Capitolo uno.

Non era considerato normale, non veniva trattato normalmente come tutti gli altri ragazzi. Avevano paura di lui, così come avevano paura degli altri tre che giravano sempre con lui. Erano considerati delinquenti, avevano tutti paura di loro.
Dicevano che trattavano male tutti quanti, dicevano che avevano ucciso delle persone, che avevano stuprato delle ragazze per poi farle fuori con un colpo di pistola. Dicevano di stare alla larga da quei quattro ragazzi; dicevano che si drogavano, che facevano spesso e volentieri cazzate. Che molte volte passavano la notte in una cella del dipartimento di Polizia qui a Sydney. Tutti in questa cittadina credevano alle voci che girovagavano sul loro conto, tutti sapevano chi erano e tutti avevano paura...

Tutti eccetto una ragazza.

Una ragazza altrettanto considerata male. Una ragazza dai profondi occhi azzurri sempre contornati da quel troppo trucco nero, dai lunghi capelli biondi e disordinati. Una ragazza un po’ fuori dal comune. Anche su lei giravano delle voci, anche di lei avevano paura in molti. 
Dicevano che fosse una tossicodipendente, dicevano che aveva ucciso numerose persone e che frequentava numerosi pub la notte cacciandosi in numerosi guai ma uscendone sempre sena conseguenze. Avevano paura di lei perché dicevano che fosse persino una ladra, dicevano di tutto... dicevano anche che leggeva spesso e volentieri libri riguardo al Satanismo. 

Ma si sa, molto spesso le persone sbagliano e quando non sanno più che cosa dire inventano.
 

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Stavo camminando assieme ai miei tre migliori amici per il parco quando la vidi per la prima volta.
Era una ragazza bionda con il capo chino, stava leggendo qualcosa su un libro che teneva saldamente tra le mani. Era così concentrata, lo si poteva intuire per via delle sue labbra un po’ schiuse. I lunghi capelli erano raccolti in due trecce disordinate e qualche ciocca le cadeva sulla fronte, era così bella. 

Mi suscitava curiosità, anche perché non l'avevo mai vista prima e qui a Sydney conoscevo tutti. 

«Ash, che guardi?» mi chiese Michael passandomi una mano di fronte agli occhi, distogliendomi da quella visuale. Quella visuale così bella, così paradisiaca, così estasiante... quella visuale che mi suscitava così tanta curiosità e lussuria!
«Sto guardando una ragazza bionda... è seduta proprio in quella panchina!» borbottai un po’ infastidito per avermi distratto. Indicai la panchina, ma quando guardai meglio notai che la ragazza dai capelli biondi non era più seduta su quella panchina, si era come volatizzata.
I miei migliori mi guardarono straniti, come se fossi pazzo, come se avessi appena detto una cazzata. Erano straniti, ma io l'avevo vista per davvero, io l'avevo fissata per davvero. Lei era seduta a gambe incrociate su quella panchina con la testa china su un libro, ed io ne ero così sicuro. 
Ma gli sguardi preoccupati dei miei migliori amici in quel momento mi inquietavano, e anche tanto. 

«Amico, non c'è nessuno su quella panchina... sei per caso diventato pazzo?» ridacchia Luke, prendendosi gioco di me dandomi una pacca sulla spalla entre si beccava un'occhiataccia da parte mia.
«Era lì! Luke, era lì! Era una ragazza bionda con i capelli raccolti in due trecce disordinate, aveva un paio di calze autoreggenti bucate e una maglietta larga che le arrivava a metà coscie con il logo dei Guns 'n Roses! Stava leggendo un libro, era concentrata sulle parole di quel libro! Non sto diventando pazzo, lo giuro!» sbottai alzandomi infastidito. 
Come potevano i miei migliori amici non credermi? Come potevano i miei migliori amici non darmi fiducia? Come potevano scambiarmi per un pazzo? Io quella ragazza la vidi davvero quel giorno, e mi lasciò come incuriosito, folgorato. 
Mi lasciò quella sensazione di insoddisfacimento che ovunque mi trovassi mi spigeva a guardarmi attorno, per cercarla con lo sguardo e magari incrociare il suo sguardo e rivedere quelle labbra colorate di un rossetto Bordeaux.

Speravo di incontrarla, speravo così tanto... ma non accadde nulla per una settimana fino a quando non la vidi nuovamente.

Quella volta ero al bar con Michael, e lei aveva un bicchiere di birra a metà di fronte. Ma nonostante il bicchiere di birra aveva sempre il capo chino sul libro dell'altra volta. Lo aveva quasi finito di leggere. 
Aveva i capelli sciolti e scompigliati quella volta, il rossetto era rosso scarlatto e le labbra erano curvate in un sorriso sarcastico. Aveva un paio di leggins di pelle neri ed una canottiera nera con una croce rovesciata disegnataci sopra, ai piedi invece aveva un paio di Dr. Martens bordeaux ormai vecchie. Quel sorrisino mi affascinava, e mi eccitava. Si era così eccitante, mi suscitava lussuria. 
Mi girai per uno o due minuti per dire a Michael che la misteriosa ragazza di cui avevo continuato a parlare per una settimana era seduta nel tavolo più lontano del locale vicino ad una finestra, ma quando ci girammo non c'era più ed il mio migliore amico mi guardò stranito proprio come la prima volta. Non mi credeva, mi ripeteva che era solo frutto della mia immaginazione e che la prima volta era per via dello spinello che c'eravamo fumati e che quella volta era per via delle troppe birre che ci stavamo scolando.
Ma io insistevo, e lui ci rideva su facendomi innervosire.

Passarono i giorni fino al fatidico giorno in cui la videro anche i miei tre migliori amici rimanendo sbalorditi dalla bellezza di quella ragazza.
Quella volta ci stavamo aggirando nella via del Teatro abbandonato, quello tutto polveroso dove qualche volta ci rifugiavamo per suonare e fumarci qualcosa. Avevamo i nostri strumenti lì, e proprio quando ci trovammo di fronte alla finestra del teatro sentimmo un suono di chitarra interpretare le note di Welcome to the Jungle dei Guns n Roses. 
Quando ci affacciammo lei era lì, in tutta la sua bellezza con una Gibson Les Paul a suonare la nostra canzone preferita.
«Lei esiste! Cosa vi avevo detto? Voi non mi credevate eppure eccovi qui con lo sguardo stupefatto... smettetela di fare pensieri perversi su lei, è mia.»
«Scusaci se non ti credevamo... e comunque non è tua, non ti conosce nemmeno!» rispose Luke ridacchiando mentre io ero incantato guardandola suonare. Non prestavo attenzione a ciò che i miei migliori amici, ma lei sentì le loro risate infatti smise subito di suonare la chitarra e volecemente la ripose nella sua custodia scappado furtivamente da una porta secondaria.
Anche quella volta era scappata, mi era scappata per via dei miei migliori amici... ero incazzato nero, non ci vedevo più infatti mi misi ad urlare contro Calum, Luke e Michael.

«Siete solo degli egoisti! L'avete fatta andare via, l'avete spaventata con le vostre risate da depravati! Smettetela di fare pensieri pervertiti su quella ragazza, non vi apparterrà mai! Lei è mia. Lei è un'ossessione per me! Non faccio altro che pensare a quegli occhi azzurri e a quelle labbra sempre colorate di rosso o di bordeaux. Non faccio che pensare ai suoi lunghi capelli biondi! Non faccio altro che pensare al suo corpo e all'aura che la circonda, quell'aura che mi suscita un senso di curiosità, di lussuria e di eccitazione! 
Sta diventando un'ossessione! Una fottuta ossessione!
Non credevo si potesse dipendere da qualcosa, o per meglio dire qualcuno. Ma poi è arrivata lei. Un'ossessione.
La mia fottuta ossessione!» urlai lasciando i miei migliori amici soddisfatti e sorpresi allo stesso momento.
«Sapevamo che eri cotto di quella ragazza, lo abbiamo fatto a posta per farti confessare tutto! Quando sei ingenuo, mio piccolo dolce Ash!» esclamò Michael saltandomi sopra facendo ridere tutti quanti.

Non la vidi fino alla fine dell'estate, quando iniziò quella tortura che chiamavamo comunemente Scuola.




{Eccomi con il primo capitolo. Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensate. 
E' importante per me avere un vostro parere. 
Leggete, recensite e magari aggiungete alle seguite. A presto, anime❤️}