero iniziate di lì a un’ora, e lui doveva ancora scendere nella Sala Grande per fare colazione. Insieme a James, ovviamente.
-Sirius, non puoi scendere scalzo.
-E tu non puoi scendere senza pantaloni, James. Voglio vedere cos’è più grave.
-Hai ragione. Hai già fatto il saggio sui bezoar per Lumacorno?
Sirius sghignazzò. –Ovviamente no, ma Pozioni è l’ultima lezione della giornata, quindi non è un problema.
-Ottimo. Copieremo durante la pausa pranzo.
-Dov’è Remus?
James diede una rapida risatina. –Ovviamente è già al piano di sotto. Spero solo che ci aspetti in Sala Comune prima di andare a colazione.
Sirius si allacciò le scarpe e rise di rimando. –Mi sembra un po’ giù di morale, ultimamente.
-Secondo me si è beccato un raffreddore.
Sirius fece spallucce, dubbioso, poi si rivolse ad un ragazzino paffuto, dagli occhi acquosi.
-Tu sei Peter, giusto? Sbrigati e vieni giù con noi, stiamo andando a mangiare qualcosa prima di ucciderci a Trasfigurazione.
Peter annuì, zelante, e li seguì fuori dal dormitorio. Come previsto, Remus li aspettava irrequieto.
 
-Mi fanno male le gambe, Merlino, sto per svenire.
Remus, di parecchi metri più indietro rispetto a James, Sirius e Peter, si scapicollava lungo il corridoio verso l’aula di Trasfigurazione: respirava rumorosamente e aveva un colorito poco rassicurante.
Dal canto loro, gli altri tre non riuscivano a capire come mai fosse così lento, dato che era il più alto dei tre e sembrava anche discretamente in forma.
-Avanti, mammoletta!- lo rimbeccò Sirius, correndo più veloce, -Cosa dirai alla McGranitt se entriamo dopo che la coda le è sparita?
Remus strinse i denti e accelerò; lo sforzo sembrò togliere ancora più colore dalle sue guance, ma continuò a correre imperterrito e raggiunse la porta dell’aula insieme agli altri.
-Avanti, siamo in tempo!
La McGranitt stava ancora zampettando sulla cattedra, e i quattro presero posto dietro Lily Evans e un paio di ragazzine Tassorosso, con cui condividevano alcune lezioni.
-Ehi, Evans!- sussurrò James.
-Potter.
-Evans, potresti per favore passarmi i compiti corretti?
Lily sbuffò rumorosamente e gettò dietro di sé un plico di fogli, senza troppe cerimonie.
-Evans, non è che potresti farmi anche un sorriso, eh?
-Taci, o ti trasfiguro in una teiera.
Sirius e Remus ridacchiarono tra loro.
-Ehi.- esordì il primo, rivolgendosi all’amico. –Ti sei beccato l’influenza per caso?
Remus fece una smorfia. –Ah. Sì, credo di sì. Qualcosa del genere.
-Non sarebbe meglio farti vedere da Madama Chips?
-Ma no, direi di no.- Forzò un occhiolino e ribatté: -Mica sono un mammoletta.
Durante tutta la lezione, tuttavia, Remus fu insolitamente taciturno e prese appunti con lentezza, senza mai sollevare la testa dal foglio per incrociare lo sguardo di Sirius.
 
Anno 1972, marzo
 
James e Sirius sedevano di fronte al fuoco in Sala Comune, giocando a Sparaschiocco con aria poco concentrata.
Sirius gettò la testa indietro ed espirò rumorosamente. -Non ho preso Eccezionale in tutte le materie per farmi prendere in giro da Remus.
-Ogni santa volta.
-E lui ha una stupida scusa per svicolare dalle nostre domande.
-Che diavolo gli prende.
-Mi domando se davvero non abbia una malattia grave.
James scosse la testa, scettico. Aveva passato gran parte del suo tempo libero a pensare che tipo di problema potesse avere Remus, ma una grave malattia non reggeva molto: non aveva sintomi particolari, nessun Medimago gli aveva mai fatto visita negli ultimi mesi e non si era mai assentato per andare al San Mungo.
Ora, non che i Malandrini dubitassero delle capacità di Madama Chips, ma nessun genitore sano di mente avrebbe lasciato un figlio molto malato a vivere da solo per un anno.
-Ascoltami, Sirius.- James tamburellò con le dita sul tavolo, -Dobbiamo scoprire che cosa ci sta nascondendo. Dov’è Peter?
-Di sopra, si esercita per Incantesimi.
-Ah. Perché noi non ci stiamo esercitando?
Sirius allargò le braccia con fare ammiccante e gli strizzò l’occhio. –Per favore, guardami. Ti pare che ne abbia bisogno?
 
Nel finesettimana si sarebbe giocata la partita di Quidditch più attesa del trimestre, un’infuocata Grifondoro contro Serpeverde che aveva trasformato il castello in una sorta di entità bivalente che cambiava pelle a seconda degli studenti che ne percorrevano i corridoi.
Alcuni ragazzi degli ultimi anni, più esperti di Trasfigurazione, avevano incantato alcune rampe di scale in modo che alla luce delle lanterne brillassero di rosso e oro, e ruggissero minacciose quando un Serpeverde decideva di salirle. Dal canto loro, i Serpeverde non erano da meno e avevano appeso ai soffitti del secondo piano degli stendardi verde e argento, che si aprivano come sipari sulle teste dei ragazzi, facendo emergere serpenti sibilanti e spaventosi.
La mattina della partita, James era terribilmente eccitato. Non faceva altro che leggere e rileggere il regolamento della scuola – sperando che, chissà come, fosse improvvisamente permesso giocare a Quidditch sin dal primo anno – e lanciare occhiate invidiose ai membri della squadra di Grifondoro, che in quei giorni sembravano persino meno vivi dei fantasmi.
-James.- esordì Remus, spazientito. –Datti una calmata. Non serve chiedere al Capitano se hanno provato la Finta Wronsky.
-Ma… io voglio solo sapere!
-L’hai già saputo. È la quarta volta che ti rispondono di no.- rimbeccò Sirius, ridendo. –Adesso muoviamoci, o gli spalti migliori saranno tutti occupati.
-I Tassorosso sono dalla nostra parte.- disse Peter, con un sorriso. –Che cosa si dice dei Corvonero?
James si passò una mano tra i capelli. – Molti di loro sono dei voltafaccia. Giurerei di aver visto Corner con una spilla Serpeverde.
Remus storse la bocca e gli altri ebbero l’impressione che non fosse per il disappunto.
 
Non appena misero piede sugli spalti, i quattro capirono cosa significasse effettivamente quella partita.
I Grifondoro, i Tassorosso e qualche Corvonero si sgolavano come degli ossessi, agitando enormi stendardi incantati che trasformavano l’aria in un turbinio di coriandoli dorati.
Un ragazzo del settimo anno, molto alto e muscoloso, reggeva un’orribile caricatura del Capitano dei Serpeverde, gridando: -Vi faremo le chiappe a strisce!
Sirius lo indicò e disse: -Quello è Pitch. Doveva giocare per noi come Cacciatore, ma all’ultimo allenamento i Serpeverde gli hanno amichevolmente distrutto la scopa.
James inorridì. –Con chi l’hanno sostituito?
In quel momento fece il suo ingresso trionfale la squadra dei Grifondoro, sfavillanti nelle loro uniformi nuove, e Remus indicò una ragazza con una treccia nera e lunghissima. –Con lei. Selma Florence. Si dice che abbia già un contratto per il prossimo campionato nazionale.
A James brillarono gli occhi. –Oh. Pagherei per essere lì.
La squadra di Serpeverde entrò, capeggiata da Emma Vane, una ragazza del quarto anno che giocava come Portiere e che si sussurrava avesse riflessi tali da acchiappare una mosca in volo. L’insieme era temibile: aveva gli occhi piccoli, infossati, e una fronte alta e lucida che le dava un’aria ancor più corrucciata.
Madama Bumb fischiò l’inizio della partita, e in un solo istante tutti i giocatori spiccarono il volo con una spinta sincronizzata delle gambe.
James sentiva l’elettricità scorrergli nelle vene al posto del sangue.
Dopo quasi un’ora, Serpeverde era in vantaggio di trenta punti, e James era così disperato che stava per strapparsi tutti i capelli.
-Florence ha la Pluffa. Mantiene il possesso, supera Gawley ed evita il Bolide di Malfoy…
-Schifoso! Verme! Metti giù quella mazza!- ululò Sirius, saltando e agitando le braccia. L’intero spalto dei Grifondoro ruggì insulti contro Lucius, che nel frattempo si era portato in prossimità di un altro Bolide, pronto a giocare il suo ruolo.
- Malfoy colpisce ancora, il gioco resta ai Grifondoro, Florence supera i Cacciatori avversari, Florence si avvicina agli anelli… Vane si tiene pronta! Florence si prepara all’attacco!
Un boato atroce. Gawley, uno dei Cacciatori Serpeverde, si era lanciato contro Selma Florence, colpendola con una traiettoria trasversale e con tanta violenza che la Pluffa era volata dalla parte opposta del campo. La Cacciatrice, invece, aveva ululato di dolore ed era rimasta appesa alla scopa con un solo braccio.
-Fallo!
-Questo è uno stramaledetto fallo!
-Schifosi bastardi!
Madama Bumb fischiò il fallo e decretò una breve interruzione, mentre Selma Florence riusciva ad issarsi sulla scopa con l’unico braccio sano e a gridare un insulto a Gawley.
Con un colpo di bacchetta, il braccio di Selma Florence fu risistemato e salì nuovamente a mezz’aria, accompagnata dal grido di Madama Bumb: -Punizione per Grifondoro!
James scosse per le spalle Sirius, gridando di felicità.
-Avanti, segna! Segna!
E Serpeverde incassò la Pluffa più rabbiosa che Hogwarts avesse mai visto. La palla fu recuperata con un incantesimo e Florence fece un giro lungo tutti gli spalti, incitando la folla ad acclamarla, nonostante Grifondoro fosse ancora venti punti indietro.
-Perkins ha la Pluffa, possesso Serpeverde! Perkins! Gawley! Gawley si dirige agli anelli, ma Bethan ha visto qualcosa…
Bethan, il Cercatore dei Serpeverde, sfrecciava più in alto del resto della squadra, evidentemente all’inseguimento del Boccino.
I tifosi erano in religioso silenzio.
James sentiva le budella sciogliersi lentamente.
Sirius teneva i pugni e i denti stretti.
Remus si reggeva al parapetto.
Peter osservava la scena con la testa piegata all’indietro e la bocca semiaperta.
-Anche Lorrain parte alla ricerca del Boccino! Lorrain è vicino! E Lorrain… Lorrain sfreccia sopra Bethan, evitandolo completamente!
Il commentatore tacque un istante: Lorrain si era alzato parecchi metri più in alto rispetto all’avversario, e lo seguiva da lì, a pari velocità.
Non aveva nessun senso. Il Boccino era sotto di lui, e decisamente alla portata dell’altro Cercatore.
-Bethan segue il Boccino, possesso Pluffa di Grifondoro! Vane para l’attacco di Florence! Bolide! Bethan sembra rallentare, Lorrain continua a salire! Lorrain! Lorrain è in picchiata! Lorrain! Lorrain! Lorrain prende il boccino sotto il maledetto naso di Bethan!
Un fischio e il mondo sembrò finire.
-Grifondoro prende il Boccino e vince!
 
Quella fu la prima, vera festa del loro primo anno. I ragazzi più grandi avevano introdotto illegalmente del Whisky Incendiario e Sirius si precipitò ad assaggiarne un bicchiere, per poi tornare metà disgustato e metà eccitato.
-Faceva schifo. Ne ho bevuto un sorso solo.
-Abbiamo vinto!- urlò James, in preda alla follia. Si era congratulato di persona con Selma Florence, Lorrain e tutti i giocatori che era riuscito a braccare, e poi aveva ballato un’imbarazzante danza della vittoria con Sirius, che si era divincolato cinque secondi dopo.
-Allora, Remus! Ti è piaciuta la partita? – esclamò, -E dai, sciogliti un po’!
Detto questo, Sirius sferrò una potente pacca sulla schiena a Remus, che per tutta risposta sgranò gli occhi e si piegò in due.
Afferrò un secchiello del ghiaccio e ci vomitò dentro.
 
-Non ha bevuto, vero?- domandò James, mentre trascinava Remus da Madama Chips.
Sirius issò una spalla dell’amico sulla propria. –Assolutamente no. Non ne sarebbe neanche capace.
-Grazie tante, eh. Sono qui.
-Lo so.
-Riesco a camminare da solo!
-Direi di no. – replicò Sirius, tenendolo più stretto. –Vuoi dirci che problemi ci sono, Remus?
-Infatti. Siamo stanchi di tirare ad indovinare.- lo incalzò James.
Peter era andato avanti ad avvertire Madama Chips dell’arrivo di Remus.
-Vomito. Sto male.
-Oh, Merlino, non siamo ciechi. Ma tu stai sempre male.
Madama Chips li aspettava fuori dall’infermeria. Sollevò Remus e lo stese su una branda, gettando un’occhiata preoccupata fuori dalla finestra. Il sole stava quasi calando e lei sembrava particolarmente affaccendata.
Pochi minuti dopo, Silente fece il suo ingresso in infermeria.
 
Sirius non poteva credere ai propri occhi. Perché mai il Preside stesso doveva prendere a cuore la salute di un ragazzino che vomitava in infermeria?
C’era decisamente qualcosa di strano negli sguardi preoccupati che Silente e Madama Chips si scambiavano osservando Remus sdraiato e scosso da brividi.
Le sue condizioni sembravano addirittura peggiorare e Sirius non aveva la minima idea di cosa stesse succedendo. Non aveva mai tollerato di non essere al corrente dei fatti, ed era stanco.
Quando Silente se ne fu andato, non senza aver scoccato un’altra occhiata misteriosa ai presenti, Sirius si avvicinò al letto di Remus e lo fissò con rabbia.
-Non possiamo sopportare tutti questi segreti.
-Sirius
-Smettila con quel tono da lagna. Non mi fai pena.
-Andiamo, non trattarlo così.- lo trattenne James, posandogli una mano sulla spalla.
-Ah, ora fai finta che sia a posto, no? Non t’importa sapere perché sta male?
-Sì, Sirius, mi importa, ma se non vuole dircelo…
-…allora siamo veramente dei pessimi amici per lui, non è vero?
Peter taceva. Gli occhi erano ancora più acquosi del solito, quasi fosse spaventato.
Remus inspirò. Per un istante, sembrò rivolgere un sorriso strano a Sirius, poi si sollevò sulle braccia e si mise a sedere, faticando parecchio.
-Va bene, va bene.- esordì, torcendosi le mani. –Ma se ve ne andrete, io sarò da solo.
Sirius, James e Peter si strinsero attorno a lui.
-Come dire…
Sirius deglutì, in attesa.
-Veramente, è difficile.
James si ravviò i capelli.
-Be’, ecco, oggi c’è la luna piena.
-Mi stai prendendo in giro, Remus? Sei stupido come sembri?- esclamò Sirius. –Che diavolo vorrebbe dire?
-Se magari stai zitto, ci arrivi! - Remus si voltò verso la finestra e scrutò il cielo, ansioso. –Stanotte non dormirò con voi, come al solito. Come ho fatto una volta al mese da quando sono a scuola. Devo andare alla Stamberga Strillante.
-Ma è infestata!- protestò Peter, con la mano davanti alla bocca.
Remus sorrise. –No, non lo è. Sono io che la infesto.
James spalancò gli occhi e Sirius si lasciò sfuggire un gemito di sorpresa. E una parolaccia, ma fu così bassa che nessuno la sentì.
-Remus…- mormorò Sirius, abbassando ancora la voce. – Stai dicendo che sei un licantropo?
Gli occhi di Remus si riempirono di lacrime e fu scosso da un singhiozzo. Madama Chips lasciò la stanza all’istante.
Non c’era niente che potesse essere risolto, in quella stanza così bianca, macchiata dalla luce del tramonto. Sirius seppe in quel momento che avevano soltanto dodici anni, che non erano affatto invincibili e che Remus aveva tutto il diritto di piangere con la testa fra le mani.
-Ehi, Remus.- gli sussurrò, stringendogli la spalla destra. – Remus, noi restiamo.
Alzò lo sguardo e incontrò quello di James, e poi quello di Peter.
Si strinsero ancora un po’ attorno all’amico e non tornarono alla Torre di Grifondoro finché non fu il momento di lasciarlo andare verso la Stamberga Strillante.
Sirius si morse l’interno della guancia per non piangere. Forse sembrava ancora un bambino, ma non aveva più voglia di esserlo. 












 

Cari lettori,
eccomi nuovamente qui con il secondo capitolo di questa storia che ha riscosso così tanto successo! Ringrazio tutti quelli che hanno recensito, sperando che continuino a seguirmi, e tutti coloro che silenziosamente hanno messo questa sciocchezza tra i preferiti o le seguite.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto: ho fatto moltissime ricerche per descrivere al meglio la partita di Quidditch (non sembra, ma come tutti gli sport è terribilmente difficile da raccontare per iscritto). Prima che qualcuno mi si sollevi contro, ebbene sì: James Potter non era un Cercatore, ma un Cacciatore. Zia Jo l'ha detto chiaramente in una delle sue interviste: "...he was a Chaser". Che poi nei ricordi di Piton giocherellasse sempre con un Boccino, è attribuito al fatto che con una Pluffa sarebbe stato molto più complicato far colpo nei corridoi o nel parco.

Non so se vi è balzato all'occhio, ma qui già si sviluppano i primi virgulti di wolfstar - l'ammissione di Remus è guidata soprattutto da Sirius e, nonostante siano solo dei bambini, c'è già un legame speciale tra di loro.

Fatemi sapere cosa ne pensate! I prossimi capitoli sono già pronti!

Un bacio, 
Claire
   
 
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