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Autore: The Crazy Writers    23/11/2014    0 recensioni
-Hai un potere immenso dentro di te, devi solo trovare il modo di sfruttarlo-
Alzò leggermente la testa, come se avesse appena pronunciato perfettamente una poesia e continuò a tenere lo sguardo fisso su di me. Mi concentrai sul suo volto, e realizzai che quell'uomo sembrava sempre teso e preoccupato. Non condivideva mai con nessuno i suoi pensieri e se lo faceva, voleva dire che la situazione era grave.
Inarcò un sopracciglio, probabilmente perché non dicevo nulla.
-Ehm- balbettai -secondo lei quanto ci metterò a trovare il modo di sfruttare il mio potere?-
Il centauro si accarezzò il mento -Scopriamolo-
Mise una mano sulla mia spalla e sorrise.
***
Harry Jackson ha solo 24 ore per salvare il mondo da una catastrofe imminente ed è alla disperata ricerca di un'idea per scappare dal luogo in cui è imprigionato e recuperare i suoi amici. Il tempo scorre lentamente, ma l'ora della fine scoccherà inevitabilmente.
Genere: Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 4: Chi è il nostro genitore divino?

Mi alzai spazzando via la sabbia dai jeans e seguii Erik e Maya.
La cena si teneva in un ampio spazio aperto, formato da numerosi tavoli uno per ogni dio dell’Olimpo. Al tavolo più vicino all'entrata c’erano i figli di Atena che ci guardavano torvi con i loro occhi di un grigio penetrante. A quello accanto invece, erano seduti i figli di Ares. Molti avevano un coltello in mano e ci fissavano con disprezzo. Tutti tranne Clarisse, che mi fece l’occhiolino.
-Sedetevi qui ragazzi- sospirò Chirone interrompendo quel silenzio imbarazzante. -I ragazzi della casa di Ermes saranno felici di ospitarvi al loro tavolo-
Io, Erik e Maya sedemmo accanto a due ragazzi, che ci guardavano come se non avessero mai visto dei quindicenni. Erano chiaramente fratelli, se non addirittura gemelli. Avevano entrambi con i capelli castani e ricci e gli occhi azzurri.
-Piacere di conoscervi!- disse quello a destra. -Io sono Travis e questo è mio fratello Connor-
-Piacere, io sono Harry e questi sono Erik e Ma…-la mia voce fu interrotta da quella di Chirone.
-Semidei!- esclamò. -Prima di iniziare il banchetto, come da  rituale, ognuno deve portare in offerta una parte della propria cena agli Dei-
-Cosa dobbiamo fare?- chiesi a Travis.
-Devi prendere un po’ della cena e bruciarla nel fuoco, così la offrirai alle divinità dell’Olimpo, ma ricordati di  pronunciare il nome di una di esse-
Presi un po’ di peperoni e qualche chicco d’uva e li lanciai nel fuoco, pronunciando il nome del dio del mare "Poseidone" che mi era sempre piaciuto, forse per il fatto che amavo l’acqua. Un bagliore illuminò tutta l’ala rilasciando un profumino che mi faceva pensare alla cucina di mamma.

Finita la cena andammo al falò. Era organizzato in una specie di anfiteatro molto grande e con tanti gradini per sedersi.
-Bene ragazzi, oggi abbiamo accolto tre nuovi semidei, ovviamente il loro genitore divino è ancora indeterminato…-
-Non per tutti- lo interruppe Clarisse.
Chirone esitò. Solo  allora mi accorsi che tutti i presenti mi stavano fissando.
-Sì...Clarisse hai ragione, ma credo che stasera non sia il momento giusto- 
In quel momento salì l’istinto omicida che era in me nei confronti di Chirone, non capivo perché fossero tutti così misteriosi, come se cercassero di tenermi nascosto qualcosa, sicuramente avevo ragione.
-Ad ogni modo volevo annunciarvi che a breve organizzeremo una caccia alla bandiera- 
Le voci eccitate dei semidei si sparsero per tutto l’anfiteatro.
-Ora tutti a dormire, domani sarà una dura giornata di addestramento!- concluse Chirone guardando me e i miei migliori amici.
Io, Erik e Maya ci avviammo verso la cabina di Ermes per passare la notte.

Il giorno seguente ci svegliammo molto presto, dopo qualche ora  l’addestramento fu più duro di quanto pensassi; per di più dovevamo indossare delle armature pesantissime. Erik fu subito affascinato dall'arco e mi abbandonò per fare qualche tiro, sembrava molto bravo, Maya invece, si rivelò più brava a preparasi e a pettinarsi che a usare una spada.
-Che ne dici di fare un duello contro di me, Jackson?- 
La voce di Clarisse risuonò alle mie spalle, mi passò una spada. Ci trovavamo in un ampio prato che sembrava perfetto per un duello.
-Sarebbe un onore per me sfidare la figlia del dio della guerra-
Cercai di sembrare sicuro di me, ma l'idea di affrontare Clarisse in duello mi spaventava.
-Bene allora...-
-Figlia di Afrodite!?- esclamò qualcuno dietro di noi. Non so il perché, ma vedere Maya con un vestito elegante e truccata mi faceva ridere.
-Eppure non sei mai stata tanto fortunata in amore!- la prese in giro Erik che era appena arrivato.
-Ah-ah-ah! Non sei divertente! E tu piuttosto, ti sei già ritirato dal tiro con l’arco??-
-In realtà no, ma ho una notizia fantastica! Figlio di Apollo! Ecco perché sono un genio in fatto di archi e di ragazze!-
-C-cosa?! E ce lo dici così?!-
Erik alzò le spalle. -Sì, non è fantastico?-
Maya sbuffò. -Sempre il solito-
Il fatto che i miei amici avessero avuto già la "risposta" mi faceva piacere ma allo stesso tempo ero arrabbiato. Nessuno sapeva dirmi nulla su chi fosse mio padre, e questo mi rattristava. 
-Bene ed ora a noi Jackson, in guardia!- esclamò Clarisse. 
Bloccai la sua spada che era diretta al mio petto, ma lei era davvero troppo forte e la lasciai andare. Il contraccolpo mi fece quasi cadere all'indietro. Schivai il suo fendente alla testa e ne sferrai uno io verso il suo braccio ma lei lo parò e, senza che me ne accorgessi, mi fece un taglio su entrambe le gambe. Dal dolore cascai a terra. La polvere del terreno mi faceva pizzicare le ferite. Cercai di rialzarmi e con rabbia sferrai altri due colpi che Clarisse schivò ed infine mi diede una forte gomitata alla schiena mettendomi al tappeto, il dolore fu il più forte di tutto il combattimento. Cascai a terra, di nuovo, questa volta in ginocchio. Ero distrutto, provavo rabbia e umiliazione davanti ai miei migliori amici. Guardai il lago che era dietro di me, in quel momento avevo solo bisogno che una massa d’acqua si schiantasse contro Clarisse per farmi sentire meno idiota.
-Harry, fermo!- esclamò la mia avversaria. Anche se non sapevo a cosa si riferisse mi alzai di scatto e un’onda alta cinque metri ci travolse.

Riaprii gli occhi. Credevo di aver perso i sensi, ero ancora a terra ma accanto a me c’erano Maya e Erik. Avevo il corpo completamente bagnato e la testa che mi pulsava.
-Ma come diavolo hai fatto?!- esclamò Erik.
-A fare cosa?- chiesi io, non ricordando ciò che era accaduto poco prima.
-A schiantare uno tsunami sopra il Campo!-
Solo allora ricordai il combattimento contro Clarisse e il forte desiderio di schiantarle un'onda addosso. Ma come ci ero riuscito?
-Ehm...Harry?-  balbettò il mio migliore amico.
-Cosa?-
Stava indicando un punto preciso sopra la mia testa. La alzai leggermente e vidi un luce verde che roteava, a forma di tridente. 
-Ma che...- esclamò Maya. 
La voce di Chirone risuonò alle nostre spalle. 
-Ave, Harry Jackson. Figlio di Poseidone, dio del mare- disse. 
Aveva davvero detto Poseidone? 
  
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