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Autore: Yeppo    22/11/2014    0 recensioni
La storia vorrebbe essere una light novel ma essendo incapace di disegnare mi limito a tentare di descrivere la nuova vita di un ragazzo di 17 anni, Aki tra situazioni divertenti e romanticismi vari ~
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Yeppo

PASSO 2.

...Io mi chiamo Aki!

“Ahhia...” Disse Aki massaggiandosi il capo. Due occhi infiammati gli comparirono davanti quando alzò la testa. Una ragazza, lì impalata davanti a lui. “*Ugh*... spaventosa.” Disse tremolante il ragazzo.

“...Tu... Ora imparerai cos'è il dolore.”

E fù così che Aki si risvegliò in un'abitazione con uno stampo di suola sul viso. “Cosa...? Dove sono ?” “Aki! Ti sei svegliato finalmente ! Pensavamo di dover chiamare un medico !” Disse Mari, la zia di Aki. “Aahh, che male” lamentò il ragazzo massaggiandosi il capo.

“Oh, si è svegliato, tutto bene Aki-chan ? Chiese lo zio Gekko.

“Sì sì zio tutto bene, non ti preoccupare. Piuttosto...come ci sono finito qui?!”

“Beeeh....” introdussero entrambi. “ Lascia che ti spieghi io, babbeo.” Una misteriosa figura appoggiata allo stipite della porta cominciò a parlare. “Forse non hai capito la gravità del tuo gesto. Tu....come hai osato farmi cadere ? Questa è stata la tua punizione! Ed ora smettila di lamentarti e prendi il cappotto, ti farò fare un giro del quartiere. Ringrazia che i tuoi zii sono dei cari amici di famiglia e mi hanno chiesto di darti una mano per abituarti alla nuova città.

“La nostra Ai è come la figlia che non abbiamo mai avuto, le vogliamo molto bene e abbiamo pensato che potesse aiutarti. Cambiare Stato è sempre un po' difficile no ? E qui se fai passi falsi vieni marchiato per un bel po'.”

“Ok, ok grazie del... pensiero... mhh” Disse con l'espressione un po' perplessa Aki

“Hey cos'era quel modo di dire 'pensiero' ? Se non ti va bene ricevere il mio aiuto puoi arrangiarti. Ed ora muoviti che non voglio perdere altro tempo.” Lo intimò Ai.

“ Va bene, va bene ora arrivo” Aki si alzò dal letto ancora un po' indolenzito e dopo un “Con permesso zii” si incamminò con Ai.

“Ti aspettiamo per cena Aki-kun! Divertitevi!”

 

I due cominciarono a passeggiare“...Io mi chiamo Aki!”

“Lo so come ti chiami. Non c'è bisogno di fare conversazione, ti mostrerò semplicemente dove si trovano la scuola e i punti più importanti del quartiere.”

Aki rinunciò e rimase zitto.

Passarono dieci minuti di puro silenzio. “E qui c'è la scuola. Le lezioni cominciano domani alle 8.”

“Wooooo!!! Ma è immensa!!!” “Perché dove abitavi tu le scuole come sono?”chiese Ai.

“Beh, abbastanza deprimenti e sicuramente non grandi quanto questa, poi non si faceva altro che studiare e studiare. Mai un'attività divertente. Non mi trovavo per niente bene, né con i professori né...con i miei compagni” Ai per un secondo rivide sé stessa in Aki, quell'espressione le era così famigliare. E forse fu quello a rompere la sua avversione per lui.

“Ha... ti capisco, eccome.” Disse sorridendo. Aki la fissò un po' stupito e disse ridendo “Hei, tu mi hai sorriso !!!”

Ai tramutò immediatamente la sua espressione e sferrò il suo tipico pugno in testa.

“Bene la visita turistica finisce qui per oggi.” Va a casa, tanto conosci la strada no? Ci vediamo domani a scuola e vedi di non mettermi in imbarazzo!”

“Ma... io...” Ormai Ai si era allontanata noncurante di Aki. “Ma io non ho idea di come tornare a casaaa”

2 ore dopo riuscì a ritornare.

“Hey Aki ben tornato! Ti sei divertito con Ai? In due ore dovrebbe averti spiegato bene come muoverti nel quartiere giusto ?” Chiese Mary.

“Behhh... diciamo di sì” Rispose Aki.

“Ottimo! Vieni, la cena è pronta”

“E così domani comincia la scuola è Aki ? Sei emozionato ?” chiese Gekko.

“Sì zio, moltissimo, non vedo l'ora!” Rispose Aki col viso sorridente. “Finalmente un nuovo inizio, sono così felice... e questa roba è buonissima!!!” Finita la cena e preparatosi per andare a dormire distrutto dal jet lag, Aki ripensò per un momento a fino dove la sua determinazione l'aveva portato; una seconda chance che non poteva sprecare. Finalmente poteva illuminare il buio che l'aveva imprigionato fino ad allora e non avrebbe perso una sola occasione per farlo. “Nessuno mi priverà più di ciò che mi merito...” e pensando a queste parole si addormentò. Lo attendeva il primo giorno nella nuova scuola...

   
 
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