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Autore: clif    23/11/2014    1 recensioni
I Cullen sono una famiglia di vampiri vegetariani. Dopo essersi stabiliti a Forks la loro vita cambierà radicalmente. L’incontro con una piccola umana li sconvolgerà e li immergerà in un mondo che, nonostante la loro natura, non immaginavano neanche lontanamente potesse esistere. Tra mostri e demoni, preparatevi ad affrontare i vostri incubi peggiori.
Genere: Avventura, Horror, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clan Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio | Coppie: Alice/Jasper, Emmett/Rosalie
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun libro/film, Twilight
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Pov Carlisle
9/09/05  08:20

Ero davanti alla stazione di polizia di Forks. Era lì che lavorava Charlie Swan. Charlie viveva in quella città da quando era nato e ricopriva da anni il ruolo di sceriffo. Era l’unico essere umano a sapere della nostra identità. Qualche mese prima, mentre tornava a casa di notte dopo il turno di lavoro, fu assalito da quattro vampiri nomadi che passavano da quelle parti, due maschi e due femmine. Sarebbe stato sicuramente ucciso se non fossero intervenuti Edward ed Alice che passavano anche loro casualmente da quelle parti. Alice era in giro di notte per fare “shopping serale” ed Edward l’aveva accompagnata. Alice lo aveva praticamente obbligato, e poi sapevamo che quei vampiri giravano nei dintorni della città perciò per non rischiare ci muovevamo sempre in due quando dovevamo uscire per cacciare o fare altro. Appena sentite le scie dei quattro vampiri si erano fiondati nella loro direzione e avevano visto lo sceriffo preso per il collo e sollevato in aria da uno delle due vampire mentre stava per morderlo. I miei figli intervennero subito e senza troppi problemi riuscirono ad ucciderla, gli altri tre sembravano intenzionati a vendicarsi ma dovettero fuggire sentendo arrivare nella loro direzione altre scie: Emmett, Rosalie e Jasper stavano andando ad aiutarli dopo che avevano ricevuto una telefonata di Alice. Gli altri tre nomadi riuscirono a scappare ma almeno lo sceriffo era salvo. Fummo costretti a raccontargli la verità, a patto che lui mantenesse il segreto. Eravamo preoccupati, specialmente Jasper, che Charlie dicesse in giro della nostra natura, ma Alice ci tranquillizzò che non lo avrebbe fatto. Infatti Charlie ci fu molto grato per averlo salvato e mantenne la parola data: inoltre questo poteva volgere anche a nostro favore, avendo un “alleato” che poteva aiutarci. Potevamo tenerci informati riguardo i casi della polizia quando questi riguardavano gli omicidi da parte dei nostri simili oppure lui poteva insabbiare delle faccende, nel caso qualcuno di noi avesse ucciso degli animali in modo troppo scoperto, facendola passare per l’attacco di un animale feroce. Infatti anche in questo caso mi trovavo lì per chiedergli un favore. -Buongiorno dottor Cullen, è successo qualcosa?- Jim, il vice sceriffo mi venne incontro, ovviamente non sapeva nulla sulla nostra natura, Charlie era l’unico. -Nulla di grave Jim, in realtà ero venuto per parlare con lo sceriffo- Gli risposi cordiale. Lui annuì e mi accompagnò davanti al suo ufficio. -Hey, capo!- Lo chiamò lui aprendo leggermente la porta. -Cosa c’è Jim?- Sentii la voce dello sceriffo da dentro la stanza -C’è qui il dottor Cullen che dovrebbe parlarle?- Lo informò lui. -Prego fallo entrare- Rispose Charlie e Jim si fece da parte per farmi passare. -Charlie- Lo salutai cordiale io         -Buongiorno dottore, prego si accomodi- Mi fece cenno di sedermi sulla sedia davanti a lui, aspettando che il suo subordinato uscisse dalla stanza. Non potevamo parlare fino a che non saremmo rimasti completamente da soli. Appena l’uomo si allontanò Charlie mi rivolse tutta la sua attenzione.   -Allora, come va il collo?- Gli domandai. Mi riferivo al periodo di dolori che aveva avuto al collo, in seguito al suo spiacevole incontro con quei nomadi. -Ormai è tutto passato, non si preoccupi, piuttosto mi dica, come mai è venuto qui?- Domandò per arrivare subito al nocciolo della questione. -Io ed Esme stiamo pensando di adottare una bambina… umana- Lo vidi rimanere leggermente stupito da questa mia affermazione -Ah… Beh sono contento per voi…- Affermò confuso, probabilmente non riusciva  a capire cosa potesse centrare ciò con la mia visita. -In realtà però non è per questo che sono qui… ancora una volta ti devo chiedere un favore- Affermai arrivando al sodo -Dottore lei lo sa che può chiedermi tutto, dopo ciò che la sua famiglia ha fatto per me, non mi basterà tutta la vita per ripagare il debito- Gli sorrisi e decisi di spiegargli la mia richiesta -Ho bisogno di cercare informazioni riguardo un luogo, qualsiasi informazione che riesci a trovare, mi basta tutto- Rimase un po’ disorientato da questa mia richiesta -Ok, nessun problema, ma perché tutta questa agitazione?- Mi domandò lui di rimando -Nulla di particolare, ma ho un brutto presentimento, è come se sentissi che sta per succedere qualcosa di brutto- Neanch’io capivo questa mia inquietudine, forse era solo una mia impressione, però questa sensazione non voleva abbandonarmi. -Ok, stia tranquillo, come si chiama questo posto?- Mi domandò nuovamente lui -Silent Hill, probabilmente deve essere una città, stranamente io però non ne ho mai sentito parlare- Gli spiegai. -Tranquillo, adesso mi metterò a fare delle ricerche su questo posto e appena avrò notizie le farò sapere- Mi tranquillizzò lui. Annuii, lo ringraziai e decisi di lasciarlo al suo lavoro. Uscii dalla stazione di polizia e raggiunsi la macchina, pronto per tornare a casa.
Pov esterno
9/09/05  08:20
Una donna stava seduta pazientemente  a prendere il tè. Ogni tanto guardava il grande orologio sul muro, era in attesa dell’arrivo di qualcuno. All’improvviso dei rumori provenienti da dietro la porta attirarono la sua attenzione. Subito dopo entrarono tre uomini. -Cristabella- Uno di loro tre chiamò la donna -Allora? Siete riusciti a trovare mia sorella?- Domandò glaciale lei -Si, siamo riusciti a trovarla, in questo momento la stiamo trattenendo nei sotterranei- Le rispose lo stesso uomo di prima -E allora?- Domandò nuovamente lei, attendendo che continuasse -Avevi ragione tu, era stata lei a far fuggire la bambina-
  
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