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Autore: sticky2012    24/11/2014    2 recensioni
Questa fanfiction è divisa in 2 parti. La prima ambientata durante il sesto anno di Ginny (settimo libro) mentre la seconda è ambientata l'anno successivo quando tutti, chi per una ragione e chi per un'altra, torneranno ad hogwarts e dovranno fare i conti con le conseguenze dell'anno precedente.
Di cosa parla? Di una Ginny innamorata del suo Harry ma , anche se lei farà molta fatica ad ammetterlo e ad accettarlo, entrerà qualcun'altro nel suo cuore.
Chi? Draco Malfoy. Mentre nella prima parte vedremo un Harry praticamente assente e una Ginny impegnata con un Malfoy molto "presente", nella seconda parte avremo tutti e tre i protagonisti insieme.
Perchè leggerla? Cercherò di far vedere una Ginny molto dolce, razionale e matura col suo Harry e farò emergere una Ginny completamente irrazionale e più spensierata con Draco.
Vedrete un Draco molto combattivo e pronto a tutto per ottenere quel che vuole realmente, una Ginny molto in contrasto con quello che le capiterà e un Harry innamorato nel termine più dolce.
Il finale? già scritto ed è già nella mia testa.
Ci sarà una scelta? Sì.
Chi la spunterà? leggete la storia.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Ginny
Note: Otherverse | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo 11
 

Combattiamo.
 

Eccoci di nuovo qui! Poiché è passato un bel po’ di tempo, ho deciso di scrivere la nota dell’autore prima del capitolo. Vorrei scusarmi con tutti quelli che hanno aspettato questo capitolo ma, come saprete, l’estate e l’inizio del nuovo anno universitario non hanno lasciato molto tempo per scrivere.
Non ho mai avuto intenzione di lasciare la storia sospesa ma volevo dedicare a questo capitolo la giusta attenzione. In realtà questo capitolo era già pronto da almeno due settimane ma c’era qualcosa che non mi convinceva e non sapevo esattamente cosa fosse.
Questo capitolo chiude la prima parte di questa storia e segna anche una svolta per tutti i personaggi; come già accennato nell’introduzione, il prossimo capitolo comincerà con un salto temporale e ritroveremo, sotto lo stesso tetto di Hogwarts, chi per un motivo e chi per un altro, tutti i nostri affezionati protagonisti.
Ora vi lascio alla lettura di questo capitolo; non ho bisogno di anticiparvi nulla perché quando lo avrete finito di leggere credo che, dentro di voi, vi nascerà spontanea la domanda: “E ora che succede?”. O almeno lo spero!
Non vi nascondo che questo è uno dei capitoli cui sono più affezionata sia per il tempo sia, ho impiegato per renderlo così com’è e sia per…………beh, leggetelo e cercate di capire qual è la parte che più mi è piaciuta, sia mentre lo scrivevo sia mentre lo rileggevo!
Qualunque idea vi facciate, sappiate che questo è solo il principio!
Baci e fatemi sapere cosa vi ha lasciato la lettura di questo capitolo: se ve lo aspettavate così oppure no,  cosa pensate che possa succedere d’ora in poi e la vostra opinione sui nostri protagonisti!
A presto.
Chiedo ancora scusa per il ritardo.
P.S.: ora ricomincerò ad aggiornare con regolarità!
 
 
 
Apro la finestra e respiro a pieni polmoni la fresca brezza che lentamente inonda la mia stanza.
Mi stringo più forte nel mio scialle blu; la neve che prima copriva tutto il paesaggio ormai è soltanto un lontano ricordo, in lontananza si vedono anche i primi uccellini svolazzare intimiditi sul lago.
L’inverno ghiacciato ci ha finalmente lasciato e le temperature stanno cominciando ad alzarsi.
Stamattina sono riuscita ad alzarmi prima della sveglia; il dormitorio è ancora immerso in un profondo silenzio; guardo Cali dormire immersa in chissà quali sogni e m’invade una certa serenità.
Il tempo è volato ultimamente o forse sono stata solo molto impegnata con tutta la storia della stanza della necessità e con l’organizzazione per tutti i vari studenti che, senza rendermene conto,  siamo già a maggio.
Neville ed io dobbiamo ammettere che siamo stati bravi. Molto bravi. Quello che siamo riusciti a creare è una vera e propria opposizione contro il regime di Piton.
Quasi tutti gli alunni di Hogwarts, esclusi i serpeverde, sono entrati almeno una volta in quella stanza.
Le punizioni dei Carrow sono drasticamente diminuite vuoi per le lunghe assenze di Piton o per il semplice fatto che il nostro atteggiamento è nettamente migliorato. Non abbiamo più motivo di ribellarci inutilmente, ora abbiamo qualcosa per cui lottare; qualcosa che forse, ora come non mai, abbiamo più possibilità di ottenere: la libertà.
Vivere con questo nuovo tipo di pensiero mi ha fatto solo che bene; Neville ed io sicuramente non saremo stati utili nel cercare di sconfiggere Voldemort ma se Hogwarts ha ancora una possibilità di resistere alle forze del male, questo, è anche merito nostro.
Mi sento finalmente utile in qualcosa e questo, per me, è stato fondamentale per superare questi mesi da incubo.
Devo ammettere che anche il ritorno di Hagrid ha contribuito moltissimo al mio umore. Vederlo gironzolare per Hogwarts è sempre meraviglioso.
Mi siedo sul letto per allacciarmi le scarpe e involontariamente scorgo la mia immagine riflessa allo specchio; proprio di fronte a me vedo una ragazza notevolmente cambiata, non ha più quell’aria arrabbiata o malandata di solo un paio di mesi fa. La stanchezza è ancora ben visibile ma i miei occhi brillano di una luce nuova, di quella luminosità chiamata speranza.
Ho capito che è inutile pensare solo al peggio e di piangermi sempre addosso; dovevamo solo rimboccarci le maniche, essere più furbi e iniziare a credere che niente è veramente perduto fin quando ci sono persone che lottano con le unghie e con i denti per far tornare tutto com’era una volta.
La mia attenzione è catturata da qualcosa ben piegato sul bracciolo della poltrona: il maglione di Malfoy. Dal giorno di Natale non l’ho più tirato fuori dall’armadio fino a qualche giorno fa, quando mi è capitato casualmente tra le mani.
 Ieri avevo quasi deciso di indossarlo ma poi, al momento di metterlo, ho cambiato idea ed è ritornato sullo schienale della mia poltrona, bene in vista.  Anche se a volte, mi evoca immagini non piacevoli della notte di Natale, mi piace averlo lì e guardarlo. Mi fa pensare al mio ultimo incontro con lui, alle belle notizie che mi ha dato, all’intuizione sulla camera della necessità; da quella sera, obiettivamente, le cose sono cambiate e merito di questo è, obiettivamente, anche di Malfoy.
Pensare a lui, ultimamente, mi fa sempre sorridere; spero solo che, ovunque sia, stia bene e che non abbia fatto nulla che lo possa compromettere per sempre.
Ripongo il maglione sulla poltrona e mi avvio verso il ritratto della Signora Grassa. Sono già in ritardo; avrei già dovuto essere al settimo piano per dare il cambio a Neville che è rimasto lì tutta la notte.
Davanti al muro di pietra impiego un attimo prima di veder comparire la grande porta; guardo dietro di me, assicurandomi che non ci sia nessuno nei paraggi, e abbasso la maniglia.
Quando oltrepasso la soglia, sono subito travolta da un casino infernale. Ci saranno non meno di trenta ragazzi sparpagliati in ogni angolo della stanza; chi sul pavimento e chi su qualche brandina ammassata un’attaccata all’altra.
In un angolo un gruppetto di corvonero si sta allenando con l’incantesimo dell’Expecto Patronum mentre alcune ragazze continuano a mescolare imperterrite, da giorni, la pozione polisucco; dal colore credo sia quasi pronta.
-Ginny!-. Sono investita da Neville, a dir poco, entusiasta.
-Neville… che succede? A cosa devo questo slancio di felicità?-.
Mi lascia libera e mi appoggia le sue grandi mani sulle spalle.
-Ginny credo che sia arrivato il momento che stavamo tanto aspettando. Credo che ci siamo!-.
La mia aria confusa non sembra scalfire lo sguardo felice di Neville.
-Seamus è riuscito a mettersi in contatto con Dean tramite la radio-. Mi fa sempre piacere sapere che Dean è in contatto con noi. Qualche settimana fa grazie a Seamus siamo riusciti a rintracciarlo; è stato toccante per tutti sentire la sua voce e, anche se non ha potuto pronunciare il suo nome poiché il segnale radio poteva essere sorvegliato, abbiamo capito subito che si trattava di Dean.
-Sta bene?-. Cerco di sedermi su un’amaca penzolante ma Neville mi si frappone davanti.
-Ginny…-. Mi guarda con quei suoi occhietti innocenti -hanno avvistato Harry, Ron e Hermione a Diagon Alley!-. 
Silenzio totale.
Sono quasi sicura di aver smesso di respirare; Ho paura a domandargli di ripetere quello che ha detto: potrebbe essere stata solo una mia allucinazione.
-Credo di non aver capito… -.
-Ginny…- mi prende il viso tra le mani. -Hai capito perfettamente! Hanno fatto scoppiare in aria la Gringott, stavano per prenderli ma sono riusciti a scappare-.
Mi guardo attorno in attesa che qualcuno mi dia la conferma che questa è la realtà e non sto vivendo l’ennesimo sogno.
Tutti mi guardano contenti; anche una timida Cho Chang muove appena la testa in segno di assenso.
Harry. Ron. Diagon Alley. Gringott.
Hermione.
Stanno tutti bene.
Cerco di metabolizzare la notizia nella mia mente ma l’unica parte del corpo che riesce a reagire è il mio cuore: mi batte così forte tanto da scoppiare.
E’ da quella sera di tre mesi fa, sulla torre con Malfoy, che non avevo più avuto notizie su di loro.
Questo è molto di più… sapere non solo che sono vivi ma che sono molto più vicini di quanto potessi immaginare … Non ho mai più preso in considerazione l’idea che potesse essergli successo qualcosa ma solo perché anche questo faceva parte della mia idea, di dover essere ottimisti; adesso, però, sentirlo ad alta voce mi fa capire quanta paura avessi, veramente, dentro di me.
-E’ una notizia… -.
-… bellissima-. Neville termina la mia frase. Ormai la nostra sintonia va oltre qualsiasi cosa. Credo che, nemmeno con i miei fratelli, abbia mai avuto la stessa complicità che possiedo, ora, con Neville.
I miei fratelli. Mi mancano tutti moltissimo. Gli unici di cui ho costanti notizie e alcune volte riescono anche a scrivermi sono solo Charlie e Bill mentre di Percy abbiamo perso totalmente le tracce, ma probabilmente sarà chiuso in qualche sgabuzzino di ufficio a fare lo schiavetto a qualcuno del ministero.
Inizio a camminare su e giù per la stanza, devo stare calma e pensare razionalmente.
-Cosa ci facevano alla Gringott?-. Nessuno mi risponde; segno inconfutabile che non hanno nemmeno loro la minima idea di cosa ci facessero lì.
-Forse volevano prendere un po’ di soldi dalla stanza blindata di Harry-. Tutta la stanza si gira a vedere da chi ha avuto la furbizia di pronunciare una tale fesseria.
Colin Canon.
-Colin ti sembra che tre latitanti rischino di essere catturati, nel posto più protetto al mondo, per andare a prendere dei soldi che potrebbero tranquillamente procurarsi in un altro modo molto meno rischioso. E poi cosa se ne dovrebbero fare? Mica possono girare per le vie di Londra per fare shopping, no?-. la risposta spazientita di Neville fa arrossire le piccole guanciotte di Colin che cerca di allontanarsi dal cerchio per spostare l’attenzione da lui.
Ha ragione Neville. Non sarebbero mai andati fino lì, rischiare così, solo per prender e dei soldi.
-Deve esserci stato qualcosa che potevano trovare solo lì. Che cosa può esserci di tanto importante per rischiare di essere catturati se non peggio?-. Harry o Ron o Hermione non mi hanno mai raccontato, prima della loro partenza, in cosa consistesse il loro piano e di cosa gli avesse raccontato Silente. Nulla, ma di una cosa sono certa. Se sono riusciti a non farsi catturare per nove mesi, nascondendosi chissà dove, non si sarebbero mai buttati in una missione quasi suicida se non fosse stato indispensabile.
Neville annuisce: in realtà tutta la stanza sembra concentrata a trovare la soluzione di questo enigma.
Il silenzio è rotto da un urlo improvviso di Seamus.
-GUARDATE! IL QUADRO! Si sta muovendo-. Tutta la sala si gira verso la direzione indicata da Seamus.
Istintivamente, tutti quanti, ci giriamo verso l’unico quadro che ha una certa importanza in questa stanza: quello di Ariana Silente.
Neville ed io ci siamo accorti solo un paio di settimane dopo il nostro arrivo nella Stanza delle Necessità che quel quadro non era come tutti gli altri.
Tolto che ritraesse la sorella di Silente, la cosa più importante è che dietro al quadro si nascondesse un passaggio che porta direttamente all’interno della Testa di Porco a Hogsmeade.
Quando siamo entrati in quella saletta per la prima volta e ci siamo trovati di fronte ad Aberforth, non avevamo la minima idea che lui fosse il fratello di Silente. Solo quando c’è tornata in mente una vecchia foto della famiglia Silente pubblicata sulla Gazzetta del Profeta in estate, siamo riusciti a ricollegare le cose.
E’ un tipo abbastanza burbero e di poche persona ma senza di lui, niente sarebbe stato possibile. Oltre a prepararci i vari pasti durante la giornata è anche stato l’unico a passarci le informazioni veritiere su quello che capitava realmente oltre le mura di Hogwarts.
La cosa insolita è che, di solito, Ariana ricompare nel quadro solo in casi veramente importanti altrimenti rimane nella tela appesa alla Testa di Porco.
Lentamente tutti quanti ci avviciniamo al grande quadro. Ariana è quasi a metà sentiero e ormai la sua figura è ben visibile. Sento qualcuno aggrapparsi alla mia mano: Seamus.
Ultimamente ha preso troppa confidenza con me; coglie tutte le occasioni possibili o per abbracciarmi o per tenermi la mano. Anche Neville l’ha notato ma, se prima a queste cose non ci davo molta importanza, ora inizio a esserne un po’ infastidita.
Sto quasi per ritrarre la mano quando l’immagine di Ariana mi blocca. Non è nella solita posa sorridente con i capelli leggermente scompigliati che sorride timidamente; è leggermente piegata in avanti come se fosse lei a guardare noi, incuriosita.
Lentamente apre la mano destra e la porge verso di noi.
-Venite con me, per favore-. Ariana ci guarda con la sua solita dolcezza ma questa volta, anche lei, sembra leggermente… impaziente.
Di solito Ariana si limita a un sorriso per farci capire che avevamo via libera per andare da Aberforth; non mi ricordo di aver mai sentito la sua voce.
Guardo Neville a qualche metro da me completamente catturato dalla visione di Ariana.
Si volta e i nostri sguardi s’incrociano e senza nemmeno parlare, la decisione è presa.
-Vengo io! Ginny tu vai a controllare i corridoi.- Neville non fa nemmeno in tempo ad arrivare al quadro che io mi trovo già fuori dalla stanza delle Necessità.
Corro giù per le varie scalinate senza curarmi minimamente delle persone contro di cui vado a sbattere.
Sta succedendo qualcosa; tutto il mio cuore lo sente.
Ho il fiatone, le mie palpitazioni cardiache aumentano ma non riesco a fermarmi. Devo solo assicurarmi che Piton e i Carrow non siano nei paraggi. Non possiamo rischiare di essere scoperti, soprattutto non dopo tutto quello che abbiamo fatto.
-Weasley fermati subito!-. Mi blocco sul posto; conosco perfettamente quella voce.
-Zabini! Cosa ci fai qui?-. Si posizione di fronte a me. Francamente tra tutti quelli che potevo incontrare, lui è quello che mi spaventa di meno. La sua codardia è famosa in tutto il mondo magico o forse, a farmi parlare così, è solo l’adrenalina che ho addosso.
-TU cosa stavi facendo? Dove stavi andando? Dove lo avete nascosto?-.
Nascosto?
Di cosa sta parlando?
La mia aria confusa deve averlo fatto dubitare perché lentamente mi lascia il braccio che aveva iniziato a strattonare senza nemmeno che me ne fossi accorta.
-Nascosto chi?- Ci sono talmente tante persone, in questo momento, chiuse nella camera delle Necessità che potrebbe riferirsi a chiunque.
Zabini fa ancora un passo per fronteggiarmi e mi punta il dito contro il mio viso.
-Stupida Weasley, non cercare di prendermi in giro. Sai benissimo di cosa sto parlando. I Carrow e Piton hanno già cominciato a perlustrare il castello. E’ questione di minuti prima che lo trovino, quindi ti conviene dirmelo se non vuoi altri guai. DOV’E’ POTTER?-.
Dallo stupore di sentir pronunciare quel nome spalanco istintivamente la bocca. Era l’ultimo nome che mi aspettavo di sentire adesso. Sono imbambolata nei miei pensieri, quando Zabini mi afferra per i capelli e inizia a trascinarmi.
-Zabini non so di cosa stai parlando. Lasciami andare. Mi fai male stupido!-. Con uno scatto mi lascia i capelli ma con la mano destra mi afferra per la gola.
-Non prendermi in giro Weasley! L’hanno avvistato meno di due ore fa a Hogsmeade con il tuo caro fratellino e la mezzosangue Granger. Dove pensi fossero diretti?-.
Anche se con le mani cerco di allentare la sua presa dalla gola, la mia mente è da tutt’altra parte.
Due ore fa a Hogsmeade …
Avvistati …
Hanno attaccato la Gringott …
Certo … vogliono entrare a Hogwarts! O forse sono già qui ma come hanno fatto a entrare senza l’aiuto di qualcuno che…
ARIANA!
Tutto torna!
Aberforth l’ha mandata per chiamare qualcuno che potesse accompagnare Harry, Ron e Hermione lungo il passaggio. Tutto ha un senso adesso!
Harry… è qui!
Devo tornare in quella stanza e devo farlo adesso.
Senza riflettere troppo sulle conseguenze che potrei causare se le mie supposizioni fossero false, con tutta la forza che ho, tiro un calcio al ginocchio destro di Zabini.
Si piega in avanti dal dolore e, essendo fuori dalle sue grinfie, senza esitazioni, sfodero la bacchetta e gliela punto addosso.
-Se fossi in te non lo farei Weasley! Hai tutto da perderci!-. Ormai la mia razionalità ha abbandonato il mio corpo.
-Vorrà dire che correrò il rischio!-. Faccio un passo indietro –PETRIFICUS TOTALUS!-.
La maledizione lo colpisce in pieno petto; tutto il suo corpo s’irrigidisce e diventa di pietra. Non vedo nemmeno il suo corpo cadere a terra che ho già ricominciato a correre.
Ho poco tempo.
Forse ho sbagliato tutto e ho appena firmato la mia condanna a morte ma, se fosse tutto vero, questo vorrebbe dire che…rivedrò Harry!
Appena giungo nel corridoio della camera, a qualche passo dal grande muro di pietra, mi fermo a riprendere fiato.
Percorrendo gli ultimi metri che mi separano dalla porta, mi passano davanti agli occhi tutti questi mesi passati qui a Hogwarts, l’ultima volta che ho visto Harry, il nostro ultimo bacio, il matrimonio di Billy, tutte le volte che ho avuto paura per la mia famiglia. In tutti questi ricordi s’insinua anche l’immagine di un Draco Malfoy mentre mi abbraccia sulla torre di astronomia.
Malfoy, non lo vedo da così tanto tempo che per un micro secondo, una piccola parte di me, spera di trovare anche lui in quella camera insieme a tutti gli altri.
Ritorno alla realtà ed ecco comparire la porta di legno massiccio.
Tiro un profondo respiro e afferro la maniglia.
Harry.
Apro la porta.
Sento la sua presenza senza nemmeno averlo ancora visto.
Quando alzo la testa, quello che vedo sono tutte le persone che avevo lasciato nella camera fino a dieci minuti fa, darmi le spalle ma appena sentono il suono della porta chiudersi, lentamente, si voltano verso la mia direzione.
Si spostano ai lati per permettermi di avvicinarmi al fondo della sala. Tutti mi guardano come se volessero comunicarmi qualcosa solo con lo sguardo.
Cho Chang è l’ultima a spostarsi e proprio dietro le sue spalle ecco comparire quell’azzurro oceano che ho aspettato di rivedere e ho sognato per tutti questi mesi.
Due grandi occhi azzurri, dietro a un paio di occhiali, mi guardano commossi.
Eccolo lì davanti a me!
Harry Potter.
Non riesco a pronunciare una sola parola, non smetto di guardarlo per paura che possa scomparire di nuovo.
-Ginny!-. Mi ero dimenticata con quanta dolcezza, solo lui, riuscisse a pronunciare il mio nome.
-Harry!-. Non so cos’altro dire. Continuo a fissarlo; è sempre il mio Harry. Beh… più o meno! Ha proprio l’aspetto di chi ha dovuto nascondersi, scappando, per otto mesi. I Capelli sono molto più lunghi di come li ricordassi, è molto dimagrito, ha dei profondi tagli ancora freschi sul viso e molte cicatrici sugli avambracci ma gli occhi sono sempre gli stessi… forse solo un po’ più stanchi!
-Ciao Ginny!-. Nella mia visuale intravedo mio fratello che continua a salutarmi sventolando la mano.
Non mi ero nemmeno accorto della sua presenza nella stanza.
-Cavolo non mi vede da mesi e non mi degna nemmeno di un saluto!-. Ron sembra rivolgersi a qualcuno dietro di lui che ancora non avevo notato.
Hermione Granger.
Mi sembra che entrambi stiano bene, sia lei sia mio fratello, nonostante la stanchezza sui loro volti, li trovo ancora gli stessi Ron e Hermione di una volta.
Sorrido a entrambi… non ci sono parole per descrivere quanto sia felice di rivederli!
Guardo Neville mentre sorride a trentasei denti mentre saltella tutto contento intorno a Ron ma percepisco sempre un paio di occhi che continuano a fissarmi.
Torno a guardarlo e nuovamente m’incanto a vedere l’azzurro dei suoi occhi. Vorrei abbracciarlo ma, ora, con quasi tutti i grifondoro e i tassorosso che ci osservano, non mi sembra proprio il caso.
Harry mi regala uno di quei suoi sorrisi che ti spiazzano completamente. Ti fanno sentire fortunata a essere la destinataria di quel sorriso.
Sto quasi per pronunciare una di quelle frasi sdolcinate quando un altro pensiero m’invade la mente.
-Piton sa che siete qui! Vi sta cercando!Abbiamo poco tempo prima…-. Non termino la frase perché solo ora mi rendo conto che non ho la più pallida idea di quali siano le intenzioni di Harry.
Sentendo le mie parole, Harry sembra risvegliarsi dall’incantesimo e anche Ron smette di ridere con Neville e Seamus.
-Dobbiamo andare. Dobbiamo muoverci!- Harry sembra aver fretta di fare qualcosa che non credo consista semplicemente nel nascondersi.
-Aspettate! Noi possiamo aiutarvi!-. Neville intercetta ancora una volta la stessa frase che stavo per dire.
-Neville è una cosa che dobbiamo fare noi…- l’espressione delusa di Neville, sentendo le parole di Harry, rispecchia completamente quella di tutti i presenti nella stanza.
Ron si avvicina a Harry, seguito da Hermione.
-Aspetta Harry. Loro potrebbero aiutarci! Se siamo in tanti, impiegheremo meno tempo-. Harry e Ron si guardano come se stessero continuando la loro misteriosa conversazione, nell’assoluto silenzio.
-Ok d’accordo. Potete aiutarci! Stiamo cercando un oggetto piccolo e facile da nascondere. Deve essere qualcosa d’importante e, senz’altro, appartenente alla casata dei corvonero -.
Il rumorio nella camera si attutisce e cala il silenzio assoluto. Tutti quanti siamo confusi. Forse ci aspettavamo qualche altro tipo di richiesta dai tre fuggitivi; qualcosa di più “preciso”.
Il silenzio è interrotto dalla candida voce di Ariana che, a sorpresa, è ricomparsa nel dipinto alle spalle di Harry.
-L’Ordine sta arrivando!-. Quattro semplici parole e poi con un sorriso si allontana su per il sentiero, con il suo solito passo aggraziato.
Tutti quanti iniziano a bisbigliare e, ormai, l’adrenalina è tangibile; non mi ricordo quando è stata l’ultima volta che ho visto Neville così sorridente.
So che tutti stanno pensando alla richiesta di Harry ma la mia mente finisce altrove.
-Loro lo sanno. Vi hanno avvistato, sanno che siete qui! Non abbiamo molto tempo prima che vi trovino!-.
Harry torna a fissarmi; non ho bisogno di pronunciare i nomi dei loro aguzzini … tutti sanno a chi mi riferisco!
Mio fratello si sposta al fianco di Harry.
-Ginny ha ragione. Dobbiamo uscire da qui!-.
Harry si rivolge a Ron.
-Non c’è più tempo per nasconderci. Dobbiamo agire. Ora!! E’ il momento della resa dei conti-. Si gira verso la folla radunata alle spalle e comincia a guardarci uno per uno. –Prepariamoci. Stanotte combatteremo!-.
Parte un fortissimo applauso, cui anch’io mi unisco; tutti sembrano felici all’idea di combattere. Stanotte, in un modo o nell’altro, quest’agonia, di questi ultimi mesi, finirà.
Sì, in un modo o nell’altro …
 
 

 
Tutti sono impegnati a organizzarsi in qualcosa che, nemmeno, sappiamo di cosa si tratti.
Alcuni cominciano a uscire dalla stanza delle Necessità per tornare nei loro dormitori e avvisare i loro amici mentre Harry, Ron e Hermione sono impegnati in una fitta conversazione con Cho Chang e Neville.
Credo di aver sentito che qualcuno ha suggerito che l’unico oggetto di corvonero, che possa rispecchiare le caratteristiche elencate da Harry, sia il Diadema Perduto di Priscilla Corvonero.
La cosa che francamente mi preoccupa di più è l’aggettivo “perduto”.
Ogni tanto noto Harry cercarmi nella folla per capire dove sono, ma poi ritorna a concentrarsi su quello che sta accadendo attorno a lui.
Sto per incamminarmi verso mio fratello quando il ritratto sopra le scale, si apre.
Il primo a entrare nell’aula è Lupin seguito da sua moglie Thonks.
Il mio cuore si arresta quando vedo comparire una lunga chioma bionda: Luna.
Sento le mie gambe molli; ho quasi voglia di piangere ma, senza esitare, mi spingo in avanti, sorpasso Thonks e vado a buttarmi tra le braccia di Luna.
-Luna! Stai bene!- La stringo forte perché, solo ora, mi rendo conto di quanta paura, avevo di averla persa per sempre.
-Ginny sono così felice di vederti. Sei un po’ deperita però!-.
Scoppio a ridere.
-Senti chi parla … -.
-Ha ragione Luna! Da quant’è che non mangi?-.
Sollevo lo sguardo dalla spalla di Luna e proprio di fronte a me vedo mia madre. Ha la sua solita posizione con le braccia sui fianchi. Anche adesso sembra arrabbiata ma sono i suoi occhi a tradire la sua commozione.
A quel punto, sento una lacrima rigarmi il volto.
-Mamma…-. Non servono altre parole.
La vedo incamminarsi verso di me, quando dietro di lei spunta mio padre.
Le lacrime scendono senza vergogna.
I miei genitori mi abbracciano insieme e finalmente mi sento di nuovo a casa!
La mia famiglia.
-Sarai pur magra ma resti sempre la più bella della famiglia! Mi sei mancata, piccola!-. Sento mio padre trattenere un singhiozzo.
-Anche tu papà!- Mi sciolgo dal loro abbraccio e mi asciugo l’ultima lacrima.
Sono proprio loro. I miei genitori.
-Spero proprio che riserverai lo stesso trattamento anche a noi, sorellina!-.
Ed eccoli lì, mancavano solo loro all’appello.
Fred e George, accanto a Bill e Fleur.
Mentre mi tuffo su Fred e George, sento i miei genitori fare altrettanto con Harry, Ron e Hermione.
Tutti gli altri sembrano solo gli spettatori di un lieto fine tanto atteso.
Peccato che questo non sia un lieto fine ma solo l’inizio.
Chi può sapere come andrà a finire.
Kingsley è l’ultimo a entrare e a chiudere il varco.
Lo saluto con un cenno della mano mentre torno ad abbracciare Luna.
L’accoglienza più calorosa, devo ammettere, che sia stata quella riservata a Fred e a George. Non mi stupisce. Qui, a Hogwarts, sono tra gli studenti più amati di sempre.
Sento Luna accanto a me aggiornare Harry sul diadema di Priscilla.
-Ok Luna. Allora tu vieni con me. Voi iniziate a dividervi e ad avvisare più persone che potete. I più piccoli devono…-.
Neville fa un passo avanti e, anche se ha lo sguardo perso su Luna da quando è entrata, posa una mano sulla spalla di Harry.
-Non preoccuparti. Fai quello che devi. Io e Ginny sappiamo cosa fare!-.
Harry fa un segno di assenso e si gira a guardarmi.
-Ginny non si muove di qua!-. questa volta è mia madre a rompere il silenzio.
-COSA?- forse le mie orecchie hanno avuto un’allucinazione.
-E’ troppo pericoloso là fuori e tu sei troppo piccola-.
Metto le mani sui fianchi esattamente come lei; ora sì che sembriamo proprio madre e figlia.
-Sono stata qui per mesi aspettando questo momento. Non me ne starò qui a non fare nulla!- Vedendo che mia madre non ha la minima intenzione di cedere cerco il sostegno di tutti gli altri membri della mia famiglia ma tutti abbassano lo sguardo.
Persino Ron fa finta di essere concentrato a fissare un libro. Tutti sembrano d’accordo con lei o, forse, nessuno di loro ha il coraggio di contraddirla conoscendo bene quali sarebbero le conseguenze.
Arrabbiata mi giro verso l’unica persona che non può fingere di non vedermi.
-Harry?-. Lui mi guarda ma, ancora prima che cominci a parlare, guardandolo negli occhi, so già cosa sta per dire.
-E’ pericoloso Ginny. Sono d’accordo con tua madre. Non muoverti da qui-.
Ora sono molto arrabbiata. Tornano dopo mesi e ancora hanno voglia di tenermi chiusa in una campana di vetro.
Mi giro offesa e vado a sedermi su una brandina, dando le spalle a tutta la mia famiglia.
-Ok andiamo!Thonks rimane qui con Ginny!-. Sento Thonks imprecare contro il marito ma non c’è niente da fare. Lui la abbraccia dolcemente ed esce, seguito da Bill e Fleur, dalla stanza.
Lentamente, quasi tutti se ne vanno.
I miei fratelli cercano di darmi un bacio sulla guancia ma io, puntualmente, mi sposto.
Neville si avvicina al mio orecchio. –Tranquilla, mi ricordo tutto quello che devo fare!-. Gli regalo un piccolo sorriso perché, in fondo, lui non ha nessuna colpa.
Sento mamma e papà, alle mie spalle, guardarmi ma decido di ignorarli.
Penso che siano usciti tutti quando vedo Harry inchinarsi di fronte a me.
-Ginny, so che sei arrabbiata. Hai ragione a esserlo. Sono sparito per mesi senza dirti nulla e ora torno e ti faccio chiudere qui ma non posso concentrarmi se so che sei lì in mezzo a rischiare la vita. Non potevo metterti in pericolo mesi fa e non lo farò nemmeno adesso-.
Mi guarda con quei suoi occhioni blu; aspetta che io dica qualcosa ma decido di giocare la carta del mutismo per farlo sentire ancora più in colpa, sperando che poi possa cambiare idea e decida di portarmi con lui.
­-Tu non hai idea di quanto tu sia importante per me. Finito tutto questo, non ci sarà niente e nessuno che m’impedirà di stare con te. Ti prometto che farò qualsiasi cosa per farmi perdonare da te, anche se ci volesse tutta la vita!-.
Faccio fatica a credere a quello che ho appena sentito, ma mi sporgo un po’ verso di lui e gli accarezzo la guancia segnata dal profondo taglio.
Harry non mi aveva mai detto quelle cose prima d’ora e ascoltarle proprio adesso …
Harry si alza, mi posa un leggero bacio sulla fronte e se ne va assieme a Luna.
Sono ancora un po’ confusa da quello che ho appena sentito; una parte di me vorrebbe rincorrerlo per buttargli le braccia al collo e dirgli che l’ho già perdonato ma non so perché rimango incollata a quella brandina.
Penso che Harry abbia ragione. Nonostante tutto quello che provo per lui, nonostante darei la mia vita per salvarlo, una piccola parte di me stessa è arrabbiata con Harry perché non sia mai riuscito a farmi sentire importante, per lui, come avrei voluto.
Però su una cosa ha ragione. Se tutto andrà come spero che finisca, avrà tutto il tempo per dimostrarmi il contrario.
-Nemmeno mio marito mi ha mai fatto una dichiarazione così! E’ molto innamorato di te, sai?-.
Thonks, senza che me ne accorgessi, si è seduta proprio a fianco a me e, con fare materno, mi sposta una ciocca di capelli dietro all’orecchio.
-Immagino di sì!-.
 
 

 
 
Sono passate ormai due ore, continuo a camminare avanti e indietro per la stanza senza fermarmi mentre Thonks è seduta su una poltroncina di pelle, comodamente assorta in una lettura.
Mi sembra d’impazzire.
Che cosa sta succedendo là fuori? Quanto tempo dovrò ancora aspettare qui dentro senza fare niente? E’ iniziata la battaglia? Sono arrivati i mangiamorte?
Sto per lanciare il libro che Thonks ha tra le mani quando un forte rumore rimbomba per tutta la stanza.
Entrambe scattiamo in avanti impugnando la bacchetta ma il rumore sembra provenire da fuori.
E’ come se, di là dalla porta, fosse scoppiata una bomba.
Guardo Thonks in cerca di sostegno ma sembra assorta, anche lei, nelle sue preoccupazioni.
Senza esitare, prendo la decisione che avrei già dovuto prendere due ore fa.
Sfruttando la distrazione di Thonks, mi allontano lentamente senza fare rumori e, poi, con uno scatto di velocità corro verso la porta.
-GINNY NOOOOO!-.
Non mi curo delle urla di Thonks; apro il grosso portone e lo chiudo dietro di me.
Il corridoio sembra tranquillo ma appena volto l’angolo vedo Luna combattere contro un mangiamorte.
Estraggo la bacchetta e colpisco alla schiena il mangiamorte con uno schiantesimo.
Luna si gira a guardarmi e si stupisce nel trovarmi lì.
-Ginny, stavo venendo ad aggiornarti! Perché sei uscita?-.
Non voglio perdere tempo e soprattutto voglio allontanarmi dalla stanza delle Necessità.
M’incammino ma Luna m’intercetta.
-Sono entrati i mangiamorte!Dobbiamo stare attente!-.
Sto per tranquillizzare Luna quando sento la presenza di Thonks dietro di me.
-Ginevra Weasley torna immediatamente dentro-.
Non mi giro neanche e continuo a guardare Luna e il mangiamorte steso a terra privo di sensi.
-No. Qui hanno bisogno di noi. Questa è anche la nostra battaglia ed io intendo combatterla fino alla fine-.
Non sento risposta; sono quasi preoccupata che stia per lanciarmi un incantesimo d’immobilizzazione quando la vedo di fronte a me.
-Hai ragione Ginny. Non ha senso stare qui mentre il castello cade a pezzi. Vado a cercare Lupin. Voi proseguite insieme!-.
Abbraccia me e Luna contemporaneamente, ci bisbiglia un semplice “state attente” e corre giù dalle scale.
Prendo per mano Luna e m’incammino verso ovest, verso la torre di Astronomia.
Mentre ci avviciniamo ai corridoi centrali, i rumori aumentano: gente che urla, vetri in frantumi e muri che tremano.
Gli alunni corrono verso qualsiasi direzione; alcuni sono spaventati e alcuni cercano di ergersi capo della situazione per mantenere la calma.
Quando svolto l’angolo, sento un forte pugno colpirmi sulla faccia; mi accascio a terra e cerco di tamponarmi il sangue che cola sulle mani. Ho la vista appannata e non riesco a vedere l’autore dell’aggressione.
Proprio quando cerco di alzarmi, il mio stomaco è colpito da un fortissimo calcio.
Sono sbalzata all’indietro.
-Ora non fai più la furba, lurida Weasley-.
Mi sollevo appoggiandomi sui gomiti, alzo la testa e vedo finalmente chi mi ha colpito senza indugio.
Tiger.
Ho quasi voglia di ridere.
-Cosa potevo aspettarmi da te? Vedo che ami le competizioni leali. Un ragazzone di oltre cento chili che prende a calci una ragazza di, sì e no, cinquanta. Non te l’hanno insegnata la magia?-.
Lo sento sghignazzare ma anche avvicinarsi prepotentemente.
-Non preoccuparti. Il divertimento deve ancora arrivare!E’ il momento di chiuderti quella boccaccia per sempre!-.
Senza dargli tempo di aggiungere altro, afferro la bacchetta e gliela punto contro.
-Stupeficium!!-.
Anche da accucciata, la mia maledizione lo colpisce dritta al petto e lo vedo schiantarsi contro una colonna di marmo.
Mi alzo tenendomi la costola dolorante premuta con le mani; mi avvicino a lui che, riverso sul pavimento, si lamenta per il dolore.
Afferro la sua bacchetta e mi sposto lontano da lui.
-Vediamo come te la cavi senza magia e completamente immobile!-.
Sono furiosa; aspetto che lui incroci i miei occhi e quando sono quasi sicura che stia per insultarmi, gli spezzo la sua bacchetta in due perfette metà.
Butto quei due pezzi di legno ormai inutili accanto a lui che li guarda ancora incredulo dal mio gesto.
-Goditi lo spettacolo, dolce Tiger. PETRIFICUS  TOTALUS!- pronuncio il suo nome con tutto il disprezzo che ho dentro di me.
Il corpo di Tiger si trasforma in roccia pura.
Aspettavo da troppo tempo, il momento di poter attaccare un po’ anch’io.
Col maglione mi pulisco il sangue rimasto sul mio volto; credo di avere già una costola rotta e un taglio vicino alle labbra ma lamentarmi del dolore non è proprio tra le mie priorità.
Mi guardo attorno notando che vicino a me dovrebbe esserci Luna ma di lei nessuna traccia.
-LUNA! LUNAAA!!-. Corro per i corridoi ma la mia costola protesta a questo eccesso di velocità. Prendo fiato aggrappandomi a un pilastro.
 Aiuto gli studenti più piccoli a sbarazzarsi di qualche inutile serpeverde ma di Luna nemmeno l’ombra.
Scendo giù per vari piani, evitando qua e là qualche maledizione.
Vado verso l’aula di trasfigurazioni per cercare la McGranitt ma da dietro una porta, mi salta davanti a lui.
Non lo avrei mai potuto dimenticare. Mio fratello Bill lo conosce fin troppo bene.
Fenrir Greyback, il mangiamorte- lupo mannaro è proprio qui, davanti a me.
Ha tutta la bocca e i denti sporchi di sangue; chi è stata la sua ultima vittima?
Faccio qualche passo indietro ma lui continua ad avanzare verso di me; le mie mani iniziano a tremare e non riesco più nemmeno ad arretrare perché dietro di me sento il muro di pietra.  Non ho vie di fughe e Greyback mi guarda con quel suo sorriso sadico e perverso.
-E’ da tanto tempo che desidero sapere che sapore ha il tuo sangue!- Vedo i suoi occhi trasformarsi in quelli di un animale affamato; chiudo gli occhi aspettando che lui mi morda da un momento all’altro.
-Avada Kedavra!-.
Quelle semplici parole squarciano il silenzio; ho quasi il dubbio che l’anatema che uccide sia stato indirizzato a me quando sento il corpo di Greyback cadere a terra vicino ai miei piedi, privo di vita.
Apro gli occhi aspettandomi di vedere un membro dell’ordine e invece… resto senza fiato!
Non riesco a credere nei miei occhi.
Proprio davanti a me, in uno dei suoi completi più eleganti, c’è lui!
Draco Malfoy.
 
 

 
Sto ancora tremando contro il muro e faccio fatica a credere ai miei occhi.
Greyback giace inerte ai miei piedi.
Anche Malfoy fissa il cadavere del suo vecchio amico di famiglia ormai morto; sembra disorientato come se non sapesse cosa fare.
Noto che anche il suo volto non è migliorato dall’ultima volta che l’ho visto, alcuni mesi fa. Ha profonde occhiaie intorno agli occhi e sembra ancora più pallido del solito; i capelli un po’ scompigliati ma per il resto è come sempre impeccabile. Con la sua candida camicia bianca e il suo completo nero sembra appena uscito da una lavanderia; non ha proprio l’aspetto di uno che si trova in mezzo a una battaglia.
Prende il mantello legato sulle sue spalle e, piegandosi in avanti, copre il corpo di Greyback e, quando si rialza, i suoi occhi incontrano i miei.
Non so cosa dire e, a quanto pare, nemmeno lui.
-Andiamo via da qui, Weasley!-. Allunga la mano verso di me.
Senza pensarci nemmeno un secondo,ignorando il dolore alla costola,  afferro la sua mano; camminiamo velocemente, per mano, vicino l’uno all’altro, lungo tutto il corridoio e per quei pochi secondi mi sento al sicuro; come se la battaglia non potesse più colpirmi.
Arrivati davanti all’aula di Trasfigurazioni, Malfoy controlla che nessuno ci abbia visto, apre la porta e mi spinge con delicatezza all’interno.
Quando anche lui entra, chiude la porta dietro si sé con un incantesimo e si appoggia alla porta esausto.
Mi ha appena salvato la vita ma fuori da qui c’è una guerra ed entrambi, sappiamo benissimo, che siamo schierati uno contro l’altro. Pensare questo, un po’ mi rattrista.
Malfoy col corpo girato verso il muro, volta un attimo la testa e intercetta il mio sguardo. Rimaniamo lì a guardarci; mi fissa in modo strano come se fosse indeciso tra l’urlarmi contro o…
Sto per chiedergli cosa succede, quando con due veloci falcate Malfoy mi raggiunge e, senza alcuna delicatezza, mi abbraccia forte contro di sé.
Rimango sorpresa per qualche secondo (dalla sua camminata, per un momento, mi ero quasi aspettata che mi stesse per attaccare) ma poi le mie mani si appoggiano alla sua giacca e poso la mia fronte sull’incavo del suo collo.
In questo momento, aggrappati l’uno all’altro, ho una rivelazione, forse sconvolgente o forse no: Malfoy mi è mancato esattamente come tutti gli altri. E ora averlo qui, davanti a me, mi fa tirare l’ultimo respiro di sollievo e non mi sento nemmeno in colpa per questo.
Rimaniamo lì per una quantità di tempo indecifrabile quando sento Malfoy sciogliermi dalla sua presa, fa un passo indietro e noto che la sua espressione è completamente cambiata rispetto a cinque minuti fa.
Continua a guardarmi così intensamente; nei suoi occhi vedo un misto di esasperazione e di soddisfazione. Sento le sue mani posarsi attorno al mio viso mentre col pollice mi massaggia cautamente il taglio vicino alle labbra.
Mi giro leggermente per sentire ancora di più il suo tocco sulla mia guancia.
So chi è, cosa fa e cosa ha fatto ma non ho minimamente paura di lui.
Non sento alcun imbarazzo come se fosse tutto una cosa assolutamente naturale.
Senza lasciare la presa dal mio volto, Draco posa la sua fronte sulla mia; il mio corpo è elettrizzato; sento il suo profumo, il suo respiro su di me. Alzo lo sguardo e rimango incantata a fissargli le labbra.
Sto quasi per allontanarmi ma, poi, tirandomelo più vicino, lo riabbraccio stretto. E’ bello riaverlo qui.
-Ti avevo detto di stare attenta! E ti ritrovo a duellare con un mezzo lupo mannaro!-. Lo guardo e improvvisamente mi sembra che il pericolo sia finito .
-E ora cosa succede Malfoy?-.
Sa esattamente a cosa mi riferisco.
-Combattiamo. Che cosa possiamo fare?-e ritorno alla realtà.
-Tutti i mangiamorte sono qui?- gli chiedo.
Annuisce senza aggiungere una sola parola.
-A proposito, bel lavoro con Tiger e Zabini! Ora sono senza due dei miei uomini di fiducia!-.
Ho quasi voglia di ridere; effettivamente sì, sono molto orgogliosa di quello che ho fatto a quei cretini.
-Ma dai! Sinceramente, cosa te ne fai di due così? Sono completamente inutili!-.
Anche sul suo volto si dipinge un mezzo sorriso.
-A proposito, grazie per avermi salvato la vita! Ora come farai? Se ti scoprono?-.
-In questo momento, sono tutti molto occupati a fare ben altro. Nessuno si accorgerà dell’assenza di Greyback.  E, comunque, stasera, vada come vada, è la mia ultima notte in mezzo ai mangiamorte!-.
Non capisco a cosa si riferisca.
-Cosa intendi?-. Ho quasi timore a conoscere la risposta.
-Se dovessi sopravvivere, voglio andarmene lontano da qua-.
Tutto il mio entusiasmo scompare all’istante.
-Vuoi scappare? Andartene via e basta. Questa è la tua soluzione?-.
Incrocio le braccia al petto e lo guardo in cagnesco. Sento dissolversi la gioia provata fino a un momento fa.
-Quando il signore oscuro vincerà io, non voglio continuare a fare questa vita. Ho deciso. Voglio una possibilità di vivere come desidero. E, per farlo, la mia unica possibilità è andare lontano da qui-.
Mi avvicino a lui in maniera più calma rispetto a prima.
-Ti è mai sfiorata l’idea che il tuo signore oscuro, stanotte, potrebbe anche perdere?-.
Dalla sua espressione capisco che lui la ritiene una possibilità molto rara.
-E anche se fosse, che dovrei fare? Finire ad Azkaban? Sono un mangiamorte! C’è già una cella pronta che mi aspetta col mio nome sulla porta! Io non ci voglio finire lì dentro!-.
Scrollo la testa.
-Non è vero! Tu non finirai i tuoi giorni ad Azkaban! Ci finirà tuo padre, tua zia, i tuoi cari amici ma non tu! Tu non sei come loro! Se capiranno quello che sei veramente, tutti ti daranno un’altra possibilità!-.
Non sembra convinto dalle mie parole.
-E chi sono, Weasley?-. Si passa una mano in mezzo ai suoi capelli scompigliati.
-Sai benissimo chi sei!!-.
Vorrei quasi andarmene e lasciarlo qui da solo ma mi viene in mente che questa potrebbe essere l’ultima volta che ci vediamo e quindi mi fermo lì, ancora immobile, a fissarlo.
-Ti sono mancato, Weasley?- mi chiede con quel tono che tanto mi mancava.
-Tanto quanto sono mancata io a te!!- Malfoy alza una mano e mi tappa la bocca.
-Devo dirlo! E lo dirò tutto d’un fiato e non voglio che tu m’interrompa!- Mentre parla, sembra quasi che stia provando dolore. –Ti ho odiato per così tanto tempo, ho sperato che tu e tutta la tua famiglia poteste scomparire dalla faccia della terra ma in questi ultimi mesi, nonostante la tua lingua biforcuta e la tua capacità di farmi infuriare, ho completamente dimenticato tutte le ragioni per cui ti ho odiato in questi anni!. -.
Interrompe il discorso, chiude gli occhi come se stesse scacciando dalla mente un bruttissimo pensiero.
-Perché non riesco a smettere di pensare a te?- allontana la sua mano dalla mia bocca ma io rimango ancora incapace a dire anche una sola parola.
Non so cosa rispondere; ripeto nella mia mente le sue ultime parole. Lui sembra veramente nel pieno di un suo conflitto interiore. Non so cosa aggiungere e nemmeno credo di aver capito bene quello che mi ha detto… o, forse, probabilmente sto solo facendo finta di non capire.
Mi strofino gli occhi con le mani per cercare di ritrovare la lucidità per focalizzarmi sulla questione principale.
-Malfoy, non pensiamoci adesso! Abbiamo altre priorità adesso … -.
-La priorità sarebbe Potter?- mi fulmina con lo sguardo.
-No!- rispondo esasperata –La priorità è quella di sopravvivere a questa notte … sopravvivere entrambi!!-.
Rilassa visibilmente le spalle.
-Weasley, penso di essere ossessionato da te … -.
Prima che possa dire qualcosa che potrebbe portarci ad una situazione irreversibile, vado verso di lui e gli poso la mia mano sulle labbra.
-Sshhh! Non dire più niente! E’ un momento complicato per entrambi. Adesso, abbiamo qualcosa di più importante di cui occuparci. Dobbiamo uscire da qui … vivi! Entrambi! Chiaro?-.
Lui annuisce ed io sposto la mia mano.
Questa, ora, è la nostra unica priorità.
-Io devo tornare dalla mia famiglia!- gli dico sottovoce.
Lui afferra la mia mano e la intreccia con le sue.
-E da Potter… -. Pronuncia quel nome quasi schifato.
-Anche …  ma ciò non vuol dire che non ci sia posto per te nella mia vita. Voglio solo che tu sappia che se decidessi di cambiare idea e volessi restare, farò di tutto per aiutarti-.
-Non ho bisogno di te!- Il suo sguardo si fa di nuovo cattivo.
-Peccato! Io ne ho avuto bisogno di te! E tu mi hai aiutato! Non mi potrò mai dimenticare di quello che hai fatto per me!-.
-E se decidessi di restare, dovrei abituarmi  all’idea di te e Potter, di nuovo assieme? E accontentarmi di essere un conoscente?-. Mi guarda come se quella fosse la più grande eresia che abbia mai sentito.
Francamente non so nemmeno cosa capiterà da qui a un paio di ore, non riesco nemmeno a immaginare che tutta la mia vita torni alla mia vecchia normalità.
-Non ho idea di cosa succederà da qui a un paio d’ore! Se tu decidessi di restare, potresti rifarmi questa domanda più avanti?-  e’ l’unica cosa che ha un senso. Non voglio pensare che questa sia l’ultima volta che io lo vedo.
Malfoy lascia la mia mano e si sistema la giacca.
-Beh Weasley … non so quale siano le tue intenzioni ma io non mi accontenterò di qualche sorriso di nascosto in qualche corridoio o di una pacca sulle spalle!-.
Non termina nemmeno di pronunciare l’ultima parola che sento le sue labbra sulle mie.
Un bacio semplice e dolce ma allo stesso tempo profondo. E’ un contatto breve ma così intenso.
Mentre continua a baciarmi sento le sue mani sul mio volto e quando sto per allontanarmi, è lui il primo a fermarsi; si ferma a guardarmi  un’ultima volta e, senza aggiungere altro, esce dall’aula.
Rimango impalata con i miei mille pensieri, con ancora il suo profumo addosso e con le sue parole che mi rimbombano nella testa e cerco di entrare nella consapevolezza che questa, forse, è stata l’ultima volta che ho visto Draco Malfoy.
Dentro di me si sta formando il rimorso di non essere riuscita a dire qualcosa in più ma lo ricaccio indietro; lui è forte e molto furbo, troverà il modo di cavarsela.
Prendo la mia bacchetta da sotto il maglione ed esco anch’io da quell’aula che tante cose ha visto e sentito, pronta ad affrontare il mio destino.
 
 

 
Lord Voldemort morì alle 6:57 del 22 maggio, esattamente sette giorni fa.
Le vittime della battaglia furono più di un centinaio, i cadaveri furono rispediti alle loro legittime famiglie per avere una degna sepoltura.
Il ministero della magia fu sciolto quella mattina stessa; tutti i dipendenti sospettati di aver avuto rapporti con i mangiamorte furono licenziati e rimandati a nuovo giudizio di fronte alla corte del Wizengamot.
Kingsley divenne il primo ministro della magia solo un paio di ore dopo il termine della battaglia e come suo primo atto ufficiale ordinò l’arresto di tutti i mangiamorte catturati.
Ad Azkaban entrarono ben sessantasei nuovi detenuti anche loro in attesa di sapere la loro pena definitiva.
Solo quattordici sono riusciti a scappare un attimo prima che cominciasse lo scontro finale e nell’elenco compare la famiglia Malfoy al completo.
Severus Piton fu seppellito a fianco alla tomba di Silente dopo aver avuto l’ultimo saluto, tanto meritato.
M’infilo gli occhiali e mi guardo allo specchio. Questa profonda felicità, per essere riusciti a sconfiggere Voldemort e per esserci ripresi le nostre vite, è attenuata dal grande dolore che ha colpito me e la famiglia dei Weasley.
Abbiamo perso molte persone ma sicuramente le perdite più traumatiche sono state quelle di Fred, di Lupin e di Thonks. I funerali delle vittime sono stati strazianti; il pianto dignitoso della famiglia Weasley che contrastava con la disperazione della famiglia Thonks.
Cerco di farmi forza e di darne un po’ anche ai Weasley sostenendo che ora sicuramente si trovano, in un posto molto più bello di questo, tutti assieme, a ridere di noi per qualche battuta di Fred.
Scendo delle scale e arrivo al primo piano della tana; entro nella cucina e vedo la signora Weasley impegnata dietro ai fornelli.
Non si accorge della mia presenza dietro di lei; la guardo e devo ammettere che è la persona che sta dimostrando, meglio di tutti, come si affronta, il dolore di aver perso un proprio caro.
Proprio lei che ha perso un figlio.
-Signora Weasley…-.
Molly si gira sorpresa dalla mia voce.
-Harry caro… come mai sveglio così presto?-.
-Ho una piccola faccenda da risolvere a Hogsmeade. Gli altri?-. La signora Weasley si siede su una sedia attorno al tavolo.
-Dormono tutti. Hermione stanotte è di nuovo sgattaiolata nella camera di Ron, Percy e Fred non litigano da quasi dieci ore e Arthur è andato al ministero-.
Francamente sapevo già tutto mentre l’unica persona su cui volevo essere aggiornato, Molly, non l’ha nemmeno nominata.
-Se Ginny dovesse svegliarsi le dica che tornerò al massimo fra un’ora-.
Molly si alza, cerca di pettinarmi i ciuffi ribelli dei miei capelli e mi da un buffetto sulla guancia.
-Stai tranquillo Harry. Lo sa che non andrai da nessuna parte-.
Abbasso lo sguardo, un po’ sconfortato.
-Farei qualsiasi cosa per Ginny. E’ la cosa più importante che io abbia!-.
Molly sembra commuoversi.
-Anche lei è fortunata ma noi di più, ad averti nella nostra famiglia! Ora vai se non vuoi fare tardi!-.
Le sorrido ed esco dalla tana incamminandomi verso il viottolo ghiaioso.
Ci mancava solo questa stamattina; mi scoccia lasciare i Weasley, Ginny più di tutti, in questi giorni ma quando ho ricevuto il gufo, due giorni fa, ho deciso di fare un’eccezione.
Appena qualche metro più in là mi smaterializzo direttamente all’interno della Stamberga Strillante.
Entro nella camera dove ho visto Peter Minous per la prima volta e appoggiato alla finestra, vedo il mittente della lettera.
-Sei in ritardo Potter!- il suo tono è molto lesivo al mio sistema nervoso.
Si volta e finalmente lo vedo in faccia.
-Tre minuti di ritardo. Quale grave crimine!-. Non voleva essere una provocazione ma una semplice battuta ma Draco Malfoy sembra averla recepita molto diversamente.
-Veniamo al punto. Hai letto la lettera, no?-. Mi limito ad annuire. –Bene. Voglio delle garanzie da te. Ora!-.
Mi costa fatica dire quello che sto per dire ma sento che è la cosa più giusta da fare. Lui non mi è mai piaciuto ma non posso negargli quello che mi ha chiesto.
-Va bene. Parlerò con Kingsley e gli racconterò tutto. Racconterò la verità: che mi hai protetto a Malfoy Manor, che hai abbassato la bacchetta quella sera sulla torre di Astronomia con Silente, e dirò anche che tua madre mi ha coperto nella foresta proibita. Testimonierò che non ti ho mai visto usare maledizioni senza perdono contro di noi.  Ho parlato con tutti gli altri e sono certo che non ci saranno problemi. Se ti costituirai spontaneamente, Luna, Neville e Ginny testimonieranno tutti a tuo favore-. Vedo Malfoy abbassare la testa e il suo volto incupirsi impercettibilmente.
-Cosa ti ha raccontato la Weasley?-. Sembra impaziente nel sapere la mia risposta.
-Tutto. Che le hai evitato un paio di punizioni e che hai ucciso Greyback per evitare che la mordesse. Mi ha raccontato tutto!-.
Senza motivo, scoppia a ridere.
-Tutto eh?!!?-. non smette di  sghignazzare anche se non capisco il nesso logico alla sua risata.
-Che cosa ti diverte tanto, in questo momento?-. Smette di ridere e torna a fissarmi; non fa nessuno sforzo per  nascondere il suo disprezzo verso di me.
Non c’è nulla da fare. Nonostante si sia comportato in modo quasi leale nei miei confronti e, nonostante io gli abbia salvato la vita, un paio di volte, non troveremo mai un punto di unione tra di noi.
-Nulla Potter. Affari miei!-.
-Bene, anche perché non ho tempo da perdere. Devo tornare alla tana. Allora, siamo d’accordo?-.
Gli porgo la mia mano e lui, dopo qualche secondo di esitazione, me la stringe con forza.
-Andrò subito a costituirmi al ministero, entrerò ad Azkaban e spero che tu non abbia avvisato nessuno delle mie intenzioni-.
-Sai Malfoy, non mi sarei mai aspettato questo tipo di decisione da parte tua. Sembri diverso rispetto all’anno scorso. Più adulto. E comunque nessuno ne è a conoscenza, nemmeno Ron e Hermione-.
Malfoy sogghigna maliziosamente. Quando fa così, lo trovo ancora più fastidioso.
-Prima o poi, anch’io dovevo crescere!   Patti chiari però Potter. Il mio processo deve tenersi al più presto. Non voglio marcire lì dentro. Io dirò tutto quello che so, rinuncerò a Malfoy Manor e accetto tutte le perquisizioni e i sequestri necessari ma il resto della ricchezza è mia. Solo mia!-.
-Non temere, tornerai presto a essere il signor Malfoy. A proposito, condoglianze per la perdita di tua zia. Tua madre sarà distrutta dal dolore -.
-Tutti sopravvivremo benissimo alla sua dipartita e poi mia madre ha deciso di seguire mio padre e, a meno che non vengano catturati, non penso che li rivedrò tanto presto!-.
Mollo la presa della sua mano e m’incammino verso l’uscita.
-C’è una cosa però che non capisco. Potevi scappare ovunque e goderti i tuoi soldi dall’altra parte del mondo. E invece fra un paio di ore sarai ad Azkaban. A quale scopo tutto ciò?-.
Lui va verso la finestra, afferra il suo mantello nero, e mi passa davanti per uscire dalla Stamberga; sono convinto che non voglia rispondermi; prima di sparire dalla mia visuale, torna a prestarmi la sua attenzione.
-Avrei tanto voluto andarmene ma … - si guarda attorno, forse, in cerca delle parole giuste –C’è qualcosa che mi tiene legato a questo posto!  Ci vediamo presto Potter!-.
 Abbassa la testa in segno di saluto e se ne va.
Mentre esco anch’io, con direzione la tana, mi sorge spontaneo chiedermi cosa possa essere così interessante da spingere Malfoy a farsi arrestare?
In fondo questi non sono affari miei e, una volta concluso il processo, io e Malfoy non avremo più nulla da spartire.
Ora c’è solo una cosa che m’interessa.
Ginny.
 
 
 
Se solo avessi saputo quanto erano sbagliate le mie previsioni.
 

 
 
 
Eccociiiiiiiiii! Voglio assolutamente le vostre opinioni. Prima di postarlo, l’ho riletto e devo ammettere che mi sono particolarmente emozionata.
Fatemi sapere le vostre critiche sia positive sia negative!
Baci
 
  
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