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Autore: AlekHiwatari14    22/11/2014    2 recensioni
Storia ispirata a quella precedente di My Life like a Vampire.
Un tempo, quando erano bambini, i Sakamaki fanno i conti con i loro problemi. Problemi che li ha portati ad essere ciò che sono, ma se qualcuno incrociasse il loro cammino e in quel passato eviterebbe i loro cambiamenti, come diventerebbero i Sakamaki? Chi e/o cosa li farà cambiare? E sopratutto, perchè?
Raccontata con gli occhi e le emozioni dei Sakamaki, ma sopratutto di Subaru, e preparatevi ad entrare nel loro passato per vedere e comprendere passo dopo passo i loro cambiamenti e le mille e più avventure che li aspettano con un nuovo personaggio del tutto imprevedibile.
Buona lettura.
Genere: Commedia, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa, Subaru Sakamaki, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My Life like a Vampire'
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Capitolo 19



***
Subaru
***


Subaru:Rita!

Esclamai vedendola nascosta nella torre. Mi accertai che non ci fosse nessuno e mi avvicinai a lei abbracciandola.

Subaru:Che bello rivederti.
Rita:Si, sono felice anch'io. Allora? Ci sono novità?
Subaru:Papà sta indagando nel villaggio. 
Rita:Lo so. Ho notato Richter che guardava come un segugio dove potessi essere insieme ad un altro uomo.
Subaru:Ci vorrà ancora molto a te prima che torni?
Rita:Penso di si. Almeno qualche altro giorno. Almenoche......
Subaru:Almeno che...cosa?
Rita:Se scoprissero che sono Red Rose e venissero all'orfanotrofio dove sto aiutando i miei amici sarebbe un guaio.
Subaru:Dobbiamo trovare un modo per depistarli.

Dissi incominciando a pensare. La piccola mi diede una busta.

Subaru:Cos'è?
Rita:Dobbiamo bruciare questi panni e metterli dove stanno indagando.
Subaru:Cosa? Ma è troppo rischioso.
Rita:Tu bruciali, poi ci penso io a metterli lì.
Subaru:Ma che stai facendo in orfanotrofio di così importante?
Rita:Aiuto i Mukami.
Subaru:I Mukami?
Rita:Si, saranno presto i figli adottivi del subordinato di Karlheinz. Devo riuscire a renderli forti e fargli tornare la memoria a Edgar. E' per il bene di Shu.
Subaru:Cosa? Edgar è sopravvisuto alle fiamme?
Rita:Si, avrei potuto anche non salvarlo visto che lo avrebbe fatto Karlheinz, ma volevo che ricordasse. Purtroppo qui sta andando tutto a rotoli. Ogni modifica che voglio apportare, l'unica che è andata bene è a te e a Reiji che ha avuto un pò d'affetto da sua madre. Il resto sembra andare tutto male.

Confessò preoccupata. 

Subaru:Tranquilla. Vedrai che andrà tutto bene. 
Rita:Adesso devo tornare in orfanotrofio prima che Kou faccia qualche scemenza.
Subaru:Kou?

Chiesi sorpreso non sapendo chi era. La piccola si voltò verso di me e con un sorriso disse:

Rita:Giusto. Tu non sai nulla su di lui. 
Subaru:Chi è?
Rita:Una persona a cui tengo. Tutto qua.
Subaru:Non sarà mica qualcuno che ti piace?

La piccola abbassò lo sguardo arrossendo e la cosa mi ferì anche non capendone il motivo. La risposta che diede fu al quanto strana.

Rita:Non mi piace.
Subaru:Cosa?
Rita:Non mi piace....perchè....cioè... ci tengo a lui...come dire....è la classica persona insopportabile, infame, egoista, egocentrica narcisita che se deve insultarti lo fa senza problemi, ma....è anche dolce e sensibile, affettuoso...è come Raito in effetti.
Subaru:Che vuoi dire?
Rita:Insopportabile, ma se non ci fosse dovreti inventarlo.
Subaru:Che?
Rita:Senza di lui non saprei come vivere. Raito è un pervertito nato, ma se non fosse così sarebbe noioso, lo stesso è Kou. E' un infame in cerca di vendetta dalle sofferenze subite, ma interiormente è fragile. Se non fosse così egoista ed egocentrico non fosse lui, come te, se non fossi dolce e sensibile non saresti il Subaru che voglio bene. Non so se capisci.
Subaru:E' un discorso molto contorto, ma... credo di capire a cosa intendi dire. E' come la situazione mia e di mia madre, giusto? Cioè che anche se non mi da affetto e sta rinchiusa qui, in questa torre, la voglio ugualmente bene...vero?
Rita:Esatto. Anche se è considerata pazza, è pur sempre tua madre. Le vuoi bene, ti batte il cuore, ti fa soffrire vederla così, ma è proprio per questo che stai sempre qui. Anche soffrendo non puoi farne almeno.

Rispose facendomi rimanere l'amaro in bocca.

Subaru:Quindi...ti sei innamorata di lui.
Rita:Diciamo che è una situazione delicata.

Disse. Abbassai lo sguardo. Sentivo il cuore a pezzi. La piccola mi accarezzò il volto aggiungendo:

Rita:Ehi! Tu vieni sempre prima degli altri. Se non fosse così non fossi qui. Non credi.

Sorrisi e l'abbracciai per poi staccarci. Doveva andare in orfanotrofio ed io....avevo quei suoi abiti da bruciare prima che papà se ne fosse accorto di chi era veramente. 


***
Kou
***


Eccomi qui, in camera degli aristocratici. Volevo fermare questa tortura e questo inferno. Non volevo essere più un animale da intrattenimento per quegli stupidi nobili. Così decisi di fermare l'orfanotrofio. Nel tentativo di fermare questa tortura e fermare il dolore in me, di essere trattato come un giocattolo di un aristocratico, mi lamentai che il mio occhio destro, coperto dal ciuffo, non avrebbe mai più visto il cielo azzurro che desideravo tanto vedere di nuovo. Anche perchè a causa dei pestaggi era completamente chiuso e viola che non si apriva. Sentivo che era inutile tenerlo così feci l'errore più grande della mia vita. Decisi di sfigurarmi e togliermelo con una forchetta davanti all'aristocratico, come mezzo di protesta, ma la reazione fu altro. Purtroppo, era quello che gli aristocratici desiderano di più. Amavano i miei occhi color cielo e volevano sfigurarmeli, ed io....stupido com'ero....ero caduto nella loro trappola. Incominciarono a prendermi in giro, mentre piangevo dell'errore commesso. Ricordavo la scena di Rita che me lo baciava e sentivo un gran dolore al petto. L'avevo sicuramente delusa. Improvvisamente, dinanzi a me, apparve lei dal nulla. Si voltò verso di me annussando nell'aria. Aveva quell'azzurro degli occhi illuminati da una strana luce fluorescente. 

Kou:R....Rita...

Balbettai vedendola strana. Mi venne vicino e mi prese il volto. Con le lacrime agli occhi leccò il sangue che scorreva dall'occhio.

Rita:Sono arrivata tardi.....

L'aristocratico incominciaò a prenderci in giro, ma lei sembrava non reggere alle provocazioni. Era nervosa. Molto nervosa.

Rita:Ehi! Moccioso!! Dì un altra parola e giuro che ti prosciugo tutto il sangue che hai nelle vene.
Bambino:Oh...certo! Guarda chi ha parlato! Il vampiro. O dovrei chiamarti sanguisuga??

Disse incominciandola a deridere. Ero mortificato di quella situazione. Incominciai a piangere e le lacrime mi bruciavano l'occhio destro. Non avrei mai voluto che lei mi avrebbe visto così. 

Kou:Mi spiace...io......non dovevo. Sono uno stupido.

La piccola mi accarezzò il volto dolcemente, ma vedendomi piangere disperato, non riuscì a reggere la situazione. Si avvicinò come un fulmine all'aristocratico trovandosi dietro di lui. Lo prese per la gola alzandolo in aria. Aveva un aria spietata, mentre alzava in aria l'aristocratico spaventato ed io avevo seriamente paura. Non l'avevo mai vista nelle sue vere vesti. Con quegli occhi illuminati mostrò il suo canino affilato con la sua vera realtà. Era un vampiro. Si leccò quel canino pronta a morderlo. 

Bambino:No!!Lasciami!!
Rita:Lasciarti? Ah...giusto. 
Bambino:G...giusto??
Rita:Sangue per Kou....sangue anche per te....

Rispose con aria maligna e infame scaraventandolo contro il muro. Al muro era appoggiato uno specchio e l'aristocratico finì con la schiena su di esso rompendolo e ferendosi. 

Rita:Oh....che sfortuna. 7 anni di guai per uno specchio rotto. Peccato.

Disse voltandosi verso di me e incamminandosi, quando quest'ultimo si alzò e prendendo un bastone di legno da terra corse dietro di lei per picchiarla. A quella scena non seppi resistere e urlai:

Kou:Rita!!! Dietro di te!!
Bambino:Prendi questo!!!

Cercò di dandogliela in testa, ma lei fu più agile di lui. Sparì per un secondo ritrovandosi dopo un attimo dietro all'aristocratico. Con una forza innata, prese quella mazza.

Rita:No,no,no....Non ci siamo proprio. Le tue buone maniere sono peggio delle bestie. Non sai che le donne non si toccano?

Chiese ironicamente spezzando quella mazza con la forza che aveva nella mano impaurendolo e facendolo fuggire via. Si voltò verso di me che mi ero rintanato sotto al tavolo. Mi ero rifugiato lì perchè avevo paura di lei. Era diventata ingestibile e furiosa, ma mi guardava sempre con quell'aria di tenerezza. Mi venne vicino accovacciandosi a terra.

Kou:Che vuoi da me?
Rita:Kou...hai paura?
Kou:E' ovvio che ne abbia! Sei un mostro. 
Rita:L'infamità si combatte con la giustizia, anche se a volte può sembrare infame anche quella.
Kou:Lo hai praticamente rovinato.
Rita:Chi? Io? Perchè? Non hai visto che ha fatto a te?

Domandò accarezzandomi il volto sporco di sangue per l'occhio. La piccola cercò di spostarmi i capelli dall'occhio ed gli tolsi la mano. Non volevo fargli vedere che ero senz'occhio. Mi sentivo umiliato e inutile.

Kou:No....è orrendo!
Rita:Lo so, ma non starai così ancora per molto. Avrei voluto che non avessi avuto l'occhio di vetro, ma non ci sono riuscita. Dopotutto il destino non si può cambiare, o sbaglio?
Kou:L....L'occhio di vetro?
Rita:La tua nuova famiglia te lo darà.
Kou:Tu sei pazza! Continui a dire cose senza fondamenti. Che ti importa di me? Chi diamine sei?? Perchè mi stai accanto? Da dove sei uscita? Non ti ho mica chiamato io? Perchè continui a dire della famiglia? Perchè?? 

Urlai con le lacrime agli occhi. La piccola, inaspettatamente, appoggiò le sue labbra alle mie teneramente. Era strano. Sentivo il cuore a mille. Non so se era per la paura o per il bacio. Era la prima volta che davo un bacio così. La piccola si staccò prendendo il mio volto e continuò a leccarmi l'occhio. L'avevo definita mostro, ma in realtà era molto dolce e protettiva. Sembrava quasi che volesse prendersi cura di me. 

Kou:Perchè.....mi stai attorno e ti prendi cura di me?
Rita:So che stai pensando di ucciderti a causa dell'occhio e di ciò che è appena successo.
Kou:Come fai a saperlo?
Rita:Io e te siamo simili. Anch'io lo vorrei in questa situazione, ma...la vita è un dono meraviglioso e anche se tentassi di ucciderti, non ci riusciresti. Credimi. Sei troppo uguale a me.
Kou:Chi te lo dice?
Rita:Provaci pure se vuoi. 

Disse convinta. Così tentai il suicidio, ma era come aveva detto. Non riuscivo ad uccidermi. Gli addetti dell'orfanotrofio vennero proprio quando avevo quel coltello tra le mani. Pensarono che ero stato io a conciare male e ad impaurire l'aristocratico bambino così mi chiusero nella cella di punizione dove incontrai un bambino dai capelli lunghi e occhi castani. Non aveva l'aria di un burlo, così mi avvicinai.

Kou:Non sembri un burlo. 
?:Infatti non lo sono.
Kou:Come hai fatto a finire qui?
?:Ho picchiato uno per aver parlato male del mio capo gruppo, te??
Kou:Comportamento indegno nei confronti degli aristocratici.
?:Capisco. Quindi eri nel "club".
Kou:Esatto.
?:Ti hanno trattato come un giocattolo, giusto?
Kou:Si.

Mi avvicinai a lui e amichevolmente gli dissi:

Kou:Piacere, io sono Kou.Tu chi sei?
Edgar:C'è chi mi chiama Orso, chi Edgar, ma chiamami come vuoi. Ormai non so più niente di me. Ho perso la memoria in un incidente e l'unica persona che sapeva di me, l'ho abbandonata. Aveva detto che ci saremo rincontrati qui, ma fino ad ora non l'ho ancora vista.

Così incominciammo a parlare e diventammo amici. Poco dopo, incontrai Ruki, un bambino aristocratico diventato orfano e povero. Mi insultava chiamandomi perdente. Lui mi aveva visto durante il mio tentativo di suicidio. Cercai di negare, ma in quell'inferno non sapevo proprio che fare. Rita sembrava essere dissolta nel nulla e mentre io architettavo un piano insieme ad Edgar per fuggire, qualcun altro faceva la sua conoscenza. Chi? Fatevelo raccontare da lui. 
Un bacio. Kou.

   
 
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