Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! ZEXAL
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Autore: Yulin Fantasy    23/11/2014    3 recensioni
{Human!Characters} {Crossover} {What if?; AU}
DAL TESTO:
Era una notte nebbiosa di Londra. Una di quelle notti inquietanti, da film dell’orrore, ma anche romantiche, che ti fanno risalire certi ricordi…
Ricordi di amici, ricordi di persone che non rivedrai mai più.

DAL TESTO:
Sì, era il suo nome, forse una delle poche cose di cui era certo…
Mise il telefono sul comodino, vicino alla foto e tornò a rannicchiarsi, cercando di prendere sonno…
Visto che il mondo dei sogni era forse il luogo più sicuro per lui.

DAL TESTO:
Lo guardò, con gli occhi pieni di lacrime.
- Sono sempre riuscito ad alzarmi, sai?... Ma, questa volta, non ci riesco. Sarei capace di farti solo del male. Tu hai ancora... la speranza. Tienila stretta.-

Una Londra del futuro distrutta, un futuro cupo. Un ragazzo e un uomo devono lottare tutti i giorni, per sopravvivere.
Il ragazzo ha la speranza e cerca in tutti i modi di afferrarla, mentre l'uomo pensa di aver perso tutto.
Una lotta contro il tempo, non sapendo che il confine tra la ragione e la follia, la vita e la morte, la realtà e il sogno è molto sottile...
Genere: Angst, Dark, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Asutoraru /Astral, Nuovo personaggio, Yuma/Yuma
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 2
SAPEVA SOLO IL SUO NOME

Astral osservava fuori dalla finestra quella che doveva essere Londra. Aveva addirittura iniziato a piovere, cosa che rendeva il tutto più deprimente.
Il ragazzo si alzò dal letto e andò verso la libreria, dove si trovavano i suoi libri. In realtà, c’erano anche i libri della persona che abitava in quella casa e non voleva toglierli, sapendo che per il suo inquilino era un ricordo prezioso e doloroso.
Prese un libro e si sedette sulla scrivania. Gli piaceva leggere, lo facevano andare nel mondo della fantasia, forse un mondo dove erano tutti felici, dove il bene vinceva sempre, dove si poteva tornare indietro…
Ma sapeva che non era possibile.
Sentì la porta aprirsi e chiudersi di scatto.
Astral si distrasse dal suo libro e estrasse qualcosa dalla tasca interna del giubbotto, che aveva attaccato alla sedia: una pistola.
Aprì violentemente la porta della sua camera e puntò la pistola. Però quello che era entrato non era un nemico.
- Ah, sei tu. Pensavo avessi dimenticato di nuovo le chiavi.-
Di fronte a lui si trovava un uomo sulla quarantina d’anni, i capelli neri, anche se le basette erano un po’ bianche. La carnagione rosea, anche se era un po’ pallido in quel periodo, vestito con un impermeabile lungo beige e sotto un vestito rosso, la cravatta nera e i jeans.
I suoi occhi erano azzurri cielo, ma non erano più limpidi come un tempo.
- Hai ragione, dovevo avvertiti.-
L’uomo si sedette sulla poltrona: nello studio c’erano una poltrona, una sedia, una scrivania, una libreria e un grammofono.
Le pareti erano azzurrine, la stanza non era troppo grande.
- Vuoi che metta su un po’ di musica?- Chiese Astral.
- No, no grazie.-
- Come è andata a lavoro?-
- Come al solito, cosa vuoi che ti dica?-
Astral restò in piedi, le braccia incrociate, cercando di non notare le chiazze di sangue sull’impermeabile.
- Astral, so che le hai notate. Non fare finta di niente.-
Disse l’uomo. Il ragazzo lo guardò negli occhi.
- Non ti sei fatto niente, vero?-
- No. Sai bene che sono contro la violenza…-
- Pure io…-
Rimasero in silenzio per un po’, finche Astral andò in cucina, i suoi occhi bicolori impassibili.
- Oggi mi hai detto che saremo andati al cimitero.-
- Scusami Astral, ma non me la sento. Dopo che quello che…-
La voce dell’uomo si affievolì e Astral capì che era bene lasciar cadere l’argomento. Dopo essersi lavato le mani, il ragazzo tornò nel salotto. Guardò l’uomo con occhi seri.
- Non puoi andare avanti così. Ti stai facendo del male da solo e puzzi ancora di alcool. Pensavo che avessi smesso.-
- Scusami ancora, ma è troppo difficile. Se penso che tutto quello che sta accadendo è colpa mia…-
- Infatti, non devi pensarci. Non è colpa tua… almeno, da quello che so su di te. E diciamo che so solo che sei l’ispettore di polizia.-
- Infatti, non è importante sapere altro.-
- Nemmeno dove vai, oltre a ubriacarti?-
La voce di Astral si era fatta dura, ma l’uomo non si smuoveva. Anzi, si alzò e andò in camera sua.
- Aspetta!-
- Astral, per favore, non sai che giornata ho passato. Lasciami riposare.-
Detto questo, si richiuse la porta alle spalle. Astral capì. Lo capiva sempre. Cercava di capirlo, perché l’unica cosa che sapeva di lui che aveva perso persone care…
Sapeva che era l’ispettore di polizia e sapeva il suo nome:
Dog.
Dylan Dog.

ANGOLO AUTRICE
Ho dovuto riscrivere il capitolo, perché io, essendo un genio, scrivo una storia sulle “Cronache dal pianeta dei morti” di Dylan Dog, che è una trilogia, avendo letto solo “Addio, Groucho”! Applauditemi per il mio genio! -.-
Vabbe, tralasciando la mia completa intelligenza, cosa posso dire di questo capitolo?
Penso che abbiate capito tutti che il crossover è Zexal x Dylan Dog, ma non della serie regolare, bensì il Dylan della storia della trilogia, ovvero: “Il pianeta dei morti” (color fest 2, Bilotta\Di Giandomenico), “Il tramonto dei vivi morenti” (Albo gigante numero 22, Bilotta\Vetro) e per ultimo, la mia preferita: “Addio, Groucho” (Color fest 10, Bilotta\Martinello)
Per capire la mia fiction non c’è bisogno che abbiate letto quelle storie, perché spiegherò tutto andando avanti.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e spero che recensirete… ah, a proposito, voglio ringraziare: Stardust94, Naoko_Chan, Little Alexey, Nuvola101 e Damned_Angel, che sto facendo appassionare a Dylan Dog e i fumetti italiani XD
Meglio che ora vada!
Sayonara,
Yulin Dyana Fantasy

   
 
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