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Autore: Vanel    21/11/2014    2 recensioni
"Ero all'ottavo mese di gravidanza, avvertivo delle forti contrazioni così andai dal ginecologo.
Mi disse che c'erano dei problemi e che erano molto seri: di due gemelle ne potevo salvare solo una, e io avevo già preparato la cameretta di voi due, avevate già un nome, Carmela e Anastasia.
Carmela, nome che proveniva dall'ebraico e significava Giardino di Dio, e Anastasia che significava Resurrezione.
Il dottore mi disse che dovevo fare un parto d'urgenza, e mi chiese di scegliere quale delle due salvare.
Fu terribile, perché la scelta dipendeva da me.
Tra le due era Carmela quella più sana e in forma, e scelsi lei.
Ma il dottore sbagliò, non salvò Carmela, bensì te, una bambina piena di problemi, troppo piccola e magra, rifiutavi il latte, avevi sempre qualche problema, e non smettevi mai di piangere.
Ti odiai per questo, perché se tu non ci fossi stata, sarebbe stata Carmela quella a nascere, una bambina sana e in forma, non una malaticcia lagnosa.
Anastasia, tu sei nata per sbaglio."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Nata per sbaglio'
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Cielo senza luna



E
rano le cinque di pomeriggio, e il mio cervello risentiva ancora la chiacchierata di Ambra a riguardo di Giovanni.
Più di un'ora per parlarmi sempre della stessa cosa:
"E' andato in piscina con gli amici e non mi ha detto nulla! E se qualcuno ci provava? Non lo perdonerò mai!"
Una parte di me iniziava a concordare l'opinione di Michele.
Una relazione così, non la vorrei neanche io, a costo di restare sola a vita.
Io e Ambra ci eravamo divise i compiti, lei andava in pasticceria a ordinare la super mega torta che avrebbe richiesto almeno un mesetto per conservare tutti gli ingredienti alle persone normali, ma essendo una Grandi, il tutto sarebbe durato massimo una settimana.
Mentre io dovevo affittare la stanza da discoteca specificando tutte le decorazioni.
Ambra mi aveva dato un foglietto con scritto tutto, ma in cima alla lista c'era scritto:" Specifica che sei della famiglia GRANDI, capito!?!?"
Se non l'avessi conosciuta, avrei pensato che la famiglia Grandi fosse parecchio arrogante e raccomandata, ma conoscendola, ed essendoci dentro, la considerò più una famiglia fortunata, e con una buona reputazione da far smuovere persino la Luna.
"Ehm...salve"-Dissi tutta concentrata sul fogliettino, cercando di ripetermi mentalmente il discorsetto senza fare intoppi.
"Si?"-Al bancone c'era una ragazza poco più grande di me, si era rivolta a me cercando di celare la seccatura attraverso la gentilezza, ma appena le dissi chi ero aveva cambiato completamente atteggiamento.
Se non sono questi miracoli!
"Allora, cara, facciamo le pareti blu elettrico e viola? Qualcosa che fa risaltare il rock!"
"Si,e  poi i tavoli argentati"
"Sisi ottima idea, e i coriandoli argentati o dorati all'entrata di Michele Grandi?"-Si soffermò quasi sognando alla pronuncia di quel nome.
Se Michele Grandi non era una garanzia...
"Argentati"
"Lasciami qui la lista e penso a tutto io, ciao cara!"
"C-ciao"

Andai verso il bar dove mi ero data appuntamento con Ambra alla fine delle commissioni, essendo in anticipo lei ancora non c'era.
Presi posto e l'aspettai.
Dovevo ammettere che ero elettrizzata per la festa, ma cosa mi sarei messa?
Io in tenuta rock? 
Giravo la cannuccia dentro il bicchiere mentre pensavo a tutte queste complicazioni, che non si decidevano ancora a lasciarmi, quando a mia sorpresa qualcuno si sedette proprio davanti a me.
Ma non era Ambra.
La guardai stringendo gli occhi a due fessure, e speravo che quello bastasse a farle capire che non era desiderata, ma lei sembrò non notarlo e continuò a masticare la sua gomma.
"Ciao"-Mi disse con un tono che non riuscii a cogliere prontamente.
"Ciao Claudia"-Claudia, ovvero conosciuta come Claclà, era a capo di una gang della mia vecchia scuola.
Era ovvio che non era gradita, poiché non faceva altro che torturarmi e rinfacciarmi ogni giorno le parole che mia madre mi diceva ogni sera, tutto a causa di Luca.
"Cara Stasia! Ho sentito che Michele Grandi farà una festa"
"E quindi?"-Una cosa che dovevo ad Ambra, oltre che al mal di testa ogni volta che pronunciava il nome di Giovanni, era il suo atteggiamento contagioso, di sicuro, l'Anastasia di un anno fa non avrebbe risposto così.
"Calmati, ho una propostella da fare"-Facendo appello a tutto il mio autocontrollo che mi suggeriva di spaccarle il bicchiere in faccia, inarcai il sopracciglio attendendo la fatidica proposta.
"Mi devi un biglietto per la festa"
"Non ci sono biglietti ed io non ti devo niente"
"Allora un fottuto invito! Tanto sai in quanti ci saranno alla sua festa...e me lo devi, perché io potrei rispedirti nel basso volendolo, conto molto e tu lo sai"
Indignata la guardai torva.
"TU, non conti un bel niente, sei un moscerino a confronto, e io potrei renderti ancora più minuscola se solo lo volessi.
Secondo te le persone crederebbero più ad una ragazza dai facili costumi che a me? E non avrai mai un invito alla festa, poichè quelle come te sono la feccia, perciò alzati da questo tavolo poiché non sei stata invitata a sederti.
Smetti di auto-invitarti e guardati allo specchio, magari ti rendi conto di quanto schifo tu faccia"
Claudia era furiosa, ma io ancora di più.
Avevo utilizzato un po' di arroganza gratuita, e quello non era nel mio stile, ma quando si è arrabbiati è difficile controllare le parole.
Eppure non mi sentii affatto dispiaciuta, anzi, era da tanto che volevo farle un discorso del genere, e finalmente ne avevo avuta occasione.
Era un piccolo trionfo personale, perchè se c'era qualcosa che non ho mai sopportato, erano le ragazze come lei.
Straconvinte di essere al centro del mondo e ostinate a far sentire una merda gli altri perché credono che sia necessario per mantenere la posizione.
Se c'era una cosa che non sarei mai voluta diventare, era come lei.
L'unico problema, è che avevo utilizzato la sua stessa arma, quando io per prima avevo odiato sin dal primo momento.
Poi mi alzai e la guardai negli occhi.
"Hai capito come ci si sente adesso?"
E andai via, sentendomi libera quanto vuota.
Perché consideriamo un litigio un modo per sfogarci quando invece questo ci vuota solamente?
Non era così che volevo sentirmi, non vuota come lei.

Quando uscii dal bar mi imbattei in Ambra che guardandomi in faccia, Dio solo sa come, mi trascinò fuori chiedendomi cosa fosse successo.
Brevemente le raccontai tutto, lei mi fece i complimenti ma io non mi sentivo così orgogliosa.

Quando tornammo a casa Ambra salì subito di sopra per chiamare Giovanni, io andai in cucina e bevvi un sorso d'acqua.
Tanto l'acqua non ti riempie.
Sei sempre vuota.
I pensieri si insinuavano nella mia mente in maniera rapida, avevo fatto la cosa giusta.
"Sei tornata"-Non capii velocemente se quella fu un'affermazione o una domanda, fatto sta che il cuore iniziò a battere, forse per lo spavento...
"Ehm si"-Dissi concentrandomi sul bicchiere.
"I problemi sanno nuotare benissimo, sai?"-Mi disse e prese posto vicino a me.
"Come?"
"Hai l'aria di una che non ha avuto una bella giornata, e stai bevendo come per cacciare via i problemi"
"In realtà..."-Dissi ma mi bloccai di scatto.
"Si?"
"Beh in realtà mi sento vuota"
La mia frase poteva suonare stupida ma ormai era fatta.
Una volta che si dice una parola, non si può tirare indietro.
"Anche a me succede, quando litigo con i miei genitori"
Alzai lo sguardo e lo guardai sorpresa di come potesse essere così simile a me.
"Sfogare la propria rabbia non ti fa sfogare, ti vuota e basta,"
Michele annuì e restò in silenzio ad ascoltarmi.
"Solo che a volte, sembra l'unica via di uscita. E resti vuota con la consapevolezza di esser diventata la persona che mai avresti voluto essere"
"Tu chi non vuoi essere?"
"Una persona arrogante che ha bisogno di offendere gli altri per sentirsi qualcuno"
"Beh, tu non sei così"
"E come lo sai?"
"Una persona del genere, si sentirebbe bene a creare zuffe, tu non sei così"
"Neanche tu lo sei"
Sorrise.
"Grazie"
Poi si alzò e andò verso la porta.
Prima di andarsene si voltò e mi disse:
"Lo sai cosa colma il vuoto?"
Scossi la testa.
"L'amore"
E andò via.
 





Finalmente dopo tanto sono tornata!
Vi ringrazio per le recensioni e per aver aggiunto questa storia alle preferite, sono davvero onorata **

Questo capitolo contiene un bel po' di frasi che mi caratterizzano, alcune morali di Ana sono anche le mie, e la frase di Michele sta per l'appunto ad indicare che lui è un ragazzo mooolto profondo :)
A proposito del titolo: "Cielo senza luna" Cos'è il cielo senza luna? Come ci appare? Vuoto.

Vi è piaciuto? Lo spero tanto...al prossimo capitolo! ^^

Vanel
  
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