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Autore: Wild imagination    22/11/2014    7 recensioni
Prendete un liceo qualsiasi a Lima, Ohio. Magari il McKinley.
Adesso trasformatelo in un istituto per ragazzi con... capacità particolari.
Considerate una scuola privata gemellata (perchè no, magari la Dalton) i cui studenti sono cordialmente invitati a trascorrere un anno insieme al nostro Glee Club, che è un po' diverso dal solito.
Aggiungete delle sfide per rendere il tutto più emozionante, una convivenza forzata, e un Kurt che proprio non sopporta Blaine, ricambiato.
Un anno scolastico non vi sarà mai sembrato così interessante.
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Note dell'autrice-
Potremmo (POTREMMO) essere arrivati al motivo per cui questa ff è arancione. 
E potremmo anche essere arrivati all'ultimo capitolo; a questo punto manca solo l'epilogo. Vi ringrazierò tutti come si deve il prossimo sabato, ma sappiate fin da ora che siete il motivo per cui ho continuato a pubblicare questa storia. 
Siete stati meravigliosi con le vostre recensioni, sempre pronti a tirarmi su di morale e a smontare i miei colpi di scena. Grazie.
P.S. Ringraziamo Ambros per il suo contributo.



I'll do anything

"Beh, chi l'avrebbe mai detto che alla fine Santana sarebbe stata eletta reginetta?" commentò Blaine, alzando un sopracciglio e trascinando Kurt in camera tirandolo per la manica.
"Probabilmente ha minacciato qualcuno..." considerò l'altro, accarezzandosi il mento con aria pensierosa. 
Il riccio ridacchiò, chiudendo la porta alle loro spalle. "Finn non è stata una sorpresa, invece..."
"Devi ammettere, però, che la faccia che ha fatto Rachel quando quei due hanno dovuto ballare come re e reginetta è stata epica." Hummel si fece scappare una risata liberatoria, ripensando all'espressione omicida della sua amica.
"Oh, assolutamente" concordò Anderson, con voce leggermente distratta. 
Kurt alzò la testa, sorpreso dall' improvviso cambiamento del suo tono, e incontrò i suoi occhi dorati fissi sul proprio viso. O meglio, sulla propria bocca.
Deglutì istintivamente e si leccò le labbra, ipnotizzato dal suo sguardo intenso.
Impressionante come la situazione fosse cambiata da un momento all'altro; prima sembravano assolutamente rilassati, e adesso la tensione che c'era fra di loro era palpabile.
Non che fosse una novità, comunque. Per tutta la serata, Kurt non aveva fatto che sentire brividi lungo la schiena ogni volta che i loro toraci si toccavano; ed era accaduto spesso, visto che avevano ballato praticamente tutto il tempo con i visi appiccicati. Si sentivano fisicamente attratti l'uno dall'altro, e anche un semplice sfioramento delle dita, un soffice bacio sul collo, o un sussurro all'orecchio scatenava in loro un'esplosione.
"C'era una cosa di cui avremmo dovuto continuare a parlare stasera..." la voce bassa di Blaine lo riportò alla realtà, facendogli accelerare il battito cardiaco.
"Ah sì?" rispose Kurt con un ghigno provocatorio. "Non mi ricordo..."
Il riccio si avvicinò con un'unica falcata, costringendolo tra il proprio colpo bollente e la porta della camera, proprio come quella mattina. "Magari così ti torna in mente qualcosa..." gli soffiò sulle labbra con un sorrisetto, iniziando a lasciare una striscia di baci umidi sulla sua mandibola.
"Ancora niente?"
Il castano si impedì fisicamente di rabbrividire, col cuore in gola e il respiro superficiale.
Dannazione, quelle labbra mi uccideranno...
"Forse sto ricordano qualche dettaglio..." riuscì a sussurrare con voce flebile. 
Le labbra di Blaine si arricciarono in un sorriso contro la  pelle dell'altro, e le sue mani calde gli cinsero i fianchi per avvicinare ulteriormente i loro petti. La sua lingua scivolò lentamente sulla giugulare pulsante, facendogli venire la pelle d'oca sulla nuca mentre abbandonava la testa contro il muro dietro di sé. Un mugolio eccitato sfuggì dalle labbra di Kurt quando il Warbler gli mordicchiò dolcemente la pelle fra la clavicola e la gola, provocandogli una scarica di adrenalina in tutto il corpo. Blaine sembrò apprezzare particolarmente quella reazione, perché iniziò a leccare e torturare ogni minima porzione di pelle che riusciva a raggiungere, dall'orecchio al pomo d'Adamo, su e giù, con una lentezza esasperante.
"Dio, Kurt" mugugnò con voce roca, fra un bacio e l'altro. "La tua pelle ha un sapore..."
Kurt rabbrividì, avvertendo il suo fiato caldo accarezzargli quelle zone sensibilmente arrossate. Proprio come quella mattina, riuscì a liberare una mano tremante per arpionarla ai suoi riccioli e costringerlo a sollevare il viso. Si fiondò letteralmente sulle sue labbra semiaperte, intrecciando la lingua alla sua e sospirando di soddisfazione quando avvertì quel gusto irresistibile inondargli la bocca. 
Quel bacio aveva qualcosa di diverso dai precedenti; era più passionale, più umido, un intreccio di labbra, denti e gemiti estasiati. 
Senza sapere bene come, Hummel si ritrovò a poggiare i palmi sul petto del moro, iniziando a spingerlo con calma contro il letto più vicino e facendolo distendere supino sul materasso. Si mise a cavalcioni su di lui, stringendogli febbrilmente il colletto della giacca e mordicchiandogli con passione il labbro inferiore. 
Proprio non sapeva da dove venisse fuori tutta quell'intraprendenza. 
Semplicemente, era da tutta la sera che non riusciva a distogliere lo sguardo dal suo fisico perfetto per più di cinque secondi netti, immaginandosi che effetto dovesse fare sbottonargli la camicia e iniziare a lasciare umidi baci sul suo petto olivastro...
Ripresosi dalla (piacevole) sorpresa iniziale, Blaine mugolò direttamente nella sua bocca, sollevando le braccia abbandonate sulle coperte e facendole scivolare dolcemente sulle sue cosce coperte dai pantaloni scuri. Le sue dita si soffermarono sulle natiche di Kurt, stringendole delicatamente; fu a quel punto che il castano avvertì tutto il sangue affluirgli all'improvviso al di sotto della cintura, e rendendosi conto di ciò che stava facendo spalancò gli occhi, sconcertato e terrorizzato. 
Si staccò immediatamente dal moro, scivolando dalla sua stretta bollente e rannicchiandosi in un angolo del letto. Fu in grado di leggere ogni singola emozione che passò negli occhi di Blaine nei successivi dieci secondi: sorpresa, confusione, delusione, imbarazzo, pentimento. La luce che ardeva nei suoi occhi dorati si affievolì lentamente, come una fiammella soffocata da un lenzuolo, lasciando il posto ad uno sguardo triste.
"Kurt..." sussurrò, con espressione tormentata, fissando il copriletto. "Mi dispiace aver... averlo fatto. Mi sono fatto prendere la mano. E' che sei bellissimo stasera e io.. io non ho potuto resistere..."
Il castano si allungò verso di lui e gli accarezzò il viso con una mano, deciso a fargli capire che non era assolutamente colpa sua. 
"Blaine" mormorò dolcemente, fissando i propri occhi di ghiaccio nei suoi, color caramello fuso.
"Non ti devi scusare... Non è colpa tua, sono io il problema."
Il riccio scosse la testa in segno di diniego. "Non è vero... Insomma, capisco che tu non voglia fare certe cose con me..." borbottò, afflitto.
Kurt spalancò gli occhi, scioccato.
Stupido, stupido Kurt. Adesso pensa che tu non voglia fare... quelle cose con lui. Accidenti a te e alle tue maledette paranoie.
"Cosa?! No, amore, non hai capito." inspirò profondamente, sentendo lo sguardo intenso dell'altro su di sé.
Coraggio, ora o mai più.
"Io ti desidero, Blaine. Davvero. Per tutta la sera, mentre ballavamo, non ho fatto altro che pensare alle tue labbra sulle mie, alla tua lingua sulla mia gola..." Arrossì visibilmente, abbassando la testa. "E poi... e poi siamo arrivati in camera. E io avevo una dannata voglia di toglierti quella maledetta camicia che, tra parentesi, dovrebbe essere bandita per preservare i neuroni che mi sono rimasti. E ce l'ho ancora, solo che... Sono combattuto. Da una parte vorrei solo lasciarmi andare e non pensare per il resto della nottata; ma dall'altra... Ho paura. Ho paura di non essere all'altezza di quelli che mi hanno preceduto, o di non sembrare 'bello ai tuoi occhi', o di non essere pronto a... tutto quanto. E contemporaneamente sono terrorizzato, perché se continuo a tirarmi indietro, tu finirai per stancarti, e lasciarmi per qualcuno meno complessato e più disinibito di me!" Aveva detto tutto d'un fiato, e stava seriamente rischiando una crisi isterica in piena regola.
Questa volta fu Blaine ad allungarsi verso di lui, sollevandogli delicatamente il mento con una mano. "Tesoro, calmati. Va tutto bene, ok?" lo rassicurò dolcemente, ancora confuso da quel fiume di parole ansiose. "Prima di tutto, sappi che io non ti lascerei mai. Mai. Men che meno per una cosa... come questa. Tu sei la persona più coraggiosa, onesta, adorabile e testarda che conosca. Sei speciale, e non c'è nessuno come te. Ti starò accanto finché mi sopporterai." 
Un timido sorriso si affacciò sulle labbra di Kurt, mentre il riccio continuava a parlare, con sguardo intenso. "Poi... gran parte delle tue paranoie sono infondate. Non devi assolutamente preoccuparti per quelli che ti hanno preceduto, perché... beh, sono ancora vergine; e non ti forzerei mai a fare qualcosa per cui non sei pronto o ti senti insicuro. Procederemo con calma, passo dopo passo, e se un giorno vorrai concedermi l'onore di fare l'amore con te... Sarò il ragazzo più felice di questo pianeta." Asciugò con il pollice una lacrima che stava scivolando sulla guancia nivea di Kurt, visibilmente commosso da quel discorso.
Dio, è davvero il fidanzato perfetto.
"E per ultima cosa" questa volta Blaine sorrise, avvicinandosi ancora di più al suo viso. "Vorrei solo che tu potessi vederti con i miei occhi. Vorrei che potessi capire quanto tu sia dannatamente stupendo, bellissimo, attraente e irresistibile. Come ti dissi la prima volta in cui ci siamo baciati, tu sei perfetto. Non c'è una singola cosa di te che cambierei, dalla tua pelle candida, ai tuoi occhi luminosi, al tuo sorriso, al tuo collo illegalmente sexy... E stasera, con questo completo sei... Mi hai lasciato senza fiato. Letteralmente. E ho dovuto fare uno sforzo non indifferente per non saltarti addosso nel bel mezzo del ballo."
L'occhiata eloquente con cui accompagnò queste parole spazzò via gli ultimi dubbi di Kurt, mentre una scarica di adrenalina pura gli inondava le vene. Baciò il palmo della mano del Warbler, ancora appoggiato al suo viso, e lo sentì sospirare. "Che ne diresti se... Quei famosi piccoli passi li iniziassimo stanotte?"
In risposta, Blaine si sporse verso di lui, unendo le loro labbra in un bacio languido. "Ti direi che è un'idea fantastica... E' tutta la sera che sogno di sfilarti quel papillon" gli confessò con voce roca.
Il castano sentì le guance andargli a fuoco e il cuore rimbombargli nelle orecchie quando il suo ragazzo lo spinse gentilmente, facendolo adagiare sul materasso e mettendosi a cavalcioni su di lui.
Kurt si prese un attimo per ringraziare chiunque avesse scelto di mettere in quelle camere dei letti ad una piazza e mezzo.
La bocca di Blaine riprese immediatamente possesso della sua gola, iniziando a disegnare cerchi umidi e immaginari attorno al suo pomo d'Adamo e mordicchiando la pelle sensibile dietro l'orecchio. Kurt non era in grado di fare altro se non stringergli possessivamente i fianchi con le mani, affondando le dita nelle pieghe della giacca; quasi senza rendersene conto, inarcò la schiena, facendo sfiorare i loro bacini e le erezioni appena accennate al di sotto dei pantaloni. Entrambi gemettero al contatto, e il riccio si rituffò sulle sue labbra, divorandogliele con foga e passione.
Le sue dita delicate scivolarono fino alla base della sua gola, soffermandosi sul papillon azzurro avvolto dal colletto della camicia. "Kurt... posso...?" soffiò con voce profonda e roca.
Il castano rabbrividì, e una scarica elettrica si diresse inesorabilmente fra le sue gambe, facendogli scollegare anche l'ultima sinapsi disponibile.
Annuì inerme sotto quello sguardo ardente, e ottenne un sorriso smagliante in risposta.
"Fermami se... ti dovesse dare fastidio, ok?" si raccomandò il Warbler, timoroso.
Hummel annuì nuovamente, ormai impaziente di sentire quelle mani calde che lo spogliavano. 
Blaine slacciò con particolare abilità il bow-tie, facendo scivolare la stoffa azzurra da qualche parte sul lenzuolo. Strinse la mano dell'altro ragazzo e lo fece sistemare a gambe incrociate sul letto, davanti a lui, in modo da potergli sfilare la giacca facendo scorrere i palmi dal suo petto alle sue braccia.
Kurt sentì la propria pelle andare a fuoco sotto quel tocco delicato, e si costrinse ad osservare ogni minima reazione del riccio, mordicchiandosi le labbra per il nervosismo.
Blaine sembrava molto concentrato mentre faceva scorrere le dita sulla sua clavicola, arrivando a sfiorare il primo bottone della camicia. Lo guardò un attimo negli occhi, come per chiedergli il permesso, e ottenne un lieve cenno del capo in risposta. Iniziò ad aprire l'indumento lentamente, asola dopo asola, con gli occhi sempre più oscurati dal desiderio. Il suo sguardo attento analizzava ogni lembo di pelle delicata che veniva scoperto, quasi volesse imprimerselo a fuoco nella mente.
Kurt sentiva il cuore martellargli nel petto, e non avrebbe saputo dire se fosse per l'ansia o per l'eccitazione di quel momento. Era completamente immobile, col respiro affannato, e disegnava cerchi immaginari col pollice sul dorso della mano che stava stringendo.
L'ultimo bottone fu aperto, e Blaine si vide costretto a liberare anche l'altra mano per far scivolare la camicia dalle sue spalle con una lentezza esasperante. L'indumento si adagiò sulle coperte con un lieve fruscio, e fu l'ultimo suono che si sentì per diversi secondi. Il castano trattenne rumorosamente il fiato, mentre gli occhi del riccio si spalancavano, e la sua testa si inclinava leggermente verso destra. Le sue dita calde scivolarono su quella pelle straordinariamente delicata, accarezzando il suo torace, il suo sterno, i suoi fianchi con una dolcezza infinita, facendolo rabbrividire. Gli occhi dorati di Blaine si facevano di secondo in secondo più scuri, le guance leggermente arrossate, il respiro affannato e i ricci che ormai gli ricadevano sulle tempie, liberi dalla prigione del gel.
E' bellissimo.
Le mani sul torace di Kurt divennero due, e iniziarono a riscaldare ogni centimetro di quella pelle fresca, accarezzando i suoi capezzoli, le costole, gli addominali appena accennati... Il castano sospirò di piacere, socchiudendo le palpebre e beandosi della sensazione delle loro pelli a contatto, senza alcun indumento a separarli. Riaprì gli occhi solo quando la voce di Blaine ruppe il silenzio della notte, facendogli avvertire distintamente un tuffo al cuore. "Sei la cosa più bella che abbia mai visto."
Il suo tono era terribilmente basso, roco e bramoso che bastò a scatenargli l'ennesima scarica di adrenalina lungo la spina dorsale. La mano del riccio si fermò in corrispondenza del suo cuore, che continuava a battere furiosamente, quasi volesse sfuggirgli dal petto, ed esercitò una lieve pressione per invitarlo a distendersi nuovamente. Kurt però scosse la testa, e, ignorando la sua espressione confusa, portò le mani all'altezza della sua giacca, facendo passare i palmi sui muscoli della sua schiena e sfilandogliela.
Non aveva intenzione di rimanere l'unico dei due ad essere tanto esposto. 
Un lampo di consapevolezza passò nello sguardo di Blaine, che si rilassò sotto al suo tocco timido senza mai staccare gli occhi da lui. 
Kurt sbottonò la camicia aderente più velocemente di quanto avesse fatto l'altro ragazzo, ma almeno così non rischiava di fermarsi a pensare a quello che stava facendo e di farsi venire una crisi isterica. Di nuovo.
La fece scivolare dolcemente sulla sua schiena, accarezzandogli di proposito le spalle, i bicipiti e gli avambracci, mentre sentiva i suoi muscoli guizzare sotto la pelle olivastra.
Era tutta la sera che sognava di farlo, e adesso... Eccolo lì.
Il castano deglutì a vuoto, sentendosi la gola improvvisamente secca.
Blaine era semplicemente... Non c'erano parole per descriverlo. Bellissimo, meraviglioso, stupendo... Perfetto. Ed era suo. Solo ed esclusivamente suo. L'aveva già visto senza maglia, ma adesso era diverso. Adesso era lì davanti a lui, poteva averlo. Adesso si appartenevano.
Non riuscì a impedirsi di toccare il suo torace scolpito con la punta delle dita, e accarezzare i suoi addominali ben definiti. Le sue pupille azzurre si dilatarono ulteriormente quando arrivò a tracciare i solchi della V che spariva nei suoi pantaloni, che mai, prima di allora, gli erano sembrati tanto inutili. Le sue mani delicate e tremolanti risalirono quel corpo perfetto, lambendo le ossa sporgenti dei fianchi, e Blaine emise un profondo sospiro a quel contatto, senza tuttavia chiudere gli occhi. Quasi senza pensarci, Kurt premette il pollice sul suo capezzolo e, non senza un pizzico di soddisfazione, lo sentì rabbrividire.
Il suo polso fu fermato subito da una presa calda e forte, e Hummel ebbe appena il tempo di registrare quanto fossero scuri e affamati i suoi occhi in quel momento, prima che le labbra di Anderson si infrangessero sulle sue, portandolo a distendersi nuovamente sul letto. I loro toraci nudi scorrevano uno sull'altro, facendoli rabbrividire entrambi. Fu un bacio passionale, ardente, ma non per questo irruento. Un gemito risalì lungo la gola di Kurt quando il riccio gli morse il labbro inferiore, per poi passarvi lentamente la punta della lingua. Continuò quest'operazione per diversi minuti, finché non decise che la sua gola candida era decisamente più adatta a farsi torturare piacevolmente, e la sua bocca si spostò in un punto particolare dietro il suo orecchio. 
Fu a quel punto che il castano, fra un brivido di piacere e un gemito particolarmente acuto, si sentì autorizzato a smettere di stropicciare febbrilmente le povere lenzuola, facendo sì che le proprie dita sottili si dedicassero a qualcosa di nettamente più piacevole. I suoi palmi aderirono perfettamente alla pelle bollente della schiena di Blaine, e iniziarono a scivolare con studiata lentezza lungo le scapole, accarezzando ogni singola vertebra, per poi arrivare a stuzzicare le sue fossette di Venere semi-coperte dai pantaloni. Preso com'era dalla situazione, si rese a malapena conto di non essere più capace di controllare il proprio potere: le sue dita divennero notevolmente più fredde del normale, e lasciavano scie gelide sulla pelle ambrata del moro. Questi interruppe il proprio lavoro sul suo collo solo per emettere un gemito roco, per poi riaffondare il viso fra i suoi capelli e mordicchiare, leccare, vezzeggiare il lobo del suo orecchio. 
Hummel artigliò i suoi riccioli come se fossero la sua ancora di salvezza, mordendosi le labbra a sangue per smetterla di farsi sfuggire quei lamenti acuti, che gli sembravano patetici in confronto a quelli del suo ragazzo, bassi e dannatamente eccitanti.
Fu quando la lingua ruvida e bollente del moro iniziò a vorticare attorno ai suoi capezzoli che perse anche l'ultima parvenza di lucidità che gli era rimasta; inarcò la schiena facendo frizionare i loro bacini, e i loro corpi iniziarono a strusciare uno sull'altro, facendoli piagnucolare entrambi.
Kurt ormai si limitava a respirare affannosamente, completamente alla mercé di Blaine, vessato da continue scariche elettriche che finivano inesorabilmente tra le sue gambe. La sua mente era annebbiata, e sapeva solo di desiderare che quella bocca umida continuasse a scorrere sulla sua pelle, ormai rossa in più punti. Voleva di più.
Le sua mano destra scivolò oltre i fianchi del moro, mentre la sinistra continuava a giocare coi riccioli della sua nuca; le sue dita urtarono la fibbia della cintura, e si chiusero a coppa sul cavallo rigonfio dei suoi pantaloni, facendo una leggera pressione. Blaine alzò di scatto la testa dal suo petto, fissandolo con le pupille dilatate e il respiro affannato. Hummel interpretò male quella reazione, e arrossì, dandosi dell'idiota. "Oddio... mi dispiace... non volevo. Scusa, non so cosa mi sia preso..." Fece per spostare la mano, ma il suo polso fu di nuovo fermato da una presa ferrea e bollente. "Non ci provare nemmeno, a spostarla. Andava benissimo." gli sussurrò il suo ragazzo con voce terribilmente roca e provata.
Kurt non poté impedirsi di sorridere, facendosi più intraprendente. Iniziò a far scivolare le dita su e giù, accarezzando Blaine da sopra la cerniera; amò il gemito roco e disperato che sfuggì dalle labbra del suo ragazzo, attutito immediatamente dalla propria bocca.
E sapeva, sapeva, che avrebbe dovuto sentirsi terribilmente imbarazzato, o incapace, ma in quel momento gli sembrava tutto infinitamente naturale.
Quando sentì il rigonfiamento al di sotto della stoffa dei suoi (e dei propri) pantaloni farsi sempre più evidente, deglutì a vuoto e arrossì violentemente. "Posso...?" chiese timidamente. Per chiarire il concetto, intrecciò le dita ai passanti della cintura del riccio, e attese, mordicchiandosi ansiosamente le labbra.
Sperava sinceramente che gli desse il via libera, perché era certo che se si fosse ritrovato a rifletterci per qualche istante di troppo avrebbe finito per scappare dalla camera urlando. 
Blaine gli sorrise teneramente (facendogli sprofondare il cuore nello stomaco), e annuì, baciandogli sofficemente la spalla. "Devi" soffiò sulla sua pelle.
Kurt rabbrividì, e cercò di nascondere il tremore delle mani mentre si accingeva a sganciare una semplice fibbia.
Devo sembrargli un perfetto idiota.

"Ehi, amore." gli sussurrò teneramente Anderson, accarezzandogli il volto. "Sta' tranquillo. Fallo solo se ti senti pronto, ok?" si abbassò per baciargli la punta del naso, e le sue lunghe ciglia gli accarezzarono le guance. "Sei perfetto." 
Beh, non ha detto idiota. Mi sembra una buona cosa.
Ad Hummel bastò quello per tranquillizzarsi e riuscire nel proprio intento.
Lui voleva farlo. Ne era sicuro come poche volte lo era stato in vita sua. 
Riuscì finalmente a raggiungere la cerniera e ad abbassarla lentamente, sentendo Blaine inspirare rumorosamente e affondare il viso nell'incavo del suo collo. Lo prese come un invito ad andare avanti, così, deglutendo, afferrò il bordo dei suoi pantaloni e iniziò a farli scivolare dolcemente sui suoi fianchi, pronto a cogliere una qualsiasi reazione infastidita. Quando le sue mani sfiorarono il fondo-schiena tornito di Anderson, questi piagnucolò, iniziando a mordicchiargli la pelle sensibile della clavicola; con una mossa fluida si liberò finalmente di quell'indumento, rimanendo in boxer.
Kurt pensò di non essere mai stato così vicino allo svenimento o all'infarto in vita propria.
Non poteva immaginare niente di più perfettamente attraente del corpo di Blaine. Dalla schiena possente, alle spalle ampie, al sedere perfettamente tondo, alle cosce muscolose, alla pelle olivastra...
Tutto di lui era dannatamente perfetto. E poco importava che la sua opinione fosse di parte. 
Si rese conto di essere rimasto a fissarlo con le pupille dilatate e la bocca dischiusa solo quando il moro mugugnò sopra di lui. "Ehm... Kurt, così mi metti un po' in soggezione..."
Fu quando il castano vide le sue guance imporporarsi in un modo dannatamente adorabile che decise di invertire le loro posizioni, scivolando da sotto le sue gambe e mettendosi in ginocchio. Gli allacciò le braccia attorno al collo e lo tirò giù sul materasso con particolare impeto, scavalcando i suoi fianchi con la gamba destra. Blaine spalancò un attimo gli occhi per la sorpresa, riuscendo a sospirare solo un "Ma cos---" prima che le labbra di Kurt si avventassero sulle sue, e la sua lingua si facesse strada nella sua bocca, accarezzandogli il palato.
"Dio, Blaine! Non puoi essere... così e andartene in giro come se niente fosse!" esclamò sollevandosi un attimo sugli avambracci, facendolo ridacchiare debolmente. Per enfatizzare il concetto, iniziò a lasciare una serie di umidi baci lungo la sua gola, mordicchiandogli la clavicola e tracciando i contorni dei suoi pettorali con la punta della lingua. Il moro emise un rantolo roco, inarcando la schiena ai limiti dell'immaginabile e strusciandosi inequivocabilmente sul fianco di Kurt. Il castano sentì un attimo le braccia cedergli quando l'erezione di Blaine, coperta solo dal sottile tessuto dei boxer, gli premette sulla coscia, facendoli gemere entrambi. Fu grazie al fatto che il flusso di sangue abbandonò il suo cervello per dirigersi in un punto molto più a sud che prese la decisione successiva. Sollevò un attimo la testa e mormorò "Fermami, se non vuoi", cogliendo l'espressione confusa ma per niente preoccupata di Anderson, per poi sollevare una mano e farla scendere lentamente lungo il suo corpo. Le sue dita delicate accarezzarono i suoi addominali, indugiarono intorno al suo ombelico e arrivarono a sfiorare i suoi boxer; il sottile strato di ghiaccio che si formava in modo del tutto incontrollato sui suoi polpastrelli si squagliava a contatto con la pelle bollente dell'altro ragazzo, lasciando scie umide. Kurt strinse appena la mano sul rigonfiamento al di sotto della stoffa, facendogli gettare la testa all'indietro con un rantolo. "Oh, cazzo"
"Blaine? Se ti dà fastidio posso smettere, pensavo che vol---"
"Kurt, come ti ho detto prima, stai andando benissimo..." lo interruppe il suo ragazzo, ansimando con le palpebre socchiuse e il volto sereno adagiato mollemente sul cuscino.
Il castano sorrise, facendosi coraggio e preparandosi al prossimo step. La sua mano temporeggiò sull'elastico dei suoi boxer, prima di abbassare la stoffa con più sfacciataggine di quanto non si credesse capace. Il suo pollice scorse sull'erezione di Blaine con la cautela dettata dall'inesperienza, torturando piacevolmente quella pelle sensibile; il moro piagnucolò, spingendo istintivamente il bacino in avanti per accompagnare quel movimento. "Mi stai uccidendo" ammise, cercando invano di trattenere un rantolo. Dalle sue labbra sfuggì un vero e proprio grido quando la mano fredda del castano si chiuse a pugno sul suo membro, iniziando a muoversi su e giù con estenuante lentezza. Anderson iniziò ad agitarsi e tremare convulsamente, mordendosi a sangue le labbra per trattenere quei gemiti di piacere dannatamente bassi e rochi; Kurt aumentò il ritmo, beandosi di ogni brivido e di ogni rantolo che sfuggiva dalle labbra del riccio, che scoprì eccitarlo sempre di più.
Non pensava che dargli piacere potesse farlo sentire così... bene.
Era bellissimo con le palpebre socchiuse, la bocca semiaperta, i capelli arruffati e le gote arrossate.
Pochi minuti dopo, Blaine lo attirò a sè in un bacio disperato e passionale, capendo di essere ormai arrivato al limite, conficcando le unghie nella sua schiena. "K-Kurt" quasi gridò sulle sue labbra con voce rotta, prima di venire spasmodicamente sul suo stesso stomaco. Il suo bacino si mosse in avanti un ultima volta, prima che Anderson si accasciasse sul materasso con le palpebre serrate, il petto che si sollevava e riabbassava velocemente; Kurt sfilò la mano dai suoi boxer con aria timorosa, pulendosi velocemente sul lenzuolo, senza staccare gli occhi dal viso del proprio ragazzo, immobile.
"Blaine... ti senti bene?" chiese, quando il suo respiro si fu regolarizzato, scostandogli un ricciolo dalla fronte sudata.
Improvvisamente fu invaso dalla paura folle di aver fatto un disastro irreparabile.
Il moro fece leva sugli avambracci, fissandolo con gli occhi dorati scuri come la notte. "Mai stato meglio" rispose, con un sorriso smagliante che gli fece perdere qualche battito. "Sei stato... wow" continuò, sospirando e ammiccando subito dopo.
Kurt arrossì, fissando il copriletto. "Ehm... grazie"
"Ma adesso tocca a me."
Il castano non si era reso conto dell'imbarazzante rigonfiamento che aveva fra le gambe finché Blaine non glielo aveva ricordato con quel tono di voce suadente e malizioso che gli fece andare il cuore a mille.
Non si pentì affatto di aver soddisfatto lui, per primo.
Sollevò la testa appena in tempo per vedere il moro afferrarlo per la vita e invertire nuovamente le posizioni, mettendosi a cavalcioni su di lui e iniziando a leccargli il petto con la lingua bollente.
Piagnucolò quando i suoi denti gli mordicchiarono delicatamente il capezzolo destro, e tremò visibilmente quando questi furono sostituiti dalle sue soffici labbra, che cominciarono a succhiare, apparentemente con tutta l'energia che possedevano. Artigliò i suoi riccioli come se fosse l'unica cosa che poteva fare; e, in effetti, considerando l'azzeramento improvviso delle sue facoltà psicomotorie, era davvero l'unica cosa che potesse fare. Blaine emise una sorta di ringhio gutturale proprio sul suo sterno, scatenandogli un'altra serie di brividi che si diressero alla sua pulsante erezione. Quella dannatissima bocca continuò a scendere, lasciandosi dietro macchie rossastre e succhiotti. "Sei perfetto" gli sussurrò per l'ennesima volta, senza staccarsi dalla sua pelle.
Ed era incredibile che persino in quella situazione Kurt riuscisse ad arrossire e a sorridere teneramente, mentre una sensazione di calore si irradiava nel suo petto.
Anderson baciò i suoi addominali appena accennati, e ruotò la lingua in cerchi concentrici attorno al suo ombelico, mentre le sue mani delicate gli avvolgevano la vita sottile.
"Vorrei fare una cosa..." mormorò, alzando un attimo i suoi occhi e fissandoli in quelli di Kurt. "Se ti fidi di me... Se però di dà fastidio, non esitare a interrompermi, ok?"
Il castano annuì, fremendo per l'eccitazione e il timore, indeciso su quale delle due emozioni prevalesse al momento.
Le dita di Blaine si accinsero a sfilargli i boxer, abbassandoglieli con decisione fino a metà coscia.
Oh mio Dio. 
Fu l'unica cosa che Kurt riuscì a pensare, mentre un'insolita sensazione di fresco gli accarezzava gli organi scoperti. Iniziò a tremare visibilmente quando si rese conto di ciò che il suo ragazzo stava per fare; e si sollevò sugli avambracci, in modo da poter scorgere il viso di Blaine.
Non l'avesse mai fatto.
I suoi occhi erano ancora più scuri di prima, ardenti, e lo guardavano da sotto quelle ciglia innaturalmente lunghe come se fosse la cosa più bella che avessero mai visto; i suoi palmi bollenti erano poggiati sulle sue ginocchia, e le stavano aprendo con delicatezza, per farsi più spazio. 
"Blaine? Se--sei sicuro?" balbettò Hummel, in un soffio.
"Sì... e tu? Non voglio obbligarti a fare nulla..."
Kurt annuì, perché non sarebbe stato capace di fare altrimenti, sotto quello sguardo passionale, speranzoso e innamorato. Adesso era sicuro di star tremando per via dell'eccitazione.
Blaine gli sorrise dolcemente, accarezzandogli il volto e baciandogli sofficemente le ossa sporgenti dei fianchi. Si mosse appena, abbassandosi senza mai perdere il contatto visivo, mentre Kurt sentiva ogni suo minimo respiro sulla propria pelle, e ognuno di essi gli faceva perdere la testa.
Dopo poco, Kurt sentì la lingua di Blaine che si avvolgeva… lì, in un bagnato e accogliente calore.
Fu a quel punto che proprio non poté impedirsi di lanciare un urlo acuto e disperato, sopraffatto da quella sensazione meravigliosa. Cercò di mantenere lo sguardo fisso su quel bellissimo ragazzo che lo stava uccidendo lentamente, ma i suoi occhi continuavano a rovesciarsi indietro, annebbiandosi.
Ma no, lui non poteva perdersi lo spettacolo di quelle labbra rosse e gonfie che scorrevano su e giù su di lui, aiutate dall'inesperienza, e dei suoi occhi straordinariamente lucenti che analizzavano ogni sua minima reazione. 
Quando la lingua di Blaine iniziò a vorticare attorno al suo membro, Kurt non poté fare a meno di inarcare la schiena e spingere il bacino verso di lui, mentre dei gemiti acuti ed estremamente imbarazzanti gli salivano dal fondo della gola, fino a raggiungere le sue labbra, dove cercava di trattenerli senza successo. Affondò la mano nei ricci del Warbler, finalmente privi di gel, tentando di gestire tutto il piacere che gli si irradiava nello stomaco dal punto in cui la sua bocca lo tormentava, scivolando sempre più in basso. 
Probabilmente nessuno dei due era in grado di rendersene conto, ma l'aria nella stanza si stava facendo sempre più fredda.
"Bl-Blaine... " mugugnò, quasi senza accorgersene. In risposta, il moro gemette qualcosa, e la vibrazione che generò fece perdere definitivamente la testa al castano, che gridò con voce spezzata il suo nome.
L'unico pensiero che gli fece recuperare un briciolo di lucidità fu che stava raggiungendo il limite, e doveva comunicarlo a Blaine in qualche modo.
"Bl...Blaine. Spostati" riuscì a soffiare, conscio che non avrebbe retto ancora a lungo.
Fortunatamente il Warbler colse quei sussurri spezzati, e si allontanò, facendogli provare un'insolita sensazione di freddo. Aveva le labbra rosse e bagnate, le pupille dilatate e i riccioli sparati in tutte le direzioni: a Kurt non era mai sembrato più bello. Bastò che lo sfiorasse un'ultima volta con la punta delle dita per farlo esplodere con un ultimo gemito acuto. 
Hummel si accasciò sul letto, completamente privo di forze.
Il suo petto si alzava e riabbassava convulsamente, al ritmo del suo respiro, mentre la sua mente ancora annebbiata dal piacere riusciva a malapena a registrare i movimenti di Blaine, che lo stava ripulendo con un fazzoletto. Spalancò le palpebre solo quando avvertì le dita dell'altro ragazzo (adesso leggermente più fresche rispetto a qualche minuto prima) che gli scostavano un ciuffo di capelli dalla fronte sudata, e non poté evitarsi di sorridere teneramente per quell'ennesima dimostrazione di dolcezza. Si voltò sul fianco sinistro, in modo da ritrovarsi a pochi centimetri dagli occhi che amava; il moro era a sua volta girato verso di lui, col viso appoggiato alla mano destra e il gomito puntellato sul materasso.
"Stai bene?" gli chiese Blaine, con leggera apprensione, facendo scorrere il pollice dalla sua tempia alla mandibola, lentamente. 
"Meravigliosamente" Kurt ruotò la testa per baciargli il palmo della mano, e sospirò leggermente. "Sei davvero bravo" aggiunse qualche secondo dopo in un sussurro, mordicchiandosi le labbra. L'altro ragazzo ridacchiò, lusingato, e si sporse per lasciargli un bacio sulla tempia. "Grazie"
"Non c'è di che, è la verità"
"No, non per quello... Cioè, anche per quello. Sono contento che ti sia... ehm... piaciuto" 
Hummel sorrise con dolcezza in risposta al suo imbarazzo, e gli fece un cenno di incoraggiamento. "Ma intendevo per... per avermelo lasciato fare, per esserti fidato di me. Prometto che non te ne pentirai, fosse l'ultima cosa che faccio"
Stava dicendo la verità, Kurt lo vedeva nei suoi occhi limpidi e caldi come caramello fuso.
Fece scivolare la mano sotto la sua, abbandonata mollemente sulle lenzuola, e la sollevò fino a far combaciare le loro dita a pochi centimetri dai loro volti.
"Vieni qui" soffiò. Blaine scivolò verso di lui, avvicinandosi finchè le punte dei loro nasi non si sfiorarono.
"Farò tutto ciò che posso per renderti felice; e questa è la mia promessa" gli sussurrò Kurt sulle labbra, per poi appoggiare il viso nell'incavo del suo collo, gli avambracci a contatto e pressati contro il suo petto. L'altro ragazzo non impiegò più di qualche istante a stringerlo fra le proprie braccia, il mento appoggiato sui suoi capelli arruffati. 
"Kurt?" 
"Sì?"
"Credo di aver bruciato le lenzuola."
La risata soffocata e assonnata del castano fece vibrare il petto di entrambi. 








  
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