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Autore: Nyssa    30/10/2008    12 recensioni
Sequel de: Le Relazioni Pericolose
Sono passati circa diciotto anni da quando abbiamo lasciati Harry, Draco, Hermione e tutti gli altri e molte cose sono cambiate nel frattempo.
Adesso sono i loro figli a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria, divenuta stranamente tranquilla; ma non tutto è come sembra perchè misteri e fantasmi del passato stanno tramando nell'ombra e Hogwarts potrebbe non essere il posto apparentemente pacifico che sembra.
E i nostri nuovi protagonisti, la new generation, affascinati dai misteri come lo erano stati i loro genitori, chiaramente non intendono lasciarsi sfuggire l'occasione di vivere qualche avventura tra le antiche mura della scuola e rompere così la noiosa routine di tutti i giorni!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Black, Tom O. Riddle | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'oro e l'argento' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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-          Aspetta! – urlò allungando la mano, quasi tentasse di poterla acchiappare al volo.

Nel nulla riconobbe i suoi occhi brillare e, dal nulla, lei ricomparve di fronte a lui, fluttuante nell’aria, avvolta dal suo drappo bianco che la circondava quasi animato da vita propria e volontà di proteggerla.

-          Sapevo che l’avesti fatto

Era una constatazione fuori posto, ma Rago lo conosceva meglio di tutti quelli che erano lì.

-          Chi… chi è Dresda? – domandò lui sporgendosi dalla balconata, lei stava qualche metro nell’aria, senza appoggiare da nessuna parte, gli occhi celesti brillarono

-          Te ne sei ricordato?

-          Chi è? – Chris pareva quasi ipnotizzato da quel nome, ogni volta che lo pronunciava, che lo pensava o che lo ripeteva era come se avesse la coscienza di qualcosa che, però, non riusciva ad afferrare. Come un deja-vu di cui non si coglie del tutto il significato

-          Dresda era il quarto principe del Consiglio degli Arcimaghi e l’unico che abbia mai amato – aggiunse

-          Quanto… quanto tempo fa è avvenuto?

-          Molto, più di quanto tu riesca a immaginare.

-          E perché mi fa questo effetto strano? – era certo che lei avesse pronunciato appositamente quel nome, quindi doveva essere a conoscenza delle reazioni che gli scatenava…

-          Perché tu sei lui – fu la candida risposta e per un attimo sembrò che lo sguardo fermo del demone di fronte a lui diventasse improvvisamente vulnerabile e triste

Lui cercò di capire, ma non ci riuscì

La vide e sentì la sua voce rotta mentre una lacrima le rigava la guancia sinistra e, quasi per riflesso incondizionato, sentì il suo corpo triste e avvertì il caldo delle lacrime a sua volta sulla sua faccia.

Lei si avvicinò come una fata, tese una mano e gliene asciugò una, portandosi poi il dito alle labbra, assaporando il gusto salato

-          Io mi ricordo ancora di te, Byakko… - disse con tono sommesso e gli prese il viso tra le mani, a occhio poteva essere scambiata per una ragazza poco più grande di lui, ma la sua bellezza era totalmente fuori dal comune – anche se tu hai dimenticato tutto… e ogni volta è una nuova guerra

Lei gli accarezzò le guance e l’attimo seguente lo baciò.

Avrebbe giurato che in un contatto simile quello strano corno che aveva sulla fronte gli avrebbe fatto male, ma non accadde.

E nonostante avesse compreso le sue reali intenzioni, non si scostò quando lei lo baciò, ma rimase impietrito dalla sua bellezza.

-          Dovresti scusarti con lei

Il moro si riprese e la fissò allibito

-          Dopotutto è il mio destino… e anche il tuo… il Byakko e la Sohryu o si amano o si odiano. Io vedo l’amore per qualcuno, e molta tristezza

Non riusciva a decifrare le emozioni contenute in quel viso perfetto che lo fissavano, gli occhi colmi di lacrime che, tuttavia, non scivolavano via, come se fossero trattenute.

Qual era la storia di questa Rago e della persona che aveva nominato, Dresda? Pareva particolarmente triste di pronunciare il nome di fronte a lui.

E come sapeva di Gardis?

-          Sei uno spettro? – chiese all’improvviso, le mani di lei, così come le sue labbra, erano fredde, assolutamente gelate

-          A volte preferirei esserlo. L’Anima Azzurra mi concede di vivere una volta ogni cento anni nel corpo di chi l’ha ingerita. Questa volta però è tutto diverso e complicato

-          Perché?

Lei si ritrasse e gli fece passare dolcemente un dito sulla bocca

-          Tu non ricordi nulla di noi e la storia che la tua famiglia per mille anni e più ha tramandato è andata perduta con l’ultimo capofamiglia. Nessuno può rammentarla, a parte io. E adesso l’Anima Azzurra è custodita da una persona molto speciale

-          Chi? – lei non rispose

-          Per tanti anni, dopo che qualcuno aveva ingerito l’Anima Azzurra, ho preso il controllo del corpo di quella persona. Se fossi riuscita a farmi amare di nuovo dal Byakko, avremmo rotto la maledizione e io avrei distrutto quella pietra, ma non potevo farlo perché c’erano ancora molte cose da chiarire tra noi, tuttavia…

-          Cosa?

-          Per tanti anni ho tentato, alcune volte la malvagità di coloro che ci hanno solo ricordati ha fatto sì che il Byakko mi uccidesse, lui, l’unica persona che poteva amarmi e uccidermi, altre volte la persona di cui possedevo il corpo aveva un amore talmente grande che mi sono fatta da parte per lei. Altre volte ancora sono stata io ad uccidere il Byakko, per salvarmi la vita. Alcune volte gliel’ho risparmiata

-          Non è mai successo che tu e il… Byakko? – pareva strano dare credito a quella storiella – vi innamoraste

-          Se così fosse successo ora non sarei qui, ma…

-          Ma cosa?

-          Le cose cambiano, la persona che ha il corpo nel quale io vivo è qualcuno davvero fuori dal comune, è stata l’unica di cui non sia riuscita a sopraffare la personalità tanto questa era spiccata, forse perché, tra i molti, era la sola che mi ha accettato non per potere

-          Non ti seguo

-          Non importa, verrà il momento. Nel frattempo… - si spostò nuovamente nel vuoto, fluttuante come un fuoco fatuo – cercami, Byakko, io ti aspetterò. Cercami tra quelli che conosci, tra gli amici e i parenti, tra le persone che senti che mi somigliano…

-          Aspetta, raccontami tutta la storia!

-          Non è ancora giunta l’ora – ammise tristemente lei – ci rivedremo, la notte di Capodanno, un’ora prima della mezzanotte, aspettami qui, allora saprai. Ma dovrai prendere la tua decisione: cosa ne farai di me? Mi ucciderai, mi amerai o mi abbandonerai?

E questa volta scomparve davvero.

 

Christopher si accasciò a terra, più incline a pensare ad un sogno che sfociava in un incubo che ad una realtà veramente accaduta.

I demoni…

Aveva sempre sentito dire che fossero solo creature immaginarie e ne aveva appena incontrato uno, l’ultimo.

E questo demone gli aveva chiesto di cercarlo tra coloro che conosceva, gli aveva detto che la notte di Capodanno avrebbe dovuto scegliere tra lei e qualcun altro e, nel caso, decidere se voleva ucciderla oppure no.

Evidentemente anche lui, come quel famoso Dresda, era l’unico che potesse sia amarla che ucciderla.

Ma l’amore era un sentimento spontaneo come quel masso che si portava dietro, come quella montagna di sensazioni, sentimenti e altro che lo legava alla piccola peste bionda che aveva ferito non più di un’ora prima.

Se non l’avesse amata, Rago la Regina dei Demoni l’avrebbe ucciso? O forse avrebbe ucciso Gardis per avere una nuova chance?

Pareva che ogni suo gesto lo portasse a fare del male a quella povera ragazza.

I demoni erano potenti, per quanto la piccola Malfoy fosse spietata se si trattava della vita di persone care, non sarebbe sopravvissuta, lui era l’unico che potesse uccidere quella donna strana.

Ma che doveva fare?

 

Avrebbe dovuto pensare a cosa dire alla Regina dei Demoni, ma i suoi pensieri erano tutti presi da Gardis: lei che piangeva, che urlava, che impazziva.

L’aveva trattata proprio male… e tutti, anche quelli che non lo conoscevano, gli avevano detto di scusarsi. Anche Rago che diceva di amarlo, che sosteneva di volere il suo amore era quasi cosciente dei suoi sentimenti, forse sapeva già che era innamorato… no, ne era certo, lei SAPEVA, glielo aveva detto chiaramente.

 

Ma se si fosse scusato, Gardis sarebbe stata di nuovo in pericolo… e questa volta ancora di più.

Che casino, che casino e che casino! Perché tutte a lui dovevano succedere?

Poi rammentò gli occhi colmi di lacrime della Sohryu e quel ricordo lo straziò: anche quelli strani, bicolori della sua Gardis erano stati così quando aveva pianto per lui?

Avrebbe dovuto amare Rago per paura di quello che avrebbe fatto a Gardis, ma amava Gardis e non poteva mentire.

Si sarebbe scusato. Sua sorella aveva ragione.

 

La notte parve accettare la sua decisione e, infatti, le nuvole che prima avevano parzialmente coperto la luna si scostarono, rivelando quell’astro brillante nel cielo.

Annuì alla luna tanto cara alla piccola Malfoy, ma anziché alzarsi e tornare in camera, rimase seduto lì fuori nella frescura notturna.

Non voleva più pensare a demoni, arcimaghi, gente del passato, Anima Azzurra e neppure a Izayoi, a Lachlan, a Gardis, a Leonard e a tutti i segreti che gli erano stati rivelati, voleva solo che il vento svuotasse la sua mente e lo lasciasse in completa tranquillità.

 

*          *          *

 

Leonard era alla finestra a fumare, la discussione con quello che era stato il suo migliore amico lo aveva reso particolarmente nervoso ed insicuro, sarebbe andato a cercare Ciel, doveva sfogarsi con qualcuno e lei avrebbe potuto capirlo, anche se non avrebbe apprezzato di essere svegliata nel cuore della notte per starlo a sentire chiacchierare.

 

Tirò una boccata, poi, dal nulla, comparve qualcosa, qualcosa che quasi lo spaventò: il corpo di una donna si materializzò davanti alla sua finestra facendogli cadere la cenere e il mozzicone dalle dita: la riconobbe subito, come non farlo

-          R…Rago? – chiese preoccupato vedendo i suoi occhi chiusi e affaticati; con l’ultimo sforzo la Regina dei Demoni si lanciò verso le imposte aperte, Leonard l’afferrò al volo salendo sul davanzale e la portò dentro, vedeva il suo petto alzarsi e abbassarsi affaticato – cosa ci fai qui? – chiese preoccupato stendendola sulle coperte, il capelli candidi sparsi sul cuscino e lungo il materasso, pareva davvero morente

-          È da molto che non ci vediamo, vero?

-          Finiscila, cosa ci fai qui? Non dovresti essere qui! Non ne saresti stata in grado

-          Ha deciso che fosse la cosa più giusta

-          Quale cosa più giusta?

-          Che io fossi la prima ad incontrare il Byakko

-          Avete trovato il capofamiglia dell’ovest? – un segno di assenso – chi è?

-          Christopher Black

-          Cazzo! Quando l’avete scoperto?

-          Questa sera… era così arrabbiato che ha involontariamente liberato parte del suo potere

-          Merda!

-          Perché? Sarebbe una bella cosa… perdona quel ragazzo, non portargli rancore. Lui vuole solo proteggere tua sorella…

-          Smettila di parlare

-          Sembra che io non riesca proprio a scavalcare la… personalità, - la frase era incompleta perché Rago ansimava come se avesse corso per chilometri, ma Leonard sapeva e non aveva bisogno di ascoltarla di più - eppure è sempre stato così facile… senza il suo consenso io non vado da nessuna parte… - continuò la donna dai capelli bianchi

-          Stai ferma, non avrai ancora molto tempo, sei stravolta

-          Lo so. Sei una brava persona Leonard.

Sollevandola tra le braccia, il biondo la prese in spalla e scomparve oltre la porta.

 

*          *          *

 

Preoccupato per Gardis, Leonard andò alla stanza del Prefetto del Grifondoro che aveva appesa alla porta la targa col nome di sua sorella.

Il letto era divelto e il pavimento era un autentico campo di battaglia. Gardis doveva aver pianto e fatto un bel casino… c’erano vasetti rotti, libri aperti a casaccio ovunque, quadri storti alle pareti e segni di tagli sulla tappezzeria, il tipico esempio di rabbia furiosa. La tappezzeria della stanza della piccola Malfoy a casa andava rimessa a posto dopo ogni sua crisi di nervi, quella ragazza era in grado di fare più danni di un tifone!

 

Scuotendo la testa con ben poca approvazione decise di rimanere a vegliarla mentre, col respiro pesante, Gardis riposava ora nel letto; si mise a raccattare i cocci e riassemblare vasi, ninnoli e le altre stupidaggini che collezionava così volentieri e in quantità decisamente eccessive.

 

*          *          *

 

Era mattina e il sole era già alto nel cielo.

Gardis si svegliò aprendo uno dopo l’altro gli occhi e accorgendosi di trovarsi nella sua stanza.

Roteò lo sguardo lungo le pareti rimesse a nuovo, ben diverse da come le aveva lasciate quando aveva concesso all’anima imprigionata di Rago di prendere momentaneamente il suo corpo. Non era successo spesso. Ma l’aveva voluto lei tutte le volte.

Spostando le iridi di due colori differenti intorno, vide la sagoma di suo fratello seduta su una sedia intento a rileggere per l’ennesima volta uno dei suoi libri di vampiri.

Un accenno all’orologio sulla scrivania le disse che l’ora delle lezioni era passata già da un po’…

-          Cosa ci fai qui? – chiese – le lezioni sono già iniziate…

-          Divinazione è una materia inutile e rischio di uccidere la Cooman soffocandola con uno dei suoi amati cuscini se non la pianta di dirmi che la mia anima è arida come il deserto del Gobi. Come se i vampiri avessero l’anima… – l’altra sorrise

-          Me la sarei potuta cavare da sola

-          Avevi bisogno di riposare. Ho detto ai tuoi amici che avrai bisogno di un po’ di giorni e che eri sotto stress per tutto il lavoro. Sono stati molto inclini a credermi vista la mia stravagante presenza in questo nido d’uccelli – gli rivolse un’occhiataccia, non doveva permettersi di chiamare la Torre del Grifondoro “nido d’uccelli” anche se era un po’ debilitata. - Penso che più tardi verranno a trovarti e anche una ragazza degli ospiti, sembrava parecchio preoccupata quando non ti ha visto a colazione

-          Di chi si tratta?

-          Boh, una tipa strana coi codini e i campanelli

-          Ah, è Asuna

-          Hai già fatto amicizia?

-          Sei qui per irritarmi o aiutarmi? – lui si trattenne. – Leonard – disse poi lei con tono serio – ho scoperto chi è il Byakko

-          Rago me l’ha detto – annuì – cosa ne pensi?

-          Lei soffrirà. Non c’è speranza.

-          Tu no?

-          No.

-          Come vuoi. - Era solo la sua opinione.

Silenzio.

-          Che ne è di Christopher?

-          L’ho visto a colazione

-          Era arrabbiato?

-          No, era solo sulle nuvole. Ora ti lascio dormire. Riposati in questi giorni, zio Blaise era preoccupato di non vederti di sotto. Penso che anche Rudiger verrà a trovarti, con tutti i visitatori che avrai dormirai ben poco

-          D’accordo

-          Vado, Erbologia non la voglio saltare

-          Perché?

-          Abbiamo lezione coi Corvonero – e senza aggiungere altro le scompigliò i capelli biondissimi e uscì dalla porta. Gardis ancora non sapeva che lui era a conoscenza della sua piccola e dolorosa zuffa con Kitt. E non sapeva neppure della “amichevole” chiacchierata che suo fratello e il suo (forse) ancora migliore amico avevano avuto quella stessa notte.

E chissà che disastri aveva combinato Rago questa volta…

Era orribile che potesse vedere e sapere tutto quello che pensava e lei non riuscisse a fare altrettanto quando lasciava che Rago prendesse il sopravvento.

 

*          *          *

 

Chris si era detto che quella mattina stessa si sarebbe scusato con Gardis per il suo comportamento inaccettabile, per le sue maniere terribilmente brusche e per le male parole che aveva usato.

Ma soprattutto perché era stato intollerante con un’amica che, alla fine, cercava solo di proteggerlo e proteggere il proprio orgoglio.

Questo glielo aveva insegnato Rago.

 

Gardis, però, non si presentò a colazione quel giorno e neppure quello successivo.

Per tre giorni di lei non si vide ombra tra i corridoi.

I suoi amici erano stranamente preoccupati, sostenendo che era davvero raro che si ammalasse e avevano fatto una piccola processione fino alla sua stanza.

Aveva pensato di andare anche lui e scusarsi in privato cogliendo l’occasione, ma era arrivato fino alla sua porta, poi aveva scorto gli occhi di Leonard ed era tornato indietro senza combinare niente, pieno di vergogna.

 

In quei tre giorni sentì su di se gli occhi del vampiro in ogni momento e ogni volta che li incrociava e questi erano dorati e caldi come loro solito, non poteva impedirsi di ricordare come fossero quando la sua parte demoniaca prendeva il sopravvento: rossi e terribili.

Forse stava solo diventando paranoico pensando che il fratello di lei lo seguisse e lo pedinasse perché, ovunque si voltava, lui c’era, ma magari era solo una sua impressione e dava troppa importanza a quegli incontri casuali.

 

Lui sapeva perché Gardis non era a lezione e sapeva che Leonard sapeva.  Si sentiva colpevole come un bambino colto con le mani nella marmellata.

Questa volta l’aveva davvero fatta grossa… chissà se lei l’avrebbe perdonato… pregava di sì, ma se così non fosse stato l’avrebbe capita; lui comunque avrebbe dato il meglio di sé per scusarsi e farsi nuovamente accettare.

Anche se ciò era male per lei, ma se ne sarebbe curato dopo e, soprattutto, preoccupato.

 

In quei giorni neppure una volta il pensiero di Rago la Regina dei Demoni gli sfiorò la mente, tanto questa era oppressa dall’idea della piccola bionda.

 

Vide passare della gente che usciva dal dormitorio del grifondoro, evidentemente andati a trovare la malata. Li sentì discutere di quanto fosse strano e, per l’ennesima volta, si sentì un verme schifoso, strisciante, lurido essere senz’anima.

-          Problemi con lei? – un paio di occhi a mandorla spuntarono da oltre la copertina del libro: codardo com’era non era riuscito a fare altro che rimanersene seduto sulle scale fingendo di leggere proprio davanti al quadro della Signora Grassa.

Lo sguardo di Asuna, la ragazza che aveva incontrato quella notte di tempesta comparve e gli sorrise nel suo fare gentile e la divisa, immacolata e perfetta come al solito.

Era dunque così facile leggergli dentro? Come faceva una emerita sconosciuta ad accorgersi con un’occhiata di quello che sentiva?

Inconsciamente annuì e lei fece altrettanto, come se se lo fosse aspettato.

-          Ti va di parlarne?

Beh, mica male la cosa! Lui che aveva trattato da schifo la ragazza che amava andava a parlare dei suoi problemi d’amore con una perfetta sconosciuta segretamente sposata con il professore più conteso della storia del MahoRa.

Non seppe come, ma si ritrovò in giardino con la giapponese che aspettava la sua confessione, pareva che ne avesse viste davvero tante, forse non aveva mentito a proposito di quello che lei e il suo amato professore avevano passato assieme.

Le raccontò brevemente di come si era comportato male con Gardis per un motivo stupido e dell’orgoglio di troppo quando avrebbe potuto fare altrettanto con molta più educazione e senza creare danni.

Asuna annuì, poi parve stupita

-          Credevo che voi due steste già insieme – si scusò imbarazzata – siete così affiatati che è difficile credere che ci sia solo amicizia, ma dopotutto so cosa si prova. Una volta Negi, per proteggermi, decise di cavarsela da solo e io mi arrabbiai; essere la sua ministra magica è d’impiccio ogni tanto. Passai quasi quindici giorni nel resort privato di Evangeline senza volergli rivolgere la parola mentre gli altri si divertivano al mare e in piscina

-          Sul serio? - Asuna annuì mentre lui si chiedeva come facesse a conoscere la prof – e poi com’è finita?

-          L’ultimo giorno, quando erano tutti ormai morti di stanchezza, sono andata a cercarlo, lui mi ha spiegato e sai che ho fatto? Al posto che dirgli che volevo davvero stare con lui gli dissi che non avevamo giocato assieme! Cioè, ma mi ci vedi? Eppoi dicono che sono una persona coraggiosa… datemi un mostro e te lo faccio a fette, ma quando si tratta di queste cose… - arrossì – sono proprio stupida. Un po’ come Gardis

-          Gardis?

-          Se lei ti piace diglielo chiaramente, non capirà le vie traverse

-          È così evidente? – lei fece spallucce

-          Forse solo per chi ne ha viste tante…

 

*          *          *

 

In quei giorni Gardis era stata proprio bene.

Un sacco di persone erano venute a trovarla, chi per farle compagnia e chi per chiederle informazioni.

I suoi amici avevano deciso che, vista l’occasione, i compiti potevano essere rimandati e avevano passato gran parte del loro tempo seduti sul suo letto o sulle poltrone a raccontarle quello che avveniva in classe, non trascurando, ovviamente, gli immancabili commenti.

 

Rudiger era venuto a farle visita come aveva profetizzato Leonard che, pur avendo un’anima arida come il deserto del Gobi, citando la Cooman, con le predizioni se la cavava niente male.

In regalo per l’ammalata aveva portato una scatola di cioccolatini ed era arrossito imbarazzato quando lei aveva scartato il pacco e aveva visto la confezione tutta cuori e nastrini e un biglietto di pergamena su cui era scritto “Sei dolce come questi cioccolatini. Con amore da Emmeline”, al che lui aveva confessato che aveva attinto alla sua scorta di dolci che le ragazze gli mandavano ogni tanto, tutto perché i professori, con così pochi Caposcuola disponibili, avevano spostato la gita a Hogsmead, sennò avrebbe fatto un salto da Madama Piediburro o a Mielandia.

 

Asuna Kagurazaka, la ragazza che aveva conosciuto la notte di tempesta che aveva fatto la ronda, era venuta a trovarla e aveva trascorso con lei un po’ del suo pomeriggio oberato da lezioni di ikebana e pittura.

 

Zio Blaise la prima mattina aveva salito i gradini come una furia controllando come stesse la “sua bambina” e, dentro di sé, pregando che non fosse niente di grave o Draco gli avrebbe staccato la testa a morsi.

 

Leonard tornò a trovarla una volta al giorno mettendo in fuga con uno sguardo tutti gli invasori dello spazio privato di sua sorella e sedendosi sulle poltrone rosse di velluto. Chiacchieravano di cose di famiglia, di storie della loro infanzia, di professori e di argomenti tranquilli senza risollevare ragionamenti spinosi.

 

Poi era arrivata Ciel che il secondo giorno: dopo che Christopher, suo compagno di lavoro, aveva passato il suo tempo in laboratorio a guardare nel vuoto e miscelare provette a caso, lei aveva deciso di marinare le lezioni della mattinata lasciandolo solo a districarsi nei rimproveri di Piton ed era andata a trovare la quasi cognata.

Avevano riso e scherzato tutto il tempo su Leonard, sulle serpi e sui ragazzi stupidi gustandosi i cioccolatini di Rudiger.

 

Anche la McGranitt era venuta, aveva controllato la situazione, le aveva prescritto tanto riposo e l’aveva anche pregata di ristabilirsi presto perché la scuola stava andando a catafascio senza di lei e, a quanto pare, gli altri Caposcuola non riuscivano a gestire la situazione come si sarebbe voluto.

 

Christopher però non venne.

E questo a Gardis fece male.

Non sapeva cosa aspettarsi da lui, soprattutto vista la sua reazione: avrebbe troncato la loro amicizia? Avrebbe fatto finta di niente?

Il fatto che non fosse salito a salutarla lasciava propendere per la prima ipotesi, eppure pregava che, invece, fosse la seconda quella vera.

Quando era sola pensava molto a lui e anche alla ragazza con i capelli neri e gli occhi smeraldini che aveva scorto nel corridoio e si rodeva dalla gelosia. Quelli erano i momenti più terribili della giornata.

 

*          *          *

 

Il quarto giorno decise che aveva poltrito abbastanza.

E non ne poteva più né di fare la vittima in quel letto né di tormentarsi con pensieri stupidi quando, ripresentandosi alle lezioni, avrebbe finalmente scoperto il vero piano del Ravenclaw.

E ancora una volta pregò il Cielo che lui non avesse deciso di mettere una pietra sopra tutto: erano stati insieme sei anni e lei mentiva a suo fratello, mentiva ai suoi amici e forse anche a se stessa pur di non dire che era innamorata di lui.

 

La colazione in Sala Grande era la prova del nove, ma decise di arrivarci preparata a dovere e l’idea di avere un pubblico ad assistere ai suoi pianti sarebbe stato senz’altro un ottimo deterrente perché non iniziassero, quindi scese assieme a Jack, Jeff ed Hestia, felici di riaverla con loro.

 

Chris stava uscendo proprio in quel momento dalla porta alla ricerca della Chips visto che un ragazzo di Serpeverde pareva essere stato colto da un attacco di sangue al naso e stava impiastrando la tovaglia di rosso.

Leonard, tanto per non cadere in tentazione, era uscito e rimaneva assieme a Rudiger e a Blaze e Lillis nell’angolo accanto al portone d’ingresso in modo che il fumo della sua sigaretta venisse tirato fuori dalle correnti invernali.

 

Percorrendo gli ultimi gradini Gardis si guardò circospetta attorno distogliendo momentaneamente l’attenzione dai risultati dell’ultima partita di quidditch che Jack le stava sciorinando.

Vide Kitt e decise che, se avesse voluto rimettere le cose a posto sarebbe stato lui a dover fare il primo passo, dopotutto non era ancora così priva d’orgoglio da andare ad implorarlo di perdonarla, lei non aveva fatto niente di male! Era stato lui il cafone.

Lo fissò un lungo istante, poi alzò il mento e proseguì senza rivolgergli ulteriori occhiate, il messaggio le sembrava più evidente di quanto avrebbe dovuto, era infuriata come un aspide, gli amici non ti aggrediscono!.

 

Il Corvonero mosse un passo nella sua direzione, ma poi ci ripensò, non era il caso che mezza scuola venisse a sapere delle loro litigate, si fermò ed abbassò il braccio che prima aveva sollevato.

 

Leonard, dalla sua postazione, scosse la testa, i soliti ragazzetti privi di un po’ di amor proprio… le ragazze con lui lo fissarono un istante e si sorrisero.

Kitt vide il suo gesto e si diede dell’imbecille da solo, poi scomparve per la commissione di cui era incaricato.

Discostandosi dal gruppetto il biondo raggiunse la sorella

-          Me la lasciate un attimo? – domandò con un tono che non ammetteva negazioni ai tre accompagnatori, Hestia, affascinata, si affrettò a tirare via gli altri due, poco inclini

Gardis lo guardò

-          Arruffi le penne, sorellina? – chiese

-          Cosa intendi?

-          Le espressioni altezzose sono rare a vedersi su questo bel faccino. Cosa è successo tra te e Chris?

-          Non sono affari tuoi

 

-          Gardis! Gardis!

La voce preoccupata della sostituta di Henrietta la raggiunse mentre stava per mandare a quel paese suo fratello; la ragazza, ansimante e trafelata si appoggiò alle stipite prima di parlare nel tentativo di riprendere fiato

-          Gardis! Ti… ti prego, vai a parlare con la Chips!

-          Che succede? – era un po’ seccata, neppure il tempo di rientrare in servizio e c’erano già casini

-          Il ragazzo di serpeverde col sangue al naso è appena svenuto! – lei sbuffò poco felice e spostò lo sguardo sui possibili prescelti alla missione: un’asmatica e un vampiro, fantastico!

-          D’accordo, vado io. Leonard…

-          Sì, lo so, io me ne sto da qualche altra parte

-          Florette, torna dentro, dì a Hestia che arrivo fra poco e finisci la tua colazione, l’infermiera arriverà a breve

Senza porre altre domande sull’enigmatica affermazione del giovane Malfoy, Florette tornò al suo tavolo di Tassorosso.

Voltando la direzione della sua marcia la bionda si avventurò verso l’infermeria, il regno della Chips, ignara del fatto che era la meta designata di Kitt proprio quando si erano incontrati.

Aprì la porta bianca e mise dentro il naso, Chris stava confabulando con la donna che, al momento, riteneva un po’ di sangue al naso il minore dei mali, soprattutto visto che i suoi letti erano pieni di appestati di morbillo magico.

-          Scusate – disse, se avesse saputo che anche Kitt era dentro non ci sarebbe andata lei; due teste si voltarono nella sua direzione – temo che le condizioni del malato siano peggiorato, mi hanno mandato a dire che è svenuto in Sala Grande

-          Che cosa?! – la medimaga pareva un po’ sorpresa, prese dallo scaffale un bottiglino dall’aria sinistra a cui mancava solamente il teschio con le ossa incrociate per diventare l’incubo di qualche storia horror e, alzandosi la gonna azzurrina, volò verso il corridoio.

Gardis lanciò un’altra occhiataccia al suo (forse) ex migliore amico e si apprestò a raggiungerla

-          Tu aspetta – Kitt le mise imperiosamente la mano sulla spalla e la trattenne, animato da una risoluzione che solo raramente riusciva a sopprimere il suo istinto remissivo

-          Cosa c’è? - se lui voleva scusarsi, bene, ma che non si aspettasse che fosse collaborativa. Aveva addirittura liberato Rago per perdere conoscenza qualche ora, pur di non pensare a lui.

Lui si guardò intorno nelle brande con la tenda bianca tirata: non poteva sapere se ci fosse qualcuno in ascolto degli affari suoi ed era prudente di natura.

-          Vieni – il suo tono assomigliava a quello di Leonard, non era una proposta né una domanda. Lei comunque di pendere ordini non ne aveva neppure per l’anima e fece per rimbrottarlo a dovere quando il ragazzo si voltò verso di lei, quasi seccato che non lo seguisse da sola, e, mentre gli occhi blu fugavano ogni pensiero di ritirata, la prese per mano e la trascinò via.

 

Il corridoio era deserto, lui si fermò appena, poi parve ripensarci e la trascinò, sempre tenendola per il polso, su per le scale della vecchia aula di astronomia, chiuse la porta dietro di sé e spalancò la finestra col vetro rotto, inspirando l’aria invernale che portava con sé il pungente odore di aghi di abete.

-          Io e te dobbiamo parlare – chiarì voltandosi verso di lei

-          Io non ho niente da dirti! – rispose acida e rimpianse quel tono da zitella, dopotutto voleva anche lei che chiarissero quella questione, ma il suo maledetto orgoglio Malfoy ci si metteva sempre in mezzo

-          Beh, io sì! – sbottò il Black – siediti

-          No – rimase in piedi con gli occhi sottili per l’irritazione, più che altro causata da se stessa, e le braccia incrociate sul petto

-          Senti, mi dispiace – cominciò a disagio – mi sono comportato da stupido e non avrei dovuto – lei fu rincuorata da quelle parole: allora lui non voleva darci un taglio con lei!

-          Siamo ancora amici? – il moro annuì – bene, allora ti dirò cosa ne penso della faccenda perché gli amici dovrebbero essere sinceri. – fece una pausa e prese fiato – Kitt – lui si sentì sollevato che lei avesse deciso di adottare ancora il nomignolo affettuoso che usava spesso – ti sei comportato da emerito cafone. Stupido, lurido, idiota e maledettamente cretino cafone!

Si morse le labbra mentre una lacrima scendeva dalla guancia a testimonianza di quanto aveva sofferto. Dolore che lui non stentava a credere che avesse provato, si era comportato davvero molto male con una persona che considerava una grande, grandissima amica, al di là degli altri sentimenti che li univano.

-          Sì, lo so – rispose in imbarazzo. – dimmi cosa devo fare per avere il tuo perdono

-          D’accordo: spiegami chi è quella ragazza

-          Non è la mia fidanzata – chiarì categorico – avrei dovuto dirtelo quella notte, ma… beh, ero così spaventato che qualcuno sentisse ciò che avevamo detto… – si morse le labbra, in realtà avrebbe dovuto confessarle che Izayoi era sua sorella, ma non ci riusciva – che me la sono presa con te, se ti avessi fatto arrabbiare te ne saresti andata e tu sei sempre stata forte, avresti vissuto bene anche senza di me…

-          Non capisco? Cosa dovevo equivocare? Volevi darci un taglio con me?

-          Ammetto di averci pensato – confessò – non sono un tipo granchè raccomandabile…

-          Finiscila di dire stupidaggini

-          No, è così. Ci sono cose che tu non sai e che non devi sapere. Volevo solo proteggerti

-          È un bel gesto, ma penso di poter sopravvivere

-          Beh, io ho paura per te!

-          Non dovresti, so badare a me stessa – e almeno finchè lei e Rago fossero state una cosa sola, solo Kitt sarebbe stato in grado di ucciderla, quindi non doveva neppure temere che qualcuno le facesse la pelle

-          Beh, qui le cose sono difficili. Vorrei che tu mi stessi alla larga, ma siamo… - come non dire “perfetti”? – così uniti…

-          Spero che tu ci abbia ripensato perché francamente mi sembra una scusa che non regge… - lei ovviamente non vedeva la situazione nera quanto lui

-          L’ho fatto. Ho deciso di fare un po’ l’egoista.

-          Come fanno tutti i Black, dopotutto.

-          Mi perdoni?

-          D’accordo

-          Come se niente fosse stato?

-          Pace

-          Pace. Siediti, si sta bene qui la mattina

-          Già…

-          Gardis

-          Uhm?

-          Beh… non posso dirti chi è quella ragazza, ma la conosco da quando è nata e… - arrossì in imbarazzo – non siamo fidanzati, lei è un po’ come una sorella… - sapeva che Gardis capiva questi sentimenti, lei aveva un fratello vero e un sacco di parenti fasulli e fratelli non di sangue.

-          D’accordo. Ti credo sulla parola, ma non mentirmi più, ok?

-          Va bene – già il solo fatto che non le avesse detto tutta la verità gli faceva male, ma si trattenne dallo sentirsi in colpa, continuava a farlo per il suo bene

-          E, Kitt?

-          Sì?

-          Non preoccuparti per me… a me non può succedere niente…

-          Va bene… Rago… - lei si allontanò spiazzata

-          Rago? – domandò cauta, che avesse scoperto così facilmente il suo segreto?

-          Scusami… ma ti ricordi quando al primo anno mi dicesti che tu mi avresti chiamato con un nomignolo e io avrei potuto fare lo stesso se ne avessi trovato uno che ti calzasse?

-          Sì e allora?

-          Beh, penso che ti si addica, mi ricordi tanto la persona che porta quel nome

-          Persona? – lui alzò gli occhi, in effetti non lo era proprio…

-          Sì.

-          Trovi che mi si addica?

-          Molto

-          Io non ne sono sicura

Era un po’ offesa.

E di certo la vera Rago, dentro di lei, si stava facendo delle grasse risate.

 

Kitt sorrise, ci rifletteva solo ora, ma conosceva solo due persone che avrebbero potuto avere una personalità tanto forte da frenare quella impetuosa della Regina dei Demoni: una era sua sorella e l’altra… beh, Gardis, ovvio.

Chissà… dubitava che fosse possibile, ma Gardis e Rago si assomigliavano e… sarebbe stato un sogno se fossero state la stessa persona.

 

*          *          *

 

Spazio autrice: da questo momento, con l’entrata in scena di Rago e Izayoi, le mie labbra sono cucite, non posso più fare spoiler altrimenti la storia perderebbe un bel po’ del loro fascino e della sua suspance.

Per tutti quelli che me l’hanno chiesto, ho utilizzano i nomi e gli appellativi del manga “Il sigillo azzurro” di Chie Shinohara, anche se, come al solito, ho rivisitato un bel po’ la storia. Anche se continuo ad adorare l’originale.

Per quanto riguarda le vicende, ormai mi sembrano piuttosto lineari =P

Sono quindi molto curiosa di scoprire che cosa ne pensate di questo capitolo, aspetto i vostri commenti, me molto curiosa!

Ciao e a presto! Un bacio, Nyssa

 

Hollina: Kitt sotto certi punti di vista ricorda un po’ Harry, ma senz’altro Harry era un ragazzo molto più bravo di lui!

Il vero segreto di Gardis eccolo qui, sconcertante non è vero? E lei non sapeva fino a questo chappy che Chris era la persona che stava cercando quale Byakko, quindi immaginate che terrore dovesse avere di innamorarsi di un altro per non far dispetto a Rago, oppure anche solo di ucciderlo, per lei sarebbe estremamente facile…

Per finire Ciel, Ciel chiaramente è entrata da poco nella cerchia dei misteri e non sa che il motivo per cui Leonard voleva chiamare una sua eventuale figlia Camille è solo per rispetto al personaggio letterario di LeFanu, forse la prima vampira della storia della letteratura. Quindi non sa neppure perché anche Leo s’impunti così tanto.

Uff, ho finito, che fatica, forse per la prossima storia devo ridurre il numero dei misteri… Beh, mi auguro che il capitolo ti piaccia comunque, quindi sono curiosa di ricevere una tua recensione, a presto e alla prossima! Un bacio, Nyssa

 

Arwen_90: anche se alla fine non sono stata in grado di protrarre il mistero per più di qualche pagina, il fatto di trovare Kitt con un’altra doveva creare proprio dello sconcerto perché noi lo conosciamo per il momento solo attraverso lo sguardo di Gardis che lo vede sempre buono, calmo, riservato e, ovviamente, mille miglia distante dal gentil sesso.

Che effetto farebbe se all’improvviso fosse visto in una situazione equivoca con una bella ragazza molto affascinante (perché Izayoi è proprio bella e affascinante, date retta a me!)?

Kitt, ovviamente, ch è una testa di legno, coglie l’occasione per allontanare Gardis, sempre per il suo bene senza sapere che i comuni mortali a lei possono fare ben poco, ma, come si vede in questo 18° chappy, alla fine non è tanto capace di portare avanti la sua menzogna e dieci minuti dopo è già lì a domandarsi quanto sta piangendo e ad un modo per scusarsi, dopotutto anche gli lo vede per la prima volta (e tuttavia Rago lo conosce bene), si accorge subito di quel che è accaduto…

Faccio un piccolo appunto: Izayoi non è andata in camera di Leonard per sedurlo, come lei stessa ribadisce più di una volta, è solo che Izayoi ha lo stesso carattere di Leo, le piace fare la parte della cattiva, ma, come suggerisce, alla fine è tutta una facciata e parteggia per il lieto fine. In realtà voleva solo conoscere una persona come lei e farci amicizia.

Bene, spero che anche questo capitolo ti piaccia, aspetto la tua prossima recensione, ciao e a presto! Nyssa

 

Killkenny:la notte dei misteri non è ancora terminata, ad ogni modo, come mai vedi un fungo atomico nel futuro? Non vale avere suggerimenti dalla Cooman!

Vabbè, spero che ti piaccia anche questo diciottesimo aggiornamento, aspetto curiosa di sapere, ciao e alla prossima! Nyssa

 

Vavva: sì, i nomi li ho presi proprio dal Sigillo Azzurro, una storia che adoro, ma in comune con quelli hanno ben poco, ho rivisitato completamente la storia, quindi c’è poco da ispirarsi al manga originale.

Spero che ti piaccia anche questo nuovo aggiornamento, sono molto curiosa di avere la tua opinione e leggere la tua recensione! Ciao e un bacio, Nyssa

 

Whateverhappened: allora, cominciamo con le domande a cui posso rispondere, ehehe, non sono poche e ciascuna merita il suo tempo…

-          Beh, analizzando la frase come la dice Leonard, si direbbe proprio di sì, quindi mettiamo per iscritto che Leonard ha già fatto la pelle a qualcuno. Chi, cosa, come, quando e perché ovviamente sono top secret. Ma dopotutto non mi sembra una cosa così strana per un vampiro, anche se è un vampiro che non morde gli esseri umani… potrebbe essere sempre stato un errore di gioventù…

-          Anche Gardis ha ucciso, come afferma Leonard e quindi qui c’è un succulento mistero da sgranocchiare. Vale quello di sopra, tutti i dettagli arriveranno più avanti.

-          Allora… domanda spinosa perché non devo fare spoiler, però dico solo che ci sono stati due momenti nella vita di Kitt, uno conseguente all’altro, che gli hanno davvero fatto parecchio paura. Per inciso uno quando era bambino e uno quando era già più grandicello. Non cercare di indagare troppo, ne parlerà lui stesso, prima o poi…

-          Sì, DeLaci era il cognome da sposata di Ransie e Izayoi si chiama DeLaci, e allora? È un cognome così comune… no, vabbè, a parte gli scherzi, è un collegamento.

-          Assolutamente no per quanto riguarda Izayoi, invece, l’unico demone rimasto è Rago e anche lei è più di là che di qua visto la vita che le tocca fare…

Per Rago arriva una piccola soluzione in questo capitolo, ma non crediate che i misteri su di lei siano spariti così nel nulla perché ovviamente Gardis non andrò a braccia aperte da Kitt a dirgli “Tesoro! Sono un demone!”, quello le schiatta in un nanosecondo!”

Vabbè, ho cercato di rispondere a tutte le domande che potevo, spero di averti un po’ aiutata, ma stai tranquilla, darò una risposta a tutto.

Ciao e alla prossima, spero davvero che il capitolo ti sia piaciuto, aspetto con ansia una tua recensione, un bacione grandissimo! Nyssa

 

Baby93: ehhh, Izayoi, come Gardis, ha la brutta abitudine di avere spesso ragione, il fare da maestrina saccente ce l’ha proprio… ciò non toglie che Kitt non abbia fatto piangere Gardis per cattiveria, quanto per un eccessivo buonismo, visto che vuole solo proteggerla, peccato che non riesca a tenere la stessa idea per più di dieci minuti…

Eheh, sono felice che Rago sia risultata un personaggio piuttosto intrigante… anche se in questo capitolo ci viene detto che dimora nel corpo di Gardis, le due hanno caratteri molto diversi, quindi le reazioni dell’una e dell’altra sono differenti, Gardis non si sarebbe mai sognata di dare un bacio all’improvviso a qualcuno, Rago l’ha fatto senza troppi problemi…

Beh, spero che il capitolo ti piaccia comunque, aspetto di sapere, ciao e a prestissimo! Nyssa

 

Ginny28: ehehe, ecco qui il nuovo capitolo altrettanto ricco di misteri, spero davvero che ti piaccia anche questo come il precedente, aspetto quindi di sapere, sono molto curiosa!

Un bacio e alla prossima! Nyssa

 

DragonSlave: la testa non mi gira molto, il Sigillo Azzurro l’ho letto ed è a quello che mi sono ispirata per certe cose (poche), mentre l’altro l’ho solo sentito nominare, ma se mi dici che è bello vado a guardarmelo!

Scherzi a parte, Rago E’ Gardis, come ci viene suggerito piuttosto esplicitamente in questo nuovo aggiornamento.

Sì, lo so, in certe situazioni bisognerebbe dire ciò che si pensa, ma Gardis è una persona molto forte in apparenza e con sentimenti di vetro, ci vuole poco a distruggerglieli e, proprio come la sua natura, quando dovrebbe non riesce a spiccicare parola.

Rispondiamo alle domande (si fa quel che si può):

1)      ehehe, il mistero sul perché Gardis abbia ucciso è molto importante, ma non è ancora giunto il momento di scioglierlo, dovrà aspettare

2)      faccio un appunto che fa anche Leonard nel suo discorso, non è che Gardis abbia dei superpoteri o cosa, ma a quanto pare questa persona che voleva far del male a Leonard stava usando “uno dei pochi metodi per uccidere un vampiro”, quindi sono pochi, ma esistono e dato che sono così pericolosi mi sembra naturale che lei abbia fatto il possibile.

Draco ed Herm sono tranquillissimi, sono i loro bambini, dopotutto, eppoi… sono anche molto protettivi ^:^

Izayoi è il nome della madre di Inuyasha, sono innamorata di quel nome e volevo usarlo a tutti i costi, così l’ho messo ad una persona che con l’originale non c’entra una mazza, ma spero che il personaggio cominci a emanare il suo fascino.

A questo punto però mi devi dire che teorie ti ronzano per la mente, io sono moooooolto curiosa!

Ti prego…

Vabbè, ora scappo, risentiamo al prossimo aggiornamento, ciao e un bacione grandissimo, Nyssa

 

Lisanna Baston: in realtà nel plot originale avevo intenzione di prolungare un pochino di più la sofferenza di Gardis, tipo fino alla fine, ma poi amo tanto Gardis anche io che non sono stata capace di farle più male di quel che ha già avuto da me e sono stata quasi buona…

Ehehe, sono felice che la storia stia prendendo una bella piega e diventi più interessante, il terrore di scrivere una banalità, adesso come al tempo delle Relazioni, mi accompagna ogni volta che pubblico un nuovo aggiornamento.

Spero davvero che i nuovi personaggi che sono entrati in scena ti piacciano, Izayoi in realtà aveva fatto una comparsa durante la festa di Halloween (era quella vestita da suorina), mentre Rago è naturale che compaia solo adesso, prima Gardis non glielo avrebbe permesso assolutamente, ma, come dice lei stessa, aveva bisogno di perdere i sensi per un po’, anche se questo significa liberare il grande spirito di un demone e non uno comune, ma la Regina!

Mi auguro che anche il capitolo ti piaccia, aspetto trepidante la tua recensione, ti ringrazio anche moltissimo per tutti i bellissimi complimenti che mi hai fatto, ciao ciao, un bacione grande e alla prossima! Nyssa

 

Akiko; wow, quanto tempo che non ti vedevo, bentornata! È bello ritrovare le tue recensioni!

No no, per carità, non morire per la mia storia, soprattutto perché non siamo ancora arrivati alle rivelazioni succulente, se mi muori adesso poi come faccio? Mi condanneranno per omicidio doloso?

Cominciamo dall’inizio: a Leonard piace fare il fratello protettivo, un po’ perché suo padre gli farebbe la pelle alla maniera babbana se succedesse qualcosa alla sua bambina e un po’ perché è orgoglioso di essere uno dei pochi a conoscenza del vero segreto di Gardis e della sua implicazione nella storia di Rago.

Che Kitt sia uno stupido… beh, non va d’accordo con la sua indole Corvonero, lo è meno di quel che si crede e non lo sarebbe del tutto se sapesse che Gardis è Rago e viceversa, ma gli pare così facile che, ovviamente, si rifiuta di crederci. Kitt deve proteggere un segreto anche lui che ci metterà qualche capitolo a tornare a galla, per il momento devo fare un piccolo stacco o se ne accumuleranno troppi e districare la matassa diventerà troppo difficile.

Per quanto riguarda Hestia e Jeff, il problema non è tanto la legge, che in certi casi può essere raggirata e, come tutti sappiamo, nel passato di Harry Potter c’è pieno così di cugini che si sposano, però è il giudizio degli altri, alcune persone giudicano male due cugini che s’innamorano, dicono che è snaturato e un sacco di altre porcherie. Io credo che l’amore sia amore, c’è quando c’è e se c’è è una fortuna, non importa tanto con chi. Certo ci sarebbero dei problemi se fossero fratelli, ma non lo sono… ad ogni modo Hestia e Jeff hanno il loro Calvario già da un bel po’, ho già deciso cosa farne con loro, quindi dovrai aspettare ancora un pochetto per scoprirlo.

Beh, se continuo a scrivere ancora un po’ il ringraziamento viene più lungo della storia… vabbè, spero davvero che questo nuovo capitolo ti sia piaciuto, aspetto molto curiosa di conoscere la tua opinione e leggere la tua recensione, ciao un bacione e a prestissimo! Nyssa

 

_Nana_: non dirmi niente, so cosa significa aspettare per una vita l’aggiornamento di qualche storia, controllare tutti i giorno e poi… pofff, all’improvviso tutte insieme… solo che si dedichi mezz’oretta a ciascuna ti ci parte una giornata…

Ad ogni modo sono contentissima che il capitolo 17 ti sia piaciuto, spero che sarà lo stesso anche per questo diciottesimo!

Spero che non ti deluda e mi auguro che mi lascerai una recensione! A presto e un bacione, Nyssa

 

   
 
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