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Autore: HelenHM    23/11/2014    2 recensioni
Astoria uscì dal San Mungo raggiante. Finalmente, dopo tanti tentativi, lacrime e fallimenti, aspettava un bambino. O una bambina, pensò sorridendo, mentre si accarezzava il ventre impercettibilmente arrotondato.
(storia SOSPESA)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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E poi, il momento tanto atteso, agognato ed allo stesso tempo temuto, arrivò. 
Nonostante tutta la preparazione, la rottura delle acque colse Hermione impreparata. 
Il suo corpo le stava mandando dei segnali inequivocabili: la sua bambina era pronta a conoscerla. Ma lei lo era?

Il San Mungo poteva essere pronto a fronteggiare qualsiasi emergenza e situazione, tranne quando si trattava dell'invasione della famiglia Weasley e Potter. 
Molly Weasley, radiosa nel suo vestito a fiori, ridacchiava per l'emozione; Arthur tentava di leggere la Gazzetta del Profeta, senza riuscire a concentrarsi, con l'unico risultato di aver spiegazzato tutte le pagine. 
Ron era in preda al tradizionale panico pregenitoriale: il suo viso aveva assunto un colorito giallognolo e sembrava sul punto di vomitare o svenire da un momento all'altro. 
Talvolta, dalla sala parto, provenivano lamenti strazianti che lo facevano assumere espressioni di puro terrore. 
Con lo sguardo, cercava la rassicurazione del suo migliore amico. Harry c'era già passato un anno prima, ma sembrava anche lui terribilmente nervoso.
Ginny era stata l'unica persona ad avere il diritto di stare in sala parto. Hermione aveva chiesto esplicitamente di lei: nessun altro. 
Il travaglio durò parecchie ore, il dolore che stava provando era indescrivibile, solo in parte mitigato da una pozione. 
Quando ormai pensava di non avere più le energie per continuare a spingere, la bambina nacque.


La musica della stazione radio venne bruscamente interrotta: 
"...sospendiamo la programmazione per fare un annuncio. Hermione Granger ha partorito una bellissima bambina! Cogliamo quindi l'occasione per fare tantissimi auguri a lei ed a Ron Weasley..."


Hermione, i capelli raccolti in una treccia, cullava Rose guardandola rapita.
"E' perfetta" - bisbigliò quasi commossa all'indirizzo di Harry, il quale non potè far altro che assentire. 
Era, oggettivamente, una splendida neonata. La pelle color porcellana, i capelli di una particolare sfumatura caramello - già incredibilmente tanti - , quegli occhi così espressivi ... Occhi grigi, in effetti. 
"Non é sua, vero?" Chiese Harry, in modo noncurante, come se conoscesse già la risposta. 
Hermione sbalordita, incominciò a balbettare: "non so proprio di cosa tu stia parlando, Harry"
"Hermione" L'ammoni dolcemente. "Sono il tuo migliore amico."
"Ma.. Come hai fatto a ...?" Chiese titubante Hermione. La voce spezzata.
"I suoi occhi, Hermione. Sono identici a quelli di Malfoy. E poi, sapevo che tra te e lui era accaduto qualcosa. Quella sera, sai, alla festa... Io vi ho visti. So che avete lasciato il locale insieme"
"Perché non mi hai fermata? Perché? Perché? Perché?" - la ragazza posò Rose nella culla, incominciando poi a singhiozzare, mentre Harry la stringeva sul suo petto. 
Non aveva una risposta a quella domanda. 
O forse sì. A voler essere completamente sincero con se stesso non era intervenuto perché quella sera, dopo tantissimo tempo, aveva visto una Hermione radiosa. Felice. Il volto illuminato e leggermente imporporito in corrispondenza delle sue guance.
Ovviamente, il fatto che Malfoy fosse la causa di tanta allegria, lo aveva inizialmente destabilizzato. 
Non che avesse ancora qualcosa contro di lui: con il passare del tempo l'odio viscerale che provavano l'uno nei confronti dell'altro era tramutato in semplice indifferenza.
Certo, non riusciva proprio a capire che cosa Hermione avesse potuto trovare in un essere viscido come lui. 
Ma non l'avrebbe giudicata né tantomeno biasimata. Le voleva troppo bene per contestare le sue decisioni.
Asciugandosi con il dorso della mano le lacrime, Hermione gli chiese - tirando su poco elegantemente con il naso : "Secondo te ... Ron...?"
"Non sospetta nulla, Hermione ... Se è questo ciò che temi" La rassicurò Harry. 
"Bene" sospirò profondamente. 
"Non glielo dirai, vero Harry? Me lo prometti?" - lo pregò la ragazza, con un tono supplichevole che Harry non gli aveva mai sentito prima.
"Te lo prometto" Pronunciando quel giuramento, Harry si sentì un verme. 
Avrebbe tradito il suo migliore amico per salvaguardare la felicità di una delle donne più importanti della sua vita. 

Draco si precipitò al San Mungo. Fuori dall'ospedale si erano assiepati giornalisti e fotografi, pronti a rubare una foto dell'erede o un'intervista ai neo genitori più noti del momento. 
Diluviava, così poté coprirsi il capo con il mantello, senza farsi riconoscere. 
Una volta giunto nell'imponente atrio, si rese conto di non avere un piano. Era stato uno stupido: ovviamente, l'ingresso al padiglione dove era ricoverata la Granger era stato interdetto al pubblico. 
Mentre si stava scervellando per trovare una soluzione, sentì qualcuno sfiorargli il braccio.
Quel qualcuno era niente poco di meno che Harry Potter.
"Potter" Lo salutò, con un espressione di disgusto stampato sul volto.
"Bando ai convenevoli, Malfoy. Non sono più felice di te nel vederti "
"Togliti di mezzo, Potter" gli disse Malfoy, dandogli una spallata.
"Presto lo farò Malfoy, e con grande piacere. Però si dà il caso che io sia qui per aiutarti."
Malfoy si fermò. "E chi dice che io abbia bisogno del tuo aiuto, Potter?" 
"So tutto ..." Malfoy si irrigidì. "Posso portarti da lei, se vuoi. "

Essere in compagnia di Harry Potter aveva i suoi vantaggi, dovette constatare Draco, seppure di malavoglia. 
Nessuno li aveva fermati , né aveva fatto domande inopportune. 
Nel lungo corridoio si sentiva solo lo scalpicciare dei loro passi.
Poi, Harry si fermò di fronte ad una porta. "Lei ... Anzi, loro ... Sono qui. "
Intercettando lo sguardo di puro terrore di Draco, provò quasi compassione: "Non verrà nessuno a disturbarvi. " lo rassicurò per poi aggiungere 
"Buona fortuna".
Draco, impacciato, gli diede la mano: "Beh... Suppongo di doverti ringraziare"
Harry lo guardò incredulo. 
"Non c'è di che, furetto" Sorrise divertito, prima di congedarsi e lasciarlo da solo. 

Draco tergiversò ancora un attimo. Si sentiva come un condannato a morte: il profilo inquietante della forca si stagliava all'orizzonte. 
  
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