-
Aspetta! – urlò
allungando la mano, quasi tentasse di poterla acchiappare al volo.
Nel nulla riconobbe i suoi
occhi brillare e, dal nulla, lei ricomparve di fronte a lui, fluttuante
nell’aria, avvolta dal suo drappo bianco che la circondava quasi animato da
vita propria e volontà di proteggerla.
-
Sapevo che
l’avesti fatto
Era una constatazione fuori
posto, ma Rago lo conosceva meglio di tutti quelli
che erano lì.
-
Chi… chi è
Dresda? – domandò lui sporgendosi dalla balconata, lei stava qualche metro
nell’aria, senza appoggiare da nessuna parte, gli occhi celesti brillarono
-
Te ne sei
ricordato?
-
Chi è? – Chris
pareva quasi ipnotizzato da quel nome, ogni volta che lo pronunciava, che lo
pensava o che lo ripeteva era come se avesse la coscienza di qualcosa che,
però, non riusciva ad afferrare. Come un deja-vu di
cui non si coglie del tutto il significato
-
Dresda era il
quarto principe del Consiglio degli Arcimaghi e l’unico che abbia mai amato –
aggiunse
-
Quanto… quanto
tempo fa è avvenuto?
-
Molto, più di
quanto tu riesca a immaginare.
-
E perché mi fa
questo effetto strano? – era certo che lei avesse pronunciato appositamente
quel nome, quindi doveva essere a conoscenza delle reazioni che gli scatenava…
-
Perché tu sei lui
– fu la candida risposta e per un attimo sembrò che lo sguardo fermo del demone
di fronte a lui diventasse improvvisamente vulnerabile e triste
Lui cercò di capire, ma non
ci riuscì
La vide e sentì la sua voce
rotta mentre una lacrima le rigava la guancia sinistra e, quasi per riflesso
incondizionato, sentì il suo corpo triste e avvertì il caldo delle lacrime a
sua volta sulla sua faccia.
Lei si avvicinò come una
fata, tese una mano e gliene asciugò una, portandosi poi il dito alle labbra,
assaporando il gusto salato
-
Io mi ricordo
ancora di te, Byakko… - disse con tono sommesso e gli
prese il viso tra le mani, a occhio poteva essere scambiata per una ragazza
poco più grande di lui, ma la sua bellezza era totalmente fuori dal comune –
anche se tu hai dimenticato tutto… e ogni volta è una nuova guerra
Lei gli accarezzò le guance
e l’attimo seguente lo baciò.
Avrebbe giurato che in un
contatto simile quello strano corno che aveva sulla fronte gli avrebbe fatto
male, ma non accadde.
E nonostante avesse
compreso le sue reali intenzioni, non si scostò quando lei lo baciò, ma rimase
impietrito dalla sua bellezza.
-
Dovresti scusarti
con lei
Il moro si riprese e la
fissò allibito
-
Dopotutto è il
mio destino… e anche il tuo… il Byakko e la Sohryu o si amano o si odiano. Io vedo l’amore per
qualcuno, e molta tristezza
Non riusciva a decifrare le
emozioni contenute in quel viso perfetto che lo fissavano, gli occhi colmi di
lacrime che, tuttavia, non scivolavano via, come se fossero trattenute.
Qual era la storia di
questa Rago e della persona che aveva nominato,
Dresda? Pareva particolarmente triste di pronunciare il nome di fronte a lui.
E come sapeva di Gardis?
-
Sei uno spettro?
– chiese all’improvviso, le mani di lei, così come le sue labbra, erano fredde,
assolutamente gelate
-
A volte preferirei
esserlo. L’Anima Azzurra mi concede di vivere una volta ogni cento anni nel
corpo di chi l’ha ingerita. Questa volta però è tutto diverso e complicato
-
Perché?
Lei si ritrasse e gli fece
passare dolcemente un dito sulla bocca
-
Tu non ricordi
nulla di noi e la storia che la tua famiglia per mille anni e più ha tramandato
è andata perduta con l’ultimo capofamiglia. Nessuno può rammentarla, a parte
io. E adesso l’Anima Azzurra è custodita da una persona molto speciale
-
Chi? – lei non
rispose
-
Per tanti anni,
dopo che qualcuno aveva ingerito l’Anima Azzurra, ho preso il controllo del
corpo di quella persona. Se fossi riuscita a farmi amare di nuovo dal Byakko, avremmo rotto la maledizione e io avrei distrutto
quella pietra, ma non potevo farlo perché c’erano ancora molte cose da chiarire
tra noi, tuttavia…
-
Cosa?
-
Per tanti anni ho
tentato, alcune volte la malvagità di coloro che ci hanno solo ricordati ha
fatto sì che il Byakko mi uccidesse, lui, l’unica
persona che poteva amarmi e uccidermi, altre volte la persona di cui possedevo
il corpo aveva un amore talmente grande che mi sono fatta da parte per lei.
Altre volte ancora sono stata io ad uccidere il Byakko,
per salvarmi la vita. Alcune volte gliel’ho risparmiata
-
Non è mai
successo che tu e il… Byakko? – pareva strano dare
credito a quella storiella – vi innamoraste
-
Se così fosse
successo ora non sarei qui, ma…
-
Ma cosa?
-
Le cose cambiano,
la persona che ha il corpo nel quale io vivo è qualcuno davvero fuori dal
comune, è stata l’unica di cui non sia riuscita a sopraffare la personalità
tanto questa era spiccata, forse perché, tra i molti, era la sola che mi ha
accettato non per potere
-
Non ti seguo
-
Non importa,
verrà il momento. Nel frattempo… - si spostò nuovamente nel vuoto, fluttuante come
un fuoco fatuo – cercami, Byakko, io ti aspetterò.
Cercami tra quelli che conosci, tra gli amici e i parenti, tra le persone che
senti che mi somigliano…
-
Aspetta,
raccontami tutta la storia!
-
Non è ancora
giunta l’ora – ammise tristemente lei – ci rivedremo, la notte di Capodanno,
un’ora prima della mezzanotte, aspettami qui, allora saprai. Ma dovrai prendere
la tua decisione: cosa ne farai di me? Mi ucciderai, mi amerai o mi
abbandonerai?
E questa volta scomparve
davvero.
Christopher si accasciò a
terra, più incline a pensare ad un sogno che sfociava in un incubo che ad una
realtà veramente accaduta.
I demoni…
Aveva sempre sentito dire
che fossero solo creature immaginarie e ne aveva appena incontrato uno,
l’ultimo.
E questo demone gli aveva
chiesto di cercarlo tra coloro che conosceva, gli aveva detto che la notte di
Capodanno avrebbe dovuto scegliere tra lei e qualcun altro e, nel caso,
decidere se voleva ucciderla oppure no.
Evidentemente anche lui,
come quel famoso Dresda, era l’unico che potesse sia amarla che ucciderla.
Ma l’amore era un
sentimento spontaneo come quel masso che si portava dietro, come quella
montagna di sensazioni, sentimenti e altro che lo legava alla piccola peste
bionda che aveva ferito non più di un’ora prima.
Se non l’avesse amata, Rago la Regina dei Demoni l’avrebbe ucciso? O forse avrebbe
ucciso Gardis per avere una nuova chance?
Pareva che ogni suo gesto
lo portasse a fare del male a quella povera ragazza.
I demoni erano potenti, per
quanto la piccola Malfoy fosse spietata se si trattava della vita di persone
care, non sarebbe sopravvissuta, lui era l’unico che potesse uccidere quella
donna strana.
Ma che doveva fare?
Avrebbe dovuto pensare a
cosa dire alla Regina dei Demoni, ma i suoi pensieri erano tutti presi da
Gardis: lei che piangeva, che urlava, che impazziva.
L’aveva trattata proprio
male… e tutti, anche quelli che non lo conoscevano, gli avevano detto di
scusarsi. Anche Rago che diceva di amarlo, che
sosteneva di volere il suo amore era quasi cosciente dei suoi sentimenti, forse
sapeva già che era innamorato… no, ne era certo, lei SAPEVA, glielo aveva detto
chiaramente.
Ma se si fosse scusato,
Gardis sarebbe stata di nuovo in pericolo… e questa volta ancora di più.
Che casino, che casino e
che casino! Perché tutte a lui dovevano succedere?
Poi rammentò gli occhi
colmi di lacrime della Sohryu e quel ricordo lo
straziò: anche quelli strani, bicolori della sua Gardis erano stati così quando
aveva pianto per lui?
Avrebbe dovuto amare Rago per paura di quello che avrebbe fatto a Gardis, ma
amava Gardis e non poteva mentire.
Si sarebbe scusato. Sua
sorella aveva ragione.
La notte parve accettare la
sua decisione e, infatti, le nuvole che prima avevano parzialmente coperto la
luna si scostarono, rivelando quell’astro brillante nel cielo.
Annuì alla luna tanto cara
alla piccola Malfoy, ma anziché alzarsi e tornare in camera, rimase seduto lì
fuori nella frescura notturna.
Non voleva più pensare a
demoni, arcimaghi, gente del passato, Anima Azzurra e neppure a Izayoi, a Lachlan, a Gardis, a Leonard e a tutti i segreti
che gli erano stati rivelati, voleva solo che il vento svuotasse la sua mente e
lo lasciasse in completa tranquillità.
* * *
Leonard era alla finestra a
fumare, la discussione con quello che era stato il suo migliore amico lo aveva
reso particolarmente nervoso ed insicuro, sarebbe andato a cercare Ciel, doveva
sfogarsi con qualcuno e lei avrebbe potuto capirlo, anche se non avrebbe
apprezzato di essere svegliata nel cuore della notte per starlo a sentire
chiacchierare.
Tirò una boccata, poi, dal
nulla, comparve qualcosa, qualcosa che quasi lo spaventò: il corpo di una donna
si materializzò davanti alla sua finestra facendogli cadere la cenere e il
mozzicone dalle dita: la riconobbe subito, come non farlo
-
R…Rago? – chiese preoccupato vedendo i suoi occhi chiusi e
affaticati; con l’ultimo sforzo la Regina dei Demoni si lanciò verso le imposte
aperte, Leonard l’afferrò al volo salendo sul davanzale e la portò dentro,
vedeva il suo petto alzarsi e abbassarsi affaticato – cosa ci fai qui? – chiese
preoccupato stendendola sulle coperte, il capelli candidi sparsi sul cuscino e
lungo il materasso, pareva davvero morente
-
È da molto che
non ci vediamo, vero?
-
Finiscila, cosa
ci fai qui? Non dovresti essere qui! Non ne saresti stata in grado
-
Ha deciso che
fosse la cosa più giusta
-
Quale cosa più
giusta?
-
Che io fossi la
prima ad incontrare il Byakko
-
Avete trovato il
capofamiglia dell’ovest? – un segno di assenso – chi è?
-
Christopher Black
-
Cazzo! Quando
l’avete scoperto?
-
Questa sera… era
così arrabbiato che ha involontariamente liberato parte del suo potere
-
Merda!
-
Perché? Sarebbe
una bella cosa… perdona quel ragazzo, non portargli rancore. Lui vuole solo
proteggere tua sorella…
-
Smettila di
parlare
-
Sembra che io non
riesca proprio a scavalcare la… personalità, - la frase era incompleta perché Rago ansimava come se avesse corso per chilometri, ma
Leonard sapeva e non aveva bisogno di ascoltarla di più - eppure è sempre stato
così facile… senza il suo consenso io non vado da nessuna parte… - continuò la
donna dai capelli bianchi
-
Stai ferma, non
avrai ancora molto tempo, sei stravolta
-
Lo so. Sei una
brava persona Leonard.
Sollevandola tra le
braccia, il biondo la prese in spalla e scomparve oltre la porta.
* * *
Preoccupato per Gardis,
Leonard andò alla stanza del Prefetto del Grifondoro
che aveva appesa alla porta la targa col nome di sua sorella.
Il letto era divelto e il
pavimento era un autentico campo di battaglia. Gardis doveva aver pianto e fatto
un bel casino… c’erano vasetti rotti, libri aperti a casaccio ovunque, quadri
storti alle pareti e segni di tagli sulla tappezzeria, il tipico esempio di
rabbia furiosa. La tappezzeria della stanza della piccola Malfoy a casa andava
rimessa a posto dopo ogni sua crisi di nervi, quella ragazza era in grado di
fare più danni di un tifone!
Scuotendo la testa con ben
poca approvazione decise di rimanere a vegliarla mentre, col respiro pesante,
Gardis riposava ora nel letto; si mise a raccattare i cocci e riassemblare vasi, ninnoli e le altre stupidaggini che
collezionava così volentieri e in quantità decisamente eccessive.
* * *
Era mattina e il sole era
già alto nel cielo.
Gardis si svegliò aprendo
uno dopo l’altro gli occhi e accorgendosi di trovarsi nella sua stanza.
Roteò lo sguardo lungo le
pareti rimesse a nuovo, ben diverse da come le aveva lasciate quando aveva
concesso all’anima imprigionata di Rago di prendere
momentaneamente il suo corpo. Non era successo spesso. Ma l’aveva voluto lei
tutte le volte.
Spostando le iridi di due
colori differenti intorno, vide la sagoma di suo fratello seduta su una sedia
intento a rileggere per l’ennesima volta uno dei suoi libri di vampiri.
Un accenno all’orologio
sulla scrivania le disse che l’ora delle lezioni era passata già da un po’…
-
Cosa ci fai qui?
– chiese – le lezioni sono già iniziate…
-
Divinazione è una
materia inutile e rischio di uccidere la Cooman
soffocandola con uno dei suoi amati cuscini se non la pianta di dirmi che la
mia anima è arida come il deserto del Gobi. Come se i vampiri avessero l’anima…
– l’altra sorrise
-
Me la sarei
potuta cavare da sola
-
Avevi bisogno di
riposare. Ho detto ai tuoi amici che avrai bisogno di un po’ di giorni e che
eri sotto stress per tutto il lavoro. Sono stati molto inclini a credermi vista
la mia stravagante presenza in questo nido d’uccelli – gli rivolse
un’occhiataccia, non doveva permettersi di chiamare la Torre del Grifondoro “nido d’uccelli” anche se era un po’ debilitata.
- Penso che più tardi verranno a trovarti e anche una ragazza degli ospiti,
sembrava parecchio preoccupata quando non ti ha visto a colazione
-
Di chi si tratta?
-
Boh, una tipa
strana coi codini e i campanelli
-
Ah, è Asuna
-
Hai già fatto
amicizia?
-
Sei qui per
irritarmi o aiutarmi? – lui si trattenne. – Leonard – disse poi lei con tono
serio – ho scoperto chi è il Byakko…
-
Rago me l’ha detto – annuì – cosa ne pensi?
-
Lei soffrirà. Non
c’è speranza.
-
Tu no?
-
No.
-
Come vuoi. - Era
solo la sua opinione.
Silenzio.
-
Che ne è di
Christopher?
-
L’ho visto a
colazione
-
Era arrabbiato?
-
No, era solo
sulle nuvole. Ora ti lascio dormire. Riposati in questi giorni, zio Blaise era preoccupato di non vederti di sotto. Penso che
anche Rudiger verrà a trovarti, con tutti i
visitatori che avrai dormirai ben poco
-
D’accordo
-
Vado, Erbologia non la voglio saltare
-
Perché?
-
Abbiamo lezione
coi Corvonero – e senza aggiungere altro le
scompigliò i capelli biondissimi e uscì dalla porta. Gardis ancora non sapeva
che lui era a conoscenza della sua piccola e dolorosa zuffa con Kitt. E non
sapeva neppure della “amichevole” chiacchierata che suo fratello e il suo
(forse) ancora migliore amico avevano avuto quella stessa notte.
E chissà che disastri aveva
combinato Rago questa volta…
Era orribile che potesse
vedere e sapere tutto quello che pensava e lei non riuscisse a fare altrettanto
quando lasciava che Rago prendesse il sopravvento.
* * *
Chris si era detto che
quella mattina stessa si sarebbe scusato con Gardis per il suo comportamento
inaccettabile, per le sue maniere terribilmente brusche e per le male parole
che aveva usato.
Ma soprattutto perché era
stato intollerante con un’amica che, alla fine, cercava solo di proteggerlo e
proteggere il proprio orgoglio.
Questo glielo aveva
insegnato Rago.
Gardis, però, non si
presentò a colazione quel giorno e neppure quello successivo.
Per tre giorni di lei non
si vide ombra tra i corridoi.
I suoi amici erano
stranamente preoccupati, sostenendo che era davvero raro che si ammalasse e
avevano fatto una piccola processione fino alla sua stanza.
Aveva pensato di andare
anche lui e scusarsi in privato cogliendo l’occasione, ma era arrivato fino
alla sua porta, poi aveva scorto gli occhi di Leonard ed era tornato indietro
senza combinare niente, pieno di vergogna.
In quei tre giorni sentì su
di se gli occhi del vampiro in ogni momento e ogni volta che li incrociava e
questi erano dorati e caldi come loro solito, non poteva impedirsi di ricordare
come fossero quando la sua parte demoniaca prendeva il sopravvento: rossi e
terribili.
Forse stava solo diventando
paranoico pensando che il fratello di lei lo seguisse e lo pedinasse perché,
ovunque si voltava, lui c’era, ma magari era solo una sua impressione e dava
troppa importanza a quegli incontri casuali.
Lui sapeva perché Gardis
non era a lezione e sapeva che Leonard sapeva.
Si sentiva colpevole come un bambino colto con le mani nella marmellata.
Questa volta l’aveva
davvero fatta grossa… chissà se lei l’avrebbe perdonato… pregava di sì, ma se
così non fosse stato l’avrebbe capita; lui comunque avrebbe dato il meglio di
sé per scusarsi e farsi nuovamente accettare.
Anche se ciò era male per
lei, ma se ne sarebbe curato dopo e, soprattutto, preoccupato.
In quei giorni neppure una
volta il pensiero di Rago la Regina dei Demoni gli
sfiorò la mente, tanto questa era oppressa dall’idea della piccola bionda.
Vide passare della gente
che usciva dal dormitorio del grifondoro,
evidentemente andati a trovare la malata. Li sentì discutere di quanto fosse
strano e, per l’ennesima volta, si sentì un verme schifoso, strisciante, lurido
essere senz’anima.
-
Problemi con lei?
– un paio di occhi a mandorla spuntarono da oltre la copertina del libro:
codardo com’era non era riuscito a fare altro che rimanersene seduto sulle
scale fingendo di leggere proprio davanti al quadro della Signora Grassa.
Lo sguardo di Asuna, la ragazza che aveva incontrato quella notte di
tempesta comparve e gli sorrise nel suo fare gentile e la divisa, immacolata e
perfetta come al solito.
Era dunque così facile
leggergli dentro? Come faceva una emerita sconosciuta ad accorgersi con
un’occhiata di quello che sentiva?
Inconsciamente annuì e lei
fece altrettanto, come se se lo fosse aspettato.
-
Ti va di
parlarne?
Beh, mica male la cosa! Lui
che aveva trattato da schifo la ragazza che amava andava a parlare dei suoi
problemi d’amore con una perfetta sconosciuta segretamente sposata con il
professore più conteso della storia del MahoRa.
Non seppe come, ma si
ritrovò in giardino con la giapponese che aspettava la sua confessione, pareva
che ne avesse viste davvero tante, forse non aveva mentito a proposito di
quello che lei e il suo amato professore avevano passato assieme.
Le raccontò brevemente di
come si era comportato male con Gardis per un motivo stupido e dell’orgoglio di
troppo quando avrebbe potuto fare altrettanto con molta più educazione e senza
creare danni.
Asuna annuì, poi parve stupita
-
Credevo che voi
due steste già insieme – si scusò imbarazzata – siete così affiatati che è
difficile credere che ci sia solo amicizia, ma dopotutto so cosa si prova. Una
volta Negi, per proteggermi, decise di cavarsela da
solo e io mi arrabbiai; essere la sua ministra
magica è d’impiccio ogni tanto. Passai quasi quindici giorni nel resort privato di Evangeline senza
volergli rivolgere la parola mentre gli altri si divertivano al mare e in
piscina
-
Sul serio? - Asuna annuì mentre lui si chiedeva come facesse a conoscere
la prof – e poi com’è finita?
-
L’ultimo giorno,
quando erano tutti ormai morti di stanchezza, sono andata a cercarlo, lui mi ha
spiegato e sai che ho fatto? Al posto che dirgli che volevo davvero stare con
lui gli dissi che non avevamo giocato assieme! Cioè, ma mi ci vedi? Eppoi
dicono che sono una persona coraggiosa… datemi un mostro e te lo faccio a
fette, ma quando si tratta di queste cose… - arrossì – sono proprio stupida. Un
po’ come Gardis
-
Gardis?
-
Se lei ti piace
diglielo chiaramente, non capirà le vie traverse
-
È così evidente?
– lei fece spallucce
-
Forse solo per
chi ne ha viste tante…
* * *
In quei giorni Gardis era
stata proprio bene.
Un sacco di persone erano
venute a trovarla, chi per farle compagnia e chi per chiederle informazioni.
I suoi amici avevano deciso
che, vista l’occasione, i compiti potevano essere rimandati e avevano passato gran
parte del loro tempo seduti sul suo letto o sulle poltrone a raccontarle quello
che avveniva in classe, non trascurando, ovviamente, gli immancabili commenti.
Rudiger era venuto a farle visita come aveva profetizzato
Leonard che, pur avendo un’anima arida come il deserto del Gobi, citando la Cooman, con le predizioni se la cavava niente male.
In regalo per l’ammalata
aveva portato una scatola di cioccolatini ed era arrossito imbarazzato quando
lei aveva scartato il pacco e aveva visto la confezione tutta cuori e nastrini
e un biglietto di pergamena su cui era scritto “Sei dolce come questi cioccolatini. Con amore da Emmeline”,
al che lui aveva confessato che aveva attinto alla sua scorta di dolci che le
ragazze gli mandavano ogni tanto, tutto perché i professori, con così pochi
Caposcuola disponibili, avevano spostato la gita a Hogsmead,
sennò avrebbe fatto un salto da Madama Piediburro o a
Mielandia.
Asuna Kagurazaka, la ragazza che
aveva conosciuto la notte di tempesta che aveva fatto la ronda, era venuta a
trovarla e aveva trascorso con lei un po’ del suo pomeriggio oberato da lezioni
di ikebana e pittura.
Zio Blaise
la prima mattina aveva salito i gradini come una furia controllando come stesse
la “sua bambina” e, dentro di sé, pregando che non fosse niente di grave o Draco gli avrebbe staccato la testa a morsi.
Leonard tornò a trovarla
una volta al giorno mettendo in fuga con uno sguardo tutti gli invasori dello
spazio privato di sua sorella e sedendosi sulle poltrone rosse di velluto.
Chiacchieravano di cose di famiglia, di storie della loro infanzia, di
professori e di argomenti tranquilli senza risollevare ragionamenti spinosi.
Poi era arrivata Ciel che
il secondo giorno: dopo che Christopher, suo compagno di lavoro, aveva passato
il suo tempo in laboratorio a guardare nel vuoto e miscelare provette a caso,
lei aveva deciso di marinare le lezioni della mattinata lasciandolo solo a
districarsi nei rimproveri di Piton ed era andata a
trovare la quasi cognata.
Avevano riso e scherzato
tutto il tempo su Leonard, sulle serpi e sui ragazzi stupidi gustandosi i
cioccolatini di Rudiger.
Anche la McGranitt era venuta, aveva controllato la situazione, le
aveva prescritto tanto riposo e l’aveva anche pregata di ristabilirsi presto
perché la scuola stava andando a catafascio senza di lei e, a quanto pare, gli
altri Caposcuola non riuscivano a gestire la situazione come si sarebbe voluto.
Christopher però non venne.
E questo a Gardis fece
male.
Non sapeva cosa aspettarsi
da lui, soprattutto vista la sua reazione: avrebbe troncato la loro amicizia?
Avrebbe fatto finta di niente?
Il fatto che non fosse
salito a salutarla lasciava propendere per la prima ipotesi, eppure pregava
che, invece, fosse la seconda quella vera.
Quando era sola pensava
molto a lui e anche alla ragazza con i capelli neri e gli occhi smeraldini che
aveva scorto nel corridoio e si rodeva dalla gelosia. Quelli erano i momenti
più terribili della giornata.
* * *
Il quarto giorno decise che
aveva poltrito abbastanza.
E non ne poteva più né di
fare la vittima in quel letto né di tormentarsi con pensieri stupidi quando,
ripresentandosi alle lezioni, avrebbe finalmente scoperto il vero piano del Ravenclaw.
E ancora una volta pregò il
Cielo che lui non avesse deciso di mettere una pietra sopra tutto: erano stati
insieme sei anni e lei mentiva a suo fratello, mentiva ai suoi amici e forse
anche a se stessa pur di non dire che era innamorata di lui.
La colazione in Sala Grande
era la prova del nove, ma decise di arrivarci preparata a dovere e l’idea di
avere un pubblico ad assistere ai suoi pianti sarebbe stato senz’altro un
ottimo deterrente perché non iniziassero, quindi scese assieme a Jack, Jeff ed Hestia, felici di riaverla con loro.
Chris stava uscendo proprio
in quel momento dalla porta alla ricerca della Chips
visto che un ragazzo di Serpeverde pareva essere
stato colto da un attacco di sangue al naso e stava impiastrando la tovaglia di
rosso.
Leonard, tanto per non
cadere in tentazione, era uscito e rimaneva assieme a Rudiger
e a Blaze e Lillis
nell’angolo accanto al portone d’ingresso in modo che il fumo della sua
sigaretta venisse tirato fuori dalle correnti invernali.
Percorrendo gli ultimi
gradini Gardis si guardò circospetta attorno distogliendo momentaneamente l’attenzione
dai risultati dell’ultima partita di quidditch che
Jack le stava sciorinando.
Vide Kitt e decise che, se
avesse voluto rimettere le cose a posto sarebbe stato lui a dover fare il primo
passo, dopotutto non era ancora così priva d’orgoglio da andare ad implorarlo
di perdonarla, lei non aveva fatto niente di male! Era stato lui il cafone.
Lo fissò un lungo istante,
poi alzò il mento e proseguì senza rivolgergli ulteriori occhiate, il messaggio
le sembrava più evidente di quanto avrebbe dovuto, era infuriata come un
aspide, gli amici non ti aggrediscono!.
Il Corvonero
mosse un passo nella sua direzione, ma poi ci ripensò, non era il caso che
mezza scuola venisse a sapere delle loro litigate, si fermò ed abbassò il
braccio che prima aveva sollevato.
Leonard, dalla sua
postazione, scosse la testa, i soliti ragazzetti privi di un po’ di amor
proprio… le ragazze con lui lo fissarono un istante e si sorrisero.
Kitt vide il suo gesto e si
diede dell’imbecille da solo, poi scomparve per la commissione di cui era
incaricato.
Discostandosi dal gruppetto
il biondo raggiunse la sorella
-
Me la lasciate un
attimo? – domandò con un tono che non ammetteva negazioni ai tre
accompagnatori, Hestia, affascinata, si affrettò a
tirare via gli altri due, poco inclini
Gardis lo guardò
-
Arruffi le penne,
sorellina? – chiese
-
Cosa intendi?
-
Le espressioni
altezzose sono rare a vedersi su questo bel faccino. Cosa è successo tra te e
Chris?
-
Non sono affari
tuoi
-
Gardis! Gardis!
La voce preoccupata della
sostituta di Henrietta la raggiunse mentre stava per
mandare a quel paese suo fratello; la ragazza, ansimante e trafelata si
appoggiò alle stipite prima di parlare nel tentativo di riprendere fiato
-
Gardis! Ti… ti
prego, vai a parlare con la Chips!
-
Che succede? –
era un po’ seccata, neppure il tempo di rientrare in servizio e c’erano già
casini
-
Il ragazzo di serpeverde col sangue al naso è appena svenuto! – lei
sbuffò poco felice e spostò lo sguardo sui possibili prescelti alla missione:
un’asmatica e un vampiro, fantastico!
-
D’accordo, vado
io. Leonard…
-
Sì, lo so, io me
ne sto da qualche altra parte
-
Florette, torna dentro, dì a Hestia
che arrivo fra poco e finisci la tua colazione, l’infermiera arriverà a breve
Senza porre altre domande
sull’enigmatica affermazione del giovane Malfoy, Florette
tornò al suo tavolo di Tassorosso.
Voltando la direzione della
sua marcia la bionda si avventurò verso l’infermeria, il regno della Chips, ignara del fatto che era la meta designata di Kitt
proprio quando si erano incontrati.
Aprì la porta bianca e mise
dentro il naso, Chris stava confabulando con la donna che, al momento, riteneva
un po’ di sangue al naso il minore dei mali, soprattutto visto che i suoi letti
erano pieni di appestati di morbillo magico.
-
Scusate – disse,
se avesse saputo che anche Kitt era dentro non ci sarebbe andata lei; due teste
si voltarono nella sua direzione – temo che le condizioni del malato siano
peggiorato, mi hanno mandato a dire che è svenuto in Sala Grande
-
Che cosa?! – la medimaga pareva un po’ sorpresa, prese dallo scaffale un bottiglino dall’aria sinistra a cui mancava solamente il
teschio con le ossa incrociate per diventare l’incubo di qualche storia horror
e, alzandosi la gonna azzurrina, volò verso il corridoio.
Gardis lanciò un’altra
occhiataccia al suo (forse) ex migliore amico e si apprestò a raggiungerla
-
Tu aspetta – Kitt
le mise imperiosamente la mano sulla spalla e la trattenne, animato da una
risoluzione che solo raramente riusciva a sopprimere il suo istinto remissivo
-
Cosa c’è? - se
lui voleva scusarsi, bene, ma che non si aspettasse che fosse collaborativa.
Aveva addirittura liberato Rago per perdere
conoscenza qualche ora, pur di non pensare a lui.
Lui si guardò intorno nelle
brande con la tenda bianca tirata: non poteva sapere se ci fosse qualcuno in
ascolto degli affari suoi ed era prudente di natura.
-
Vieni – il suo
tono assomigliava a quello di Leonard, non era una proposta né una domanda. Lei
comunque di pendere ordini non ne aveva neppure per l’anima e fece per rimbrottarlo
a dovere quando il ragazzo si voltò verso di lei, quasi seccato che non lo
seguisse da sola, e, mentre gli occhi blu fugavano ogni pensiero di ritirata,
la prese per mano e la trascinò via.
Il corridoio era deserto,
lui si fermò appena, poi parve ripensarci e la trascinò, sempre tenendola per
il polso, su per le scale della vecchia aula di astronomia, chiuse la porta
dietro di sé e spalancò la finestra col vetro rotto, inspirando l’aria
invernale che portava con sé il pungente odore di aghi di abete.
-
Io e te dobbiamo
parlare – chiarì voltandosi verso di lei
-
Io non ho niente
da dirti! – rispose acida e rimpianse quel tono da zitella, dopotutto voleva
anche lei che chiarissero quella questione, ma il suo maledetto orgoglio Malfoy
ci si metteva sempre in mezzo
-
Beh, io sì! –
sbottò il Black – siediti
-
No – rimase in
piedi con gli occhi sottili per l’irritazione, più che altro causata da se
stessa, e le braccia incrociate sul petto
-
Senti, mi
dispiace – cominciò a disagio – mi sono comportato da stupido e non avrei
dovuto – lei fu rincuorata da quelle parole: allora lui non voleva darci un
taglio con lei!
-
Siamo ancora
amici? – il moro annuì – bene, allora ti dirò cosa ne penso della faccenda
perché gli amici dovrebbero essere sinceri. – fece una pausa e prese fiato –
Kitt – lui si sentì sollevato che lei avesse deciso di adottare ancora il
nomignolo affettuoso che usava spesso – ti sei comportato da emerito cafone.
Stupido, lurido, idiota e maledettamente cretino cafone!
Si morse le labbra mentre
una lacrima scendeva dalla guancia a testimonianza di quanto aveva sofferto.
Dolore che lui non stentava a credere che avesse provato, si era comportato
davvero molto male con una persona che considerava una grande, grandissima
amica, al di là degli altri sentimenti che li univano.
-
Sì, lo so –
rispose in imbarazzo. – dimmi cosa devo fare per avere il tuo perdono
-
D’accordo:
spiegami chi è quella ragazza
-
Non è la mia
fidanzata – chiarì categorico – avrei dovuto dirtelo quella notte, ma… beh, ero
così spaventato che qualcuno sentisse ciò che avevamo detto… – si morse le
labbra, in realtà avrebbe dovuto confessarle che Izayoi
era sua sorella, ma non ci riusciva – che me la sono presa con te, se ti avessi
fatto arrabbiare te ne saresti andata e tu sei sempre stata forte, avresti
vissuto bene anche senza di me…
-
Non capisco? Cosa
dovevo equivocare? Volevi darci un taglio con me?
-
Ammetto di averci
pensato – confessò – non sono un tipo granchè
raccomandabile…
-
Finiscila di dire
stupidaggini
-
No, è così. Ci
sono cose che tu non sai e che non devi sapere. Volevo solo proteggerti
-
È un bel gesto,
ma penso di poter sopravvivere
-
Beh, io ho paura
per te!
-
Non dovresti, so
badare a me stessa – e almeno finchè lei e Rago fossero state una cosa sola, solo Kitt sarebbe stato
in grado di ucciderla, quindi non doveva neppure temere che qualcuno le facesse
la pelle
-
Beh, qui le cose
sono difficili. Vorrei che tu mi stessi alla larga, ma siamo… - come non dire
“perfetti”? – così uniti…
-
Spero che tu ci
abbia ripensato perché francamente mi sembra una scusa che non regge… - lei
ovviamente non vedeva la situazione nera quanto lui
-
L’ho fatto. Ho
deciso di fare un po’ l’egoista.
-
Come fanno tutti
i Black, dopotutto.
-
Mi perdoni?
-
D’accordo
-
Come se niente
fosse stato?
-
Pace
-
Pace. Siediti, si
sta bene qui la mattina
-
Già…
-
Gardis
-
Uhm?
-
Beh… non posso
dirti chi è quella ragazza, ma la conosco da quando è nata e… - arrossì in
imbarazzo – non siamo fidanzati, lei è un po’ come una sorella… - sapeva che
Gardis capiva questi sentimenti, lei aveva un fratello vero e un sacco di
parenti fasulli e fratelli non di sangue.
-
D’accordo. Ti
credo sulla parola, ma non mentirmi più, ok?
-
Va bene – già il
solo fatto che non le avesse detto tutta la verità gli faceva male, ma si
trattenne dallo sentirsi in colpa, continuava a farlo per il suo bene
-
E, Kitt?
-
Sì?
-
Non preoccuparti
per me… a me non può succedere niente…
-
Va bene… Rago… - lei si allontanò spiazzata
-
Rago? – domandò cauta, che avesse scoperto così facilmente
il suo segreto?
-
Scusami… ma ti
ricordi quando al primo anno mi dicesti che tu mi avresti chiamato con un
nomignolo e io avrei potuto fare lo stesso se ne avessi trovato uno che ti
calzasse?
-
Sì e allora?
-
Beh, penso che ti
si addica, mi ricordi tanto la persona che porta quel nome
-
Persona? – lui
alzò gli occhi, in effetti non lo era proprio…
-
Sì.
-
Trovi che mi si
addica?
-
Molto
-
Io non ne sono
sicura
Era un po’ offesa.
E di certo la vera Rago, dentro di lei, si stava facendo delle grasse risate.
Kitt sorrise, ci rifletteva
solo ora, ma conosceva solo due persone che avrebbero potuto avere una
personalità tanto forte da frenare quella impetuosa della Regina dei Demoni:
una era sua sorella e l’altra… beh, Gardis, ovvio.
Chissà… dubitava che fosse
possibile, ma Gardis e Rago si assomigliavano e…
sarebbe stato un sogno se fossero state la stessa persona.
* * *
Spazio autrice:
da questo momento, con l’entrata in scena di Rago e Izayoi, le mie labbra sono cucite, non posso più fare
spoiler altrimenti la storia perderebbe un bel po’ del loro fascino e della sua
suspance.
Per tutti quelli che me l’hanno
chiesto, ho utilizzano i nomi e gli appellativi del manga “Il sigillo azzurro”
di Chie Shinohara, anche
se, come al solito, ho rivisitato un bel po’ la storia. Anche se continuo ad
adorare l’originale.
Per quanto riguarda le
vicende, ormai mi sembrano piuttosto lineari =P
Sono quindi molto curiosa
di scoprire che cosa ne pensate di questo capitolo, aspetto i vostri commenti,
me molto curiosa!
Ciao e a presto! Un bacio, Nyssa
Hollina:
Kitt sotto certi punti di vista ricorda un po’ Harry, ma senz’altro Harry era
un ragazzo molto più bravo di lui!
Il vero segreto di Gardis
eccolo qui, sconcertante non è vero? E lei non sapeva fino a questo chappy che Chris era la persona che stava cercando quale Byakko, quindi immaginate che terrore dovesse avere di
innamorarsi di un altro per non far dispetto a Rago,
oppure anche solo di ucciderlo, per lei sarebbe estremamente facile…
Per finire Ciel, Ciel
chiaramente è entrata da poco nella cerchia dei misteri e non sa che il motivo
per cui Leonard voleva chiamare una sua eventuale figlia Camille
è solo per rispetto al personaggio letterario di LeFanu,
forse la prima vampira della storia della letteratura. Quindi non sa neppure perché
anche Leo s’impunti così tanto.
Uff, ho finito, che fatica, forse per la prossima storia
devo ridurre il numero dei misteri… Beh, mi auguro che il capitolo ti piaccia
comunque, quindi sono curiosa di ricevere una tua recensione, a presto e alla
prossima! Un bacio, Nyssa
Arwen_90:
anche se alla fine non sono stata in grado di protrarre il mistero per più di
qualche pagina, il fatto di trovare Kitt con un’altra doveva creare proprio
dello sconcerto perché noi lo conosciamo per il momento solo attraverso lo
sguardo di Gardis che lo vede sempre buono, calmo, riservato e, ovviamente,
mille miglia distante dal gentil sesso.
Che effetto farebbe se all’improvviso
fosse visto in una situazione equivoca con una bella ragazza molto affascinante
(perché Izayoi è proprio bella e affascinante, date
retta a me!)?
Kitt, ovviamente, ch è una
testa di legno, coglie l’occasione per allontanare Gardis, sempre per il suo
bene senza sapere che i comuni mortali a lei possono fare ben poco, ma, come si
vede in questo 18° chappy, alla fine non è tanto
capace di portare avanti la sua menzogna e dieci minuti dopo è già lì a domandarsi
quanto sta piangendo e ad un modo per scusarsi, dopotutto anche gli lo vede per
la prima volta (e tuttavia Rago lo conosce bene), si
accorge subito di quel che è accaduto…
Faccio un piccolo appunto: Izayoi non è andata in camera di Leonard per sedurlo, come
lei stessa ribadisce più di una volta, è solo che Izayoi
ha lo stesso carattere di Leo, le piace fare la parte della cattiva, ma, come
suggerisce, alla fine è tutta una facciata e parteggia per il lieto fine. In
realtà voleva solo conoscere una persona come lei e farci amicizia.
Bene, spero che anche
questo capitolo ti piaccia, aspetto la tua prossima recensione, ciao e a
presto! Nyssa
Killkenny:la
notte dei misteri non è ancora terminata, ad ogni modo, come mai vedi un fungo
atomico nel futuro? Non vale avere suggerimenti dalla Cooman!
Vabbè, spero che ti piaccia anche questo diciottesimo
aggiornamento, aspetto curiosa di sapere, ciao e alla prossima! Nyssa
Vavva:
sì, i nomi li ho presi proprio dal Sigillo Azzurro, una storia che adoro, ma in
comune con quelli hanno ben poco, ho rivisitato completamente la storia, quindi
c’è poco da ispirarsi al manga originale.
Spero che ti piaccia anche
questo nuovo aggiornamento, sono molto curiosa di avere la tua opinione e
leggere la tua recensione! Ciao e un bacio, Nyssa
Whateverhappened: allora, cominciamo con le domande a cui posso rispondere, ehehe, non sono poche e ciascuna merita il suo tempo…
-
Beh, analizzando
la frase come la dice Leonard, si direbbe proprio di sì, quindi mettiamo per
iscritto che Leonard ha già fatto la pelle a qualcuno. Chi, cosa, come, quando
e perché ovviamente sono top secret. Ma dopotutto non mi sembra una cosa così
strana per un vampiro, anche se è un vampiro che non morde gli esseri umani…
potrebbe essere sempre stato un errore di gioventù…
-
Anche Gardis ha
ucciso, come afferma Leonard e quindi qui c’è un succulento mistero da
sgranocchiare. Vale quello di sopra, tutti i dettagli arriveranno più avanti.
-
Allora… domanda
spinosa perché non devo fare spoiler, però dico solo che ci sono stati due
momenti nella vita di Kitt, uno conseguente all’altro, che gli hanno davvero
fatto parecchio paura. Per inciso uno quando era bambino e uno quando era già
più grandicello. Non cercare di indagare troppo, ne parlerà lui stesso, prima o
poi…
-
Sì, DeLaci era il cognome da sposata di Ransie
e Izayoi si chiama DeLaci,
e allora? È un cognome così comune… no, vabbè, a
parte gli scherzi, è un collegamento.
-
Assolutamente no
per quanto riguarda Izayoi, invece, l’unico demone
rimasto è Rago e anche lei è più di là che di qua
visto la vita che le tocca fare…
Per Rago
arriva una piccola soluzione in questo capitolo, ma non crediate che i misteri
su di lei siano spariti così nel nulla perché ovviamente Gardis non andrò a
braccia aperte da Kitt a dirgli “Tesoro! Sono un demone!”, quello le schiatta
in un nanosecondo!”
Vabbè, ho cercato di rispondere a tutte le domande che
potevo, spero di averti un po’ aiutata, ma stai tranquilla, darò una risposta a
tutto.
Ciao e alla prossima, spero
davvero che il capitolo ti sia piaciuto, aspetto con ansia una tua recensione,
un bacione grandissimo! Nyssa
Baby93: ehhh, Izayoi, come Gardis, ha la
brutta abitudine di avere spesso ragione, il fare da maestrina saccente ce l’ha
proprio… ciò non toglie che Kitt non abbia fatto piangere Gardis per
cattiveria, quanto per un eccessivo buonismo, visto che vuole solo proteggerla,
peccato che non riesca a tenere la stessa idea per più di dieci minuti…
Eheh, sono felice che Rago sia
risultata un personaggio piuttosto intrigante… anche se in questo capitolo ci
viene detto che dimora nel corpo di Gardis, le due hanno caratteri molto
diversi, quindi le reazioni dell’una e dell’altra sono differenti, Gardis non
si sarebbe mai sognata di dare un bacio all’improvviso a qualcuno, Rago l’ha fatto senza troppi problemi…
Beh, spero che il capitolo
ti piaccia comunque, aspetto di sapere, ciao e a prestissimo! Nyssa
Ginny28: ehehe, ecco qui il nuovo capitolo altrettanto ricco di
misteri, spero davvero che ti piaccia anche questo come il precedente, aspetto
quindi di sapere, sono molto curiosa!
Un bacio e alla prossima! Nyssa
DragonSlave:
la testa non mi gira molto, il Sigillo Azzurro l’ho letto ed è a quello che mi
sono ispirata per certe cose (poche), mentre l’altro l’ho solo sentito
nominare, ma se mi dici che è bello vado a guardarmelo!
Scherzi a parte, Rago E’ Gardis, come ci viene suggerito piuttosto
esplicitamente in questo nuovo aggiornamento.
Sì, lo so, in certe
situazioni bisognerebbe dire ciò che si pensa, ma Gardis è una persona molto
forte in apparenza e con sentimenti di vetro, ci vuole poco a distruggerglieli
e, proprio come la sua natura, quando dovrebbe non riesce a spiccicare parola.
Rispondiamo alle domande
(si fa quel che si può):
1)
ehehe, il mistero sul perché Gardis abbia ucciso è molto
importante, ma non è ancora giunto il momento di scioglierlo, dovrà aspettare
2)
faccio un appunto
che fa anche Leonard nel suo discorso, non è che Gardis abbia dei superpoteri o
cosa, ma a quanto pare questa persona che voleva far del male a Leonard stava
usando “uno dei pochi metodi per uccidere un vampiro”, quindi sono pochi, ma
esistono e dato che sono così pericolosi mi sembra naturale che lei abbia fatto
il possibile.
Draco ed Herm sono
tranquillissimi, sono i loro bambini, dopotutto, eppoi…
sono anche molto protettivi ^:^
Izayoi è il nome della madre di Inuyasha,
sono innamorata di quel nome e volevo usarlo a tutti i costi, così l’ho messo
ad una persona che con l’originale non c’entra una mazza, ma spero che il
personaggio cominci a emanare il suo fascino.
A questo punto però mi devi
dire che teorie ti ronzano per la mente, io sono moooooolto
curiosa!
Ti prego…
Vabbè, ora scappo, risentiamo al prossimo aggiornamento,
ciao e un bacione grandissimo, Nyssa
Lisanna Baston: in realtà nel plot originale avevo intenzione di
prolungare un pochino di più la sofferenza di Gardis, tipo fino alla fine, ma
poi amo tanto Gardis anche io che non sono stata capace di farle più male di
quel che ha già avuto da me e sono stata quasi buona…
Ehehe, sono felice che la storia stia prendendo una bella
piega e diventi più interessante, il terrore di scrivere una banalità, adesso
come al tempo delle Relazioni, mi accompagna ogni volta che pubblico un nuovo
aggiornamento.
Spero davvero che i nuovi
personaggi che sono entrati in scena ti piacciano, Izayoi
in realtà aveva fatto una comparsa durante la festa di Halloween (era quella
vestita da suorina), mentre Rago
è naturale che compaia solo adesso, prima Gardis non glielo avrebbe permesso
assolutamente, ma, come dice lei stessa, aveva bisogno di perdere i sensi per
un po’, anche se questo significa liberare il grande spirito di un demone e non
uno comune, ma
Mi auguro che anche il
capitolo ti piaccia, aspetto trepidante la tua recensione, ti ringrazio anche moltissimo
per tutti i bellissimi complimenti che mi hai fatto, ciao ciao,
un bacione grande e alla prossima! Nyssa
Akiko;
wow, quanto tempo che non ti vedevo, bentornata! È bello ritrovare le tue
recensioni!
No no,
per carità, non morire per la mia storia, soprattutto perché non siamo ancora
arrivati alle rivelazioni succulente, se mi muori adesso poi come faccio? Mi condanneranno
per omicidio doloso?
Cominciamo dall’inizio: a
Leonard piace fare il fratello protettivo, un po’ perché suo padre gli farebbe
la pelle alla maniera babbana se succedesse qualcosa
alla sua bambina e un po’ perché è orgoglioso di essere uno dei pochi a
conoscenza del vero segreto di Gardis e della sua implicazione nella storia di Rago.
Che Kitt sia uno stupido…
beh, non va d’accordo con la sua indole Corvonero, lo
è meno di quel che si crede e non lo sarebbe del tutto se sapesse che Gardis è Rago e viceversa, ma gli pare così facile che, ovviamente,
si rifiuta di crederci. Kitt deve proteggere un segreto anche lui che ci
metterà qualche capitolo a tornare a galla, per il momento devo fare un piccolo
stacco o se ne accumuleranno troppi e districare la matassa diventerà troppo
difficile.
Per quanto riguarda Hestia e Jeff, il problema non è tanto la legge, che in
certi casi può essere raggirata e, come tutti sappiamo, nel passato di Harry Potter
c’è pieno così di cugini che si sposano, però è il giudizio degli altri, alcune
persone giudicano male due cugini che s’innamorano, dicono che è snaturato e un
sacco di altre porcherie. Io credo che l’amore sia amore, c’è quando c’è e se c’è
è una fortuna, non importa tanto con chi. Certo ci sarebbero dei problemi se
fossero fratelli, ma non lo sono… ad ogni modo Hestia
e Jeff hanno il loro Calvario già da un bel po’, ho già deciso cosa farne con
loro, quindi dovrai aspettare ancora un pochetto per
scoprirlo.
Beh, se continuo a scrivere
ancora un po’ il ringraziamento viene più lungo della storia… vabbè, spero davvero che questo nuovo capitolo ti sia
piaciuto, aspetto molto curiosa di conoscere la tua opinione e leggere la tua
recensione, ciao un bacione e a prestissimo! Nyssa
_Nana_: non dirmi niente, so cosa significa aspettare per
una vita l’aggiornamento di qualche storia, controllare tutti i giorno e poi… pofff, all’improvviso tutte insieme… solo che si dedichi
mezz’oretta a ciascuna ti ci parte una giornata…
Ad ogni modo sono
contentissima che il capitolo 17 ti sia piaciuto, spero che sarà lo stesso
anche per questo diciottesimo!
Spero che non ti deluda e
mi auguro che mi lascerai una recensione! A presto e un bacione, Nyssa