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Autore: Linx93    25/11/2014    1 recensioni
Quando hai passato gli ultimi anni della tua vita a lottare, alla fine della guerra, cosa rimane nella tua vita?
Quando perdi coloro a cui vuoi più bene, cosa rimane nel tuo cuore?

La grande guerra dei ninja è finita da qualche giorno, Naruto e Hinata affrontano la perdita e i cambiamenti che le loro vite devono sostenere. E il dolore, che irrimediabilmente li unisce, sarà lo strumento del loro avvicinamento.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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NICE DREAM

"They love me like I was a brother
They protect me, listen to me
They dug me my very own garden
Gave me sunshine, made me happy"


Era un sogno bellissimo. Era stesa su un campo circondata da girasoli, Naruto accanto a lei, le loro mani intrecciate. Non facevano nulla di che, ma quella sensazione di serenità le scaldava il cuore. In quella realtà onirica non v'era tristezza, nè rancore, nè rimpianti. In maniera diversa dallo Tsukiyomi, quasi autentica, paradossalmente, nella sua surrealità. La presenza di Naruto le sembrava così reale. Nel sogno, il suo viso si avvicinava lentamente al suo, pronto a coprire ogni distanza tra loro due.
Socchiuse gli occhi e un raggio di sole la accecò. Riuscì a vedere il volto di Naruto davanti a lei. Era vero o irreale? Non riusciva a capirlo, ma era così bello...
Si svegliò di soprassalto, i sensi allertati da un rumore di passi. Aprì infine gli occhi, triste di essere stata strappata a quel sogno meraviglioso. Nessuno oscurava la sua visuale, ma le sembrò di sentire nell'aria un vago odore di Ramen.


Qualche ora dopo, Naruto si rigirava come impazzito nel futon. Una volta uscito dalla tenuta degli Hyuuga, era corso verso casa, passando il resto del pomeriggio a seguire un cerchio immaginario nella sua stanza, aveva consumato una cena veloce e infine si era infilato sotto le coperte, sperando che almeno nel sonno avrebbe trovato pace. Ma non fu così.
Cosa stava per fare? Cosa gli era saltato in mente?
In 17 anni di esistenza, innumerevoli battaglie, nemici affrontati, mai si era sentito così disperato e combattuto. Cos'era stata quella forza, potente e misteriosa, che lo aveva quasi portato a baciare Hinata, all'improvviso, e mentre per giunta lei stava dormendo? Avrebbe voluto strapparsi i capelli, nascondersi per sempre per la gigantesca stupidaggine che stava per fare.
Quel profondo, inarrestabile desiderio che aveva provato era ancora vivo, latente dentro di sè. Soffocato, ma ancora vivo e insoddisfatto.
Non lo lasciava dormire, non lo lasciava pensare. L'immagine delle labbra rosee di Hinata era ancora vivida, quasi luminosa, nella sua mente. Avrebbe dovuto baciarla? Anzi, avrebbe voluto? Non lo sapeva, e non riusciva a far ordine nella sua mente. Si chiese se mai un simile desiderio l'avesse accarezzato prima, non solo con Hinata, ma anche con Sakura. La risposta, lo sapeva, era no. Per quanto avesse sempre pensato di essere infatuato di Sakura, mai aveva provato a baciarla, era semplicemente qualcosa che sentiva talmente lontano da sè che non prendeva neanche in considerazione. E quel pomeriggio, senza nemmeno che se ne accorgesse, stava per farlo.
Perchè? Perchè adesso? Cos'è cambiato?
Oh, tutto era cambiato.

Quando finalmente si addormentò, la notte scese accompagnata da Hinata, nei suoi sogni, che continuava a ripetergli che lo amava, che se avesse voluto quel bacio lo avrebbe accettato, che non sarebbe dovuto scappare via. Lui, disperato le rispondeva che era stata lei per prima a scappare, e la figura onirica della ragazza scompariva.
Si risvegliò sudato, tutt'altro che riposato, con un unico pensiero in testa: doveva vedere Hinata.


 
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Per quanto Hanabi potesse sembrare giovane e inesperta, sapeva il fatto suo. Aveva passato le ultime settimane chiusa nella grande tenuta della sua casata, attendendo il ritorno dei suoi familiari, senza poter fare praticamente nulla. Aveva perso uno di loro, ma si era già preparata a una tale eventualità. Era pragmatica, convinta che il raggiungimento della pace chiedeva e pretendeva un prezzo da pagare. Per gli Hyuuga, era stato quello.
Ciò che la proccupava di più, era la sorella. Non che fosse mai stata una persona molto aperta, ma da quando era tornata, le piccole conquiste che aveva ottenuto negli ultimi anni nel suo comportamento, erano state come spazzate vie. Stava quasi sempre chiusa in camera sua, o seduta su una della panchine nel porticato a fissare il vuoto. Se le parlava rispondeva a malapena, mangiava come un uccellino. Alla fine, finito l'ennesimo pranzo in cui era rimasta a guardare attraverso il piatto, senza la minima intenzione di mangiare, decise di parlarle.
Aspettò che tutti fossero tornati alle loro mansioni e, dopo uno sguardo di intesa scambiato col padre, andò verso la porta della sua camera. Entrando, l'oscurità la avvolse: le tende erano completamente tirate e dovette attivare il byakugan per riuscire a vedere la sorella, che trovò avvolta tra le coperte, in un angolo della stanza.
«Hinata.. cosa fai?»chiese in un sussurro. La ragazza sussultò, come se non si fosse accorta fino a quel momento della presenza della sorella.
«Scusami Hanabi.... non sto molto bene, puoi lasciarmi un po' sola?» rispose la Hinata, la voce spezzata. Per tutta risposta, la ragazzina le si sedette accanto. Non aveva intenzione di allontanarsi da lei, non in quel momento.
«Hinata, ti prego... siamo tutti preoccupati per te, nostro padre non sa più cosa fare» sollevò una mano verso la sua testa, accarezzandole i capelli. Hinata piegò leggermente la testa verso di lei.
«Non preoccupatevi, sono solo stanca. Mi riprenderò». Nella penombra, Hanabi vide l'accenno di un sorriso sul volto della sorella.
«Non mentirmi. Non puoi farlo. So che stai tutto il giorno a pensare a Neji, non so cos'altro ti passi nel cervello, ma questo deve finire. Non siamo arrabbiati con te, non lo saremo se ti farai aiutare. Ormai è tutto finito, la guerra, tutto... Tutti si stanno rialzando, stanno lavorando, e devi farlo anche tu. Torna in te, ti prego!»
A questo punto Hinata non potè ignorarla: sentì un singhiozzo e con stupore si accorse che la sorella stava piangendo.
«Oh Hanabi... Non piangere, non devi farlo» disse, col cuore spezzato.
«Hinata... Mi manchi. Sai cos'è voluto dire aspettarvi, aspettarti, per tutto questo tempo senza sapere cosa steste facendo, se foste vivi... Ero così felice quando siete tornati, volevo riprendere tutto il tempo perso, apprezzare in toto la tua compagnia, ma da quel momento forse sono stata anche peggio. Neji non c'è più, e tu sei come un fantasma. Ti prego, torna davvero» disse, tra un singhiozzo e l'altro.
Hinata sentì il cuore stringersi dolorosamente nel petto. Cosa stava facendo? Aveva già perso suo fratello, e ora solo per colpa sua stava per perdere sua sorella. La abbracciò teneramente, avvolgendo la sorella tra le sue coperte. Una nuova verità la fulminò, improvvisamente. Lei era lì per un motivo. Era lì per stare con sua sorella, per poter costruire per e con lei un futuro. Era lì per suo padre, per prendere la sua eredità. Era lì per i suoi amici, per tutto il villaggio. Anche Naruto l'aveva pensata, ed era quasi sicura che la visione di quella mattina non fosse così irreale.
«Sorella mia... Grazie.»
Non era sicura se quello sarebbe bastato a lavarle via il senso di colpa che le ottenebrava l'animo, ma almeno le aveva dato un nuovo monito per rialzarsi e riprendere in mano la sua vita. Si alzò e, lanciando un ultimo sguardo alla sorella, uscì.


 
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Naruto quella mattina decise di andare ad aiutare Sakura e gli altri ninja medici all'ospedale, approfittandone per fare un altro controllo alla protesi che da poco gli era stata messa. Sapeva che doveva rivedere Hinata, ma pensò che tenersi impegnato per un po' lo avrebbe aiutato a fare chiarezza dentro di sè. L'ospedale era un via vai di persone, tra pazienti infortunati più o meno gravemente e coloro che andavano a visitare i familiari in terapia intensiva. La guerra aveva preso qualcosa a tutti: a chi parenti, mogli, mariti e figli, a chi una gamba, un occhio o, come nel suo caso, un braccio. Entrando in quella struttura però, non potè fare a meno di sentirsi felice: tutti lo salutavano calorosamente, gli sguardi pieni di gratitudine e di speranza. Per quante persone erano morte per lui, si rese conto, ce n'erano altrettante che erano lì grazie a lui. Il pensiero lo colpì come un pugno in faccia, e per la prima volta, dopo quei giorni di malinconia, accolse quel pensiero felice nel suo cuore.

Trovò Sakura nel suo studio, intenta a compilare le cartelle cliniche di alcuni pazienti.
«Sakura-chan! Disturbo?» salutò l'amica. «Non ho molto da fare e pensavo di poter essere d'aiuto...»
Sakura alzò lo sguardo.
«Grazie mille, ma stavo giusto per andare in pausa, oggi la situazione è abbastanza tranquilla per fortuna» sospirò, sollevata. «Ti controllo la protesi e usciamo un po', ti va?».
Naruto le sorrise, avvicinandosi. Dopo il controllo di routine - la protesi per fortuna non gli faceva più male e per quanto gli sembrasse strano avere un nuovo braccio, cominciava ad abituarcisi – uscirono. Sakura divorò un panino, affamata com'era, e tra un boccone e l'altro chiese a Naruto se avesse parlato con Hinata. «Ancora no.. » sospirò, indeciso se raccontarle o meno di quel che era successo il giorno prima.
«Quindi? Cosa aspetti? Sei insopportabile quando sei così indeciso!!» sbottò la kunoichi.
«Ieri... è successa una cosa... » velocemente le fece un resoconto del breve tempo che aveva passato nella tenuta degli Hyuuga. Mentre lo faceva, si rese conto della velocità a cui il suo cuore stava battendo, arrossì e si chiese se Sakura non lo avrebbe trovato spregevole per ciò che aveva fatto, anzi, che stava per fare. «Sakura-chan, ti prego non fraintendermi. Non l'avrei mai baciata mentre dormiva, ma davvero non so cosa mi è preso! Non so quel che desidero...» concluse, affranto.
Sakura lo guardò stupita. Davvero Naruto era stato capace di una cosa del genere? Nella sua mente l'immagine del ragazzino ingenuo e imbranato e quella del ragazzo che gli stava davanti, confuso dal suo desiderio, non riuscivano a coincidere.
«Naruto, credo che in fondo i tuoi sentimenti per Hinata siano più intensi di quanto pensassi. E suppongo sia normale, lei ti ha sempre amata così tanto e tu l'hai sempre voluta proteggere. Forse anche tu provi lo stesso, ma in questi anni eri troppo immaturo per capirlo.» gli sorrise dolcemente, sentendosi come una sorella maggiore che da consigli d'amore al fratellino.
Naruto arrossì, abbassando gli occhi. Stava davvero succedendo questo? Possibile che si fosse innamorato senze rendersene conto? Ripensò a tutte le attenzioni che Hinata, anche indirettamente, gli aveva riservato in quegli anni. Ripensò alla dichiarazione, al funerale, alla conversazione che avevano avuto e ai sogni che lo accompagnavano ogni notte. Pensò alla figura di Hinata, così bella e delicata nelle sue forme generose, il suo viso dolce, i tratti armoniosi.
Sakura interruppe il filo dei suoi pensieri. «Ora scusami, ma devo proprio tornare a lavorare, ho un sacco di cartelle da compilare! In bocca al lupo!» aggiunse, con uno sguardo ammiccante.
Dopo averla salutata, Naruto andò verso le vie del villaggio brulicanti di negozi, pensando a come prepararsi per quando e se avrebbe incontrato Hinata.


Hinata camminava per le strade del villaggio. Dalla fine della guerra non l'aveva più fatto, ma vagare per la città senza una vera meta, osservare le persone che lavoravano, entrare nei negozi o comprare dei dolcetti per sè e la sua famiglia era uno dei suoi passatempi preferiti. Mentre osservava la vetrina di un negozio di vestiti, riflettendo se fosse il caso di entrare o meno in un momento come quello (in realtà era uscita per cercare Naruto, ma alla fine aveva perso la sua intrapendenza e deciso di rimandare al giorno successivo, per avere il tempo di dar ordine alle sue idee) vide una testa bionda tra gli scaffali pieni di vestiti. Arrossendo all'istante, si chiese cos'era meglio fare, entrare o scappare il prima possibile? Rimasta bloccata, indecisa sul da farsi, si rese conto che un paio di occhi azzurri la avevano inquadrata. Naruto la vide e, passando velocemente dalla cassa per pagare qualsiasi cosa avesse preso, la raggiunse.
Con stupore, la ragazza notò il colorito roseo sulle sue guance, mentre la salutava timidamente, ma con entusiamo. «Hinata-chan! Che piacere rivederti. Come stai?» chiese sorridendo.
Hinata volse lo sguardo al pacchetto che aveva tra le mani. Che fosse un regalo per Sakura?
«B-bene, ti ringrazio. Anche io sono felice di rivederti.. E a proposito dell'altro giorno..» abbassò lo sguardo, pronta a scusarsi per il suo comportamento.
Furono interrotti da un tuono. Un temporale improvviso si abbattè sul villaggio, e i due trovarono velocemente riparo sotto l'insegna del negozio. Naruto sembrava impaziente: continuava a spostare il suo peso da una gamba all'altra, spostando lo sguardo da Hinata alla strada accanto a loro. Tirando un profondo sospiro, le parlò. «Hinata, lo so che può sembrarti una richiesta eccessiva, ma ho davvero bisogno di parlarti.. Casa mia è qua vicino, vuoi salire per un the? Non ti tratterrò molto, promesso».
Hinata lo guardò, gli occhi sgranati, arrossendo violentemente. Avrebbe dovuto accettare? D'altronde anche lei desiderava parlargli, non sapeva in quale altro posto poter trovare un po' di calma con quella pioggia, e casa sua era troppo lontana. Abbassando lo sguardò, annuì. Naruto sospirò sollevato, e con ulteriore imbarazzo della kunoichi la prese per mano, guidandola verso casa. Hinata camminò velocemente dietro di lui, cercando di coprirsi con la felpa meglio che poteva da quella pioggia torrenziale, tenendo lo sguardo fisso sulle loro mani intrecciate. Un familiare calore le pervase il petto.
Nonostante l'imbarazzo, nonostante non sapesse bene come affrontare una situazione così nuova per lei, si sentì immensamente, irrimediabilmente felice.



Note autrice
Bene, a quanto pare questa storia durerà ancora di più di quanto pensassi xD Comunque penso proprio che il prossimo sarà l'ultimo, seguito da un epilogo! Ho ancora scritto poco e niente del prossimo capitolo, ma spero di riuscire a concludere questa fanfic entro questo fine settimana (mi aspetta una settimana infernale poi, rischierei di lasciarlo senza aggiornamenti per vari giorni).
Per il titolo di questo capitolo ho fatto un eccezione, ma amo tantissimo questa canzone dei Radiohead e credevo calzasse a pennello!
Al prossimo aggiornamento :)
Linx
  
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