Nota: e siamo a 35 su 50, in qualche modo vedo la luce in fondo al tunnel. Che poi, mi sta dispiacendo troppo usare queste drabble per questa raccolta, perché in realtà ne sono abbastanza soddisfatta e mi spiace un po’ vedere come sono malcagate (e comunque è solo colpa mia, così imparo ad aspettare sei anni per finire le cose).
 

 
 

Sorrento non ha mai avuto dubbi nella sua vita, la volontà di Poseidone doveva essere anche la sua volontà, le scelte del suo dio dovevano diventare le sue scelte; non c’era spazio per l’individualità, per i sogni, per desideri futili e momentanei.
Non ha mai capito i cavalieri come Orion, disposti ad andare contro gli ordini della loro stessa regina per un ideale superiore, per quella che loro definivano giustizia. Cos’era la giustizia se non la giustizia divina? E chi aveva diritto di amministrarla se non gli dei? Non comprende dunque il tradimento di Kanon, così come non aveva compreso il tradimento di Orion. L’unica cosa che capisce, che lo trafigge come una lama lacerando ogni sua consapevolezza, è che è stato ingannato.
Sorrento non si è mai posto domande.
Alla fine è stato manipolato come un burattino e la sua volontà si è persa nel blu dell’oceano.