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Autore: genesisandapocalypse    22/11/2014    7 recensioni
Incomprensibile è la fuga di Deborah.
Incomprensibile è la scelta di Beatriz.
Incomprensibile è la bellezza di Jamaica.
Incomprensibile è il fastidio di Kriziana.
Incomprensibile è il pianto non avvenuto di Calum
Incomprensibile è l’autostima a terra di Michael.
Incomprensibile è la preferenza di Luke.
Incomprensibile è la gioia esagerata di Ashton.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Incomprensibile.

EPILOGO.
 
A tutti voi, che avete seguito la mia storia, mi avete sostenuta e siete riusciti a farmi completare una FF,
A Jamaica, Kriziana, Deborah e Beatriz, mie creazioni, che hanno ognuna qualcosa di me,
Ai 5SOS, che amo con tutta me stessa, che mi hanno fatto scoprire la bellezza di amare in modo insensato qualcuno che, in realtà, non conosco granché.
 
 
I cambiamenti, con il passare degli anni, ci sono stati.
Deborah e Calum hanno superato ogni tipo di problema che si ha quando a diciassette anni si diventa genitori.
Calum ha lasciato perdere la sua passione per i brutti voti e si è diplomato con successo, sotto lo sguardo stupito dei professori e quello orgoglioso di Deborah e i genitori.
Poi è corso all’università, prendendo giurisprudenza, che a lui ha sempre affascinato un pochino, alternando il suo tempo tra l’università, la band e la famiglia.
Con i 5 Seconds Of Summer è riuscito a raccogliere abbastanza soldi per procurarsi un appartamentino a due isolati da casa di Deborah, con due stanze, un bagno e la cucina collegata al salotto.
Niente di eccezionale, ma sicuramente accogliente ed adatto a loro.
Deborah, invece, ha preferito lasciare la scuola, sicura che più avanti avrebbe avuto la possibilità di prendere quella serale, troppo impegnata a passare il suo tempo con Samuel Hood, il suo piccolo ometto.
Samuel ha preso il colorito, le labbra e i capelli di Calum, mentre da Deborah ha preso gli occhi e il naso.
Un bel bimbo, a parere di tutti.
Samuel è la gioia e la dolcezza in persona e tutti ne sono sempre stati ammaliati, fin dalla prima volta.
Appena Calum è riuscito a laurearsi e a trovare lavoro come avvocato, oltre che come bassista in quella band di scalmanati, e i primi soldi sono arrivati, hanno preso una casa decisamente più grande e bellina, sulla stessa via di quella di Ashton, loro ospite abituale.
E, a ventidue anni, quando hanno avuto certezze e nessun problema, accorgendosi che il loro amore non era un amore adolescente, pronto a finire da un momento all’altro, si sono sposati e Samuel ha portato le fedi.
Poi, tredici mesi dopo, hanno dovuto aggiungere un letto in più in casa.
Sophie, rispetto al fratello, ha preso la pelle, i capelli e il naso da Deborah, mentre gli occhioni a mandorla e le labbra formose da Calum.
Deborah, quando ci pensa, a come è andata la loro vita, non può che sorridere, stringendosi di più tra le braccia di suo marito.
 
Luke e Kriziana non si sono sposati, perché l’azzurra, tornata magicamente mora dopo anni, ne ha sempre avuto il terrore, del matrimonio.
Insomma, nessuno le ha mai assicurato che il divorzio non esiste per tutte le coppie.
Ma a Luke è andato bene così, perché a lui è sempre bastato stare semplicemente al suo fianco.
Si sono ritrovati un appartamento in periferia, più lontano dagli altri, circa un’oretta di macchina ogni volta, ma a loro va bene così, perché hanno tutta la privacy del mondo.
Kriziana è diventata commessa di un negozio decisamente costoso, tanto che la paga non è per niente male, e Luke ha continuato con la band e ha un albergo da dirigere.
Si sono sempre ritrovati, quasi ogni sera, al Kimical con gli altri, perché gli fa bene vedersi, perché era una promessa, la loro, di continuare l’amicizia.
A ventitré anni, dopo aver assistito al favoloso matrimonio di Calum e Deborah come testimoni, alla fine Luke è riuscito a farsi sposare, promettendole che ogni piccolo problema di coppia l’avrebbero superato insieme, e Kriziana ha accettato.
Si sono sposati due mesi dopo e, subito, Kriziana è rimasta incinta, assistendo alla felicità spaventosa di Luke, che ha pianto come una bambinella alla prima ecografia.
È nata Rebecca, la furbizia in persona. Ha preso gli occhi di Kriziana, nerissimi, ma, oltre quelli, è tutta suo padre. Poi, un anno dopo, sono arrivati i gemelli Richard e Daniel, che sono uno il contrario dell’altro.
Richard ha preso tutto da Luke, tranne i capelli scurissimi, mentre Daniel ha preso tutto da Kriziana, tranne le labbra del padre.
Kriziana si sente felice, quando guarda i suoi bimbi scorrazzare per casa e Sophie in braccio al padre.
Si sente felice, quando osserva Luke sorridere e guardarla con amore.
Si sente felice, perché sa che non finirà presto, forse non finirà affatto.
 
Beatriz, a diciannove anni, si è trasferita, tra le lacrime di lei e di tutti quanti, comprese quelle di Michael, ad Adelaide, e sì, va bene che lei e Michael si sono amati, ma nessuno dei due ha mai creduto nelle relazioni a distanza.
Michael ha passato quei tre anni con qualche ragazza che, però, non gli ha mai fatto sentire le stesse emozioni.
Ha sofferto, ogni tanto ha anche pianto, ha cercato di scordarla, ma lei era sempre nella sua testa.
Poi, al matrimonio di Calum e Deborah, è spuntata dal nulla, Beatriz, dopo tre anni, fasciata in un vestito rosso e con i soliti capelli leonini a circondarle il viso perfetto.
I loro occhi si sono scontrati con violenza e le emozioni, che Michael non ha sentito per tre anni, sono arrivate di botto, facendolo sussultare sul posto.
C’è stato un corrersi in contro e un abbraccio lungo dieci minuti, delle lacrime a scorrere sul viso di Beatriz e un sorriso pacifico su quello di Michael.
Poi, una volta staccati, c’è stato un bacio leggero, che ha giusto iniziato tutti gli altri.
Beatriz  non se n’è più andata, accettando la proposta di Michael di tornare con lui, di tornare da lui, e i genitori non hanno fatto che accettare la sua scelta, perché Beatriz era grande e vaccinata, perché non ha mai smesso di amare quello strano ragazzo dai capelli colorati.
Beatriz ha trovato lavoro come stilista al centro di Sydney e Michael, seppure, quando glielo chiedevano lui diceva di essere il chitarrista dei 5 Seconds Of Summer, ha trovato lavoro come muratore.
Non si sono sposati, loro, non ancora almeno, e di figli ancora non si ha notizia, ma stanno insieme, sono felici, e Michael ha smesso di tingersi i capelli, tornando al suo biondo.
 
Jamaica, invece, è scappata, esattamente come Deborah anni prima.
Ashton si è svegliato, una mattina, e accanto a sé ha trovato solo un biglietto scarso, con scritto “mi mancherai” e niente più.
Ha pianto, quella mattina, tra le braccia di Deborah, perché Beatriz era già ad Adelaide, e ha pianto anche tra le braccia di Calum, che lo ha capito meglio di tutti.
Poi ha urlato e ha finito per distruggere ogni schifosa cosa di ceramica in casa sua.
Alla fine si è arreso agli insulti e ha passato gli anni successivi a guardare una sua foto. E non con nostalgia, ma con rabbia.
Perché Ashton non è mai stato nostalgico.
Se l’è spassata con qualcuna e forse, con quella Jennifer, ha ricominciato ad aprirsi, a tornare come prima, ha ricominciato a provare sentimenti.
E, poi, lei è tornata.
Jamaica, quando gli è apparsa davanti, aveva i capelli più corti del solito, la pelle più lattea e gli occhi circondanti da occhiaie. Sulle labbra l’ombra di un sorriso delicato e le sopracciglia tatuate.
L’ha trovata lo stesso bella, lui, anche se l’aspetto non era dei migliori.
Ha pensato, per un momento, di urlarle contro, ma invece è rimasto zitto, guardandola impassibile e un po’ sorpreso, poi ha aperto la porta un poco di più.
E Jamaica non ha aspettato altro, fiondandosi in quella che, una volta, era anche casa sua.
Ashton l’ha accompagnata in salotto e si è seduto sul divano, lasciandole la poltrona che lei stessa aveva comprato anni prima, poi Jamaica ha cominciato a raccontare.
E Ashton ha pianto di nuovo, perché si è permesso di giudicarla, perché non c’è stato nei suoi momenti peggiori.
L’ha abbracciata di slancio, stringendosela addosso e notando che era dimagrita parecchio.
Poi l’ha baciata come se non ci fosse un domani, dopo due anni, promettendosi, e promettendole, che non l’avrebbe lasciata scappare nuovamente, qualunque cosa potesse succedere.
Ha fatto una festicciola, la sera, chiamando tutti, perché Jamaica era tornata e perché non c’era traccia della leucemia che l’aveva sconvolta, costringendola a scappare per non far soffrire Ashton, ignaro di tutto.
Non ha aspettato altro, Ashton, poi, perché aveva paura, e l’ha resa sua quella notte stessa, perché ne ha sentito il bisogno, perché ha voluto sentire lei.
Jamaica, finalmente, ha sorriso davvero, tra le braccia di lui e senza quel mostro a sconvolgerle la vita.

 
***
Ehilà,
siamo arrivati alla fine, eh!?!
Mi 'spiace che non è lungo, l'epilogo, ma sinceramente non avrei potuto scrivere di più, perché avevo questo in testa.
Allora, vi ringrazio sinceramente, a chi c'è stato dall'inizio e a chi è arrivato alla fine.
Ringrazio chi ha messo questo storia tra le preferite, chi tra le seguite, chi tra le ricordate, chi tra nessuna di queste categorie.
Ringrazio chi ha recensito, dandomi una spinta in più, e chi l'ha seguita silenziosamente.
Sono contenta di essere arrivata alla fine, da una parte, perché l'immaginazione iniziava a scarseggiare, ma lasciare questa storia è strano, per me, perché è la prima che riesco a finire.
Non so che dire, sinceramente... mi mancherà dovermi spremere le meningi per far uscire qualcosa.
Vi lascio, perché non sono mai stata una da addii.
Forse ci becchiamo alla prossima storia, eh!?!
Bye bye,

Judith.

 
  
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