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Autore: hes everything    24/11/2014    2 recensioni
"Comunque, non sono qui per parlare di quanto sia schifoso morire di cancro, né di quanto vorrei ancora poter vivere, ma, piuttosto, sono qui per lasciare qualcosa di me. Qualcosa che sia vivo, che in qualche modo ricordi chi ero prima della diagnosi una volta che me ne sarò andato.
E allora, parlerò di Louis.
Perché è tutto ciò che di vivo in me rimane."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordati di me


 
 
27 Ottobre 2013.
 
Il giorno della tanto attesa operazione mi svegliai sudato, la t-shirt perfettamente aderente al torace; uno sguardo alla finestra per rendermi conto di essere in piedi prima dell’alba.
Provai a riaddormentarmi, ma ogni tentativo fu vano: l’immagine di un bisturi faceva capolino nella mia sovraccaricata mente, alternandosi solo al soave – ma altrettanto doloroso – viso di Louis.

Così, maledicendo la natura umana e la sua facoltà di pensiero, mi alzai, e zoppicando andai in cucina a bere qualcosa. A cucinare non ero male, ma con i caffè avevo ancora qualche difficoltà: per qualche assurda ragione i miei erano sempre acquosi ed insapore. Ma – sarà stata l’ansia dell’operazione – per una volta non ci feci caso. E, comunque, non fu la caffeina a svegliarmi, quella mattina: l’iPhone vibrò a pochi centimetri da me, e lo afferrai con uno scatto repentino della mano.

“Non voglio stare lontano da te. Non ce la faccio. Va bene tutto, davvero, anche il tumore.”

Louis.

Il mio cuore sussultò.

Mi sentivo esageratamente felice, considerato che da lì a poco sarei stato sotto i ferri. E per un momento quella inquietante prospettiva mi balenò nuovamente nella mente sovraeccitata, ma il campanello di casa la mise a tacere.

Mi alzai ed andai ad aprire, ma, lo giuro, nemmeno nei miei sogni più selvaggi avrei immaginato che, sull’uscio di casa mia, in pigiama, con un sorriso troppo largo per il suo volto sottile ed una rosa in mano, si sarebbe potuto trovare Louis Tomlinson.

“Mi scusi, è forse questa l’abitazione del ragazzo più sexy d’Inghilterra? Sa, l’amore della sua vita lo sta disperatamente cercando.” L’ironia era sempre lì, accompagnata da quella tenera lucentezza degli occhi.

E mi ritrovai tra le sue braccia senza accorgermene.

Stavo lì, con le mani che gli stringevano le spalle, il volto premuto sul suo collo, l’odore del suo shampoo forte nelle narici. E me lo immaginavo con gli occhi socchiusi, le labbra distese, leggermente in punta di piedi per raggiungermi.

Sciolto l’abbraccio, arrivarono le scuse da entrambe le parti.

“Ascolta, Louis, mi devi scusare; non ti ho detto niente perché volevo farmi amare per quello che sono.”

“Ma io ti avrei amato lo stesso, proprio come sto facendo ora.”

“Mi ami ora perché hai avuto modo di amare il me sano – o, almeno, il me che credevi sano. Ma, se te lo avessi detto sin dall’inizio, la nostra conoscenza sarebbe stata invasa da una scomoda punta di compassione.”

“Non sei un ragazzo da compatire, credi a me. Non lo sei per niente.”

“Qualunque cosa io sia, sono contento che tu sia tornato.”

“Non me ne sono mai andato. Tecnicamente è così: insomma, la nostra fantomatica rottura è durata solo per una notte!” Risi rumorosamente, sistemandomi una ciocca di capelli.

“Per quel che mi riguarda, è sembrata un’eternità. Hai riflettuto?”

“Sapevo sin dall’inizio che sarei restato, volevo fare solo la parte della primadonna in preda ai dubbi d’amore. Io non me ne vado.”
E qui un “imbecille” misto ad un “sei la creatura più dolce su questo pianeta” mi passarono per la mente. A ragione.

“Mi stai maledicendo?” L’aria beffarda e le mani nelle tasche grigie del pigiama lo rendevano irresistibile.

“Io? Come potrei mai, mio amato Romeo?”

Altra risata e, come i due amanti di una scadente telenovela per cinquantenni, un bacio pieno di passione. Sentivo la sua barba pungermi contro il volto e le sue mani muoversi freneticamente intorno al mio collo.
Poi, proprio come in una di quelle sopracitate telenovela, qualcosa rovinò tragicamente il momento: mia madre che mi guardava incredula dalle scale. Una brusca separazione e l’imbarazzo di una situazione scomoda piombò su di me ed il mio amato.

“Harry? HARRY?” Lo sconcerto nei suoi occhi azzurri era chiaramente leggibile.
Ora, non pensate che mia madre sia un’omofoba, anzi! Ha accettato e supportato la nostra relazione. E’ stata semplicemente colta di sorpresa, ecco: insomma, non è certo normale vedere il proprio figlio malato di tumore e prossimo ad un’operazione baciare con foga un altro ragazzo sull’uscio di casa alle sei e quarantacinque minuti del mattino.

“Mamma, ti posso spiegare.”

“Sei gay?”

Un rapido sguardo a Louis, un cenno col capo e la mia risposta pronta e naturale “Sì, sto con Louis.”

Mia madre scese le scale barcollando, mi mise due mani sulle spalle e mi guardò dritto negli occhi “Harry, Dio mio, sei sicuro di quello che fai? Voglio dire, lo ami?”

“Mamma, tu ami me? Ecco, io amo Louis.”

“Sicuro?”

“Sicuro.”

“Ti dò la mia benedizione, allora.”

E poi un abbraccio a sciogliere la tensione. Ora, voi vi chiederete: può essere questa la reazione di una madre che scopre l’omosessualità del figlio? Sì, se il giovane in questione è un malato di tumore che sta per operarsi e non sa se sopravvivrà. Probabilmente se mi avesse negato questo piacere della vita e poi fossi morto sotto i ferri non se lo sarebbe mai perdonato ed avrebbe passato il resto della vita a piangere lacrime amare su un cuscino con sopra la mia faccia.

Comunque, nonostante l’imbarazzo iniziale, mia madre accettò di buon grado Louis, non fece domande troppo indiscrete e preparò la colazione per entrambi. Poi, l’ora X si avvicinò ed i nervi tesi riaffiorarono nuovamente.

Mamma vagava per la casa col borsone, i capelli arruffati ed il tic all’occhio che faceva capolino in quelle che definiva Situazioni Critiche; io stavo sdraiato sul divano a fissare il soffitto con aria assente, la mano penzoloni stretta in – guarda caso – quella di Louis. L’indice ed il medio tamburellavano sul mio dorso, mentre col pollice mi accarezzava il palmo.

“Harry, amore, è tutto pronto. E’ ora.”

Era ora.

Mi alzai dal divano ed infilai le Converse, mentre Louis recuperava le chiavi della macchina e la giacca.

“Vieni con noi?”

“Grazie, Signora Styles, ma non vorrei essere di disturbo.”

Mia madre mi lanciò un’occhiata maliziosa “A quanto pare, non lo sei. Sali a bordo.”

Il viaggio fu tranquillo: avevo la testa appoggiata sulla spalla di Louis, mamma che già piangeva ripetendo che sarebbe andato tutto bene e Hey There Delilah alla radio. Poi, l’arrivo in ospedale ed il fatidico momento si fece tragicamente reale.

Io, ad essere onesto, non sentivo niente. Voglio dire, non ero certo felice, ma nemmeno addolorato o spaventato. Era come se tutto stesse accadendo ad un estraneo, come se io non fossi solo protagonista, ma anche spettatore. Mi sentivo come Nick Carraway in Gatsby: ero dentro e fuori. E mi andava bene così.

Ero disteso sul lettino, l’infermiera pronta a condurmi in sala; mamma aveva finito di ripetermi per la millesima volta quanto mi amasse e che sarebbe andato tutto alla grande e che mi voleva bene. La voce era spezzata, ma sorrideva. Ed io le accarezzavo flebilmente la mano, ripetendole di stare tranquilla o si sarebbe disidratata. Mi scoccò un ultimo bacio e si asciugò le lacrime “Vi lascio un attimo soli. Ti voglio bene, tesoro, tanto.”

“Anche io, mamma.”

Louis si avvicinò a me con un’aria a metà tra lo spaventato ed il pianto “Allora è proprio vero.”

Gli sorrisi mestamente, quanto bastava per mettere in mostra le fossette “Già, è così. Vorrei darti di più, mi dispiace.”

Scosse la testa, una lacrima che gli correva lungo il volto stanco “Mi basta, sul serio.”

“Dammi un bacio.”

Ricordo solo le sue lacrime che mi bagnavano le guance, e poi, mentre già entravo in sala, la sua voce che mi prometteva di esserci fino alla fine.

Dio, Louis, hai mantenuto la tua promessa dannatamente bene. 

 
/but I don't regret falling for you/


HEY THERE!!!

Terzultimo capitolo e stento ancora a crederci! Ci siamo quasi, il viaggio iniziato tre mesi fa è ormai al termine e voglio davvero ringraziare tutti coloro che hanno letto "Ricordati Di Me", recensito, apprezzato e criticato. Il vostro contributo è stato di vitale importanza, sul serio.

Ad ogni modo, vi ho appena donato il mio capitolo preferito in assoluto e mi pare d'essere stata appena privata di un organo vitale (un polmone o poco più).

Un bacio,
C.

 
  
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